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Gay & Bisex

Indimenticabile Berlino


di maledesire
01.04.2020    |    9.315    |    11 6.8
"Mi doleva la mascella per quanto dovevo tenere aperta la bocca..."
Ero a Berlino da tre settimane a Berlino per la stagione estiva. Avevo appena superato la triennale e attendevo di iniziare la specializzazione. Tramite uno dei miei più cari amici gay avevo trovato lavoro in una gelateria e una stanza in una casa dove viveva una anziana signora insieme con il figlio disabile. Io avevo una grande stanza con due letti, un vecchio divano, piccolo frigo e fornello e un piccolo bagno al piano interrato; era un forno, avendo solo una finestrella al bagno e una sopra il fornello, ma costava poco ed era vicino alla metro.
Tutto filava tranquillo fino a quando fui informato dell’arrivo inaspettato del figlio che era stato cacciato di casa della sua ragazza e si sarebbe fermato per un po’condividendo la stanza con me.
Un giorno tornai a casa finito il turno del mattino e una volta aperta la porta della stanza fui invaso da un intenso odore di sudore. Io adoro l’odore di maschio e odio chi usa il deodorante ma era molto intenso, sembrava di essere in una palestra.
Capii subito perché fosse stato cacciato. La stanza era un caos, aveva sparpagliato le sue cose ovq., scarpe, indumenti, attrezzi da palestra, scatoloni. Quello stronzo aveva messo roba anche sul letto dove dormivo, ancora sfatto perché ero scappato via la mattina.
Mi avvicinai e trovai sopra il cuscino un paio di slip, chiaramente usati visto le evidenti macchie di piscio, e canotta e pantaloncini sulle lenzuola.
Sentii partire l’acqua della doccia e Invece di schifarmi sentii il mio cazzo gonfiarsi mentre l’acqua della doccia partì. Presi quelle cose in mano, erano calde e umide segno che se le era tolte da poco e quindi le portai sul mio viso e comincia ad inspirare. Il profumo era intensissimo, mix di sudore, piscio e sborra. Lo slip era pieno di sborra che aveva lasciato una macchia sul mio cuscino. La leccai preso da un raptus mentre l’acqua della doccia si chiudeva.
Mi ripresi volevo vedere chi aveva quell’odore che mi aveva mandato fuori di testa. Sapendo che la doccia era senza tenda entrai nel bagno e lanciai gli indumenti per terra gridando incazzato che quella roba sporca era sul mio letto ma le parole mi si fermarono a metà alla visione.
Era un super manzo alpha da sogno, braccia e collo tatuatI, petto palestrato e villoso, testa rasata, barba incolta, addominali scolpiti e una v che portava verso un cazzo lunghissimo a riposo.
Mi soffermai troppo ad ammirare quella meraviglia e quando mi ridestai notai un ghigno sulla sua faccia.
“Le cose sono due: o invece di guardarlo vieni qui e mi pompi il cazzo o esci e attendi che finisco la mia doccia”.
“Vaffanculo stronzo”. Uscii e tornai in camera mentre la porta si spalancava e entrava il l mio collega Ivan anche lui gay, tutto euforico, urlando di esser riuscito ad ottenere i biglietti per la più famosa festa a tema bdsm. Gli bloccai la bocca dicendo che c’era un nuovo inquilino nella doccia e lo portai fuori.
Andammo a casa sua e durante il tragitto mi spiegò che tramite un suo amico era riuscito ad ottenere invito a condizione che, passata la selezione, fossimo entrati come slave del tipo che aveva fornito i biglietti per i due gg della festa. L’amico assicurò che il tipo era molto interessante, porco e dotato e questo bastava al mio collega; io ero un po’ titubante ma ad entrambi stuzzicava da molto l’idea di poter partecipare a quel famoso ritrovo.
Dopo svariate pulizie intestinali profonde, qlc birra, un paio di canne e esserci depilati il corpo come richiesto, ci dirigemmo all’appuntamento in una fabbrica in disuso nella zona industriale.
C’erano già una ventina di auto segno che molti volevano provare i test. Le selezioni iniziavano alle 19 e sarebbero proseguite fino alla completa selezione mentre la festa avrebbe avuto inizio alla mezzanotte.
Entrammo e uno all’ingresso ci fece subito firmare una liberatoria ritirando il nostro documento. La liberatoria indicava che si poteva abbandonare la prova fino a ultimo test. Poi avremmo dovuto subire quanto richiesto anche forzatamente e per tutta la durata del weekend.
Firmammo e la mia vita cambiò non appena fummo bendati e fatti entrare in un locale dove capii ci fosse altra gente. Dagli altoparlanti una voce ci ordinò di spogliarci senza togliere le bende e di mettersi a terra a carponi, unico modo di muoversi d’ora in poi, avvisando che alcuni organizzatori stavano passando per far indossare collare, polsiere e cavigliere di pelle e assegnare un numero di matricola disegnato sulla schiena con un grosso pennarello indelebile. Le ns identità venivano annullate e ora eravamo solo degli schiavi numerati cui era ordinato di muoversi solo carponi e non fiatare. Io ero il n. 38.
Venni chiamato e un inserviente mi si avvicinò. Si abbassò su di me e mi allacciò un guinzaglio ordinandomi di seguirlo. Dovetti camminare carponi per qlc minuto quando finalmente mi venne ordinato di fermarmi. Sentii una porta chiudersi.
“Bene numero 38 ora comincia un test di domande, ma mentre rispondi come schiavo non puoi stare fermo e perciò mi toglierai le scarpe e ripulirai perfettamente i miei piedi che sono dentro queste scarpe da ore.”
Mi avvicinai carponi e sentite le scarpe mi misi seduto sulle ginocchia cominciando a slegare i lacci. Venni preso per i capelli e un forte pugno mi colpì una guancia,
“Brutto stronzo chi ti ha detto di alzarti, devi stare a 4 zampe come la cagna che sei”. Mi tirò indietro la testa e mi sputò su labbra e naso.
Un altro mi diede una stilettata sulla schiena e poi due sul culo ordinandomi di mettermi nella mia posizione. Obbedii immediatamente e ripresi a slacciare le scarpe mentre un altro paio di stilettate mi colpirono sulle chiappe.
Non appena tolsi la prima scarpa un fetore intenso mi arrivò alle narici, mi fece arricciare il naso ma non volevo arrendermi subito e così avvicinai la bocca e con la lingua individuai l’alluce che cominciai a succhiare.
Alle mie spalle sentii sputare sul mio buco e un grosso dito farsi strada dentro di me.
“Ora cagna devi rispondere si o no alle mie domande mentre continui a pulirmi perfettamente i piedi e ricevi la punizione per esserti alzato senza permesso”.
Mentre leccavo le altre dita del primo piede venni preso per il bacino una grossa cappella cominciò a puntare al mio buco e non appena scoperta la fessura un grosso cazzo affondò senza pietà dentro di me. Rimasi senza fiato mentre con la scarpa venni spinto sul piede nudo che mi entrò in bocca forzandomi la mascella. In quella posizione il tipo alle mie spalle cominciò a scoparmi come un coniglio mentre l’altro iniziava la serie di domande per sapere quali pratiche avessi già provato. Ad ogni domanda la scarpa sulla mia testa mollava la presa per lasciarmi liberare la bocca e rispondere; pensare in quel frangente non era facile a causa anche di quel grosso cazzo che affondava dentro di me cercando di spingere sempre più a fondo, io ancora non avevo avuto molte esperienze nel campo ma avevo troppa voglia di sperimentare e così pensai di barare rispondendo sì alla maggior parte.
Venni preso per i capelli e la testa mi venne alzata. Sentivo l’inconfondibile odore di cazzo e qlc di umido si strofinò sulle mie labbra. Aperte le labbra un secondo cazzo mi entrò in bocca mentre il mio corpo veniva sempre scosso in avanti dal cazzo che mi stava aprendo il culo. Finalmente lo sentivo gonfiarsi e con un ultimo profondo iniziò a sborrarmi dentro mentre da quello in bocca partiva un flusso di liquido caldo. Era la prima volta che sentivo il forte sapore del piscio mentre in culo sentivo scaricare 4 grossi spruzzi di sborra dentro di me. Un flop e sentii il mio culo svuotarsi e la sborra colare al di fuori mentre a fatica ingoiavo quel flusso caldo che continuava a riempirmi la bocca.
“Gran bel culo caldo n. 38. Mi hai fatto godere per bene”. Nel dire questo mi infilò due grosse dita dentro e poi le mise in bocca piene della sua sborra e degli umori del mio culo.
“Vladi lasciali la sborra dentro che ora mentre mi ripulisce l’altro piede Ivan gli apre ancora il culo. Mi piace il rumore del cazzo che affonda in un culo di cagna ripieno di sborra”.
Obbediente slacciai l’altra scarpa e nuovamente il fetore mi riempì le narici ma questa svolta senza disgusto.
Così cominciai a leccare le dita mentre le mie chiappe venivano sberlate e aperte. Un altro grosso cazzo iniziò a farsi strada mentre gemevo di godimento leccando tra le dita del piede.
Questo secondo cazzo era meno grosso ma più lungo. Lo sentivo affondare come mai mi era successo dandomi delle sensazioni profonde. Sentivo la mia erezione arrivare al culmine ma lo percepì anche il mio scopatore che da sotto mi diede una pacca sulle palle da togliermi il fiato.
Venni preso nuovamente per i capelli e tirato indietro la testa. “Lurida cagna potrai godere solo quando te lo permetterò. Apri la bocca”.
Uno sputo mi centrò dentro mentre il tipo dietro mi prese con ambo le mani per il collo e cominciò a scoparmi con violenza facendo entrare e uscire tutto il suo cazzone.
Mi sentivo aprire e ne stavo godendo. Il mio cazzo si era smollato dopo la botta alle palle ma grondava presborra. Il tipo di fronte mi prese per le orecchie e mi infilò la sua grossa cappella spingendo la mia testa a premendo con il suo bacino. Era il cazzo più grosso che avessi mai sentito. Mi doleva la mascella per quanto dovevo tenere aperta la bocca. La cappella spinse nelle tonsille e conati mi scossero ancor più il corpo già percosso dagli affondi che invadevano il mio culo.
Mi mancava il fiato, mi sentivo aperto come mai era successo. Colavo saliva e catarro dal naso e dai bordi della bocca ma il cazzo in gola non smettava di premere. Mi sentivo il viso avvampare quando finalmente indietreggiò lasciandomi respirare. Il tutto mentre quello dietro di me non smetteva i suoi affondi.
Poi il cazzo nuovamente ricominciò a scoparmi la gola. La mia testa veniva premuta su e già quel tubo e il culo ora si era aperto accogliendo con godimento quel lungo palo dentro di sé.
Finalmente all’unisono si scaricarono dentro di me. Mai avevo avuto la così netta percezione degli spruzzi di sborra dentro me sia in culo sia in gola dove sembrava che un biberon fosse premuto scaricando abbondanti e numerose sorsate. Mai godetti come in quel momento scaricando anche io a terra una sborrata mai così abbondante e senza nemmeno toccarmi il cazzo.
Quando il mio culo fu liberato sentii come un rumore di tappo e percepii grumi di sborra colarmi fuori mentre l’aria entrava dentro. Il cazzo in bocca cominciava lentamente ad ammorbidirsi restando sempre di grosse dimensioni; cominciò ad indietreggiare lasciando la cappella e alcuni cm in bocca.
“Puliscimelo bene lurida troia e tu Vladi riempigli il culo di piscio”.
Mi prese con una mano per il collo mentre il cazzo entrava un po’ dentro di me, cominciai a sentire il flusso di piscio caldo e, mentre la mia lingua ripuliva la cappella, mi venne alzata la benda. Rimasi sbalordito e spaventato mentre il figlio della mia padrona di casa mi fissava con un ghigno sadico e mi stringeva il collo fino a soffocarmi. Mi stringeva sempre più forte mentre venivo riempito in culo da una pisciata senza fine.
Cominciava ad annebbiarsi la vista e mi sentivo svenire ma finalmente quando il cazzo uscì dal mio culo venni liberato e buttato a terra con un sonoro ceffone. Annaspai in cerca di aria mentre il piscio usciva dal mio culo come un idrante.
“Hai visto che alla fine il cazzo me lo hai pompato lurida cagna? Mmmmhh pensare che ero incazzato a tornare in questa città e invece mi sa che mi divertirò un sacco. Ora pulisci con la lingua tutto quello schifo per terra di piscio e sborra e poi ti porteranno al prossimo step della selezione. Ah, ah proposito Ivan direi che possiamo cambiare la risposta mettendo un sì per il pissing per il n. 38?”. E terminò la frase pisciandomi nuovamente su di me e mirando su tutto il mio corpo raggomitolato a terra.
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