Racconti Erotici > Gay & Bisex > PRIGIONIERO 2
Gay & Bisex

PRIGIONIERO 2


di maledesire
14.04.2021    |    10.956    |    5 7.3
"Così finito di pisciare mi tirò su un po’ tirandomi per i capelli e mi tirò un altro destro bestiale che prese in pieno l’occhio che si gonfiò subito..."
Ero allucinato solo poche ore fa ero a un meeting ed ero felice del successo ottenuto e ora ero nudo e lercio, pieno di sborra con il culo aperto ed ero stato violentato da dei cazzi di notevoli dimensioni. Senza dimenticare che avevo dovuto bere anche piscio e sborra.
Passò penso un’ora in cui invano cercai una via di scampo da quella stanzetta, quando la porta si aprì ed entrarono due ragazzi molto giovani, forse appena maggiorenni. Erano alti più di me, vestiti solo con una salopette di jeans e molto muscolosi, chiusa la porta mi parlarono in italiano.
“MMMM una bella troietta hanno trovato i nostri cugini. Ti abbiamo portato da mangiare e da bere.”
Li guardai timoroso e dubbioso in quanto non avevano nulla tra le mani.
“Forza prima bevi che dopo ti diamo da mangiare” disse guardandomi con odio.
Rimasi fermo appoggiato alla parete non capendo.
“Sei stupido o cosa? Ora vivrai solo di piscio e sborra non lo hai ancora capito? Muoviti vieni qua” disse quasi urlando.
Mi alzai implorando che mi lasciassero stare e quello più grosso si avvicinò e mi tirò un pugno in piena faccia che mi catapultò indietro andando a sbattere sulla parete. Mi ruppe il naso e cominciò a colare sangue.
Si avvicinò e presomi per i capelli mi rimise seduto. Tirò fuori il suo cazzo e mi ordinò di tenere la bocca aperta e ingoiare tutto se non volevo finire male, quindi cominciò a pisciare indirizzando il getto prima sui capelli e poi su occhi e bocca. Era troppa e non riuscivo a ingurgitare prima che la bocca fosse di nuovo piena. Così finito di pisciare mi tirò su un po’ tirandomi per i capelli e mi tirò un altro destro bestiale che prese in pieno l’occhio che si gonfiò subito impedendomi quasi di vederci.
“Ora vai a 4 zampe da mio fratello e gli devi dimostrare quanto cagna puoi essere per poter gustare il succo del suo cazzo. Ma devi essere convincente e fare quello che ti dico altrimenti chiamo i ns amici, ti scopiamo tutta la notte e ti apriamo il culo così tanto che per godere dovrai prenderne tre alla volta” mi disse quasi sussurrando.
Il tipo mi faceva paura e dolorante mi misi a 4 zampe dirigendomi verso l’altro ragazzo che mi guardava con un ghigno.
“Ora togli lo stivale e calzettone destro di mio fratello Ivan, lo massaggi e lo lecchi per bene” mi ordinò il tipo alle mie spalle.
Tolsi lo stivale e un odore pungente mi avvolse. Il calzettone era giallognolo e umido, arricciai il naso disgustato e poi lo tolsi.
Presi in mano quel lungo piede e cominciai a massaggiarne la pianta.
“Lecca e ciuccia le dita troia!” disse Ivan spingendomi la testa verso il basso. Nonostante lo schifo leccai prima sopra le dita e poi presi in bocca l’alluce.
“Ora mentre continui il tuo lavoro, girati di lato, alza il culo e apriti le chiappe con le tue mani” continuò a ordinare Ivan.
Mi misi nella posizione richiesta puntando le spalle a terra. Ivan con il piede sinistro premette la mia testa verso il basso costringendomi ad allargare il più possibile la mia bocca per farci entrare tutte le dita mentre prima un dito, poi subito un altro mi forzarono l’ano roteando all’interno.
“Senti Peter come è ancora umido di sborra questa cagna”.
Altre due dita si infilarono dentro di me e iniziarono a tirare dalla parte opposto dilatandomi il buco.
Smisi di allargarmi le chiappe e portai le mie mani a terra, ma una mano mi prese i testicoli e li strinse ordinandomi di continuare a allargami da solo il culo. Mi rifiutai cercando di parlare ma il piede in bocca mi lasciava solo rantolare. Cosi Ivan mi montò con il ginocchio sul collo e mentre mi teneva lui aperto il culo ci sputò sopra.
Due mani mi presero per i fianchi mentre qualcosa di grosso e umido cominciò a premere sul mio buco esposto. Nonostante fossi stato dilatato sembrava mi stesse entrando una bomboletta spray. Il porco entrava lentamente per farmi sentire spessore e lunghezza. Mi sentivo aprire mentre quel coso entrava dentro di me. Il dolore era fortissimo ma emettevo solo rantoli per quel piede schifoso che occupava la mia bocca. Finalmente sentii il suo bacino appoggiarsi al mio culo. Poi indietreggiò sempre lentamente uscendo completamente con nuovi acuti dolori. Un sberlone sulla chiappa destra fu seguito da un affondo lacerante mentre Ivan poggiava tutto suo peso su mio collo. Peter cominciò a ripetere questa sadica operazione, uscendo lentamente e affondando in entrata, per un tempo che mi sembrò infinito. Ero sconquassato e ormai entrava con facilità come mi avesse aperto una galleria. Finalmente accelerò il ritmo e diminuì la potenza degli affondi, poi con tutto il suo peso su di me diede un ultimo potente affondo scaricando potenti spruzzi di sborra mentre annaspavo dal dolore.
Poi uscì improvvisamente dal mio culo e Ivan tolse il suo piede dalla mia bocca rimanendo però su di me.
“MMM guarda come resta bello aperto. Mi sa che la minaccia di chiamare i ns amici lo ha eccitato” disse Peter.
“Nooo vi prego. Farò quello che ordini” supplicai.
“Ora prendi con le tue dita la sborra che ti sta uscendo dal culo e ti lecchi le dita”.
Obbedii e leccai più volte le mie dita lorde della sborra che continuava ad uscirmi dal buco violato e riempito da tre grossi cazzi nel giro di poco tempo. Il pensiero che fosse sborra e in più uscita dal mio culo mi faceva schifo ma dovevo assecondarli.
“Hai visto quanta ne produce il mio bel cazzo? Pensati quando te la sparo in gola che bevuta che ti farai troietta. Ora lecca le palle di mio fratello e ripuliscile bene che sento da qua la puzza di cazzo. Poi voglio vederti pompargli a fondo il cazzo fino a soffocarti e quando lo senti duro come la roccia ti ci impali sopra e cominci a cavalcarlo lentamente mentre io ammiro come te lo prendi tutto ogni volta dalla cappella fino alle palle” mi sussurrò Peter all’orecchio.
Ivan si spogliò e si mise seduto a gambe larghe su una cassapanca e io a carponi mi avvicinai e già da un metro sentivo un forte odore di cazzo, ma più che schifarmi mi attirò e così immersi la mia faccia in mezzo alle gambe ispirando e cominciando a leccare. Le sue palle erano umide e un mix di sudore, piscio e precum avvolse il mio palato mentre con una mano tenevo verso l’alto il suo cazzo che in poche lappate alle palle cominciò a crescere e indurirsi, cominciai così a segarlo mentre gli ripulivo le palle come richiesto.
Quel mix di odori e sapori mi eccitò e così con la lingua iniziai anche a risalire lungo l’asta ogni volta un po’ di più fino a quando arrivai alla cappella che ripulii per bene leccando come fosse un cono gelato. Poi la imboccai e cominciai a salire e scendere prendendolo sempre più a fondo, sentendolo premere nelle tonsille e cercando di spingerlo ancora più a fondo.
Il mio lavoro procedeva con successo come dimostravano sia gli insulti dei mei carnefici sia le dimensioni di quel cazzo che per spessore ormai dilatava le mie tonsille come un tubo per spessore e per lunghezza: nonostante i miei sforzi e le loro continue spinte non riuscivo più a immergere il naso nei suoi peli pubici.
Quando mi venne finalmente ordinato di impalarmi la mascella mi doleva e la gola mi bruciava intensamente. Mi allontanai leggermente e fissai quel grosso cazzo che avrei dovuto accogliere dentro di me. Fortunatamente era ricoperto della mia saliva e il mio buco aveva già ricevuto altri cazzi fino a pochi minuti prima. Salii sulla cassa panca a cavalcioni di Ivan il cui corpo sudato emanava il forte odore tipico dei giovani in palestra, mi poggiai alle sue spalle umide e cominciai a scendere con il mio corpo. La grossa cappella fece un po’ fatica ma gemendo spinsi per aprirmi il buco e scesi lentamente sentendomi dilatare e riempire.
Il porco mi prese per i fianchi e mi spinse completamente giù provocandomi un gemito di dolore.
Poi mollò la presa e incrociò le mani dietro la nuca ordinandomi di leccare le sue ascelle pelose. Il loro forte odore era come una calamita e immersi il viso in quei peli inumidendomi naso e bocca e inspirando a pieni polmoni mentre il mio buco si adattava al calibro che lo riempiva.
Ivan con l’altra mano mi premeva la testa sull’altra ascella e sentendo il mio culo che si allargava per quell’odore afrodisiaco cominciò ad alzare e abbassare il bacino come volesse entrare anche con le sue grosse palle.
Io leccavo e sniffavo come un cocainomane mentre quel cazzo premeva sulla prostata. Il mio cazzo mi doleva da quanto era duro e Ivan mi prese per i capelli e mi spinse verso le sue labbra. Iniziò un lungo bacio appassionato dove le ns lingue lottavano una con l’altra cercandosi all’impazzata mentre il suo cazzo continuava a perforarmi.
Senza toccarmi ebbi la più intensa sborrata della mia vita nello stesso istante in cui il suo cazzo cominciò a svuotarsi dentro di me in numerosi spruzzi abbondanti e potenti che potevo perfettamente percepire stimolando ulteriormente la mia prostata.
Il suo cazzo rimase duro e piantato nel mio culo continuando a scoparmi più lentamente. Mi prese per i capelli e mi staccò dalle sue labbra spingendomi sull’altra ascella madida di sudore. Io ne fui rapito e ricominciai ad annusare e leccare quasi in trance.
Ma qlc di duro e umido cominciò a strisciare sul mio buco già occupato. Ivan mi strinse con l’altro braccio schiacciandomi sulla sua ascella pelosa che mi inumidì il viso mentre terrorizzato capii cosa stava per succedere.
Gli umori del mio culo, il sudore e la sborra che mi riempiva facilitarono l’entrata del secondo cazzo nel mio culo che fu lenta ma inesorabile. Sentivo le pareti tendersi allo spasimo mentre anche quel grosso cazzo si faceva strada dentro di me. Non poteva essere Peter perché non avrei potuto sopportare due cazzi di quel calibro dentro di me e quel modo di entrare non era da lui. Il nuovo intruso entrava con molta calma facendomi abituare lentamente; sembrava capire il momento esatto in cui il dolore diventava piacere e a quel punto continuava suo affondo.
Dopo alcuni minuti, i due cazzi si fermarono completamente piantati dentro di me. La sensazione era incredibile, mi sentivo pieno all’inverosimile, mi sembrava impossibile che due cazzi fossero dentro il mio culo che fino a poche ore prima era vergine.
“Mamma ragazzi dove l’avete pescata questo mangiacazzi? Ha un culo meraviglioso!!”
Ebbi la conferma, era la voce di un terzo che evidentemente era entrato nella stanza senza che me ne accorgessi ed ora era piantato nel mio culo insieme al cazzo di un altro mentre il mio viso era immerso in un’ascella sudata e odorosa che mi rendeva una puttana da marciapiede.
I due dentro di me cominciarono ad alternarsi in perfetta sincronia spingendo avanti e indietro come fossero un unico immenso cazzo che mi dilatava sempre più e spingendo in affondo sulla mia prostata così a fondo che il godimento mi assalì come un terremoto. Iniziai a tremare proprio quando Peter venne al loro fianco e presomi per i capelli mi spinse la testa sul suo cazzo riempiendomi la bocca con la sua grossa cappella e spingendola nelle mie tonsille.
Mi sembrava incredibile che quel gigantesco cazzo fosse prima dento il mio culo e capii perché non mi sentivo devastato ora che ne avevo due dentro di me. Peter mi spingeva la testa su e giù entrando sempre più a fondo con il suo cazzo mentre dietro i due accelerarono gli affondi; il mio corpo veniva perforato da due grosse trivelle e mentre mi sentivo soffocare una scarica di piacere partì dal mio cervello sconquassandomi il corpo e la mente e provocandomi un orgasmo anale ed il mio culo, oltre a produrre abbondanti liquidi cominciò a contrarsi spremendo i due cazzi che avevo dentro di me.
I tre ragazzi urlarono di godimento sborrando copiosamente e contemporaneamente. Sembravano tre idranti che eruttavano potenti e abbondanti getti di sborra che mi riempirono le budella entrando dal culo e dalle tonsille mentre anche io venni di nuovo come una fontana senza nemmeno toccarmi. Peter non scherzava era impressionante la quantità di sborra che avevo dovuto ingoiare a sorsate come fossi attaccato ad una borraccia
Ivan mi prese per le ascelle e mi spinse verso l’alto liberando il mio culo dai due intrusi che uscirono con un flop seguito da una notevole quantità di sborra che si riversò sul cazzo e i coglioni di Ivan.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per PRIGIONIERO 2:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni