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Sono pazzo di lui


di maledesire
29.11.2018    |    16.164    |    7 9.0
"Il mio pomo d’Adamo fa su è giù velocemente per non soffocare, mi sembra di essere tornato bimbo attaccato al biberon per fare grosse sorsate e svuotare..."
Sono pazzo di lui. Muoio per ogni sua espressione, la sua voce, il suo profumo, sbavo per il suo sudore, il suo fisico perfetto, le sue gambe, la sua tartaruga, i suoi tattoo che riempiono completamente le braccia, i suoi pettorali, la sua barbetta incolta, i suoi bicipiti, i suoi dorsali, le sue spalle, i suoi piedoni, quella patta sempre gonfia e quel splendido pelo che contornava il tutto.
È alto quasi due metri di bellezza sicula date le sue origini ed è il centravanti di una squadra di calcio di appena entrata in serie A. Luca a soli 24 anni è pieno di soldi dovuti agli sponsor ma soprattutto al clan di cui la sua famiglia faceva parte (suo cugino era in prigione per omicidio) e con tali basi non poteva che essere un dannatissimo bullo.
Io sono Stefano,19 anni, alto quasi 1,80, fisico molto tonico grazie ad anni di nuoto e quasi totalmente depilato, solo pochi peli che corti sull’inguine. Nessuno sospetta della mia passione per Luca anche perché riscuoto un buon successo con le ragazze e il mio cazzo di quasi 20 cm rende felici molte di loro.
Luca è un viziatissimo stronzo bello e dannato, lo incontro spesso in palestra e o nelle serate con la compagnia di cui anche io faccio parte ma specialmente perchè lui è il ragazzo di quella stronza di mia sorella.
Eh, proprio un bel problema …. Ma non un impedimento 😊.
Sta diventando per me un’ossessione. Se lo incontro per strada mi eccito, se lo trovo in palestra sudato e odoroso il mio cazzo scoppia, se lo trovo nella doccia comune della palestra devo farla ghiacciata per bloccare l’erezione, se lo sogno di notte mi sveglio con i boxer bagnati di sborra..
Più tento di evitarlo e più mi sembra lui tenti di stuzzicarmi con modi falsamente innocenti: in casa o per strada abbracciandomi da dietro alla sprovvista facendomi sentire il suo cazzo spingere nel solco del mio culo, stringendomi in un abbraccio mentre è tutto sudato, chiedendomi supporto durante gli esercizi in pale inebriandomi del suo odore di maschio, parlandomi negli spogliatoi mentre sta completamente nudo arrivando ogni tanto a mettere una mia mano sulla patta per farmi sentire che effetto gli fa mia sorella.
Questi suoi atteggiamenti sono sempre più frequenti, spesso anche davanti ai suoi amici con la scusa di farli divertire rompendo le balle al povero fratellino della sua ragazza. E io impazzisco sempre di più dal desiderio. Voglio essere suo, ammirare quel suo bel cazzo in completa erezione, sentirlo affondare dentro di me gola e culo. Gustare il suo sudore e la sua sborra. Ormai sono disposto a tutto per averlo.
Un giorno mentre sto facendo la mia solita corsa mattutina lungo l’argine lo incrocio insieme ad un altro maschio da paura: poco più basso di lui, moro, rasato, barba, fisico scultoreo con braccia e pettorali completamente tatuati e six pack da urlo. Sono entrambi senza canotta; la loro bellezza è travolgente e mi blocco a tale visione.
“Ciao bel bocconcino”.
“Ah ah coach lascialo stare è il mio cognatino” risponde Luca abbracciandomi e stringendo la mia nuca sotto il suo braccio.
Mi svincolo strusciando il mio viso su di lui riempiendomi del suo sudore umido e del suo odore pungente.
“Che schifo stronzone sei fradicio” rispondo allontanandomi mentre sento il mio cazzo gonfiarsi.
“Ah Ah scusa Stefano non me ne ero accorto. Ti presento Ivan il mio Personal Trainer che mi sta massacrando. Dai vieni con noi a casa sua. Vedrai che palestra e piscina che ha così ti dà qlc dritta per il tuo allenamento”.
E come lasciarsi sfuggire un’occasione del genere!! “Ok volentieri non mi piace allenarmi da solo”.
“L’ultimo che arriva paga pegno” fa Ivan scattando davanti.
Dopo ca. dieci minuti di corsa sfrenata li sorpasso a un bivio ma gli stronzi scendono a destra ridendo e così arrivai per ultimo nella villa di Ivan. Una fantastica casa moderna circondata da una fila di pini che ne impediva la vista da esterno. Una sala palestra stava di fonte alla piscina.
Sprofondai in una poltroncina davanti alla piscina. “Mamma che caldo. Sto morendo di sete. Wow Ivan ma che cazzo di casa. Ma chi sono i tuoi clienti?”
“Grazie Stefano. Mi godo i soldi di un’eredità e oltre a fare personal trainer sono anche escort. Se vuoi bere ho qualcosa di speciale”
“Dai non fare il solito porco. Occhio Ste che questo si scoperebbe tutti i ventenni ah ah!”
“Stronzo non tutti. Solo quelli con un bel culo e una bella bocca come la sua. Te l’ho detto mille volte che nulla ripaga come un pompino fatto da un maschio e che affondare su culi come il suo è una goduria più appagante di scopare una bella figa. Scusa Luca. Sono bsx e troppo diretto ma è molto che gli dico che deve provare a scoparsi anche un bel maschietto, ma l’eterone caposquadra non può ah ah”.
“Caschi male Ivan, pure lui preferisce la figa, devi vedere che gnocca ha ora per le mani”.
Ivan si mise di fronte a me mentre stavo seduto. “Sapessi quanti etero ho trasformato in cagne affamate di cazzo eh eh. Non raggiungo i 25 cm di cui ti vanti ma ho un bel 22 succoso per il tuo amichetto”.
Ivan si tira giù i pantaloncini e il suo cazzo sobbalza fermandosi dritto e eretto davanti a me.
Uno spettacolo, grosso, venoso, con la cappella gonfia umida e gocciolante precum che Ivan raccoglie con due dita che poi porta vicino alle mie labbra.
Io rimango rapito da tale visione, i miei occhi scorrono lungo quelle vene ingrossate fino ad ammirare il cespuglio nero alla base, scendono poi verso il basso per ammirare quelle grosse palle che fanno presagire una abbondanza di sborra pronta ad uscire per poi risalire verso quella cappella calamitosa dove emerge una nuova goccia di precum. La mia bocca si apre per lo stupore di tale visione e Ivan ne approfitta per infilare le sue dita dentro dove la mia lingua le ripulisce mentre un gemito di godimento accompagna questo mio gesto.
La sua mano scende verso il mento per alzare il mio sguardo verso di lui che quasi sussurrando mi dice: ”guarda che effetto mi fai. Stavo impazzendo vedendo quel culo perfetto davanti a me. Io lo so .. tu sei una vera cagna che ha bisogno di sentirsi riempita di cazzo in gola e culo. Su lasciati andare e scopri chi sei”.
Mentre parla l’altra sua mano va dietro la mia testa mentre il suo bacino si avvicina. Mi spinge la testa di nuovo verso il basso e la mia bocca si trova dritta davanti al suo cazzo dove la mia lingua si dirige per raccogliere la goccia di precum e ripulire la cappella. Poi mi spingo avanti per ingoiare quel meraviglioso cazzo e sentirlo affondare in gola. Ha un odore intenso di maschio, un mix pungente di sapori di sudore, piscio e sborra che mi arriva dritto al cervello e che mi piace da pazzi. Lui continua a entrare fino a che la pressione nelle tonsille che mi provoca degli spasmi che mi fanno indietreggiare; la sua mano spinge la testa in avanti e il suo bacino spinge quel voluminoso cazzo sempre più all’interno incurante dei miei spasmi. Mi sento avvampare e comincio a lacrimare. Muco mi esce da naso e bordi bocca e lui mi libera prendendomi per i capelli.
Mi china un po’ indietro la testa per fissare i miei occhi ai suoi e, mentre mi sberla col suo cazzone mentre questa volta a voce più alta mi dice ”devi respirare col naso e spingere la lingua verso il basso mentre ti permetto di ingoiare il mio cazzo. Ora leccami bene le palle e affondaci il naso. Inspira bene il profumo di maschio, ho già visto come ti piace mentre ti staccavi lentamente dalla morsa di Luca prima”.
Ivan mette il cazzo dritto, la cappella supera l’ombelico e io mi fiondo su quelle palle inebriandomi del loro odore. Sniffo e lecco, sprofondo naso e lingua per poi risalire lungo l’asta fino alla cappella racchiusa tra le sue dita e scendere lentamente di nuovo verso le palle. Il mio naso e la mia lingua sono voraci di quell’odore e sapore di maschio mentre ripeto quel gioco più volte. Sento le sue vene ingrossarsi e l’asta gonfiarsi.
La sua mano mi prende i capelli tirando indietro, spinge la testa all’indietro e un suo sputo mi centra vicino all’occhio destro. Poi le sue mani mi prendono per le orecchie e mi spingono verso il suo cazzo svettante. Mi spinge con forza e velocità avanti e indietro piantando il suo cazzo sempre più a fondo. Scopa letteralmente la mia bocca con un coniglio. Riesco a fare solo brevi respiri quando mi stacca per poi piantarlo più a fondo. Sento la gola in fiamme. Mi avvicina sempre più ai suoi peli pubici. Sto pensando che ho quasi 22 cm di cazzo piantati in gola quando con una nuova spinta arrivo ad affondare il mio naso nei suoi folti peli mentre il suo cazzo erutta direttamente nelle mie tonsille. Devo deglutire più volte quella sostanza calda che continua a eruttare. Il mio pomo d’Adamo fa su è giù velocemente per non soffocare, mi sembra di essere tornato bimbo attaccato al biberon per fare grosse sorsate e svuotare quelle palle che avevo presagito essere piene di sborra.
Sento la pressione diminuire mentre il suo cazzo indietreggia con ultimi modesti spruzzi di sborra in bocca. Con la mano prendo quel super cazzo che non riesco ad avvolgere e lo tengo fermo mentre la mia bocca lo spreme per gustare le ultime gocce.
Poi la sua mano mi tira indietro per i capelli “Aaah basta cagna me lo consumi. Che dici Luca vedi che mio fiuto per le cagne non sbaglia mai?”.
Cazzo. Mio cognato!. Mi sono dimenticato dove stavo e che lui guardava. Mi giro verso di lui e rimango a bocca aperta. Luca è seduto con gli occhi sgranati e allupati, si è tolto i pantaloncini ed è stupendo. Con una mano si sega il cazzo mentre con l’altra ha in mano il cellulare con cui sta riprendendo.
“Visto che avevi tanta sete anche il supercazzo di tuo cognato è in attesa. Lo vuoi vero cagna?”
“Oooohh siii”.
I due ridono. Lui mi guarda con ribrezzo. “Cazzo da non credere. Ora però hai il pegno per essere arrivato ultimo. Se vuoi il mio cazzo te lo devi guadagnare lavorando i miei piedi con quella lingua da succhiacazzi che ti ritrovi cagna schifosa. Ti spogli e vieni qui da me a 4 zampe come la cagna che sei deve stare”.
Mi tolsi canotta pantaloncini e scarpe e a gattoni mi diressi verso il mio adorato cognato.
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