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Le Mie Donne: Ilaria - 2


di Giangi57
18.08.2022    |    472    |    0 8.0
"Cielo come doveva piacerle la mia verga, lo disse senza reticenza: - Oh il tuo cazzo..."
Le Mie Donne: Ilaria - 2

Rimasti soli Ilaria venne contro di me, l'abbracciai che tremava ma quando posai la bocca sulla sua la dischiuse lasciandosi baciare poi nascose il viso sulla mia spalla, la sentii fremere al contatto del pene che strusciavo muovendo il ventre, dopo un po anche lei ondeggiò il bacino per sentire la mia eccitazione, parlò al mio orecchio:
- Anche a me bagnerai il buchino… prima? - chiese con voce esitante.
Feci scendere le mani sul culetto che mi stava offrendo. Cielo com'era piccolo! Ma era talmente sodo che non riuscii a infilare le mani nei i glutei, allora scesi alle cosce, subito le divaricò permettendo alle mie dita di toccare il suo sesso. Aveva i peletti umidi e quando immersi il dito nella vagina, lo ritirai bagnato.
- Vedrai che non sarà necessario. - risposi.
Mi guardo coi suoi occhi azzurri bellissimi, poi sciogliendosi si volse, salì sul letto e divaricando le ginocchia si mise nella medesima posizione che aveva visto assumere all'amica. Sorrisi a tanto candore.
- No, girati! - ordinai.
Si voltò sulla schiena col sedere sul bordo del letto, le gambe allungate che toccavano terra coi piedi. Mi interrogò con gli occhi, vergognandosi per la scomoda posizione che faceva apparire il suo sesso come un lungo taglio dal quale si innalzavano le labbrette diafane e l'adorabile arco che segnava l'inizio della clitoride. Non fosse per l'offerta che mi aveva fatto non avrei esitato a prenderla come avevo fatto prima affascinato com'ero dalla sua fichetta, anche perché... temevo di lasciare la giovinetta inappagata tanto il mio pene era stato sollecitato dalla bruna.
Mi chinai e prendendole alla piega delle ginocchia sollevai alte le sue gambe, le allargai spingendole ai lati del suo corpo, Lei capì e le agganciò dietro la mia schiena. Era con apprensione che ora mi stava guardando spezzata in due con le sue grazie esposte come se non vedesse con quanta bramosia guardavo fra le coscette il monticello che conteneva il suo sesso, la ferita che lo divideva, le piccole labbra ora socchiuse, l'apertura invitante della sua vagina luccicante di umori e al di sotto, le chiappette aperte che nulla nascondevano dell'ano rosa.
Vide come brandivo il membro mentre mi appressavo, chiuse gli occhi fremendo al contatto del glande sulla sua crestolina, ebbe uno scatto poi si rilassò lasciando che lo strofinassi sul duro rilievo passandolo con movimenti circolari su tutta la clitoride come avevo visto lei muovere le dita nel masturbarsi poi premetti l'asta aprendo ancora di più il suo sesso, lo feci scivolare finché la cappella trovò l’apertura socchiusa della vagina.
Si lamentò flebilmente appena sentì che l'introducevo spingendolo fino ad incontrare gli umori di cui era impregnata, Chiuse gli occhi, quando lo ritirai, fece un sospiro profondo ma appena lo sentì nella depressione dell'ano serrò d'istinto lo sfintere; riaprì gli occhi capendo che non la penetravo ancora ma spalmavo col glande i suoi succhi sul buchino ancora stretto, ripetei l'operazione ma spinsi il pene fino in fondo alla bella fica per gustare per intero la carezza della vagina. Sospirò, questa volta l'ano era rilassato quando vi passai la cappella.
Facendo scendere le dita fra le morbide natiche trovai l'ingresso del culetto ricoperto del liquido scivoloso del suo desiderio, fremette quando vi presentai il pene.
- Aspetta! - disse, mi guardò lungamente e sorrise.
- Adesso... - la vidi trattenere il fiato.
Spinsi dolcemente, l'ano della bella si aprì sposando la forma del glande che lentamente avanzava. Ilaria spalanco gli occhi con espressione smarrita, forse non pensava che l'avrei allargata così tanto non sapendo ancora che una volta entrata la cappella, il resto sarebbe scivolato agevolmente.
- Mhhh... - fece stringendo istintivamente l'ano sotto il colletto.
Avrei potuto facilmente forzarla invece aspettai.
- Ormai sono dentro amore... rilassati. - dissi per rassicurarla.
Lentamente allentò la sua stretta, aspettai ancora poi ripresi a spingere. Ebbi la gioia di vedere il pene scomparire lentamente nel tenero culetto e quando i miei peli sfiorarono la sua fichetta sollevai lo sguardo al viso della ragazza. Vidi la sua espressione di stupore per l'avvenuta penetrazione che aveva pensato difficile e forse dolorosa.
- Ohhh... - disse sorpresa. Mi ritirai lentamente e entrai ancora adagio.
- Amore, culetto mio bello... - esclamai incantato dal calore nel quale mi immergevo.
- Oh ti sento... ti sento... - ora sorrideva, continuai a scorrere lentamente...
- Ti piace? - chiesi.
- Non lo so... é la prima volta... -
Mi muovevo piano per non spaventare la ragazza con la mia irruenza ma sopratutto... perché già stavo godendo! Ilaria mi guardava fiduciosa e grata pensando che il lento mio immergermi nelle sue chiappette fosse dovuto alla preoccupazione che avevo di provocarle dolore, invece...
L'ano della fanciulla era talmente stretto che l'entrare in esso era per il mio pene un supplizio dolcissimo al quale contribuiva la carezza morbida delle natiche che benché aperte sfregavano ugualmente contro l'asta di carne divenuta sensibilissima. Riuscivo tuttavia a trattenermi, non sapevo per quanto tempo ma con mia sorpresa affondavo, mi ritiravo, affondavo ancora, sospirando per il piacere che provavo.
Fui felice di udire i primi suoi sospiri, segno che anche lei gradiva essere presa in quel modo, provai a immergermi appena più rapidamente...
- Ahahh... ahahh... ahahh... - faceva la giovinetta.
Rallentai subito per non perdere il controllo dei miei sensi. Ilaria cominciava a provare piacere lo si vedeva dal lento muoversi del suo bacino, del suo protendersi per offrire il culetto al membro che entrando le strappava un 'Mhhhhh...' e uscendo un lungo sospiro, poi mi guardava aspettando di riceverlo ancora.
- Non mi fa male sai? - disse.
Presi le sue parole come un incoraggiamento a penetrarla più forte. L'accontentai e scattando sulle reni picchiai le cosce contro i tondi suoi globi. La fanciulla scossa dai miei colpi aprì la bocca.
- Ah... ah... ah... - gridò ricevendo i brutali affondi con occhi sbarrati.
Già stava godendo ma non come godevo io! Avevo raggiunto il punto in cui bastavano poche sollecitazioni per scatenare l'orgasmo e appena ripresi a scorrere quasi lo raggiunsi. Con un guizzo uscii dalle tenere natiche provocando la protesta della fanciulla:
- Oh perché lo hai tolto? - chiese.
Appena in tempo! Guardai allucinato l'ano che avevo lasciato, come poteva un cosino così piccolo contenere un cazzo come il mio? Mi chiesi. L'eccitazione della fanciulla era visibile dalla goccia che lentamente usciva dall’apertura socchiusa della vagina e superando la pelvi si fermava sul piccolo pertugio. Volli essere sincero.
- Cara, é talmente bello essere nel tuo culetto che quasi venivo! - dissi scusandomi.
Un sorriso gioioso illuminò il bel viso.
- Allora questa volta godrai dentro di me? Oh si... lo voglio... lo voglio!Dai rimettilo dentro! - poi arrossendo:
- E' che mi piace tanto... tanto! - spiegò.
Non avevo più scuse, alla ragazza piaceva essere inculata ma... non ero ancora pronto! Per calmarmi percorsi con entrambe le mani le belle coscette divaricate fino ad incontrare la gnocchetta della sua fica per seguire con le dita il rilievo delle labbrette fino all'arco che segnava l'inizio della clitoride adorabile. Ilaria emise un lungo sospiro sollevando il bacino, allora premendo le dita ai lati delle labbra grassottelle le aprii come si apre un frutto e chinandomi immersi la bocca nella sua polpa odorosa.
- Mhhh... come sei caro! - sospirò.
La leccai delicatamente quasi con amore tanto mi piaceva la fichina di Lara, avevo preso fra le mani il suo sedere sollevandolo per dardeggiare la lingua nella fessurina trovando il sapore del desiderio che provava il corpicino riverso. La fanciulla ora si contorceva voluttuosamente emettendo dei lamenti dolcissimi.
Mi dedicai al piacere della giovinetta per dare al mio pene il tempo di riprendersi, per questo fu un cunni lingus lungo e quando mi fui calmato continuai a lambirla incantato dalla voce della bella che si manteneva ancora aperta.
E quando la mia lingua risali le carni frementi della soave fichetta, ne separai le ali delle sottili labbra, ne saggiai la consistenza seguendone con la punta il contorno fino alla loro giunzione, picchiettai il dolce arco che annunciava l'inizio della clitoride, salutato da gemiti non più trattenuti.
- Ahhh... amore... amore... ohhh... mhhh... é bello ma... non voglio venirti ancora in bocca... ah basta... basta... -
Ma quando presi fra le labbra la dura crestolina la biondina si inarcò e con un grido disperato respinse la mia testa. Cielo come può essere bello baciare una fica in calore, la mia saliva colava nella sua dolce valle, le carni rosee si erano incupite, le labbrette pallide pulsavano di eccitazione, il viso di Ilaria era congestionato, l'espressione di dolce sofferenza diceva che era stata sul punto di venire davvero.
- Cara... sapessi come é bella! Non mi sazierei mai di baciarla...
- No, non farlo piu... Non vuoi piu mettermelo nel culetto? Guardalo, aspetta il tuo cazzo! Oh dammelo... é li che lo voglio! Oh dammelo... -
Era vero, fra le belle chiappette l'ano era ancora leggermente socchiuso come un invito, la conturbante rosellina luccicava degli umori che il suo piacere aveva fatto colare... Mi avvicinai incuneando il piccolo deretano fra le cosce che avevo divaricato, lo mosse appena sentì il glande cercare la punta con il suo buchino e appena la ebbe trovata si fermò.
Mi guardava con un sorriso timido, ansioso e appena le mie mani afferrarono l'alto delle sue cosce, chiuse gli occhi. Non spinsi ma attirai il culetto sul mio cazzo, si infilai l'ano della bella sul membro che si aprì la strada nei suoi glutei scomparendo nel culetto consenziente. Gemendo spalancò gli occhioni, li richiuse subito ma mosse il bacino per meglio sentire il turgore che la riempiva.
Mi schiacciai contro la piccola groppa per darglielo tutto il mio cazzo. Oh era calda dentro Ilaria ma ormai mi sentivo in grado di dominare il mio piacere e anche il suo! Arretrai con le reni e glielo diedi ancora e ancora poi mi protesi sopra di lei e continuai strappando alla fanciulla dei gemiti ad ogni entrare nelle sue interiora.
- Ah... ahahhh... ahahhh... oh si... si... -
- Amore... dimmi, ti piace prenderlo nel culo il mio cazzo? . chiesi perfidamente.
- Si... ah mi piace... mi fa godere... tanto! Mhhh... -
Sotto il mio, il viso bellissimo aveva preso l'espressione che tutte le donne hanno nel piacere, le labbra socchiuse facevano una smorfia ad ogni affondo che portavo con un pene in cui il godimento aveva ripreso a salire e che cercavo in fondo al delizioso culetto. Scivolavo agevolmente, l'ano rilassato mi faceva assaporare la carezza del tenero buchino per tutta la lunghezza dell'asta. Scrutavo il visino accaldato leggendovi il piacere che provava al mio scorrere, sentendo il mio alito aprì gli occhi, vedendomi così vicino allungò la lingua lambendo le mie labbra, la catturai e baciandola ricevetti in bocca i gemiti che la mia penetrazione strappava. E quando le bocche si separarono esclamò:
- Mhhh... é bello riceverti così! Si... ah é bello... bello! A te piace? -
- Si amore... si... -
- Più che entrare nella mia passerina? - ansimò nel porre la domanda.
Il piacere aveva fatto superare alla bella il suo naturale ritegno forse per la speciale intimità che si era creata fra noi, risposi con franchezza:
- E' diverso... quando sono nella tua passerina sono accarezzato da tutta la vagina mentre così... Oh cara... il tuo buchetto trascina la pelle del mio cazzo mentre entra e esce! E come... avere delle dita che me lo menano e... il calore che hai dentro é come il calore di una bocca. -
- Oh... Come quando te l'ho... mhhh... spompinato? -
- Si e... per te? -
- Mhhh... all'inizio non provavo niente... volevo farti contento anche se mi vergognavo perché... pensavo fosse una cosa brutta! Ma poi... oh lo sai che il va e vieni del tuo cazzo fa muovere la mia passerina? Me l'hai talmente eccitata che... quando vi passavi la lingua... Oh stavo per venire sai? Anche adesso amore... ahhh... dammelo piano! Mhhh... fallo durare! -
Non aveva mai parlato tanto Lara! Il piacere che dava al piccolo culo lo scorrere del mio pene la faceva esprimere senza inibizioni. Rallentai l'andatura della monta penetrandola come voleva lei. Ora i lamenti che uscivano dalla bocca che avevo ripreso a baciare erano dolcissimi, la giovinetta stava assaporando come assaporavo io lo scorrere del pene nello stretto suo buchino, il suo restringersi, rilassarsi, stringersi ancora mi fece ansimare, quando la guardai, ricevetti il suo sorriso radioso.
- Ti piace se faccio così? - chiese continuando a contrarre e rilassare lo sfintere.
- Ohhh... mi fa godere tanto. -
Il suo sorriso si smorzò facendo posto ad un'espressione di intenso godimento. Avevo fatto scattare le reni picchiando le cosce contro i tondi suoi emisferi.
- Ah... ah... ah... ah... - fece la bella scuotendo la testa bionda.
- E se io faccio cosi? - chiesi, ora era lei che ansimava.
- Oh amore stavo per venire! Ora sai cosa fare quando vuoi farmi godere... ma non subito ti prego! -
- Anche tu sai cosa fare... - risposi.
Continuammo in un'intesa perfetta, dicendoci parole dolci, anche audaci, sconce anche ma non per noi che sentivamo il godimento salire. Non avevo mai provato tanto lussuria nel culo di una donna, neanche in quello di Nora l'avevo provata, ne in quello di Lucette, di Giada, di... Teresa persino!
Ora Ilaria distendeva le gambe che aveva sollevato trattenendole per le caviglie, le attirava, le distendeva agevolando il mio scorrere nei suoi glutei e quando il piacere si faceva per lei troppo forte diceva:
- Aspetta! -
Mi fermavo piantato nelle sue interiora, i testicoli incuneati nel calore delle sue chiappette poi dopo essersi ripresa:
- Ancora amore... ancora! -
Riprendevo a muovermi. Più volte mi fece fermare e ricominciare, la mia fu una lunga inculata, ero grato a Nora di non aver rotto l'incantesimo del nostro singolare coito imponendoci la sua presenza. La ragazza godeva e anch'io! Capii che Ilaria stava per superare il limite della sua resistenza dai lamenti che si levavano dalla bocca che ora rifiutava la mia per esprimere liberamente il suo piacere:
- Ahahhh... ahahhh... ohhh... così... si cosi... Ahhh amore... sto per venire... e tu? Oh dimmelo... dimmelo! -
Avevo calato il viso sul suo petto lambendo i piccoli seni, i capezzoli che avevo preso a flagellare poi a suggere erano tesi, dolorosi per la giovinetta. Esclamai:
- Si... anche per me manca poco... -
Già aveva messo in moto i muscoli dell'ano, la carezza che faceva al mio pene fu così sconvolgente che rantolai sulla tettina che stavo baciando. Il massaggio che mi faceva mi portò a superare la soglia della mia resistenza e... Venni eiaculando in getti copiosi aiutati dallo stringere e rilassarsi dell'ano della fanciulla.
- Oh ti sento... sento i tuoi schizzi! Si godi amore... godi... godi... -
Avevo sollevato il capo durante l'orgasmo, la biondina guardò il mio piacere con un'espressione di gioia dipinta sul viso, non avevo smesso di muovermi nel culetto della ragazza ormai agli stremi e infatti:
- Caro... ahhh... sto venendo... sto venendo... adesso amore, adesso! -
La sua bocca si aprì in un'espressione di stupore, Poi gridò senza ritegno il suo piacere, le mie reni erano scattate penetrandola rapidamente, le strette del suo orgasmo non rallentarono neanche la corsa del pene tanto lo sperma aveva reso scivoloso l'ano della fanciulla.
- Si... si... ihh... ihh... mhh... godo amore... godo... godo... Ahhh! ! ! -
Fu un godimento lunghissimo quello di Ilaria i cui lamenti ritmavano la corsa del mio cazzo nel culetto fremente, poi appena i suoi lineamenti cominciarono a rilassarsi mi adagiai su di lei baciandola teneramente. Le sue mani lasciarono le caviglie per stringermi su di se, le gambe si distesero facendo arretrare in parte il membro ma quando volli uscire completamente, la stretta che impresse all'ano mi fecero capire che ne gradiva ancora la presenza nel suo culetto
Accarezzai il viso dolcissimo, la ragazza mi guardava con aria quasi materna. Ora che tutto era finito aveva ripreso la sua espressione di timidezza accentuata dal lieve rossore delle guance, contro il mio petto sentivo le tettine bagnate dai miei baci.
- Ora cosa penserai di me? - chiese.
- Che sei una ragazza dolcissima! -
- Oh... non credevo si potesse... farlo così! E' stato bello sai? -
Il pene ormai molle uscì da solo dal piccolo culo trascinando un liquido che bagnò il lenzuolo. Mi alzai, Ilaria indicò esterrefatta la macchia:
- Guarda! cosa dirà Nora? -
- Penserà che abbiamo goduto tanto! - risposi. La voce della bruna si fece udire.
- Non avete ancora finito? Ho preparato il caffè, si sta raffreddando! -
- Arriviamo! La biondina aveva scovato una tovaglietta sotto il cuscino, si asciugò la passerina, poi la passò fra le natiche prima di porgermela. Mi asciugai alla meglio poi mano nella mano andammo in cucina da dove proveniva la voce.
- Finalmente! Cosa avete fatto? - chiese la bruna con un sorriso iroLeo .
- Niente... - era arrossita nel rispondere.
- E... quel niente ti ha soddisfatto? - chiese ancora.
Era rimasta nuda, segno che si aspettava ancora piacere da questa giornata. Ricordai che non l'avevo ancora scopata veramente, ma vi era dell'altro che Nora voleva!
- Tanto... - a quella risposta la bruna cercò di soffocare la risata senza riuscirvi, anche Ilaria rise e anch'io.
- Su, bevete! - guardò l'orologio.
- Sapete che ore sono? Le cinque e mezzo... la mamma arriverà non prima delle sette. Si possono fare tante cose in un'ora e mezzo! -
La biondina sollevò il viso dalla tazzina guardando stupita l'amica:
- Non ne hai avuto abbastanza? - chiese.
- Io? No e se conosco bene Leo ... neanche lui! In quanto a te... sei una troietta affamata di cazzo, non é cosi forse? -
Ilaria arrossi fortemente, la bruna cogliendo lo sguardo che l'amica aveva gettato al mio pene inerte disse:
- Certo deve riprendersi, ma nel frattempo... - lo sguardo della biondina si fece disperato.
- Oh no, ti prego! -
- Invece sì, non rinuncio a fare all'amore con te! In quanto a lui... lo mandiamo a farsi la doccia, vieni Leo ... -
Prese il mio braccio e mi condusse lungo il corridoio, sulla porta del bagno chiesi:
- Cosa vuoi fare?
- Aspetta e vedrai! Ma non farti vedere... -
Sorrise in modo ambiguo e dopo un breve bacio si allontanò sculettando in modo volutamente provocante. Non volevo guardare le due fare all'amore, volevo conservare il ricordo del tepore di quel corpicino che si era dato a me interamente.

Indugiai volutamente sotto l'acqua tiepida e . . anche dopo. Francamente ero sazio di piacere e credo che mi sarei rivestito se non avessi dovuto passare davanti alla camera deve erano le due amiche e in più la porta era rimasta aperta. Fu appunto a causa della porta spalancata che mentre mi asciugavo udii le loro voci.
Furono dapprima dei sospiri, riconobbi la voce di Ilaria che si lamentava debolmente poi quella della bruna. La curiosità mi fece socchiudere la porta del bagno per affacciarmi. Attraverso i due usci aperti intravvidi il corpo scuro di Nora coprire quello dela biondina della quale spuntavano le gambe pallide dalle ginocchia sollevate, la bruna muoveva il capo facendo indovinare i baci che le due si scambiavano ma non era solo il capo che la mia amante muoveva!
Ondulava Nora nel strofinare i seni sulle tettine della sua compagna. Il bel culo si sollevava facendo risaltare l'incavo delle reni e quando si abbassava, strappava all'amica un gemito acuto, anche la bruna si lamentava nel muoversi. Notai allora la cinghia stretta alle reni in movimento e anche la strisciolina che scendeva scomparendo nelle sue natiche, fu proprio quello che mi fece superare il corridoio e affacciarmi nella camera per osservare meglio la scena.
Mi sembrava di essere un guardone di una di quelle illustrazioni che apparivano nelle riviste scollacciate dell'inizio secolo dove un libertino spiava una coppia intenta a fare all'amore. Solo che la coppia era composta da ragazze, ma i movimenti erano gli stessi, le braccia attorno alle cosce della biondina le mantenevano spalancate mentre con ampi movimenti delle reni, la bruna cacciava un fallo artificiale nel sesso sottostante.
Assicuratomi che Ilaria non potesse vedermi mi avvicinai dietro le due... Quello che vidi provocò una subitanea erezione nel mio pene. Quando la mia giovane amante aveva parlato di un goodmiche avevo pensato ad uno di quei vibratori che usano talvolta le ragazze, ma quello che scivolava nella fica della biondina era un grosso cazzo realisticamente simile a un membro maschile con tanto di testicoli che coprivano la vulva della bruna!
Era proprio quello che le cinghie trattenevano aderente al suo corpo un membro di gomma! L'effetto che produceva in Ilaria era evidente dai lamenti che erano inequivocabilmente di piacere a giudicare dalle
goccioline che scendevano dalla fichetta dilatata, scivolando fra le pallide sue chiappette andando poi a fermarsi nei peletti che bordavano il minuscolo ano.
Anche la bruna si lamentava strusciandosi voluttuosamente sul corpo riverso senza smettere il movimento delle reni. Il vedere gli scatti di quel sedere, come premeva le natiche una contro l'altra nello schiacciare il ventre contro il ventre della compagna per dargli quello che ora era il ‘suo cazzo', come nell'uscire dalla fica che stava soddisfacendo si aprivano i bei globi mostrando fin nei minimi dettagli il solco profondo, mi mise una voglia tale che non fosse per la strisciolina di cuoio che nascondeva l'ano, non avrei esitato a metterglielo lì mio cazzo che ormai era teso e pulsante.
Per fortuna il loro singolare coito era quasi al termine, i lamenti della biondina si trasformarono presto in grida all'avvicinarsi del suo godimento; all'improvviso le gambe pallide si distesero, si sollevarono oscillando avanti e indietro per agevolare lo scorrere del membro nel suo grembo mentre fra di esse la bruna si accaniva con rapidi scatti delle reni.
- Ah si... si... dai... dai... ahhh... cosi... mhhh sto... venendo! Ahhh... adesso... adessooo! ! ! -
Mi allontanai silenziosamente per non farmi scoprire, dopo alcuni minuti Nora mi chiamò e io entrai in camera. Ilaria col viso ancora congestionato armeggiava sulle reni dell'amica tentando di slacciare la cinghia scura dello Strapo. Scostai con dolcezza le sue mani e aprii la fibbia. La cinghia cadde trascinando la striscia che si perdeva nelle natiche brune, la biondina con gesto brusco nascose l'osceno aggeggio gettandolo sotto il letto poi si allontanò silenziosamente.
La bruna si girò e gettando le braccia all'indietro si stirò voluttuosamente sapendo l'effetto che produceva in me la vista dei seni bruni che la sua posizione faceva risaltare. Anche lei era fortemente eccitata, lo si vedeva dai capezzoli eretti e provocanti ma soprattutto per la macchia dei peli incollati al pube che rendevano il conturbante monticello straordinariamente seducente.
Le gambe divaricate mostravano fra le sue cosce la fica socchiusa e la deliziosa curva delle natiche fra le quali spuntavano dei peli nerissimi. Tutto il suo corpo emanava lussuria e quando mi invitò tendendomi le braccia salii sul letto distendendomi sopra di lei.
Nora non rispose subito, premendo sul mio capo per essere baciata. Fu un bacio sconvolgente, appena sentì la mia lingua, l'attirò suggendola con lente rotazioni del viso mentre accarezzava la mia come soleva accarezzare il mio pene poi come affamata esplorò la mia bocca... I movimenti del suo corpo cercavano il contatto della mia pelle sulla sua e quando sentì nel taglio della vulva il turgore dell'asta che strofinavo muovendo il bacino, sospirò:
- Oh il tuo cazzo... Sai perché l'ho fatto? Perché... mi piace farla godere. Non voleva! Ma é una troietta anche se tutti la credono una santarellina, vuole il cazzo, soltanto il cazzo... l'ho sentita godere come una cagna mentre l'inculavi, si, vi ho visti! Godo anch'io quando la scopo, ad ogni entrata del cazzo di gomma nel suo pancino, la pressione che fa alla mia fica mi mette un calore... ho il grilletto in fiamme, lo senti? -
La sua mano si insinuò fra i nostri ventri mi sollevai, prese il mio pene e mi fece sentire sotto di esso la durezza della sua clitoride. Un fremito percorse il suo corpo ad ogni passaggio del mio glande.
- Mhhh... - mi offrì ancora le labbra. La baciai sentendo che continuava a strofinarmi sulla dura crestolina, sospirò nella mia bocca, gemette piano poi non resistendo, inclinò il membro puntandolo nel suo sesso.
- Fottimi forte amore... mhhh non ce la faccio... manca poco! Oh dammelo! -
Fu lei stessa a spingere il pene, poi le mani si spostarono sulle mie natiche attirandomi tutto dentro ad un ventre caldo come l'inferno.
- Ahhh... così! Ah dai... muoviti... mhhh... fottimi... fottimi... ahhh... Non preoccuparti per te... fammi godere... ah si... si... Dammelo il tuo cazzo... ahhh... poi lo darai a Ilaria... lo vuole in bocca! Te l'ho detto che... é una troietta! Ah dai... dai... -
Andavo avanti e indietro in una vagina talmente scivolosa che il membro non faceva quasi attrito tanto gli umori di cui era impregnata lubrificavano il suo scorrere. Mi ero sollevato sulle braccia per guardare il viso della bruna deformato dal piacere, le mammelle che tremavano muovendosi ad ogni scatto delle mie reni.
Nora ora gemeva contorcendosi voluttuosamente sollevando e abbassando il bacino, il rumore bagnato del membro nella sua fica saliva
eccitandomi oltre ogni dire: 'schlaf, schlaf, schlaf' udivamo mentre il profumo del sesso che stavo soddisfacendo saliva alle nostre narici.
La ragazza con un grido sollevò alto il bacino, passai le mani sotto il suo sedere e avvicinandomi ancora di più sulle ginocchia la scopai in quella posizione freneticamente, selvaggiamente...
- Ahhh... si... si... cosi... ah sto venendo... sto venendo... ahhh... adesso... adesso... ahhh... ahhh... ahhhhh! ! ! -
Con un lungo grido la bruna sollevò ancora di più il bacino, ondulò poi con un sospiro si rilassò, deposi dolcemente il sedere che tenevo nelle mani e mi adagiai sul suo corpo. Mi strinse fortemente sopra di se, l'affanno che faceva premere i seni contro il mio petto diminuì come pure gli spasimi della vagina attorno al mio pene. Quando cessarono uscii lentamente dal suo grembo e mi sollevai seduto sui calcagni.
Nora mi sorrise guardandomi con dolcezza infinita poi spostò lo sguardo accanto al letto... Ilaria era lì, in piedi, ancora nuda! Non l'avevo udita entrare, non so da quanto tempo era rimasta a guardare ma sicuramente dall'inizio del coito perché prima di uscire dalla stanza la bruna le disse:
- Hai sentito cara? Ora é tutto tuo! -
Segui un lungo momento di imbarazzante silenzio, la biondina rossa in viso osservò:
- Bell'amica! Ha un'opinione di me... - la interruppi.
- Io non lo penso! Sei una ragazza deliziosa... - fu lei che mi interruppe:
-... si ma sono anche ma una gran troia! -
- No... -
- Invece si! Ha ragione Nora quando dice che sono affamata di cazzo... sapessi quante volte ci siamo scopate con il goodmiche! Si, a turno ma... farlo con te é stato straordinario! Quando te l'ho preso in bocca... sei stato il primo sai? Ho imparato con quello di gomma... quando lo bagnavo prima di... oh lo sai! -
Parlava senza osare guardarmi, solo di tanto in tanto si interrompeva per gettarmi un'occhiata. Quando ebbe finito si chinò a prendere un cuscino che pose contro la spalliera del letto, poi un altro, quindi con un sorriso timido me li indicò.
Mi sedetti appoggiandovi la schiena, Ilaria sali sul letto fra le gambe che avevo disteso, posò una mano sull'alto di una mia coscia, con l'altra sollevò il pene adagiato sul mio ventre.
- Non sei obbligata! - osservai. Ma già aveva chinato il viso fra le mie cosce.
- Lo voglio... - rispose contro i miei testicoli.
Con la mano libera sollevo una delle mie ginocchia, poi l'altra, per lambire il gonfiore che trovò sotto i testicoli seguendolo fin nelle mie natiche.
- No Ilaria... no! - esclamai cercando di allontanare il suo capo.
Lo sollevò per guardarmi. Sorrise alla mia 'pruderie' poi chinando la testa bionda cominciò a lambire l'inizio della verga risalendola con piccoli guizzi della calda linguetta. Mi vergognavo per il membro che vedevo bagnato degli umori colti nella vagina di Nora ma accorgendomi che era proprio il sapore del piacere della bruna che Ilaria cercava mi abbandonai guardando allucinato i movimenti che faceva il viso delicato nel far danzare la rosea appendice sul pene che la sua mano premeva contro il nasino.
Non la credevo capace di tanto! La boccuccia risaliva lentamente l'oscena verga leccandola velocemente, sforzandosi di farne il giro mantenendola sollevata con la mano e quando ebbe quasi raggiunto il glande, inclinando il capo sposò con le labbra la forma del gonfiore del condotto picchiettandolo con la punta della lingua.
Sospirai; sentendomi titillare sul punto più sensibile dell'intero mio pene ebbi una contrazione di piacere. Ilaria si mosse in avanti e sollevando il viso vide la goccia che era spuntata dal meato vi allungò la lingua, subito si formò un'altra goccia, lambì anche quella poi mi guardò e sorrise.
- Uhhh... - Disse sorpresa per il sapore lievemente salato che sentiva in bocca, la sollevò. Cielo come doveva piacerle la mia verga, lo disse senza reticenza:
- Oh il tuo cazzo... mi piace... oh mi piace, mi piace...-
Vide un'altra goccia ambrata spuntare, vi passò la lingua poi leccò tutto il glande, poi la verga fin giù, lambì l'interno delle mie cosce, i testicoli, incurante dei peli che solleticavano le sue labbra poi calò nuovamente la bocca sforzandosi di prenderlo tutto il mio cazzo, percependo l'urto del glande contro il fondo della sua gola lo liberò per dire:
- Ti piace amore? -
- Oh si... si... -
- Anche a me piace sai? -
Ora era la sua saliva a ricoprire l'intero membro, protendendo il busto passò il glande sui capezzolini facendoli flettere... Non sorrideva più Ilaria mentre il viso sopra il pene guardava la cappella gonfia, lentamente vi posò le labbra, le aprì facendole scendere, introducendosi in bocca il cazzo pulsante.
Di tutte le azioni che le donne hanno compiuto nei miei confronti, quella che mi ha sempre dato un piacere particolare é la fellatio. Non ho mai considerato una poco di buono la donna che accetta in bocca il mio pene, é uno degli atti più intimi e più deliziosi che quelle creature adorabili possano fare. Alcune lo compiono per prepararlo al coito facendolo indurire, altre sono felici della soddisfazione che procura al partner lo scorrere della loro bocca. Tanto più il pene é grosso e consistente, tanto più grande é la loro gioia.
Ilaria apparteneva a quest'ultima categoria! Se era una troia allora tutte le donne lo sono, ma non é così, sopratutto per quanto riguardava la biondina. Benché sazia voleva ricambiare il piacere che aveva da me ricevuto e si prodigava per darmelo!
Ero incantato dalla sua dolcezza, pur essendo al suo primo vero pompino, si prodigava con gli occhi fissi a spiare l'espressione del mio viso. La sua bocca era piccola per un membro come il mio ma si sforzava di prenderlo tutto. Ben presto imparò a tenere morbide le labbra che calava sulla verga, stringendole nel risalirla, imparò a serrarle sotto il glande trattenendolo in bocca per far danzare la lingua sulla cappella, seppe riconoscere il punto sensibile, lo picchiettò ripetutamente...
- Ahhh cara... cara... -
Un lampo illuminò gli occhi celesti alla mia esclamazione, riprese il suo scorrere, provò a succhiarlo... Mi vide inarcare, da allora mi succhiò ad ogni risalire della sua bocca, si accorse del piacere che provavo quando anche la sua mano accompagnava i movimenti delle labbra e non lasciò più di farne scorrere la pelle.
Ero affascinato! La biondina non si vergognava affatto per quello che stava facendomi e quando sollevai il bacino per meglio offrirmi, aumentò il ritmo del suo scorrere, le sue guance si incavavano al suo succhiare, si distendevano al calare della bocca, calda, soave.
Era felice di vedere il mio piacere aumentare, di udire i miei sospiri farsi affannosi. Io ero incantato dalla vista delle belle labbra che facevano scomparire il membro nella sua bocca, delle guance che si incavavano nel suggerlo, poi ai primi miei rantoli la ragazza agitò velocemente la mano facendo scorrere la pelle con strattoni violenti.
Ora la bocca si muoveva appena oltre la cappella, ma mi succhiava, mi succhiava stupendomi per l'ingordigia che la biondina dimostrava come se il suo godimento non fosse avvenuto. Il suo stava diventando un pompino selvaggio che non doveva solo eccitare ma consentirmi di scaricare nella sua bocca la mia voglia.
Malgrado questo, durò ancora a lungo. Mi suggeva senza interruzione con degli 'Mhhpff... mhhpff... mhhpff...' che si mescolavano alle mie esclamazioni di piacere, la sua mano andava veloce menando il membro furiosamente inseguendo la bocca la cui voracità mi fece superare gli ultimi gradini del piacere.
Le grida del mio orgasmo non fermarono l'ingordigia della fanciulla, dalle sue labbra oltre la saliva che emetteva nell’ingoiarmi usciva il bianco dello sperma che filtrando le lubrificava rendendo completo il mio godimento.
Aveva allontanato la mano ma lo teneva ancora in bocca il mio cazzo scorrendo ora lentamente ma continuando a succhiarlo e quando lo lascio prese a lambire l'inizio del condotto sotto la cappella inseguendolo con colpetti di lingua che lo fecero ancora sussultare.
Cara, oh basta... basta... E' stato bellissimo! -
La ragazza libero la verga e mi guardò stupita con la bocca aperta ancora piena di sperma che lasciava colare in rivoli filanti dalle labbra atteggiate in una smorfia di sorpresa per il liquido spesso dal sapore particolare. Poi si riprese e mi sorrise.
Ma il suo sorriso timido si smorzò appena sentì la voce ironica di Nora.
- Dovevi ingoiarlo, io lo faccio sempre! - disse. La biondina trangugiò subito.
L'ho fatto ma... era tanto! -
Lasciò che l'amica le asciugasse il mento col bordo del lenzuolo e anche fra le tettine dove alcune gocce erano cadute. Si era rivestita Nora, con parole brusche ci mise fretta:
- E' tardi sapete? Cosa penserà la mamma se vi trova nudi? -
Corremmo a rivestirci frettolosamente, la giovane padrona di casa ci aspettò sull'uscio aperto, aveva già chiamato l'ascensore, ci spinse dentro e poco dopo ci trovammo in strada. Appena in tempo! Vedemmo da lontano la signora Martini , girammo l'angolo e poco dopo ci salutammo.

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