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Lui & Lei

Memorie - Cap. 8: Uba


di Giangi57
28.08.2022    |    406    |    0 6.0
"Non é una meraviglia? Mi spostai ai piedi della giovane..."
Uba.

Trascorremmo giornate bellissime facendo il bagno, abbronzandoci, ma ben presto mi avvidi da come la mia amica guardava le ragazze che popolavano la spiaggia, che sentiva il desiderio di un corpo femminile al quale rivolgere le sue attenzioni. Malgrado alcuni timidi tentativi non le riuscì ad agganciare nessuna delle bellezze che si crogiolavano al sole seminude.
- Caro. . . ho bisogno di una donna, se non trovo una compagna, torniamo in Liguria, le farò conoscere Mara!
Passò una settimana, malgrado mi prodigassi, Gina diventava sempre più irrequieta finché un giorno. . .
Fu durante una gita a Tolone, volevo distrarre la mia amica da quella che era diventata un'ossessione. Dopo la visita all'arsenale, ci fermammo nel dehors del caffè che si trova sulla piazza del tribunale. Seduti ad un tavolo, guardavamo il via vai della gente quando Gina attirò la mia attenzione su una figura che si stava avvicinando.
- Ma. . . é proprio lei, Uba!
Non riconobbi la cameriera della pensione se non quando fu vicina. Stava piangendo, le lacrime che rigavano il suo viso contrastavano con l'allegria della camicetta candida e della gonna a fiori abbastanza corta da far risaltare le gambe che nella maggioranza delle donne di colore sono slanciate e bellissime.
La gente guardava con curiosità la giovane che si era fermata ancora piangendo, alla fermata dell'autobus. Gina si avvicinò alla ragazza parlandole con dolcezza, Uba la riconobbe e riprese nuovamente a singhiozzare, la mia amica la costrinse a seguirla al nostro tavolo, la fece sedere e ordinò per lei un cognac informandosi del perché di tanta disperazione.
La giovane bevve il liquore e fra i singhiozzi raccontò la sua storia. Non capivo nulla, Gina ascoltava gettandomi di tanto in tanto un’occhiata. Compresi subito che il tipo di attenzioni che prodigava la mia amica non erano del tutto disinteressate e quando le propose di accompagnarla a casa ne fui del tutto sicuro. Uba accettò con gratitudine, sedute sul sedile posteriore della macchina la giovane rispondeva alle domande della mia amica che cingendole le spalle ascoltava.
Abitava alla periferia della città, Rimasi stupito della signorilità della casa e ancora di più fui stupito del gusto con la quale era arredata. La giovane ci fece accomodare, aveva ripreso sicurezza provando persino a sorridere, insistette per offrire una bibita fresca che bevemmo seduti nel suo confortevole salotto. Mi complimentai per l'appartamento, Uba rise del mio francese, Gina spiegò:
- Bella vero? Uba é sposata da qualche mese soltanto, suo marito benché giovane é un architetto affermato. Ha conosciuto la nostra Uba e l'ha sposata malgrado i suoi fossero contrari ad avere una nuora di colore e danno la colpa a lei se ora é in prigione.
La giovane annuiva, spuntarono nuovamente le lacrime nei suoi grandi occhi.
- Il a donnè un coup de poing a un salaud chi m'a insultèe.
Riprese a singhiozzare, Gina l'abbracciò spiegando:
- Si, ha picchiato uno che ha fatto certi apprezzamenti alla moglie. Commozione cerebrale! Oggi c'é stato il processo e l'hanno condannato a sei mesi, senza contare i quattro già trascorsi in carcere. Ecco perché é disperata!
La giovane il capo sulla spalla della mia amica parlava fra i singhiozzi, Gina la consolava accarezzandole le spalle poi tradusse:
- Si é messa a lavorare per non pensare, ma la notte non riesce a prendere sonno perché pensa al suo Jean. Poverina, é così giovane!
- Oui, c'est terrible je n’aime pas étre seule, je deviendrai folle!
Mi chiedevo come Gina sarebbe riuscita a vincere la naturale ritrosia della ragazza e portarla ad accettare le nostre attenzioni. Non dovetti aspettare a lungo, la mia amica intuendo la disponibilità sebbene ancora inconscia della giovane optò per il metodo diretto: Prese nelle sue le mani affusolate e nere e costrinse la giovane a guardarla in viso poi fece la proposta:
- Ecoute cherie, il vous faudrait un homme. . . juste pour vous soulager!
Avevo capito, se mi aspettavo le proteste della giovane dovetti ricredermi.:
- Je sais. . . mais c'est pas facile pour une negresse, les gens vous savez. . .
Gina aveva capito che la volontà di Uba era fortemente influenzata dalla castità cui era costretta per l’assenza del marito, perciò lanciò la proposta.
- Cherie, vous ne devez plus le chercher, il est devant vous!
Uba mi guardò con occhi spalancati, credo sia arrossita sotto la pelle nera. tirò su col naso poi disse sorpresa:
- Avec votre mari?
- Ce n'est pas mon mari, c'est mon amant. Vous ne trairez pas votre Jean en vous amusant un peu. . . je vous donne ma permission! Vous voulez?
Vedendo la giovane esitare mi alzai e presi la sua mano, la baciai dicendo:
- Accetti la prego. . . S'il vous plait, c'est un honneur, oui? La giovane rise poi:
- Oh j'ai un tel besoin que. . . oui, je veux!
Lessi nei suoi occhi il desiderio troppo a lungo represso, in piedi davanti a lei entrai in un'erezione tanto prepotente che il membro tese in modo eloquente la stoffa dei miei pantaloni. Presi le sue mani facendola alzare, disse in un sospiro:
- Oh je n'en peux plus!
Con occhi spalancati vide le mie mani aprire la cerniera e denudare il pene. Indietreggiò fino alla parete, mosse le dita sui fianchi raccogliendo la gonna, sollevandola fino al ventre, tirò sulle mutandine bianche che caddero alle sue caviglie, liberò i piedi e ansante mi guardò avanzare con la verga tesa.
Quando fui contro di lei mi abbracciò divaricando le gambe. Inebriato dal profumo misto a sudore che emanava il suo corpo schiacciai il mio ventre al suo facendola trasalire. Trattenni il fiato e mentre guidavo il membro in mezzo ai peli ruvidi che ricoprivano la sua vulva, chiuse gli occhi. . .
- Oh oui. . . ouiii. . . Disse sentendo le sue carni aprirsi.
Con un solo colpo entrai in lei. Gemette aggrappandosi a me poi urlò:
- Ahhh. . . que c'est beau! C'est ce que je voulais, étre baisèe!
Era talmente eccitata che tremava tutta. Diedi inizio al coito con una violenza tale che ogni mio colpo di reni la sollevava contro il muro dove strisciava ricadendo mentre mi ritiravo per sollevarla ancora e ancora scorrendo in una vagina che grondava godimento.
La giovane delirava, emetteva suoni animaleschi misti a parole che non capivo ma che sapevo oscene:
- Ishhh. . . mhhh. . . ishhh. . . oh prend le mon con. . . oh quelle jouissance! Ahhh ta pine. . . enfonce la jusqu'aux couilles. . . mhhh. . . oui, comme ça. . . comme ça. . .
Sentendola urlare l'afferrai al sedere sollevandola, placcandola al muro, continuando a sbatterla selvaggiamente. La giovane urlando sollevò le gambe avvinghiandole alle mie reni, attirandomi in lei, protendendosi al pene che riceveva puntellandosi con le spalle contro il muro.
- Ah je jouis. . . oh Jean. . . Jean. . . ahhh je t'aime!
Pronunciò il nome del marito all'inizio del suo orgasmo, continuò ad invocarlo per tutto il tempo che durò il suo godimento:
- Ohhh Jean. . . Jean. . .
Gemeva ad occhi chiusi stringendo spasmodicamente la vagina sul pene che continuava a scorrere nel calore del suo ventre finché si abbandonò esausta e ansante. La tenni sollevata sostenendola sotto le cosce; Uba la testa sulla mia spalla sembrava svenuta, l'unico segno di vita che percepivo erano le contrazioni della vagina attorno al pene rimasto immerso nel suo grembo.
I testicoli e l'interno delle mie cosce erano viscide del suo godimento, Gina che si era avvicinata mi aiutò a stenderla sul tavolo, solo allora estrassi il pene. Uba aprì gli occhi e vedendo i nostri visi preoccupati sorrise debolmente.
- Tu te sens bien? Chiese la mia amica aiutando la giovane a sedersi.
- Oui. . . excusez moi! Oh je voulais étre baisèe . . . Maintenant ça va mieux !
Solo allora mi avvidi della larga macchia che circondava l'apertura dei miei pantaloni attorno al pene. Mi tolsi l'indumento e dopo un attimo di esitazione mi spogliai completamente al che Gina si denudò anch'essa e rapidamente sfilò il vestito della ragazza che il sudore dovuto al nostro forsennato accoppiamento aveva appiccicato alla sua pelle.
La giovane non nascose la sua ammirazione per il corpo che la mia amante esibiva senza nessun pudore.
- Madame. . . pourquoi avez vous laissé que votre homme. . .
Esclamò vedendo che il desiderio provocato dalla vista del nostro coito aveva bagnato e incollato fra di loro i peli attorno al sesso della mia amica.
- Parce que. . . j'aime regarder un couple en rut! Je t'ai vu jouir et. . . j'aurais voulu en prendre part! Tu me veux aussi, n'est pas?
Lei annuì lentamente. Ci guidò nel bagno e aprì la tenda della doccia trattenendosi a pulire i miei calzoni nel lavabo. Gina e io ci insaponammo rinfrescandoci i corpi eccitati.
- Vedo che il suo pene si aspetta grandi cose dalla nostra amica. . . Ha fatto bene a scoparla subito facendola sfogare, così sarà più bello godere tutti e tre insieme! Penso che sia favorevole a i giochini che inventeremo!
La cameriera stese il mio indumento sollevata sulla punta dei piedi. Aveva un corpo esile e slanciato, fatto per l'amore. Il viso non era particolarmente bello salvo gli occhi e la bocca grande dalle labbra carnose. A differenza dalle altre donne di colore, aveva un vitino sottili, flessibile, il ventre era piatto, i peli crespi del pube lasciavano intravvedere il clitoride all'inizio della sua adorabile fessura ora che si era girata verso di noi.
- J'ai mis vos pantalons a essuyer, il faudra quelques heures. . . Disse.
- Tres bien, nous pouvons dèdier ce temps a nous, n’est ce pas ? Propose Gina.
- Oh oui! Rispose confusa la ragazza.
Entrò anch'essa sotto la doccia e fece per prendere la saponetta ma la mia amica la prevenne. Chiuse l'acqua e cominciando dal collo prese a coprire di bianca schiuma il corpo della giovane, lo faceva con delicatezza sfiorando appena la sua pelle. Si lasciava insaponare guardando le mani carezzevoli percorrevano il suo petto, l'addome, il ventre; aprì le gambe lasciandosi lavare fra le cosce, si girò.
Ero davanti a lei col membro rigido, lesse nel mio sguardo tutto il desiderio che avevo per lei, abbassò gli occhi. . . Era perfetta! Il suo corpo ricordava un idolo africano, la pelle era nerissima, levigata e lucida, la schiuma colava trattenuta dai seni lunghi e fermi, scendeva lenta lungo il suo ventre, lungo le sue gambe da gazzella.
Gina aprì il getto, l'acqua portò via il sapone. Le mani della mia amica passavano impazienti sul corpo nero, strinsero i seni. . .
- Oh madame. . . j'aime étre caressee! Que voulez vous faire maintenant?
- Tout ce que nous pouvons inventer pour te donner plaisir!
Si liberò dolcemente e uscì, la seguimmo. Ci asciugammo senza parlare poi Uba ci precedette conducendoci nella camera da letto lasciandoci ammirare l’ampia schiena, il vitino sottile, la splendida curva delle reni che si rialzavano in una groppa lievemente più sporgente che nelle altre donne ma decisamente molto più arrapante; ad un cenno della mia amica si allungò di traverso.
Gina salì accanto a lei, le sue mani si posarono sui bei seni accarezzandoli dolcemente poi si chinò sul suo viso fissandola negli occhi, sfiorò con le sue le labbra tumide dicendo:
- Tu es belle tu sais? Tellement belle que nous te demandons l'honneur de te combler de baisers! La seule pensèe m'excite tellement que je suis dejà mouillee et monsieur. . . regarde comme sa pine bande. Elle est tellement rèsistante que nous reussirons à en jouir toutes les deux!
Le vidi chiudere gli occhi, le sue labbra aprirsi sotto quelle della mia amica in un bacio lunghissimo, voluttuoso. Ero abituato a vedere la mia amica trastullarsi con donne durante le nostre partite di piacere a tre ma mai come ora avevo sentito un tale desiderio pulsare nel mio pene.
Gina scambiava con la compagna baci infuocati, prendeva fra le sue le labbra spesse, le suggeva muovendo la bocca. Uba allungò la lingua subito lambita dalla lingua dell'altra che la catturò suggendola con voluttà, strusciando il petto sulla giovane, cercando con i suoi, i capezzoli irti.
Favoriva il conturbante contatto muovendo il busto. Le due sospirando si accarezzavano lascivamente; vidi la mano candida scivolare lungo il ventre nero, le dita entrare nei peli. . .
- Ohhh madame j'ai envie mais. . . pas devant monsieur, je vous en prie!
La mia amica stimolata da quelle parole spostò il viso sul petto nero.
- Ahhh madame. . . Esclamò la cameriera.
Chiuse gli occhi sentendo la bocca avida aprirsi sulla punta di un seno. Ero rimasto in piedi aspettando l'occasione di prendere parte al gioco erotico di quelle donne così diverse ma accomunate da un identico desiderio. Le mani nere percorrevano la schiena di quella che fino a ieri aveva servito e che continuava a chiamare 'madame' anche ora che ne sentiva la calda lingua danzare sui suoi capezzoli.
- Oh madame, madame. . .
Gina era oltremodo eccitata da quei seni fatti per deliziare, che sentiva fremere sotto la sua bocca. non si saziava di accarezzare quelle mammelle sode, lisce. . . La bocca passava da un capezzolo all'altro imprigionandoli fra le labbra, tirandoli, mordicchiandoli, facendoli inturgidire per poi flagellarli con sapienti colpi di lingua che estasiavano la ragazza.
- Mhhh. . . faites moi jouir! Oh que voulez vous me faire encore?
- Tu le sais cherie. . . je veux te lécher partout, surtout entre les cuisses!
Non capivo le parole ma ne intuivo il significato dalla vergogna che leggevo negli occhi della ragazza incapace di sottrarsi alla lussuria che invadeva il suo corpo stimolato dalle carezze della mia amica e dalla vista del pene gonfio che ondeggiava ad ogni mio movimento.
- Madame. . . je n'ose pas. . . pas devant monsieur! Disse ancora.
- Laisse toi aller, le plaisir est fait de choses défendues!
Le dita che giocavano fra i peli crespi della giovane si insinuarono fra le cosce serrate. Con un sospiro le gambe nere si aprirono alla dolce pressione della mani le cui dita presero ad accarezzare il lungo taglio ricevendo in risposta un flebile lamento. Gina si sollevò.
- Cherie, tu es dèja mouillèe. . . laisse moi te regarder!
Con mossa repentina si girò e sollevando una gamba scavalcò la giovane mettendosi cavalcioni sul corpo disteso. Sgranò gli occhi sulla candida groppa, sul sesso aperto e umido che la mia amica esibiva senza vergogna mentre china sul ventre della giovane ne ammirava la conturbante intimità respirandone il profumo particolare.
- Cherie, que tu es belle! Oh caro. . . non é una meraviglia?
Mi spostai ai piedi della giovane. Gina china sul bel sesso ne accarezzava le labbra socchiuse. Rimasi incantato dalla vulva scura bellissima, dal rilievo delle labbra sottili, dalla carne di un rosso acceso che risaltava sul nero delle cosce levigate che le mani della mia amica vincendo il pudore della ragazza mantenevano divaricate.
- Non. . . je ne veux pas! Oh. . . que voulez vous me faire? Non. . . non. . .
Pieno di libidine avanzai, Gina volle il mio pene in bocca, lo ritirò bagnato, lo inclinò premendolo sulla vulva sotto di lei. La giovane fremette per la forza che apriva le sue carni e che lentamente scivolava nel suo ventre.
- Ahhh monsieur, je vous sens! Mhhh. . . elle est grosse, longue. . . oh que c'est bon! Ah monsieur. . . votre pine! Ah j'aime la sentir dans le ventre!
Lasciando da parte la sua iniziale ritrosia sollevò alte le gambe che Gina agganciò poggiandole sul letto ai due lati della giovane in delirio. Rimasi nel suo grembo gustando l'umido calore della vagina che stringeva deliziosamente il mio pene. La mia amica china sul pube della cameriera baciava il vertice del bel sesso lambendo il clitoride.
Mi ritirai adagio mentre Gina leccava i nostri sessi per poi tuffarsi nella vulva lasciata aperta. Ci contendemmo la fica della cameriera, vi immergevo il pene facendolo scorrere con lunghi colpi di reni per poi ritirarmi lasciando che anche la mia amante rendesse il suo omaggio orale alla vulva in calore deliziandola con veloci colpi della sua lingua.
Uba senza più ritegno godeva esprimendo il suo piacere con grida rauche che ci eccitavano. Ben presto anche Gina prese ad agitarsi ondulando il deretano.
- Oh cherie. . . comment fais tu? Caro. . . oh che bello!
Riprese a leccare la fica dardeggiando la lingua nel taglio rosso, muovendola con tanta passione che mi spostai per conoscerne la causa. Le stava accarezzando le natiche della mia donna gli occhi sgranati sul sesso aperto nel quale aveva introdotto la punta di un seno masturbandola adagio col capezzolo eccitato e teso che muoveva nel taglio gocciolante di piacere.
Sentendomi dietro di lei Uba sollevò gli occhi, vide il membro gonfio oscillare sul suo viso mentre salivo sul letto con le ginocchia divaricate sfregando i testicoli sulla fronte nera, il glande sul suo viso, sulle labbra umide.
- Oh la belle pine. . . ah je veux la voir entre vos cuisses madame!
Afferrai il membro e sotto i suoi, strofinai il glande nel sesso della mia amica e sul capezzolo della cameriera poi con un colpo solo lo immersi nella bella vulva, lo ritirai, lo immersi ancora. . .
Gina emise un grido nella sesso che stava baciando e che prese a leccare rumorosamente. Uba godeva deliziata dalla lingua che sentiva muovere nel sesso, eccitata dal membro che vedeva scorrere nella vulva della mia donna. Non trattenne oltre la sua libidine.
- Ahhh cherie. . . cherie. . . fais moi sentir ta langue! Oh que c'est beau de voir la verge de monsieur remplir une si belle chatte! Mhhh. . .
Era prossima all'orgasmo. Caduta ogni sua inibizione strinse con entrambe le mani le mammelle trattenendo il membro che entrava e usciva dalla vulva della bianca poi prese a leccarmi lo scroto, le cosce finché urlai:
- Ahhh Gina.. . é meraviglioso quello che Uba mi sta facendo. . .
Afferrai le anche della mia amica sentendo il piacere giungere al culmine la penetrai furiosamente. Uba scivolando sotto di noi applicò la bocca al vertice della vulva di Gina, ne leccò il clitoride, le spesse labbra contro il pene in movimento, mugolando mentre sotto l'effetto dell'orgasmo si contorceva tutta.
Iniziai ad eiaculare proprio mentre anche nella mia amica esplodeva il orgasmo. Con un lungo gemito Gina sfogò la sua lussuria fra le cosce della cameriera immergendo la lingua nella vulva aperta come una bocca, bevendone il godimento mentre Uba con urla selvagge continuava a leccare i nostri sessi incurante dello sperma che debordando entrava nella sua bocca.
- Ah que c'est beau de jouir avec vous! De lécher un penis chi baise ahh. . . une si belle chatte. . . ahhh. . .
Rimanemmo a lungo uniti formando un quadro degno di un pittore libertino. scesi per primo dal letto, Gina liberò le gambe della ragazza che scivolò sotto di lei, asciugò la goccia ambrata che colava lungo il suo collo e corse nel bagno la seguimmo in silenzio e insieme facemmo la doccia.
Vedendo la giovane confusa per quello che aveva osato Gina l'abbracciò.
- Cherie, c'est merveilleux ce que tu as fait a mon ami et a moi!
La ragazza si stava asciugando, sorrise timidamente.
- Je ne sais pas ce qui m'a pris. . . j'ai honte de moi!
Vedendo la sua confusione presi la sua mano, la baciai dicendo:
- E' stato bellissimo! Grazie per il piacere che ci hai dato!
La seguimmo, raccolse i suoi vestiti. La fermai dolcemente e la costrinsi a lasciar cadere gli indumenti.
- No ti prego. . . concedici ancora la gioia di amarti!
La mia amica intervenne e traducendo le mie parole aggiunse:
- Mon ami a raison cherie. . . tu es si belle que nous voulons encore jouir avec toi.. Si tu veux bien entendu. . . alors?
- Oui, je veux bien mais avant. . . vous devez avoir faim!
Aparecchiò la tavola in cucina servendo un pranzo freddo al quale facemmo onore. Mentre mangiavamo racconto la sua storia: Era nata in nel Benin-Dahomey ed era venuta in Francia giovanissima coi genitori, aveva ventidue anni, suo marito venticinque. Si erano conosciuti all'università e si erano subito sposati poi dopo pochi mesi. . . Il resto lo sapevamo!
- Oh si Jean savait que je le trahis pendant qu'il est en prison!
Uba era talmente bella che malgrado le sue parole il desiderio entrò in me. A pranzo terminato sparecchiando mi sfiorava col corpo nudo e talmente desiderabile che mi alzai eccitato. Gina scoppiò a ridere vedendomi in piena erezione mentre la giovane sorpresa indietreggiava esclamando:
- Monsieur. . . oh mais vous bandez deja!
La mia amica ridendo la sospinse verso di me.
- Oui. . . c'est pour toi qu'il bande! Profitez en chèrie, allez vous amuser. . . allez, je vous rejoins! Disse togliendo i piatti dalle mani della ragazza.
Li portò al lavabo e fece scorrere l'acqua cominciando a lavarli. Uba mi guardava confusa, la presi per mano avviandomi con lei. In camera la fronteggiai. Sgranò gli occhi vedendomi avanzare, sfiorare il suo ventre col pene teso.
- Ti piace il mio cazzo? E' tutto tuo sai. . . su prendilo!
Mi guardò in modo interrogativo poi:
- Cazzò? Quest que c'est? Lo mossi contro il suo ventre per farglielo sentire.
- Questo. . . capisci? Voglio vedere cosa ne vuoi fare. . .
La presi alla vita e l'attirai tutta contro di me; contrassi i muscoli pubici muovendo il membro stretto fra i nostri ventri, la sentii irrigidirsi poi disse:
- Nous n'attendons pas madame?
- Madame arrivera, intanto possiamo cominciare a divertirci, vuoi?
- Oh oui. . . Disse in un soffio.
Ondulò strofinandosi contro il pene, i suoi occhi si chiusero. Avvicinai il viso sfiorando le sue labbra, Uba le socchiuse, mi immersi nella sua bocca. Aspirò la mia lingua accarezzandola, suggendola con le labbra spesse dolcissime che mi misero il fuoco in corpo.
Le mie mani scesero sul suo sedere stringendo le natiche, separandole per esplorare con dita avide il solco profondo, stretto. Lei sospirando divaricò le gambe, si mosse lentamente strofinandosi come una gatta contro il mio pene, facendomi sentire contro il petto la conturbante carezza dei seni dai capezzoli graffianti. . . Le mani scesero alle sue cosce, risalirono palpando il culo caldo.
Ora le mie dita si muovevano liberamente nella chiappe aperte, Uba mi tese la lingua, la succhiai poi lambii le labbra tumide mentre le mie dita stuzzicavano l'ano duro, contratto. Si staccò da me, riaprì gli occhi, vi lessi un dolce rimprovero ma anche un desiderio infinito. Indietreggiò contro il letto, si sedette.
- Ah j'ai envie de votre pine. . . donnez moi le cazzò, votre banane!
Mi guardò avanzare col membro eccitato verso il corpo nero bellissimo dai seni che il suo respiro sollevava e abbassava. Mi vide prenderlo in mano, non si sottrasse quando lo inclinai, ne sentì il contatto su una mammella, la sua mano se ne appropriò. . .
- Laissez moi la. . . faites moi la sentir! Oh la la qu'elle est longue, elle est dure entre mes nichons! Ohhh comme c'est excitant mhhh. . . j'aime votre cazzò, je le voudrais. . . partout! Mhhh. . .
Stofinò il glande sulla punta di un seno poi dell'altro. I lunghi capezzoli si flettevano sotto la pressione del pene graffiando quasi la cappella, vibravano scattando verso l'alto. Sembrava impazzita, strinse con entrambe le mani le mammelle imprigionando il membro in una morsa così morbida che muovendo le reni lo feci scorrere fra i seni nerissimi sfiorando le sue labbra col glande gonfio.
- Cara. . . oh cara, prendilo in bocca!
Piu che le parole capì il gesto che feci premendo la mano sul suo capo. Chinò il viso, le labbra si aprirono al pene che ricevette nella sua bocca.
- Si così. . . così. . . Esclamai.
Strinsi il suo viso fra le mani e mimando il coito presi a scorrere fra i suoi seni. . . e nella sua bocca ansimando per il piacere. La ragazza subiva i miei assalti alitando contro il mio ventre prestando la bocca alla mia lussuria senza sottrarsi quando capì dai miei sospiri che ero prossimo all'orgasmo.
All'improvviso un rumore mi fece voltare. Chissà da quanto tempo Gina ci stava osservando! Uba trasali sgranando gli occhi, respingendomi.
- Oh madame! La mia amica rassicurò la cameriera.
- Je t'en prie, ne fais pas attention a moi. . . prenez jusqu'au fond votre plaisir!
Uba guardava sorpresa la mia amica, non riusciva a capire! Qualsiasi donna si sarebbe ribellata scoprendo il suo uomo fra le braccia di un'altra invece l'italiana sembrava contenta di averla sorpresa mentre col pene in bocca si preparava a riceverne il godimento. Lei guardando la verga rigida ondeggiare davanti ai suoi occhi, farfugliò:
- Excusez moi, j'aurais voulu vous attendre mais monsieur m'a dit. . .
- Monsieur a raison, tu ne dois pas t'excuser, j'aime regarder quand une fille s'amuse avec sa verge! Continue. . . je t'en prie!
- Oh. . . Fece la ragazza riportando lo sguardo sul membro.
Era bellissima Uba col suo petto dai capezzoli inturgiditi per aver ricevuto l'omaggio del mio pene, vidi la traccia umida che avevo lasciato scorrendo fra le sue mammelle dopo essere stato nella sua bocca.
- Come sei bella Uba! Dissi incantato.
Mi inginocchiai estasiato davanti a lei, il sole filtrando dalle tendine mosse dalla brezza illuminava a tratti il corpo color ebano i cui riflessi facevano risaltare le sue forme. Posai le mani sui suoi seni meravigliandomi di sentirli così sodi ed elastici; le sommità ornate da aureole larghe, appena piu scure della pelle facevano da corollario ai capezzoli tesi dall'eccitazione che mi attiravano in modo irresistibile.
Vedendomi avvicinare il viso portò la mano al petto porgendolo alla mia bocca.
- Vous aimez mes nichons? Ils sont a vous. . . prenez les, embrassez les. . . mhhh. . . comme ça. . . dans votre bouche! Oh sucez les mes tètons. . .
Incappucciai con la bocca una di quelle meraviglie mordicchiando il duro capezzolo. Lei sospirando spinse il seno costringendomi ad aprire la bocca.
- Mhhh. . . oui, mordez moi. . . faites moi mal! Ahhh oui. . . ahh. . . ahh. . .
Succhiai la bella tetta leccandola, flagellando il capezzolo con veloci colpi di lingua che lo fecero vibrare, sollevai la bocca, lei mi tese l'altro seno. . . Mi soffermai a lungo sulle mammelle che Uba strizzava offrendole a turno alla mia bocca.
- Oh que c'est bon. . . ahhh madame! Dites a monsieur que j'aime étre lèchèe, dites qu'il continue. . .
Dietro di me Gina si godeva lo spettacolo, udii la sua risata.
- Amico mio, la ragazza gradisce i suoi baci ma credo che gradirebbe il suo omaggio anche in altre parti. . . molto più sensibili!
Mi staccai a malincuore da quel petto stupendo e spostai la bocca sullo sterno che percorsi con piccoli baci. Le mani di Uba accarezzavano il mio capo guidandolo adagio spingendolo con dolce fermezza sempre più giù. La mia bocca lasciò una traccia umida sulla pelle scottante del ventre che esplorai lentamente, scesi ancora deliziato dai sospiri della ragazza.
Percepii sotto le labbra il rigonfiamento del monte di Venere fra i peli crespi, le mani abbandonarono il mio capo.
Si lasciò andare all'indietro adagiandosi sul letto; il suo respiro sollevava i meravigliosi promontori dei suoi seni che si alzavano e si abbassavano al ritmo del suo affanno.
I capezzoli luccicanti di saliva puntavano fieramente il soffitto, il ventre era percorso da lunghi fremiti. La mia lingua si fece strada fra i peli crespi, la mia bocca percorse il pube passando da uno all'altro inguine seguendo le pieghe deliziose all'interno delle cosce, incuneando il viso fino a costringere la giovane ad aprirle per consentirmi di lambire la pelle delicata vicino alla conturbante fessura.
- Ah madame. . . regardez! Que veut il me faire?
- Cherie, je crois qu'il veut te lècher la chatte. . . tu veux?
- Oh oui. . . oui. . .
Sollevai il capo, Il sesso di Uba era un'adorabile fessura fra le labbrette scure dal profilo intrigante che spuntavano dalle labbra spesse bordate da una fine peluria che diradava verso le cosce. Sotto, dopo un breve tratto glabro iniziava il solco profondo fra le natiche schiacciate sul letto
Sollevai le lunghe gambe, alla mia pressione le spalancò, il sesso si aprì sulla carne di un rosso vivo; non potei trattenere la mia ammirazione:
- Cara, hai una fica stupenda! Gina tradusse, la cameriera esitò poi prendendo coraggio rispose:
- Vous trouvez? Elle attend votre bouche et aussi votre grosse banane, votre beau cazzò. . .
Ho imparato ad apprezzare il piacere di riuscire ad eccitare una donna al punto di fargli dimenticare il naturale pudore fino ad esprimere liberamente la sua lussuria. Uba poi era deliziosa quando nominava il membro chiamandolo cazzò con accento francese.
Ammirai lungamente l'intimità dalla bella nigeriana mentre ne accarezzavo le cosce esasperando il suo desiderio. Gina si era avvicinata e lentamente in modo che ne fosse pienamente consapevole, si chinò sul suo ventre e prese a percorrere con la bocca il pube gonfio avvicinandosi al sesso esposto con piccoli colpi di lingua.
Con meraviglia vidi il clitoride gonfiarsi, tendersi quando la mia amica prese a lambire la cresta che spuntava fra i peli ricci. Chinai anch'io il viso fra le belle cosce coprendo con la bocca la vulva aperta dardeggiando la lingua fra le labbra tumide, turgide che bordavano l'apertura della vagina.
Uba prese a lamentarsi debolmente spingendo sui talloni per offrire il sesso alle nostre bocche.
- Ahhh. . . que faites vous. . . mhhh quel plaisir!
Gina sollevò il capo, le nostre bocche si incontrarono in un bacio complice sopra la fica nera, le nostre lingue si mescolarono pregne del suo sapore. Le braccia della mia amica agganciarono le ginocchia piegate delle gambe nere sollevandole.
- Cherie moi aussi je veux baiser ta chatte !
Gli sorrise prima di immergere la lingua nel sesso aperto percorrendone le carni palpitanti. il sedere sollevato della cameriera mi tentò follemente, mi alzai.
Ad occhi chiusi si accarezzava i seni brutalmente, Gina senza smettere il lavorio della lingua salì sul letto cavalcioni sul viso della ragazza le cui braccia si avvinghiarono subito alla vita candida. La mia amica sospirò estasiata:
- Oui cherie. . . fais moi sentir ta langue. . . oh léche moi bien!
Ondulando il bacino, si immerse fra le cosce color ebano. Le due sospirando si leccavano perdutamente, gocce luccicanti superarono il pelvo nero colando fra le natiche aperte della nigeriana che tutta presa dal suo piacere esponeva l'ano bagnato e invitante alla mia libidine.
Gli occhi di Gina videro il pene avvicinarsi alle rotondità esposte e Uba sentendone il turgore esclamò:
- Madame. . . oh que faites vous?
- C'est pas moi. . . c'est la pine de mon homme chèrie! Elle est longue tu sais et. . . si dure!
Uba si rese conto delle mie intenzioni solo quando strofinai il glande nelle chiappe nere assaporandone il calore col pene eccitato; cercò di sottrarsi facendo forza sulle gambe.
- Non monsieur. . . je ne veux pas. . . oh pas là, oh non. . . ne le faites pas!
Premetti sull'ano reso scivoloso dei succhi del suo desiderio, infoiato dal suo bruciante calore, trattenendo le gambe scalcianti facendole male. Gina prese fra le labbra il clitoride di Uba flagellandolo con la lingua finchè la ragazza si arrese.
- Non. . . non. . . ohhh. . . Protestò ancora.
Si lamentò ancora fra le cosce della mia amica facendo udire dei gemiti quasi infantili mentre si abbandonava.
- Uba. . . hai un culo che mi fa impazzire!
Udii la bella nigeriana ansimare spaventata. Vidi le mani nere sulla groppa della mia amante estasiata per la bocca vorace che si muoveva sotto la sua vulva, la vidi leccare il clitoride nero esasperandone il desiderio.
Le due ora gemevano dolcemente assaporando il piacere che saliva dai loro sessi. Spinsi adagio. Uba sotto la mia pressione fremette senza più lamentarsi, continuai a spingere affascinato dalla vista del pene che affondava nelle natiche che la ragazza aveva concesso alla mia lussuria
- Ahgrhhh. . . Gorgogliò nel sesso che stava leccando. Gina sollevò gli occhi in tempo per vedere l'asta di carne scomparire ingoiata dal culo nero. Ripresi fiato, il ventre contro la fronte della mia amica, le cosce contro le natiche che avevo violato gustavo il calore delle interiora della nigeriana, gli occhi fissi sull'ano dilatato dal membro Gina esclamò:
- Tu voulais la pine de monsieur? Il te l'a donnèe dans les fesses. . . je la vois, elle est dans tes intestins. . . tu la sens n'est pas?
Uba gemette piano, ritirai il pene fino al glande, lo immersi in fondo scuotendo le due, lo ritirai e ancora giù e ancora. . . ancora. . .
- Haaa. . . haaa. . . Esclamava ogni volta che mi immergevo nei suoi glutei.
L'ano accarezzava dolcemente la verga facendomi provare un piacere perverso che saliva ad ogni mio colpo. La cameriera godeva sfogando la sua libidine nella vulva che stava leccando portandola ben presto oltre i limiti della sopportazione.
Gina alzò il viso stravolto, le labbra atteggiate in una smorfia ondulò cercando di sfuggire alla bocca incollata al suo sesso, alla lingua saettante finchè con un urlo si abbandonò.
- Oh assez. . . ohhh c'est merveilleux! Je jouis. . . ahhh. . . ahhh. . . ahhh. . .
Nell'orgasmo si abbattè sulla vulva nera, aprendola con le dita, leccandola oscenamente ma. . . ormai era sazia! Vedendo che non riusciva più a placare la lussuria della cameriera scese dal letto lasciando a me il piacevole compito.
- Amico mio, é straordinaria e. . . così sensuale, la soddisfi!
Uba mi guardava con l'espressione dolorosamente languida delle donne che temono che il piacere al quale stavano per abbandonarsi stia loro per sfuggire.
- Monsieur. . . oh prenez moi. . . enfoncez vous encore. Je vous en prie. . .
I suoi occhi mi imploravano, Gina uscì discretamente lasciandoci soli. Feci scorrere lentamente avanti e indietro il pene, la sentii irrigidirsi, stringere l'ano. Mi fermai per chiedere:
- Cara. . . ho tanta voglia che non mi rendo conto. . . Ti faccio male?
Sorrise scuotendo la testa, la sentii che si rilassava. rispose:
- Non. . . je jouis avec vous et. . . je suis heureuse! Prenez votre plaisir. . . mais faites le doucement. . . allez y!
Sollevai le sue gambe, lei afferrò le caviglie portandole ai lati del suo viso. Era oscenamente bella e così disponibile che ammirai a lungo il corpo nero piegato in due, il viso languido, le labbra bagnate del piacere che aveva bevuto nel sesso della mia amante, gli stupendi promontori dei suoi seni, le lunghe gambe spalancate. . .
il mio sguardo scese al suo ventre, sui peli ricci, sulla carne rossa del sesso socchiuso bagnato della saliva di Gina. il clitoride che la sua lingua aveva a lungo stuzzicato era teso e voglioso, lo presi fra le dita. Uba con un fremito spinse sulle caviglie allargando maggiormente le gambe.
Il membro piantato nel culo nero sentiva la morbida stretta dell'ano che aveva aperto. . . Pizzicai lievemente la dura appendice, era tesa allo spasimo, il dito scese lungo il bel taglio, fra le labbra vaginali, si immerse. . . Uba gemette piano.
Feci scorrere il pene affondandolo dolcemente, gustando la carezza dell'anello di carne per tutta la lunghezza sospirando estasiato:
- Cara, oh cara. . . mi piace il tuo sedere. . . é stupendo godere con te!
Presi ad incularla lentamente cercando il calore delle sue interiora, godendo della freschezza delle natiche che accarezzavano il pene in movimento. Ora Uba godeva lamentandosi piano, facendo:
- Haaa. . . Ogni volta che il mio ventre sbattendo contro le sue natiche cacciava il membro in fondo al suo meraviglioso culo scuotendo il bel corpo, facendo tremare le mammelle bellissime. Provavo una gioia immensa vedendo che la giovane provava piacere, la bocca aperta sui denti candidi, passava e ripassava la lingua sulle labbra spesse, le vulva sotto le mie dita era matida, palpitante.
- Hooo. . . vous avez une pine si grosse! J'aime la sentir dans les fesses, entrer jusqu'au fond! Ahhh oui. . . enfoncez vous encore, ouvrez mon anus, il est a vous! Oh je jouis. . . je jouis. . . oui. . . mhhh. . .
- Mi piace come lo prendi Uba. . . come lo stringi nel tuo culo. . .
Continuammo a lungo il nostro singolare coito prendendo entrambi un piacere immenso. Mi incitava con parole che non capivo, i nostri sospiri salivano col nostro godimento che presto raggiunse vette altissime.
Le dita nella vulva percepirono i battiti del suo imminente orgasmo, Uba spalancò gli occhi assumendo un'espressione di dolce stupore, l'ano si strinse spasmodicamente rallentando la corsa del pene nel bel culo.
- Cara, cara. . . stai venendo? Chiesi.
- Oui. . . mhhh ne vous arretez pas, faites moi jouir! Mhhh. . . haaa. . .
Penetrai ancora il bel deretano, lei stringendo lo sfintere urlò:
- Ahhh cheri. . . assez! Oh entrez dans mon ventre. . . jouissez avec moi!
Estrassi il pene dai bei glutei e mi abbattei su di lei leccando le sue meravigliose mammelle, cercai la sua bocca mentre il membro scivolava nella fica aperta. La penetrai con lunghi colpi di reni, bevendo i suoi sospiri insieme alla sua saliva, suggendo la lingua che mi tendeva sussultando per il membro che urtava il suo utero e che stringeva negli spasimi del suo orgasmo. Liberò la bocca urlando:
- Ahhh je jouis, je jouis. . . Ah quel plaisir !! Ahaa. . . ahaa. . . oh oui. . . ouiii! ! !
Le strette della sua vagina, della sua fica massaggiarono talmente bene il mio pene che raddoppiai i miei colpi cercando il piacere e. . . il piacere scoppiò improvviso. Ansimai nella sua bocca:
- Cara. . . oh sto. . . venendo! Ahhh prendi. . . prendi. . . ahhhh. . .
Iniziai ad eiaculare innondandola del mio orgasmo. La vagina lubrificata dallo sperma che sgorgava in rapidi getti divenne talmente scivolosa che rese il nostro godimento immenso. Uba delirava estasiata:
- Haaa cheri. . . cheri. . . je vous sens! Oh juttez encore. . . oui, emplissez moi de sperme. . . haaa. . . haaa. . .
Le nostre bocche si cercarono fameliche, ci leccammo le labbra, le lingue bevendo la nostra saliva poi lentamente tornammo in noi. Rimasi a lungo in lei coprendo il suo viso di baci poi ci alzammo dirigendoci verso il bagno.

Gina seduta sulla panca stava fumando una sigaretta, ci guardò avanzare abbracciati come due innamorati, gettò il mozzicone e senza nulla dire richiuse la tenda della doccia dietro di noi.
Tenendo la bella Uba abbracciata contro di me regolai la temperatura, ci mettemmo sotto il getto lasciando fluire su di noi l'acqua tiepida. Benché i nostri sensi fossero sazi rimanemmo uniti pelle contro pelle guardandoci negli occhi, poi Uba si scostò, prese il sapone, si chinò . . .
Insaponò con cura il mio pene, i testicoli, le cosce. . . Mi portò sotto il getto, mi sciacquò, poi mi tese la saponetta. Coprii di schiuma il suo ventre, il cespuglio del pube, divaricò le gambe lasciandomi lavare il suo sesso, ad un mio cenno si voltò: lavai la bella groppa, passai le dita fra i glutei per detergerle l'ano, l'interno delle belle cosce poi la sciacquai e uscimmo.
Prendemmo gli asciugamani che Gina ci tendeva poi Uba ci condusse in salotto dove ci servì un liquore. Vi era un certo imbarazzo, la nigeriana evitava di guardare la mia amica ma fu proprio lei a rompere il ghiaccio dicendo:
- Je t'ai entendue tu sais, est ce qu'il t'a satisfait?
- Oh oui. . . il a etè magnifique. . . il m'a donnè un tel plaisir. . .
Il suo viso si era illuminato, era bella come una venere! Guardai il suo corpo languidamente appoggiato al divano sul quale Gina e io eravamo seduti; emanava una sensualità primordiale alla quale cercai invano di resistere. Il mio pene entrò nuovamente in una lenta ma inarrestabile erezione che cercai di celare. La mia amica se ne accorse e perfidamente disse intenzionalmente:
- Cheri, toi aussi tu m'a fait jouir. . . comment as tu fait?
- Oh. . . quand vous avez donnè votre séxe a ma bouche. . . je vous l'ai embrassè en mouvant la langue ainsi:
Allungò la lingua, la fece schioccare muovendola velocemente a bocca aperta. Si era portata davanti a noi per mostrare la tecnica amorosa che aveva posto in atto con la mia donna. Vedendomi col pene eretto ebbe un sorriso complice:
- Monsieur. . . vous bandez si souvent? Chiese.
Gina si scostò ridendo e disse indicando il membro gonfio:
- C'est toujours la méme chose, il n'en a jamais assez! Tant pis pour lui, il devra se contenter! Moi je n'ai plus aucune envie. . . et vous non plus!
Uba guardò dispiaciuta la verga tesa aumentando la mia confusione, infine disse:
- Nous ne pouvons pas le laisser comme ça! Vous voulez baiser encore?
Arrossii, si, avrei voluto possederla ancora, tanto il mio membro era diventato duro davanti a quella femmina splendida. Presi la sua mano e vi deposi galantemente un bacio dicendo:
- Cara. . . no, mi passera.
Ma la mia amica aveva altro in mente perché disse:
- Cherie. . . ta bouche m'a donnè un plaisir immense. . . est elle capable d'en donner autant a un séxe masculin?
Uba guardò l'italiana poi riportò lo sguardo sul mio membro infine rispose:
- Vous entendez une fellation? Si madame le permet, je veux bien. . . je crois lui devoir cela! Je dois le faire devant vous?
- Uh uh. . . Fece Gina divertita.
Uba mi fissò negli occhi, divaricò le gambe flettendo il bel corpo, prese la verga in mano, guardò un'ultima volta la mia amica poi avvicinò la bocca.
Sospirai sentendo le labbra calde scivolare lentamente lungo il pene finché scomparve nella sua bocca. Ne fui così sconvolto che mi appoggiai allo schienale e scivolando fino al bordo del divano aprii larghe le gambe. Le labbra si fermarono fra i miei peli, ne sentii il calore umido contro la pelle del pube.
- Ohhh cara. . . cara. . . Sospirai.
Gina incredula guardò la bocca chiusa alla base dell'asta che aveva interamente ingoiato ed esclamò:
- Cherie, tu es extraordinaire!
Uba sollevò le labbra liberando la verga che apparve tutta bagnata e spiegò come se fosse la cosa piu naturale del mondo:
- Je le fais souvent a mon Jean quand il est fatiguè.
Riprese il pene facendo andare la bocca su e giù. Lo faceva metodicamente lasciando che il glande urtasse il fondo della sua gola. Non era il bocchino che le donne sono solite farmi, non mi succhiò neanche una volta; la sua era una lenta carezza che faceva con tutta la bocca, salivava copiosamente così che le spesse labbra scivolando sul membro mi facevano provare un piacere raffinato.
- Dolcissima Uba. . . é meraviglioso quello che fai! Ahhhh. . .
Mi abbandonai in estasi col pene soavemente sollecitato dalla bocca che lentamente mi portava al godimento. Gina guardava incantata il viso nero che senza posa si avvicinava e si allontanava dal mio ventre ingoiando il cazzo duro.
Gli occhi di Uba non abbandonavano i miei occhi spiando il salire del mio piacere. Si fermò più volte stringendo le labbra sotto la cappella trattenendola mentre sentivo la sua lingua muoversi velocemente sul nascere del condotto spermatico facendomi delirare:
- Ahhh. . . mhhh come ci sai fare. . . ahhh sei stupenda. . . stupenda. . .
Muoveva le mani sui testicoli bagnati dalla saliva che colava copiosa, mi accarezzava fra le cosce. . . Le dita calde si fecero indiscrete scendendo fra le mie natiche. . . Ohhh sapeva come alimentare la mia libidine!
Persi la nozione del tempo, il piacere aumentava, aumentava finchè superò la soglia. Con un grido rauco presi ad eiaculare! Uba non si fermò, ma continuò ad andare avanti e indietro sul membro che sobbalzando scaricava il suo piacere.
- Godo. . . ahhh godo! Oh che bello. . . ohhh prendi. . .prendi. . . mhhh. . .
Il mio piacere debordò dalla sua bocca; gocce chiare colarono lungo la verga inseguite dalla bocca che scivolando su di essa portava il mio piacere alle stelle, i miei sobbalzi continuarono ancora infine cessarono.
Solo allora Uba sollevò il viso e voltatasi verso Gina con uno sguardo di fierezza socchiuse le labbra mostrando lo sperma che aveva in bocca prima di trangugiarlo. Rivolse ancora lo sguardo al pene ora ricoperto di una patina lucida, vi passò la lingua nettandolo con la cura che ha la gatta col suo piccolo, infine lo lasciò.
- Voilà, monsieur est servi!
Sorrise timidamente con le labbra bagnate, presi il suo viso fra le mie mani facendola alzare e deposi un bacio sulla bocca che mi aveva dato così tanto piacere poi espressi la mia gratitudine:
- Sei stata stupenda, grazie!
Anche la mia amica la baciò cercando nella sua bocca il sapore del maschio. Quando si separarono esclamò:
- Mon ami en a de la chance. . . s'il n'etait pas si tard moi aussi j'aurais voulu mais. . . nous devons aller!
Ci rivestimmo mestamente, i miei pantaloni asciutti strofinati sul davanti testimoniavano dell'irruenza del mio primo coito con Uba. Uba scese con noi accompagnandoci alla macchina, ci salutò ringraziandoci.

L'indomani ci alzammo che era ora di pranzo, fu Uba a servirci, nel farlo si chinò su di noi per dire raggiante:
- J'ai bien dormi vous savez?
Dopo andammo in spiaggia, Gina rilassata guardò appena le altre ragazze, passeggiammo sul lungomare poi rientrammo per cena. Fu ancora la nostra cameriera a servirci; la mia amica gli diede il numero della nostra camera invitandola a raggiungerci, Uba annuì.
Passeggiammo ancora godendo la brezza della notte, tirando tardi poi ci ritirammo, facemmo la doccia. . . verso le undici udimmo dei passi leggeri. Uba entrò, Gina ed io andammo a riceverla.
-Vous m'attendiez? Je suis fatiguèe, laissez moi faire une douche avant!
Gli facemmo vedere il bagno e mentre sentivamo scorrere l'acqua ci spogliammo e ci allungammo sul letto; la mia amica disse ironica:
- Il suo pene si sta drizzando, non aveva mai scopato una ragazza di colore?
- No, non sarà mica gelosa. . . vedo che anche lei é eccitata, non è così?
- Gelosa no ma. . . se vuole il suo cazzo dovrà prima vedersela con me. . . Non potè terminare, Uba si stava avvicinando.
La guardammo come se la vedessimo per la prima volta! Si era asciugata frettolosamente, delle gocce minuscole brillavano imprigionate fra i peli del suo pube, Mentre saliva sul letto potemmo ammirare i suoi stupendi seni pendere come frutti pronti ad essere colti.
Si allungò fra di noi, non sapevo le intenzioni di Gina ma decisi di assecondarla. Uba ci guardava vogliosa, era talmente desiderabile che se fosse dipeso da me. . . Ma conoscendo la fantasia della mia amica lasciai a lei l'iniziativa. Si chinò subito sul viso nero sfiorando con le sue le labbra tumide che si socchiusero.
- Cherie, mon ami e moi aimerions profiter de ton joli corps pur en prendre un plaisir. . . special!
Uba trasalì, la lingua dell'italiana lambiva adagio le spesse labbra mentre sentiva i capezzoli ergersi sotto le dita che li stuzzicavano sapientemente. sospirò:
- Oui, j'ai envie. . . j'ai envie! Que voulez vous me faire. . . oh dites le moi!
Gina applicò la bocca su quella Uba suggendo piano la lingua che quella gli tese poi:
- Je veux jouir sous ta langue en te léchant entre la chatte!
- Ohhh. . . je veux bien! Et monsieur? J'ai vu comme sa pine bande. . .
- Monsieur trouvera bien la façon de prendre son plaisir!
La baciò lungamente, le sue mani percorrevano il corpo nero scendendo lente dopo aver a lungo accarezzato i bei seni. Le mani bianche si muovevano adagio sul ventre teso, seguirono la curva delle anche, scesero le belle gambe, ne risalirono l'interno sfiorando appena la pelle delle cosce che si aprirono.
Gina si sollevò guardò il bel corpo languidamente disteso che si offriva senza pudore, il petto ansante, la vulva dischiusa come un richiamo. . . Disse:
- Mio caro, é così sensuale che. . . ho rabbia di sentirmi così eccitata! Mi piacerebbe portarla ad una lussuria tale da farle invocare l'orgasmo, farla urlare di piacere e goderne abbeverandomi alla bocca del suo ventre. . .
Uba ci guardava senza capire; anch'io mi ero sollevato e guardavo la mia donna china sul ventre nero, la sua bocca fu attirata dalla bella vulva. . . Allungò la lingua nel taglio esposto. . .
- Mhhh que c'est bon! Oh venez sur moi, je veux vous lècher aussi!
La lingua della mia amica passava nella vulva della cameriera leccando le carni delicate fra le spesse labbra, separando le piccole labbra scure, saettando nella vagina socchiusa. Uba con un lungo sospiro sollevò le ginocchia portando i talloni contro il sedere. Spalancò le cosce offrendosi col bacino sollevato.
- Amico mio, si allunghi sotto di lei, presto!
Ubbidii passando i fianchi sotto Uba. Uba sollevò il capo poggiandolo sulla mia spalla; sentii sul ventre le natiche della ragazza mentre la verga tesa sfiorava con l'asta il sesso caldo. Sospirò:
- Ohhh. . . que voulez vous. . .
Gina scavalcò entrambi rimanendo aperta sopra di noi, le ginocchia poggianti ai lati dei nostri corpi, parlò sui nostri sessi.
- Je veux jouir sous ta bouche en te léchant pendant que mon ami. . .
Uba fissava il sesso della bianca spalancato sui nostri visi. Gina esibiva la sua intimità eccitata dal profumo e dal sapore della vulva che aveva ripreso a leccare adagio. Uba facendo forza sulle gambe si offriva sospirando, la bocca della mia amica si spostò, la sentii scendere sul mio pene in una carezza così soave che anch'io mi sollevai ma lei lo lasciò per esclamare:
- Oh ils sont beaux vos séxes. . . Cherie, tu es toute mouillèe. . . Oh la pine de monsieur! Oh la la. . . elle est dure! Tu la veux cherie?
Dai movimenti della cameriera capii che la sua vulva era nuovamente oggetto delle attenzioni della mia amante.
- Oui. . . ouiii. . . faites moi jouir! Je veux votre langue. . . oh je sais où monsieur veut mettre sa banane. . . son cazzò. . . mhhh donnez le moi mais. . . laissez moi vous lécher madame. . .
Gina aveva aperto maggiormente le ginocchia portando il sesso a sfiorare le labbra della cameriera. . . Quello che seguì fu osceno ma per me terribilmente eccitante! La lingua rossa passò e ripassò fra le labbra aperte della vulva bellissima; la mia amante muovendo avanti e indietro il bacino offrva il sesso all'esplorazione della lingua che vedevo muovere nel lungo taglio, inseguire il clitoride con rapide leccate che la facevano gemere.
Anche Uba gemendo sollevava e abbassava il sedere, le mani aggrappate alla groppa bianca ad attirare il sesso sulla sua bocca, saettare la lingua nell'apertura della vagina. La bocca di Uba era talmente vorace che Gina si sottrasse sollevando il bacino.
Ne approfittai, con uno sforzo sollevai il corpo di Uba e scivolai tutto sotto di lei. Presi i seni duri nelle mie mani stuzzicando i capezzoli già tesi. La ragazza si lamentò dolcemente:
- Ahhh madame. . . regardez, je suis ouverte pour vous! Oui. . . l‚chez moi encore, je veux votre bouche et. . . la pine de monsieur!
Si sollevò ancora, la sua mano scese sotto di lei, afferrò il pene, lo raddrizzò puntandolo fra le sue natiche, sull'ano caldo. . . Sentendo sopra il glande il conturbante pertugio strizzai le sue mammelle, Uba con un gemito mi incitò a penetrarla:
- Mhhh oui. . . donnez moi votre pine. . . entrez dans mes fesses! Oui. . . ahhh poussez. . . encore. . . ahhhh. . .
Stavo spingendo, dovetti più volte far forza sulle reni poi sentii sotto la cappella lo schiudersi dell'anello dell'ano che avevo aperto. La sua mano lasciò la verga ma Uba rimase sollevata gemendo per i miei assalti che con ripetuti colpi cacciavano il membro in fondo al suo meraviglioso culo. Solo allora si adagiò sospirando:
- Oh vous étes en moi!
Ansimavo per lo sforzo compiuto ma ero nei suoi glutei, ne sentivo il calore! Ebbi una contrazione, la ragazza sospirò, accarezzai piano i suoi seni; erano sodi, lisci, i capezzoli fra le mie dita erano talmente tesi che gemette appena li strofinai.
- Ahhh. . . j'aime ce que vous faites. . . mhhh j'aime sentir votre penis! Oh je veux jouir avec votre verge dans le cul! Oui je veux. . . ahhh! ! !
Sollevò nuovamente il bacino, mi sollevai anch'io, sentii l'alito della mia amante sui testicoli, udii il rumore bagnato della lingua che lappava la vulva della cameriera estasiata. Il sesso di Gina fu ancora alla portata di Uba che vi applicò la bocca, le due sospirando si leccavano voluttuosamente. Partecipavo alla loro lussuria scorrendo nei glutei caldi della ragazza con lunghi colpi di reni che scuotevano le donne avvinghiate.
Soffiavo come un mantice, il pene soavemente massaggiato dall'ano che Uba riusciva a tenere rilassato per agevolare il suo scorrere, il suo strusciare fra le natiche prima di riempirle il culo. . . Ogni affondo veniva accompagnato dal gemito della ragazza in delirio; Gina si sottrasse sollevando il bacino, staccando la bocca lasciando la cameriera ancora inappagata che supplicò:
- Encore. . . je vous en prie! Mhhh. . . comme je suis excitèe. . . ohhh. . .
Era rimasta sollevata per lasciarsi inculare, il piacere colando dalla sua vulva lubrificava il membro che scorreva nell'ano aperto. Gli occhi erano fissi sul sesso dell'italiana i cui umori bagnavano la sua bocca. Supplicò ancora :
- Ahhh jouir avec une pine dans les fesses. . . ohhh léchez moi. . . mhhh finissez moi. . . ahhh vous ne voulez plus ma langhe? Oui. . . maintenant. . . prenez la ma chatte. . . ah sucez la. . .
- Oui, oui cherie. . . caro. . . continui. . . la inculi forte! Ahhh voleva sborrare nel suo culo no? Allora goda. . . goda. . .
Capii che era giunto il momento, Uba aveva allungato la lingua facendola andare come una frusta nella fica della mia donna. Gina ora dimenava il viso fra le cosce di Uba leccando perdutamente la vulva aperta, soffiando sul pene che come un ariete entrava e usciva dal culo nero mentre con rapidi colpi di reni cercavo il piacere nelle calde interiora.
Era la prima volta che inculavo una donna con tanto ardore! I miei colpi scuotevano le due sollevandole, si leccavano gemendo prossime all'orgasmo bevendo gli umori che colavano copiosi dai loro sessi. Il piacere salì in me prepotentemente e raggiunse il culmine quando Uba in orgasmo strinse spasmodicamente l'ano rallentando la corsa del membro che continuavo a far andare selvaggiamente fino a farla urlare.
- Ohhh vous me faites mal. . . mhhh non. . . n'arretez pas! Ashhh quelle jouissance. . . oui, enfoncez vous en moi. . . ouvrez mon anus. . . ah. . . ah. . . remplissez moi du jus de vos couilles!
Ci muovevamo all'unisono formando un quadro osceno, urlante. . . Uba strinse lo sfintere, l'ano massaggiò il pene col suo morbido anello facendomi eiaculare. Godetti stringendo le sue mammelle, plasmandole, tirando i capezzoli dolorosi ed irti. Il membro sobbalzò scaricando lunghi getti di sperma nelle interiora della cameriera, debordando, lubrificandola fra le sue natiche mentre lei beveva il piacere della mia amica.
Fu per tutti un orgasmo lungo e spossante, la stanza si empì dei sospiri, delle invocazioni del nostro piacere, i nostri corpi sussultarono, le lingue rallentarono nelle vulve. . . Il mio pene continuò ad andare nelle natiche bagnate della ragazza finché questa con un grido appoggiò il sedere sul mio ventre muovendolo avanti e indietro per scorrere ancora sul pene, facendomi sentire gli spasimi che facevano fremere il suo bel culo.
Rimanemmo a lungo immobili poi Gina si liberò e con un sorriso porse le mani alla ragazza aiutandola ad alzarsi. Mi alzai anch'io seguendo le due che abbracciate si diressero verso il bagno.
Uba era piena di vergogna per il coito anale al quale aveva acconsentito, per le natiche che sentiva impiastricciate dallo sperma che lento colava rigando l'interno delle sue gambe. Giunti nella doccia vidi che piangeva, mi avvicinai per consolarla.
- Perdonami, sono stato brutale. . . ti ho fatto male?
Gina tradusse le mie parole, Uba sorrise fra le lacrime.
- Non. . . non mais. . . j'ai honte!
La mia amica la consolò coprendo il viso bagnato di piccoli baci:
- Tu ne dois pas voyons! Tu sais. . . dans le plaisir tout est permis! Mon ami aime enormèment se soulager dans les fesses des femmes, moi j'aime ça. . . et toi?
- Je ne l'avais jamais fait mais. . . oui, j'ai joui tellement. . .
Gina aprì il getto e lavò le gambe della ragazza, la groppa bellissima senza che Uba protestasse, lavò il mio pene molle ed inerte. . . Dopo un po scherzavamo, spingendoci sotto il getto, spruzzandoci ridendo come dei colleggiali. Infine uscimmo asciugandoci a vicenda poi Uba si rivestì, diede ad entrambi il bacio della buonanotte e silenziosamente se ne andò.
Era la nostra ultima settimana di vacanza, Gina era rilassata e felice, facemmo delle nuotate, ci crogiolammo al sole procurando di non scottarci per non perdere nessuna delle nostre serate.
La cameriera ci raggiungeva in camera dopo il suo lavoro allietandoci con la sua compagnia. Le nostre serate non erano mai uguali, Gina fece sfoggio di tutta la fantasia erotica che Uba ed io assecondavamo traendone un piacere che ogni volta si rinnovava.
Uba perse la sua ritrosia offrendo senza ritegno il corpo alla nostra lussuria, godendo delle nostre carezze, prodigandosi nell'anticipare i nostri desideri lasciandoci a notte fonda appagata e felice.
Le donne cominciavano invariabilmente con carezze che si protraevano finché mi invitavano ad intervenire. Aspettavo quel momento, allora non mi negavano nulla prodigando le loro attenzioni al mio pene con gridolini di gioia, facendo a gara nel riceverlo in quelli che Gina chiamava gli anfratti del mio piacere.
Furono momenti indimenticabili fatti di folli cavalcate col membro immerso nelle vulve grondanti, nelle groppe frementi. A volte mi chiedevano di montarle mentre strusciavano i loro seni baciandosi voluttuosamente, sfregando i loro sessi nei quali immergevo alla cieca il membro duro uscendo da uno per entrare nell'altro ugualmente voglioso.
Non di rado la tentazione di entrare nelle natiche della femmina che era sopra era troppo forte perché potessi resistervi; nessuna delle due si sottraeva quando sentiva il glande premere nei loro emisferi limitandosi ad aprire maggiormente le gambe per facilitarne la penetrazione. Godevamo senza ritegno soffocando le nostre grida per non svegliare gli altri clienti.
I giorni volavano veloci e finirono troppo in fretta. Partimmo la domenica mattina passando da Tolone per accompagnare la nostra amica a visitare il marito in carcere. Uba pianse durante tutto il viaggio e quando ci lasciò, ci chiese di ritornare l'anno venturo. Guardammo la sua figura aggraziata allontanarsi tristemente.
Il viaggio di ritorno fu triste, senza storia, lo facemmo quasi senza parlare. Accompagnai la mia amica poi andai a casa, dopo una doccia andai a dormire. Le vacanze erano finite!
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