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Lui & Lei

Le mie donne - prime esperienze - 2


di Giangi57
18.08.2022    |    842    |    0 8.7
"Mi voltai e cominciai a svestirmi sforzandomi di non guardare nello specchio l'aprirsi del suo vestito, il suo scivolare a terra, le mani che portava alla..."
Le mie donne - prime esperienze - 2

Fu sul treno che mi riportava a casa che cominciai a vedere regolarmente la mia maestra delle elementari. La scuola dove insegnava Teresa aveva chiuso e lei aveva trovato lavoro in un paese vicino. Anche se per una sola fermata, facevamo il tragitto assieme, questo rinnovò il mio amore mai completamente sopito.
Scendendo percorrevamo un tratto di strada insieme chiacchierando allegramente. Nessuno trovò mai nulla da ridire se la maestrina si accompagnava a me, andavo allora sui diciotto anni ma ne dimostravo di meno, sembravo poco più di un bambino.
Dissi dei miei studi, parlammo dei cantanti allora in voga, Teresa disse che era fidanzata e che al ritorno dell'amato che lavorava in Germania si sarebbero sposati. Nessuno dei due accennò a quello che era successo anni prima ma a volte mi sembrava dal modo che aveva di scrutarmi, che vi pensasse.
Una volta incrociammo la signora Accardi, erano passati solo poche settimane dalla mia avventura con la moglie del notaio, Teresa vide lo sguardo ambiguo e il sorriso iroLeo che la donna mi lanciò e arrossì.
Una domenica mia madre andò a trovare un'amica all'ospedale e dovette assentarsi per tutta la giornata. Al ritorno dalla stazione dove l'avevo accompagnata incontrai Teresa che usciva da messa, gli raccontai che ero solo e lei subito mi invitò a pranzo a casa sua. Il pensiero di non dovermi accontentare di un panino e sopratutto di stare in compagnia della mia amata mi riempì di gioia. Accettai con gratitudine.
A mezzogiorno suonai alla sua porta, Teresa apparve sorridente mostrando di gradire veramente la mia visita, prese la scatola di cioccolatini che le porgevo.
- Grazie Leo... ma non dovevi! -
La tavola era apparecchiata con gusto, la ragazza corse indaffarata in cucina e dandosi da fare ai fornelli scambiava con me battute scherzose.
- Su, a tavola! - disse apparendo con un vassoio dal quale si levava un profumino invitante. Era tutto buonissimo, feci onore alla sua cucina facendo felice la ragazza che mi guardava sorridente, lei stessa mangiò con appetito.
- Sono contenta di averti con me, é triste essere sempre sola... Sai sono quasi due mesi dall'ultima volta che Roberto é venuto in Italia, guadagna bene sai? -
Poi all'improvviso il suo sguardo si rattristò.
- Ma i soldi non sono tutto... eppure ci fanno comodo ora che dobbiamo mettere su casa! Mi manca, mi manca tanto... é molto caro sai, credo che ti piacerebbe! Voglio presentarvi, anzi, verrai al nostro matrimonio... ho ordinato l'abito, lui vuole che sia bianco anche se... - si interruppe e arrossì.
- Sarai bellissima! - dissi.
Non volevo che parlasse ancora di Roberto, la gelosia che provavo mi fece capire che ero più che mai innamorato della mia maestrina. Dirottai la conversazione su altri argomenti, sui miei studi, sul suo lavoro.
- Insegno a dei ragazzi che hanno l'età che avevi quando... Ma tu eri già un uomo perché ti comportasti da uomo! Non ti ho mai ringraziato per aver taciuto di quella volta, lo faccio adesso! Sai, é difficile vivere per una ragazza, non ci vuole nulla a essere considerata una poco di buono... Ho ventisei anni e certe necessità... per fortuna ora che sono fidanzata é più facile. E' la prima volta che ne parlo, ma tu sei un amico!
Capivo quello che intendeva dire e mio malgrado avvampai, fortunatamente la maestrina non se ne accorse, si era alzata cominciando a sparecchiare. L'aiutai a portare i piatti e una volta lavati ad asciugarli, quando tutto fu finito, si tolse il grembiule che aveva indossato sul vestitino leggero; vedendo che la guardavo con occhi ammirati piroettò su se stessa mostrando le ginocchia nervose.
- L'ho fatto io, ti piace? - chiese con una punta di civetteria.
- Si, é molto grazioso. - sorrise e chiese ancora:
- E io ti piaccio? - deglutii prima di rispondere.
- Si, sei bellissima! - questa volta si accorse del mio rossore.
Si fece seria e si avvicinò scrutando il mio viso piantando infine gli occhi azzurri nei miei pronunciò una frase che rimbombò nel mio cuore:
- Anche tu sei bello e... mi piaci! Vorresti baciarmi? -
- Si... - la sillaba uscì da sola dalla mia bocca.
Si avvicinò fino a sfiorarmi, ancora incredulo respirai il suo profumo, lei posò le braccia tornite ai lati del mio collo, osai porre le mani sul suo vitino... Il suo viso assunse un'espressione di attesa, chiuse gli occhi...
Le sue labbra erano morbide quando vi posai le mie, si dischiusero subito... Cielo come batteva il mio cuore, alla leggera pressione delle mie mani fu tutta contro di me. Dopo un po scostò il viso, lessi la sorpresa nei suoi occhi:
- Non hai mai baciato una ragazza? - chiese.
- No, mai... - non dissi della moglie del notaio, fu lei a parlarne:
- Neanche la signora Accardi quando... - sorrise al mio stupore.
- Me l'ha detto Alice la cameriera, ci ha visti insieme sul corso e ha voluto avvertirmi: 'attenta Teresa, non ti fidare... Leonardo é un mandrillo!' Ha detto così sai? -
- Sono cosa? - se avessi potuto l’avrei strangolata quella pettegola.
- Non farci caso, se vuoi ti insegno io a baciare. -
Non dissi nulla, fu lei a avvicinare il viso e aggrappandosi al mio collo inclinò il capo incollando le sue labbra alle mie poi qualcosa di caldo, di umido me le separò. L'effetto che produsse in me la lingua che Teresa spinse nella mia bocca fu ben diverso della repulsione che provai con la signora Accardi. L'erezione giunse lenta ma inarrestabile.
- Ti piace? - chiese scostandosi appena.
- Oh Teresa... - questa volta fui io ad attirarla.
Chiuse gli occhi appena incontrai le sue labbra, con un sospiro ricevette la lingua che timidamente introdussi nella sua bocca. Subito le labbra si serrarono morbidamente su di essa aspirandomi... Non si scostò sentendo la mia eccitazione contro il suo ventre, il mio cuore batteva all'impazzata mentre gustavo il primo vero bacio della mia vita.
La maestrina muovendo il viso mi suggeva languidamente, osai percorrere la sua schiena con mani febbricitanti e fermandomi all'incavo delle sue reni sul nascere delle piccole natiche la strinsi protendendomi istintivamente. Lei aprì gli occhi ma li richiuse subito quando spinse nuovamente la sua lingua fra le mie labbra.
Oh fu un bacio bellissimo quello che ci scambiammo creando fra di noi, una complicità singolare. Finalmente si sciolse dall'abbraccio, chinò il viso guardando assorta la protuberanza che deformava i miei pantaloni; i suoi occhi belli, luminosi, si piantarono nei miei mentre un dolce affanno sollevava il suo petto.
- Sei eccitato? Anch'io lo sono... sai, mi piacerebbe fare all'amore, è quello che vuoi anche tu vero? -
La guardai come in un sogno, era come se parlasse attraverso un film di cui ero lo spettatore e quando ebbi compreso il pieno significato delle sue parole capii che la sua proposta non era affatto indecente, era la naturale conseguenza dell'intimità che si era creata fra di noi. Non potevo parlare, tanto forte era la mia emozione, riuscii appena ad annuire col capo, sentii che mi prendeva la mano.
- Non qui, vieni! - la seguii camminando come un automa fino in camera sua.
- Aspetta, torno subito. - disse appena giunti e scomparve.
Udii dell'acqua scorrere. Mi guardai attorno, l'arredamento della stanzetta era semplice e ordinato come lo era Teresa, il letto piccolo con il copriletto a fiori, il comodino con in una cornice la foto del fidanzato sorridente, l'armadio con lo specchio che rifletteva la figura quasi spaurita del ragazzotto quale ero allora. Percepii la sua presenza ancora prima di vederla, anche lei si guardò attorno, poi i suoi occhi si posarono su di me, stavo per prenderla fra le braccia ma lei disse:
- Ci spogliamo vero? -
Già la sua mano era sul primo bottone del vestito, lo disfece attaccando subito il secondo. Mi voltai e cominciai a svestirmi sforzandomi di non guardare nello specchio l'aprirsi del suo vestito, il suo scivolare a terra, le mani che portava alla schiena a slacciare il reggiseno bianco, cercai di fare in fretta.
- Fa con comodo, abbiamo tutto il tempo! -
Imprecai dentro di me per le scarpe che avrei dovuto togliere prima di sfilare i calzoni, mi sedetti per toglierli... Finalmente mi alzai, Teresa era lì, nuda, sembrava un'apparizione.
- Come sei bella! - fu tutto quello che riuscii a dire.
- Anche tu sei bello Leo! -
Per lunghi istanti restammo a guardarci, non avevo mai visto niente di più delizioso della ragazza che dentro di me continuavo a chiamare 'la maestrina'. Innocente e impudica allo stesso tempo Teresa non tentava neppure di nascondere le sue grazie: nuda sembrava molto più giovane, aveva un corpo che ho ritrovato nelle giovanissime che mi hanno concesso i loro favori ma lei lo mostrava con un candore disarmante.
I seni erano piccoli, la loro forma conica si ergeva impertinente con in cima delle ciliegine deliziose in mezzo ad aureole rosee larghe come una moneta, l'addome, il ventre erano piatti, il pube decorato da un boschetto dorato che si perdeva fra le gambe mirabilmente tornite celava il sesso che solo l'umidore dei peli lasciava indovinare. Più che una donna sembrava una mia coetanea, una deliziosa adolescente.
Anche lei mi osservava, vedendo che il suo sguardo si era fermato sul mio pene, tentai di celarlo con le mani ma lei avvicinandosi me le scostò con dolcezza.
- No, non nasconderlo, mi piace! -
Fissandomi negli occhi vi portò la mano e senza stringerlo vi passo le dita leggere, calde... Anche l'altra mano allungò, la sentii fra le mie cosce sotto i testicoli poi chinò ancora il viso a guardarlo.
- E' molto bello... vuoi che lo baci? -
Non ottenendo risposta mi spinse con dolcezza a distendermi poi portandosi sul fianco del lettino si chinò sul mio ventre, con la mano sollevò il mio cazzetto, questa volta lo strinse e chiudendo su di esso il pollice e l'indice li fece scivolare tendendone la pelle...
Trasalii nel vedere le sue labbra così vicine alla cappella, e quando la sfiorò con un bacio leggero ogni mio timore svanì. Col fiato sospeso guardavo fremente le labbra bellissime che ora aveva proteso poi sentii il contatto di qualcosa di caldo, di umido.
Aveva chiuso gli occhi e socchiudendo le labbra le lasciò scendere lentamente come se il mio pene fosse qualcosa di prezioso che meritava la sua devota attenzione e non il cazzetto eccitato di un ragazzino imbranato. Non credevo ai miei occhi, l'aveva preso tutto e il calore del suo respiro fra i peli del mio pube me lo confermò, sospirai:
- Teresa... oh cara... -
La testolina bionda si sollevò facendomi sentire la delizia delle labbra morbide per tutta la verga, scese, risalì, scese ancora... Ero estasiato da tanta dolcezza, più di una volta avevo udito i miei compagni parlare dei ‘pompini’ che facevano le donne di strada ma non poteva essere quello che mi stava facendo Teresa! La sua era una carezza che mi regalavano le sue labbra, non una cosa sporca; nulla di quello che faceva la mia maestrina poteva dirsi sconcia se mi procurava quelle emozioni.
Sollevato sui gomiti guardavo il pene che uscendo dalle sue labbra appariva luccicante della sua saliva, e quando si fermava trattenendo in bocca il glande potevo percepire i colpetti della sua lingua... Oh che delizia vedere come le sue labbra scorrevano sulla mia verga, come il suo viso conservava il suo candore mentre la ingoiava, come le guance si incavavano nel soave risucchio che mi faceva tendere.
- Teresa, sei... meravigliosa! -
Non riuscivo a dire altro, tanto era il piacere che provavo, lei liberando la bocca mi rivolse un timido sorriso.
- Nessuna ha mai baciato il tuo cazzo? -
L'aveva chiamato 'cazzo', non uccello o peggio ancora cazzetto! Allora la mia amata mi considerava un uomo, me lo aveva detto, ma ora ne ero sicuro! Fu con fierezza che mi inarcai per darglielo rispondendo con voce resa dall'emozione:
- No... - lei lo accolse facendovi scorrere le labbra poi le sollevò e mi sorrise:
- Allora non hai neanche mai baciato la passera ad una ragazza vero? Ti piacerebbe baciare la mia, mi farebbe piacere sai? -
- Oh si... si... - risposi con un filo di voce.
Mi sorrise ancora poi lo prese nuovamente e come se la sua bocca non potesse fare a meno del mio pene, senza interrompere di scorrere su di esso, sali con le ginocchia sul letto e lentamente le spostò fino ad urtare contro le mie spalle, allora scavalcò con una gamba il mio viso e si chinò prendendolo tutto e roteando la bocca mi fece sentire la lingua sul condotto gonfio, la sentii risalire poi il suo succhiarmi...
Sospirai, non avevo mai provato nulla di simile, guardavo allucinato le cosce lisce che si innalzavano ai due lati del mio viso e alla loro giunzione... Non osavo neanche guardare come se il vedere la sua intimità fosse un sacrilegio, poi mi feci coraggio.
Vidi dapprima le natiche piccole, paffute, poi il mio sguardo venne attirato dalla macchia dorata dei peli biondi, più larga sul ventre ma che si stringeva fra le cosce diradandosi su un rigonfiamento dove peli serici e radi si dividevano mostrando la carne rosa come una ferita aperta i cui lati emergevano come delle labbra sottili, pallide, dal disegno particolare, che declinavano fino ad una fessura socchiusa.
Era la prima volta che vedevo un sesso femminile, era diverso da come lo descrivevano i miei compagni di classe, era un concentrato di bellezza!
- E' come un nido... Un nido d'amore che aspetta il suo uccello... - pensai estasiato.
- Ti piace la mia fichina? - la sua voce aveva interrotto i miei pensieri.
- Oh si, é... bellissima! -
La sua mano scese sotto il suo ventre, un dito indicò un punto alla congiunzione delle labbra sottili, solo allora notai la crestolina che i peli fin'ora avevano celato.
- Puoi baciarla tutta ma... é qui che mi piace di più! -
Lo disse timidamente quasi si vergognasse, poi la sua bocca riprese la sua conturbante carezza su un pene più duro che mai, lentamente allontanò le ginocchia, il cespuglietto dorato si abbassò, si divise, la passera della maestrina scese sul mio viso preceduta da un profumo particolare, inebriante.
Che emozione sentire contro le guance il calore morbido delle sue cosce, vedere il culetto vellutato, il solco aperto dove l'ano era un'adorabile bocciuolo rosa contornato da pieghine anch'esse rosa disposte a raggiera, appena ombreggiate da peletti radi.
Sollevai appena il viso per raggiungere l'oggetto dei miei desideri, appena senti la mia bocca sotto il suo sesso, Teresa fece udire un lungo sospiro, mostrò subito il suo gradimento suggendomi voluttuosamente. La sua passera era tutta nella bocca che avevo aperto larga passando la lingua nelle carni lisce separando le labbrette che sentivo turgide, pulsanti...
Ebbi la gioia di udire i sospiri dolcissimi del piacere della ragazza, di sentire il suo muoversi porgendo la fica alla lingua per farsi leccare come desiderava, ora era la sua crestolina che mi offriva gemendo forte quando le mie labbra stringendo il caro grilletto lo suggevano. Allora la sua bocca divenne ingorda scorrendo sul mio pene, succhiandolo voluttuosamente e quando il piacere diventava per lei troppo forte si sottraeva e con una lenta ondulazione lasciava che la mia lingua percorresse l'intera sua vulva fermandosi per permetterle di immergersi nella stretta vagina dal sapore particolare.
Le mie mani accarezzavano la sua schiena, le reni arcuate, il culetto piccolo, rotondo che separavo per passare le dita fra le natiche esplorandone il solco fino al buchetto; ebbi la gioia di percepire i fremiti che percorrevano la sua spina dorsale e i sospiri che emetteva sul pene soavemente accarezzato dalla sua bocca.
Anch'io sospiravo, un piacere dapprima sottile ma che aumentava ad ogni calare delle labbra dolcissime mi spronava a prodigarmi fra le sue meravigliose cosce. Percepivo l'urto del glande sul fondo della sua gola, la pressione della lingua che manteneva il pene aderente al palato, il risucchio soave della sua bocca...
- Oh caro... mi stai facendo godere lo sai? -
Si era fermata sollevando il bacino per sottrarsi, la passera bagnata della mia saliva sembrava ancora più nuda ma era cosi bella con le piccole labbra diventate turgide, l'apertura della vagina dischiusa come in attesa dell'omaggio di un pene. La crestolina si era ispessita, il suo rilievo mi attirò e quando fui nuovamente in bocca a Teresa e lei si abbassò sul mio viso, vi premetti la lingua, la mossi sulla piccola appendice meravigliandomi per la sua durezza. Capii che era il punto più sensibile dell'intera passera dai lamenti che la fanciulla emetteva sul mio pene.
Ora non solo aveva aumentato l'andatura della bocca ma mi succhiava rumorosamente facendo salire rapidamente il mio piacere. Feci andare la lingua sulla cresta di carne incoraggiato dai lamenti che udivo e dall'oscillare lento che la ragazza faceva per porgere l'intera fica alla mia lingua quando le sollecitazioni del suo grilletto diventavano per lei irresistibili.
Prese a gemere allorquando serrando la cara protuberanza fra le labbra la massaggiai con la punta della lingua, la mordicchiai stringendo le sue chiappette fra le mani per impedirle di sfuggirmi. Cercò di sottrarsi ma non la mollai malgrado i suoi lamenti e le sue cosce che stringevano il mio viso in una morsa deliziosa, era la prima volta che la facevo godere e la sua reazione ai miei folli baci mi fece capire che il suo piacere doveva eguagliare il mio e quando con un lungo gemito si abbandonò spalancando le cosce, aprii larga la bocca e dardeggiai la lingua facendola andare come un assetato per tutta la fica gemendo io stesso per il piacere che mi dava Teresa.
Non fu un atto sconcio quello che compimmo quel giorno altrimenti il ricordo non sarebbe rimasto cosi vivido nella mia mente. E' come se lo sentissi ancora il calore del corpo aderente al mio, le mani che vagavano sulle mie cosce in carezze conturbanti, la sua bocca che si muoveva avidamente sul pene che non lasciò più fino alla fine, e il piacere... Un piacere che mi fece rantolare nel sesso che baciavo a piena bocca assaporando le carni lisce, incurante dei peli che sentivo sulle labbra, sotto la lingua, stordito dalle mille sensazioni che dà il piacere quando sovrasta ogni cosa e che ti travolge in lunghe ondate sempre più forti finché…
Avvenne all'improvviso, mi sentii aspirato dalle sue labbra, non potei fare nulla per avvertire la ragazza del mio orgasmo. Mi lasciai andare scaricandomi nella bocca che continuò ad andare lungo il mio pene su e giù, su e giù regalandomi una delle sensazioni più belle della mia vita.
Fu talmente bello che incollai la bocca al suo meraviglioso sesso muovendo voluttuosamente la lingua nelle sue carni. Udii Teresa guaire senza smettere il lavorio della bocca, si agitò ondulando il bacino poi con un grido si abbandonò all'orgasmo. Ebbi la gioia di ricevere sulla lingua il suo liquido amoroso che bevetti come un assetato.
Rimanemmo a lungo immobili, le bocche incollate ai nostri sessi anche quando il piacere ebbe termine, infine si sollevò e si accoccolo contro di me. Mi sollevai su un gomito e baciai delicatamente le labbra che mi avevano dato così tanto piacere, lei mi sorrise e chiese scherzosamente:
- Sei un bel porcellino, dove hai messo il musetto? -
- Nella tua passera! - risposi serio.
Arrossi deliziosamente, il suo alito odorava dello sperma che aveva trangugiato e questo mi fece provare per lei un'immensa tenerezza. Disse ancora:
- Mi è piaciuto proprio tanto, e a te? -
- E' stato bellissimo Teresa! -
Ero sincero. Si alzò e allontanandosi mi disse di non muovermi, udii dell'acqua scorrere nel bagno, dopo alcuni minuti ritornò e si allungò ancora accanto a me. L'abbracciai posando il viso sul suo petto, lei mi accarezzò i capelli assaporando insieme la calma che accompagna l'appagamento dei sensi, udivo il suo cuore battere, il suo respiro sollevava i piccoli seni, deliziose collinette che si innalzavano impertinenti coi loro capezzolini rosa.
- Ti amo Teresa... - dissi lasciando vagare la mano sulla pelle delicata delle care tettine. Lei mi interruppe.
- Non lo devi dire perché... non é vero, lo so, altrimenti non vorrei più rivederti! Amo Roberto, quello che faccio con te non é tradimento... é da tanto che non faccio all'amore, dovevo sfogarmi, anche per te è così lo sò. Ho bisogno di un uomo, con chi potrei farlo se non con un amico... e tu sei mio amico, vero? -
Al mio annuire sorrise e mi porse le labbra, la baciai stupito del suo singolare ragionamento, lasciando vagare le mani sulle deliziose mammelline e quando mi sollevai, lei spinse sul mio capo. Cielo come mi piacevano, com'erano tesi i capezzolini fra le mie labbra, emise un lungo sospiro nel sentire la lingua che li faceva vibrare, non si oppose alla mano che scendeva lungo il suo ventre cercando fra i peli la sua fessurina. Sollevando il viso incontrai i suoi occhi.
- Mi stai facendo venire voglia... e tu? -
Mi sollevai per esibire orgogliosamente la mia virilità risvegliata, lei allungò la mano e me lo accarezzò pensierosa:
- Hai un bel cazzo sai? Non é per niente piccolo e crescerà ancora! Ho visto che ti viene subito duro, se non cambi farai contente molte ragazze! -
- E' te che voglio fare contenta. - replicai.
- Allora vieni! -
Divaricò le gambe e quando fui in ginocchio fra di esse le sollevò e poggiando i piedi le aprì, anche la sua fica si aprì... Cielo com'era bella! Bella come un frutto prelibato dalla polpa rosea, guardai incantato l'ingresso del suo grembo e appena sotto il disegno delicato delle natiche che si aprivano. Teresa seguiva il mio sguardo con un sorriso mesto, quasi vergognoso, infine chiese:
- Cosa guardi? - risposi senza staccare gli occhi.
- Guardo la tua passera, é bella come un nido d'amore... é la prima che vedo!-
- E tua sai? Aspetta il tuo cazzo... lo vuole! Oh Leo, vienimi dentro! -
Mi tese le braccia, mi protesi sopra di lei, senza guidarlo il glande incontrò la sua morbida intimità, Teresa sospirò sotto le labbra che avevo posato sulle sue e mentre la baciavo mi distesi sul suo corpo entrando in lei. Ci baciammo languidamente gustando l'intimità dei nostri sessi, sentii le sue mani sulla schiena che percorse adagio fino alle mie natiche, le premettero per sentirmi tutto e mentre le nostre lingue si cercavano in dolci schermaglie, sentivo l'esaltante calore della vagina nella quale ero immerso.
Le nostre bocche si staccarono, mi sollevai sulle braccia per guardare con amore il dolce viso che il lieve rossore rendeva ancora più bello.
- Amore... oh mi piace sentirti dentro! - esclamò.
Le mani sulle mie natiche si fecero leggere, sollevai le reni, le mani premettero. Teresa chiuse gli occhi quando affondai, li riaprì subito e mi sorrise, le mani si fecero leggere, premettero...
Non riuscirei mai a descrivere le sensazioni che provavo nel sentire come il mio pene veniva accarezzato dalla vagina nel suo scorrere, quello che provavo nello strisciare i fianchi fra le sue cosce, la morbidezza del ventre che il mio premeva ad ogni affondo, scivolando nella fica della maestrina la cui dolcezza potrei paragonare soltanto alla dolcezza della sua bocca.
Teresa ad occhi chiusi, le narici frementi lasciava sfuggire un sospiro ad ogni spinta delle mie reni, ben presto furono lamenti fievoli quelli che uscivano dalle labbra dischiuse, poi cominciò ad ondulare adagio venendo col ventre incontro al mio per ricevere fino in fondo il pene il cui scorrere cominciava a produrre nella ragazza un piacere che mi riempiva di gioia.
- Teresa... oh amore, é bellissimo vederti godere! -
Lei aprì gli occhioni azzurri, mi fissò senza smettere la sua conturbante danza.
- E' merito tuo, mi piace sentirti dentro! E' la prima volta che facciamo all'amore ma é come se l'avessimo fatto sempre... sai come farmi godere... -
Flettendo sulle braccia avvicinai il viso, lei mi porse la lingua, ci lambimmo voluttuosamente respirando i nostri sospiri leccandoci le labbra, e quando il mio petto sfiorò il suo, lo mosse adagio facendomi sentire il turgore dei capezzolini.
Al primo suo gemito, mi sollevai, ora aveva chiuso gli occhi accogliendo ogni mio enttrare con un gridolino, il suo viso aveva assunto un'espressione di dolce sofferenza, le sue mani si aggrapparono alla mia nuca...
- Amore... oh amore, fai forte! -
Accelerai l'andatura delle reni, un piacere particolare, dapprima sottile partiva dal pene e aumentando ad ogni colpo si diffondeva in tutto me stesso, lo cercavo cacciandolo nella vagina divenuta straordinariamente scivolosa strappando alla bella gridolini di gioiosa eccitazione:
- Ahhh... più forte... più forte... si, cosi... cosi... -
Presi a scorrere velocemente sbattendo il ventre contro il suo, le adorabili tettine tremolavano ad ogni mio entrare, Teresa gemendo faceva andare di qua e di là il capo biondo non trattenendo il piacere che faeva la sua vagina scivolosa rendendo la sua carezza al mio membro sconvolgente, poi urlò quasi:
- Ahhh... amore... sto per... venire! Ah... ah... ah... adesso... oh amore... godo... godoooo! ! ! -
Sentii attorno al pene le pulsioni del suo orgasmo, spalancò nei miei gli occhioni luminosi e con espressione disperata prese a gemere, a gemere attirando la mia bocca sulla sua. Bevetti le sue grida insieme alla sua saliva, la vagina si strinse, si rilassò si strinse ancora come a trattenere il cazzo che continuavo a cacciare nella sua meravigliosa fica finché il suo respiro si calmò e con un lungo sospiro si rilassò.
Ero rimasto nel caldo del suo grembo, anche se il mio piacere non si era completato ero pago del sorriso di gratitudine che mi rivolse accarezzando i miei capelli.
- La senti la mia fichina? Batte ancora, uh... ho goduto tanto, ma tu... sei ancora duro! Oh caro, non sono stata brava abbastanza eppure mi era sembrato che ti piacesse. Amore, io rimango male quando non riesco a godere, per te é lo stesso lo so! -
Era così cara a preoccuparsi del mio piacere eppure era mancato poco! Il mio pene nella sua calda guaina percepiva ancora le pulsioni della sua vagina, era piacevole sentire come si stringeva e si rilassava attorno alla verga, aspettai che cessassero poi dissi inframmezzando le parole con piccoli baci:
- E' stato così bello sentire la tua gioia che... lo faremo ancora vero? -
- Non 'lo faremo' ma lo facciamo subito! - rispose scivolando sotto di me.
Mi girai per guardarla! Si alzò in piedi e aprì le gambe passando un piede dall'altra parte del mio bacino. Com'era bella! Il suo corpo aveva il languore che ho rivisto nelle donne i cui sensi erano stati appagati, i piccoli seni ancora umidi dei miei baci si ergevano perfetti e il vederli di sotto in su ne esaltava la forma.
Teresa si lasciava ammirare, il viso innocente, il corpo impudicamente esposto, ma niente poteva scalfire il suo candore, neanche lo vista del ragazzo arrapato il cui cazzo pulsava di desiderio, il mio sguardo vagava carezzevole dal suo petto di adolescente alle gambe affusolate, ma veniva calamitato dal cespuglio biondo al cui apice i peli bagnati e più scuri non celavano più il taglio del sesso. Al di sotto potevo vedere la curva deliziosa del suo culetto.
- Teresa, sei tutta bella! Le tue tettine sono belle, i tuoi fianchi sono belli, le tue gambe sono belle... la tua fica é bellissima! Oh la voglio... dammela amore! -
Ero meravigliato per l'audacia delle mie parole, la ragazza arrossi poi sorrise.
- Si... si, eccola! - rispose.
Si chinò posandole ginocchia ai due lati del mio ventre poi portando la mano dietro di sé prese il membro e sollevandosi appena lo passò strofinando il glande sulla morbidezza umida della sua fica poi raddrizzando il busto lo puntò e flettendo sulle ginocchia se l'introdusse in grembo.
Sospirai, aveva calato il bacino lentamente per farmi sentire la carezza che la sua vagina regalava alla mia verga. Sospirai nel sentirmi nuovamente inghiottito nel calore del suo ventre. Anche se sapevo che lo faceva per accontentarmi il sentire com'ero scivolato agevolmente nel suo grembo mi illusi che la mia amata provasse ancora piacere. Il sorriso che Teresa mi rivolse sembrava confermare la mia speranza e le sue parole...
- Mi piace sentirti dentro! - completarono la mia illusione.
Portò le mani dietro di sé e passando le braccia sotto la piega delle mie ginocchia, le tirò. Le sollevai permettendo alla bella di poggiare la schiena contro le mie cosce, alzò il bacino e poggiati i piedi sul letto si sedette impalata sulla verga. Oh come mi piaceva il calore delle sue chiappette contro i miei testicoli. Si sollevò ancora e si abbassò facendo tremolare le tenere tettine, prese le mie mani, le portò sui deliziosi monticelli e aggrappandosi alle mie braccia cominciò a sollevarsi e ad abbassarsi facendomi ben presto sospirare.
Sorrideva felice come se stesse facendo un bel gioco, gli occhi fissavano il mio viso spiando il piacere che saliva dentro di me.
- Ti piace così? - chiese.
- Sì tanto e... a te piace? - non rispose direttamente.
- E' bello sentire il tuo cazzo nel mio pancino, lo vedi? - chiese.
Sollevai il capo, sì lo vedevo apparire e scomparire nel cespuglietto dorato sullo sfondo delle chiappette che si stringevano mentre la bella si sollevava, aprendosi mostrando la loro deliziosa curva quando scendeva impalandosi sulla verga rigida.
- Si... mi piace il calore che hai dentro! -
Muovevo adagio le mani sulle tettine, cercai i capezzoli e prendendoli fra le dita ebbi la gioia di sentirli tendersi, chiuse gli occhi, sospirò quando li feci roteare fra i polpastrelli e quando li pizzicai lievemente...
- Mhhh... - sgranò su di me gli occhioni poi:
- Oh caro... mi piace sai? Chi ti ha insegnato a fare così? - chiese.
- Nessuno ma... mi piacciono talmente... -
Alle mie parole sì chinò e me le diede in bocca, nel farlo dovette spostarsi in avanti lasciandosi sfuggire il pene. Era talmente rigido che quando mosse il busto per strofinare i bottoncini fra le mie labbra, lo sentii nel solco del suo piccolo culo. Fremetti al contatto del glande contro il buchino che trovai caldo, bruciante.
Teresa non sembrava farci caso ma io mi vergognai del contatto che trovavo indecente ma era cosi piacevole... La ragazza sospirò, avevo catturato un capezzolino e passandovi la lingua lo facevo flettere con colpetti leggeri.
Oh mi piace... -
Per un istante sospettai che le piacesse anche la pressione che sentiva contro l'ano, scacciai il pensiero anche se nel darmi l'altra tettina mi sembrò che muovesse il culetto spingendolo contro il pene che ora non poteva non sentire.
Il pene rimase nella stretta delle sue chiappette per tutto il tempo che durò il mio omaggio alle sue tettine, mi sembrò che il suo respiro diventasse affannoso mentre mi offriva a turno i duri bottoncini da suggere. Poi sollevandosi sulle braccia disse:
- Caro... vuoi proprio farmi godere! -
- Si! -
Liberai il suo culetto dall'imbarazzante contatto e mentre la ragazza arretrava guidai il pene nella calda guaina della sua vagina. Si sedette riprendendo la sua soave cavalcata, sospirava ora Teresa ad ogni mio salire nel suo ventre, lo sforzo che faceva nel sollevarsi faceva contrarre la vagina facendo rapidamente salire il mio piacere.
Anche nella mia amata il piacere doveva salire perché era ad occhi chiusi che andava su e giù in una cavalcata dolcissima, ben presto i suoi sospiri si trasformarono in flebili lamenti, le mani salirono alle sue tettine non curandosi di mostrarsi mentre si torturava i capezzolini ben più rudemente di quanto avessi osato fare io.
- Amore... mhhh... mi stai facendo godere! Ahhh caro... -
Aveva aumentato il ritmo del suo scorrere continuando a lamentarsi ansimando, presi nelle mani il suo piccolo culo e mantenendolo sollevato mossi le reni. Ora ero io a penetrarla facendo salire il mio cazzo nella vagina scivolosa, dapprima adagio poi vedendo il gradimento della bella sempre più velocemente.
- Ohhh... cosi amore... cosi... cosi... ah si... mhhh... -
Le mie dita trovarono il solco delle sue chiappette e fra di loro la calda rosellina. Teresa non si oppose all'oscena carezza del mio dito, era la prima volta che facevo una cosa così indecente ma ero talmente infoiato dal mio godimento che...
Gemette quando osai violare il tenero pertugio, ma non mi rimproverò, solo strinse fortemente l'ano, e fu col dito nel suo culetto che continuai a far andare il cazzo nella sua fica aperta mentre la ragazza gemeva, gemeva...
- Ahhh... oh sto godendo... ah dammelo... mhhh... dammelo forte... oh dai... oh é bello... si... ancora... ancora... mhhh... si... cosi... ahhh...-
Capivo che il piacere della maestrina era giunto all'apice, feci salire il mio con violenti colpi di reni che sbattevano i miei fianchi contro le sue cosce scuotendola tutta, Teresa gridò sgranando gli occhi, le guance accese e la bocca aperta dalla quale uscivano incitamenti finché con un ultimo grido si abbandonò all'orgasmo.
- Ah si... oh il tuo cazzo! Ah dai... dammelo... fino in fondo... ahhh si... così... mhhh sto godendo... adesso... adesso... ahhhhh! ! ! -
Le strette del suo piacere serrarono il mio pene in una morsa morbida ma dolcissima, fu col mio dito nel culo che la bella godette, il pene che saliva rapido nel suo ventre la fece ancora fremere e quando lo piantai fino in fondo, fu lei a muoversi su e giù fino alla mia eiaculazione.
- Godi amore... godi... si schizza... oh li sento... i tuoi getti... si riempimi del tuo seme! Lo voglio tutto... tutto... -
Continuò a muoversi anche dopo che ebbe spremuto l'ultima goccia del mio piacere poi si protese su di me muovendo avanti e indietro il bacino finché mi sentì duro dentro di lei poi si allungò del tutto baciandomi dolcemente.
Sentii attorno al pene che si afflosciava, le strette della vagina affievolirsi e cessare. Estrassi delicatamente il dito indiscreto dal tenero culetto e la strinsi a me.
Rimasi a lungo in casa di Teresa, l'essere nudi non ci disturbava affatto, sono sicuro che dimenticò persino il fidanzato tanto quel giorno era spensierata. Era come se avesse la mia stessa età tanto era felice, facevamo all'amore quando la mia voglia diventava palese e quando era lei a volerlo sapeva risvegliare i miei sensi con baci sapienti ricevendomi poi dentro di lei con grida gioiose.
Quando giunse la sera ci rivestimmo mestamente, nell'accomiatarmi chiesi:
- Lo rifaremo ancora? -
- Ora che ho trovato in te un amico... si, certamente! Ma ora vai! -
Nessuno notò il ragazzotto uscire radioso dalla casa bella maestrina, una volta a casa mia madre non tardò ad arrivare.
- Scusa se ho fatto tardi, non ti sei annoiato da solo? - chiese.
No, anzi tutt'altro! - se solo avesse saputo!
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