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Lui & Lei

Le Mie Donne: Nora - 1


di Giangi57
18.08.2022    |    629    |    0 8.0
"Facemmo all'amore in modo tradizionale seppure a più riprese astenendomi dal richiedere alla signora prestazioni alla quale si era abituata, malgrado mi..."
Le Mie Donne: Nora - 1


- Leo ? -
Mi girai alquanto sorpreso, chi mi apostrofava in quel modo era una ragazza bruna; stentai a riconoscere in lei la figlia della signora Martini mia amante da alcune settimane. Eppure era proprio lei, Nora che mi sorrideva come se avesse incontrato un vecchio amico.
- Mi riconosci? Alla festa... ricordi? -
Era graziosa col suo berretto sbarazzino dal quale uscivano i capelli lunghi, sciolti, il nasino arrossato per il freddo pungente, il sorriso timido, timorosa che mi fossi dimenticato di lei. Strinsi la manina gelida.
- Certo che ti riconosco, sei Nora! -
Sospirò sollevata, si guardò attorno salutando i compagni di classe che si allontanavano infreddoliti, rabbrividì poi:
- Mi accompagni? - chiese aggrappandosi al mio braccio.
Presi i suoi libri avvolti da un elastico e ci incamminammo parlando della scuola, dei professori, di quello che voleva fare dopo il diploma... Ben presto fummo sotto la casa che conoscevo bene.
- Sali? Se ti accontenti di un panino sei mio ospite! -
Cercai di obiettare che pranzavo al convitto dei padri gesuiti ma lei insistette:
- Dai, la mamma non c'é e io non ti mangio di sicuro! -
Dovetti accettare. Una volta in casa, si tolse il cappottino sotto il quale portava un maglione e dei jeans scoloriti e lisi come usano ora, e gettò il berretto sull'attaccapanni. C'era un caldo piacevole, mi tolsi il giaccone, Nora corse al frigorifero e in men che non si dica eravamo seduti a tavola addentando due panini al prosciutto, ridendo e scherzando come fanno tutti i giovani quando sono insieme.
- Il sabato quando sono sola preferisco farmi un panino, così non ho piatti da lavare e ho tutto il pomeriggio libero perché la mamma é dalle amiche. -
Sapevo che la signora Martini dedicava il sabato alla partita a carte con altre signore come lei, ma mi sentivo a disagio davanti alla figlia ignara del nostro rapporto e che intanto continuava a parlare. Mi ero sbagliato su di lei, era se non bella, molto graziosa.
Il musetto simpatico e sorridente metteva tenerezza, se fosse stata un'altra credo che mi sarebbe piaciuto farne la mia ragazza, ma non potevo! Cercavo un modo di svignarmela senza offenderla, una scusa, ma continuava a parlare, a parlare, finché ad un tratto fece la domanda che temevo.
 Ti ricordi proprio tutto della festa? -
Me lo chiese con un sorriso lievemente iroLeo , la testolina inclinata, poiché si era alzata, mi alzai anch'io. Era talmente graziosa che sentii svanire i miei buoni propositi. Posi le mani sui suoi fianchi attirandola, lei chiuse gli occhi rovesciando la testa.
Fu un bacio dolcissimo, schiuse le labbra alla lingua che insinuai fra i suoi denti e lentamente aprì la bocca lasciandomi tuffare in essa mentre cingendomi il capo con le braccia aderiva a me con totale abbandono. Avevo quasi dimenticato com'era fresca la bocca di una fanciulla e com'erano morbide le loro labbra quando si stringono alla mia lingua per accarezzarla, per suggerla, com'era bello udire i loro sospiri mentre muovono il viso avvitando la loro bocca per lasciarsi esplorare le labbra, le gengive, il palato, quando un dolce affanno solleva i loro seni...
L'erezione avvenne lentamente, fu piacevole sentire come il pene sollevandosi si insinuava fra i nostri ventri incollati imponendo prima timidamente poi prepotentemente la sua dura presenza. La ragazza lo sentì, scostò il viso, i suoi occhi luccicavano di una luce particolare mentre diceva:
- Mi aspetti? Faccio in un attimo! -
Si allontanò rapidamente. Se volevo andarmene quello era il momento, ancora un poco e non avrei più potuto! Udii scorrere dell'acqua, poi una porta battere...
- Vieni Leo , sono qui! -
Seguii il suono della voce. Lungo il corridoio l'unica porta aperta era quelle della sua cameretta, entrai. Nora mi voltava la schiena, stava togliendo dal lettino l'orsacchiotto e gli altri pupazzi seduti che sembravano guardarmi. Mi avvicinai prendendola per il vitino.
- Cosa stai facendo? - chiesi.
Si raddrizzò, la schiena contro il mio petto, sollevò le mani dietro la mia nuca premendo sul mio capo mentre posavo le labbra sul suo collo. Reclinò la testa lasciandosi baciare la pelle delicata sotto l'attaccatura dei capelli nerissimi, rise nervosamente, poi improvvisamente disse:
- Ricordi? Ti devo una scopata! -
Spostai le mani sotto il suo maglione incontrando la pelle nuda del ventre, le feci risalire. Il reggiseno era l'uLeo indumento che portava sotto, chiusi le mani sui suoi seni, erano pieni, sodi...
- Non sei obbligata sai? - sussurrai sul suo collo.
- Lo voglio! -
Sollevai il maglione, lei alzò le braccia, si girò rimanendo in quella posizione mentre lo sfilavo. Peli lunghi e fini ombreggiavano le ascelle di una macchia scura che rivelava inconsciamente il colore del vello che sicuramente ricopriva il suo pube. Le donne che si depilano non sanno quanto sia eccitante la vista dei peli ascellari così simili ai peli pubici che il vederli esercita sempre sugli uomini un forte richiamo sessuale. Per me era così perché la ragazza non fece in tempo ad abbassare le braccia che avevo immerso il viso nel ciuffo il cui lieve sentore di sudore agìva da afrodisiaco.
- Mi fai il solletico! -
La ragazza ridendo si contorse cercando di sfuggirmi, abbassò le braccia. Rideva ancora quando la baciai, questa volta fu lei a spingere la lingua nella mia bocca muovendola languidamente. Le mie mani sulla sua schiena trovarono il gancetto, lo sciolsero. Sentii le sue mani armeggiare sulla patta dei miei jeans, la cerniera scendere, una mano insinuarsi, estrarre il mio pene...
Scostò il viso dal mio e sorrise compiaciuta e complice mentre le sfilavo il reggiseno, abbassò lo sguardo, infine si inginocchiò. Il pene che aveva perso la rigidità di prima faceva una gobba nelle sue mani il cui calore lo aveva fatto gonfiare. Lo prese adagio in bocca scivolando su di esso con le labbra, delicatamente come una bambina prende in bocca un gelato, attenta a non stringerlo, aiutandosi con la lingua per sentirne il sapore e come una bambina prese a succhiarlo adagio muovendo le labbra avanti e indietro mentre slacciava la mia cinta e faceva scendere i jeans alle mie caviglie.
L'erezione avvenne rapidamente, la ragazza lo liberò ma prese a lambirlo scendendo lentamente lungo l'asta con piccoli colpi di lingua. Allargai le gambe allorché rovesciando il capo aprì la bocca sotto i testicoli che prese a leccare.
I suoi capelli solleticavano l'interno delle mie cosce, ci sapeva fare la ragazza! Guardavo smarrito il mio membro pesare sulla sua fronte, contro il nasino freddo, il glande fra i capelli neri che lo solleticavano, sentii la sua bocca aprirsi, prendere una delle palle... Respinsi il suo capo.
- Nora... no, non così! -
La ragazza che si era scostata fece oscillare la verga con la mano facendola urtare contro il suo viso.
- Oh il tuo cazzo! Mi piace... é il primo che vedo così grosso! Mi piacerebbe farti una pompa ma non vorrei che poi... non conosco la tua resistenza, più tardi magari o un'altra volta. Adesso ho voglia di scopare!
La costrinsi ad alzarsi, lei portò le mani alla sua cinta, le scostai e aprii i suoi jeans, mi chinai per farli scendere lungo le sue gambe. Come molte ragazze non portava mutandine, vedendo la macchia dei peli, mi inginocchiai seguendola ginocchioni contro il letto dove si appoggiò. Sollevò una gamba poi l'altra aspettando che sfilassi l'indumento rimanendo poi immobile mentre guardava compiaciuta il modo in cui i miei occhi percorrevano il suo corpo impudicamente esposto.
- Sei bella! - dissi ammirato.
Più che bella, era p ce. Mi sentii arrossire per il confronto che senza volerlo stavo facendo con sua madre; Erano i seni a farmi venire in mente la signora Martini! Erano della dimensione di due grosse mele la cui rotondità era interrotta dai rilievi delle aureole larghe e insolitamente scure. I capezzoli erano piccoli ma deliziosi, tesi in modo impertinente, la vita era sottile, la rotondità delle anche diceva che sessualmente non era più una ragazzina, le gambe erano lunghe, diritte, le cosce magre come le hanno le adolescenti.
I peli che decoravano il basso del suo ventre nascondevano la vulva che solo l’umidore in corrispondenza dell’apertura della vagina rivelava, le pieghe inguinali erano libere e lisce. Vedendo che guardavo il nero cespuglio, divaricò leggermente le gambe.
- La vedi? - chiese.
- Che cosa? -
- La mia passera, é bella sai? Aspetta! -
Portò le mani al pube, le dita frugarono i peli, premettero... La vulva che prima era semi-celata dalla fitta peluria si aprì mostrando la carne rosa e le labbra sottili, sporgenti che terminavano in alto nella protuberanza della clitoride, adorabile crestolina che si assottigliava fino alla congiunzione delle labbra carnose mantenute aperte dalla fanciulla. Riccioli neri filtrati dalle dita ombreggiavano la fica che la ragazza mi offriva in maniera impudica ma deliziosa nella sua spontaneità.
L'orifizio della vagina era dischiuso come in attesa dell'omaggio che solo un pene poteva tributare. Al di sotto, vedevo la dolce valle formata dalle natiche il cui interno era ombreggiato da peli radi, nerissimi.
- Allora, ti piace? - la sua più che una domanda era un invito. Deglutii.
- Oh sì, é... bellissima! - risposi avvicinando il viso.
Il profumo delicato delle sue carni colpì le mie narici mentre applicavo la bocca alla soave fichetta, lei allontanò le dita. Udii il letto scricchiolare mentre la ragazza vi poggiava le mani per protendere il ventre e aprire maggiormente le gambe offrendosi interamente.
La baciai lentamente, il naso solleticato dai peli soffici, il viso fra le cosce calde, lisce... Assaporai il bel sesso muovendo la lingua per sentire le labbra intime sottili e turgide, giocando con esse, separandole per percorrerne la valle.
Il corpo inarcato della fanciulla offriva lo scorcio del ventre piatto, dei seni che si innalzavano come monti gemelli con in cima gli adorabili bottoncini dei capezzoli tesi in mezzo ai rilievo delle aureole lievemente sporgenti più grandi di quelle della maggioranza delle ragazze della sua età, le mammelle erano ben attaccate e distanziate quel tanto da farmi desiderare di immergermi nella valle deliziosa che formavano. Il viso non potevo vederlo ma udivo i sospiri di gradimento per l'omaggio che rendevo al sesso che già stillava gli umori del suo desiderio.
La posizione che aveva assunto mi permise di spingermi oltre la fichetta, sentii il tratto breve del pelvo poi l'inizio delle chiappette e nell'avvallamento, la rosellina dell'ano che osai stuzzicare con la punta della lingua.
- Non cosi... non così... - disse quasi supplicando.
Si lasciò andare all'indietro sulla schiena sollevando alte le gambe aperte. Rimasi in ginocchio incantato davanti ai tesori della femminilità della ragazza esposti senza pudore come se fosse naturale per lei offrirsi in quel modo. I peli appiccicati attorno dalla mia saliva non nascondevano più la vulva che appariva ancora più nuda e... follemente desiderabile con le piccole labbra dischiuse e pulsanti.
Le chiappette aperte rivelavano l'ano bruno che la mia lingua aveva bagnato, come aveva bagnato l'inizio delle natiche con i peletti incollati alla pelle. Appena sentì il mio alito fra le cosce, la ragazza agganciò con entrambe le mani le gambe sotto le ginocchia attirandole contro di se ai due lati del busto rimanendo come spezzata in due.
Fu in quella posizione che leccai ancora la bella fica gustando il sapore delle carni impregnate dal suo desiderio, imprigionando fra le mie le sue labbra intime, facendo il giro del sesso aperto, flagellando la crestolina della clitoride, scendendo per immergere la lingua nella vagina dove il sapore era più forte, cullato dai sospiri estasiati della fanciulla, dai gemiti modulati dalle mie leccate, ritornando sempre sulla dura crestolina per udire la sua voce salire di intensità, incitandomi, supplicandomi.
- Ahhh... mi piace come... la lecchi! Mhhh... ci sai fare! Ahhh... ti piace... la mia passera? Oh sì... baciala... leccala... ahhh è tua... tua! Ahhh... così mi farai... venire! Ahhh... basta... basta...
Lasciai la vulva della ragazza in delirio e approfittando del suo stato di estrema eccitazione spostai la bocca fra i glutei aperti ed esposti percorrendone il solco avidamente, spingendo con le mani il sedere, sollevandolo per esplorarlo tutto, il viso fra le natiche soffici e compatte, scendendo poi con la lingua fino ad incontrare il bottoncino dell'ano che leccai avidamente picchiettandolo con la punta, cercando inutilmente di forzarlo.
- Leo ! Ahhh... cosa fai... no! Sei un... porco sai? No... non voglio... ma... mi piace... mi piace... Mhhh... basta... basta...
Lasciai a malincuore il bel culetto e mi alzai. Nora, il viso alterato dal desiderio che i miei baci avevano portato al parossismo mi guardava con occhi luccicanti ma era come se non mi vedesse. Il sedere era ancora sollevato nelle mie mani, lo abbassai per portare la vulva all'altezza del mio membro poi mi piegai su di lei e appena sentii contro il glande la morbidezza del sesso in attesa, spinsi e d'un colpo entrai nel suo grembo.
- Ahhh... sai come... si scopa una ragazza!
Vedendo che scrutavo il suo viso chiuse gli occhi. Oh com'era calda dentro Nora! La vagina nella quale scorreva il mio pene era talmente bagnata che la quasi totale mancanza di sfregamento fra i sessi faceva salire il piacere troppo lentamente in me, allora lo cercai menando colpi che scossero il corpo inerte.
Era come priva di sensi Nora, solo un lieve lamento saliva dalla sua gola ogni volta che il membro affondava e le mie cosce battevano contro i suoi glutei schiacciando i testicoli nelle chiappe aperte, sul buco bagnato e caldo del suo culo.
- Mhhh... mhhh... Le mammelle erano tanto sode che tremavano appena ad ogni colpo che riceveva.
- Mhhh... mhhh... I capezzoli tesi ritmavano la mia monta descrivendo nell'aria piccoli cerchi. Lei vi portò le mani massaggiandone le punte coi polpastrelli delle dita che prima aveva portato alla bocca per bagnarli di saliva.
- Mhhh... mhhh... Le labbra si socchiusero sui denti candidi, gli occhi si aprirono sognanti. Mi vide avvicinare il viso, aprì la bocca al bacio che fu dolcissimo, la sua lingua premette la mia contro il suo palato, mi succhiò avidamente gemendo per gli affondi che ora si facevano più rapidi, passò le braccia attorno al mio collo stringendomi appassionatamente.
Cielo com'erano sodi i suoi seni e irti i capezzoli che graffiavano il mio petto, com'erano calde le cosce che accarezzavano i miei fianchi mentre la penetravo come un forsennato.
- Ahhh... ahhh... mi fai godere... mi fai godere... mhh... Oh... ahh... Sei bravo con il... cazzo! Mhhh... mhhh....
Era bellissima nel godimento come tutte le donne quando si danno interamente, il suo grembo era caldo e trasmetteva al mio pene i fremiti del suo imminente orgasmo. Mi offrì la lingua rosa che leccai avidamente facendo scorrere piano il membro fin quasi ad uscire dalle sue carni, poi continuando a lambire la cara appendice, affondai sospirando:
- Ohh si... così, dammela... sai come dare la fica... -
- Eccola... per il tuo bel cazzo! -
- Ahh prendilo é tuo... per la tua deliziosa fichetta! -
Godeva senza ritegno facendo forza sulle gambe per venire incontro al membro, ricevendolo con piccole grida felici. Raddoppiai i colpi scuotendo il giovane corpo, la montavo con frenesia, cercando il piacere nel suo ventre, ancora e ancora, i testicoli urtavano le belle natiche mentre il pene come un ariete si faceva strada nelle carni bagnate e calde.
- Ahhh... ahhh... E' bello sentire il tuo cazzo nella pancia! E' bello scopare con te... -
Passò le braccia attorno al mio collo, puntai le mani ai lati del suo capo e mi inarcai. Nora rimase sospesa, le braccia e le gambe strettamente avvinghiate al mio corpo e il membro interamente immerso nel suo grembo.
- Oh cara... cara... cosa vuoi fare? -
Non terminai, gli occhioni verdi avevano una luce insolita, quasi disperata mentre una espressione sofferente piegava la sua bocca.
- Leo , sto per venire! -
Posai la bocca sulla sua in un lungo bacio, lei si irrigidì sulle gambe e sulle braccia, sentii la vulva scorrere lungo la verga mentre i capezzoli tesi della ragazza strusciavano contro il mio petto. La fanciulla gemendo nella mia bocca oscillava adagio facendomi sentire la sconvolgente carezza della vagina nei primi spasimi dell'orgasmo.
- Non resisto... ohhh fammi godere adessoooo! ! ! -
Lasciò il mio collo e ricadde sul cuscino a braccia larghe, la presi sotto il sedere e sollevandomi la penetrai con lunghi colpi di reni che scossero il suo corpicino facendo oscillare le belle tette mentre la ragazza urlava il suo piacere.
- Ah godo... dammelo... Ahhh che bello... ahhh sto... venendo! -
Era bellissima, il corpo flessuoso piegato ad arco toccava il giaciglio solo con l'estremità del capo, i bei seni tremolavano ad ogni colpo che affondavo, stringevo le sua chiappette, le dita nel solco del culo delizioso erano bagnate degli umori della fica in calore. Ora godevo anch'io, la calda fica accarezzava la verga eccitata e dura mentre entrava e usciva di fra le belle cosce trasmettendomi un piacere che aumentava ad ogni affondo finché...
- Ah cara... anch'io godo... oh é calda la tua fica! Ahhh... -
- Ihhh... sto venendo! Ahhh... amore, adesso... adessooo! Ahhh!!! -
Vedendo il bel corpo scosso dall'orgasmo accelerai i colpi nel giovane grembo facendole oltrepassare i limiti del piacere e venire con piccole grida e contorcimenti mentre continuavo ad andare in lei con una sorta di rabbia per il piacere che stava per sfuggirmi.
Nora ormai sazia si muoveva tutta venendo incontro al pene, stringendo e rilassando la vagina nel tentativo di assecondare il mio godimento poi vedendomi ansante per lo sforzo, si sottrasse e sorridendomi dolcemente si mise in ginocchio e chinandosi poggiò le mani sul letto, poi:
- Ora sì che posso fartelo un pompino! -
Calò la bocca sul pene duro e cominciò ad andare su e giù con le sue labbra morbide, poi non ancora contenta si staccò.
- Sali sul letto e... appoggiati! - ordinò.
Mi fece posto mentre salivo sullo stretto lettino, le spalle contro il muro, seduto sui talloni col membro oscenamente ritto. Prese posto fra le mie ginocchia divaricate e afferrata la verga con entrambe le mani calò nuovamente il viso.
Fu un bocchino delizioso, potevo vedere le sue labbra andare e venire ingoiando l'asta fino in fondo alla sua gola, aiutandosi con le mani per farmi godere.
- Ahhh che bello... - esclamai estasiato.
La ragazza si staccò spalancando gli occhi sul mio viso. La bocca cercò ancora il membro che pulsava eccitato inseguendolo con la lingua, facendo salire la mia libidine alle stelle mentre mi leccava la cappella, il condotto, giù lungo tutta l'asta.
- Mhpff... mhpfh... - faceva la bella mentre le labbra dolcissime mi procuravano un piacere che aumentava sempre più facendomi pronunciare parole estasiate.
- Ohhh... mi stai facendo godere! Aspetta! Ohh prendilo... -
Facendo forza sulla schiena, spinsi il pene nella sua bocca, lo ritirai, lo spinsi ancora... Lei mi assecondò fermandosi a bocca aperta mentre il membro andava su e giù fra le sue labbra
- Mhhh... - faceva facilitando la mia penetrazione, schiacciavo a piene mani i seni durissimi, aggrappandomi ad essi per penetrarla, ne pizzicavo i capezzoli per eccitarla.
- Ahhh... mhhh... -
Il pene andava nella bella bocca, copiosamente lubrificato dalla sua saliva che colando lungo l'asta, bagnava le mani che ne trascinavano la pelle.
- Prendi cara... oh prendi... prendi... -
Urlai agitandomi, premendo le spalle contro il muro e scorrendo fra le labbra dolcissime con lunghi colpi di reni ascoltando il piacere che dal pene si irradiava in tutto il mio corpo.
- Ohh cara, prendi... succhia. Mhhh... mi piace la tua bocca... é come la tua fica! Mhhh... mi fa godere... mi fa godere... -
Ero agli stremi, le ondate di piacere stavano per sommergermi, infine urlai.
- Sto per venire... mhhh adesso, adessoooo... Ahhh... ahhh!!! -
Era troppo bello per durare, il mio orgasmo colse Nora all'improvviso ma non si scosto neanche quando eiaculai con lunghi schizzi che riempirono la sua bocca. La vidi ingoiare, mi fermai stremato dal piacere, allora fu lei a scorrere sul membro facendo andare il capo su e giù, su e giù, succhiandomi voluttuosamente, rendendo il mio godimento sublime.

Rannicchiati sullo stretto lettino, la baciai. Il sapore particolare che trovai nella sua bocca mi fece vergognare. Arrossii mio malgrado ricordando che anche con sua madre era stato così la prima volta. Volli scusarmi.
- Sei stata talmente... brava che non ho resistito. Avrei dovuto avvertirti. -
- Perché? Una ragazza che fa un bocchino sa sempre quello che succederà! A me piace far godere un uomo nella mia bocca... quando se lo merita! -
La semplicità con la quale parlava di una azione per me sconvolgente mi fece osare porre una domanda che avrebbe fatto arrossire molte ragazze:
- E... ne hai trovati tanti che lo meritavano? - sorrise alla mia provocazione.
- Solo qualcuno. Il più delle volte mi faccio scopare e se lo prendo in bocca é per farlo diventare duro come piace a me. -
Si sollevò su un gomito e poggiata la guancia su una mano mi guardò sfrontatamente.
- E' da tanto che scopi? Io da cinque anni! -
- Santo cielo ma... hai cominciato che eri una... - non mi lasciò terminare.
- Si, ma avevo già delle belle tette sai? Vuoi che ti racconti? -
Non aspettò neppure la mia risposta. Forse voleva provocarmi o molto più probabilmente voleva raccontare le sue prodezze amorose per dimostrare che non era affatto una ragazzina. Eppure era così graziosa e il suo viso così pulito che non poteva shoccarmi qualunque cosa avrebbe detto. Cominciò subito:
 Si, ero molto giovane ma i seni che avevo sviluppati mi facevano sembrare più grande. Forse fu per questo che Ahmed si interessò di me, oppure fu perché al suo paese le ragazze si sposano molto giovani e quindi fu per lui naturale cogliere l'occasione che la mia ingenuità offriva. -
“ A quel tempo affittavamo una camera a studenti della vicina università, Ahmed aveva vinto una borsa di studi e al suo ultimo anno era alloggiato da noi, nella camera accanto alla mia. Era congolese, la sua pelle nera alimentava la mia fantasia; era gentile e servizievole e un giorno che ero in difficoltà per un compito di matematica trovai naturale rivolgermi a lui per aiuto.
Eravamo soli in casa, Ahmed seduto alla scrivania mi stava spiegando la soluzione, io, in piedi dietro a lui seguivo al disopra della sua spalla quello che stava dicendo. In seguito mi confidò che fu il solletichio dei miei capelli a far nascere il suo desiderio.
Per la verità, ero eccitata per la sua vicinanza e anche se sapevo che qualcosa stava per succedere, quando voltò il viso per porre una domanda e le sua bocca si trovò vicinissima alla mia, rimasi immobile fissando gli occhi sorridenti e un po ironici. Fui io a compiere la mossa, non so perché lo feci ma sfiorai le sue labbra con le mie, lui passò il braccio attorno alla vita e mi attirò.
Senza sapere come, mi trovai seduta sulle sue ginocchia e avevo passato le braccia attorno al suo collo. Sapevi che le ragazze imparano presto a baciare? Certo é perché ci sviluppiamo prima, ma é sopratutto perché proviamo il bacio fra di noi. No, non siamo delle viziose ma non vogliamo fare brutta figura quando usciamo con un ragazzo!
Si, sapevo baciare, e quando Ahmed schiacciò le labbra sulle mie le trovò socchiuse e pronte a lasciar passare la sua lingua per aspirarla. Ma quello a cui non ero preparata era la mano che aveva passato sotto la mia gonna e che adagio si muoveva sulle mie cosce, sempre più su. Il calore che aveva invaso la mia passerina aumentava con il durare del gioco delle lingue nelle nostre bocche.
Era un calore che conoscevo bene e che mi induceva ad accarezzarmi nel buio della mia cameretta. Si caro... mi masturbavo quasi ogni giorno e da mesi ormai1 Così quando la mano raggiunse le mutandine, sospirai nella sua bocca e aprii le gambe. Sospirai ancora alla pressione della mano fra le cosce e quando il calore si fece liquido, mi vergognai che lui potesse sentire che le mie mutandine si erano bagnate.
- Toglile. - disse semplicemente.
Mentre rossa in viso mi sfilavo l'indumento, lui si sbottonò i pantaloni. Non volli guardare, solo quando me lo diede in mano osai gettare gli occhi sul coso caldo, duro che inconsciamente stringevo. Il mio primo cazzo fu un cazzo nero!
Ero emozionatissima, Ahmed fu dolcissimo, mi insegnò come stringerlo, come far scorrere la pelle... Solo quando ebbi acquistato una certa sicurezza, riportò la mano sotto la mia gonna e cominciò ad accarezzarmi la fichina.
Non starò a raccontarti tutto ma... mi fece godere e io feci godere lui1 Era la prima volta che un uomo mi masturbava ma sapeva come toccarmi, come far durare il mio piacere e quando venni lui soffocò i miei gemiti nella sua bocca poi mi lasciò guardare, vidi i getti chiari alzarsi e ricadere sulla mia mano che continuò a menare il suo cazzo mentre lui rantolava sul mio collo.
Fu bellissimo, talmente bello che feci fatica a trattenermi dal raccontare la mia esperienza alle amiche. Non dissi nulla, tu sei il primo al quale lo racconto! ”
Aveva parlato come se raccontasse una cosa successa a scuola, quando sollevò gli occhi sorridenti, non potei fare a meno di stuzzicarla. -
 Tutte cominciano così, il fatto che il tuo primo ragazzo fosse di pelle nera non cambia la sostanza. Poi arrivano le esperienze più consistenti e... -
“ - Aspetta! La volta dopo, andai da lui senza mutandine, mi fece mettere di traverso sul lettino e mi sbottonò la camicetta; allora non portavo reggiseno, si complimentò per i miei seni. -
- Sono molto belli! - disse.
Mentre li palpava, mi guardava fisso, poi volle baciarli, lo fece con delicatezza percorrendoli con la bocca, mi leccò le punte tirando i capezzoli con le labbra poi si tolse i pantaloni e mi tirò a sedere per premere la verga fra le mie tette.
Era talmente eccitante che afferrai il suo cazzo per sfregarlo sopra i miei seni sui capezzoli che sentivo tesi, duri, poi mi allungai di nuovo e tirai su la gonna per fargli vedere che sotto non avevo nulla. Volevo che mi scopasse! Invece lui si chinò e cominciò a leccarmi la passerina.
Non credevo fosse così bello farsi fare una cosa così sconcia. Non volevo, non osavo, ma lui mi impedì di chiudere le gambe e me la leccò fino a farmi venire e quando venni, mi mantenne aperta e ferma e la bocca incollata alla mia fichetta bevve il mio godimento poi salì sul letto e si appoggiò al muro.
Sapevo quello che voleva, le mie amiche ne parlavano spesso ridendo ma io lo feci, anche se non lo avevo mai fatto prima, gli feci un bocchino. Fu lunghissimo, pensavo non venisse mai e quando venne, gridai per il liquido denso che invase la mia bocca. lo sputai, ma continuai a sbocchinarlo finché lui si sottrasse.
I nostri incontri continuarono, Ahmed divenne sempre più esigente e anch'io. Ora mi voleva nuda per baciarmi tutta terminando sempre con la bocca fra le mie cosce. Trovai naturale fare il sessantanove, stendermi sul suo corpo nudo e godere col cazzo in bocca lasciandomi leccare la passera fino a venire mentre ricevevo in bocca i getti del suo piacere, non sputavo più lo sperma ma lo ingoiavo e... mi piaceva! -
Ma volevo scopare e sempre lo chiedevo ad Ahmed. Finché un giorno me lo mise nel culo... andammo avanti col coito anale un bel pezzo poi... “
Il racconto si faceva piccante anche se la ragazza si limitava all'essenziale, ricordavo che non si era troppo opposta quando l'avevo leccata fra le natiche. !
- E... ti piaceva essere... - chiesi, terminò lei per me.
... inculata? Sì, tanto, ma tu vuoi sapere se una ragazza può godere con il cazzo nel sedere? In principio dovevo accarezzarmi o mi accarezzava Ahmed, poi non fu più necessario perché arrivavo a godere quando lui faceva durare a lungo l'inculata. Era molto resistente, tu lo sei? Sì, lo sei ma... oggi non posso darti il culetto! -
- Perché non vuoi? - chiesi deluso.
- Lo vorrei tanto, ma non posso... non mi sono preparata. -
 Cosa vuol dire: preparata? -
- Mi piace avere il culetto pulito, dentro voglio dire! La prossima volta se vuoi, oggi no. Dov'ero rimasta? Ah si, un bel giorno accettò di scoparmi, ero talmente eccitata che non sentii dolore ma solo piacere... Da allora non posso farne a meno e quando si presenta l'occasione, non me la lascio scappare. -
- E... Ahmed lo hai più rivisto? -
- No, appena laureato tornò al suo paese, ogni tanto mi scrive. -
Il suo racconto mi aveva eccitato, Nora prese in mano il membro nuovamente duro e con un sorriso si girò e rovesciandomi venne sopra di me. Demmo inizio ad un sessantanove dolcissimo, mi ingoiò lungamente accompagnando i movimenti della bocca con la mano che andava su e giù a trascinare la pelle del pene, accarezzandomi l'interno delle cosce, palpandomi i testicoli.
Gemeva liberamente continuando ad ingoiare il membro, muoveva il bacino per dare l'intera fica alla mia bocca, lo ondulava per offrire la clitoride alla mia lingua, sottraendosi quando il piacere che davo alla cara crestolina si faceva troppo forte. Il sapore del suo godimento impregnava la mia lingua, le mie labbra, la leccavo perdutamente palpando a piene mani il suo bel culetto separando le natiche dure per stuzzicare il buchetto che mi aveva promesso. Urlò quando lo forzai col dito ma mostrò il suo gradimento per l'insolito omaggio succhiandomi voracemente.
Stavo per venire, Nora se ne accorse e chiese:
- Ora amore? -
- Si... si... - rantolai nel suo sesso.
- Anch'io! Oh adesso amore... adesso... ahhh...
Riprese in bocca il membro e... non lo lasciò più. Fu bellissimo venire insieme, sentire le sue cosce serrarsi e rilassarsi sul mio viso, bere il liquido che colava nella mia bocca mentre mi sentivo aspirato, succhiato dalle labbra morbide che continuavano ad andare lungo il membro che si scaricava.
Rimanemmo a lungo abbracciati baciandoci teneramente poi mi ricordò che dovevo andare. Il timore di essere sorpreso dalla signora Martini mi fece rivestire rapidamente, Nora mi accompagnò alla porta e con un bacio mi accomiatò.
Pensai a Nora durante tutta la settimana successiva. Per la verità un po di rimorso lo avevo, mi davo del depravato per il fatto di avere come amanti la madre e la figlia, mi chiedevo cosa sarebbe successo se la ragazza avesse saputo. Ma poi, con il passare dei giorni, i sensi presero il sopravvento sulla ragione e quando la signora Martini mi cercò al convitto risposi che sarei andata a trovarla.
Ci andai, ma quando fummo a letto ritornarono gli scrupoli. Facemmo all'amore in modo tradizionale seppure a più riprese astenendomi dal richiedere alla signora prestazioni alla quale si era abituata, malgrado mi provocasse assumendo delle posizioni che mettevano in mostra in modo arrapante le sue stupende rotondità.
- Cosa c’é Leo ? Non vuoi più il mio sedere? Me lo avevi chiesto... eppure ti piace, lo so. Mi piacerebbe dartelo... ero pronta sai? Dimmi, hai un'altra, più giovane magari? -
- No Giada , non ho nessuna ma oggi ho dei pensieri, la scuola sai... Un'altra volta magari... mi devi scusare ma... devo andare! -
La lasciai, la signora mi accompagnò alla porta preoccupata. Promisi che sarei ritornato e che tutto sarebbe ritornato come prima. Mi diedi dell'imbecille per il mio comportamento che la donna non meritava.
In quella settimana vidi più volte la ragazza ma lei non mi guardò per niente fingendosi impegnata nella conversazione con le compagne, tanto che mi chiesi se avrebbe ancora voluto incontrarsi con me.
Ma il sabato all'uscita dalla scuola, la trovai sui gradini ad aspettarmi, sorrideva come l'altra volta e sembrava felice di vedermi.
- Ciao Leo ... mi accompagni vero? -
Durante la strada chiesi del perché del suo comportamento, lei mi guardò a lungo.
- Sei uno sciocco ma sei tanto caro! Mi piaci d'avvero lo sai? Per te ho infranto uno dei miei principi: Mai scopare con un compagno di scuola anche se é di un'altra classe. Per le chiacchiere sai? Una ragazza fa presto a perdere la sua reputazione, ho fatto un'eccezione, so che sei discreto... - rassicurato la seguii in casa.
Appena chiusa la porta mi gettò le braccia al collo baciandomi con passione poi si staccò per togliersi il cappotto, il berrettino.
- Ho tanta voglia, non ti dispiace se lo facciamo subito? Nel frigo ho pronti un panino per te e una coca, la casa la conosci, aspettami nella mia camera, faccio subito. -
Nella sua cameretta tolsi dal letto i vari pupazzi poi aspettai. Aveva detto che avrebbe fatto in fretta invece dovetti aspettare più di dieci minuti. Quando ritornò, era nuda.
- Sei ancora vestito? Dai, cosa aspetti? - disse spazientita.
Nora era di una bellezza solare, il viso ovale e il nasino impertinente le conferivano un'aria da ragazzina qual'era coi suoi diciotto anni, la sua voglia di piacere si vedeva da come mi guardava mentre mi spogliavo e quando fui nudo sorrise compiaciuta davanti all'erezione che si completò davanti ai suoi occhi. Chiese:
 Allora, come mi trovi? -
Aveva sollevato entrambe le braccia per aggiustarsi i capelli, il gesto aveva fatto guizzare i muscoli del ventre e delle cosce e mettere in risalto i seni bellissimi cosi gonfi e sodi, con le aureoli scure, larghe e lievemente sporgenti rispetto alle mammelle, i capezzoli cupi si ergevano fieramente come a sfidare a coglierli. I peli delle ascelle neri come il triangolo che ornava il suo pube, le gambe erano diritte, le cosce lisce e mirabilmente tornite formavano agli inguini delle pieghe adorabili. Mosse il capo, i capelli corvini fluirono sfiorando le spalle. Mi scossi dalla mia ammirazione.
- Come sei bella! -
- Trovi? Allora, ti piaccio? -
- Immensamente! -
 Sei sicuro? Hai guardato bene? - chiese maliziosamente.
Si girò lentamente, quando fu di spalle voltò il capo sorridendo notando come il mio sguardo ammirato scendeva lento, carezzevole lungo la sua schiena, sul vitino sottile, le reni che facevano una curva deliziosa col sedere tondo dalle natiche piene, strette poi più giù, le cosce lunghe, affusolate e magre, fino alle caviglie sottili.
Portò le mani alle anche e divaricò le gambe che le scarpe dai tacchi a spillo che aveva voluto conservare rendevano tese e enormemente provocanti. La presi alla vita e l'attirai contro di me baciando il suo orecchio. Mosse il bacino per farmi sentire il culetto contro la verga, schiacciandola contro il mio ventre finché questa trovò posto fra le natiche che aveva separato. Sospirò:
- Ce l'hai grosso lo sai? -
Ma le piaceva, lo si vedeva da come muoveva il deretano chinandosi lievemente in avanti per farmi sentire la morbida vulva contro i testicoli. Cielo com'era provocante tutto questo, feci scivolare le mani lungo il busto stringendo le mammelle passando i pollici sui capezzoli finché non li sentii tesi. Dissi per provocarla:
- Più grosso di quello del Ahmed? - lei mosse ancora il culetto poi:
 Si... ma lo sai che fai delle domande sciocche? Non sai che per godere non ha importanza la grossezza del membro, a me piace grosso ma l’importante é che rimanga duro fino al mio godimento; il tuo é resistente, anche quello di Ahmed lo era... era un po più piccolo e non era lungo come il tuo, sei soddisfatto? -
Lo ero, vidi che guardava le dita che muovevo sui suoi bottoncini, reclinò il capo e me le lambì saettando la linguetta rosa. Spinsi in alto i seni e liberai le cupe protuberanze, lei le incappucciò con le labbra suggendosi adagio i capezzoli. Era la prima volta che vedevo fare una cosa così eccitante, dopo averli ben bene bagnati di saliva li lasciò ma prese a lambirli tutt'attorno muovendo adagio la lingua sulle aureole picchiettandosi i capezzoli finché non le sfuggì un gemito.
- Ti piace? - chiesi, lei continuò ancora poi:
 Sì, tanto... a tutte piace ma poche riescono a farlo bene! Io me lo faccio sempre mentre mi masturbo. -
Continuò passando da una mammella all'altra in un gioco per me talmente eccitante che mi mise in corpo il desiderio di prendere subito quello che mi aveva promesso. Arretrai con le reni puntando il glande fra le strette chiappette cercando alla cieca il calore dell'ano. Lei sentì il turgore del membro sulla sua rosellina mosse ancora il culo come per acconsentire ma poi si scostò.
- Oh che fretta hai... mi faresti male sai? Non mi hai ancora baciata... -
Si girò e gettate le braccia attorno al mio collo schiacciò la bocca contro la mia, fu un bacio selvaggio fatto per eccitare. Le lingue si avvolsero in folle schermaglie poi si fecero languide, scostò il viso ma muovendo ancora la lingua lasciò che l'accarezzassi con la mia, la suggessi...
- Sei dolcissima! - dissi lambendo le sue labbra.
- Cosa ho di dolce? - chiese ad occhi chiusi.
- La tua bocca. - risposi. Lei riaprì gli occhioni verdi fissando i miei.
- Ho qualcosa che troverai ancora più dolce. - disse sfrontatamente.
- Cosa? -
 Cercala fra le mie gambe... - disse arretrando contro il lettino.

Mai richiesta fu fatta con tanta spontaneità. Lasciai la sua bocca e chinandomi lentamente scesi con labbra brucianti lungo la sua gola tesa, fra i seni che accarezzavano le mie guance mentre la mia lingua scendeva fra le mammelle, il suo addome, il ventre lasciando una scia bagnata. Divaricò le gambe non appena fu fra i sui peli, sentii sotto la punta il rigonfiamento del pube poi l'inizio della clitoride e la carne profumata e umida.
- L'hai trovata? - chiese maliziosamente.
- Avevi ragione... é dolcissima! -
Sollevando il capo vidi il suo viso congestionato chino, i seni che le sue mani avevano sollevato, la lingua che faceva danzare sui capezzoli... Applicai la bocca al suo sesso e dardeggiai la lingua nella vagina, gemendo vacillò finendo sul lettino, io che non avevo lasciato la cara fichetta sollevai le sue gambe. Sì, era come la prima volta ma adesso non protestò sentendosi frugare fra le natiche. Disse solamente:
 Si, bagnalo... bagnalo bene! Non metterlo ancora... aspetta, ti dirò io! -
Non vorrei che qualche lettrice pensasse a me come un depravato per l'omaggio che rendevo alla femminilità che la fanciulla mi concedeva, ma era così bello il culo di Nora, duro il bottoncino che stuzzicavo con la lingua, arrapanti i peli che lo bordavano, profumata la fica nella quale era immerso il mio naso.
Vi sono azioni che é piacevole compiere; chi non ha mai assaporato con la bocca un sesso femminile non può apprezzare in pieno il dono che fa una donna allorché consente di lasciarsi baciare fra le cosce. Quando poi vincendo il suo naturale pudore concede alla lingua dell'amante anche il solco delle sue natiche, allora...
Erano lisce le cosce che accarezzavo mentre muovendo il viso esploravo la bella vulva separando le labbra sottili che pulsavano contro la lingua che facevo andare come un assetato dalla vagina alla cresta della clitoride, scendendo nel culetto non appena i lamenti della fanciulla mi facevano desistere per non scatenare troppo presto un godimento che volevo assaporare insieme a lei.
Già il piacere colava dalla vagina nella quale mi tuffavo frugandola avidamente per cercarne il sapore, umettavo l'orifizio nel quale volevo immergermi tenendo aperte le sue chiappette per bagnare tutt'attorno il duro bottoncino. Poi quando la ragazza portò le dita ai lati della vulva aprendola per offrire ancora alla mia bocca le carni rosee, baciai perdutamente la fica nuda e esposta picchiettando la crestolina, suggendola delicatamente cullato dai lamenti che emetteva, dalle parole insensate che pronunciava per alimentare la mia lussuria:
- Dai... oh leccami ancora... è tua... tutta tua... mhhh... mi piace quello che fai! Oh continua... siii cosi... così! Ahhh... vuoi il mio culetto? Anche quello é tuo... per il tuo cazzo! Mhhh... ancora un pò... oh sì... sì... Adesso dammelo! Lo voglio...sì, nel culo... non aspettare... Ahhh... adesso... adesso! -
Mi alzai. Oh com'era teso il mio pene mentre mi chinavo su di lei spingendo le sue gambe ai lati del suo capo piegandola in due per sollevare il culo che mi stava donando e che sentivo morbido sotto il glande puntato nella depressione dell'ano bagnata, scivolosa...
- Piano... piano... voglio sentirlo quando entra! - disse in un soffio.
Spinsi lentamente come voleva la ragazza, sentii l'ano allargarsi, avvolgere la cappella, respingere la pelle del membro mentre affondavo nel culo caldo, accogliente...
- Ahhh... é bello sai? Ohhh... mi stai aprendo tutta. Mhhh... ti piace? -
Ero tutto dentro di lei, ma spinsi ancora quasi volessi far entrare anche i testicoli nel culo che bramavo ancora malgrado fosse ormai mio. Li sentivo stretti nella morsa delle natiche che avevo violato e che erano lisce, bagnate...
- Oh sì... sì, é bellissimo! -
Ero meravigliato per la dolcezza che leggevo nei suoi occhi e malgrado l'azione che stavamo compiendo non vi era nulla di vNorare nel viso atteggiato in un'espressione di stupore che accentuava la piega delle sue labbra. Ma non era dolore quello che provava, me lo disse con la spontaneità che caratterizzò tutto il nostro rapporto.
- Anche per me é bello! Mi piace prenderlo nel culo... In principio mi vergognavo ma poi... Oh dai... fottimi... mhhh... sei eccitato vero? Ahhh... anch'io lo sono... é sempre così... non so resistere... ahhh sì... così! -
Mi ero raddrizzato. Nora aveva afferrato le gambe e le manteneva tese, i piedi ancora calzati dalle scarpe rosse poggiati sul letto, le cosce meravigliosamente tornite conducevano lo sguardo alle belle chiappe strette attorno al mio cazzo. Mi ritiravo e affondavo lentamente per bearmi della vista dell'ano dilatato attorno alla verga, gli umori che colavano a gocce dalla fica socchiusa lubrificavano il buchino rendendo l'inculata piacevolmente agevole.
 Mhhh... guardala la mia passerina, sembra piccola vero? Ohhh... non so cosa farei in questo momento... E' così bello sentire la forza che mi apre e... mhhh... mi fruga! Ahhh... godo amore... ma tu continua... oh fammelo sentire... Mhhh... lo sento fin qui! -
Il suo dito indicava un punto appena sotto l'ombelico. Era bella Nora nel piacere, l'espressione dipinta sul suo viso mi fece dimenticare che per molti quello che stavo facendo era vergognoso, continuai a scorrere nel bel culetto guardando incantato la piccola fica che ad ogni mio colpo si animava accorciandosi. Le labbra sottili, scure e sporgenti aprendosi mostravano appena l'orifizio rosa della vagina dalla quale si formava un liquido ambrato che a lente gocce scendeva lungo il tratto breve della pelvi umettando il pene, rendendolo scivoloso per l'ano della fanciulla.
I bei seni non più trattenuti sembravano animati di vita propria talmente si muovevano ritmando il nostro coito. Flebili lamenti si levavano dalle labbra socchiuse della bella, il piacere che stavo provando mi fece aumentare il ritmo, Nora si morse le labbra, le stavo facendo male allora passai le mani sotto il piccolo sedere e lo sollevai appena. La ragazza mi sorrise fra i lamenti.

- Oh come sei caro... Così va bene... mhhh... dai... dai... fai forte... così... Ahhh... che bello... che bello... Manca poco sai? Mhhh... voglio godere... così... si, posso... Oh dimmi quando... fammi venire... con il cazzo nel culo. Ohhh... insieme a te... insieme a te...
Continuai ad andare e venire nei glutei della fanciulla che ora si lamentava liberamente, gli occhi fissi nei miei, gustando insieme a me il piacere, lasciandolo salire senza cercare di fermarlo. I suoi gemiti si mescolavano ai miei rantoli levandosi alti nella stanzetta. I pupazzi, compagni della sua infanzia guardavano muti, come attoniti la coppia nuda unita in un coito anale sempre più frenetico che vedeva la loro padroncina allietarsi in un gioco che li escludeva rendendoli testimoni del suo godimento.
- Amore... oh amore... adesso... adesso... -
Una contrazione rallentò la corsa del pene, poi un'altra. Un lamento continuo usciva ora dalle sue labbra facendosi acuto ad ogni stretta dell'ano... Mi tese le braccia invitandomi sopra di lei, mi adagiai sul corpo morbido, la bocca sulla sua bocca mescolando i miei sospiri ai suoi gemiti. Il godimento che stava per vincermi mi faceva scorrere adagio mentre la mia lingua veniva aspirata e accarezzata dalla lingua della fanciulla in estasi.
L'orgasmo la colse per prima, spalancò la bocca sotto la mia lasciandosi frugare dalla lingua famelica che dardeggiavo rantolando, poi stimolato dalle strette attorno al pene, venni continuando a muovermi nel culo della bella. Nora sentendosi irrorata emise delle piccole grida nella mia bocca muovendosi anch'essa, poi si rilassò e inerte lasciò che completassi il mio godimento.
Quando tutto fu finito, abbracciai il corpo ancora fremente e aspettammo che il nostro respiro si facesse regolare poi delicatamente estrassi il pene e rotolai accanto a lei.
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