Racconti Erotici > trio > Memorie - Cap 5: Il desiderio di Gina.
trio

Memorie - Cap 5: Il desiderio di Gina.


di Giangi57
28.08.2022    |    450    |    0 8.0
"- Ahhhhhh! ! ! Urlammo all'unisono..."
Il desiderio di Gina.

Trascorsi la notte in casa di Gina ma non facemmo all'amore tanto eravamo stanchi. L'indomani, quando mi svegliai ero solo, dalla cucina giungeva un piacevole profumo di caffè, mi alzai e in vestaglia raggiunsi la mia compagna.
- Finalmente! Disse invitandomi a sedere.
Era deliziosa Gina con il negligè trasparente che rivelava più che nascondere la splendida nudità che non mi stancavo di ammirare. Mentre mi serviva, vide il mio sguardo scivolare sul corpo che lei rivelava con generosità e rise maliziosamente
- Caro, le grazie di Sandra non le sono bastate? Eppure lei ne ha goduto a sazietà o sbaglio?
- Perché mi rimprovera? Lo sa che é lei che preferisco come compagna di piacere, d'altra parte anche lei mi ha lasciato per correre nelle braccia di Mara quindi siamo pari. Piuttosto mi parli dello studio di suo marito, é qui sopra, non é vero? Sono curioso di vederlo, può mostrarmelo?
- Certo, venga!
Mi invitò a seguirla, apri una porticina celata nella tappezzeria e accesa la luce, mi precedette imboccando una scala a chiocciola. La seguii nello stretto passaggio reprimendo la tentazione di accarezzare le sue curve appena velate dalla stoffa impalpabile.
Sbucammo in un ambiente luminoso, grande quanto l'alloggio sottostante ma privo di pareti salvo in corrispondenza di quello che indovinai fosse il bagno e una stanza con il pavimento di maiolica completamente chiusa cosi da formare una vasca profonda circa un metro. Notando il mio sguardo, Gina spiegò:
- E' una piccola piscina, qui eseguivamo le riprese in acqua o in ambienti esotici, vede i rotoli dei fondali?
Visitai tutto, vidi che il tetto era costituito da lastre trasparenti di vetro, qua e là, vi erano attrezzature fotografiche, riflettori, fondali.
- Uno studio ideale, adatto per le fotografie che faceva mio marito. Qui le modelle erano a loro agio al riparo da sguardi curiosi. Venga, le faccio vedere alcune sue foto.
Apri un armadio a muro e ne trasse un grande album, dopo esserci seduti su un divano, lo aprì davanti a me e disse indicando la prima foto:
- Ecco, questa é Mara, allora aveva diciotto anni ed era la modella preferita di mio marito. Si era specializzato in foto di nudi ed era molto appezzato. Le modelle erano tutte professioniste tranne Mara, il nostro non fu un rapporto esclusivamente di lavoro. . .
Mara era veramente bella, aveva un corpo longilineo di una grazia squisita. Il viso non era da meno, i lineamenti fini, grandi occhi azzurri, limpidi, la bocca quasi infantile contrastava singolarmente con la sua nudità che sembrava cosi disponibile.
- Ha fatto all'amore con lei?
- Si e anche mio marito. Dividevo tutto con lui come faccio con lei.
Girai lentamente le pagine, erano tutti nudi femminili, Gina spiegò:
- Molte delle foto che vede, sono state scattate all'esterno ma per le altre, nelle quali si era specializzato nell'ultimo anno, abbiamo dovuto eseguirle in studio. Le faccio vedere. Ecco!
Ripose l’album e dall’armadio ne trasse un altro che mi porse ma appena iniziai a sfogliarlo non riuscii a trattenere un'esclamazione di stupore, giravo le pagine con il cuore in gola, le modelle sembravano giovanissime, poco più che delle bambine, riprese da sole o in gruppi di due e più. Tutte esibivano i corpicini acerbi con naturalezza come se il mostrarsi nude fosse per loro un bel gioco. Chiesi:
- Ma. . . sono delle . . .
- Si sbaglia, queste foto erano destinate oltreoceano, lì imperversava allora un fotografo specializzato in nudi di giovanissime. Lanilton, si ricorda?Le sue modelle sì, erano poco più che bambine. Ebbene, mio marito riuscì a fare concorrenza a quel mostro sacro benché usasse delle modelle maggiorenni.
- Bè, a vederle non si direbbe!
- Vero? Le sceglievamo con cura, ad esempio Mara non andava bene perché dimostrava la sua età mentre le altre. . .
Guardai ancora le foto, chiunque sarebbe stato tratto in inganno, Gina continuò:
- Come ben sa, alcune ragazze si sviluppano prima, altre più tardi, sceglievamo quelle, così riuscimmo a pubblicare parecchi albums negli States. Mio marito ebbe tanto successo che ancora oggi viene ricordato come il Lanilton italiano.
- E . . . Come trovavate le modelle?
- Rispondevano ad un'inserzione del giornale. Insistevamo perché venissero accompagnate dalle loro madri Queste assistevano ai provini ed erano proprio loro a spingerle a spogliarsi. Erano molto fiere delle loro figliole ed acconsentivano sempre alla pubblicazione all'estero delle fotografie.
- Assistevano alle riprese?
- Naturalmente no, aspettavano sotto, in sala sapendo che io ero sempre presente.
Ero meravigliato dal modo che le fanciulle avevano di esibire le loro tettine nascenti, le reni arcuate, i culetti rotondi, i deliziosi monticelli di Venere ombreggiati di rara peluria. . . Le giovani ti guardarti negli occhi, vi era una luce particolare che dava ai loro visi un'espressione. . .
Mi accorsi con sgomento che stavo entrando in un'erezione talmente rapida che il pene sollevando la vestaglia ne fece scivolare un lembo rendendo visibile la mia emozione. Alla vista del membro, Gina scoppiò in una risata poi si fece seria.
- E singolare come una ragazza giovanissima sia eccitante quando si mostra nuda, a mio marito facevano lo stesso effetto. Le ragazze sicuramente lo intuivano perché assumevano inconsciamente le pose più provocanti, come se fossero perennemente pronte a concedersi. Anch'io ero eccitata e . . . anche loro!
- Non mi dirà che. . .
- Si, forse loro non si rendevano ancora conto ma volevano fare all'amore! Ha notato i loro sguardi? Era il desiderio che li rendeva cosi particolari!
Rimasi di stucco, mentre le madri aspettavano, le loro figlie. . .
- Lo trova amorale?Non dimentichi che erano maggiorenni!Le ho raccontato del mio rapporto con Rosa, vero? Quando mi accorsi che le fanciulle erano eccitate nel mostrarsi nude, ebbene. . .
- Vuol dire che con suo marito. . . Gina sorrise e prosegui:
- . . . non subito, avvenne gradatamente. Per rendere interessanti i piccoli seni, soffiavo sui capezzolini in modo da farli ereggere, oppure chiedevamo a loro di farlo. Ridevano mentre lo facevano l'una all'altra, mi accorsi che al termine delle riprese, più di una aveva i peletti fra le cosce bagnati, allora. . .
- Allora approfittaste del loro turbamento! Dovetti fare una faccia ben strana perché lei mi rassicurò.
- Noi eravamo turbati! Loro. . . i loro corpi erano pronti all'amore. Bisognava vederle, ben presto anziché soffiare, scoprirono che i capezzolini si ergevano più rapidamente se la compagna li pizzicava con le dita, li stringeva fra le labbra. . .
- Ecco spiegato il loro sguardo, erano eccitate!
- Era questo il segreto delle foto di mio marito! Il suo erotismo stava nello sguardo delle modelle nel loro sorriso innocente e ambiguo mentre quello di Lanilto nisiedeva tutto nelle forme acerbe e nude.
- Conosco bene il potere dello sguardo femminile che mostra eccitazione.
- Appunto! Io le desideravo, ma non sapevo se mio marito. . . Avevamo in casa una giovane che mi aiutava nelle faccende domestiche, e nello studio faceva piccoli lavori, spostava i riflettori. . .
- Soffiava o che altro sui piccoli seni delle modelle vero? Aggiunsi malignamente, ma Gina non rilevò il mio sarcasmo.
- Si, anche a lei avevamo fatto un provino ma non si era rivelata idonea come modella. Un giorno che mio marito era fuori, la chiamai nella mia camera. Quando ebbe chiuso la porta, mi spogliai completamente davanti a lei, la feci avvicinare e tolsi i suoi vestiti. Non disse neanche una parola, più tardi al letto, mentre baciavo il suo corpicino, mi pregò di insegnargli.
Ero allibito, infine chiesi.
- Suo marito non si accorse di nulla?
- No finche là giovane non mi chiese di farlo entrare nei nostri giochi. Le sembra strano che sia stata proprio la fanciulla a chiederlo? Mio caro, lei non conosce le donne! Una sera che eravamo a letto, la ragazza bussò alla porta, entrò senza parlare, si svesti e completamente nuda si allungò in mezzo a noi.
Gina mi guardò, ma io rimasi muto, allora prosegui.
- Furono momenti stupendi, coprimmo di baci il bel corpo che si contorceva felice. Venne più volte, la lasciammo guardare mentre facemmo all'amore, finche il membro di mio marito non la spaventò più, e quando glie lo chiesi, accettò di farsi penetrare. Fu bellissimo vederla godere in quel modo, mio marito la deflorò con tanta delicatezza che la giovane provò solo piacere.
Per dire qualcosa chiesi:
- E. . . lo faceste ancora dopo quella volta?
- Si, finche lei rimase con noi, le voglio mostrare qualcosa.
Aprì il cassetto di una scrivania e ne trasse un fascio di foto. Cercò, poi mi porse un ingrandimento 30 x 40.
- Ecco Aglae con mio marito.
Vidi una giovane nuda. I seni appena sbocciati, i capezzoli eretti; rideva come se stesse facendo un gioco. L'obiettivo aveva fermato il movimento dei capelli indicanti che stava saltellando; dell'uomo vidi soltanto le mani posate sulle ginocchia gracili e. . . il membro conficcato fra le giovani cosce spalancate.
Guardai affascinato, il viso lentigginoso della giovane ridente strideva con il pene dell'uomo che apriva quelle carni cosi delicate. Il lampo aveva congelato l'azione mostrando con crudo realismo il membro luccicante di umori e la vulva oscenamente dilatata che lo ingoiava. Feci mio malgrado una smorfia e chiesi:
- Ma. . . com'é stata scattata questa foto? Lei, dov'era?
- Non indovina? Fui io a scattarla durante uno dei nostri giochini. Aglae prima godette cavalcioni sul viso di mio marito poi volle essere fotografata mentre ne cavalcava il membro.
Ecco perché Gina aveva una vera passione per le giovanissime! Era stata iniziata al piacere da una suora quando era giovinetta poi la professione del marito le aveva fornito l'occasione per alimentarla. Il contatto giornaliero con la nudità delle modelle e la loro disponibilità aveva fatto il resto. Gina prosegui:
- Un giorno vedemmo che una di esse era particolarmente eccitata. . .
- Ne approfittaste per. . .
- Non potevamo lasciarla cosi! Mi chinai su di lei e gli chiesi di rimanere, gli dissi che era cosi bella che ci sarebbe piaciuto accarezzarla, baciarla. . . Con mia sorpresa la giovane accettò. Le altre si rivestirono, scesi con loro per spiegare alla madre che avremmo ancora trattenuto la sua figliola per altre riprese. Ottenuto il suo consenso, ritornai nello studio.
La ragazza rimase in silenzio mentre mi toglievo i vestiti, quando fui nuda la invitai a entrare con me nella piscina. Mio marito ci raggiunse poco dopo, anch’esso nudo, per un po giocammo tutti e tre. Rideva la giovane lasciandosi toccare, non sapendo di chi erano le mani che vagavano sul suo corpicino cosi liscio. . . Baciai la sua boccuccia, anche mio marito la baciò, era pronta!
Uscimmo dall'acqua, la ragazza si sdraiò sul tappeto, coprimmo di baci il corpo bagnato che si contorceva. . . Emise grida di piacere mentre a turno baciavamo la sua passerina, il suo culetto. . . Poi mio marito gli tese il pene, il resto lo può immaginare. Lo facemmo con diverse modelle. . . La interruppi.
- Anche Sandra ha fatto da modella a suo marito?
- No, dopo l'incidente ero distrutta, chiusi lo studio. Aglae tornò dai suoi, io per un anno non frequentai più nessuno, per distrarmi mi misi a dare lezioni. Una delle allieve, Sandra fu molto cara con me, tre anni fa ripresi con lei a fare all'amore, poi con altre allieve. Da alcuni mesi Sandra e io usiamo il doppio fallo, poi ho conosciuto lei e . . .
- E ha pensato di ripetere i giochini che faceva con suo marito?
- Si, non ho pensato ad altro da quando l'ho visto in azione con Teresa. Da quello che mi ha detto Sandra non penso che lei si possa lamentare. Mi ha raccontato tutto, l'unico suo rammarico é che trascorreranno mesi prima che riprenda a giocare con noi.
- Aveva promesso di dirmi della sua prima volta con Rosa, ricorda?
- Non subito, ora anch'io sono eccitata. Torniamo di sotto e . . . calmiamoci, dopo le racconto tutto!

In camera sua mi spogliò, poi lasciò che le sfilassi il negligé e mentre il corpo della mia amata si rivelava in tutta la sua bellezza, il mio membro si indurì sotto il suo sguardo compiaciuto. Si sedette e mi fece cenno di avvicinarmi.
- Sono felice di vedere che lei é sempre pronto!
Mi accostai, la verga oscillando sfioro le labbra sorridenti. Dissi ghignando in modo osceno:
- Si ma non se la caverà così facilmente, sa quello che voglio da lei, non e vero?
Gina gli occhi fissi sulla verga arrossi, tesi il ventre premendo il glande sulle belle labbra, sorrise davanti a tanto desiderio. Allungò la mano stringendolo contro il suo viso e arrossì ancora. Poi parlò ad occhi chiusi.
- Si ed è quello che voglio anch’io. Rosa mi ha anche insegnato che il piacere viene sopratutto dalle cose proibite. Sin da giovanissima ho desiderato incontrare un uomo che mi facesse superare i Tabu che turbano la gente comune, solo un amante come lei ha trovato modo di accontentarmi lo sa?
Mosse adagio le labbra sulla verga deponendovi dei piccoli baci che mi fecero fremere. Continuo:
- Mio marito aveva un membro lungo e resistente come il tuo ma. . . non mi ha mai fatto provare quello che ho provato con te. . .
Apri gli occhi, guardò a lungo il membro, lo accarezzò adagio. . .
- Voglio farlo ora, e tu?
Avrei voluto che prima lo prendesse in bocca come faceva le altre volte invece si alzò e mi invitò a sedere sul divano. Ubbidii, si sedette cavalcioni sulle mie ginocchia premendo la bocca sulla mia. Era il primo bacio che scambiavamo quel giorno, la sua lingua si fece strada lasciandosi catturare e dolcemente suggere. Poi sfuggi, mi leccò le labbra, accarezzò la mia lingua, la succhiò lungamente. . .
Le mie mani scesero lungo la sua schiena, fino alle natiche schiacciate sulle mie cosce, aprii le ginocchia, ora il suo sedere era libero, lei si irrigidì sulle gambe. Palpai la bella groppa che trovai aperta per la posizione cui l'avevo costretta, le mie dita scesero lungo il caldo solco, trovarono l'ano, lo stuzzicarono. . . Gina sospirò.
- Mi piace come lo desideri. . .
Si strinse contro di me. Era bello sentire i seni contro il mio petto, il pene premuto fra i nostri ventri pulsava di desiderio, sentivo contro i testicoli la morbidezza della vulva aperta e umida.
- Aspetta amore!
Facendo forza sulle gambe si sollevò schiacciando contro il mio viso i seni duri, mosse il busto mettendomi un capezzolo fra le labbra. Sospirò sentendo la lingua sul bottoncino ma non si sottrasse lasciando che lo suggessi. Solo dopo averlo lungamente flagellato lo lasciai, mi tese l'altro seno.
- Ohhh. . . mi piace!
Aprii larga la bocca sulla mammella facendo vibrare il capezzolo eretto dall'eccitazione, la sua mano guidò alla cieca il membro sotto la sua vulva. Ne sentii il calore umido mentre lo sfregava nel morbido taglio, sentii le labbra del sesso aprirsi al passaggio del glande. Sospirai contro il seno che stavo baciando.
- Ti piace come lo passo sulla mia fica? La senti?
Era bellissimo e sconvolgente, pieno di libidine, volli provocarla.
- Oh si, ma ora fammi sentire come lo passi fra le chiappe!
Non rispose ma, lo fece davvero. Si spostò ancora in avanti e guidò l'asta lungo il solco profondo, lo strofinò più volte, facendomi sentire la carezza delle natiche e il calore del suo orifizio. Mi lasciai andare contro lo schienale. Strofinò più volte la cappella sulla sconvolgente rosellina, infine con gesto deciso la puntò.
- E questo che vuoi amore?
Premette leggermente col corpo e ritirando le mani rimase in equilibrio precario mantenendosi sospesa con la forza delle gambe, aggrappata con entrambe le mani al mio collo con il pene premuto sotto l’ano, pronto ad entrare nelle sue viscere, sussurrò:
- Mi piace sentire il tuo cazzo, é cosi duro, cosi. . . mi eccita e tu?
Sentivo l'ano pulsare sopra il glande, strinse i muscoli facendomi provare il calore delle natiche che stringevano l'asta di carne. Era bellissimo, tutto il suo corpo fremeva di desiderio e . . . anche il mio. Espressi tutta la mia libidine per la mia donna pronta a tutto.
- E li che lo vuoi vero? Fammi sentire come lo prendi. . . sù, infilalo!
Ondulò lascivamente.
- Ohhh. . . sospirai estasiato.
Si rilassò poi si irrigidì quando il glande cominciò ad aprirle l'ano.
- Ahh. . . sta entrando! Disse rovesciando all'indietro il capo.
- Si amore . . . piano. . . piano . . . ohhh . . .
Rilasciò lievemente i muscoli delle gambe, il sedere si abbassò. Chiuse gli occhi, il pene superò la barriera dello sfintere sprofondando lentamente nelle sue natiche. Gina le nari dilatate sospirò:
- Ohh mi piace riceverlo cosi!
Non risposi, estasiato dalle sensazioni che provavo. L'ano stringeva la verga nella morsa del suo anello facendomi gustare lo sconvolgente calore del bel deretano, le sue parole contrastavano con la bellezza che avevo davanti. Il respiro affannoso della donna sollevava il suo petto, lo sforzo faceva tendere i muscoli delle sue cosce, del suo ventre, la posizione arcuata del corpo faceva risaltare i seni gonfi. I capezzoli bagnati della mia saliva mi attirarono ancora, la sostenni dietro le reni e vi immersi il viso.
Gina si lasciò andare all'indietro tendendo il busto alla mia bocca, si aggrappò alle mie braccia e con uno sforzo notevole continuò a mantenersi sospesa sull'asta di carne ritardandone la completa penetrazione. Gemeva mentre perdutamente leccavo le mammelle lisce e talmente sode da non riuscire a morderle. Solo quando presi fra i denti un capezzolo, urlò:
- Ahhh. . . mi fai male! Adesso mettimelo nel culo . . . tutto!
Sollevò la testa, gli occhi verdi bellissimi mi fissavano intensamente, con un filo di voce, proseguì:
- Si, lo voglio dentro tutto. . . Aiutami amore!
Aspettò che portassi le mani sotto le sue natiche per rilassarsi. La sostenni mentre sollevava le gambe e poggiava i piedi ai lati del mio corpo poi chiuse gli occhi allentando lo sfintere. . . Lentamente, l'adagiai sul membro.
- Ahhhh! ! ! Esclamammo entrambi. Gina rovesciò gli occhi e aprì la bocca in un lamento che durò per tutta quella straordinaria penetrazione. Accompagnai le sue natiche con entrambe le mani, sostenendola mentre il pene scivolando nell'ano entrava nel sedere della donna per tutta la sua lunghezza. Quando la lasciai, rimase immobile, letteralmente impalata sulla mia asta; mi abbracciò fremente e nascondendo il viso il viso sulla mia spalla, sussurrò:
- Amore, é come se lo prendessi per la prima volta. . . E' bellissimo sentirlo entrare! A te piace darmelo cosi?
Non risposi, ero dentro di lei, sentivo il calore delle sue interiora, con le dita toccai l'ano che stringeva la base della verga immersa fino ai testicoli. Dissi:
- Lo sai che amo il tuo sedere, che lo vorrei sempre. . . come adesso!
Puntò i piedi sul divano, si sollevò liberando quasi interamente l'asta poi con un sospiro si lasciò andare su di essa ricevendola nuovamente. Ripeté più volte l'operazione finché cominciai ad ansimare, cercai la sua bocca e la baciai golosamente mentre lei continuava a scorrere sul pene che entrava e usciva dal suo bel culo.
Molte sono le donne che mi hanno concesso il piacere di possedere le loro rotondità ma avevo sempre svolto nell'atto un ruolo attivo, in lunghe e movimentate cavalcate dove la femmina del momento mi riceveva con gridolini eccitati mentre mi agitavo nei suoi glutei. Le più audaci come Sandra ondulavano la groppa mentre le inculavo, mai avevo avuto quel ruolo passivo, abbandonandomi col membro teso.
Era piacevole rimanere immobile nelle meravigliose natiche in movimento, Gina mi cavalcava facendomi gustare la lenta inculata che lei stessa aveva messo in atto. I seni strisciando contro il mio petto irritavano i capezzzoli della donna facendoli ereggere in una maniera dolorosa ma che la eccitavano ancora di più, sospirava la bella continuando ritmicamente a impalarsi sull'asta che entrava e usciva dalle sue natiche.
- E' bellissimo! Esclamai.
Era talmente bello che ansimavo per il piacere che dalla verga si diffondeva in tutto il mio corpo e che ben presto mi avrebbe sommerso. Approfittai del momento che nella sua cavalcata, la groppa della mia amante si trovava sollevata per guidare in avanti l'asta, cosi che all'abbassarsi del bacino, la verga scivolò nel suo ventre.
- Ohhh. . . Sospirò sentendo il membro entrare nella vagina infuocata e talmente viscida che scivolò fino ad urtare contro la bocca dell'utero. La donna si fermò, le mani sotto le sue natiche sollevai il suo corpo per farla scorrere sull'asta, quando l'abbassai, lei chiuse gli occhi con un lungo gemito. Spostò il busto e fece forza sulle gambe.
- Guardala amore! La vedi la mia fica?
Si era lasciata andare all'indietro tenendosi alle mie braccia. Chinai lo sguardo, vidi il ventre piatto, le cosce spalancate tese dallo sforzo e la fica scintillante di umori che avanzava lungo il membro ingoiandone lentamente l'asta gonfia, le labbra sottili incorniciavano la verga che appariva quando la donna puntando i piedi scivolava all'indietro.
- Oh Gina, sei meravigliosa!
Lei sorrise e scorrendo sull'asta di carne mi regalò ancora la sconvolgente carezza della sua vulva.
- Ohh cara, cara. . . Sospirai mentre lei con lunghi gemiti proseguiva quel coito straordinario.
- Mhhh amore, il tuo cazzo é meraviglioso! Mi fa godere, mi piace ovunque tu voglia darmelo. . . Vuoi godere, nella mia fica o. . . nel mio culo?
Molte frasi perdono la loro oscenità quando sono pronunciate da una donna innamorata perché significa il dono completo del suo corpo al piacere dell'amante. Risposi senza pensare:
- Lo sai. . . mi piacciono entrambi! Sarebbe bello godere in tutti e due, vuoi?
- Oh si, ma. . . devi aiutarmi!
Capii ben presto il significato delle sue parole quando dopo un breve avanti e indietro nel suo ventre, Gina si sollevò urlando quasi:
- Mettimelo nel culo!
Si era aggrappata alle mie spalle, inclinai la verga nelle natiche aperte, lei si lasciò andare di colpo. Sentii l'ano allargarsi e scendere lungo l'asta fino ai testicoli.
- Oh amore, mi piace averlo nella fica e. . . anche nel didietro! Ahhh. . . é lungo e duro come piace a me. Mhhh. . . e mi riempie, mi riempie. . .
Mi adagiai contro lo schienale prestando il membro alla folle cavalcata della donna meravigliosa che sospirava e gemeva ogni volta che calando il bacino mi accoglieva in lei. La lasciavo fare limitandomi a spostare la verga ogni volta che sollevandosi la liberava per riceverla nella vagina, nelle natiche, poi ancora nella vagina.
Ben presto manifestavo il mio piacere con sospiri e rauche esclamazioni.
- Ahhh. . . dai. . . ohhh. . . Lei allora accelerava l'andatura montandomi letteralmente mentre la stanza si riempiva dei nostri gemiti.
Il membro andava dalla vulva all'ano ad intervalli sempre più ravvicinati finche il ritmo divenne insostenibile facendomi esclamare:
- Cara, oh cara sto per venire. . . Ahh. . . adesso amore. . . ahh. . . ahhh. . .
Iniziai ad eiaculare nelle sue viscere. Sentendosi irrorare Gina si sollevò di scatto, spostai velocemente la verga ma non potei impedire ai miei getti di colpire le belle natiche e anche il suo ventre mentre freneticamente lo puntavo sotto la vulva. Gina con un lamento si gettò fremente sul mio petto, i suoi movimenti si fecero spasmodici scorrendo sul membro con la fica bollente, ricevendo nel ventre il rimanente del mio godimento.
- Anch'io amore. . . dai, dai! Ahhh che bello. . . ahhh! ! !
Godemmo lungamente incitandoci con parole oscene, si strusciò, morse il mio collo, leccò le mie labbra, la lingua che tesi incontro alla sua mentre il pene sobbalzando scaricava contro il suo utero i succhi del mio piacere, poi la bella rallentò l'andatura fino a cessare la sua monta.
Rimanemmo inerti bocca a bocca, sentivo la vagina pulsare in lunghi spasimi che piano piano si affievolirono e cessarono. Il pene si afflosciò lentamente ritirandosi fino ad uscire dalla vulva che aveva soddisfatto e gocciolare sul divano. Gina era felice.
- Amore, sei stato stupendo, ho goduto tanto sai?
Sotto la doccia rise tendendomi la groppa imbrattata di sperma perché la lavassi, poi volle lavarmi il pene e i testicoli. . . Ci crogiolammo abbracciati sotto il getto tiepido, quindi uscimmo e ci asciugammo.
Accendemmo una sigaretta e mentre ci rilassavamo la pregai di raccontarmi di Rosa e della sua prima esperienza amorosa.

Rosa


- In collegio parlavamo sovente del membro maschile, era una delle cose che incuteva più timore, le più piccole dicevano che doveva essere terribile la prima volta. . .
Circolava fra le più grandicelle una foto ritagliata da una rivista straniera, rappresentava un uomo nudo con il pene rigido. La guardavamo di nascosto, ad alcune la vista di quella verga suscitava uno strano desiderio, la usavano per eccitarsi mentre si masturbavano. Sfortuna volle che la suora mi sorprendesse proprio con quella foto!
- Si stava masturbando? Chiesi incuriosito.
- Non proprio, ma ero eccitata, sfregavo la passerina contro lo spigolo della scrivania.
Rosa mi fece sedere, guardò appena l'immagine poi lentamente la strappò. Non mi sgridò ma strinse le mie mani e fissandomi con i suoi occhi stupendi disse:
- Non farlo più, foto come queste ingannano! La realtà é molto più bella, un giorno incontrerai il tuo uomo e vedrai che sarà stupendo. Devi aspettare e avere pazienza, non pensare più a queste cose.
Si era voltata e gia stava per andarsene, la chiamai.
- Rosa. . . come faccio?
La religiosa tornò verso di me, mi fissò intensamente poi:
- Oh. . . anche tu?
- Rosa, aiutami. . .
Lesse nel mio sguardo tanta disperazione che si addolcì.
- Si piccola, ora torna a studiare, ma. . . questa notte vieni da me.
Il giorno terminò e ci coricammo. Aspettai nel mio letto con impazienza, infine verso mezzanotte mi alzai e silenziosamente percorsi la camerata, raggiunsi il corridoio illuminato da una luce azzurrina, richiusi la porta e mi diressi verso la camera della suora con il cuore in tumulto.
Abbassai la maniglia e entrai. Avvertii nel buio una presenza poi il sussurro della sua voce:
- Gina? Sei tu piccola?
La porta della camera si chiuse dietro di me, una mano azionò l'interruttore innondando di luce vivida l'esigua stanzetta. Rosa era li, a piedi scalzi, col suo meraviglioso sorriso.
- Non ce la facevi più vero? Oh piccola, tremi, perché?
Prese le mie mani, ma non avevo bisogno di essere rassicurata, tremavo per l'eccitazione che provavo al pensiero di fare all'amore con lei come altre prima di me avevano fatto. Anch'io volevo farlo, non mi importava come, guardavo la religiosa con incantato stupore.
Indossava una camiciola niente affatto casta, trasparente e scollata tanto da mostrare l'attaccatura dei seni piccoli ma perfetti i cui capezzoli sembravano sul punto di forare la seta del sottile indumento. La sua testa era rasata quasi a zero, i capelli biondi cortissimi le davano l'aspetto di un pulcino indifeso che metteva tenerezza. Sul viso ovale spiccavano due grandi occhi azzurri bellissimi che mi fissavano intensamente.
- Cosa c'é piccola?
- Come sei bella! Esclamai come davanti ad una apparizione.
Il suo viso si illuminò. Mi allontanò per guardarmi. Mi sentivo goffa nel mio pigiamino a fiori, mentre lei. . . Vedevo il corpo nudo nella trasparenza del velo che ne metteva in risalto il candore quasi luminoso interrotto dalla macchia del pube i cui peli anch'essi biondi apparivano appena più scuri dei suoi capelli. Mi attirò contro di se:
- Anche tu sei molto bella. . . Pronunciò le parole con il viso vicinissimo al mio, i suoi occhi guardarono le mie labbra poi si chiusero mentre la sua bocca si posò sulla mia. Fu un bacio dolcissimo, sentii la sua lingua lambirmi l'interno delle labbra, farsi strada fra i miei denti. La ricevetti con un sospiro di gratitudine suggendola dolcemente.
Ricambiai il bacio esplorando la sua bocca dal sapore di erbe aromatiche con la lingua tesa, subito catturata da labbra morbide. Il corpo contro il mio era caldo, sodo, lasciai vagare le mani sulla sua schiena la cui pelle sembrava bruciare.
Anche Rosa mi accarezzava, come se il toccarmi fosse la sola maniera che aveva di conoscermi. Ero nuda sotto le mani che sentivo scivolare sotto il pigiama, palpare le mie natiche, separarle per seguire il solco con dita indiscrete che mi fecero fremere. Allargò l'elastico respingendo i pantaloni fino alle mie ginocchia, forzarono le mie cosce, ne accarezzarono l'interno, raggiunsero il sesso. . .
Sospirai nella sua bocca abbandonandomi alla carezza delle dita sulla passera diventata viscida. La bocca finalmente si staccò dalla mia, un lieve rossore imporporava le sue guance quando disse:
- Sei gia bagnata piccola cara! Anch'io ti desidero sai?
Senza aspettare, sbottonò la giacchina del mio pigiama, l'apri sul mio petto, sfiorò i miei seni. . .
- Oh Rosa. . . Dissi in un soffio mentre i miei capezzoli si tendevano sotto le sue dita. Avrei voluto che continuasse ma lei dopo aver preso nelle mani le mie piccole coppelle, le lasciò per finire di denudarmi. La giacchina cadde a terra, mi chinai e sfilai i pantaloncini ammucchiati alle mie caviglie.
Lasciai che Rosa mi guardasse a suo agio, provavo un piacere sottile a mostrarmi nuda. Ero fiera del mio corpo, ne avevo seguito la metamorfosi che negli ultimi mesi mi aveva trasformata da bambina quasi in una donna. Non perdevo nessuna occasione per esibirlo alle mie compagne dopo la doccia, mi dilungavo nel rivestirmi esibendo i seni e i fianchi alle bambine spigolose che curiose guardavano il mio pube ornato da una peluria abbastanza fitta da celare il mio sesso mentre il loro sembrava una ferita che divideva il monticello del loro bassoventre.
Potevo confrontarmi soltanto con Gaia, fu con lei che scambiai le prime carezze mentre con le bocche unite soffocavamo i nostri gemiti quando ci abbandonavamo a ripetuti orgasmi dopo estenuanti masturbazioni. Sentivo che con Rosa sarebbe stato diverso e aspettavo trepidante che facesse qualcosa, invece lei disse:
- Sei bella piccola, sei venuta per fare all'amore vero?
- Oh si. . . ti prego! I miei occhi si riempirono di lacrime al pensiero che si mettesse a ridere invece si avvicinò per baciare i miei occhi, le mie guance. Le sue mani furono ancora su di me, le sentii sulla mia schiena, stringere il mio sedere.
- Anch'io lo voglio sai? Disse.
Oh com'era caldo il suo corpo, le mie mani scesero lungo la schiena liscia, sul suo sedere, sulle sue gambe. Sollevai la camiciola per toccare la pelle nuda delle cosce, poi più su, a schiacciare le natiche rotonde per sentire contro il mio, il ventre caldo ed elastico.
Il ricordo di quei momenti mi ossessiona ancora, Rosa muoveva piano le anche in una danza amorosa aderendo a me con le cosce, strusciando il ventre contro il mio per sentire il mio pube contro i suoi peli. Credetti di venir meno per il desiderio che provavo.
- Ohh amore . . . Dissi staccando la bocca dalla sua. Lei arretrò di un passo e con un solo movimento, si tolse il velo che la copriva.
Rimasi a bocca aperta. Rosa era una di quelle bellezze cui solo la nudità rende pienamente giustizia.
- Sei splendida! Esclamai ammirata guardando le sue forme perfette.
Aveva una carnagione di una purezza abbagliante, i seni erano ornati da larghe areole rosa sormontati da capezzolini eretti appena più cupi. Le braccia e le gambe erano mirabilmente tornite, la vita stretta si allargava nella morbida curva del bacino.
I peli biondi che decoravano il suo ventre lasciavano liberi gli inguini, adorabili pieghe convergenti che guidavano lo sguardo fra le cosce della religiosa. Anche Rosa guardava la giunzione delle mie gambe dove i peli umidi rivelavano il mio desiderio.
- Bambina, lo hai già fatto con qualche tua compagna?
Chinai il capo confusa. Lei mi fece sedere sul letto, mi spinse dolcemente all'indietro e chinandosi sussurrà al mio orecchio:
- Lasciati andare. . . sarà molto bello, vedrai che dopo ti sentirai meglio.
Sfiorò appena le mie labbra con un bacio poi la sua bocca scese lungo il mio collo. Chiusi gli occhi sotto il tocco caldo e leggero delle labbra umide che si muovevano troppo piano seguendo la gola tesa. Mi inarcai tendendo il petto in un'istintiva offerta mentre impaziente, spingevo il suo capo verso i miei piccoli seni. La testa bionda cedette alla pressione. Era la prima volta che una bocca si posava sulle mie tettine, il mio gemito ruppe il silenzio della cameretta. Rosa lo soffocò con la sua bocca.
- Shhht. . . piccola. Sei molto sensibile, anche a me piace essere baciata. . . vuoi farlo?
Non aspettò la mia risposta ma fece il giro del letto dove ero distesa di traverso, le gambe pendenti e portandosi dietro di me, si chinò ancora sui miei seni dicendo:
- Hai delle tettine deliziose, baciami anche tu, ma fai piano. Nessuno deve sentirci!
I seni della suora pendevano sopra il mio viso, belli, tondi come delle piccole mele. Quando si chinò ancora a baciare il mio petto, i suoi capezzoli sfiorarono le mie labbra. Li presi in bocca, meravigliandomi di sentirli duri e tesi.
- Mhhh. . . cosi piccola cara!
- Mhhh! ! ! Sospirai. Sensazioni nuove si impadronirono di me, la bocca di Rosa si muoveva lentamente sulle mammelline che offrivo spingendo i capezzoli fra le sue labbra. Lei prese a mordicchiarli.
- Mhhh! ! ! Oh come dolevano. . . e che sollievo dava loro la calda lingua che dolcemente li titillava provocando nel mio ventre un brivido di piacere.
- Oh Rosa, é bellissimo!
Tendeva i seni alla mia bocca che li percorreva inseguendoli per suggerli, leccarli. Ero felice per i sospiri che Rosa soffocava sul mio petto mentre io schiacciavo le mammelline tanto sode da sfuggire ai miei morsi amorosi. Serrai istintivamente le gambe sentendo un liquido caldo colare fra le cosce.
- Oh Rosa. . . non resisto!
Si sollevò accaldata e leggermente ansimante. I seni coperti della mia saliva riflettevano la luce della lampada. Anche i miei seni erano bagnati. Chiese con dolcezza:
- Cara. . . sei venuta?
- No ma. . . sono tutta bagnata. . .
- Oh bambina, é naturale. Anch'io sono bagnata perché desidero la tua bocca. Hai già baciato una passera?
Scossi il capo, i suoi occhi brillavano di eccitazione. Sospirai:
- Voglio baciartela, ma devi insegnarmi! Ti prego. . .
Arrossi in modo delizioso, sfiorò la mia bocca con la sua e sussurrò:
- Si fa cosi. . . Dardeggiò la lingua nella mia bocca in uno strano bacio muovendola nel taglio delle mie labbra, accarezzandole voluttuosamente. Le prese fra le sue, le succhiò, le leccò. . . Quando si sollevò, il mio sguardo sorpreso la fece ridere. Disse:
- Sciocchina, non capisci? E cosi che si bacia una passera!
- Ohhh ! Esclamai stupita. Il viso sorridente sopra il mio tolse ogni mio timore. Annuii con il capo, la testolina bionda si chinò ancora a baciare i miei seni, poi la bocca scese lentamente verso il mio ventre. Chiusi gli occhi, sentii che la suora saliva sul letto, un profumo particolare, eccitante, mi colpi. Aprii gli occhi.
La suora era sopra di me, le ginocchia aperte ai lati del mio viso. Le cosce di un candore abbagliante, meravigliose colonne di carne, conducevano il mio sguardo verso il suo sesso.
Rimasi a fissare il taglio incorniciato da sottili peli biondi. Era la prima volta che vedevo un sesso femminile da vicino, neanche la mia passera avevo potuto vedere cosi bene. Avevo immaginato che la passera di una donna fosse diversa da quella di una ragazzina, più grande. . .
Rosa aveva una fichetta come quella che avrei visto anni dopo fra le gambe delle modelle di mio marito. Una valle stretta che divideva una collinetta punteggiata di peli biondi e talmente radi da non offuscare la purezza del disegno. Il taglio socchiuso mostrava la polpa rosa e delle labbra sottili dal curioso profilo aperte sull'ingresso del suo grembo, vidi dopo un tratto breve, l'ano piccolo nel sedere rotondo. Aveva detto il vero, il suo desiderio aveva bagnato le carni del bel sesso.
Presa com'ero dalla contemplazione delle sue parti intime, mi ero appena reso conto che stava aprendo le mie gambe. Ritornai in me sentendo le mani accarezzare delicatamente l'interno delle mie cosce, l'assecondai appoggiando i piedi sul bordo del letto. Con una leggera pressione, Rosa me le fece divaricare. La udii sussurrare:
- Bambina mia, hai una fichetta deliziosa, lo sai?
- Anche la tua é molto bella. . . sei tutta bella Rosa!
Accarezzai le cosce della donna meravigliandomi di sentirle cosi lisce, gli occhi fissi sul sesso che ora non vedevo l'ora di baciare. I peli sul bordo del taglio erano bagnati e appiccicati dagli umori che stillava la vulva bellissima il cui profumo mi inebriava. Con le dita sfiorai le labbra spesse e umide provocando la contrazione della fica in calore mentre alla suora sfuggì un gemito.
- Mhhh. . . non ancora, aspetta, sono troppo eccitata!
Le mie mani seguirono l'interno delle cosce, accarezzai il culetto rotondo, le reni arcuate, la schiena calda, poi le mani scivolarono sulle mammelline schiacciandole, le mie dita stuzzicarono i capezzoli, risalirono il suo collo per premere la testa fra le mie cosce.
- Oh piccola impaziente, hai la fichetta gia pronta! Piano. . . cosi!
Le mani presero le mie natiche separandole, poi le dita ne percorsero il solco accarezzando l'ano con tocchi leggeri che mi fecero arrossire. Fremevo, mi vergognavo ma era cosi piacevole che mi inarcai offrendo la passerina.
Sospirai sentendo la bocca all'interno delle mie cosce, talmente vicino al sesso che la sua guancia sfiorandolo mi strappò un sospiro di piacere.
- Oh Rosa. . . baciala, ti prego! Esclamai.
Io stessa ero stupita del desiderio che era entrato in me, mai avrei pensato di volere una cosa tanto sconveniente. La religiosa scese con la bocca alla piega degli inguini leccandomi adagio, poi la lingua fu sul rilievo del mio monticello, la sentii muoversi fra i peli per lambire la pelle sottostante. Mi aggrappai alle sue reni mi sollevai.
- Rosa. . . oh dammela, la voglio!
Lei allontanò piano le ginocchia dalle mie guance, la macchia bionda si abbassò. Oh com'era bella la passera di Rosa! La fessura avvicinandosi si allargò fino a diventare uno spacco aperto sulla carne scintillante con una graziosa crestolina non più celata dai peli che vidi eccitata, tesa. . .
Immersi il viso fra le calde cosce leccando tutt'attorno al bel sesso incurante dei peli che entravano nella mia bocca. Il corpo sopra il mio si fece pesante, i piccoli seni si schiacciarono sul mio ventre, sentii il suo alito, poi la sua bocca sulla mia passera. Trasalii per il contatto caldo e morbido fra le labbra della mia fichina, capii che quello che sentivo era la sua lingua. Rimasi col fiato sospeso, assaporando per la prima volta il piacere particolare che sa dare una donna ad un'altra donna.
- E. . . bellissimo! Pensai.
Era come se la vedessi la lingua che percorreva le mie carni più intime lambendole lentamente. Sentii le dita che mi allargavano per consentire alla calda appendice di esplorarmi in profondità.
- Oh Rosa. . . mi piace!
La suora divaricò maggiormente le ginocchia, i peli biondi solleticarono le mie labbra mentre mi offriva la vulva aperta. Allungai la lingua e la passai nello spacco della fica bellissima lambendola per tutta la lunghezza.
- Ohhh cara. . . Disse.
Si abbandonò premendo il sesso sulla mia bocca. Baciai la fica di Rosa come prima avevo baciato la sua bocca, eccitata dal sapore particolare. La suora con un lungo gemito tuffò il viso fra le mie cosce baciandomi con voluttà, facendomi provare sensazioni mai provate prima. Presi a lamentarmi nella vulva che riempiva la mia bocca e che sentivo liscia mentre leccavo le carni palpitanti.
Rosa si mosse strusciandosi lascivamente per meglio offrirsi, mentre io inchiodata sotto il suo peso, subivo inerte il lavorio della lingua che mi frugava. Presi a lamentarmi a voce alta.
- Ahhh. . . mhhh. . . ahhh. . . ahhh.
La bocca lasciò la mia vulva per riprendermi.
- Piano amore mio, abbiamo appena cominciato. . .
Si era fermata accarezzandomi adagio le cosce, il culetto aperto e indifeso. Con immensa vergogna sentii il dito sul mio buchetto.
- Ohhh Rosa. . . cosa fai! Sospirai fra le sue cosce. Ma il dito continuò a stuzzicarlo finche lentamente entrò in esso. Mi agitai ma inutilmente, lei lo ritirò e lo immerse ancora e ancora mentre la lingua riprese a muoversi nella mia passerina.
- Nessuno é mai entrato nel tuo culetto? Non ti piace. . . o non vuoi?
- Si. . . si, ma. . . ohhh mi vergogno!
Ero turbata, provavo un piacere perverso a essere frugata in quel modo; mio malgrado immaginavo quello che avrei provato se nelle natiche, invece del dito, avessi ricevuto un membro grosso come quello della foto. Ne fui sconvolta, ma il dito che sentivo nell'ano si muoveva con tanta delicatezza e la bocca di Rosa era cosi dolce sulla mia passerina che mi abbandonai completamente cercando di ricambiare il piacere che provavo. Mossi adagio la bocca sulla morbida fica prendendo fra le mie le labbra sottili, stuzzicando con la lingua le carni delicate. Sentii la donna sospirare estasiata:
- Cosi piccola. . . toccami come faccio io! Mhhh si. . . così!
Con dita tremanti osai passare le dita nel solco bruciante delle chiappette della mia amante. L'ano era duro, Rosa espresse il suo gradimento con un sospiro che mi riempi di gioia. La bocca si muoveva dolcemente sulla mia fichetta, la lingua passava e ripassava nel taglio, poi si fermò. Mi inarcai quando la sentii entrare nell'orifizio della vagina, ancora una volta immaginai il membro della foto che entrava nel mio ventre.
Premetti il dito sull'ano di Rosa e lo immersi fino in fondo mentre la mia lingua si faceva strada fra le labbra della vagina e entrava nel suo grembo. La stanzetta si riempi dei gemiti che soffocavamo l'una nella vulva dell'altra, i corpi frementi del piacere della nostra lussuria.
Con uno sforzo rovesciai di lato la mia compagna che non si oppose ma sollevo alta una gamba per far posto al mio capo. La imitai, ora potevo muovermi liberamente, strusciarmi, fargli sentire i miei seni, protendere il ventre per offrire la fichina, muovere il deretano stringendo le natiche sul dito indiscreto, rilassarle per permettergli di scorrere nel mio culetto. Non immaginavo di provare tanto piacere in un atto cosi sconveniente!
Mi abbandonai completamente prodigandomi in mille carezze, era bello sentir fremere la fica sotto la mia bocca, udire Rosa sospirare quando immergevo la lingua nella vagina muovendola avanti e indietro come un fallo.
- Ahh piccola, sai come farmi godere. . . Cara, hai la fichetta tutta bagnata e. . . com'é teso il tuo grilletto, vuoi che lo baci ancora, lo vuoi?
Non ebbi il tempo di rispondere, urlai fra le cosce della mia amata il piacere che mi dava suggendo la parte più sensibile di tutto il mio corpo. Cercai alla cieca il clitoride della suora, lo sentii fra le labbra, lo mordicchiai. . . Gemette nella mia fica, sollevò la bocca per esclamare:
- Ohhh cara. . . é quello che voglio! Si, succhiami, leccami. . . Mhhh!!!
Oh il grilletto di Rosa, era teso, liscio fra le mie labbra mentre lo suggevo, lo lambivo a piccoli colpi felice di provocare nella mia compagna tanto godimento da farle rilassare i muscoli dell'ano lasciando il mio dito scorrere liberamente.
- Ihhh. . . ihhh. . . Gridava nella mia fichina mentre il dito andava e veniva veloce nel sedere che muovevo convulsamente. Gemetti:
- Ohhh Rosa, fammi godere adesso. . . Non resisto. . . fammi venire!
Sollevò il viso e coprì di baci leggeri la vulva che la sua bocca aveva portato così vicino all'orgasmo che sollevai il ventre perché la leccasse ancora.
Ritirò il dito dal mio culetto e si girò. Mi spinse con dolcezza facendomi mettere sulla schiena quindi si chinò sul mio viso. . . Sorpresa, col sesso in fiamme guardavo il viso della mia amante, lessi nei suoi occhi un desiderio infinito. Le labbra rosse, bagnate del liquido del mio desiderio si posarono sulle mie, la bocca si aprì, la lingua si spinse fra le mie labbra in un bacio che mi sconvolse. Aspirai la lingua che aveva leccato la mia fichetta, ne sentii il sapore, il profumo particolare. . .
- Hai voglia? Anch'io sai. . . mi hai leccato proprio bene! E' bello baciarsi la passera, ma ora voglio godere con te, fica contro fica.
Sollevò alte le mie gambe, le spinse contro il mio petto, le apri poggiandole ai lati del mio viso, poi si sedette fra le mie cosce adagiandosi sul mio corpo.
- Ohh Rosa. . . Esclamai sentendo la fica morbida sulla mia. Soffocò il mio grido con la sua bocca, cercò la mia lingua e la succhiò dolcemente poi, prese a muoversi piano, a sospirare. . .
Non pensavo che il corpo di una donna potesse darmi tanto piacere. Cominciai a gemere nella sua bocca al contatto dei seni duri contro i miei, dei capezzoli che sentivo tesi mentre li strofinava sui miei capezzolini dolenti. Sollevò il bacino e con lunghi movimenti delle reni cominciò a strofinare la fica sulla mia fichetta aperta, il suo clitoride eretto passava nel taglio e titillava la mia crestolina facendola vibrare, strappandomi grida di piacere che si mescolavano alle grida estasiate della suora il cui sesso riceveva l'omaggio del mio clitoride pulsante.
- Rosa, é bellissimo, vorrei che durasse sempre. Ahh. . . ahh. . .
Mi contorcevo per sentire la vulva calda e la dura protuberanza che passava e ripassava nel taglio aperto della mia fichina.
Ohh cara. . . cara. . .
Con le mani afferrai il suo sedere guidando il movimento, fermandolo quando la dura crestolina si trovava fra le labbra della mia fichina immaginandomi di sentire un cazzo duro. Nel mio delirio leccavo le labbra e la lingua della mia compagna di piacere che sospirava estasiata.
Non durò, i miei mugolii sempre più acuti furono per Rosa il segnale che aspettava, sollevò il viso per dire:
- Piccina, stai per venire? Anch'io non resisto . . . Baciami!
Sollevò alte le mie gambe aperte, spostò appena il corpo in avanti premendo fortemente la fica sulla mia passerina.
- Così amore. . .
Cominciò piano a muoversi. Fu meraviglioso, soffocò con la bocca l'urlo che emisi al contatto dei nostri clitoridi mentre il piacere si impadroniva di noi. Rosa cominciò a mugolare soffocando le mie grida, lamentandosi anch'essa nella bocca che la sua lingua frugava senza posa. Oh era bello sentire la fica di Rosa sulla mia, il duro clitoride faceva vibrare il mio grilletto provocandomi un godimento che aumentava ad ogni suo movimento e che stava per sommergermi. Un liquido caldo colò fra le mie chiappette, gemetti forte:
- Amore. . . sto per venire!
Lei sollevò il viso accaldato, entrambe le sue mani furono sotto le mie natiche, le aprirono, sentii il dito entrare nel mio culetto, muoversi mentre ansimava nella mia bocca:
- Ohh. . . fammi anche tu cosi!
Urlò sentendo il dito entrare nel suo sedere, gemendo strusciò freneticamente la fica sulla mia. Urlammo bocca contro bocca e. . . venimmo in una miriade di fremiti che scossero i nostri corpi mentre le vulve continuarono per lungo tempo a contrarsi. Poi venne la quiete.


Gina interruppe il racconto e mi guardò, ero nuovamente in erezione ma malgrado il mio desiderio, volli appagare la mia curiosità. Per provocarla osservai:
- Eri poco più di una ragazzina e gia sognavi il membro, non solo fra le cosce lo volevi, ma anche nel sedere! La vidi arrossire.
- Oh come lo volevo! Mio marito aveva un membro grosso e resistente come il tuo ma solo un'amante come te poteva capirmi e fare in modo di accontentarmi. . . Oh ma di cosa stiamo parlando, vuoi che continui il mio racconto?
La baciai teneramente, poi risposi:
- Si, perché penso che anche tu lo voglia, é la parte più eccitante, non é cosi?
Lei annui sorridendo e riprese:
- Trascorse una settimana prima che potessi rimanere nuovamente sola con Rosa, la suora mi ignorava o almeno lo credevo perché non si rivolse mai a me, evitando persino di guardarmi, finche un giorno. . .
Era una giornata afosa, il caldo era soffocante, dopo la refezione, accogliemmo con gioia la notizia che saremmo uscite per una gita nei boschi. Giugno era inoltrato e il pensiero di fare merenda nel verde ci riempiva di eccitazione. Sul punto di partire, mi sentii chiamare.
- Sirosky, devi aiutarmi, uscirai la prossima volta, ti dispiace?
Mi voltai delusa, ma quando vidi chi era quella che mi chiamava, trattenni a stento un'esclamazione. Rosa era lì, con un secchio e due scope in mano, sorrideva nel sole, rivoli di sudore colavano sul bel viso. . . Mi avvicinai e presi meccanicamente una delle scope.
Guardai le mie compagne varcare la porticina accompagnate dalle altre religiose. Quando si furono allontanate, Rosa richiuse la porta, girò la chiave e voltandosi mi sorrise strizzandomi un occhio.
- Rosa, finalmente! Esclamai abbracciandola, lei si sciolse con dolcezza.
- Piano piccola, abbiamo un lavoro da fare. Prima il dovere. . .
Cominciammo a ripulire l'ampia sala, lavammo il pavimento e in nemmeno un'ora tutto fu lindo e pulito.
- Ecco fatto, ora possiamo riposarci. Hai voglia cara?
- Oh si, tanta e tu?
Questa volta fu lei ad abbracciarmi ma si scostò subito con una smorfia buffa.
- Piccola, sei tutta sudata, e poi, puzzi. . . Vieni!
Prese una spugna e del sapone e mi precedette nel cortile assolato dove una fontana innalzava getti che ricadevano in una grande vasca circolare.
- Siamo sole, possiamo lavarci qui, ti va? Su, togliti i vestiti.
Esitavo a spogliarmi in pieno sole, nel cortile dov'ero solita giocare con le mie compagne. Rosa con una risata si tolse la cuffia, sbottonò la sottana, la sfilò e fece passare la lunga camicia sopra la testa.
Sotto non aveva nulla, nuda sembrava appena più grande di me, il suo corpo luccicava di sudore. Gocce simili a perle scendevano fra i piccoli seni, sul suo ventre. . . i peli biondi appiccicati al pube mettevano in risalto il monte di Venere impudico. Vi era un che di indecente nel suo atteggiamento, divaricò le gambe sudate per sentire la brezza calda del pomeriggio estivo accarezzarle l'interno delle cosce, delle natiche. . .
- Oh é cosi bello! Su, cosa aspetti? Spogliati dai!
Mi guardava mentre un po imbarazzata mi toglievo i vestiti che sentivo appiccicati alla pelle, aspettò che fossi nuda per attirarmi contro di se. Quel bacio nel sole, in mezzo al cortile dei giochi fu per me particolarmente eccitante, mi abbandonai alla sua bocca ricevendo la sua lingua con voluttà mentre strusciavo languidamente il corpo al suo.
Si scostò. Ci guardammo a lungo gustando il calore del sole sulla nostra pelle, finalmente Rosa scavalcò il bordo e entrò nella vasca.
- Vieni cara!
La raggiunsi, l'acqua arrivava alle ginocchia, Rosa ridendo mi spruzzò facendomi urlare.
- No. . . è fredda, brrrr. . . basta, no!
Rabbrividivo ma lei continuava a bagnarmi ridendo come una bambina. Anch'io presi a spruzzarla, ben presto le nostre grida di gioia riempirono il cortile deserto, quando ci fermammo, non avevo più freddo. Rosa ansimando mi tese il sapone, ci insaponammo rapidamente coprendoci di schiuma poi mi tese le mani.
- Uno, due, tre. . . giù! Disse trascinandomi a sedere nell'acqua.
Si coricò nella vasca, lo feci anch'io lasciandomi sommergere interamente, ci rialzammo per rincorrerci nella fontana, nude e felici sotto i freschi zampilli. Si lasciò raggiungere ed abbracciare, cercai la sua bocca, ma lei si scostò dopo un breve bacio.
- Aspetta, non ancora. . . asciughiamoci al sole prima.
Scendemmo dopo aver calzato i nostri sandali e ci dirigemmo verso una panchina. Una volta sedute, Rosa si voltò verso di me.
- Hai ancora guardato quelle foto orribili? Chiese fissandomi.
- Perché orribili?
- Perché. . . con un uomo bisogna fare all'amore, non solo guardare.
- Tu. . . hai avuto un uomo?
Arrossi poi annui in silenzio. Per me era una rivelazione, non riuscivo ad immaginare Rosa intenta a fare all'amore sotto un uomo, aprire le gambe per farsi penetrare come nelle foto oscene che avevo visto. Ebbi un moto di sorpresa, la religiosa sembro scuotersi.
- Sai, avevo la tua età quando accadde. Si chiamava Remo ed era bellissimo. Eravamo solo amici, finche un giorno. . . Fra bambini non ci si vergogna a fare il bagno nudi nel ruscello, lo facevamo di nascosto, noi ridevamo del peduncolo che i maschietti avevano fra le gambe, l'uccello, lo chiamavamo. Loro sbirciavano maliziosamente la fessura che intravedevano al vertice dei ventri di noi femminucce, la chiamavano la passera, la gnocca, la sorca. . .
Quel giorno eravamo soli ed era trascorso più di un anno dall'ultimo nostro bagno. Ci spogliammo senza guardarci, ero gia in acqua quando mi raggiunse, l'uccello di Remo pendeva alla base di peli nerissimi che mi misero a disagio. Anche a me erano cresciuti i peli alla sommità della gnocchetta che conteneva la mia passerina, le mie tettine avevano cominciato a svilupparsi, non erano come le tue, cara, ma notai che il ragazzo era arrossito mentre le guardava.
Subito non accadde nulla, nuotammo e giocammo nell'acqua come le altre volte, notai solo che evitava di toccarmi. Uscimmo, mi asciugai mentre lui non cessava di guardarmi, fu quando gli tesi l'asciugamano che notai il cambiamento.
- Remo cos'hai? Esclamai meravigliata dalla sua vergogna. Si copriva il ventre ma io gli tolsi a forza l'asciugamano.
- Ohh! ! ! Esclamai notando la metamorfosi del suo uccello. Non era più una ridicola appendice gobbuta, ora era un lungo bastoncino rigido, neanche tanto piccolo, che si drizzava fieramente, puntando minacciosamente verso il mio monticello nudo.
Tu ridi piccola ma io ero intimorita, non avevo mai visto un membro eretto neanche in fotografia come hai visto tu. Lo vidi oscillare quando il ragazzo cercò di coprirsi con le mani.
- No, lasciamelo vedere! Dissi.
Lui esitò poi allontanò le mani dicendo per giustificarsi:
- E' diventato così mentre ti guardavo. Vestiti, ti prego. . . altrimenti, rimane duro.
- Veramente? Chiesi con un certo orgoglio mentre un calore sconosciuto ma terribilmente piacevole inumidiva per la prima volta la mia passerina. Quando Remo avvicinò il viso al mio, chiusi gli occhi, ci baciammo come si baciano i bambini, a fior di labbra ma fu ugualmente sconvolgente per entrambi.
Fremetti sentendo contro la pancia l'uccello di Remo. Vi portai la mano, era liscio e duro, lo toccai tutto, dalla testolina fino allo scroto che palpai per sentire le sue palle. . . Si scostò. Capii che gli piaceva come toccavo il suo uccello e ne fui felice.
Portò la mano al mio pube, divaricai le gambe. Volevo che toccasse la mia passera, non mi ero mai masturbata, pensai di venir meno sentendo le dita fra le labbra della fichetta. Mi accarezzò adagio facendomi provare un piacevole turbamento che era desiderio.
- Oh Remo. . . Dissi in un soffio.
Come in un sogno, lo vidi stendere sull'erba i suoi vestiti. Mi adagiai su di essi e aprii istintivamente le gambe quando capii che lui sarebbe venuto sopra di me. Sospirai al contatto dei nostri corpi bagnati, poi sentii sulla passera l'uccello duro e. . .
Gridai quando entrò in me. Non provai dolore ma una meraviglia che si trasformò in un piacere sempre più intenso per le sensazioni che mi dava la presenza che si muoveva nel mio ventre. Il ragazzo si agitava su di me con grida rauche, baciando le mie labbra, i miei occhi, mentre le mie grida di gioia si innalzavano rompendo il silenzio del luogo.
Poi il piacere mi fece gemere sempre più forte, sentii il bisogno di muovermi incontro all'uccello di Remo, era tanto il piacere che dava alla mia passera che avrei voluto non finisse mai.
- Ohh Remo. . . Ohhh. . . ohhh. . .
Soffocò i miei gemiti con la sua bocca, istintivamente spinsi la lingua fra le sue labbra, la mia passera divenne calda, mi inarcai sollevando il ragazzo che ora mi penetrava come un forsennato finché sentii l'uccello sobbalzare schizzando nel mio ventre.
Godetti lungamente a bocca aperta mentre il ragazzo in orgasmo mi leccava le labbra, la lingua, scaricando il suo seme in getti rapidi finche con un ultimo sobbalzo si abbandonò su di me. Rimanemmo a lungo abbracciati, quindi Remo si alzò.
- Rosa . . . oh cosa ti ho fatto!
Il suo uccello era macchiato di sangue. Mi alzai e rassicurai il mio amante.
- Sono contenta di averlo fatto con te. . . Tutte le ragazze sanguinano la prima volta!
Lavai la mia passera nel ruscello poi presi in mano l'uccello di Remo e feci lo stesso, quindi ci rivestimmo. Ora sai come persi la verginità, la donai a Remo, il mio amore.

Vedendo gli occhi della suora riempirsi di lacrime, mi gettai al suo collo coprendole il viso di baci. Mi abbracciò, stringendomi con gratitudine genuina, ma il contatto dei nostri petti nudi acuì in Rosa il desiderio che il suo racconto aveva risvegliato, la sentii muovere il busto, i suoi seni sfregarono contro i miei finche i miei capezzoli si fecero dolorosi facendomi gemere mio malgrado, allora aprì la bocca sulla mia.
Fu un bacio dolcissimo, le lingue si cercarono accarezzandosi languidamente, aprii le cosce alla sua mano sospirando, le allargai quando le dita separarono le labbra della mia fichetta eccitata e vogliosa.
- Piccola cara. . . sei gia bagnata, hai tanta voglia non è vero?
Mi tesi, lasciando le sue dita frugare la mia intimità, la mia mano scese lungo il suo ventre, sui peli umidi, Rosa sospirò aprendo le gambe. Mossi le dita nella fica morbida e umida del suo desiderio.
- Oh Rosa, fammi godere con te, come allora. . .
La donna mi guardò sorridendo poi arrossi distogliendo gli occhi.
- Ti ho raccontato di Remo perché. . . voglio che tu faccia una cosa per me, vuoi? Annuii senza capire, si alzò.
- Non qui, andiamo da me.
Mi alzai e seguii la mia compagna di piacere lasciando sulla panchina l'impronta bagnata dei nostri sederi. Attraversammo il cortile abbagliante di sole raccogliendo al passaggio i nostri vestiti.
Nella camera regnava una piacevole penombra, aprii le persiane lasciando che il sole colpisse il giaciglio. Rosa mi prese le mani.
- Sei la prima alla quale chiedo questo favore, mantieni i segreti?
- Oh Rosa lo sai. . .
Aprì un cassetto e ne trasse un cofanetto; prese una chiave nel comodino e lo aprì. Avvolti in tovaglioli vi erano diversi oggetti, ne sollevò uno e lentamente lo svolse.
- Cos'é. . . sembra un. . .
Avevo quasi urlato, non immaginavo esistesse un oggetto così sconcio. Rosa aveva in mano un 'coso' in tutto simile al membro che avevo visto nella foto di quell'uomo nudo. Ebbi un moto di repulsione che fece sorridere la suora.
- Si mia cara, é un fallo, molte donne lo usano quando si amano e sentono il bisogno di essere penetrate. Lo indosserai per me, vero?
Ero impietrita, era così realistico che mio malgrado provai lo stesso turbamento che provai anni dopo in presenza del pene di mio marito e del tuo cazzo amore mio. Rosa intanto illustrava l'uso dello strumento.
- Toccalo! E' rigido e morbido come un membro in erezione e produce lo stesso effetto. Anche tu proverai piacere, guarda, la base ha una sporgenza che si adatta alla vulva della partner che lo indossa e che vibra quando é in azione. Ora te lo metto!
Si inginocchiò davanti a me e mi fece divaricare le gambe. Con le dita allontanò delicatamente i peli separando le labbra della mia fichina per appoggiarvi la base dello strumento. La sporgenza si adattò perfettamente alla forma della mia vulva entrando in contatto con le mie carni più intime.
L'arnese era fornito di cinghiette, allacciò le laterali dietro le mie reni passando la terza fra le mie cosce e le mie natiche, finito che ebbe di allacciarle allontano le mie mani e si assicurò che stesse ben fermo quindi si alzo, aprì l'armadio e mi spinse davanti allo specchio contenuto nel pannello interno della porta.
- Guarda, sembri un maschietto con l'uccello duro, Remo era così!
Mi guardai e arrossii. Ero oscena, l'uccello che si innalzava dal mio ventre sembrava di carne tanto era realistico. L'immagine era maschile per il pene e femminile per le tettine che ornavano il mio petto di adolescente, ero diventato un essere ambiguo che eccitava la mia compagna.
Sentii l'alito di Rosa sul mio collo, i suoi occhi attraverso lo specchio percorrevano l'essere androgino che aveva davanti. Si schiaccio contro la mia schiena, le sue mani si posarono sui miei seni titillando con le dita i capezzoli tesi finche con un gemito rovesciai il capo.
- Ohhh Rosa. . .
La mano scese lenta lungo in mio ventre, si incollò a me strusciando i seni contro la mia schiena, il pube contro il mio sedere, la udii sussurrare:
- Remo amore mio. . . Eccomi, sono Rosa. . .
La mano percorse il 'mio' fallo, le dita si strinsero, il pugno scese su di esso facendo scorrere lo strato che lo ricopriva, simile alla pelle.
- Ahhhhh! ! ! Esclamai estasiata per la sensazione dolcissima che sentii fra le cosce, La vibrazione cessò quando il pugno si mosse verso l'alto. La mano scese di nuovo, la vibrazione riprese cosi soave che sentii nuovamente la mia fichetta inumidirsi.
- Mhhhh! ! ! La mano calò ancora.
- Mhhhh! ! ! La masturbazione del fallo artificiale si trasmetteva attraverso le vibrazioni della base alla fichetta nella quale era appoggiata strappandomi un gemito ad ogni movimento del polso della donna.
- Ti piace come te lo meno? Alitò Rosa leccandomi l'orecchio. Per la suora, non ero piu Gina, ero Remo, il suo ragazzo.
- Ahhhh. . . si. . . siii! ! ! Sospirai assecondandola.
Venne davanti a me, guardandomi come se fossi un sogno, la strinsi cercando la sua bocca. La presenza del membro fra i nostri ventri eccitava entrambe, succhiò la mia lingua poi spinse la sua nella mia bocca. Ci leccammo lascivamente, nello specchio vidi le mie mani accarezzare la sua schiena, vidi le gambe bellissime divaricarsi mentre protendeva il ventre per sentire il fallo contro il suo pube.
- Remo. . . Ohh Remo, é bello sentire ancora il tuo cazzo. . . Perche sei partito dopo essere stato mio per così poco tempo? Perche?
Mosse le anche, vidi il sedere rotondo, pieno, ondeggiare; vi portai le mani palpandolo senza vergogna. Lasciò che ne separassi gli emisferi per esplorare con le dita il solco caldissimo, sospirò:
- Anche li vorresti mettermelo? Puoi farlo lo sai. . . Ma ora vieni amore!
Si sciolse dal mio abbraccio e si diresse verso il letto dove si adagiò lasciando penzolare le gambe oltre il bordo, le socchiuse. . .
- Vieni! Disse ancora tendendomi le braccia.
Mentre mi avvicinavo, il membro ondeggio premendo nella mia fighina in modo per niente spiacevole. La vista di Rosa pronta all'amore acuì il mio desiderio, era bellissima, il raggio del sole che entrava dalla finestra, giocava col suo corpo nudo, i piccoli seni puntavano fieramente verso il soffitto, i serici peli biondi brillavano, incorniciando il sesso dalle labbra aperte sulla carne umida. Vedendo il mio sguardo fissare le candide cosce, Rosa le divaricò.
- Guardami amore, sono tua . . .
I peli ai lati delle labbra tumide erano bagnati e appiccicati alla pelle, la carne rosa della bella fica scintillava aspettando la penetrazione.
- Rosa, sei bellissima! Lei sorrise, dolcissima e provocante.
-Ti piace ancora la mia fica? Vuoi leccarla vero? Lo sai che mi piace sentire la tua lingua prima di scopare?
In quel momento ero Remo, e non solo per lei! Il cazzo oscillando premeva nella mia fichetta dandomi un desiderio perverso. Mi inginocchiai fra le sue gambe, le cosce si spalancarono quando avvicinai il viso. Sfiorai il sesso con le labbra poi protesi la lingua.
- Ahhh. . . amore ! Fu il suo grido.
La fica di Rosa aveva il sapore del suo desiderio, il sapore che ritrovo ogni volta che bacio una donna fra le cosce. La leccai lungamente. . .
- Ohhh. . . mettila dentro! Urlava Rosa.
- Muovila. . . sbattila! Cosi. . . ahhh. . . mhh. . . si. . . oh, si, siiii! ! !
Feci andare la lingua nelle carni bagnate, eccitata dalle grida di gioia della mia compagna, leccando perdutamente il bel sesso finche lei mi respinse.
- Basta amore. . . dammi il cazzo. . . dammelo adesso!
Era la prima volta che udivo una donna invocare il coito, guardai la fica di Rosa, i peli che la mia saliva aveva incollato alla pelle la rendevano ancora più nuda. L'orifizio vaginale era aperto sulle labbra sottili che pulsavano. Improvvisamente, mi resi conto che quello che stavo per fare era sporco, la mia mente si ribellò di compiere un atto tanto osceno, urlai con le lacrime agli occhi:
- No. . . non voglio! Non sono Remo, sono Gina! No. . . nooo! ! !
Troppo tardi, le gambe di Rosa si avvinghiarono alle mie reni imprigionandomi, una mano scatto dietro la mia nuca attirandomi su di lei mentre l'altra sua mano prese il fallo puntandolo nella fica aperta. Caddi sul suo corpo, una vibrazione insostenibile si trasmise alla mia fichetta facendomi quasi venir meno.
- Ahhhhhh! ! ! Urlammo all'unisono.
Rosa baciò il mio viso bevendone le lacrime, cercò la mia bocca ma mi rifiutai. Forzò le mie labbra, davanti allo sbarramento dei miei denti mi rimproverò dolcemente accarezzandomi il culetto.
- Sciocchina, lo so che sei Gina, ma hai il cazzo. . . scopami, ti prego!
Mi supplicava! Il contatto dei nostri ventri mi fece capire che la penetrazione era avvenuta.
- Ohh Rosa. . . Dissi.
Sollevai le reni, l'oggetto osceno scivolò dalla vagina della suora, la vibrazione che segui titillò piacevolmente la mia vulva, un calore si diffuse nel mio ventre strappandomi un lungo gemito.
- Ahhh! ! ! Aprii la bocca ricevendo la sua lingua, la succhiai strusciando voluttuosamente le tettine sui seni della donna, poi come in u
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Memorie - Cap 5: Il desiderio di Gina.:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni