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Erano le 6 del mattino


di maledesire
05.03.2022    |    9.249    |    2 5.1
"Poi l’anfibio, lercio di saliva e catarro sgocciolante, mi venne avvicinato al viso..."
Erano le quasi le 6 del mattino. Ero sfinito e sudato come un maiale. Era la terza discoteca dove stavo come cubista. Non avevo mai accettato serate così massacranti e soprattutto in locali gay, ma la paga era stata molto allettante. La doccia era occupata da due colleghi che si stavano scopando quel viscido panzone del padrone del locale, il quale insisteva che partecipassi anche io in cambia di un extra nella paga. Infilai velocemente i miei vestiti nello zaino e indossai direttamente il piumino uscendo velocemente da quello schifo, anche se indossavo solo un paio di pantaloncini in jeans con vari strappi e senza intimo come richiesto da quel fottuto bastardo del padrone.
Uno della security entrò e mi consigliò di uscire dal retro del locale dove un vento gelido mi colpì in quello schifo di viottolo. Merda stava anche nevicando e avevo dovuto parcheggiare distante visto che ero arrivato per l’ultimo turno. Ero tentato di tornare dentro quando si aprì un portone nell’edificio a fianco e uscirono di corsa ragazzi con piumino e passamontagna, armati di mazze da baseball. Non feci in tempo a rendermi conto che subito mi accerchiarono stretto stretto. Erano degli armadi di quasi due metri che mi sovrastavano di quasi 20 cm.
“MMMM…ecco un’altra troia in cerca di cazzi. Ora ci divertiamo un po’ noi prima di portare anche lui alla festa”.
Tentai di divincolarmi, ma uno alle spalle mi cinse il collo con il suo braccio.
“Altro che se è frocia! Guarda come vai in giro con questi sbreghi su mini pantaloncini a culo in fuori.…Vuoi le dita nel culo veroo?”. Una mano si infilò nello sbrego sulla chiappa e un grosso dito venne infilato nel buco senza pietà.
“Senti è tutto bagnato già….mmmmmm…sembri stretto cagna!”
Cercai di urlare mentre le dita diventavano due ma la stretta al collo si fece più forte facendomi uscire solo dei rantoli.
“Gode sta troia!” “Ora la farciamo per bene”.
I miei rantoli di dolore venivano visti come di godimento. Altre mani si infilarono negli strappi riducendo a brandelli i miei pantaloncini e mettendomi a culo completamente scoperto.
Il tipo di fronte mi diede una manganellata sullo stomaco che mi fece piegare su me stesso e fui così spinto giù a 4 zampe mentre il tipo alle mie spalle saliva a cavalcioni sulla mia schiena trattenendo all’indietro la mia testa tirandomi violentemente i capelli e facendomi urlare.
Un grosso pugno mi colpì in pieno viso facendomi vacillare, ma il tipo a cavalcioni strinse le sue gambe sul mio busto.
“Tu sei la ns. cagna, brutta merda succhiacazzi e quindi obbedisci a 4 zampe e puoi solo fare versi da cane. Fammi sentire come abbai”. Lo guardai con aria di sfida e il tipo alzò con le due mani la mazza come per colpirmi il viso ma un altro lo bloccò.
“Se gli spacchi la faccia il divertimento finisce qui. Se il mio cane non è pronto ad obbedire uso questa”. Si slacciò la cintura di pelle dai pantaloni e la piegò in due. Tre forti colpi mi furono dati con forza sul culo colpendomi ambo le chiappe mentre ero carponi, poi un calcio mi prese lo stomaco penso rompendomi anche un paio di costole e togliendomi il fiato. Non caddi a terra perché bloccato dalle gambe del tipo sopra di me.
“Ora da te merda voglio sentire guaiti di dolore come un cane”. Venni colpito sulla schiena questa volta con la cintura dalla parte della fibbia. Alla seconda emisi un acuto “caiiiii” che fece ridere tutti quanti quei bastardi mentre ricevevo altri due colpi prima di fare un altro guaito.
“Vedo che capisci che ti conviene obbedire: tanto in ogni caso o con le buone o con le cattive ora ci svuoteremo i coglioni dentro di te. Ora leccami gli anfibi”
“Aspetta” disse il tipo sopra di me e sputò sugli anfibi subito seguito dagli altri tre compari che completarono un secondo giro usando come bersaglio il mio viso sempre trattenuto per i capelli. Poi l’anfibio, lercio di saliva e catarro sgocciolante, mi venne avvicinato al viso.
Il tipo sopra di me mi diede un potente sberlone sul culo che me lo rese rovente e infilò un grosso dito tutto in culo facendomi spalancare la bocca subito riempita da un’altra mano che spingeva le dita nella mia gola.
Mi sentivo trapanare gola e culo e stavo per vomitare.
“Ora ripulisci per bene”.
Così venni spinto verso il primo anfibio che cominciai a pulire con la lingua mentre il tipo sopra di me infilò un secondo grosso dito nel mio culo facendole ruotare all’interno.
“Brava cagna così … lucidalo per bene. Ti piace sentirti aprire il culo?”.
Continuavo a pulire con la lingua per non pensare al dolore al culo. Il tipo di fronte mi alzò la testa tirandomi i capelli e mi diede uno sberlone che mi infuocò la mascella. “Devi rispondere subito al padrone brutta cagna!! Ripeto: ti piace sentirti aprire il culo?.
Risposi un debole “Sissignore”.
“Ma allora non capisci un cazzo e forse sei una cagna che gode nell’essere massacrato di botte. Sei un lurido cane e non puoi parlareeee”. Un pugno mi centrò il viso e sentii creparsi il naso che cominciò a perdere un sacco di sangue.
Venni tirato su in piedi e bloccato con un braccio intorno al collo e le braccia tirate all’indietro. Il mio stomaco venne utilizzato come un pungiball per una serie di pugni con un altro finale in piena viso. Poi fui gettato a terra. Quello che immaginavo fosse il capo si mise sopra di me ordinandomi di aprire la bocca. A turno mi sputarono centrando solo alcune volte la bocca aperta.
“Tutto sporco di sangue e sputi. Bisogna dare una pulita a questa cagna” quindi il capo tirò fuori il suo uccello dalla patta.
Appena serrai la bocca un anfibio cominciò a premere sul mio cazzo libero costringendomi a riaprire la bocca giusto quando un getto la centrò. Altri due getti si unirono a lui e dovetti ingoiare grosse sorsate di orribile piscio caldo per non soffocare mentre tutti se la ridevano.
“Ora cagna decidi o corri verso la fine del viottolo e ti prendi una pallottola in testa o ti togli quel giubbotto lurido e, completamente nudo, vieni verso di noi a 4 zampe, passi davanti a noi sculettando e abbaiando come un cucciolo bisognoso di coccole ed entri e da qui in poi dovrai solo obbedire ai comandi.”.
Avevo un occhio pesto, forti dolori a naso e torace ma non avevo voglia di concludere la mia vita così. Mi spogliai totalmente, mi misi carponi e mi avviai verso loro facendo ballonzolare il mio sedere e abbaiando debolmente mentre passavo strusciandomi sulle loro gambe.
“Questa è una cagna fenomenale capo ci sarà da divertirsi. Poi ha un culo che non vedo l’ora di vedere bello aperto e sgocciolante sborra. Ah ah ah!!”.
Mi fu messo un collare con una catena ed entrammo: sembrava un magazzino lercio e abbandonato all’esterno. Ci dirigemmo verso una scala e siccome ero lento a scendere a 4 zampe mi fu dato un grosso calcio nel culo che mi colpì anche le palle facendomi ruzzolare giù per una ventina di scalini.
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