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Il secondo giorno della nostra vita agra


di maktero
07.05.2024    |    160    |    2 6.0
"Mentre inculo e mentre vengo inculata, mi eccito sempre di più; il tizio nel mio culo mi arriva dentro ed io arrivo dentro nel tipo legato all'albero..."
Veniamo svegliate dal sole, dal cinguettio degli uccelli.
Quando apro gli occhi impiego un pò a rendermi conto di dove sono e soprattutto della mia condizione.
Mi guardo attorno e vedo il corpo nudo di mia sorella accanto a me, provo una sensazione sottile di piacere e sicurezza familiare a vederla al mio fianco.
Anche lei si sta svegliando; si muove appena, e finalmente volge il suo volto verso di me e mi sorride.
Sono sicura che anche lei sta provando le stesse sensazioni di solidarietà familiare che sto sentendo.
Cominciamo a parlare, a parlare a monosillabi; poi cominciammo ad esprimerci in discorsi più complessi che riguardano la nostra condizione dopo la prima massacrante giornata passata nella pineta.
Eravamo nude adagiate sul suolo sabbioso e coperto da aghi di pini dove avevamo passato la notte, dopo aver subito per tutta la giornata precedente a violenze da parte dei depravati che frequentavano la pineta.
Ricordare quanto avevamo subito ci fece infiammare; io incominciai a toccare il seno di mia sorella, e lei cominciò a massaggiare il mio cazzo.
Ci eccitammo!
Toccai la figa di mia sorella e mi resi conto che era abbastanza inumidita e vogliosa; il mio cazzo era eretto al punto giusto e la penetrai guardando i suoi occhi pieni di desiderio e di fantasia.
Le sensazioni che ingrossavano il mio cazzo erano altrettanto motivate dalla magia di quel momento, di totale libertà nella natura che ci circondava; delle aspettative fantastiche di depravazione che ci attendevano nel più totale degrado umano.
Approfondii l'azione del mio cazzo, modulandolo sulle reazioni di mia sorella e ritardando il mio godimento finché non cominciai a sentirla godere godere sotto di me.
Solo quando non la sentii contenta, smisi di controllare il mio cazzo e mi lanciai finché anch'io non cominciai a godere abbondantemente.
Ci sfilammo sodisfatte, entrambe mentre il cinguettare degli uccellini si fece più intenso ed il caldo cominciava a farsi più intenso.
Entrambe ci appoggiammo al tronco di un albero con gli occhi persi nel vuoto.
Mia sorella cominciò a scaricarsi per prima; iniziò a pisciare e sollecitandosi con le dita a far uscire il mio sperma dalla sua vagina.
Osservai la chiazza che inumidiva il terreno sabbioso; quella vista mi stimolò e cominciai a pisciare anch'io.
Senza toccarmi il cazzo, come una bestia cominciai a pisciare liberamente bagnando la sabbia davanti a me.
Mia sorella mi guarda con uno sguardo neutro come il padrone di un cane avrebbe guardato pisciare la sua bestia.
Poi mia sorella inarcandosi cominciò a cagare, anch'io mi resi conto di avere lo stesso stimolo e feci lo stesso.
Terminate le nostre necessità fisiologiche, ci guardammo e ci rendemmo di avere sete e fame.
Erano necessità impellenti, soprattutto la sete.
Certo un depravato che ci aveva utilizzato il giorno prima aveva promesso che ci avrebbe portato qualcosa da mangiare e da bere; ma chissà se quel tizio avrebbe mantenuto la sua promessa e quando.
Avevamo bisogno di bere e mangiare subito.
Ci avviammo nude per la pineta in cerca di qualcosa da bere e da mangiare.
Da quando abbiamo abbandonato la nostra comoda vita per provare questa nuova esperienza di vita e sesso selvaggio ci troviamo a dover risolvere questa necessita.
Questo ci piace, volevamo provare a vivere come bestie e siamo contente di provare questa condizione che ci siamo autoimposte.
Vagando nude per la pineta, contente della nostra bestiale libertà, troviamo delle bottiglie con dei resti di bibite ed acqua, beviamo quei resti; troviamo degli avanzi di cibo sparsi qua e là, oppure gettati nei cestini; ci nutriamo come animali di quegli avanzi.
Mentre riempiamo i nostri stomaci si sentiamo realizzate, ci sentiamo come animaletti nel loro ambiente naturale.
Ci sentiamo veramente trasformate da essere umani a bestie.
Questa sensazione ci eccita ed io mi muovo con il mio cazzo arrapato per la pineta, e mia sorella continua a grondare liquidi.
Il sole è diventato alto; tra non molto nella pineta cominceranno a presentarsi i depravati che la frequentano.
Giriamo in cerca di quei porcelli che utilizzeranno i nostri corpi.
Intanto scopriamo un ruscello che ci permette di dissetarci abbondantemente.
Poi ci rimettiamo a vagare cercando i depravati, il sole sta scendendo e sicuramente dei porci staranno arrivando.
La nostra ricerca non tarda ad avere dei risultati ad un certo punto vediamo degli uomini che si inculano a turno un tizio agguantato ad un tronco.
Rimaniamo in disparte dietro i cespugli masturbandoci mentre quelli, uno dopo l'altro si stanno inculando il tipo.
Quando i tipi sembrano soddisfatti ci facciamo, convinte che sono i tipi giusti per violentarci.
Io mi faccio avanti con la mia mano sul cazzo e mia sorella toccandosi la figa.
I tizi sembrano profondamente sorpresi dalla nostra oscena apparizione, e ci chiedono chi siamo.
Io continuando a toccarmi provocatoriamente, mostrandoli il mio cazzo eretto di fronte a loro dichiaro che sono una masochista pervertita, che la ragazza accanto a me che si sta masturbando come una maniaca è mia sorella e che vogliamo provare delle sensazioni forti.
I tizi sembrano veramente sconcertati e cominciano a discutere tra loro.
Io intanto per provare la mia oscenità mi avvicino al tizio abbandonato sul tronco e comincio ad incularmelo.
E da lì la festa ha inizio.
Qualcun dei tizi vedendo la mia iniziativa si catapulta su di me e comincia ad incularmi.
Intanto sento, e con la coda dell'occhio mi accorgo degli altri che agguantano mia sorella e che in mezzo alle sue urla cominciano a stuprarla.
Mentre inculo e mentre vengo inculata, mi eccito sempre di più; il tizio nel mio culo mi arriva dentro ed io arrivo dentro nel tipo legato all'albero.
Poi mi avvio a vedere cosa stanno facendo a mia sorella; stanno quasi finendo di chiavarserla; ne rimane solamente uno che la sta montando bestialmente.
Lui arriva mentre vedo che lei si tocca furiosamente arrivando come una fontana.
Poi i tizi se ne vanno sputandoci addosso..
Io mi avvicino al tizio legato all'albero mi faccio fare un pompino.
Poi tutti calmati ci avviciniamo e cominciamo a parlare.
Il tizio legato all'albero con il culo sfondato ci dice di essere un frocio masochista e che frequenta la pineta per trovare la sua soddisfazione.
La storia ci intriga, e mentre lui chiacchiera troviamo un accendino.
Con quello cominciamo a bruciarli il buco del culo, io e mia sorella ci alterniamo a tormentarlo in quel modo mentre lui lui urla come una bestia per il dolore,
Continuamo a lungo a tormentarlo bruciandoli il suo buco del culo; ci divertiamo anche tra di noi passandoci la fiamma dell'accendino tra le mie palle ed il mio cazzo e slungo la figa di mia sorella.
Passano molte ore di urla e di tormenti tra noi.
Ci rendiamo conto che si è fatta l'alba e che effettivamente ci sentiamo esauste per le torture, liberiamo lo stronzo dal tronco e poi con le ultime forze ci masturbiamo eccitate come bestie.










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