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Le Mie Donne: Sandra - 1


di Giangi57
18.08.2022    |    632    |    0 6.0
"- No, ma può darlo a me! - - E' personale! - ribattei..."
Le Mie Donne: SANDRA - 1


Nora e io incontrammo diverse volte Ilaria, la biondina aveva superato la sua timidezza e si donava con slancio. A volte la bruna essendo indisposta acconsentiva che la sua amica si intrattenesse da sola con me, erano i momenti più belli, il descriverli non aggiungerebbe nulla a quanto ho già detto.
Anche Lucette e Giada reclamavano la loro parte di piacere, sopratutto la francese diventava sempre più esigente. La madre di Nora che aveva perso a poco a poco le sue inibizioni non seppe mai di Ilaria, credendo che fosse solo la figSandra che intrattenevo nei pomeriggi del sabato. Fu molto discreta non rincasando mai prima dell'ora stabilita.
Durante i mesi che seguirono non cercai altre distrazioni, i padri del convitto vedendomi pallido intuivano la ragione della mia spossatezza sollecitandomi più di una volta a confessarmi, ma come potevo dir loro che erano quattro le donne che causavano il mio affaticamento?
Malgrado questo, fui sempre in grado di soddisfare le esigenze di quelle straordinarie creature. Allora ero molto giovane e quello fu un periodo sessualmente appagante! Poi un giorno di fine maggio, all'uscita dalla scuola Nora mi disse che il padre era rientrato e quindi la signora Martini mi faceva sapere che era stato bello ma...
Ebbi ancora un incontro con Lucette in un alberghetto, ma la francese temeva di compromettersi. Uscii qualche volta con Ilaria, appartandoci anche in qualche posto discreto ma la biondina aveva paura di farsi sorprendere. In quanto ad Nora, non poteva farsi vedere con me, a causa del fidanzato e quindi.

Seguì un periodo di forzata castità, i padri furono rassicurati del mio ritrovato colorito. Alla fine di Giugno presi il diploma. Poi grazie al motorino regalato dalle signore trovai lavoro come fattorino 'Pony Express'. Facevo le consegne sfrecciando nel traffico della città, dopo alcuni giorni il mio lavoro mi portò a conoscere la Show Girl.
Era l'ultima consegna di quel pomeriggio afoso, l'indirizzo era quello di una villa dell'estrema periferia circondata da un lungo muro, appena sceso dal motorino ricominciai a sudare, suonai al campanello del cancello, una voce gracchiò:
- Si? -
- Pony Express, un pacco urgente! - risposi.
- Per le consegne c'é la porta di servizio! - gracchiò ancora la voce.
Mi avviai alla porticina che vidi poco lontano spingendo a mano il veicolo e suonai.
- Arrivo! -
La voce era appena al di là, la porticina si aprì, una testa bruna si affacciò:
- Per la signorina Sandra del Tetto, é lei? - chiesi.
- No, ma può darlo a me! -
- E' personale! - ribattei.
Allora entri! -
Spinsi il motorino posandolo dietro la porta e seguii la cameriera lungo il vialetto coperto di ghiaia. La ragazza era molto giovane, la carnagione scura e i capelli nerissimi tradivano la sua origine meridionale, era graziosa nel suo vestitino nero, la cresta di stoffa bianca che aveva nei capelli le donava.
Attraversammo un parco che immaginato dal di fuori non sembrava così grande, intravvidi attraverso il fogliame la cima dei tetti rossi della villa nascosta dagli alberi, quando fui vicino costeggiammo una grande piscina, dalla piattaforma che galleggiava in mezzo, una figura slanciata si tuffò nuotando verso le sdraio poste sotto degli ombrelloni multicolori. Fu lì che la camerierina mi condusse; una ragazza risalì la scaletta e preso un accappatoio di spugna cominciò ad asciugarsi il viso.
- Si? - disse.
- C'e questo pacchetto per lei, deve firmare. -
Lo prese e lo aprì mentre l'osservavo. Mi sembrava di averla già vista, somigliava... Quando si tolse la cuffia e vidi il caschetto dei capelli biondi, ne fui certo.
- L'ho vista in televisione, lei é... - sorrise.
Si, sono io! - doveva essere abituata a essere guardata come la stavo guardando. Era tale quale la vedevo in televisione fare da valletta ad un noto presentatore, lei stessa presentava un quiz in un'altra trasmissione poi in diversi Talk Shows.
- Sono un suo fan lo sa? -
- D'avvero? - rispose voltando appena il viso, dimostrava una ventina d'anni ma avevo letto su un rotocalco che era vicino ai trenta, aveva un viso grazioso da ragazzina, a questo doveva al suo successo e alle sue risposte ingenue da ochetta giuliva.
Il pacchetto era aperto nelle sue mani, conteneva un gioiello, un braccialetto tempestato di gemme... Corrugò il viso leggendo il biglietto che era accluso, ebbe un moto di stizza, pestò capricciosamente i piedi.
- Che stupido! Aveva detto che avremmo festeggiato il mio compleanno insieme! -
Mostrò il braccialetto alla cameriera che ebbe un gesto di comprensione verso la padroncina, poi mi vide accanto, firmò la ricevuta che porgevo. Si volse alla ragazza:
- Offri una bibita al giovanotto, ha tempo vero? - chiese.
- Questa é l'ultima consegna, poi vado a farmi una doccia, ne ho bisogno! -
Si sedette di fronte accavallando le gambe, notai che il costume sgambato lasciava vedere gli inguini, la cameriera portò le bibite in bicchieri alti dentro i quali galleggiavano dei cubetti di ghiaccio.
- Cin! - disse facendo tintinnare il suo bicchiere contro il mio.
Buon compleanno signorina! - risposi.
La bibita ghiacciata ebbe l'effetto di farmi sudare abbondantemente, detersi con un fazzoletto le gocce che imperlavano la mia fronte; la diva perfettamente a suo agio nel suo costume rosa intero, mi stava apertamente squadrando, sorrise del mio imbarazzo.
- Lei ha bisogno di rinfrescarsi... le andrebbe di fare un bagno insieme a me?-
- Ma... non ho il costume... - obiettai. Lei rise allegramente.
- Non importa, venga! -
Mi prese la mano facendomi alzare, la lasciò andare solo quando fummo sul bordo della piscina, si voltò, sollevo alte le braccia, piegò le ginocchia e si tuffò graziosamente riemergendo qualche metro più in là.
- Cosa aspetta, su, venga! -
- Ma... e il costume? -
- Se é per questo guardi! -
Portò le mani alle spalline, le fece scivolare poi scomparve, vidi l'acqua muoversi sopra la figura chiara che si contorceva. Quando riemerse ridendo, vidi accanto a lei galleggiare la macchia rosa del costume.
- Vedi? Neanch'io ce l'ho... allora, ti decidi? -
Era passata al 'tu', aspettai che si fosse girata e mi spogliai, poi nudo mi tuffai. Il mio entrare in acqua non fu elegante come il suo ma ebbe l'effetto di sciogliere la fatica accumulata in quel giorno caldissimo. Era piacevole la freschezza che mi avvolgeva mentre nuotavo verso la ragazza. Batté le mani ridendo gioiosamente mantenendosi a galla col solo movimento delle gambe, quando fui vicino mi spruzzo, poi fuggì nuotando, la spruzzai anch'io inseguendola con lunghe bracciate.
Facemmo il giro della piattaforma senza che potessi raggiungerla, si fermò aspettandomi.
- Nuoti bene lo sai Lia? - dissi ammirato facendo il fiatone.
- Sono abituata... anche sott'acqua sono brava sai, vuoi vedere? -
Non aspettò la mia risposta, scomparve e dopo un tempo che mi parve lunghissimo mi chiamò dall'estremità della vasca.
- Qui si tocca, vieni! -
Nuotai verso di lei, appena vicino sentii il pavimento sotto i piedi, mi raddrizzai, l'acqua copriva appena il mio ventre, anche Sandra si alzò in piedi...
Per la prima volta mi resi veramente conto che era nuda! Quando mi ero tuffato e anche dopo quando inseguivo la ragazza ridente, mi ero quasi dimenticato che ero con Sandra del Tetto, la Show Girl ammirata dagli uomini e invidiata dalle ragazze per il suo successo, e io ero soltanto un fattorino, era così spontanea da sembrare una mia coetanea ma ora...
Sorrideva ancora, per un istante mi illusi di avere davanti una delle ragazze con la quale facevo la doccia dopo aver fatto all'amore. Il caschetto dorato non esisteva più, i capelli appiccicati al capo, il corpo luccicante la facevano somigliare ad una di loro. La freschezza che sentiva aveva ricoperto le aureole rosa dei seni piccoli ma deliziosi, di minuscoli rilievi simili alla pelle d'oca e aveva fatto ergere i capezzoli. Forse perché mi ricordava Teresa e anche Ilaria o molto più probabilmente perché era da tempo che non avevo una donna... il fatto é che il mio pene si sollevo sfiorando il pelo dell'acqua.
La ragazza evidentemente non si era accorta della mia erezione perché volle ancora esibire la dimestichezza che aveva con l'elemento liquido.
Apri le gambe! - ordinò.
Ubbidii, ero contento che divaricandole l'acqua avrebbe celato alla sua vista la mia emozione, dimenticando che Sandra come ogni buona nuotatrice teneva sott'acqua gli occhi aperti. Si tuffò scomparendo, vidi il chiarore del corpo immerso avanzare, non passò fra le mie gambe ma emerse davanti a me, vicinissima schizzando tutt'attorno.
- Uhhh... - Doveva essere stata grande la sua sorpresa perché si appoggiò alle mie spalle per non cadere, passò le mani sul viso per allontanare l'acqua e quando riaprì gli occhi il suo sguardo era ironico .
- Da quanto tempo ce l'avevi su? - chiese ridendo.
- Mi é venuto adesso. -
- Ohhh... disse, chinò il capo, il glande ora emergeva quasi, ed era ben visibile.
- E' stato quando ti sei alzata, prima non mi ero reso conto che eri nuda! -
Sollevò gli occhi increduli, aveva ancora le mani sulle mie spalle, una di esse scese al pene, lo toccò, lo strinse...
- Come ti chiami? - chiese.
- Leo ... - lei mi sorrise allegramente.
- Leo , hai un bel cazzo sai? A pochi viene duro nell'acqua.
- E' che mi piaci talmente... -
Anche tu mi piaci! - disse con gli occhi fissi nei miei.
Mi sembrò che non avrebbe rifiutato il mio bacio invece appena sfiorai le sue labbra gli occhi divennero ridenti e con un guizzo si lasciò andare all'indietro, si allontanò nuotando sul dorso verso la piattaforma con una risata allegra. La seguii nuotando anch'io sul dorso non curandomi di mostrarmi con il membro teso. Sandra sembrava un pesce tanto la sua nuotata era agile, arrivò alla boa molto prima di me, e aggrappata al bordo mi guardò avvicinarmi o piuttosto era il pene emergente che guardava apertamente.
- Davanti a me, aggrappati! No, allarga le braccia! - ordinò appena fui vicino.
Aspettò che mi mettessi con le spalle contro la piattaforma, le braccia aperte, le mani aggrappate al legno poi ridendo si appese al mio collo aderendo a me con tutto il corpo. Dovetti tenermi forte per non affondare sotto il suo peso ora che aveva sollevato le gambe e aveva chiuso le cosce alla mia vita.
Non fosse per la scomoda posizione che mi aveva fatto prendere, era piacevolissimo il contatto del corpo che aderiva al mio, la ragazza rideva come se quello fosse un gioco, il pensiero di cosa potesse essere la cosa morbida che gravava sull'asta del pene, mi mise addosso un'eccitazione che non sfuggì alla ragazza.
- Mi piacciono gli uomini quando hanno il cazzo duro! - disse.
Non rideva più ma fissandomi con espressione strana cominciò a muoversi lentamente, su e giù strusciando i seni contro il mio petto, anche se li schiacciava sentivo i suoi capezzoli tesi, quasi graffianti e lungo il pene il calore della sua vulva.
- La senti? E' aperta sai? - disse.
Oh si che la sentivo! Era come essere accarezzato da labbra socchiuse che scivolavano su di esso morbide, calde... Mi vide sospirare, solo il suo viso era staccato dal mio, l'eccitazione che doveva provare era visibile dai fremiti del suo grazioso nasino e dall'affanno che la faceva respirare più forte, vide che fissavo le sue labbra, le avvicinò...
Fu lei a baciarmi a spingere la lingua nella mia bocca, capii che le piaceva dominare gli uomini da come mi frugava, da come muoveva la bocca, da come avvitava la lingua che le mie labbra stringevano, sottraendola per offrirmela ancora e quando scostò il viso fu con malcelato orgoglio che mi vide alla sua mercé.
- Adesso voglio il tuo cazzo! - disse fissandomi.
Sentii una delle mani lasciare il mio collo scendere al mio ventre, scostò il bacino ma l'acqua tendeva a riportarla su, a farla galleggiare, mosse le gambe per ritornare in posizione, per farlo dovette sollevarsi facendo forza sul braccio che aveva passato attorno al mio collo e... sul pene che la sua mano brandiva. Ci riuscì ma ora avevo il viso fra i suoi seni, lo spostai fino ad incappucciarne una delle punte.
Schiacciò il seno nella mia bocca. Respirava affannosamente Lia, per lo sforzo e per l'emozione che le dava la lingua che muovevo sul suo capezzolo. Sentii che muoveva il pene sotto la sua cosa morbida. Prima di lasciarlo strinse le ginocchia sollevate al mio petto, la sua mano ritornò dietro il mio collo poi si lasciò andare all'indietro, la mia bocca non aveva lasciato il suo seno ma aveva continuato a lambire, a suggere il duro bottoncino.
Sospirando spostò il busto dandomi l'altra tettina, se la lasciò lambire muovendo il bacino, facendo oscillare il pene puntato sotto il suo sesso morbido.
- Mhhh... Ti piace leccare i seni delle ragazze? -
Sollevai il capo per guardare il viso che mi sovrastava.
- Si... ma anche la loro fica mi piace leccare! - risposi sfacciatamente.
- Sei un bel pocellino sai? -
- E tu una cara troietta! -
Avevo parlato come quando mi rivolgevo a una delle ragazze che scopavo. Avevo dimenticato che era ad una delle più famose Show Girls del momento che mi rivolgevo. Il timore di averla offesa con le mie parole venne fugato dalla sua risata.
Con un cazzo così puoi dirmi quello che vuoi! -
Ora era con occhi luminosi che mi fissava, la sentii allentare la stretta delle ginocchia, il suo viso abbassarsi, continuò a muovere il bacino e mentre il suo corpo lentamente scivolava sentii scendere lungo il pene un calore umido, sconvolgente.
- Ohhh... lo sai che ce l'hai lungo? -
Appena ebbe preso tutto il pene, Sandra strinse le ginocchia alla mia vita. Sul bordo della piscina la cameriera sembrava indaffarata a pulire i tavolini, in realtà era la padroncina aggrappata al ragazzo che guardava.
- Lia... cosa penserà la tua cameriera? -
- Cosa vuoi che pensi? Penserà che stiamo scopando! E' una sgualdrinella, lascia che guardi, forse le passeranno le sue paure! -
Si sollevò, la freschezza dell'acqua sulla verga mi fece capire che stava uscendo da lei, non tutta però perché il glande rimase nel calore del suo grembo, appena la sua bocca si trovò all'altezza della mia, mi baciò ancora poi trovò il modo di non staccarla quando calò il bacino infilandosi nuovamente sul mio cazzo e... ricominciò.
Dovevo muovere il continuazione le gambe perché il suo peso tendeva a trascinarmi sotto il galleggiante. Forse fu per questo o forse per la freschezza che seguiva il suo sollevarsi che il mio piacere tardava a farsi sentire salvo quando si abbassava. Allora potevo sentire la calda carezza della vagina della diva e l'urto del suo pelvi contro i miei testicoli.
Prese ad ansimare Sandra malgrado gli esercizi che faceva per mantenere il corpo flessibile, capii che era il piacere che la faceva respirare forte perché accettò la mia lingua stringendola fra le labbra, succhiandola come fosse un pene e quando stacco la bocca vidi sul suo viso l'emozione che provava. Ora chiudeva gli occhi nell'infilarsi sul membro e quando lo risaliva mi guardava con la stessa espressione che ho visto nelle donne che mi hanno concesso i loro favori. Dissi:
- Così ti stanchi Lia, saliamo sulla piattaforma vuoi? - non volevo rimanere inappagato ma lei:
- No... voglio scoparti qui! Mhhh... lo sai fin dove sale il tuo cazzo? -
Lo sapevo perché ad ogni suo calare schiacciava l'inizio dell'utero contro il mio glande facendo una piccola smorfia. Si, era lei che mi scopava come se il membro che riceveva non facesse parte del mio corpo ma fosse solo l'oggetto necessario al suo piacere. Prese a gemere, il suo muoversi divenne ben presto disordinato smuovendo l'acqua che a tratti copriva la mia bocca costringendo le mie braccia ad uno sforzo che ostacolava il mio piacere.
Per fortuna non durò ancora molto, non avrei potuto resistere a lungo alle sollecitazioni del suo corpo. Venne all'improvviso con piccole grida soffocate dalla mia bocca che aveva ripreso a baciare, si strinse tutta contro di me, poi si lasciò andare un'ultima volta facendomi sentire gli spasimi della vagina stringersi e rilassarsi attorno ad un pene che cominciava appena a provare piacere.
Quando le strette cessarono vidi che tremava. Si fece pesante, lasciai una mano per sostenerla, l'altra ancora aggrappata al legno, scostò il viso per dire:
- Ora puoi lasciarmi! -
Si gettò all'indietro, il pene uscì dal suo grembo facendomi ritrovare la freschezza dell'acqua. La ragazza galleggiò sul dorso poi con poche bracciate mi raggiunse. L'aiutai a salire sulla piattaforma spingendo il sedere piccolo, rotondo e salii anch'io.
Uh, non avevo mai scopato nell'acqua sai? E' stato faticoso ma... mi é piaciuto molto... a te no? -
Sorrideva contenta come se avesse compiuto un'impresa difficile. Piccoli brividi percorrevano ancora il suo corpo, si era seduta con le braccia tese dietro di se, le ginocchia sollevate e aperte, aveva rovesciato il capo e ad occhi chiusi assaporava il calore del sole su tutto il corpo come chi é abituato ad abbronzarsi integralmente.


Vi sono dei momenti in cui il piacere ci fa veleggiare verso lidi nuovi e sconosciuti ed è quello che capitò a Sandra e a me...
Non dimostrava certo l'età che aveva, sicuramente non la dimostrava il suo corpo! Sembrava ancora una ragazzina per i seni piccoli, la vita sottile, il ventre piatto interrotto dal gonfiore delizioso del monte di Venere liscio che un ciuffetto di peli neri impreziosiva. Piccole gocce scivolavano nella valle della vulva che la ragazza non si curava di celare. Un brivido percorse il bel corpo ricoprendo le tettine di pelle d'oca, anche il suo ventre, il suo pube...
- Hai freddo? - chiesi.
- No... non più! -
Aveva riaperto gli occhi. Se li schermì con la mano per guardarmi, mi vide sovrastarla in piedi, le gambe divaricate per le oscillazioni della piattaforma, il suo sguardo scese subito al mio membro rimasto rigido.
- Non sei bionda vero? - la mia domanda la fece arrossire.
- Per i peli? Molte bionde li hanno neri. -
- Non per quello... -
- Per cosa? - ora sorrideva.
- Per le labbra della tua passera, nelle bionde sono chiare mentre le tue... -
Chiuse le ginocchia improvvisamente pudica, non le avevo detto del bottoncino dell'ano che avevo visto anch'esso bruno, le riaprì e sorrise ironica.
- Ne hai avute di ragazze se sai questo! - disse ammirata. Mi sedetti anch'io chinandomi sul suo viso.
- Qualcuna ma... nessuna era bella come te! -
Sfiorai le sue labbra con un bacio mentre la mia mano passava leggera sul corpo bagnato, sui seni duri, lungo l'addome, il ventre, insinuando le dita fra le cosce, nel taglio caldo della fica. Prese in mano il mio pene.
- Leo ... perché non hai goduto? -
Le dissi degli sforzi che avevo dovuto fare per non farmi sommergere, della freschezza dell'acqua... Lei strinse forte la mano poi sollevandosi lo guardò con uno strano sorriso mentre ne tendeva la pelle.
- Poverino... vuole stare al caldo lui! -
Sapevo già quello che stava per fare e quando mi spinse all'indietro ne fui sicuro! Mi lasciai andare, Sandra si chinò lentamente posando la guancia sul mio ventre, la strisciò avanzando verso il pene ancora nelle sue mani.
Sospirai, lo aveva preso in bocca! Quello che sentivo era lo stesso calore che avevo trovato nel suo grembo solo che ad esso non seguiva il freddo sgradevole dell'acqua, soltanto calore! La carezza che sentivo sulla verga non era dovuta allo scorrere delle sue labbra perché il capo era rimasto fermo ma ai movimenti della lingua, non sapevo come facesse ma la sentivo lungo tutta l'asta ed era piacevolissimo!
La tenne abbastanza da farmi desiderare di muovermi, appena sollevai il ventre per scorrere nella bocca deliziosa, alzo il capo rivolgendomi un sorriso beffardo.
- Cosa c'è, non ti piace più averlo al caldo il tuo cazzo? -
- Si ma... -
- Preferisci che faccia cosi? -
Aveva raddrizzato il pene, lo guardò un istante così da vicino che i suoi occhi divennero comicamente strabici. Avrei voluto ridere ma non ne ebbi il tempo che già le sue labbra si erano strette sotto la cappella scendendo lentamente mentre mi succhiava.
- Ahhh... - rantolai.
La bocca risali succhiandomi ancora, ridiscese sempre succhiandomi, risalì...
- Ahhh... ahhh... ahhh... -
Ancora una volta voleva dominarmi perché quando sollevai il bacino per meglio offrirmi, la diva liberò ancora il pene per chiedere:
- E' così che le ragazze ti fanno i pompini? -
- Tu lo fai meglio ma... -
- Ma cosa... non ti piace? Non é a tutti che lo faccio! -
- Mi piace ma voglio... dare piacere anche a te! Lasciatela leccare... oh dai!-
Leo ... mi vergogno! - non mi aspettavo che arrossisse.
- Allora perché te la sei fatta depilare? -
- Perché... hai visto i gonnellini che porto in scena? Sono corti, i produttori dicono che quando si sollevano, le mutandine strette mostrano il mio culetto facendo aumentare l'audience e la vista dei peli non sarebbe certo estetica!
Ricordavo anch'io le mutandine colorate che le riprese dal basso mostravano entranti nelle natiche piccole, paffute.
- Ti vogliono così perché hai un bel culetto... Su dammi in bocca la fichetta... non ho mai baciato una fica nuda, dai... dammela!
Mi guardò lungamente poi quasi a malincuore si girò scavalcandomi con un ginocchio.
- Sei contento ora? Oh cosa mi fai fare... -
Fui contento di aver insistito, quello che avevo davanti era il concentrato della femminilità, nessun pelo offuscava la bellezza della gnocchetta dalla quale spuntavano delle labbrette dal bordo scuro che terminavano con un arco sporgente dove cominciava la cresta della clitoride, spessa, segno questo che era avvezza a farsela trastullare. L'assenza di peli la faceva apparire singolarmente lunga sullo sfondo del ciuffetto nerissimo.
Perché ti vergognavi? La tua è bellissima! -
Sandra rispose con una risata compiaciuta, da come stringeva il mio pene capivo che si stava eccitando e quando le mie mani respinsero le sue ginocchia, le divaricò di buon grado non protestando neanche allorquando le mani risalirono le cosce per soffermarsi sulle pagnottelle delle natiche sode e lisce.
Che spettacolo! Il mio sguardo vagava dai glutei aperti, levigati anche in prossimità della rosellina bruna, l'ano era un delizioso bocciolo con delle pieghine delicate disposte a raggiera e appena sotto, il sesso più bello che avessi mai visto!
La gnocchetta era aperta e nello spacco le labbra delicate ora socchiuse partivano dall'orifizio vaginale e dividendosi proseguivano innalzandosi bruscamente in due lobi sporgenti, e nella loro valle la carne era di un rosa acceso come la polpa di un frutto.
- Cosa guardi? Oh prendila, baciala, non vedi che ho di voglia?
Ad una decina di metri la figura nera della cameriera ci stava ancora guardando, forse fu quello che mi fece decidere, non dovetti neanche sollevare il viso perché fu la diva che prese l'iniziativa calando le labbra sul membro mentre abbassando il bacino schiacciava la vulva sulla mia bocca dando inizio ad uno sconvolgente sessantanove.
Mhhh... - fece appena sentì la mia lingua.
Si mosse subito ondulando, poi passato il primo momento si sollevò lasciando che fossi io ad esplorare il suo sesso, limitandosi a lievi ondulazioni che mi consentivano di muovere la lingua per tutta la calda fica separando con essa le labbrette turgide, giù, fino alla protuberanza dura e adorabile della clitoride. La diva mostrando di gradire l'omaggio che facevo al suo sesso, scorreva voluttuosamente sul mioo membro fino a far urtare il glande contro il fondo della sua gola.
Muoveva le labbra adagio, facendomi sentire la loro carezza lungo l'asta e il calore della gola sulla cappella, lo succhiava premendola contro il palato, poi ricominciava. Ora era veramente eccitata, protendeva il ventre offrendomi la fica umida che la mia saliva bagnava sempre più, si contorse sospirando finché spostò la bocca per dire:
- Amore, mi piace come me la lecchi ma... fermiamoci prima! Voglio che sia ancora il tuo cazzo a farmi godere! -
Labbra pulsanti bordavano l'ingresso del suo grembo, seguii con la lingua la loro sporgenza che partendo dal conturbante orifizio bordava la carne rosea con il loro rilievo. Appena sfiorai nuovamente la dura appendice, la ragazza ebbe uno scatto.
Mhh piano amore, piano! -
Doveva essere abituata a farsi leccare il grilletto perché si mosse facendosi titillare la dura sporgenza che flagellavo con veloci colpi della mia lingua.
- Ahhh... ahhh... - subito riprese il cazzo scorrendo su di esso con la bocca diventata famelica. L'effetto fu tanto sconvolgente che sfogai la mia lussuria mordicchiando il caro grilletto finché lei serrò le cosce.
- Oh non voglio venire così, lo sai... Piano ti prego! - ripetè
Ansimavo, il naso nelle carni madide, il viso stretto nella morsa più deliziosa che un uomo possa mai desiderare.
- Cara... Oh ci sai fare.... Si, facciamolo adagio ma... sapessi quanto vorrei godere con la lingua nella tua fica! -
Le sue cosce si dischiusero ancora, le dolci labbra scesero lente, risalirono con un delizioso risucchio che mi fece sospirare. Spinsi la lingua fra le labbra sottili, la passai per tutta la lunghezza del taglio, dalla clitoride fino alla vagina aperta come aspettando l'omaggio del mio pene. Non resistetti e la spinsi nel suo grembo, la mossi su e giù come fosse un fallo.
I gemiti di Sandra accompagnavano la singolare penetrazione, il dorso della diva venne percorso da onde che partivano dalla testa che con ampi movimenti scorreva sulla verga, e piano piano si smorzavano nella lenta oscillazione del bacino mentre strofinava il sesso contro le mie labbra.
Il viso incollato alle carni madide spostai le mani a palpare il bel culo aprendo le natiche per accarezzarne l'interno, sentii sotto le dita l'ano contratto, le cosce si chiusero ancora costringendomi a ritirare la lingua.
- Amore... se fai cosi vengo! -
Non risposi ma forzai la bella ad aprirle nuovamente. Ero eccitato al massimo, lei capi e riprese a scorrere sul mio membro con lenti movimenti delle labbra. Presi con delicatezza a suggere la clitoride, lei cercò nuovamente di chiudersi, ma non la lasciai, non lasciai il peduncolo teso che mordicchiai piano. Allora lei spalancò le cosce schiacciandosi sulla mia bocca, abbandonandomi il sesso.
- Mhhh! ! ! -
Ora ero io a dominarla, anche se non voleva, potevo farla venire nella mia bocca sicuro che mi avrebbe ripagato nella stessa maniera, lo capivo da come mi succhiava, Non lasciò più il membro ma accelerò i movimenti della labbra aiutandosi con le mani per aumentare il mio piacere, ora non si opponeva più ai movimenti che spingevano il cazzo nella bocca dolcissima ritirandolo per spingerlo ancora mentre a piena bocca baciavo la sua fica.
Ebbi la gioia di sentila muovere languidamente eseguendo una danza lasciva, ondulando il bacino con lunghi sospiri. Non avevo mai baciato una fica nuda e fu bellissimo gustare le carni lisce, sentire le labbrette vibrare sopra la mia lingua, il suo grilletto sempre più eccitato, il sapore che coglievo tuffando la lingua in profondità.
La sua bocca si muoveva ora lungo un cazzo che stava giungendo all'apice del piacere, le sue mani seguivano il movimento delle labbra trascinando la pelle, le sentivo sull'interno delle cosce, sui testicoli che palpava spingendo il pene in una bocca che diventava sempre più ingorda.
Sandra era riuscita a portarmi sull'orlo dell'orgasmo ma non glielo facevo capire. Era la prima volta che un uomo riusciva a padroneggiare i suoi sensi, la cosa la spaventava e la deliziava nello stesso tempo non percependo che il mio ansimare nel suo sesso era dovuto al piacere che saliva in lunghe ondate.
Mi sottrassi mentre riuscivo ancora a controllarmi, la rovesciai quasi sul bordo facendo oscillare in modo pauroso la piattaforma. Lo sguardo della ragazza era diventato disperato, i suoi occhi mi supplicavano.
- Caro... stavo per venire! Oh perché non hai continuato? Lo volevo sai... avrei bevuto il tuo seme e tu... -
Mi girai col ventre contro il suo sedere, lei me lo fece sentire spingendolo maggiormente quando il pene strisciò fra le sue natiche e nell'emergere fra le sue cosce strusciò fra le labbra della fica madida.
- Aspetta! Solo un pochino... se me lo metti adesso vengo sai? - confessò.
Non dissi che per me era la stessa cosa, baciai il suo collo, lei rovesciò la testa sulla mia spalla, scostò la mano che avevo portato fra le sue cosce, allora la feci risalire alle tettine, sospirò per i capezzoli tesi che le mie dita titillavano.
- Oh caro... non avevo mai desiderato tanto un cazzo come lo desidero ora! -
- E' tuo... sai dove mi piacerebbe dartelo? -
Non aspettai la risposta, muovendo appena le reni lo puntai nelle sue chiappette.
- Nessuno te l'ha mai messo nel culetto? - chiesi perfidamente facendola sussultare.
- Si ma... non era grosso come il tuo! -
- Posso se faccio piano? - spinsi appena, lei strinse i muscoli delle natiche.
- Non adesso... é nella pancia che lo voglio! -
Sollevo la gamba e afferrato il pene lo strofinò nel taglio caldo, umido... La cameriera ora era seduta su una sdraio di fronte a noi e ci guardava ancora.
- Vedi come si masturba la puttanella? Ha le mani nelle tasche... come se non sapessi che sono aperte e non porta le mutandine! Pensa che é ancora vergine! -
- D'avvero? - mi riusciva difficile crederlo.
- Si... dai fagli vedere come mi scopi! -
Il pensiero di avere una spettatrice doveva eccitare oltremodo la diva perché non volle più aspettare e puntato il membro sull'apertura della vagina, una mano corse dietro le mie cosce attirandomi, appena lo sentì scivolare dentro di lei giro per metà il busto per farsi baciare.
Schiacciai la bocca nella bocca che aveva spalancata e che richiuse aspirando la mia lingua, succhiandola come prima aveva succhiato il mio cazzo, sospirando voluttuosamente. Sentii, la vagina stringersi aspettai a muovermi assaporando insieme alla bella l'unione dei nostri sessi; appena la stretta cessò staccò la bocca:
- Ora ma piano! Guarda come si masturba la troietta, la vedi? -
Seguii la direzione del suo sguardo, ora la figurina nera ci guardava apertamente. La testa rovesciata, le gambe divaricate, il lieve muoversi del grembiule lasciava indovinare il gioco delle sue mani fra le cosce.
- Ti dispiace? - chiesi mordicchiando il suo orecchio.
Mi ero ritirato e affondavo piano. Sandra era talmente bagnata che sapevo sarebbe venuta al più piccolo stimolo e... anch'io! Era per questo che era adagio che scorrevo sospirando per il massaggio della sua vagina.
- No... mi eccita se so che qualcuno mi guarda mentre scopo. -
- Allora lasciati guardare anche da me! -
Appena sentì che mi scostavo, si girò del tutto sulla schiena portando la mano agli occhi per proteggerli dal sole ancora abbagliante e sollevando entrambe le ginocchia permise alle mie cosce di passare sotto le sue.
Sei bellissima! - dissi pieno di ammirazione.
Ero incantato dal corpo riverso che nulla nascondeva della sua bellezza, piccoli fremiti facevano guizzare i muscoli del suo ventre increspando l'adorabile plaga al vertice della quale il cazzo osceno ne respingeva i lati grassocci, non riusciva ad offuscare la bellezza della fica nella quale era piantato e quando mi mossi tutto il suo corpo venne percorso da piccoli brividi.
- Ahhh... amore... amore... oh é così bello! -
Ero in estasi, avrei voluto mangiarla tanto era bella Lia, avrei voluto prolungare all'infinito lo stato di grazia nel quale ero immerso per bearmi del suo corpo, delle tettine piccole coi capezzoli talmente sensibili che il solo sfiorarli strappava alla bella dei lamenti che sarebbero stati strazianti se non avessi saputo essere di piacere.
Non mi é possibile descrivere l'emozione che provavo! Sarebbe come parlare della bellezza senza vederla, toccarla... I miei occhi la vedevano, la mia mano la toccava come se fosse l'uLeo modo di conoscerla veramente, scendendo lieve come se temessi di guastare i lievi monticelli delle mammelline, il declivio dell'addome il ventre fremente per la presenza che vi scorreva, il ciuffetto soffice sotto le mie dita, la cresta tesa che al solo sfiorarla faceva sussultare la ragazza e sotto...
Cielo com'era bella la sua fica! Come mi sconvolgeva vedere il sollevarsi delle sottili labbra brune che avvolgevano il cazzo al suo ritirarsi, ritraendosi inghiottite assieme alla verga che ad ogni suo affondare faceva delirare la ragazza e strappava a me un grido rauco.
La cameriera era scomparsa dal bordo della piscina lasciandoci soli col nostro godimento, i lamenti della diva erano da tempo saliti di intensità trasformandosi in un gemito modulato dallo scorrere del pene nel suo sesso, il piacere la colse all'improvviso e fu per lei sconvolgente.
- Leo ... sto venendo... sto venendo... sto venendo... -
Solo gli spasimi della vagina mi fecero capire che nel corpo di Sandra era in atto l'orgasmo, la bocca della ragazza si aprì in sospiri affannosi, le sue mani corsero ai seni schiacciandoli, le dita a torturare i capezzoli, solo alla fine gemette sentendomi scorrere velocemente in cerca del mio piacere, e quando arrivò mi immersi fino in fondo eiaculando quasi dolorosamente, il glande contro la bocca del suo utero ad irrorarlo di getti copiosi.
A poco a poco la ragazza ritornò in se e mi sorrise.
- Oh Leo ... come hai fatto a farmi godere così? Non mi era mai capitato... -
- Neanche a me amore... sapessi come sei bella quando godi!

Proprio quella sera in televisione davano un programma dove compariva la show girl, era un programma registrato dove Sandra presentava un quiz con il solito cruciverba. I padri presenti nella saletta assistevano anch'essi insieme agli ospiti del convitto allo spettacolo sorridendo con condiscendenza alle riprese dal basso del cameraman mentre la ragazza con aria un po svampita poneva i quesiti non mostrando di accorgersi che le riprese dal basso nulla nascondevano delle belle gambe e quando si girava verso il tabellone, del culetto appena celato dalle mutandine a fiori.
Un brivido percorse la mia schiena, la ragazza che tutti ammiravano era stata mia! Se lo avessi detto, nessuno mi avrebbe creduto, ed è per questo che le persone famose possono permettersi delle distrazioni, la loro parola vale molto di più di quella di un comune mortale.
Passarono parecchi giorni senza avere notizie di Sandra. Verso la fine della seconda settimana, il mio capo mi chiamò:
- Sei già andato alla villa nel viale delle Rosine vero? Qui c'è un pacco, dicono che vogliono proprio te, pare che tu abbia dimenticato una cosa.
Riuscii a nascondere la mia esultanza e tenni quella consegna per ultima. Fu con il cuore che batteva forte che suonai alla porticina di servizio. Dopo non molto la cameriera aprì, questa volta sorrideva.
- La signorina la sta aspettando! Disse precedendomi lungo il vialetto.
La show girl mi venne incontro, appena fui vicino mi gettò le braccia al collo incollando le labbra fresche alle mie. Ci baciammo sotto gli occhi della cameriera poi Sandra si sciolse rivolgendosi a quest'ultima:
- Non ho più bisogno di te Rossana, puoi ritirarti, suonerò per chiamarti.
Mentre la ragazza si allontanava, mi baciò ancora.
- Sapessi la voglia che ho... ma sei tutto sudato, se vuoi puoi farti una doccia! Disse torcendo il nasino.
Mi lavai accuratamente sotto gli occhi divertiti della diva, fu mentre mi asciugavo che udii in lontananza un cicalino, la cameriera accorse affannata.
- E' il signor Gianni, ho dovuto aprire il portone! Mio Dio, cosa dirà quando vedrà il signorino? Mi guardò preoccupata vedendomi nudo, Sandra mostrò la sua padronanza:
- Non dirà nulla, Leo vestiti in fretta... lasciate fare a me ma assecondatemi!
Ebbi appena il tempo di rivestirmi che lo scricchiolio della ghiaia annunciò il giungere di una macchina, poco dopo, un uomo quasi calvo vestito sportivamente apparve. L'avevo già visto in televisione, era l'uomo che aveva lanciato Sandra nel mondo dello spettacolo. La show girl con un grido di gioia gli corse incontro abbracciandolo.
Dopo essersi scambiato le tipiche effusioni degli innamorati l'uomo si sciolse dall'abbraccio e mi rivolse uno sguardo sorpreso.
- E' il ragazzo di Rossana, non ti dispiace se é venuta a trovarla? Spiegò la diva.
- No ma... non é a Roma che ha... Sandra intervenne.
- Zitto! Che male c'é... si chiama Leo .
Ci stringemmo la mano, ammirai la presenza di spirito della diva, anche la cameriera con il suo rossore interpretava bene la sua parte. Io ero veramente impacciato, dissi:
- Beh... é ora che vada... Sandra intervenne:
- Cosa dici, domani Rossana parte con me sai? Passerà parecchio prima che vi vediate, non volete rimanere insieme? Anche il signor Gianni insistette:
- Certo! Andate in casa, qui non abbiamo bisogno di te Rossana.
- Ma signore... io non... La giovane sembrò presa da improvviso paLeo .
La show girl ci prese a braccetto per qualche passo, poi parlando piano:
- Sciocchina perché non ne approfitti? E tu Leo ... datti da fare! Poi ad alta voce:
- Non vogliamo vedervi prima di un paio d'ore capito?
Ci lasciò ridendo e ritornò dal suo compagno; a qualcosa che disse al suo orecchio scoppiarono a ridere. Rossana rossa come un gambero accettò che passassi il braccio attorno alla sua vita capendo che non poteva tradire la sua padroncina. Varcammo la sogSandra della casa accolti da una piacevole freschezza, l'arredamento era lussuoso ma di buon gusto, appena entrati la ragazza si scostò impaurita.
- In che pasticcio ci siamo messi! Dobbiamo stare qui per parecchio...
- Ti dispiace? Chiesi facendola arrossire ancora di più.
- A me no... dicevo per lei! Sapesse come la signorina aspettava di essere sicura di non venir disturbata per farla venire... invece ecco spuntare il signore!
Era ancora rossa in viso il che la rendeva ancora più carina. Era sicuramente più giovane di me di due o tre anni, il grembiule nero che indossava, rigorosamente chiuso al collo non riusciva a farla sembrare austera, le maniche corte mostravano le braccia ben tornite come tornite erano le gambe che il grembiule corto lasciava vedere fin sopra il ginocchio. Il seno abbondante per una ragazza della sua età tendeva la stoffa in modo impertinente come quello che si vede talvolta nelle servette delle commedie francesi.
Aveva mani piccole e anche i piedi erano piccoli, malgrado i tacchi alti arrivava poco sopra la mia spalla e per guardarmi in viso doveva sollevare gli occhi; la cresta bianca immersa nei capelli raccolti sopra il capo ne faceva risaltare il colore corvino.
Malgrado non si notasse nel suo parlare accento alcuno, era sicuramente meridionale, seppi poi che era sarda, gli occhi erano scuri, le labbra ben disegnate... In poche parole, mi piaceva moltissimo!
- Il signorino sicuramente si annoierà... Osservò senza nessun sott'inteso.
Ricordando le parole di Sandra, mi chiesi se ora portava le mutandine e se era come me l'aveva malignamente descritta. Decisi di provare!
- Anche tu ti annoierai... se non troviamo il modo di passare il tempo.
A poco a poco il senso delle mie parole si fece strada nella graziosa testolina.
- Cosa...
- Hai sentito cosa ha detto Sandra? Se sono il tuo ragazzo, allora...
L'avevo attirata contro di me, sentii subito la consistenza dei seni contro il mio petto ma quando tentai di baciarla oppose resistenza:
- No... non voglio! Disse tenendo scostato il viso.
- Perché... non ti piaccio forse?
- Si ma... ho già il fidanzato!
- Anche la signorina lo ha, questo non le ha impedito... hai visto vero?
- Si ma...
Interruppi la sua protesta avvicinando il viso al suo. Questa volta non lo scostò e quando le mie labbra incontrarono le sue, le trovarono dischiuse. La sua bocca si mosse timidamente attorno alla lingua che avevo spinto, poi piano piano le sue braccia furono attorno al mio collo e aderì a me con tutto il corpo poi mosse anch'essa la lingua e quando riuscii a catturarla me la lasciò suggere.
- Ohhh... Fece scostandosi appena sentì contro il ventre la mia erezione.
L'attirai nuovamente, resistette ancora ma facendo scendere le mani lungo la sua schiena la premetti schiacciandola contro la verga dura, parlai contro le sue labbra:
- Lo senti come ti desidero? Non ti piacerebbe?
Provava qualcosa da come mi si abbandonava contro, da come si lasciava guidare dalle mani che avevo spostato sul culetto per muoverla contro il mio pene e quando le mani si fecero leggere per raccogliere la stoffa fra le dita e sollevare il grembiule continuò a muoversi da sola strusciandosi languidamente.
Era vero, non portava mutandine! Sembrava non accorgersi delle mani strette alle sue chiappette nude. Il piccolo culo si muoveva adagio, chiuse gli occhi appena la mia lingua incontrò ancora le sue labbra, se le lasciò lambire poi le socchiuse venendomi incontro con la sua linguetta, la mosse contro la mia sospirando, poi con uno sforzo:
- Non posso... sono vergine! Lo sapevo ma volli tentarla!
- C'é sempre una prima volta... Lei scosse con forza il capo.
- Il mio fidanzato mi vuole illibata... Non mi tocca come fai tu, mi bacia soltanto!
Abbandonò ancora la bocca alla mia, la passione che mise in quel bacio mi fece capire che solo la mente si opponeva mentre il suo corpo era tutto un fremito. Si sollevò sulla punta dei piedi per meglio sentire il turgore che premeva contro il suo pancino, la mia mano risalì la pelle nuda della sua schiena, fui meravigliato di incontrare la striscia del reggiseno, la riportai sulla pagnottelle delle sue natiche poi entrambe le mani scesero alle cosce, una di esse si insinuò fino a toccare il sesso umido.
La ragazza alla carezza delle dita aprì larga la bocca aspirando voracemente la mia lingua, lasciandomi esplorare la calda cavità.
- Ti piace essere accarezzata così? Chiesi muovendo le dita nelle carni matide.
- Si ma... solo accarezzata! Non voglio fare... quello che vorresti tu!
Le mie dita si muovevano adagio nel giovane sesso, divaricò le gambe lasciandomi accarezzare la vulva già bagnata, sentii sotto la mano i peli che la ricoprivano mentre premendo la palma contro la morbida gnocchetta il mio dito trastullava piano la clitoride.
- La bella prese a sospirare. Il suo gradimento mi fece osare:
- Cosa pensi vogSandra fare? Chiesi.
- Lo sai... come hai fatto con la signorina! Vi ho visti!
-... e ti accarezzavi anche! Ti tocchi sempre quando la vedi fare all'amore?
- No... é la prima volta... quando lo ha fatto con te. Quando lo fa con il signor Gianni vanno in camera oppure stanno fuori come adesso!
Eravamo rimasti in piedi troppo a lungo, ci sedemmo sul divano di cuoio nero posto sotto l'ampia finestra, Rossana posò il capo contro il mio petto, il suo respiro rivelava l'emozione che provava. Sedendosi il grembiule si era sollevato fino a metà delle sue cosce, erano talmente belle che posai una mano sulla pelle calda risalendone l'interno fino ad incontrare i peli morbidi.
- E' per questo che non metti le mutandine per poterti accarezzare meglio?
- E' la signorina che vuole così... neanche lei le porta quando siamo sole!
Si confidava stimolata dalla mano che passavo leggera da una coscia all'altra saggiando la pelle liscia, vellutata, sfiorando appena il suo sesso...
- E... cosa fate, vi baciate, vi accarezzate?
- Si, le piace guardare quelle cassette dove... uomini e donne fanno all'amore. Sapessi l'effetto che ci fa... é allora che mi accarezza, che mi bacia...
Era giunto il momento, presi la sua mano e lentamente la portai sul rigonfiamento che tendeva i miei pantaloni. Oppose una resistenza simbolica.
- Anche a me piace essere toccato... La ragazza chiuse la mano sul pene:
- Allora ti piace fare all'amore? Chiesi ancora.
- Si ma... ma lo sai che non posso... anche se vorrei.
Aveva cominciato a muovere la mano. Cielo com'ero eccitato ma capivo che Rossana lo era ancora di più, per questo evitavo di soffermarmi sul suo sesso, volevo portare il suo desiderio al massimo per potermi godere la ragazza.
- Allora sai che si possono fare molte cose rimanendo vergini...
- Si, ma devi promettermi di lasciarmi illibata... Disse ancora 'Illibata'!
Suggellai la promessa con un bacio che divenne presto lascivo per entrambi; le lingue guizzarono nelle nostre bocche, la fanciulla mettendo da parte ogni residuo di pudore disfece la cintura dei miei pantaloni facendo scendere la cerniera e mentre armeggiava per estrarre il pene, sbottonai velocemente il grembiule e raggiunto il suo collo disfeci l'ultima chiusura.
I nostri gesti dicevano l'impazienza che il desiderio aveva messo in noi, le nostre bocche si muovevano voluttuosamente nel gioco delle lingue, delle labbra... Avevo aperto il suo grembiule ma quando portai la mano su un seno...
- Ahiaaa! Il grido le sfuggì suo malgrado, la guardai sorpreso.
- Mi fa male...
- Fai vedere! Dissi.
Il reggiseno era chiuso sul davanti, guardò mentre aprivo il gancetto, lei stessa liberò le braccia dal grembiule e fece scendere le spalline. Il seno era abbondante, ma sodo, guardai meravigliato le garze che ne coprivano le punte.
- Vedi? Disse togliendole. Era la prima volta che vedevo dei capezzoli così tesi.
- Prima non erano così... é stata Sandra! Spiegò quasi scusandosi.
- Cosa ti fa? Chiesi sorpreso e allarmato.
- Me li tira con le dita, la lascio fare perché poi li prende in bocca...
La ragazza ormai nuda mi guardò alzarmi per spogliarmi, mi tolsi tutto, anche le scarpe mentre lei sollevandosi leggermente faceva scivolare il grembiule sotto di se per non sciuparlo.
Era bella e straordinariamente eccitante vedere quel corpo riverso pronto al piacere ma quello che destava in me meraviglia erano i seni ben formati, fermi con le aureole scure, già larghe che si staccavano nettamente dalle mammelle formando delle protuberanze che conferivano ai deliziosi promontori la forma di due grosse pere i cui piccioli erano i capezzoli lunghi, tesi come se fossero perennemente eccitati.
La carnagione bruna la faceva somigliare ad un idolo che ho visto in un negozio di oggetti esotici. La cresta bianca fra i capelli mi ricordava la servetta di una pellicola hard quando in un giorno di solitudine ero entrato in un cinema a luci rosse. si era fatta fare di tutto! Chissà se Rossana era come lei?
Sembrava ben disposta da come le sue ginocchia erano aperte sulle cosce ancora sottili da adolescente quale era, non erano magre ma mirabilmente tornite come i polpacci che si assottigliavano alle caviglie. Mi beavo della bellezza che la sua divisa aveva fin'ora celato; il ventre piatto mostrava il rigonfiamento dei peli che coprivano il pube di un triangolo nero, umido in corrispondenza del sesso di cui riuscivo a vedere il bagliore rosato.
Anche lei mi guardava ma sembrava non poter staccare gli occhi dal mio pene prepotentemente eretto e quando mi chinai, lo prese con entrambe le mani.
- Oh é grosso... grosso... Disse ma non ne era spaventata.
- Come fai a saperlo se é il primo che tocchi? Chiesi contro le sue labbra.
Prima di rispondere mi offrì la lingua, poi aprì la bocca aspirandomi, le sue mani percorrevano adagio la verga, giù fino a palpare i testicoli, una di esse la risalì per accarezzare il glande...
- Ne ho visti parecchi nelle cassette sconce di Sandra... Qualcuno l'aveva come il tuo ma é il primo che tocco.
- Ti piace? La mie labbra stavano percorrendo la sua gola.
- Si... è caldo e duro... solo la testolina é morbida. Mi piace ma... prometti che non lo metterai nella mia micina.
- Promesso se proprio non vuoi...
Stavo percorrendo i suoi seni passando da uno all'altro, la pelle bruciava sotto le mie labbra. Le sue mani scorrevano sulla verga in una lenta carezza, una di esse salì al mio capo spingendolo verso una delle sue punte.
- Ohhh... Fece sollevando il busto.
Avevo preso in bocca il capezzolo, lo bagnai abbondantemente di saliva, cielo com'era teso! Si lamentò debolmente quando con la lingua lo feci flettere.
- Ohhh mi piace sai?
Si lamentò ancora appena passai all'altra sua punta, ora era con entrambe le mani che muoveva il mio capo, il suo viso era alterato, i suoi occhi ansiosi, sospirò sentendo la mia lingua passare sulla protuberanza delle aureole, riprese a lamentarsi quando serrai fra le labbra i duri bottoncini e appena presi a flagellarli a piccoli colpi...
- Ahhh si... mhhh...! Un pensiero attraversò la mia mente.
- Te lo fai anche da sola, non é così?
- Si... Mi sollevai, ormai la ragazza era eccitatissima.
Portò le mani sotto le mammelle, le spinse in su poi abbassando la testa ne incappucciò con la bocca una cima.
- Mhhh... Staccò la bocca e guardandomi negli occhi passò la lingua sull'aureola facendo il giro del capezzolo, poi lo leccò sempre guardandomi. Era terribilmente provocante vedere la rosea sua appendice malmenare lo scuro bottoncino, compresi allora le parole di Sandra: era una puttanella libidinosa anche se vergine e ben presto avrei saputo fino a che punto arrivava la sua sete di piacere!
Ora era sul suo ventre che era scesa la mia bocca raggiungendo il cespuglio arruffato del pube, il profumo del suo sesso era forte, pregnante, il naso fra i peli respiravo la sua eccitazione e quando le mie labbra percepirono la cresta della clitoride sentii che sollevava alte le gambe, alzai il capo, le mie mani spinsero le cosce a lato del suo busto e allargando le mie braccia, le divaricai al massimo.
Rimase in quella posizione anche quando le lasciai sollevandomi per guardarla. Rossana continuava a lambirsi i capezzoli, il rilievo delle aureole erano ricoperte dalla sua saliva, la ragazza ad occhi chiusi prese in bocca un bottoncino succhiandolo con un lamento continuo e quando riapri gli occhi, il suo sguardo era di sfida. I suoi occhi scesero al mio pene poi alla macchia del suo pube... Vedendomi inginocchiare sospirò:
- Guardala la mia micina... lo vorrebbe ma... é tua lo sai? Oh leccala amore... fammi sentire la tua lingua!
Ora sì che era oscena, vidi il rivolo degli umori che stillava la sua eccitazione scendere fra le natiche aperte, fin sul bottoncino bruno dell'ano che faceva luccicare impregnando anche peluria rada che lo bordava.
Fremette sentendo le mie dita separare i peli mettendo a nudo la fichetta poi quando con le labbra sfiorai le piccole labbra, vidi che aveva ripreso in bocca un capezzolo e lo succhiava con dei ‘Mhhh... mhhh...’ che mi misero il fuoco addosso. Tuffai la lingua nella fessura del suo grembo ritirandola pregna di umori, percorsi le carni lisce separando le labbrette che sentivo turgide poi giunto alla loro unione stuzzicai con la punta l’inizio della clitoride.
- Ahhh... si... siii...
Mosse languidamente il bacino sentendo la lingua sulla sporgenza dura della sua crestolina talmente sensibile che le mie leccate strappavano alla bella dei gridolini gioiosi. Aveva smesso di suggersi i capezzoli, ora si accarezzava i seni quasi brutalmente facendo con le mani il giro delle mammelle sollevandole, strizzandole...
Sollevando gli occhi vidi nelle curve che facevano i suoi seni il suo viso deformato dall'eccitazione i capezzoli straordinariamente eretti dicevano tutta la libidine che provava. Dovevo dare sollievo al mio pene, fui tentato di schiacciarlo fra le mammelle che ora la giovane premeva una contro l'altra, oppure di darglielo in bocca sicuro che lo avrebbe accettato anche se sicuramente non lo aveva mai fatto.
Presi in bocca l'intero suo sesso continuando a percorrere con la lingua le carni pulsanti salutato dai lamenti della fanciulla.
- Amore... ahhh... é bello... bello... mhhh... mi piace... oh perché non posso averti dentro... ahhh... ti voglio... ti voglio... mhhh...
Mi sollevai guardando allucinato la vulva completamente aperta luccicare della saliva di cui l'avevo ricoperta, vedevo bene l'ingresso della sua vagina, si, era pronta a riceverlo anche se non voleva! La mia bocca aveva lasciato il suo sesso, la ragazza muoveva il culetto bello, tentante, con i glutei apertì nel cui arco l'ano era un delizioso bottoncino bagnato in una depressione coperta di peletti radi e neri.
- Ahhh... ho voglia... ho voglia... mhhh... aiutami! Supplicò.
- Si... oh cara... cara...
Mi ero raddrizzato, sussultò sentendo mio il membro pesare sul suo sesso. Mi guardò piena di timore ma quando lo strofinai lentamente, la sua mano lo premette sopra il taglio, spalancò gli occhioni nei miei.
- Si così... oh possiamo farlo così! Disse, ma io:
- No... voglio metterlo dentro di te...
- Non nella passera vero? La sua mano scivolò sotto il pene a proteggersi il sesso ma dalle sue parole capii che conosceva un altro modo per averlo.
- Promesso! Dissi.
Respirò sollevata, arretrai con le reni e mi protesi leggermente, il glande fu subito nel caldo delle sue chiappette, mi raddrizzai premendolo sopra l'ano.
- Ohhh... Il suo sguardo era di sorpresa non di spavento! Si, aveva già visto nelle cassette hard quello che stavo per fare.
- Lo vuoi? Chiesi, lei mi interrogò con lo sguardo.
- Riesci? Fece con un filo di voce.
- Si se ti rilassi.
La sua mano scoprì la vulva, non la ritirò ma le dita l'aprirono come se allargandosi la fica il mio pene potesse entrare più facilmente nel suo sedere. Presi in mano il piccolo culo separando maggiormente i glutei.
Ci guardavamo interrogandoci con gli occhi, Rossana tratteneva il fiato fremendo alla pressione che sentiva sul suo buchetto, spostai lo sguardo sull'asta puntata nelle natiche brune aumentando a poco a poco la pressione delle reni, le dita della ragazza continuavano a premere le labbra grassocce, i peli che filtravano fra le sue dita facevano bella la sua fica, le labbra sottili la decoravano dall'apertura socchiusa della vagina innalzandosi fino a formare dei lobi sporgenti, scuri alla sommità ma che sfumavano fino a confondersi col rosa della valle che bordavano.
La crestolina anch'essa rosa incorniciata dalle dita aperte della fanciulla si ispessiva sollevandosi fin dove i bei lobi declinando bruscamente scomparivano nell'arco sporgente.
Un sesso femminile in calore é sempre uno spettacolo straordinariamente eccitante. Era questo che guardavo mentre lentamente spingevo sul membro, a poco a poco la ragazza riuscì a rilassarsi, ebbi la gioia di percepire l'allargarsi del pertugio che mi aveva concesso.
- Ho il buchino stretto vero? Chiese timidamente.
- Si ma... poi si allarga vedrai.
Emise un flebile lamento, anche lei sentiva l'ano piano piano aprirsi. Con un gridolino eccitato mosse il sedere, lo ondulò...
- Ahhh... sta entrando... sta entrando!
Era vero! L'ano aveva avvolto interamente la cappella, poi superato il colletto il membro affondò lentamente mentre la bella sentendosi allargare ben oltre quello che si aspettava emetteva dei piccoli guaiti muovendo di scatto le gambe poi si abbandonò con un lungo gemito quando il membro scivolò interamente dentro di lei.
- Ahhh... sei dentro... sei nel mio sedere! Esclamò.
Rimasi immobile nel caldo delle sue interiora, la ragazza mi guardava ancora incredula che quello che sentiva nelle viscere fosse il cazzo che aveva tenuto in mano.
- Oh... mi hai aperta tutta, oh non sapevo fosse così!
Sembrava sollevata e anche contenta di avere nel culo il membro che tanto aveva desiderato, arretrai lentamente e lo affondai accolto da un grido gioioso.
- Ahhh... oh si ancora... spingilo ancora, mhhh... voglio sentirlo entrare!
Non mi aspettavo che la bella provasse subito piacere, il suo gradimento allontanò ogni mio scrupolo, presi ad penetrarla lentamente strappando alla ragazza delle esclamazioni che mi spronarono ad entrare fino in fondo battendo le anche contro le sue cosce aperte.
- Ah si... lo voglio tutto... tutto... ahhh mi... piace... mi piaaace...
L'altra sua mano scese a toccare la mia verga, ad accarezzarla spingendosela nelle natiche poi la portò sulla fichina aperta fra le sue dita passandola rapidamente sulla clitoride malmenandola insieme alle labbra sottili. Vedendo la sua sete di piacere spinsi sulle sue cosce divaricandole al massimo e mantenendole in quella posizione feci scattare le reni.
- Siii... cosi... cosi... ahhh... che bello... che bello... mhhh... ahhh...
Alzando gli occhi vedevo il suo viso atteggiato a sorpresa per il piacere che non si aspettava cosi grande, aveva smesso di masturbarsi ma vedendo come guardavo la sua intimità continuava a mantenere aperta con le dita la fichetta per farmela vedere e spronarmi ad entrare ancora nel suo culetto. anche con la voce mi incitava!
- Ahhh... dai, così... così... oh scivola bene... mi accarezza il buchino... mhhh... la vedi la mia micina? Anche lei lo vorrebbe! Ah perché non posso... pensa se mhhh... potessi averlo lì! Ahhh... come sarebbe bello!
Cielo come mi tentavano le sue parole! Ma anche cosi era bellissimo, l'ano benché stretto era abbastanza dilatato e lubrificato dagli umori che colavano dal suo sesso da consentire al pene di andare e venire con sorprendente facilità. Appena sotto vedevo il membro apparire e scomparire nel culetto della bella, la carezza che facevano le chiappette tra le quali strusciava nel suo va e vieni e il calore che trovavo dentro facevano salire il mio piacere ad ogni colpo delle mie reni.
- Anche così é bello! Ah Rossana hai un culo meraviglioso! Mhhh sì, che anche la tua fichetta lo vuole... oh dammela amore... sapessi la vogSandra che mi dà... è pronta... aperta... Oh dimmi che posso... ti prego!
Anche se era avanti nel piacere, la ragazza beveva le mie parole eccitandosi nell'immaginarsi nell'atto di accondiscendere. Il suo era un continuo lamentarsi ritmato dal membro che si apriva la strada nelle sue interiora, riapparendo, scomparendo ancora, accolto da fremiti e da grida estasiate.
- Ahhh... oh non posso... Ahh non ti piace il mio culetto? Oh dai... mhhh... fammelo godere... Ahhh... riesco sai? Ohhh... spingilo! So che ti piace... anche la signorina l’hai fatta godere così... ahhh godi... godi amore... godi!
Stavo già godendo! Eravamo giunti al punto che potevamo dirci di tutto, tanto era il piacere che provavamo! Gocce perlacee scendevano in continuazione dalla vagina socchiusa bagnando il membro, rendendo l'inculata piacevole per entrambi! Distolsi lo sguardo dall'oscena verga per percorrere il suo corpo, i seni ballonzolavano ad ogni mio colpo andando su e giù senza perdere la compattezza della loro forma, i capezzoli descrivevano delle traiettorie bizzarre, esaltanti.
Mancava poco all'orgasmo, Rossana prese a muovere la gambe che aveva sollevato aperte contribuendo istintivamente al suo e al mio piacere stringendo e rilassando l'ano mentre dalla bocca socchiusa uscivano lamenti infantili.
- Ahhh... oh ecco... ah si... ancora un po... ohhh... si, lo sento bene! Mhhh... lo sai che mi fai venire? Ohhh ancora un po... mhhh si... si... non resisto... ahhh... adesso... adesso... ahhh... ahhh... ahhhh! ! !
Per me era la stessa cosa, rantolavo! Le fitte dell'orgasmo della ragazza non riuscivano a fermare la corsa del pene ma lo massaggiavano talmente bene che le ondate del mio godimento salirono inarrestabili. Era freneticamente che ora la penetravo godendomi lo spettacolo del corpo sussultante, finché travolto dal piacere mi piantai in fondo, nel calore delle sue interiora e abbattendomi sul suo corpo venni in getti prepotenti, copiosi rantolando nella sua bocca, bevendo le ultime sue grida insieme alla sua saliva, mentre lei istintivamente muoveva il culetto come se le sue carezze alla mia verga avessero il potere di prolungare il nostro piacere.

Vi era un bagno al pianterreno, fu li che ci recammo per fare la doccia. Lavarmi insieme alla partner con la quale ho fatto all'amore era per me abituale mentre per Rossana che non era mai stata con un uomo era una novità che la turbava non poco. Rideva chiudendo gli occhi offrendo il viso ai getti tiepidi, stringendosi contro di me per non farmi guardare il suo corpo nudo, poi a poco a poco la curiosità propria delle giovanissime ebbe il sopravvento.
Si era tolta la cresta bianca e sciolto i capelli che bagnati aderivano al suo capo facendole la testa piccola e il viso da bambina. Faceva tenerezza vederla così indifesa e vulnerabile, tanto che cominciando a vergognarmi per averla sedotta mi chinai deponendo un bacio casto, quasi fraterno sulla sua fronte. Lei aprì gli occhioni scuri e sorrise timidamente.
- Non sei dispiaciuto vero? Chiese. Si era scostata leggermente per potermi guardare. Sorrise sentendo le mie mani sulla sua schiena.
- Cosa avrebbe dovuto dispiacermi? Avevo chiuso il rubinetto, ora Rossana poteva guardarmi senza il fastidio dell'acqua che le faceva stringere le palpebre.
- Non averti potuto accontentare.
Era così cara! La strinsi ancora ma questa volta il mio bacio non fu per niente casto. La ragazza chiuse gli occhi appena sentì la mia lingua separare le sue labbra poi la sua bocca si mosse aspirandomi dolcemente. Mi resi conto della consistenza dei seni e dell'irritazione dei capezzoli della giovinetta allorché muovendo il busto le sfuggì un'esclamazione di dolore che la costrinse a scostarsi.
Lasciai la sua bocca e chinandomi lenii il suo dolore lambendo delicatamente le cosine irte che decoravano la cima dei bei promontori.
- Come sei dolce! Disse.
Le mie mani erano scese all'incavo che le reni facevano col culetto. Solo allora mi resi conto di quanto fosse sporgente il sedere della servetta e sode le sue natiche nelle mie mani. Divaricò le gambe lasciando che le accarezzassi liberamente. Mi alzai, lei rimase con le gambe divaricate, con le mani dietro le sue cosce la strinsi contro di me. Uscimmo dalla doccia, trovai degli asciugamani appesi, ne diedi uno alla ragazza e cominciai ad asciugarmi guardando con quanta delicatezza Rossana passava la spugna sul petto attenta a non irritare i capezzoli lunghi e tesi.
- Mi hai accontentato, lo sai? Protestai.
Si stava asciugando la testolina, la sollevò e scostando i capelli mi fissò timidamente.
- Avrei voluto darti la mia micetta... Disse quasi scusandosi.
- Me l'hai data da baciare!
- Si ma... ti volevo dentro!
- Mi hai avuto dentro, ho goduto sai?
- Ti ho sentito e mi é piaciuto tanto! Ho goduto anche con la micina, so che non é la stessa cosa... sopratutto per te!
- E' stato bellissimo! Protestai rammaricandomi del mio pene che pendeva inerte.
Lasciò cadere l'asciugamano. Era bella e p ce Rossana e da come guardava il mio bassoventre mi chiesi quanto desiderio albergasse ancora in quel corpicino.
- Anche per me é stato bello. Ti verrà ancora... duro? Chiese arrossendo.
E' così che mi piacciono le ragazze, quando non esitano a palesare il loro desiderio! Al pensiero di saperla nuovamente vogliosa sentii nel pene le pulsioni che preannunciavano una nuova erezione. Lo indicai alla giovane:
- Lo vedi? Si sta già drizzando!
Era vero, si stava animando sotto i suoi occhi! La ragazza mi gettò un'occhiata assassina, con un'espressione di gioia si voltò e uscì correndo leggera sui piedini nudi emettendo dei gridolini di finto spavento che mi incitarono ad inseguirla ammirando il corpicino bruno nuovamente pronto al piacere.
Salì in ginocchio sul divano e dandomi la schiena si appoggiò allo schienale scrutando fuori ansiosamente per accertarsi che nessuno si avvicinasse alla casa, si stava offrendo con le reni abbassate e la groppetta sollevata, divaricò le ginocchia.
- Ecco... vieni, ti voglio ancora!
Aveva girato la testa guardandomi avvicinare, sorrise compiaciuta vedendo il mio membro teso. Ero affascinato dall'ingenuo candore della fanciulla e dalla totale mancanza di pudore con la quale esibiva il deretano dalle curve invitanti, le natiche aperte nel cui solco serici peletti corvini ombreggiavano l'ano lievemente arrossato e la patatina aperta del suo sesso con lo spacco delle labbra grassottelle ricoperte da peletti radi, l'apertura rosa della vagina e le labbra sottili, sporgenti avide di piacere.
- Si cara... Le mani sulla bella groppa stavo allargando le deliziose chiappette immergendovi il viso per lambire la dura rosellina.
- Leo ... cosa fai! La voce della fanciulla era spaventata.
- Ti sto bagnando il buchino per non farti male!
Tenendo separate le natiche ricoprii di saliva il delicato pertugio rendendolo scivoloso poi superato il breve pelvo aprii la bocca sulla sua fica passando la lingua nella valle delle piccole labbra. Rossana sospirando prese a muovere languidamente il culetto poi quando incuneai il viso fra le morbide cosce lo sollevò maggiorente permettendo alla mia lingua di raggiungere il clitoride.
- Mhhh...
Con lenti movimenti delle reni strusciava la vulva sulla mia bocca offrendo e sottraendo la dura crestolina e quando risalii per spingere la lingua nella fessura della vagina si immobilizzò:
- Ihhh... ihhh...
Era la prima volta che un uomo entrava nella sua passerina sia pure con la lingua e la cosa la estasiava, sollevai a malincuore il viso. La fichina ricoperta di saliva era aperta, tentante, la baciai voluttuosamente poi mi soffermai ancora sul bottoncino dell'ano, sollevandomi infine per passare quasi brutalmente il glande nella vulva facendo irrigidire la bella.
- Lo sto bagnando. Spiegai.
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