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Lui & Lei

Le Mie Donne: Giada e Lucette - 2


di Giangi57
18.08.2022    |    636    |    0 8.0
"Adagio allungai le gambe lasciando la donna gravare sull'alto delle cosce che avevo divaricato quel tanto da sentire il colore dei suoi glutei sui miei..."
Le Mie Donne: Giada e Lucette - 2

Si alzò e guardò il membro teso che l'ultimo coito aveva eccitato nuovamente; il contatto del suo viso contro il mio lo aveva lasciato bagnato dello sperma del quale non si era curata di asciugarsi e il cui sapore aveva impregnato la mia bocca quando mi aveva baciato. Arrossendo mi nettò con un lembo della camicetta che aveva raccolto, asciugandosi anch'essa. L'ammirazione che avevo per lei mi fece dire:
- Anche per me é stato molto bello... spero che potrò amarvi ancora tutte e due... non sarete sazie vero? -
Lucette guardò la mia amante e davanti al suo sorriso, l'abbracciò.
- Cosa ne dici Giada ? Lo accontentiamo? -
- Si ma... sul mio letto. Leo , puoi usare l’altro bagno noi andiamo in quello che conosci. –
Seguii la mia amante, vi era un piccolo bagno del tutto simile all'altro salvo che per la mancanza della grande vasca, scostò la tenda della doccia e mentre entravo mi porse l'asciugamano chiedendo:
- So che Lucette ti piace ma... non vorrai lasciarmi per lei vero? -
Nel dire questo era arrossita, capii che era gelosa e che temeva di perdermi, l'abbracciai rassicurandola.
- Lo sai che sono tuo... tuo e di Nora. Lucette é... stupenda, mi piace perché é talmente calda... Non ero mai stato con due donne... mi eccita... anche a te piace, ho visto come ti lasciavi baciare da lei. Possiamo farlo ancora, Lucette non chiede di meglio... - mi zittì ponendo la mano sulla mia bocca.
- Lo vuoi veramente? - chiese guardandomi con ansia. La baciai poi:
- Si... se lo vuoi anche tu! - mi fissò lungamente e chiuse la tenda.
- Aspettaci in camera, cercheremo di far presto. –
Feci velocemente la doccia, ma avrei potuto ancora attardarmi, perché dopo dovetti aspettare le due a lungo. Udivo le loro voci, a tratti le loro risate frammiste al rumore dell'acqua. Sapevo che nel comodino Giada teneva le sigarette, non che fumasse e neanche io fumavo ma avevamo scoperto che era piacevole accenderne una, una sola in due e tirare lunghe boccate a turno rilassandoci. Quando riprendevamo a fare all'amore, i nostri baci avevano un sapore peccaminoso diceva la mia donna.
Ora nella casa vi era silenzio, interrotto di tanto in tanto dalle voci sussurranti delle due signore e da risa trattenute a stento, accesi la sigaretta aspirando una lunga boccata. Udii infine il calpestio di piedi nudi sul pavimento, la porta si aprì.
. - Ne avete impiegato di tempo! - dissi, Giada fece un cenno, porsi il pacchetto che avevo in mano, prese una sigaretta e ne diede una all'altra. Dopo che ebbi acceso rispose:
. - Lo sai, per certe cose ci vuole tempo. Abbiamo anche chiacchierato, sapevi che Lucette ha avuto una gioventù burrascosa? - guardai la francese.
. - Doveva essere ieri perché sei tutt’ora giovane. - dissi facendola sorridere.
. - Sei veramente galante sai? Ma Giada ha ragione, ho avuto parecchie avventure... ma allora ero davvero giovane, come te Leo e... come te pensavo solo a divertirmi. A quella età il sangue scorre caldo e si vorrebbe avere dalla vita tutti i piaceri... quello sessuale era quello che mi attirava di più, solo che per una ragazza é difficile soddisfare le proprie voglie senza passare per puttana, io ho avuto fortuna! -
. Si erano inginocchiate ai miei lati, erano due bellezze dai corpi stupendi. Pensai che ero io il fortunato; se i miei compagni avessero saputo! Ma ero discreto ed è a questo attribuisco la mia fortuna con le donne; avevo imparato che il tenere per me le mie avventure rendeva le donne maggiormente disposte a concedersi, lasciandosi andare a fare cose di cui si sarebbero vergognate se solo avessero immaginato che avrei potuto vantarmi.
. La francese si apprestava a fare delle confidenze che avrebbero gettato una luce nuova e inconsueta su quella donna che tutti pensavano austera. Esitò guardando l'amica, questa la incoraggiò:
. - Puoi dirlo, Leo é la discrezione in persona. -
. Lucette iniziò la sua confessione che seppur ridotta al minimo gettò le basi dei nostri rapporti di quella giornata lunghissima che mi lasciò esausto ma contento e credo che anche per le mie partners fu la stessa cosa.
. Il racconto di Lucette
. " Ho avuto il mio primo vero contatto sessuale con un amico di famiglia; . per la verità fui io a chiedergli di sverginarmi. Fu bellissimo e lasciò il mio
partner di stucco quando gli chiesi di ripeterlo subito dopo e ancora, ancora... Leo lo sa, una volta iniziato sembro incontentabile, non é così, solo che... ho bisogno di parecchi orgasmi per essere completamente soddisfatta, forse é questo che spaventa mio marito...
. Anche ora mi masturbo ogni giorno, ma non mi basta. Mi sono comperata un goodmiche... un membro finto, adesso uso quello ma é di un uomo vero che ho bisogno. Dicevo che sono stata fortunata perché...
. Avevo appena compiuto diciannove anni, un'amica di liceo un giorno mi telefona dicendo che vuole vedermi. Vado da lei. Dopo i preliminari d'uso mi chiede di aiutarla, che solo di me si fida, insomma mi chiede di sostituirla quella sera stessa nel numero che lei e suo marito fanno in un night, “Le numero de l'ètrier”. Si chiama così, il numero della staffa perché é l'ultimo che offre il night prima della chiusura, dura un'ora circa ed é un numero hard molto spinto.
. Dice che è incinta da tre mesi e che alcune complicazioni hanno indotto il suo dottore a chiederle di non aver più contatti fino al termine della sua gravidanza pena gravi inconvenienti. Il loro impresario ha promesso di trovarle una sostituta ma intanto devono far fronte all'impegno di quella sera e l'unica che ritiene adatta al ruolo sono io. Mi prega assicurandomi che finora nessuno li ha riconosciuti perché la coreografia consente loro di portare una mascherina, basta che mi aggiusti i capelli e sarei anch'io irriconoscibile!
. Insiste tanto che alla fine accetto. Solo allora chiama suo marito, é attraente, un tipo atletico; sdrammatizza subito la situazione spiegando che si tratta unicamente di lavoro, il loro numero si chiama: 'Joelle et Andy, un amour de carnaval.' Spiega che si tratta di otto quadri e li enumera: Fellatio, cunni lingus, pélle béche, la jumente, l'amazone, le bord, apothèose e douche chaude.
. Sono altrettanti atti sessuali che conosco per averli praticati e goduti, solo l'ultimo mi faccio spiegare. Apothèose è quando Andy sbatte violentemente Joelle e completa il coito innondando il petto della partner finche questa prende in bocca il membro e... Arrossisco ma ormai ho accettato e non posso tirarmi indietro. Mi lascia sola con Loris (questo é il nome della mia amica) che mi depila sotto le ascelle, non completamente però, perché vi lascia un'ombra scura, dirada i peli del mio pube e per rendere la vulva più visibile, ne libera i bordi lasciando solo una peluria fine.
. Mi congedano infine dicendo che mi chiameranno alle tre e mezzo del mattino. Non vi dico i pensieri di quella notte, non è l'idea di fare all'amore con Renè ma è il farlo davanti ad un pubblico che mi impedisce di dormire e non abbiamo neanche provato!
. Avevo appena preso sonno che sento squillare il telefono, è Renè che mi dice che passa a prendermi. Dieci minuti dopo siamo nel camerino del Night e ci vestiamo, piuttosto ci travestiamo, io da damina dell'ottocento, lui da cicisbeo e ci rechiamo in sala. E' in corso l'ultimo spogliarello poi con un lungo applauso le luci della pista si spengono e si illuminano quelle sopra i tavoli.
. - Dopo l'intervallo tocca a noi, non ti preoccupare, ti dirò io cosa fare! -
Malgrado le rassicurazioni di Renè ero tesissima, dopo circa dieci minuti le luci dei tavoli si spensero e la pista si illuminò, vidi un giaciglio basso al centro ricoperto di stoffa rossa. Con in sottofondo una musica sensuale, una voce annunciò:
. ' Joelle et Andy, un amour de carnaval! Le jeune homme a finalment reussi a convincre la belle Joelle, dame de la haute aristocratie en quète d'aventure a le suivre dans sa garçonnière. -
. Voici a vous Joelle et Andy! -
. Un lungo applauso seguì l'annuncio. Andy e io ( per due anni ricoprii il ruolo di Joelle) facemmo il nostro ingresso nella luce, abbracciati come degli innamorati; in sala si fece un silenzio assoluto, anche la musica tacque. Appena saliti il gradino, il palcosceLeo circolare sopra il quale era posto il giaciglio iniziò lentamente a girare, i microfoni scesero rimanendo celati nell'oscurità, le battute che dovevamo dire erano poche.
. - Cherie, que vous étes belle! - disse Andy coprendo la mia bocca con la sua.
. Anche se si trattava di lavoro, il bacio era vero, come il resto che mi accingo a raccontare. Rovesciai il capo e mi abbandonai a quel bacio; era tanta la mia voglia che entrai subito nella parte aprendo la bocca alla sua lingua, offrendo la mia in schermaglie che andavano oltre il copione, le sue mani stavano aprendo il mio vestito, dissi la battuta di Joelle.
. - Monsieur, que faìtes vous?-
. - Je veux vous aimer, vous voulez n'est pas?-
. - Oh oui, je vous dèsire... -
. Sbottonai la camicia di Andy, la aprii, la feci scivolare lungo le sue braccia, cadere, accarezzai il suo petto, lui accarezzava i seni che il vestito aperto aveva denudato, lo fece scivolare e cadere ai miei piedi come una corolla lasciandomi nuda con addosso solo delle calze nere strette alle cosce. Non dovevo indossare null'altro poiché il mio non era uno strip ma un numero hard.
. Scavalcai il vestito a terra mandandolo con un calcio oltre le luci e seduta sul letto feci scivolare ad Andy i calzoni di seta e glieli tolsi completamente gettando anch'essi lontano. Anche lui non aveva altro, era nudo e... in erezione. Allungò la mano alla mascherina che celava il mio volto, ma scostai la sua mano esclamando spaventata:
. - Non, je veux rester l'inconnue d'une nuit d'amour! -
. - Fellatio! - sussurrò René chinandosi al mio orecchio.
. Anche se non l'avesse detto, sapevo quello che dovevo fare. Feci scivolare le mani fra le sue cosce soppesando i testicoli. Era terribilmente ben fornito in quanto a cazzo, la mia bocca scivolò sull'asta dura, ricordai la raccomandazione di Loris di tener morbide le labbra perché il numero doveva durare un'ora e iniziai un lento su e giù ingoiando il membro fino in fondo alla gola attenta a non nascondere al pubblico il lavorio della mia bocca.
. Mi immedesimai talmente nella mia parte che era come se gli spettatori non esistessero, gli feci un bocchino che simulai ingordo e che malgrado la finzione diede al mio partner un piacere che sentii sulla lingua sotto forma di gocce che uscivano dal meato, durò finché lui respinse la mia testa. Mi allungai mentre lui faceva scendere le mie calze, poi aprì le mie gambe, le sollevò lasciandole aperte.
. Sapevo che dopo veniva il 'cunni lingus' ma fremetti sentendo la carezza delle sue guance fra le mie cosce e gemetti, un gemito vero che i microfoni amplificarono, al contatto della lingua sulle mie carni, sulla clitoride eretta, e malgrado lui si sforzasse di non stuzzicarla troppo, venni in lunghi lamenti, continuai a lamentarmi mentre lui lentamente lambiva il mio sesso in lente leccate che mi portarono ancora una volta al parossismo, mi agitai accarezzandomi i seni e... venni ancora.
. Andyi lasciò il mio sesso e risalì con la bocca lungo il mio ventre, prese possesso dei miei seni, li leccò e mentre trastullava i capezzoli irritati al massimo, ne approfittò per dirmi:
. - Controllati, così ti esaurirai. Pronta per il 'pélle bèche?' - chiese preoccupato.
. - Ouiiiiii ! ! ! - tutti udirono la mia risposta che fu scambiata per un'invocazione.
. Ma come facevo a controllarmi! La voglia che avevo bagnava nuovamente la mia passera e quando Andy si mise sul dorso mi gettai quasi su di lui serrando il suo capo fra le cosce e china sul suo cazzo l'avevo già preso in bocca, poi raccolsi le ginocchia per dargli modo di leccarmi e agli spettatori di vedere come la lingua di Andy separava le mie labbra intime passando e ripassando nel taglio della fica che voleva ancora piacere!
. Cercò di tenerla lieve la lingua che passava nelle mie carni ma io mi muovevo cercando il suo contatto, porgendo con ondulazioni lascive la clitoride, strusciandola sulle sue labbra, sfogando la mia lussuria sul cazzo sopra il quale scorreva la mia bocca, lamentandomi su di esso, poi premetti la vulva sulla sua bocca aperta e la mossi, la mossi... finché venni gridando.
. Lui continuò a leccarmi bevendo il liquido del mio piacere, poi per non esacerbare la mia lussuria mi lambì fra le natiche, vi fu un mormorio nel pubblico vedendo come muovevo il sedere per offrirmi a quella lingua. Dopo qualche minuto mi rovesciò sotto di se e si sollevò in ginocchio aspettando che mi girassi sollevandomi anch'io per offrirgli la groppa nella posizione detta della 'jumente'.
. Voi la chiamate 'alla pecorina' ‚ la posizione che consente al membro di entrare tutto; quando lo introdusse, lo sentii fino in fondo, sentii il glande premere sulla bocca del mio utero. Mi prese con affondi lenti in principio, poi sempre più veloci, cercai di padroneggiarmi senza riuscirci, il piacere mi fece urlare, capivo che la posizione del coito permetteva al pubblico di vedere l'oscillazione dei miei seni.
. Malgrado puntassi le braccia non riuscivo a resistere alle spinte di quel maschio, sentivo i capezzoli sfregare contro la seta del giaciglio e questo vinse la mia resistenza, venni con grida acute alle quali seguì il brusio degli spettatori. Andò si ritirò stendendosi accanto a me, scavalcai il suo corpo ma lui disse:
. No, girati! - Di questo non ero stata avvertita, ma mi voltai e aggrappata con una mano alle ginocchia che lui aveva sollevato, guidai il membro fra le cosce cominciando subito a muovermi. Il palcosceLeo girevole sul quale eravamo permetteva a tutti di vedermi aperta al membro, di guardare come lo prendevo.
Questa fu la parte più terribile, immaginavo gli occhi di tutti fissi fra le mie cosce, sulla fica nuda che scorreva lungo il cazzo di Andy ingoiandolo fino ai testicoli, chiusi gli occhi per la vergogna, ero tutta 'mouillèe', lo sentivo da come scivolavo facilmente sul suo membro.
. Le mani del mio partner mi spinsero all'indietro, poggiai le mani. Ora era avanti e indietro che scorrevo facendo muovere i miei seni, Andy se ne impossessò e attirò la mia schiena sopra il suo petto, i capezzoli fra le sue dita si fecero dolenti, se fino ad allora avevo resistito adesso non ce la facevo più, presi a gemere sempre più forte, divenni tutta un fremito quando mi mordicchiò un orecchio.
. - Ahhh... mon amour! Allez... prends moi... vite mhhh... -
. Questo non era nel copione ma non potevo muovermi e non volevo che il cazzo rimanesse immobile dentro di me proprio mentre stavo nuovamente per venire. Andò lasciò che la pedana compiesse ancora un giro per permettere a tutti di vedere il membro conficcato nella mia fica, poi prese a muovere le reni di scatto, feci forza sulle ginocchia e con grida di gioia mi contorsi tutta venendo con grida strazianti sotto i colpi violenti che mi scuotevano. Ricevemmo i nostri primi applausi a scena aperta, il mio partner ne approfittò per sussurrarmi.
. - Sei bravissima, ma attenta, così non resisterai fino alla fine del numero.-
Aspettò che mi adagiassi nuovamente, mi spinse con dolcezza sul fianco e si stese dietro di me attirandomi subito contro il suo petto, rovesciandomi a metà su di lui, le mani sotto i miei seni a sollevarli per esibire i capezzoli che come potete vedere sono decisamente lunghi quando sono eccitata.
. Ed ero eccitata, lo ero dall'inizio ed ero impaziente di ricevere ancora il membro che ora sentivo schiacciato contro il mio sedere, grosso, duro, com'é ora il cazzo del tuo giovanotto. René sollevò la mia gamba.
. - Alta, così, mostrala a tutti la tua chatte! - sussurrò al mio orecchio.
. Ero tutta bagnata, il sapere che tutti gli occhi erano fissi fra le mie cosce, sulla vulva che sentivo aperta e pronta acuì la mia lussuria. Aspettò che la pedana completasse il giro e con un movimento delle reni poggiò il cazzo sulla mia coscia; lo presi subito in mano e lo strofinai sulla chatte poi lo puntai sulla sua bocca.
. Lo ricevetti con un grido lungo, liberatorio che scatenò ancora l'applauso poi mentre lui lo faceva scivolare avanti e indietro, il pubblico accompagnava il suo scorrere con degli: 'Allez oh... allez oh... allez oh...' che ne ritmavano gli affondi senza coprire le mie grida di gioia che grazie ai microfoni celati, empivano la sala.
. La mia vergogna svanì come per incanto, agganciai la gamba mantenendola sollevata, fiera di mostrare a tutti come quel cazzo apriva le mie carni, scompariva, appariva ancora... Andy soffiava come un mantice ma potè complimentarsi al mio orecchio:
. - Sei brava lo sai? Non avevano mai visto una Joelle così! -
. Riuscii a resistere appena più a lungo delle altre volte e mentre venivo non potei fare a meno di portare le dita alla fica in orgasmo massaggiando furiosamente la clitoride mentre gridavo, gridavo! Un nuovo applauso accompagnò il mio orgasmo ma non ebbi il tempo di riprendermi che già lui mi rovesciava sulla schiena, prendeva posto in ginocchio fra le mie gambe e mi tirava ponendo il mio sedere sulle sue cosce aperte.
. Era l'ultimo quadro: 'l'apothèose', vidi le mie gambe sollevate alte poggiate sulle sue spalle ai due lati del collo, sentii il glande sulla bocca della mia chatte.
. - Ahhh Andy... enfonce toi, fais moi jouir, ahhhhh! ! ! -
. Questo doveva dire Joelle. Era nell'ultimo quadro che aveva finalmente luogo il soddisfacimento dell'aristocratica mascherata e del suo cavaliere, e questo esclamai mentre entrava in me con un cazzo che gli umori di cui era impregnato rendevano talmente scivoloso che mi preparai a gustare l'ultima scopata che speravo lunga e appagante.
. Non sapevo che proprio lo scarso attrito del membro nella mia vagina avrebbe messo il mio maschio in difficoltà perché... doveva godere davanti agli occhi di tutti ed era ancora lontano dall'orgasmo. Prese subito a sbattermi violentemente e questo accelerò il mio piacere;, dopo qualche colpo cominciai a lamentarmi, gli umori che produceva la mia eccitazione non agevolavano certo il compito di Andy, grosse gocce di sudore imperlarono la sua fronte, il suo collo, il petto atletico, vidi il suo sguardo disperato.
. - Ahhh cheri... allez... oh encore... ancore! - implorava l'aristocratica.
. In realtà ero io ad implorare e vedendo la difficoltà del mio partner mi mossi facendo forza sulle gambe agganciate alle sue braccia, venendo incontro al membro fino a sbattere il perineo contro i testicoli che sentivo caldi e viscidi entre mes fesses, sul buco del culo bagnato della sua saliva. I miei movimenti facevano ballonzolare i seni in modo per me indecente, ma non per gli spettatori; lo scroscio degli applausi mi spronò a prodigarmi ma mi portò all'orgasmo che mi fece ancora urlare.
. Anche in sala si levarono dei gridolini, erano le donne eccitate che tributavano a loro modo l'omaggio alla coppia in copula. L'espressione di Andy si fece a poco a poco distesa, poi beata, continuai a scorrere incontro al membro e riuscii a portarlo all'orgasmo stringendo i muscoli della vagina. Era la prima volta che lo facevo e mi riuscì alla perfezione ancora pochi colpi e il cazzo uscì di fra le mie cosce insieme a getti chiari che si levarono ricadendo sul mio petto, me li spalmai sui seni rendendoli luccicanti, ma già Andy avanzava sedendosi quasi su di essi e porgendo il pene sobbalzante alla mia bocca.
. - Ahhh cherie... cherie... prends... prends... -
. Sollevai il capo e lo presi, scorrendo su un membro che sapeva di sperma e... del mio piacere, lo succhiai ricevendo gli ultimi getti del suo godimento mentre lui con lenti colpi di reni scorreva nella mia bocca.
. - Lo sperma... fallo uscire, devono vederlo. - sussurrò Andy ormai sollevato.
. Quando infine uscì da me, lasciai fuoriuscire e colare lungo il mio mento il liquido spesso, l'applauso che seguì sancì il successo della nostra esibizione; ci alzammo e abbracciati ci inchinammo per tutto il giro della pedana. Le luci si accesero tutte, mi accorsi che non solo i tavoli erano vicinissimi al minuscolo palcosceLeo rotante ma che anche i clienti seduti in fondo al locale si erano avvicinati.
. Mai mi ero sentita così nuda, le signore elegantissime mi guardavano con aria strana, mi vergognai tanto che mi vennero le lacrime agli occhi ma non era di disprezzo il loro sguardo, lo capii quando ricominciarono ad applaudire e continuarono anche quando le luci si spensero e il mio partner mi prese per mano trascinandomi via.
. Tornata a casa, inventai una scusa per i miei genitori preoccupati e mi misi a letto dormendo profondamente fino a mezzogiorno, dopo pranzo Loris mi telefonò dicendo che mi aspettava. Appena fui da lei, mi guardò ansiosa.
. - Come ti senti, Renè mi ha raccontato tutto, dice che hai avuto un orgasmo dietro l'altro è vero? -
. - Si, non sono riuscita a trattenermi, mi dispiace... -
. -E' per te che sono preoccupata, così ti ammalerai! Stavo per chiederti di sostituirmi ancora, l'impresario aveva trovato una sostituta ma il proprietario del night vuole te; dice che hai avuto un successo strepitoso, che tu e Renè siete una coppia talmente affiatata che molti clienti hanno prenotato per domani sera a patto che siate ancora voi ad esibirvi. Abbiamo detto di si, ma adesso sono pentita capiscimi, per te! -
. Trattenni la mia emozione all'idea che potevo ancora avere un'ora di piacere sfrenato con un maschio come Andy. Nella mia mente tenevo ben distinte le due persone anche se in realtà erano la stessa: Renè era il marito della mia più cara amica ed era il mio compagno di lavoro mentre Andy era l'amante, lo stallone di Joelle.
. In quel momento era con Loris e Renè che stavo conversando, dissi che se erano Joelle e Andy che volevano, non vedevo perché Renè ed io non dovevamo accontentarli, beninteso se lei Loris non aveva nulla in contrario.
. - Si capisce che non ho nulla contro, piuttosto tu... te la senti? Può darsi che non si tratti di poche serate... - rassicurai la mia amica:
. - Si, ce la farò, poi c'é Rene, mi aiuterà, sono sicura. -
. Dovetti dire ai miei genitori che avevo trovato lavoro come guardarobiera in un night e... da allora, una sera sì e una no diventavo Joelle la femmina voluttuosa e insaziabile di Andy. Quando ero sul palcosceLeo mi dimenticavo completamente del pubblico, esisteva solo lui, Andy il maschio che sapeva farmi godere ininterrottamente per più di un'ora lasciandomi alla fine appagata e felice.
. Durò per circa due anni, naturalmente il numero subì delle variazioni nei costumi, abolimmo le mascherina perché con un sapiente trucco era impossibile riconoscerci, suggerii delle nuove posizioni e altre cose ancora e... mi feci un bel gruzzoletto.
. Poi il numero della staffa venne abolito sull'onda della moralizzazione voluta dal nuovo presidente della République e... tutto finì. Ecco, adesso conoscete una parte della mia vita che fin'ora eravamo soltanto in tre a sapere


Lucette tacque e posando su Giada poi su di me lo sguardo, aspettava le nostrereazionii; il silenzio che seguì la fece lievemente arrossire. Era bellissima, continuava a spostare su di noi gli occhi azzurri come una collegiale che ha appena confessato una marachella. La sua espressione di pudicizia contrastava singolarmente con il corpo pieno, prorompente, dai seni lunghi, fermi e ben attaccati i cui capezzoli tesi, volti all'insù dicevano più di qualsiasi parola l'eccitazione che provava.
. La mia amante sorrideva imbarazzata; quando aveva sollecitato le confidenze dell'amica non si aspettava certo che questa raccontasse quello che, mentre erano in bagno la francese aveva appena accennato. Il suo sguardo incontrò gli occhi azzurri, finalmente pose la domanda che anch'io stavo per fare:
. - Lucette, perché hai voluto raccontarcelo? Non eri obbligata... -
- Dovevo farlo per farvi capire che per me il sesso é una cosa indispensabile, per fugare ogni tuo timore riguardo il giovanotto qui presente. Rappresenta per me il maschio che può soddisfarmi, non ci sarà mai niente di personale nel nostro rapporto, ne ho bisogno come avevo bisogno di Andy. -
. Giada annuì chiaramente sollevata e mentre il suo sguardo indugiava sul petto dell'amica chiese con una voce che si era fatta timida:
. - E con una donna non... - fu subito interrotta dall'altra:
. - Oggi é la prima volta, ho visto come mi guardavi... e poi eri così bella quando Leo ti dava piacere che non ho resistito al desiderio di baciarti e... tutto il resto, ho visto che non ti dispiaceva. Sbaglio? -
. Solo allora la mia amante sollevò gli occhi attirata dagli occhi dell'altra come fosse ipnotizzata. Fu con un filo di voce che rispose:
. - Sai, anche per me è stata la prima volta... -
. - Oh cherie, cherie... -
. Lo sguardo di Giada si staccò dai suoi occhi, vide che guardava la sua bocca, avvicinò lentamente il viso... Era come se di colpo io non esistessi, come se il mio membro teso, eccitato dal racconto della francese e dalla vista delle donne nude accosciate che si fronteggiavano non le interessasse più. Lucette rise nervosamente, avvicinò anch'essa il viso... Chiusero gli occhi quando le bocche si toccarono, le labbra si sfiorarono appena, si allontanarono, si sfiorarono ancora poi...
. La bocca della francese si socchiuse, la sua lingua spuntò lambendo lievemente le labbra dell'altra in un timido richiamo che fu subito recepito: Anche la bocca di Giada si dischiuse, la lingua uscì incontro alla sua.
. Io trattenevo il fiato, eccitato e affascinato allo stesso tempo aspettando quello che sarebbe successo, guardando incantato le lingue che si cercavano, si lambivano. Lucette aveva aperto larga la bocca, la sua lingua si era allungata in carezze lascive, saettando per leccare l'interno delle labbra dell'amica cercando anch'essa il contatto della lingua fra le sue labbra e quando la sentì, le richiuse suggendola lungamente, dolcemente e quando la lasciò fu per offrire ancora la sua lingua...
. Giada lasciò sfuggire un debole lamento sentendo le mani sui suoi seni, i capezzoli fra le dita della francese si fecero subito dolenti, si lamentò ancora, le sue mani scesero sui seni lunghi, sodi... Anche Lucette si lamentava adesso, ognuna titillava i capezzoli dell’altra rigirandoli fra le dita, sospirando nelle bocche che ora erano schiacciate una contro l'altra, i visi si muovevano, si torcevano lasciando indovinare il gioco delle lingue.
. Poi una mano scese lungo il ventre della mia amante, giocò fra i suoi peli, Lucette staccò il viso, gli occhi si incontrarono nuovamente, chiese:
. - Cherie, tu veux n'est pas? -
. - Si... - fu la risposta.
. Soggiogata dalla sensualità che fra loro si era creata Giada si lasciò spingere adagiandosi accanto a me, cielo com'erano belli i seni della mia amante coi capezzoli tesi che la francese non aveva lasciato di trastullare con le lunghe dita, continuando a plasmarli, a tirarli fino a farli diventare delle lunghe protuberanze brune che si innalzavano dalle macchie rosa delle aureole gonfie.
. Ma era la striscia scura che scendendo si divideva ai lati del suo sesso che Lucette guardava, le sue mani si mossero lentamente dalle mammelle dell'amica scendendo lungo lo sterno, il ventre levigato separandosi per percorrere le cosce dischiuse. Giada sollevò un ginocchio poggiando il piede contro il sedere, aprì le gambe.
. Lucette si sollevò sulle ginocchia e si chinò posando l'avanbraccio sulla coscia dell'altra. Ora con il viso sopra la striscia nera scrutava fra i peli nerissimi, li separò maggiormente denudando la vulva poi due dita della mano che aveva appoggiato passarono nel taglio umido e aprendolo separò le labbra sottili, sporgenti. Con le dita dell'altra mano denudò la clitoride che vidi gonfia, tesa, e mantenendo i peli aderenti al pube avvicinò il viso.
. - E' bella la tua chatte, lo sai vero? - disse.
. La lingua si allungò sulla cresta e delicatamente saggiò il punto più sensibile della fica, alla giunzione delle piccoli labbra, sul bottoncino che sporgeva dalle carni rosee.
. Giada sospirò al contatto, vidi il suo ventre distendersi, mai avrei pensato si potesse leccare una fica con tanta delicatezza, la punta rosa passava e ripassava sulla clitoride rendendola luccicante di saliva, a tratti le labbra si chiudevano su di essa suggendola appena poi era la lingua a picchiettarla tutta scendendo lungo la cresta per stuzzicare ancora il grilletto ma appena il lamento della mia amante interrompeva i sospiri, lo lasciava per scendere ancora leccando la carne fra le sue dita, giù e incuneando il viso fra le cosce che separava ancora, spingeva la lingua sforzandosi di farla entrare in profondità.
. Giada ora si lamentava adagio, gli occhi spalancati, le guance accaldate, un dolce affanno sollevava e abbassava i seni che le sue mani accarezzavano quasi brutalmente. L'espressione del suo viso era come di sofferenza, sollevava e abbassava adagio il bacino ondulandolo nel porgere la fica alla bocca dell'altra. Lucette si era portata ai suo piedi spostando il corpo senza staccare la bocca dal sesso che stava baciando, continuando a far andare la lingua nella vulva mantenuta aperta dalle sue dita.
. Era una cosa nuova per me, un quadro conturbante ma non osceno. A tratti la donna distesa passava la lingua sulle labbra come fosse assetata, volse verso me gli occhi quando passai una mano sul suo viso in una lieve carezza.
. - Giada, sei bellissima lo sai? - dissi con sincerità.
. Lei sorrise quasi vergognandosi di mostrarsi al suo giovane amante in un atteggiamento così particolare. Volse il viso, guardò infine il mio pene ergersi eccitato e duro, vi portò la mano, vidi che lo inclinava, sentii che lo tirava...
. Ero ancora accosciato, distesi le gambe e voltandomi verso di lei passai il braccio sotto il suo capo, sollevandolo per portarlo all'altezza del mio membro. Quando lo spinsi nella sua bocca iniziò subito a succhiarlo, lo feci scorrere avanti e indietro con lenti movimenti delle reni scivolando fra le labbra morbide fino in fondo alla sua gola, ritirandolo adagio per gustare il calore nel quale era avvolto.
. Neanche questo era osceno, neanche la mano che accarezzava l'interno delle mie cosce lo era, neanche quando palpava i miei testicoli spingendoli per far entrare il cazzo quasi per intero. Potevo udire il rumore bagnato della lingua di Lucette che passava e ripassava nel taglio dell'amica, il risucchio delle labbra sulla cresta tesa che suggeva, i 'flap flap flap' della lingua che la flagellava...
. Oh era bello tutto questo! Il piacere che Giada riceveva lo trasmetteva a me; un piacere dolcissimo cominciò a pervadere il mio corpo, la mia donna godeva sospirando e gemendo, non lasciando di succhiare il cazzo che continuavo a spingere nella sua bocca rallentando mentre mi ritiravo per sentire la carezza della lingua sotto la cappella, a tratti quando il piacere si faceva troppo forte mi sottraevo, allora lei lo cercava con la bocca spalancata come un'affamata finché non lo riceveva nuovamente.
. Stava diventando ingorda, lo voleva fino in fondo come fosse il mio cazzo e non la lingua che malmenava le sue carni a farla godere, a farle compiere quei movimenti che sollevavano il suo bacino, facevano ondulare le sue anche... Il mio rammarico era che solo la francese non partecipasse del nostro piacere ma per il momento la sua lussuria sembrava paga nell'essere l'artefice del piacere dell'amica, inseguendo la fica che i movimenti della donna distesa divenuti scomposti sembravano voler sottrarre alla sua lingua, alla sua bocca.
. Lucette gli occhi fissi guardava l'amica ingoiare il mio membro, gli occhi pudicamente chiusi, la bocca ingorda, le guance incavate nel succhiarlo rumorosamente, dimenandosi per il godimento che saliva, saliva... L'orgasmo esplose improvviso e prepotente in Giada , tanto che liberò la bocca per urlare:
. - Ahhh... amore... che bello... che bellooo! ! ! Achh sto... venendo! Adesso... adesso... oh dai succhiami... ah sì... così... così... Ah... ah... ahhh... ahhhh... -
. Godette fino all'ultimo con la vulva in bocca alla francese che la leccava bevendo il suo piacere, mantenendola aperta. Anche quando le cosce si chiusero sul suo viso continuò a far andare la lingua poi quando vide il ventre rilassarsi e udì i sospiri affievolirsi, si sollevò e venne a distendersi accanto all'amica che piena di gratitudine si girò verso di lei baciandola dolcemente.
. - Oh Lucette... é stato bellissimo, grazie, grazie! -


Ancora una volta mi avevano escluso, mi sedetti sul bordo del letto insoddisfatto per il bocchino che la mia amante aveva interrotto sul più bello lasciandomi terribilmente eccitato. Guardavo le due donne mollemente distese una di fronte all'altra, Giada mi voltava la schiena esibendo inconsciamente la dolce curva delle anche morbide, la salita che dalla vita porta al bacino, la morbida discesa delle cosce, delle gambe...
. Il suo corpo visto da tergo mi ricordava un quadro riprodotto in un libro osè, le stesse curve delle natiche tonde, le pieghe seducenti che queste facevano con le cosce, la stessa lucentezza della pelle. Solo che quella che avevo davanti agli occhi era una donna in carne ed ossa, la mia donna!
. Quello che nel quadro non si vedeva era il sesso morbido, gonfio che i peli cortissimi rivelavano al termine delle natiche. Volevo distendermi dietro di lei, spingere il pene in quel gonfiore umido e prenderla subito, sicuro che avrei risvegliato i suoi sensi sopiti, intanto le due si parlavano sussurrandosi parole appena percettibili:
. - Lucette, perché lo hai fatto? -
. - Volevo guardare la tua chatte e quando ho vista che tu... -
. - Oh é stato meraviglioso! Mi vergogno un pò sai? -
. - Perché amore, non ti é piaciuto? -
. - Si tanto ma non volevo... nella tua bocca poi! -
. - L'ho fatto volentieri, ti ho bevuta... tutta! -
. - Oh... ma e tu? -
. - Cosa? -
. - Hai voglia, lo so... voglio fartelo! -
. - Oh chèrie! Ma... anch'io! -
. - Sono bagnata, lasciami andare in bagno! -
. - No, mi piace il tuo profumo e anche il tuo sapore. -
. - Cara, oh girati! - Lucette si sollevò, mi vide e arrossì. -
. - E Leo ? - chiese, Giada voltò il capo e mi sorrise.
. - Si, anche tu... avvicinati! -
. La francese si stava voltando sul fianco, Giada scivolò leggermente in basso per far posto alle gambe dell'amica. Malgrado la mia impazienza aspettai che si sistemassero, ma ora che avevano assunto la posizione del sessantanove esitavo, i capelli corvini della francese e parte della fronte apparvero alla mia vista non appena Giada sollevò alta una gamba.
. Anche Lucette alzò la gamba, la mia amica la mantenne sollevata passando il braccio e la spalla sotto di essa ma prima di chinare il viso, si volse per ripetere l'invito:
. - Vieni Leo , voglio anche te, lo sai! -
. Era tanta la lussuria che Lucette aveva suscitato in lei che non poteva spiegarsi altrimenti la sua richiesta che contrastava con la sua ritrosia di prima. Mi allungai al suo fianco, contro il suo corpo schiacciando il petto contro la sua schiena, il ventre contro la morbidezza del suo sedere, il mio membro poggiò sulla coscia distesa sfiorando i capelli della francese che già aveva iniziato a muovere il capo.
. Anche il capo della mia amica si muoveva. Sollevato sul gomito vidi la provocante curva delle anche dell'altra poi il viso di Giada che si muoveva lento, la guancia poggiato sulla coscia distesa, la bocca nel cespuglio nero, il naso fra i peli radi e nerissimi che sfioravano oltre la pelvi, l'inizio del solco delle natiche.
. Avrei voluto vedere la sua bocca, la sua lingua danzare nel sesso che stava leccando il cui profumo colpiva le mie narici ma non vi riuscii. Sentii una mano fra le mie cosce, sui miei testicoli muoversi lentamente, brandire il mio membro poi la bocca di Lucette aprirsi sul glande, calda e umida per bagnarlo della sua saliva.
. Lo lasciò subito ma fu per strofinarlo nei glutei dell'amica, sentii i peli ispidi pungere la mia cappella quando la puntò nell'avallamento bruciante dell'ano.
. Giada fece udire un mugolio. Non so se nell'invitarmi accanto volesse veramente far succedere quello che ormai non avrebbe più potuto impedire. Sentii la mano spingere con forza, le natiche di Giada si contrassero sul membro che premeva la stretta rosellina, vidi la donna scuotere il capo fra le cosce dell'amica...
. - Si Giada , ti prego... dammelo! - sospirai baciando l'incavo della sua spalla.
. Non furono le mie suppliche a vincere la sua resistenza ma il piacere che le procurava la bocca di Lucette i cui capelli solleticavano i miei testicoli. Con un gemito Giada si rilassò, la spinta della mano si fece più forte, l'ano si aprì attorno al glande, si allargò sull'asta che lentamente entrava nel culo della mia amante.
. Da quella prima volta che mi aveva concesso il piacere di entrare nelle sue natiche, non vi era incontro senza che la signora Martini accettasse che rendessi omaggio alle sue rotondità sollecitandolo anche esplicitamente. Credo che l'atto procurasse alla bella signora un piacere un po perverso, ma ora era diverso, c'era Lucette, era lei che l'aveva forzata e che aveva ritirato la mano lasciando che il membro proseguisse la sua corsa fino in fondo al suo bel culo.

. Giada lo ricevette con gridolini eccitati sfogando la sua libidine nel sesso dell'amica, i gemiti che ne sortirono le fecero dimenticare la vergogna dell'atto e si prodigò amorosamente muovendo la lingua nelle carni lisce meravigliandosi lei stessa dell'audacia che aveva dimostrato nel voler essere posseduta in quel modo.
. La situazione era per me straordinariamente eccitante per la complicità che si era creata fra me e la francese, la sua mano mi accarezzava ancora in modo lascivo l'interno delle cosce, palpava i miei testicoli, si insinuava nelle mie natiche...
. Cielo che libidine suscitavano le spinte che la sua mano imprimeva schiacciandomi contro i glutei dell'amica per cacciare il cazzo fino in fondo al culo sodo, facendosi leggera quando mi ritiravo, premendo nuovamente e ancora, ancora, ritmando la penetrazione che voleva lenta e costante. A tratti era contro la sua fronte che i miei testicoli strisciavano, era quando spostava il capo per vedere il membro allargare l'ano e scomparire nei glutei dell'amica, durava poco perché subito la sua bocca si schiacciava sulla vulva bevendo gli umori che sgorgavano copiosi.
. Fu un sessantanove sconvolgente e... un'inculata straordinaria! Le due gemendo si contorcevano ondulando nel porgere i sessi alle bocche fameliche, io seguivo i movimenti della mia amante senza perdere il contatto con le sue rotondità cacciando il cazzo nelle calde interiora, premendo i testicoli contro le labbra di Lucette che a tratti mi manteneva premuto dentro l'amica e apriva la bocca su di essi come a volermeli mangiare.
. Soffiavo come un mantice leccando il collo di Giada sforzandomi di protendermi per raggiungere con la bocca la coscia sollevata della francese. Come si muoveva il viso della mia amante fra le belle cosce! Lucette venne una prima volta sorprendendo l'amica che la leccava, facendole sollevare per un istante il capo che poi chinò nuovamente riprendendo a leccarla e a berla inebriata dalla lussuria che la francese dimostrava schiacciando ancora il sesso contro la sua bocca.
. Durante tutto il tempo che durò quell'atto straordinario, nessuno parlò, solo i gemiti, le grida, i sospiri che salivano dalle nostre gole diceva il piacere che provavamo. Avevo allungato la mano oltre il capo della mia amica afferrando l'anca di Lucette, tirandola; la francese non si fece pregare, mosse il fianco passando la gamba oltre il capo di Giada che girò il busto, costretta dalle cosce che serravano il suo viso.
. Ora anch'io potevo accarezzare la francese, la curva del sedere prominente fino alla piega deliziosa che faceva con la coscia, la discesi risalendone poi l'interno fino all'inguine. Giada sentì la mia mano contro la guancia, la scostò appena permettendomi di toccare le carni che non smetteva di leccare lambendo le mie dita che si insinuavano nel taglio madido del sesso di Lucette, proseguendo poi fra le sue natiche.
. Appena premetti sull'ano udii il gridolino della francese nel sentirsi forzata dal dito indiscreto che sprofondò subito imprigionato dallo sfintere che lei aveva serrato. La sua mano mi spronò a accelerare i colpi del mio pene, udii ancora le sue grida, percepii dai movimenti del suo capo che si stava prodigando, Giada prese a gemere forte quando cominciai a penetrarla freneticamente avanti e indietro, gli spasimi dell'orgasmo serrarono il mio membro rallentandone la corsa...
. Ero anch'io agli stremi, sentii la francese rilassarsi, ora il dito scorreva liberamente nel suo culo ma subito venne nuovamente imprigionato dalle strette della donna nuovamente in orgasmo, Lucette si lamentò, Giada urlò di dolore e di piacere allo scorrere il membro nelle sue interiora aprendole l'ano come un ariete finché con un grido rauco mi abbandonai all'orgasmo irrorando il culo dolorante di ripetuti getti che fecero il membro scivoloso e resero il resto della penetrazione piacevole anche per la mia donna.
. Rimanemmo a lungo uniti riprendendo infine tutti e tre la nostra padronanza. Il trio osceno che formavamo si sciolse lentamente, Giada si alzò piena di vergogna per la lussuria che aveva dimostrato e corse in bagno; Lucette mi sorrise strizzandomi l'occhio e mi invitò a seguirla.
. Entrai anch'io nel loro bagno, la signora Martini era già sotto la doccia, entrammo anche noi, non osava guardarci la mia donna, capendo che stava per piangere Lucette la strinse contro di se costringendola a guardarla.
. - Cosa c'è Giada , non volevi? - chiese.
. - Si ma... ora cosa penserete di me? -
. - Che sei stata stupenda! Mi hai fatto venire due volte, ti sei accorta?-
. - Sì e... anch'io sono venuta ma... farlo in quel modo! -
. - E allora? Hai chiesto tu a Leo di partecipare, cosa poteva fare altro se non... dì la verità, era lì che lo volevi sa pine, n'est pas? -
. Giada sollevò gli occhi su di me, un timido sorriso fugò le lacrime che già erano spuntate, rise nervosamente.
. - Sì ma poi... oh é terribile quando ci si mette! -
. Aprii l'acqua e sotto il getto tiepido la saponetta passò di mano in mano, Fu Lucette a lavarmi il pene lanciandomi degli sguardi pieni di complicità, Giada ci chiese di voltarci mentre si lavava fra le natiche. Ci asciugammo passandoci l'un l'altro l'asciugamano di spugna, la francese che aveva sciolto i capelli se li asciugò con cura. Giada disse:
. - Leo , puoi aspettarci di là? -

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Ritornai in camera e sedendomi in mezzo al letto misi due cuscini contro lo schienale appoggiandomi ad essi; dopo un tempo che mi parve lunghissimo apparve Lucette con un tovagliolo avvolto come un turbante attorno al capo, era sola.
- Giada dice che questa volta passa, anche tu vuoi passare? -
- Cosa vuoi dire? - chiesi, lei fu più esplicita:
- Ti sto chiedendo se hai ancora voglia, te la senti? -
- Certo, con te avrò sempre voglia! - risposi con slancio.
Il mio pene giaceva inerte, lei lo guardò e sorrise, si tolse l'asciugamano lasciando fluire i capelli quasi asciutti. Erano lunghissimi, li fece ricadere sopra i seni senza riuscire a celarne le punte che facevano capolino fra le ciocche.
- Così ti voglio! - disse. - So che ti piace quello che chiami 'l'altro nido per il tuo uccello', Giada non si osava farsi vedere nel nostro péle béche così ti ha voluto accanto per tenerti occupato e... io ti ho aiutato. Avresti osato da solo? -
- Si, mi piace tanto farlo, anche con te mi piacerebbe... accetteresti? -
- Non si chiede questo a una signora, non l'ho mai fatto... fino ad ora! -
- Ma... se te lo chiedessi? - mi fissò in modo ambiguo.
- Dipende... - seguì la direzione del mio sguardo.
- Ti piacciono? - chiese.
Non l'avevo ancora vista con ii capelli sciolti, erano lunghi, lisci e conferivano alla donna un'aria fatale e singolarmente libertina. Li scostò con fare brusco.
- Intendevo questi... - disse scoprendo i seni.
Deglutii, ora potevo guardarli liberamente poiché era lei a chiederlo. Aveva dei seni singolari, non ne avevo mai visto di così lunghi e allo stesso tempo così compatti e sodi, talmente ben attaccati che le punte volgevano solo lievemente all'insù con aureole formanti delle protuberanze che interrompevano la rotondità delle mammelle. I capezzoli erano tesi e inturgiditi mentre la donna parlava mostrando l'eccitazione che stava entrando in lei.
Anch'io mi stavo eccitando, non guardai ma sentii il pene tendersi, sollevarsi e infine farsi duro. Mi piace mostrarmi col membro rigido, la bella francese che aveva seguito l'erezione sorrise compiaciuta:
- Sei come Andy... - osservò.
- Non sono Andy! - ribattei con una smorfia.
- Lo so, lui mi scopava per lavoro mentre tu lo fai perché mi desideri. Allora ti piacciono? - disse sollevando i seni con le mani, quasi volesse offrirmeli.
- Si, molto... -
- Anche a me piacciono... -
Le mani passarono sulle belle protuberanze facendone il giro, schiacciandole, poi le sue dita presero i capezzoli li tirarono e quando li lasciarono apparvero ancora più lunghi. Mi fissava, era evidente che mi stava provocando e... ci riusciva eccome! Proseguì chiedendo:
... e il resto ti piace? - volli stare al gioco.
- Hai un bel viso... - lei si spazientì.
- Lo so. -
- Hai dei bei seni, un vitino sottile... -
- E poi? -
- Bei fianchi, anche le tue gambe sono belle, snelle e nervose come quelle di una puledra di razza, le tue cosce poi... - esitai.
- Si? -
- Sono tornite, lunghe, l'interno deve essere vellutato, mi piacerebbe sentirne la pelle contro il viso mentre... -
- Mentre? - ero felice di vedere la sua eccitazione.
... mentre bacio il tuo nido. -
- Sei galante lo sai? Cosa ti piace ancora di me? -
- Voltati e lo saprai. -
Si girò lentamente piantandosi con le mani sui fianchi, le gambe leggermente divaricate... Ragazzi, che visione! Proseguii:
- Hai una bella schiena, diritta, dei bei fianchi... -
- E poi, cos'é che ti piace? - aveva voltato a metà il capo per guardarmi.
- Le tue rotondità sono degne di un Tiziano, i tuoi glutei sono come delle guance paffute che sarebbe bello separare per immergermi in essi, sotto, fra le tue cosce vedo il boschetto nero che le labbra della tua fica separa... - infine sbottai:
- Lucette, hai un bel culo, un culo stupendo! -
Sorrise, era compiaciuta del mio complimento, volle provocarmi ancora, le sue mani scesero alle natiche aprendole quel tanto da permettermi di vedere il solco profondo e la peluria rada, lunga e nerissima che bordava l'ano. Vide il mio sguardo allupato, le mani ritornarono alle anche.
- Lo so ma nessuno me lo ha mai detto come lo hai detto tu, sei audace lo sai? Allora, lo vuoi proprio? - si girò nuovamente verso di me.
- Oh sì, dammelo ti prego! -
- E la mia chatte, non vuoi più sentire le mie cosce contro le tue guance? Non vuoi più baciarmela? - si stava avvicinando lentamente.
- Si, si oh si Lucette... vieni! - stavo per alzarmi, mi fermò.
- Rimani, voglio dartela io... -
Salì sul letto e quando le sue ginocchia furono all'altezza della mia testa, la scavalcò con una gamba e poggiate le mani si lasciò andare all'indietro guardandomi attraverso la valle dei suoi seni.
- La vedi? - chiese.
Era una domanda inutile, la sua fica ad un palmo dai miei occhi era aperta quel tanto da mostrare la carne rosea fra le labbra sottili. Anche in quella posizione il gonfiore del monte di Venere si staccava netto dal ventre del quale vedevo la pelle attraverso i peli nerissimi. Le labbra spesse, gonfie, coperte di peli finissimi, quasi serici, declinavano fino alla piega degli inguini...
- Sì, é... bellissima! - esclamai. Malgrado la sua eccitazione scherzò:
- Scommetto che a tutte dici così! -
Stavo scostando i peli che ombreggiavano la clitoride lunga, tesa, che proseguiva fino alla giunzione delle grandi labbra.
- No, la tua é diversa... é più grande! - rise divertita.
- Non mi fai un bel complimento ma hai ragione. Le grandi amatrici hanno tutte la fica grande... - la interruppi.
- Non dici più 'chatte'? -
- Per la verità non mi piace 'chatte' e neanche 'fica', tu come la chiameresti? -
- Non so... nido d'amore ti piace? -
- E' meglio ma non rende l'idea... -
Era assurdo, stavamo dissertando sul nome da dare alla vulva che esibiva aperta e profumata! Lucette guardava divertita e eccitata il giovincello che fissava le carni bellissime, la vagina socchiusa era una boccuccia deliziosa, luccicante per gli umori che già stillava: vidi formarsi una goccia color ambra che lentamente scivolò oltre la pelvi scomparendo nei peli finissimi delle natiche. Passai le dita seguendo il rilievo delle labbra brune, le sentii turgide, pulsanti. La donna fremette.
- Sembrano le ali di una farfalla... Farfalla va bene? -
- No! - mi spazientii, ero arrapatissimo.
- Allora dimmelo tu come devo chiamarla la tua fica, la tua chatte! - sbottai.
- Passera. - disse.
- Passera, perché? -
- Perché ha un beccuccio piccolo piccolo, cercalo! -
Aprii le labbra del bel sesso, lei fremette ancora e sospirò:
Non con le dita, con la lingua, lo sentirai subito! -
- Mhhh... Fece appena la mia lingua entrò in contatto con le sue carni, la mossi sull'orifizio della vagina, sentii il sapore della sua eccitazione...
- Non lì... più su! -
Risalii la conturbante valle separando le labbra che ora pulsavano.
Ahhh... più su, più su... -
Lo trovai alla giunzione delle piccole labbra, appena la lingua lo toccò capii che era lui il beccuccio anche perché la donna emise un gemito al contatto sollevando il ventre. Finalmente conobbi il punto sensibile delle donne, di Lucette sicuramente! Era lì, dove la clitoride si fonde nelle labbra sottili sporgendo in un arco quasi impercettibile ma la lingua lo sentiva bene, la mossi, la protuberanza era dura come un pisellino.
- Oh piano... piano... lo sai che vengo subito! - supplicò.
Lo lasciai ma la donna sollevò il bacino per darmelo ancora. Passai le mani sotto il suo sedere e mantenendolo sollevato lo leccai adagio, lo trastullai con la punta della lingua felice di udire i lamenti della bella, non tralasciando di lambire l'intera clitoride, lo facevo lentamente guardando i fremiti del suo ventre, i seni che si innalzavano come monti gemelli fremevano anch'essi muovendo i capezzoli puntati fieramente al soffitto.
Vedevo la gola tesa, il mento sollevato, la bocca dalle rosse labbra aperte come se stesse ridendo, ma godeva Lucette, gemiti lunghi uscivano dalla sua bocca intervallati da gridolini eccitati quando malmenavo il beccuccio della sua passera in calore. Il resto del viso non potevo vederlo per la testa rovesciata all'indietro che muoveva di qua e di là accarezzando coi capelli l'interno delle mie cosce, dei miei testicoli, del mio pene...
- Ahhh piano... piano... fammi godere ancora... così... così... mhhh... -
Non si accorgeva neanche delle mie mani che plasmavano le sue natiche, le separavano. Gli umori che colavano dalla vagina avevano bagnato l'ano rendendo l'orifizio scivoloso al dito che affondai lentamente, solo allora la donna ebbe un guizzo ma si abbandonò subito.
- Mhhh... tu es un cochon tu sais?! Ahhh cheri é osceno ma... bellissimo! Si... anche lì voglio il tuo cazzo... mhhh ouì... entre mes fesses... -
Non si rendeva conto della libidine che le sue parole mi mettevano addosso, feci scorrere il dito nel culo rilassato, nell'ano scivoloso frugandola apertamente, girando la mano finché il pollice incontrò l'apertura della vagina, la violò...
- Ahhh... sei terribile! Mi fai godere... mi fai godere... ah... ahhh... -
Mossi la mano, le dita entravano e uscivano nel suo grembo e nel suo posteriore in una masturbazione oscena, ora la donna muovendo il bacino si offriva lubricamente, la clitoride fremette, un fiotto bagnò la mia mano...
- Cheri... ah cheri... je jouis... je... jouiiis! ! ! -
Poi le sue grida riempirono la stanza, mentre io ritirata la mano applicavo la bocca alla fica in orgasmo leccandola perdutamente, immergendo la lingua nella vagina mentre Lucette serrava spasmodicamente le cosce sul mio viso in una morsa morbida e deliziosa che non mi impedì di assaporare il suo piacere, di berlo golosamente.
Finalmente scivolò in basso sedendosi quasi sul mio ventre, i suoi occhi mi scrutarono amorosamente.
- Quanti anni hai Leo ? - chiese ad un tratto.
- Diciotto, perché? -
- Io quarantadue, lo sai che potresti essere mio figlio? -
- So solo che sei una donna stupenda! -
Sorrise poi si chinò sul mio viso offrendomi la bocca. Arrapato com'ero la baciai appassionatamente frugandola con la lingua ancora pregna del nettare che avevo bevuto fra le sue cosce. Si sollevò pensierosa rigirando la sua lingua dentro la bocca.
- E' questo il mio sapore? - chiese.
- Si. -
- E... ti piace? -
- Molto! -
- Io preferisco il tuo! - ribatté. Si spostò ancora di più, con le ginocchia spostò i miei polpacci allargandoli poi prese in mano il membro facendolo oscillare davanti al viso che aveva chinato. La mia eccitazione aveva fatto uscire alcune gocce di liquido cristallino dal meato; protese la lingua e la passò adagio sul glande guardandomi; lo fece ancora scendendo lungo la cappella inseguendo una gocciolina che scendeva lenta. Sollevo la testa e schioccò la lingua.
- Mhhh questo sì che é buono! -
- Non é il mio sapore... - il sentire la sua lingua calda e morbida mi fece desiderare lo facesse ancora.
- Lo so, é un assaggio che mi offre il tuo cazzo! -
Un altra goccia si formò sull'orifizio, ora aveva un colore più chiaro. Lucette la vide, le sue labbra incappucciarono il glande, scesero lente fino a metà della verga, le sue guance si incavarono, lo succhiò dolcemente facendomi sospirare:
- Non è questo che voglio da te, lo sai... - alzò il capo.
Sciocchino, te lo sto bagnando per prepararlo. -
La sua bocca scese ancora una volta e quando lo liberò il membro gocciolava della sua saliva. Avanzò nuovamente sopra di me, le ginocchia ai due lati del mio bacino, si chinò, i seni sfiorarono il mio petto mentre offriva la lingua alle mie labbra.
- E' questo il tuo sapore! - disse quando ebbe sollevato il capo.
Era lievemente salato, lei si protese per prendere il mio viso fra i suoi seni, erano morbidi, caldi contro le mie guance come l'interno delle sue cosce. Voltai il capo, lei mosse il busto dandomi il capezzolo, lo presi fra le labbra per suggerlo, la mia lingua accarezzò il duro bottoncino.
Udii il suo sospiro, mi offrì l'altro seno schiacciandolo nella bocca che dovetti allargare e mentre lo suggevo estasiato per la rinnovata lussuria della donna sentii la sua mano scendere lungo il mio fianco, afferrare il mio pene...
Erano le sue natiche che il mio glande separava guidato dalla sua mano ferma, era nella depressione del suo culo che lo puntava, lo capivo dai peli che pungevano la cappella, sollevò il busto fissandomi negli occhi.
- E’ questo che vuoi? - chiese.
- Si... si... -
Mosse il bacino spingendo leggermente, facendo oscillare la verga dura, facendomi sentire il bruciante calore dell'ano che mi stava offrendo. Era eccitata Lucette per il turgore che per la prima volta sentiva premere sul suo orifizio, si sollevò ancora e le mani sul letto, le braccia tese eseguì una sorta di danza fatta di movimenti lubrici di tutto il suo corpo.
Ero incantato per i lunghi seni che ondeggiava muovendo il busto, i capezzoli luccicanti della mia saliva descrivevano sopra il mio viso dei cerchi ampi ma era il bacino quello che ondulava maggiormente, le mie mani scesero alle sue anche cercando di premerla contro il membro che ancora non aveva aperto l'ano.
Aspetta, fammelo sentire... oh lo vuoi il mio culo? Ma non sarai tu a prenderlo, mhhh... voglio essere io a infilarlo sul tuo cazzo, a possederti nelle mie reni... Alza le gambe cheri, devo appoggiarmi! -
Appena ebbi alzato le ginocchia, lei si sollevò puntando i piedi, le sue mani si afferrarono alle mie anche per tirarsi su come a sedersi, solo che non poteva, non ancora per il cazzo che vedevo puntato nelle sue natiche e che oscillava per i movimenti che la donna aveva ripreso a far eseguire al suo bacino.
Trattenevo il fiato, Lucette aveva chiuso gli occhi, oh era bella così provocante e lubrica, la bocca aperta, le narici pulsanti per l'ansimare che sollevava e abbassava le stupende mammelle, il ventre teso, i peli bagnati rendevano il suo sesso nudo. La pressione del glande nei suoi glutei facevano la vulva più corta ma la aprivano; l'orifizio della vagina era quasi scomparso, le piccole labbra scure erano aperte e pulsavano come le ali di una farfalla pronta a spiccare il volo, la lunga clitoride era gonfia, tesa, le carni rosee erano ancora bagnate per i miei baci infuocati.
- Lucette, oh Lucette... prendilo oh si... prendilo! - aprì gli occhi e sorrise.
- Si amore... adesso! Ohhh... -
Stava premendo, ma solo quando si rilassò l'ano iniziò ad aprirsi, allora eseguì dei piccoli movimenti su e giù facendo forza sulle braccia, e appena il mio membro cominciò a farsi strada i movimenti si fecero più ampi...
- Ahhh... sta entrando... sta entrando... mhhh... -
Non avrei mai creduto che proprio con Lucette la penetrazione del suo culo fosse tanto difficile, non lo era stato con Teresa anche se era la prima volta, Nora lo aveva preso gia altre volte, ma la signora Martini no, anche per lei era stata la prima volta eppure...
- Ah... ah... ah... -
I seni ballonzolavano deliziosamente mentre la francese continuava ad andare su e giù, i capelli si sollevavano come una criniera svolazzante per poi ricadere sulla faccia nascondendola, le sue mani stringevano spasmodicamente le mie anche. Gli sforzi che faceva sottoponevano il mio membro ad un conturbante massaggio proprio dove era più sensibile, sospiravo d'estasi, la mia mano si allungò al ventre della bella, il dito massaggiò adagio la clitoride, la donna gemette, si rilassò, gettò all'indietro la lunga criniera e... si sedette.
Ah cheri... cheri... sei dans mes fesses. Mhhh... non credevo fosse così lungo il tuo cazzo! E' stato terribile... non finiva più di entrare! Oh mi piace! -
Respirava forte, sorpresa per la presenza che sentiva negli intestini piano piano si rilassò completamente, le mani lasciarono le mie anche, la stretta che sentivo alla base della verga si allentò. Adagio allungai le gambe lasciando la donna gravare sull'alto delle cosce che avevo divaricato quel tanto da sentire il colore dei suoi glutei sui miei testicoli. Sorrise:
- Sei contento cheri? -
- Si... l’ho desiderato da quando l'ho visto la prima volta! -
- Lo so, potevi prenderlo anche allora, non ti sei accorto che desideravo dartelo? -
- E' stato bello come me lo hai dato oggi, valeva la pena aspettare! - mi corresse:
- Come ho preso io il tuo cazzo? Non mi rendevo conto di quanto fosse grosso... mi allarga tutta... Pensi che riuscirò a godere così? -
- Non so ma puoi provare! -
Lentamente si inginocchiò gravando sulla mia pelvi poi si sollevò e si abbassò.
Oh sì... é bello... é bello... -
Continuò, dapprima lentamente quasi con timore poi sentendo con quanta facilità il membro scivolava nell'ano che aveva imparato a rilassare, più rapidamente molleggiando sulle gambe come una cavallerizza, impalandosi con gridolini eccitati, facendomi sospirare per la carezza che mi procurava.
- Lucette, sei stupenda! -
Era stupendo come l'intero suo culo massaggiava il pene che faceva entrare fino in fondo, quando lo sollevava sentivo contro l'asta la carezza dei suoi glutei ma era quando si impalava che sospiravo d'estasi perché stringeva le natiche respingendo la pelle fin giù poi le sentivo premere sui testicoli, calde, umide... Lucette aveva preso a cavalcarmi lentamente stringendo e rilassando i muscoli dell'ano, i suoi occhi non si staccavano dal mio viso, a tratti le sue mani andavano ai seni che sollevava schiacciandoli, le dita plasmavano le aureole, salivano ai capezzoli che tiravano.
Ahhh... vedo che ti piace... anche a me piace! Mhhh... oui, voglio godere così... avec ta pine dans les fesses... mhhh... é bello... é bello... Ah cheri... cheri... ahhh... -
La donna sorpresa per le sensazioni che le dava il membro che sentiva nel sedere godeva con lievi lamenti incurante dei mie sguardi allupati, guardandomi apertamente, leggendo sul mio viso la lussuria che mi dava il suo scorrere, felice di assaporare per la prima volta un piacere che saliva lentamente e che sentiva di dominare come poteva dominare il piacere del ragazzo in estasi.
- Ahhh... é bello... sai che riesco a godere? Ah il tuo cazzo... mhhh... mi apre... mi sfonda... mi... riempie. Oh cheri... tienilo duro... Ti piace come te lo stringo? Mhhh... dimmi, godi... ti piace? -
Malgrado fosse al suo primo rapporto anale, la francese metteva in atto la lunga esperienza amatoria che aveva appreso nelle sue esibizioni con Andy, era come se si esibisse per un pubblico facendolo partecipare al suo godimento, era Joelle la pornostar e io ero il suo pubblico e l'attore che prestava il membro alla sua esibizione.
Si... si... oh sei calda... godo tanto... per me conti solo tu... il tuo piacere... oh Lucette... godi amore godi... -
Sorrise poi si chinò su di me, strusciando i seni sul mio petto; oh com'erano tesi i capezzoli che sentivo, gemeva mentre il loro strisciare li faceva flettere. Mi diede la sua bocca, la sua lingua da leccare, da suggere... Ora era avanti e indietro che si muoveva stringendo e rilassando l'ano in una carezza che mi faceva sospirare nella sua bocca.
La schiacciò sulla mia in un bacio lunghissimo fatto di carezze lascive delle lingue, delle labbra mentre con ampi movimenti del bacino si muoveva lungo il cazzo e quando feci scattare le reni per immergerlo fino in fondo, sollevò il viso:
- Non così mon amour... aspetta! -
Si rimise seduta poi si sollevò e attenta a non lasciar uscire il membro dalle sue natiche poggiò i piedi sul letto si sedette nuovamente e gravando sul mio bassoventre spostò le gambe ruotando lentamente sul pene fino a darmi la schiena che lentamente adagiò sul mio petto posando il capo sulla mia spalla. Poggiò i piedi ai lati delle mie cosce e sospirò:
- Così amore, così! -
Sentii che faceva forza sulle gambe, sentii il suo bacino sollevarsi... Rimase immobile mentre adagio muovevo le reni. Ora sì che era bello, potevo far gustare alla bella il lento scorrere del mio cazzo nel culo che finalmente mi aveva abbandonato. Mosse il capo sospirando, solleticando coi capelli la mia guancia, cercai il suo orecchio, lo mordicchiai...
- Ahhh... si, prendimi... fammi godere! Mhhh... dai... dai... -
L'eccitazione che mi aveva messo in corpo e le sollecitazioni al quale aveva sottoposto il mio pene mi avevano portato molto avanti nel godimento ma volevo assaporare ancora il possesso di quella donna straordinaria che ora era solo mia, portai le mani al suo petto; cielo com'erano compatti i suoi seni!
Sono poche le donne che supine conservano intatta la forma delle mammelle! I seni che accarezzavo senza schiacciarli erano dei monti sodi, lisci che potevo esplorare a mio piacimento facendone il giro ad occhi chiusi per meglio sentire la pelle vellutata, risalendo con le dita alle punte, al rigonfiamento delle aureole, per saggiare la durezza dei capezzoli, felice di udire i gridolini che emetteva nel sentirseli plasmare.
Erano carezze quelle che le sue natiche facevano al mio membro, l'ano dilatato lo lasciava scorrere agevolmente, gli umori colando dalla sua vulva lo lubrificavano rendendo lo scorrere nei suoi glutei piacevole per entrambi, il suo ventre faceva sentire alle mie dita il gioco dei muscoli tesi nello sforzo che faceva per mantenersi sollevata.
Le mie dita scesero fra i suoi peli passando lievi sulla clitoride, sulla sommità delle piccole labbra, giù fino a toccare il membro che conficcavo nelle sue natiche, poi ancora nelle carni madide della sua vulva...
- Ahhh cheri... cheri... oh cosa mi fai! -
La vagina era stretta al dito che introdussi, si inarcò:
- No... ohhh cosa aspetti a... m’enculer! Non ne posso più... oh baise moi le cul... plus fort... mhhh... dans les fesses... dans les fesses... oh oui... oui. . -
Capii che era agli stremi e... anch'io lo ero! Adesso anche sulle braccia faceva forza sollevandosi del tutto e ondulava, oscillava avanti e indietro incontro al membro che riceveva con piccoli lamenti. Le mie reni scattavano di continuo cacciando il cazzo nel caldo delle sue viscere, il ventre urtava le sue natiche violentemente, i testicoli battevano nelle sue chiappe bagnate...
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