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Lui & Lei

Le Mie Donne - Prime Esperienze – 5


di Giangi57
18.08.2022    |    724    |    0 8.0
"- il pensiero di Teresa affiorò dolorosamente..."
Le Mie Donne - Prime Esperienze – 5

Con il passare dei giorni dubitai che la signora Martini telefonasse. Temevo che per lei il nostro incontro solo un capriccio, in fin dei conti ero solo un ragazzo che le aveva dato dei momenti piacevoli mentre lei era una signora che non poteva compromettersi...
Trascorsero più di dieci giorni e ormai mi ero rassegnato, quando uno dei padri mi disse che c'era per me una telefonata, non pensavo che fosse lei a cercarmi, invece:
- Leonardo sei tu? Senti, ho detto che dovevi portarmi un libro, hai capito? Domani é mercoledì, se vuoi puoi venire alle due... anche prima se puoi! -
- Va bene! Glielo porto senz'altro... si, prima delle due! -
Prima di riattaccare udii la risata divertita della donna.
L'indomani erano appena l'una e dieci che suonai alla sua porta. Mi aprì subito.
- Entra Leo ... - prima di richiudere si guardo timorosa attorno.
Era in vestaglia, le pantofole rosa che portava ai piedi la facevano sembrare più piccola, ora era alta quanto me, mi avvicinai per stringerla ma lei disse:
- Aspetta! -
Andò alle finestre e tirò con cura le tendine. La sala dava su un grande cortile, mi chiesi se l'altro giorno qualcuno mi avesse visto denudarmi davanti alla signora seduta. Scacciai il pensiero, Giada si era girata rossa in viso.
- Ho passato dei giorni sapessi... La settimana scorsa sono stata sul punto di telefonarti ma poi non ho osato! Mi sentivo una donnaccia che aspetta il suo amante, anche adesso sai... sono una donna facile vero? -
Superai la distanza che ci separava e la presi fra le braccia, lei con un sospiro rovesciò il capo, la sua bocca si animò sotto la mia aprendosi alla mia lingua che sentii aspirata. Mentre la baciavo le mie mani si mossero sulla sua schiena, mi accorsi subito che sotto era nuda, la scostai cercando di sciogliere la cintura della vestaglia.
- No, prima tu... -
Mi spogliai febbrilmente togliendomi tutto, anche le scarpe. Lo sguardo della donna scese subito al mio ventre dove il pene già aveva iniziato ad ergersi.
- Sei bello Leo ... mi piaci da impazzire! Non fraintendermi, sei troppo giovane perché possa provare un sentimento. Sei un bel puledro, uno splendido animale da letto! Quello che provo mi fa sentire una sgualdrina, sono contenta di esserlo perché così posso averti e goderti . -
I begli occhi verdi sfavillavano mentre diceva quello che pensava. Si era finalmente liberata dall'immagine di perbenismo che la opprimeva costringendola ad una castità che non si addiceva ad una donna passionale qual'era. Grazie a me stava sottraendosi alle imposizioni dettate dalla sua condizione di donna sposata, di madre, dalle convenzioni sociali... Continuò dicendo:
- Anche se non lo sono voglio piacerti, essere come mi vorresti. Sono andata dalla massaggiatrice, mi sono fatta sistemare quei peli orribili, guarda!
Aveva aperto la vestaglia lasciandola scivolare a terra... Non la ricordavo così bella, era talmente desiderabile che il mio membro completò l'erezione davanti ai suoi occhi, li sollevò sul mio viso guardandomi ansiosa, aspettando il mio responso. Chiuse istintivamente le gambe vedendomi fissare il suo pube.
- Giada ... - esclamai.
Sembrava il ventre di un'altra, anche le sue cosce sembravano diverse! Mi ci volle qualche secondo per capire che il cambiamento era dovuto unicamente al vello scuro che aveva lasciato il posto ad una peluria corta e diradata che si innalzava allargandosi appena, il suo scopo non era più quello di proteggere il sesso ma di decorarlo invitando lo sguardo all'unione delle cosce. Gli inguini liberi mostravano le pieghe deliziose che facevano col ventre mettendo in risalto il gonfiore del monte di Venere
- Ho detto che volevo indossare un costume sgambato.. . - spiegò.
- Apri le gambe! - ordinai interrompendola.
La donna arrossì, esitò appena un istante poi le divaricò. Dove le gambe si congiungevano la vulva era socchiusa come una bocca dalla quale spuntavano le sottili labbra scure e la cresta spessa della clitoride non più celata dai peli divenuti radi.
- Oh Leo ... l'ho fatto per te... - la interruppi ancora.
- Girati! -
Ubbidì nuovamente, le gambe tese aperte... Che culo pensai! La signora imbarazzatissima per la posizione che legli avevo chiesto di prendere aveva girato parzialmente il busto per guardarmi, vedendo il mio sguardo ammirato, un'espressione compiaciuta si dipinse sul suo volto. Disse:
- Soddisfatto? –
- Giada sei bellissima! No, rimani così... -
Rimase immobile. Si, era veramente bella, la sua posizione lasciava vedere lo scorcio di uno dei seni contro il chiarore della finestra, il capezzolo teso indicava lo stato d'eccitazione cui l'aveva portata la sua esibizione, la vita ancora stretta si allargava nelle anche voluttuose e proseguiva nelle cosce socchiuse, possenti e tornite.
Ma era al suo sedere che il mio sguardo ritornava, alle natiche, lisce, paffute, l'arco che sotto facevano rivelava il gonfiore della vulva nella cui divisione vedevo le sottili labbra scure declinare fino all'apertura della vagina dischiusa come un richiamo. Ebbi un fremito d’eccitazione. Quella donna era nuda per me!
Mi appressai schiacciando il membro contro le sue rotondità, rimase immobile anche quando mi sentì tendere il ventre per premere l'asta nel solco caldo delle sue natiche.
- Come sei eccitato... ti sento così duro! -
Mosse il deretano. Incollai il ventre alle sue terga, non so come ma il pene diritto e rigido separò i bei globi. Lei rise.
- Che cosa vorresti fare? -
Strinse le natiche, le mosse ancora... Le sensazioni che provai in quella dolce morsa mi mise il desiderio folle di immergermi nei suoi caldi emisferi ma la posizione non era favorevole e temevo di offenderla. Ansimai sul suo collo.
- Giada ... hai un culo meraviglioso! - lei rise.
- Ti piace veramente? - non si sottrasse, mi strusciai leccandole il collo.
- Sì... mi piace da impazzire! -
- E tuo se lo vuoi ma non oggi... te lo devi meritare! -
- Come? -
- Facendomi godere come una troia! Oh cosa mi fai dire! –
Presi in mano i suoi seni premendo il petto contro la sua schiena, rovesciò il capo quando baciai l'incavo della sua spalla. Si liberò con uno sforzo gettandomi le braccia attorno al collo, attirò il mio capo e incollando la bocca alla mia mi baciò avidamente saettando la lingua, lambendo le mie labbra, le mie gengive. Lasciò le mie mani vagare sul suo sedere, la schiacciai contro il mio ventre imprigionando la verga rigida, sospirò nella mia bocca e quando si staccò ansimava.
- Oh caro... caro... -
Ora era il mio cazzo che guardava col capo chino, vi portò entrambe le mani, lo strinse poi s’inginocchiò e ghermendomi alle natiche mi attirò. Premette il mento fra le mie cosce schiacciando la bocca contro i miei testicoli facendomi sentire il calore umido della lingua che li lambiva.
- Giada ... Giada ... - esclamai spaventato dalla sua irruenza.
Il suo viso emerse, la voce uscì alterata dalla bocca atteggiata in una smorfia che diceva tutta la sua lussuria, si sollevò per raggiungere il pene che poggiava sulla sua fronte.
- Lo vedi come sono troia? Sono la tua troia... Solo le troie vogliono in bocca il cazzo, io lo sono... lo sono... -
- No Giada no... -
Volevo scostarmi ma lei mi teneva stretto inseguendo la mia verga, facendola oscillare oscenamente mentre rideva in modo talmente sguaiato che la sua lussuria mi contagiò.
- Lo vuoi proprio il mio cazzo? Eccolo troia, prendi... prendi... -
Dopo mi vergognai, ma allora... Mossi bacino facendo oscillate il membro, picchiandolo contro le sue guance schiaffeggiandole, lei ridendo lo inseguiva con la bocca aperta, allora lo battei contro la sua fronte, contro il suo naso facendole chiudere gli occhi.
- Si... si... dammelo... lo voglio, lo voglio... -
Continuai a picchiettarlo sul bel viso poi mi fermai poggiando il glande fra le labbra ridenti. Il suo riso si smorzò all'improvviso, aprendo gli occhi vide la mia emozione le sue mani lasciarono le mie natiche portandole sotto il membro e sostenendolo si scostò per guardarlo, poi le labbra sposarono la forma del glande, si aprirono, il viso avanzo mentre il membro scompariva nella sua bocca.
Dopo Teresa, Giada è stata la sola fin'ora a volere in bocca il mio pene chiedendolo a gran voce. Altre bocche prima di quella della signora mi avevano sollazzato, per lo più erano di ragazze che consideravano la fellatio una cosa di cui vergognarsi, i bocchini che mi facevano erano incompleti, negandomi la loro bocca quando venivo, era come essere masturbato con le loro labbra.
Giada no, era con malcelata gioia che mi riceveva io fondo alla gola e quando le labbra si ritiravano mi suggeva con voluttà rendendo palese il desiderio che provava. La lasciai fare meravigliato per la libidine che leggevo sul viso che avanzava e si ritraeva salivando abbondantemente, rendendo la carezza delle labbra talmente soave che il mio piacere salì rapidamente. La scostai con dolcezza facendola alzare.
- Perché non vuoi? Volevo farti godere così... l'altro giorno avrei voluto farti schizzare in bocca ma non me ne hai dato il tempo! -
La baciai dolcemente ma lei aspirò la mia lingua, le sue labbra entrarono nella mia bocca, si mossero come se fra di loro vi fosse ancora il mio pene, era talmente lasciva che la staccai a forza. Indietreggiò, alla mia spinta si lasciò andare seduta sul divano.
- Dammelo il tuo cazzo... voglio... succhiarlo! -
La sua libidine mi contagiò, ora ero io in ginocchio! Ebbe un attimo di smarrimento vedendomi col viso fra le sue cosce, le sollevai aprendole, posando le ginocchia sul divano costringendola contro la spalliera. Mi guardò attraverso la valle dei suoi seni.
- Oh cosa vuoi fare? -
- Lo sai! Ti sei fatta depilare per mostrarmi la fica! Voglio vederla! -
La mia risposta le fece chiudere gli occhi. Vidi la sua emozione nel sapersi aperta. Cielo com'erano belli i seni che s’innalzavano ai lati del suo viso, belli, lisci, il loro chiarore faceva risaltare il rosato delle sue guance e quando abbassai lo sguardo sul ventre...
- Oh é bella... bella! - esclamai.
Fin'ora avevo visto soltanto la fica di Teresa, delicata, stretta... ma quella della signora Martiniera un'altra cosa! Era un frutto aperto, la rara peluria che ricopriva appena le labbra spesse lasciava vedere la pelle sottostante ed erano spalancate come se non riuscissero a contenere la polpa rosso vivo della carne umida dalla quale si innalzavano le labbra sottili dai lobi scuri, anch'esse aperte come ad invitare lo sguardo a seguirne la valle fino all'apertura socchiusa del suo grembo.
Al di sopra, il gonfiore del clitoride disegnava un arco dove si congiungevano le piccole labbra proseguendo poi in una cresta dapprima spessa ma che si assottigliava fino all'unione delle labbra gonfie. Una peluria di un nero rossiccio bordava il conturbante peduncolo impreziosendolo e rendendolo straordinariamente arrapante. Il profumo che emanava il bel sesso agì in me come un afrodisiaco facendomi esclamare:
- Giada ... la tua fica... é bellissima! –
- L'ho preparata per te... sono contenta che ti piaccia, é tua amore! -
Aveva parlato con voce esitante quasi temesse un rifiuto, mi chinai per baciare l'interno delle cosce candide, al contatto delle mie labbra trasalì lasciandosi scivolare in avanti. Sospirò nel sentire il mio alito nelle sue carni e quando chinai maggiormente il viso, d'istinto tentò di chiudere le cosce, la mantenni aperta; allora si abbandonò con un sospiro. Baciai il suo sesso con lo stesso ardore con il quale avevo baciato la sua bocca, frugandolo avidamente con la lingua e con le labbra, le orecchie piene dei sospiri che emetteva la bella signora misti ad incitamenti osceni.
- Mhhh... che bello! Oh dai... Shhh... ah come me la baci bene... Ohh prendila, mordila... Ahhh così... sì... siii. Mhhh ti piace la mia fica? Oh sì, ancora... ancora, sì! Ahhh... ahhh... -
A tratti le cosce si chiudevano sul mio viso imprigionandolo dolcemente. Com'era bello subire contro le guance la loro stretta mentre la mia lingua percorreva come un assetato il lungo taglio incurante delle sue grida, inebriato dal profumo del suo desiderio. Era lascivamente che muovevo la bocca, assaporando la carne liscia, soffermandosi sulla clitoride, succhiandola mordendola mentre lei gemeva il suo piacere senza smettere di offrirsi.
Schiacciai il naso nei peli umidi, respirando il profumo particolare del sesso che sentivo morbido e aperto al mio desiderio. Voltando appena il capo leccai prima l'una poi l'altra piega degli inguini. Il mio pene era più duro che mai ma per me niente era più importante del piacere di quella donna stupenda. La vulva, i peli, le cosce vicino al sesso erano viscide della mia saliva e sapevo che continuando avrei bevuto il suo godimento. La mia lingua già percepiva i fremiti della vulva in calore, ancora poco... Ma la mia lussuria non era ancora paga dal guardare la sua intimità.
Al di sotto le labbra si assottigliavano e si congiungevano in un tratto liscio e glabro dove iniziava il solco che divideva i tondi emisferi delle natiche aperte e... circondato a raggiera da corte pieghine brune vidi la Giada che desideravo violare.
- Guardami caro... sono tutta tua! –
Mi sollevai, Giada col viso congestionato tentava di sorridere, i miei occhi indugiarono lungamente per imprimere nella mia mente la conturbante bellezza della sua intimità poi ebbro di lussuria la mia bocca copri ancora la sua vulva, questa volta immersi la lingua nella vagina palpitante muovendola come un fallo. Sentii la donna irrigidirsi e nel respingermi gridò:
- Aspetta... non voglio venire così! -
- Cosa vorresti fare? – chiesi, mi rispose con un lungo gemito.
- Ohhh... Amore, lo sai... ti voglio in bocca! -
Mi tese le braccia e quando mi alzai, una mano mi ghermì alla coscia attirandomi, prese la verga, la inclinò... Chiusi gli occhi sentendo la bocca dolcissima scivolare lungo la mia asta di carne. Sospirai mentre le sue labbra scendevano in una sconvolgente carezza. Mi lasciai cullare dalle sensazioni che mi dava la sua bocca e le sue mani che vagavano sulle mie cosce.
Portai la mano ai suoi seni, accarezzando adagio i capezzoli che sentii allungarsi e tendersi procurando alla signora sensazioni che la fecero gemere sul mio pene. Aprii gli occhi e respinsi la testa bruna. Lessi nel suo sguardo un desiderio infinito quando disse:
- Oh amore! Sapessi come mi piace il tuo cazzo! Voglio farlo godere nella mia bocca, dammelo ancora, ti prego! -
La feci alzare. Appena la baciai, cercò la mia lingua per suggerla dolcemente, infine si staccò e ripeté:
- Caro, fammi godere con in bocca il tuo cazzo! -
Il pene stretto fra i nostri ventri ebbe una contrazione che non sfuggì alla donna, si scostò per guardarlo.
- E' bellissimo... si dammelo! - disse. La costrinsi a guardarmi e...
- Vienimi sopra! Già mi ero allungato sul divano ma lei... -
- Non qui, in camera! Voglio che ti ricordi come te lo bacio, come la mia bocca ti farà godere sapendo quello che farai alla mia fica! –
Seguii lungo il corridoio la figura piena e talmente desiderabile che per la prima volta mi chiesi se sarei stato in grado di soddisfare interamente una donna appassionata come la signora Martini.
Mi invitò sul letto poi mi fece voltare sul fianco, salì anch'essa e si allungò accanto a me al contrario premendo subito contro il mio viso l'adorabile gonfiore del suo bassoventre. Si spostò ancora e sollevata una gamba la piegò per poggiare il piede dietro la mia testa. Avanzai il capo e posai la guancia sul morbido cuscino della sua coscia, sentii il suo alito sul pene mentre diceva:
- Caro, ti piace cosi? -
- Amore, non ho mai visto niente di più bello! -
Già le sue mani mi stavano accarezzando i miei testicoli, il membro, muovendosi leggere, stringendo l'asta per provarne la consistenza. Ne tese la pelle premendolo contro il viso.
- E’ il tuo cazzo che voglio far godere, poi se avrai ancora voglia... -
La donna non si accorgeva che la posizione che aveva assunto permetteva al mio sguardo di indugiare sul suo meraviglioso fondoschiena, sul solco profondo che divideva i globi delle natiche di un candore abbagliante.
- Lo sai dove mi piacerebbe metterlo... Me lo darai il tuo culo? -
La bella per tutta risposta prese a leccarmi. Sentendo la calda lingua sulla mia asta, allargai le sue cosce... avevo letto che molte donne si vergognano a mostrare il sesso, a meno che non sentano qualcosa di speciale per il partner, allora non vi é limite alla loro libidine. Credo che Giada provasse qualcosa di simile dal modo come mi leccava. Pieno di gratitudine, esclamai:
- Hai una fica bellissima! -
- E' tua amore. Baciala... falla godere! -
Sollevò il ginocchio offrendomi il sesso mentre la sua bocca fu sul glande, poi sentii la lenta carezza delle sue labbra lungo l’intera asta di carne.
- Oh cara... sì cosi. -
Imparò subito a muovere le labbra adagio, ne sentivo la carezza lungo tutto il membro e il calore della gola sulla cappella, lo suggeva premendolo contro il palato, poi ricominciava.
Era bello sentire com'era eccitata. Protendeva il ventre offrendomi la fica che da tempo stillava il suo nettare ma io esasperavo il suo desiderio lambendo le labbra spesse. Giada si contorse sospirando finche spostò la bocca per supplicare:
- Amore, oh fammi sentire nella fica la tua lingua... la voglio! -
Già stavo titillando il caro peduncolo flagellandolo con veloci colpi di lingua.
- Ahhh... - fece la donna. Subito riprese il cazzo scorrendo veloce su di lui con la bocca diventata famelica. L'effetto fu tanto sconvolgente che sfogai la mia lussuria mordicchiando il caro grilletto finché lei serrò le cosce.
- Oh non voglio venire subito... Piano ti prego! -
Ansimavo, il naso nelle carni madide, il viso stretto nella morsa più deliziosa che un uomo possa desiderare.
- Cara . . Oh ci sai fare! Si, adagio... -
Le sue cosce si dischiusero, le dolci labbra scesero lente, risalirono con un delizioso risucchio che mi fece sospirare. Spinsi la lingua fra le labbra spesse, la passai per tutta la lunghezza del taglio, dalla clitoride fino alla vagina aperta. Non resistetti e entrai nel calore del suo grembo, la mossi avanti e indietro con le labbra incollate al sesso in calore.
I suoi gemiti accompagnavano la singolare penetrazione, oscena per molti, ma non per me, vedevo il dorso della donna era percorso come da un'onda che partiva dalla testa bruna che con ampi movimenti scorreva sulla verga, e piano piano si smorzava nella lenta oscillazione del suo sedere mentre strofinava il sesso contro le mie labbra.
Vidi nello specchio il mio viso accaldato incollato alle carni candide, vidi le mie mani palpare il bel culo, aprire le natiche per accarezzarne l'interno, sentii sotto le dita l'ano contratto... Le cosce si chiusero ancora costringendomi a ritirare la lingua.
- Amore... se fai cosi, vengo adesso. E' quello che vuoi? -
Non risposi ma costrinsi la bella ad aprire ancora le cosce. Ero eccitato al massimo, lei capi e riprese a scorrere sul membro con lenti movimenti delle labbra. Presi con delicatezza a suggere la clitoride, lei cercò nuovamente di chiudersi, ma non la lasciai, non lasciai la conturbante sporgenza che mordicchiai piano. Allora lei spalancò le gambe abbandonandomi il suo sesso.
- Mhhh! ! ! - non lasciò il membro ma accelerò i movimenti della bocca Capii che stava per venire da come prendeva il mio cazzo, lo succhiava, lo leccava, aiutandosi con le mani per aumentare il mio piacere finché agli stremi mossi istintivamente le reni spingendo il pene nella bocca ingorda, ritirandolo per spingerlo ancora mentre a piena bocca baciavo la sua vulva.
La signora era riuscita a portarmi sull'orlo dell'orgasmo. Era la prima volta che non riuscivo a padroneggiare i miei sensi, avevo appena cominciato e già ansimavo sul suo sesso sentendo il piacere salire in lunghe ondate che non potevo più fermare.
Mi arresi gemendo fra le calde cosce, leccando perdutamente la vulva bellissima, mischiando la mia saliva agli umori della donna agli stremi che continuava a ricevere il pene con lunghi lamenti. La stanza si riempì dei sospiri e delle esclamazioni della nostra lussuria mentre i corpi percorsi da fremiti sussultavano di piacere.
Con una forza che non sospettavo mi rovesciò mettendosi cavalcioni sul mio viso e senza lasciare il pene allargò al massimo le cosce sulla mia bocca.
- Mhhh... ahhh...ahhh... - faceva senza smettere di far scorrere le labbra sul cazzo duro, succhiandolo, facendomi sentire il calore della lingua che lo massaggiava senza posa. Dardeggiai la mia nello spacco della fica aperta, lei si strusciò sulla mia bocca succhiandomi ancora finche... iniziai ad eiaculare.
Venni con getti ripetuti, in un orgasmo devastante, gemendo nella vulva che continuai a leccare finche la donna con un urlo entrò in orgasmo senza smettere di scorrere sul mio pene, ingoiando lo sperma che zampillava copioso.
Gemette godendo senza ritegno a cosce aperte lasciandosi frugare dalla lingua che percorreva il bel sesso; bevetti il suo piacere nella coppa delle sue carni mentre lei accompagnava il mio orgasmo col dolce movimento delle labbra.
Mi respinse con delicatezza e si alzò. Nella doccia, mentre l'acqua scorreva su di noi, sorrise timidamente:
- Mi piace il tuo sapore, lo sai? Ho bevuto tutto come fanno le puttane! –
La strinsi nelle braccia baciando le labbra che mi avevano dato cosi tanto piacere. Anche se sazio, accarezzai il suo corpo felice di averla soddisfatta.
- Non lo sei ma... sei stata deliziosa, anche per me é stato bellissimo! -
Ci asciugammo, poi ci venne sete, andammo in sala. Versai due bicchierini e mentre sorseggiavamo i nostri liquori seduti sul divano, chiese:
- Non ti è dispiaciuto vero, venire nella mia bocca? -
Mi guardava con apprensione, come temesse che la sua compagnia fosse di peso. Mi alzai e tolsi dalle sue mani il bicchiere, lo posai sul tavolino poi presi fra le mani il bel viso.
- No perché anche tu sei venuta nella mia! -
Seguì un lungo imbarazzante silenzio poi la donna si alzò. Non vi fu bisogno di parlare, cinsi i sui fianchi e insieme varcammo nuovamente la porta della sua camera.

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Distesi uno di fronte all'altra, i capi poggiati sui cuscini, nella pace che segue l'appagamento dei sensi Giada ed io ci guardavamo consapevoli dell'intimità particolare che si era creata fra noi. Gli occhi luminosi fissavano i miei, finalmente sorrise.
- Va meglio? - chiesi.
- Si... - ma il suo sguardo si era fatto pensieroso.
- Cosa c'é amore? Vidi che le piaceva sentirsi chiamare 'amore'. -
- Pensavo... Sai, non avevo mai tradito mio marito. -
- Ti sei pentita? - chiesi.
Guardavo la mia amante mollemente adagiata sul fianco; anche se per il momento ero sazio, ammiravo la bellezza muliebre del corpo che la donna aveva deciso di donarmi interamente, i seni che ora si toccavano, la curva che il fianco faceva con la vita, la lieve bombatura del ventre, il gonfiore del monte di Venere decorato dalla stretta pelliccetta, le lunghe gambe dalle cosce forti...
- Un pochino lo sono... E' che sei così giovane! Andresti bene per mia figlia... è fidanzata sai? So che di tanto in tanto fa all'amore con il suo ragazzo... l'ho letto sul suo diario. Le ragazze oggi vogliono subito tutto, io mi sono sposata vergine... Tu ce l'hai la ragazza? -
- No, mi trovo bene con te. -
- Anch'io mi trovo bene ma... sei mai stato innamorato? -
- Si, una volta... - il pensiero di Teresa affiorò dolorosamente.
- E' stata la prima donna che... - arrossì per la sua curiosità.
- No, anche la mia prima donna era sposata, é successo due anni fa... -
Gli raccontai brevemente della mia avventura, di come ero stato sorpreso, tutto!
- Eri così giovane! E' stato bello? -
Non so... sono stato costretto, soltanto con te é stato bello dalla prima volta!
Sorrise compiaciuta, Mi guardò allungare la mano alle sua vita, farla risalire sulla curva morbida del suo fianco, scendere il declivio della sua coscia, insinuarsi fra le ginocchia per poi risalire fra le sue gambe... Abbassò sorpresa lo sguardo al mio ventre.
- Di già? - chiese vedendo che il mio pene aveva iniziato la sua erezione.
- E' che sei così bella! -
Rise girandosi sulla schiena, mi protesi su di lei e sfiorando col petto i suoi seni deposi piccoli baci sulle labbra carnose. Il risalire della mia mano le fece dischiudere le gambe.
- Vuoi farmi venire voglia? - chiese.
Io ce l'ho... - la mia risposta la fece sorridere, allungò la mano al pene, lo strinse.
La mia mano aveva raggiunto la biforcazione delle sue cosce premendo la morbida pagnottella che racchiudeva il sesso della signora. Anche lei aveva voglia, la sentì il dito che aveva incontrato la fessura umida e poi separando le labbra sottili ne risaliva il taglio e incontrata la sporgenza della clitoride la stuzzicava adagio.
Sentii la mano sul pene muoversi accarezzandolo dolcemente per poi chiudersi e scivolare trascinando la pelle. Ci masturbammo lentamente guardandoci negli occhi poi la signora sospirò e socchiudendo le labbra allungò la lingua, l'accarezzai con la mia assaporando insieme l'eccitazione che saliva nei nostri sessi.
Anche se quelli erano solo preliminari, li facemmo durare come se fosse il solo modo che avevamo di darci piacere. Non so se la signora Martiniavesse praticato quell'esercizio in gioventù, io sì, era così che trastullavo le ragazze che volevano conservare la loro verginità senza rinunciare ai piaceri del sesso.
Più di una volta intrisi il dito per poi farlo scivolare lungo la fica rendendola bagnata dei succhi colti nella sua vagina. Alla signora piaceva farsi titillare il grilletto, lo capivo dal modo che aveva di offrirmi la bocca aperta per farsi lambire e da come la sua mano scorreva sulla verga arrivando persino a strattonarla.
- Caro... ora dammi il tuo cazzo! Lo voglio... lo voglio... - sospirò infine.
Mi prese dietro le cosce per attirarmi. Mi misi in ginocchio esibendo fieramente il cazzo duro, facendolo ondeggiare sopra il suo petto, la fica sotto la mia mano era bagnata e pronta ma era sopra il suo seno che la signora mi stava attirando.
- Eccolo, é tuo... tutto tuo! - esclamai.
Ero estasiato per la libidine che mostrava. Con espressione alterata strofinava il pene sopra il seno facendomi sentire la morbidezza della mammella che l'asta dura deformava, poi guidandolo sulla punta, faceva flettere il capezzolo che raddrizzandosi vibrava facendola sospirare. La sua libidine mi contagiò facendomi scavalcare con una gamba il corpo disteso e quando chinandomi porsi la verga lei premette uno contro l'altro i seni gonfi imprigionandola in una morsa morbidissima.
Fra amanti non vi sono situazioni sconvenienti, ogni atto é consentito se compiuto di comune accordo. Nei miei pensieri più lubrici avevo immaginato molti modi di godere il corpo di una donna ma la signora mi aveva sorpassato dimostrando una fantasia che solo le donne navigate sanno mettere in pratica. Mi guardava, felice di avermi sorpreso.
- Mi piace sentirti duro fra le mie tette... sono una puttana vero? -
- Si, ma una puttana meravigliosa, una troia stupenda! -
Sorrise come se le mie parole fossero un complimento e... lo erano!
- Dai, cosa aspetti? - disse allentando appena la stretta delle mammelle.
Cominciai a muovere le reni facendo scorrere il pene avanti e indietro. Oh erano soffici i seni che accarezzavano la mia verga, lo strusciare ne faceva scorrere la pelle provocando in me sensazioni nuove. La signora sapeva anche come eccitarsi, lo fece trastullandosi i capezzoli coi pollici che passava sulle punte, poi non ancora contenta li umettò portandoli alla bocca, ne approfittai per presentare il glande alle sue labbra protendendo il ventre sopra il suo viso.
Lo prese subito lasciandomi affondare più volte nella sua bocca, mi fermai sentendo che lo stava succhiandolo, lo fece con tanta ingordigia che dovetti sottrarlo e quando lo strinse nuovamente fra i seni, il suo scorrere diventò piacevolissimo.
- Non so cosa non farei col tuo cazzo... - lo vorrei dappertutto! -
- Allora prendilo ! -
- Si... dammelo... dammelo! -
Vidi che sollevava il capo per vederlo spuntare fra i seni, passai la mano dietro la sua nuca alzandola e protendendo il bacino lo spinsi, la donna con un grido gioioso aprì la bocca...
Un'esaltazione indescrivibile si impadronì di me vedendo con quanta libidine riceveva i bocca il glande ad ogni mia spinta. La saliva che lo bagnava lo lasciava scivolare piacevolmente fra le tette che la donna strinse maggiormente senza smettere di titillarsi le punte bagnate, tese e vibranti e quando entravo nella sua bocca...
- Giada ... oh sei meravigliosa! -
Sospiravo per le sollecitazioni che riceveva il mio membro, anche lei sospirava eccitata dall'insolito coito e dai capezzoli che le procuravano un doloroso piacere ad ogni passaggio delle sue dita. Durò abbastanza da portarci entrambi a desiderare emozioni più forti e quando mi vide arretrare capì.
- Si, adesso caro! -
Mi portai fra le sue gambe, lei prese il membro guidandolo fra le cosce, lo lasciò per tendermi le braccia.
- Vieni! - disse. L'abbracciai e allungandomi su di lei lo immersi nel suo grembo.
- Oh siiii! ! ! - il suo grido di esultanza mi riempì di gioia.
Ero dentro di lei, ritrovavo il calore umido della sua vagina! La facilità con la quale ero scivolato diceva il grado di eccitazione che la donna aveva nella fica. Anch'io ero fortemente eccitato, entrambi dovevamo calmarci per gustare pienamente il piacere che volevamo trarre dai nostri sessi.
Era sodo il corpo sul quale gravavo, i seni schiacciati sotto il mio petto facevano sentire la durezza dei capezzoli. Giada mi abbracciò lasciando scivolare le mani lungo la mia schiena. Il suo viso era raggiante, i begli occhi verdi mi guardavano con gratitudine.
- Ci sai fare Leo ... sai cosa vogliono le donne! Hai capito che ora desidero tenerti dentro, sentire la durezza del tuo cazzo nella mia pancia... Ora voglio essere trattata con dolcezza, dopo sarò la tua puttana e tu... il mio stallone! -
Non lo sapevo ancora ma poche sono le donne che si rivelano interamente come la signora Martini. La maggioranza vuole conservare una parvenza di rispettabilità trattenendosi dal rivelarsi nei momenti intimi, sono quelle che poi non rimangono completamente appagate. Non era il caso di Giada , con me aveva scoperto quanto fosse bello darsi al piacere senza sotterfugi, era talmente adorabile che non potevo deluderla.
- Sei stupenda, ho avuto poche donne ma sei tu che mi hai dato il piacere più grande. Neanche quando vuoi sembrarlo sei una troia, se prima ti ho chiamato cosi é perché sapevo che ti eccitava sentirtelo dire. Sei adorabile! -
Avevo preso il suo viso nelle mia mani, era con gratitudine che mi sorrideva, la baciai dolcemente. Fu un momento di intimità bellissimo, il sentire sotto di me il corpo pieno, l'essere nel suo grembo, assaporare la sua bocca...
Mi sollevai sulle braccia, fra i seni vidi la traccia umida che aveva lasciato il mio pene, le punte si ergevano ancora eccitate dalle aureole larghe e lievemente sporgenti.
Sono bellissimi! - dissi chinandomi su di essi.
Scompigliò i miei capelli sospirando al contatto delle labbra sulle sue aureole, ne saggiai con la lingua il seducente rilievo e quando incontrai il bottoncino irto e duro come il mozzicone di una matita, lo torturai delicatamente con la punta per poi incappucciarlo con le labbra continuando a girare intorno con la lingua finché la donna lo sottrasse.
- Mhhh... - l'altro suo seno subì lo stesso trattamento, sentii attorno al pene la vagina contrarsi, sollevai il capo guardandola con meraviglia.
- Si, mi piace quello che fai alle mie tette, quando poi ho nella fica un cazzo come il tuo non so resistere! - allungò le mani al mio petto cercando con le dita i capezzoli.
- Vedo che anche a te piace... - osservò.
Si aggrappò alla mia schiena per sollevarsi. Appena sentii l'umidore delle sue labbra fui io a sospirare, si aiutò coi denti e quando sentì l'ergersi del bottoncino, lo prese fra le labbra picchiettandolo, suggendolo...
- Giada ... Giada ... - esclamai.
Era la prima volta sono sicuro che lo faceva, ma la dolce tortura che mi provocavano le sue labbra, la sua lingua, fece scorrere un fremito lungo la mia spina dorsale che si trasmise al pene. Fu istintivamente che lo ritirai e lo affondai.
- Si amore... fottimi... ahhh fottimi! - esclamò alitando contro il mio petto.
Trovò l'altro mio capezzolo già eretto, lo torturò gemendo piano, per lungo tempo si udirono solo i nostri sospiri... e lo schlac... schlac... schlac... del cazzo nella fica madida. Poi la donna sollevò alte le gambe aperte per sentirne la durezza fino in fondo, contro la bocca del suo utero.
- Si continua amore... così... cosi... ahhh... ahhh... -
Si lasciò andare sul letto, le braccia distese dietro il capo in segno di resa totale guardando l'espressione di piacere dipinta sul mio viso. Ora gemeva ad ogni entrare del mio cazzo, lo spingevo tutto, fino a schiacciare i testicoli nel caldo solco delle sue natiche estasiato dai fremiti che vedevo percorrere il corpo della signora, del godimento che coloriva le sue guance.
- Cara... ohhh... é meraviglioso amarti, godere con te! -
- Ahhh... anch'io godo... mhhh... dammelo... ancora amore... si cosi... -
Chiuse gli occhi vedendo la cupidigia colla quale guardavo le sue mammelle muoversi, sobbalzare... Cielo come mi piaceva scopare quella donna! Ero meravigliato dell'intesa perfetta che avevamo, sapevo che fra poco il piacere ci avrebbe colti nello stesso tempo...
- Oh amore... amore... - rantolai coprendola col mio corpo.
- Ohhh si... anche tu vero? -
Aprì subito la bocca alla mia e mentre le lingue si cercavano lambendosi voluttuosamente, le mie mani passarono sotto la sua schiena scivolando lungo le sue reni, sollevò il bacino permettendomi di prendere in mano le sue natiche, di scivolare con le dita nel solco bruciante.
- Ahhh... - rantolò nella mia bocca ma non si oppose al dito che immersi nel suo culo, ora solo i nostri bacini si muovevano, le mie reni nell'immergermi per tutta la lunghezza del membro, lei ondulando languidamente lo accoglieva gemendo nella mia bocca. Poi le contrazioni della vagina si fecero pressanti, le sue cosce si chiusero alle mie anche accompagnando l'immergersi del membro nella fica agli stremi.
Feci scorrere ancora il dito nell'ano della bella finché nell'orgasmo strinse i muscoli dello sfintere e mentre lo ritiravo, con rapidi movimenti delle reni completai il suo e il mio godimento piantandomi infine in fondo al suo ventre irrorando il suo utero con lo sperma che avevo a lungo trattenuto.
Fu bellissimo venire insieme, bocca nella bocca a soffocare i nostri rantoli di piacere continuando a muoverci languidamente nell'intimità dei sessi uniti. A poco a poco i sensi si chetarono e ritornammo in noi, la signora volle che rimanessi ancora dentro di lei, l'accontentai coprendo il suo viso di piccoli baci.
Ci alzammo infine e abbracciati ci recammo in bagno. mi volle accanto a nella doccia e sotto l'acqua scrosciante ci baciammo ancora.
Fu un mesto rivestirci il nostro e quando chiesi se l'avrei ancora rivista disse:
- Non riuscirei più a fare a meno di te! Il mercoledì sarà il nostro giorno, finché mio marito non tornerà sarò tua! Vorrei che non tornasse più! -
Era arrossita nel dirlo ma le sue parole mi resero felice.
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