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Prime Esperienze

Le mie calde allieve - Capitolo 7


di Giangi57
20.01.2020    |    4.826    |    1 9.9
"Con l'altra mano prese a toccarle i peli frugando nelle carni intime..."
Le mie calde allieve - Capitolo 7

Mettere insieme Mariella e Samira era diventata la mia idea fissa. Come un alligatore aspettavo che se ne presentasse l'occasione. Inoltre, avevo l'impressione che le due fossero complici perché le vedevo spesso parlare a bassa voce e ridere molto. Si facevano forse delle confidenze su di me? Decisi di muovere qualche pedina, e cominciai a fare domande a Mariella sapendo che da lei avrei potuto sapere parecchie cose. Non era certo un tipo molto riservato e, per l'educazione ricevuta, sapeva esprimersi come un'adulta.
Approfittai di un momento di calma. Se ne stava sul limite del campo da gioco dove un gruppo di miei allievi giocavano a calcio. I voti era già stati decisi e in genere accordavo ai ragazzi le poche settimane di fine anno scolastico per rilassarsi, cosicché facevamo no un po' di pallavolo in palestra, giocavano tranquillamente a calcio in cortile. Mariella, dunque, stava aspettando che suonasse la campana per rientrare in classe e guardava distrattamente i ragazzi. Vide che mi stavo avvicinando a lei con un sorriso. Sapeva che ora le sarebbe toccato un bacio per guancia.
Fatto questo, andai dritto al dunque.
« Vorrei dirti un segreto, posso fidarmi di te?».
Fece un cenno di assenso continuando a sorridere. Aveva un'espressione maliziosa. La apprezzavo molto per questo; tra noi si era creata una sorta di complicità. Lei sapeva essere una partner molto
particolare. Per farla breve: era proprio l'intelligenza che caratterizzava il suo comportamento.
« Parla pure», mi disse per porre fine alla mia esitazione.
« Sei al corrente di... Samira?».
Negli occhi belli e grandi punteggiati di pagliuzze d'oro comparve un lampo birichino.
«Continua....
«Be'... tra lei e me è successo quello che è successo con te!»,
«Bella roba, razza di maiale!».
« Sei gelosa?».
«Gelosa e arrabbiata! ».
Mi resi conto che mi stava prendendo in giro.
«E scommetto che è successo nella stanza degli insegnanti di ginnastica!».
«Dunque lo sai! Samira te ne ha parlato!».
« Ehi, calma! Sei tu che dovevi dirmi un segreto, non io! Allora, queste domande... tutto qui il tuo
segreto?»,
«Quella sgualdrinella ti ha raccontato tutto... ma spero sia rimasto tra voi!».
«Non preoccuparti, vecchio mio! Non uscirà dalle mura della scuola, il tuo segreto!.
«Non è roba da prendere alla leggera! Potrebbe essere serio anche per te!».
« Serio, un cazzo! Il signorino è un bel "lercione" e questa la chiama serietà!»,
«La parola "lercione" è piuttosto forbita, si vede che sei figlia di professori!».
«Be', e allora, perché hai voluto mettermi al corrente? Hai dei rimorsi?».
« No, volevo solo invitarti!! »
«Be', ce ne hai messo di tempo!».
Rimasi interdetto.
«Se avessi saputo che tu avresti reagito così, ti avrei invitata fin dall'inizio!».
« Ma Samira è d'accordo?».
«No, non ne sa niente...».
«Fa' attenzione, non è detto che lei apprezzi la cosa!».
« Ascoltami, ho un piano».
«D'accordo, ma spicciati, perché la campana è già suonata!».
«Ecco qui: Samira, il pomeriggio, finito il dopo scuola, non ha molto tempo: solo un quarto d'ora, al massimo venti minuti...».
« Figurati se io non lo so!»,
«Il venerdì sera va bene perché Silvia e Barbara sono più stanche degli altri giorni, e Samira ha un po' più di tempo. Inoltre la palestra resta vuota per una buona mezz'ora!».
Mariella mi lasciava parlare, guardandomi con aria di chi la sa lunga, assaporando ogni frase e divertendosi per il mio nervosismo.
« lo vorrei... vorrei che... tu arrivassi prima di lei, ti nascondessi da qualche parte, a esempio dietro l'anta dell'armadietto in cui teniamo i palloni. Trascinerei Samira verso il fondo della stanza e comincerei a spogliarla e a riscaldarla un po'. Tu potresti saltar fuori di lì a poco e unirti a noi. Non ti piacerebbe?».
Mariella sollevò il capo senza dire né si né no.
«Credi che Samira sarebbe d'accordo?».
« Si, Samira è molto docile. Se io la convinco con le parole giuste farà quello che voglio, ma a te piacerebbe che lei ci stesse?»,
«Direi proprio di si!».
Vedevo i ragazzi avvicinarsi...
« Bene, venerdì fai in modo di venire non appena è suonata la campana»,
Lei mi strizzò l'occhio e si allontanò lentamente.
Battei le mani.
«Su, ragazzi, in spogliatoio! Ciro, riporta il pallone! Oliviero, metti via le magliette, sbrigati!».
Il venerdì seguente vidi i miei colleghi andarsene e provai un senso di giubilo che riuscii a stento a celare. Mariella li incontrò sul corridoio. Silvia le fece una domanda e lei rispose che doveva venire a parlare con me. Una bella faccia tosta, la piccola! La accolsi a braccia aperte. Chiusa la porta, me la strinsi al petto e feci un lingua in bocca che mi procurò subito una sana erezione.
«Su, nasconditi li e aspetta. Arriverà tra poco!».
Lei scomparve dietro l'anta verde. Negli attimi di silenzio che seguirono la sentii respirare nervosamente.
«Zitta, non far casino! Se ti sente subito mandiamo tutto all'aria!».
Mi sistemai sul materassino. La porta si apri.
«Gianni!».
«Vieni, piccola Samira mia!».
Lei richiuse la porta a chiave.
Portava una tuta di jeans e sotto una camicia bianca di cotone.
« Hmmmm, come sei eccitante vestita così! Avvicinati, su, piccolina!».
Venne a mettersi sulle mie ginocchia e io me la strinsi forte al corpo. Dopo averle dato un gran bacio cominciai a spogliarla. Le mordicchiai la pelle bianca e morbida. Com'era tondetta e appetitosa!
« Samiretta, voglio vederti tutta nuda!».
Si alzò e si tolse i pantaloni, le mutandine di pizzo rosa si erano infilate tra le grandi labbra e dietro erano entrate profondamente nel solco tra i glutei. Che bell'orgetta sarebbe stata! Volevo che anche Mariella la vedesse.
« Tienti addosso le mutandine e avvicinati!».
Le allargai le cosce e infilai una mano sotto gli slips. Il suo sesso caldo era già rorido di umori. Mariella sarebbe stata ricompensata per aver accettato di far parte del gruppetto!
Strinsi a me Samira. Lei ansimava rumorosamente, stupita che non mi gettassi su di lei, come facevo sempre, e che continuassi a tenerla amorevolmente sulle ginocchia.
« Samirette, tesoro mio! Abbiamo una visita stasera!»,
Mi fissò con aria interrogativa. Mentre parlavo non avevo smesso di palpeggiarla e di baciarla.
« Non aver paura! E un'amica e ti vuole molto bene!».
Sentii l'anta dell'armadio cigolare leggermente. Samira si girò di scatto.
« Mariella!», bisbigliò.
Me la strinsi al petto ancor di più. Mariella fece qualche passo verso di noi e guardò l'amica ridendo sommessamente.
« Mariella vuole solo guardarti, tesoro! .
Infilai di nuovo la mano sotto le mutandine e le dischiusi la fenditura con dita impazienti.
Mariella si avvicinò ancora di più. Samira la fissava con un'espressione un po' intimorita mentre io le sollevavo il mento per baciarla. Lei si lasciava fare ma senza troppa convinzione. Percepivo la sua reticenza.
«Bambina mia! Non ti piaccio più?».
La piccola mi mise le braccia attorno al collo e nascose il volto contro la mia spalla.
« Mi vergogno!», mormorò. La strinsi con forza a me.
«Non devi, tesoro mio, non devi! Mariella voleva guardarti perché ti trova molto bella e le piaci molto. Non vuoi che lo faccia?».
Mentre parlavo la accarezzavo dalle ginocchia su fino alle mammelle. Fremeva tutta e il suo alito caldo mi arrivava alle narici. Feci cenno a Mariella di seguire il mio esempio. Lei le posò le dita sulla pelle e prese a sfiorarle il corpo con dita lievi. Samira non reagi. Attaccata alle mie labbra mi stringeva con forza. Attesi per qualche secondo. Le carezze di Mariella si fecero più mirate. Questa volta ero sicuro che l'altra era consenziente.
Cominciammo ad accarezzarla a quattro mani.
Lei si lasciava fare, il viso premuto sulla mia spalla. Mariella, eccitatissima, era seria ma i suoi occhi conservavano quella luce complice che tanto mi eccitava.
« Hai voglia di lei?», Fece cenno di sì, guardandomi.
Con circospezione scostai da me Samira che sembrava dormire, la girai verso l'amica, sentendola ruotare sulle mie cosce. Lei si servì del mio petto come di uno schienale e arrovesciò la testa in modo da consentirmi di baciarla sulla bocca. Mariella, che continuava a carezzarle le cosce e il ventre, si ritrovò con le tette contro le sue ginocchia, Feci scivolare le labbra verso l'orecchio della mia bella allieva.
«Samiretta, allarga le gambe! Ti prego, mostra a Mariella quanto sei bella!».
Unendo alla parola il gesto cacciai le mani tra le sue ginocchia serrate e lei, a poco a poco, cedette alle nostre pressioni. Vidi Mariella chinarsi mentre Samira spalancava le cosce. Io scostai il bacino per consentire alla nostra viziosa visitatrice di avvicinarsi.
Mariella prese posto sul materassino e cominciò a leccare i seni dell'altra. Vidi la sua lingua giocherellare con i capezzoli bruni e succhiarli delicatamente. Poi la vidi abbassarsi sulle mutandine dell'amica e aspirarle. Samira ora non aveva più bisogno di esortazioni e gemeva di piacere. Mariella prese a palparle il pube e appoggiò il palmo sul rigonfio del monte di Venere. Aiutandomi con le mani, piegai un poco le ginocchia di Samira e me la strinsi addosso, come se volessi far fare la pipì a una bambinetta. Questo consentì all'altra di continuare più agevolmente le sue esplorazioni, le diede dei baci all'interno delle cosce poi scostò il tessuto elastico con la punta delle dita. Il vello nero e riccio della mia prigioniera comparve alla vista.
Un afrore ben noto mi giunse alle narici. Anche Mariella probabilmente stava aspirando l'odore tutto particolare di quel fiore selvatico. Con l'altra mano prese a toccarle i peli frugando nelle carni intime. Poi la vidi ficcare le dita nella conchiglia vischiosa e guardare l'altra con occhio bramoso. Anche Samira la guardava, era immobile e tratteneva il fiato; stava sicuramente cercando di reprimere l'eccitazione che la doveva sconvolgere in quel momento. Mariella avvicinò lentamente le labbra passando la punta della lingua nel solco che aveva appena dischiuso. L'altra trasse un sospiro e fremette contro di me.
Alzò le braccia e mi afferrò la testa, poi me le mise dietro la nuca, mi cercò la bocca e mi aspirò le labbra languidamente. Mariella, vorace, prese a succhiarla e a leccarla più brutalmente. Vedevo la sua lingua entrare e uscire, ficcarsi tra i peli neri della gatta spalancata. Mariella era estasiata e aveva bocca e guance gocciolanti di saliva e di umori.
Piegai di nuovo le ginocchia di Samira per permettere alla golosona di leccarle l'ano scoperto, cosa che fu apprezzata moltissimo. Ora la piccola non mi teneva più le mani attorno al collo, ma le appoggiò alla nuca dell'amica, per farsi leccare più in profondità, per farsi divorare sin nel più profondo dei visceri.
Decisi di ritrarmi dal gioco per vedere come se la sarebbero cavata tra di loro. Distesi Samira al mio fianco e mi spostai. Lei non cambiò posizione; faceva in modo però di aprirsi il più possibile per offrirsi meglio alla lingua dell'altra, che ora la assaporava lentamente ma senza darle tregua, non lasciando nulla al caso,
ficcando quel serpentello rosato dappertutto nelle intimità di quella porca della sua compagna.
Mi dissi che probabilmente i peli di Samira dovevano farle il solletico, ma non intendevo intervenire. Volevo assistere allo spettacolo fino in fondo, vedere fino a che punto sarebbero andate.
Non dovetti attendere molto. Mariella si tolse abilmente i pantaloni della tuta e, mentre Samira si distendeva supina, le si mise sopra nella posizione del sessantanove, senza mollare la presa, la bocca appiccicata sulla mucosa dell'altra.
Samira artigliò le natiche sode di Mariella e appoggiò la bocca contro le ninfe che le venivano offerte. Poi entrambe si dedicarono a una sfrenata giostra amorosa. Presero a divorarsi fra loro come due pazze mentre io provavo un piacere indicibile nel guardarle! Avevo davvero trovato due perle straordinarie! Non avrei mai più potuto fare a meno della loro compagnia!
Le due teste brune si agitavano allo stesso ritmo, l'una tra le cosce dell'altra. I due bacini ondeggiavano, le dita conficcate nelle carni non volevano mollare la preda. Quelle sgualdrinelle sospiravano e gemevano simultaneamente cercando di ritardare, con tutta la forza che avevano in corpo, il godi mento che attanagliava loro il ventre. Io avevo tirato fuori l'uccello dalla patta e mi masturbavo piano, guardandole. Ora si succhiavano molto rumorosamente. Continuai a masturbarmi e mi avvicinai per vedere meglio. Mi fermai, in piedi, sopra entrambe, e inondai con il mio seme la schiena di Mariella. Samira, quando vide quello che stava succedendo, ebbe un grido soffocato e fu colta da spasmi violenti che scossero l'altra come se fosse in sella un cavallo infuriato durante un rodeo. Ma la piccola sanguisuga vittoriosa continuò il suo banchetto.
Così fu suggellata la nostra complicità. Questo segnava l'inizio di momenti di piaceri intensi e estatici. Ero follemente innamorato di entrambe.
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