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Memorie - Cap. 6: Un'avventura fra ninfe e fauni.


di Giangi57
28.08.2022    |    416    |    0 6.0
"Disse: - Ti é piaciuto? Ora fallo a me! Si alzò..."
Un'avventura fra ninfe e fauni.

- Mi porta a teatro?
Gina mise fine alle sue confidenze e corse in camera.
- Si sbrighi o faremo tardi!
Non ricordo il titolo della commedia che vedemmo ma in me é ancora ben vivo quello che successe durante il nostro ritorno.
Stavamo attraversando il parco della Regina, per dire qualcosa osservai:
- E' deserto, ci sono soltanto delle coppiette in cerca di solitudine.
La mia compagna si scosse e gridò quasi:
- Si fermi la prego, voglio fare due passi!
Scendemmo, l'aria era tiepida, appena temperata da una brezza leggera che filtrava fra gli alberi. Il silenzio era rotto unicamente dal canto monotono dei grilli, ci incamminammo lentamente imboccando un viottolo in lieve salita. Ogni tanto un lampioncino illuminava uno spiazzo esiguo con una panchina. Tranne la prima, tutte erano occupate da giovani coppie teneramente abbracciate.
Passai un braccio attorno alla vita della mia donna e proseguimmo passando davanti a vari spazi illuminati, cercando di non disturbare gli innamorati che mostravano di non fare caso a noi continuando nelle loro effusioni.
L'aria era carica di una sensualità tangibile alla quale contribuiva il caldo della notte estiva. Guizzi di seni spuntavano da camicette sbottonate, bagliori di cosce socchiuse a carezze di mani indiscrete, fanciulle in estasi con le mani che si muovevano nei jeans dei loro compagni. . .
- Oh amore, sono come noi! Disse la mia compagna stringendosi a me mentre giungevamo al termine del viottolo in uno spiazzo ampio con un ultimo lampione e due panchine ahimè occupate. Lo scricchiolio dei nostri passi fece alzare gli occhi alle due coppiette, e mentre ci affacciavamo alla ringhiera per ammirare il fiume che scorreva in basso, una delle ragazze disse ridendo:
- Mi dispiace, c’é posto solo in piedi, se per voi va bene, accomodatevi!
Dovevano avere circa vent'anni, il disordine nei vestiti sia delle ragazze che dei ragazzi era eloquente. La ragazza che aveva parlato non sembrava preoccuparsi della gonna sollevata fin sul ventre e delle mutandine ammainate a meta coscia che non nascondevano più nulla. Gina si voltò.
- E' bello qui, aspetti!
Scomparve ma dopo un po ritornò ansimando.
- Ho messo un cavalletto a sbarrare il viottolo dopo la curva, nessuno ci disturberà.
Andò sotto il lampione e appoggiandosi con la schiena mi attirò contro di se offrendomi le labbra. Sprofondai nella sua bocca, mentre la baciavo, lo scialle scivolò a terra scoprendo le spalle candide. Una ventata di desiderio entrò nel mio corpo, il pene cominciò la sua erezione contro il ventre morbido della mia compagna. Spostai la bocca sul suo collo stringendo il corpo flessibile, Gina alitò al mio orecchio.
- La cerniera amore. . . In basso, sotto il ginocchio, tirala!
La cerniera sul fianco chiudeva fino in cima il vestito da sera senza spalline. Si udì uno zip lunghissimo, quattro teste si voltarono verso di noi, il vestito si aprì. Come pensavo Gina era nuda, l'elastico nero delle calze stringeva la parte superiore delle cosce interrompendo insieme alla macchia scura del pube il candore del corpo stupendo.
- Cosa vuol fare? Dissi cercando di coprirla. Lei mi respinse con dolcezza lasciando che l'indumento scivolasse a terra. Ero confuso ma non lo era Gina.
- Amore, é per te che sono nuda. Chi vuole guardi pure!
- Bravissima! Era la ragazza di prima, si udì l'applauso dei quattro giovani, Gina raccolse l'abito e lo scialle, si avvicinò sui tacchi alti splendida nella sua nudità e rivolgendosi alla giovane chiese indicando la panchina.
- Posso posarli qui?
La risposta dimostrò la simpatia che aveva suscitato.
- Certo . . . e anche quelli del signore!
Gina mi guardò sorridendo. Non potevo certo deluderla, ero impacciato ma mi spogliai rapidamente e nudo mi voltai verso la mia donna entrambi eccitati dalla consapevolezza che quattro paia d'occhi seguivano lo spettacolo che stavamo per offrire.
Mi aspettava, la luce cruda proveniente dai lampione non riusciva ad offuscare la bellezza statuaria della mia amata. Sembrava un'apparizione che sarebbe scomparsa non appena l'avessi sfiorata, le calze scure che stringevano le lunghe gambe gli conferivano quella sensualità da femmina fatale che tanto eccita noi uomini.
La desideravo tanto che il mio pene teso allo spasimo oscillò appena mentre mi avvicinavo e fu quella parte di me che toccò per primo quel corpo meraviglioso, poi il mio petto che schiacciai contro i suoi seni.
- Sei stupenda! Dissi stringendola.
Lei mi guardò con gli occhi pieni di desiderio e appoggiandosi al lampione ondeggiò per sentire contro di se la forza del membro. Fremetti al contatto dei suoi capezzoli contro il mio petto, sospirò:
- Oh amore mio, é così che ti voglio. Mi piace sentire contro il ventre il tuo desiderio, oh poter godere tutta la notte!
Cercai la sua bocca, mi tese la lingua perché la leccassi, lo feci lascivamente, lambii le labbra tumide, le sue gengive, mi lasciai aspirare fino in fondo alla sua bocca. Succhiò golosamente la mia lingua gemendo piano, inarcandosi, lasciandosi palpare il groppa soda. . .
I quattro giovani si erano fermati per guardarci, non ci importava di loro, dello spettacolo hard che stavamo offrendo. I nostri gesti che non potevano che preludere ad un accoppiamento che Gina e io desideravamo con tutto noi stessi. Dopo non molto si levò una voce:
- Ehi ragazzi, invece di guardare, non sarebbe meglio farlo anche noi invece di trastullarci come bambini?
Era la voce della ragazza. Guardammo nella loro direzione, i quattro si stavano spogliando e in breve furono anch'essi nudi. Era una scena irreale, le loro figure si stagliavano contro le luci della città ai nostri piedi oltre il fiume, i due maschi armati di peni rigidi sembravano dei fauni in cerca di ninfe. In quanto alle femmine. . . erano ansiose di farsi trovare!
- Guarda come sono eccitati, Non sono belli?
Gli occhi di Gina passavano da un ragazzo all'altro soffermandosi sui peni eretti mentre io ammiravo la nudità delle fanciulle. Avevano la bellezza della gioventù spensierata, ridevano per quello che erano pronte a fare facendo sobbalzare le mammelle piene dai capezzoli luccicanti della saliva lasciata dalle bocche dei loro compagni. All'avvicinarsi dei giovani le due ninfe arretrarono fino alle spalliere delle panchine.
- Guarda, stanno per amarsi. Gli occhi di Gina brillavano.
Baciai le belle labbra poi la mia bocca scese lenta la gola tesa, la calda valle dei seni, risalì il dolce declivio di una mammella la cui pelle scottava quasi le mie labbra. La mia lingua fece vibrare il capezzolo mentre Gina sospirava, gli occhi fissi sulle giovani coppie.
Nel silenzio si poteva distinguere le parole che i giovani si sussurravano, i lamenti dolcissimi delle femmine che si concedevano alle carezze che in tutto il mondo fanno da preliminare al coito, i sospiri della mia compagna si mescolavano a quelli delle fanciulle elevandosi in un coro dolcissimo. Con entrambe le mani spinse il mio capo, la mia bocca lasciò una striscia umida mentre scendeva lungo l'addome della mia bella, le mie mani seguirono la morbida curva delle sue reni fermandosi sull'eccitante groppa.
Percorsi il ventre fremente di baci scendendo rapidamente finche le mie labbra incontrarono la ruvidezza dei peli pubici che avevano ricominciato a crescere. Mi fermai e mi inginocchiai nella ghiaia incurante di tutto, sentivo il pene pulsare di eccitazione mentre guardavo la macchia bruna che racchiudeva la femminilità della mia amata.
- Amore. . . i ragazzi stanno facendo quello che fai tu!
Era vero, bastò un'occhiata per vedere che anche i due giovani stavano rendendo lo stesso mio omaggio alle loro femmine; Gina divaricò le gambe e tese il ventre assumendo una posa deliziosamente oscena. Ai miei orecchi giungevano i lamenti delle fanciulle che offrivano i sessi vogliosi alle bocche dei giovani fauni.
- Ohh si. . . si. . . Faceva la brunetta.
- Oh leccami amore. . . La bionda era più esplicita.
Anche Gina aspettava l'omaggio della mia bocca. Ero in estasi davanti al suo ventre, al biancore del tratto di carne delle sue cosce sopra le calze scure.
- Leccami, ti prego!
Il suo grido sovrastò i gemiti delle ninfe in calore, palpai a piene mani il sedere della mia bella, ne separai le natiche per accarezzare l'ano. . .
- Ohh caro. . . Sospirò appena immersi il viso fra le cosce caldissime inebriato dal suo profumo intenso, le mie labbra si incollarono alle labbra aperte della vulva matida. . .
- Oh siiii. . . così! Esclamò sentendo la mia lingua nelle sue carni più intime. Leccai perdutamente la vulva della bella che ondulò lascivamente sospirando e gemendo per il mio singolare omaggio.
I sospiri delle femmine si levavano dolcissimi nella notte interrotti da soavi invocazioni, furono momenti bellissimi che un avvenimento fortuito doveva interrompere.
Un lampo accecante illuminò il paesaggio poi un boato fortissimo. Le coppie si separarono correndo alla ringhiera, corremmo anche noi mescolandoci ai giovani ignudi.
- Cos'é? Una bomba?
- No, é la centrale!
Le luci si spensero, si riaccesero. . .

- Ho paura! Era la voce di Gina. Vidi con sgomento la mia donna stringersi al giovane più vicino che passò il braccio attorno alla sua vita. Prima che potessi reagire le luci si spensero definitivamente facendo piombare la città nel buio.
- Aiuto! Non era stata Gina a urlare e neanche la bionda. Alla luce della luna vidi la mia amante abbracciare il giovane fauno, i due si allontanarono scomparendo sotto l'ombra scura di un grande tiglio dove si trovava una delle panchine.
Un corpo morbido si strinse al mio.
- Senti come tremo!
La ragazza che aveva gridato, piena di timore si aggrappò a me. Mi girai, una figura bianca, minuta si rifugiò contro il mio petto. Tremava veramente, al pallido chiarore della luna distinsi una testa tonda, dei capelli cortissimi, sollevò il viso. Due occhioni mi fissavano ma era come se non mi vedessero.
- Ho paura! Ripeté battendo i denti.
Strinsi il corpo caldo, ero piombato in un mondo irreale popolato da creature fantastiche che nei pleniluni si aggirano per i boschi. Fauni in cerca di ninfe ignude per accoppiarsi con loro, uno di essi aveva ghermito la mia donna per sottoporla al suo piacere mentre la dolce ninfa con la quale amoreggiava si era rifugiata nelle mie braccia.
- Non é niente, calmati. Dissi accarezzandole la schiena, la sentii irrigidirsi, esclamò:
- Non sei Marco. . . no . . .
Non la lasciai terminare, soffocai il suo grido con la mia bocca. Cercò di sfuggirmi lottando in silenzio ma non desistetti. Leccai le sue labbra cercando di forzare la stretta dei suoi denti, la mia mano scese ad afferrare il suo sedere palpando senza ritegno le natiche sode, muovendole e stringendola contro di me.
La ragazza sentì il mio desiderio, ebbe un guizzo poi lentamente si rilassò, alzò le braccia cingendo il mio collo, i suoi denti si dischiusero e con un sospiro si sciolse fra le mie braccia. Si lascio baciare con totale abbandono soggiogata anch'essa dal fascino di quella notte magica e come le ninfe della mitologia, era pronta a concedersi al satiro che l'aveva catturato.
- Cosa vuoi da me? Chiese come se non lo sapesse ancora.
I suoi occhi luccicavano ma non vi era ironia nelle sue parole. Non risposi ma mi protesi schiacciando la verga contro il suo ventre.
- Ohhh. . . Sospirò, il corpo flessibile cedette alla pressione della mia mano sulle sue reni, l'altra mia mano accarezzò lentamente il piccolo culo dalle natiche così strette che dovette divaricare le gambe quando con le dita ne esplorai il solco. Tremò quando premetti sulla rosa dell'ano.
- No. . . ti prego! Proseguii esplorando l'interno satinato delle cosce, la sentii fremere al contatto delle mie dita nella vulva bagnata.
- Oh fammelo toccare. Disse scostandosi, le sue mani presero la mia verga.
- Oh hai un cazzo notevole! Le parole e i gesti della fanciulla che esprimevano il suo gradimento per il mio membro ebbero l'effetto di farmi dimenticare la mia dolce compagna che sentivo sospirare poco lontano. Dissi:
- E' tutto tuo, lo vuoi vero? La giovane non rispose, era bellissimo! Manipolava la mia verga facendovi scorrere le dita, la lasciavo fare gustando la sua gratificante carezza tendendo il ventre. Era talmente bello che sospirai estasiato, sollevò il viso tendendomi la lingua perché la lambissi. Posai le mani sui suoi seni, erano piccoli, duri, sentii contro le palme i capezzolini turgidi.
- Prima hai scopato con la bella signora che é venuta con te?
- Stavo per farlo. . . perché vuoi saperlo? Chiesi sorpreso per la singolare domanda. La giovane strinse forte il mio membro.
- Perché. . . mi piacerebbe riceverlo in bocca, se vuoi . . .?
- Oh si, ti prego! Prese la mia mano e mi guidò verso la panchina.
Al chiaro di luna vidi che era occupata da una femmina seduta di fronte ad un fauno col membro rigido. Al nostro avvicinarsi, la femmina ci fece posto, la mia ninfa si sedette sui vestiti posati sul legno.
- Vieni! Disse.
Mi avvicinai porgendole il membro eccitato. Non lo prese subito, le sue mani si posarono dietro le mie ginocchia, risalirono le mie cosce, alla loro pressione, le divaricai, ne accarezzò l'interno, soppesò i testicoli, poi. . .
Sentii la sua lingua sul glande, quello che segui, lo ricordo come un sogno, oh com'era calda quella lingua mentre esplorava il mio pene inseguendolo con piccoli colpi che facevano oscillare l'asta di carne. Udivo nell'ombra i sospiri della femmina seduta accanto a noi, in controluce vedevo la sagoma del fauno che spingeva la lunga sua verga nelle fauci che questa teneva spalancate. Un piacere sottile partiva dal mio pene soavemente leccato e si diffondeva in tutto il mio corpo facendomi sospirare.
- Cara. . . fammi sentire la tua bocca!
La ninfa si fermò, posò le labbra sulla cima del glande come per deporvi un casto bacio, la sua mano sostenne il membro sotto i testicoli, poi lo spinse verso l'alto, le labbra si aprirono e scesero lungo l'intera asta, risalirono con un risucchio, scesero ancora, risalirono . . .
- Ahhh mi piace! Sospirai abbandonandomi alla bocca dolcissima che lenta scendeva e saliva lungo la verga accarezzandola con le labbra e con la lingua. Lo faceva con gusto, sapientemente, accompagnando il lavorio della bocca con lunghe carezze delle mani sulle mie cosce, sulle mie natiche che esplorava passando più volte le calde dita.
- Ohhh. . . sei meravigliosa! Urlai quasi, neanche Gina mi aveva mai fatto carezze cosi precise.
Le mie parole eccitarono la mia sconosciuta, la sua bocca ingoiava il mio pene con movimenti sempre più veloci. La luce arrivò all'improvviso illuminando la scena. Sulla panchina vicina, la bionda era distesa su uno dei giovani maschi, l'altro in piedi accanto a me eseguiva un frenetico coito orale con la femmina seduta che prestava la bocca alla penetrazione facendosi accarezzare fra le cosce velate da calze scure. Il lungo membro entrava e usciva dalla bocca di Gina che mugolava di piacere.
- Sei straordinaria, mi piace quello che mi stai facendo. . .
La vista dell'estasi della mia donna ebbe l'effetto di acuire la mia libidine. Mi mossi anch'io cercando nella bocca della giovane il godimento che gia sentivo salire, ma dopo pochi colpi la ragazza si schernì.
- Caro. . . fottimi adesso! Salì in piedi sulla panchina, abbracciai il corpicino minuto, lo sollevai tenendola sotto il sedere, arretrai. La ragazza si avvinghiò con le gambe alle mie reni e aggrappandosi al mio collo incollò la bocca alla mia offrendomi la lingua.
Ero in mezzo allo spiazzo, mentre la baciavo vidi la bionda che ad occhi chiusi faceva andare la bocca sul membro del suo fauno dimenandosi sul viso che serrava fra le cosce e mugolava, mugolava. . .
- Prendi. . . prendi. . . Diceva l'altro alla mia amante.
- Mhhh. . . oh siii. . . Erano le voci che provenivano dalle coppie in delirio. Lentamente abbassai il corpo leggero fino a sfiorare il sedere della fanciulla col membro gonfio.
- Oh dammelo! Disse. Guidai il pene sotto la vulva matida, le sue gambe allentarono la presa. . . La ragazza scivolò su di me strofinando i seni contro il mio petto.
- Ahh com'é grosso. . . Continuò a scivolare sul membro che allargava le sue carni facendola gemere.
- Ahh é. . . duro. . . lungo! Sospirò, strinse le gambe alle mie anche e implorò:
- Amore, fammi godere. . . oh scopami!
Le mie mani sostennero la bella mentre muovendo le reni cominciai a scorrere avanti e indietro nella vulva in calore e talmente bagnata che subito prendemmo piacere, ben presto il nostro coito divenne frenetico facendo compiere ad entrambi movimenti convulsi. Ad ogni colpo, alla bella sfuggiva un grido di gioioso piacere che copriva ogni altro rumore.
- Mhh hai un cazzo stupendo. . . mi riempie. . . che bello. . . ahhh. . . dammelo. . . dammelo . . .
Si agitava saltellando sul membro, assecondandone la penetrazione, mi leccava le labbra suggendo la lingua che tendevo. Le mie mani plasmavano il culo sodo facendolo andare su e giù sul membro che scivolava fra le cosce della fanciulla estasiata che si muoveva felice. Il suo piacere colava, bagnando i miei testicoli e le dita che senza ritegno esploravano le chiappette strette, non protestò quando accarezzai l'ano ma sospirò:
- Ohh. . . se fai così. . . Premetti, violando il bel culetto, scorrendo in esso col dito teso.
- Amore. . . ahhh sto godendo. . . ahhh. . . ahhh. . .
I suoi lamenti squarciarono il silenzio di quella notte straordinaria e sfociarono in un urlo.
- Ahhhh. . . godo. . . godooo! ! !
Venne abbandonandosi contro di me. Continuai a penetrarla finche con un grido rauco iniziai ad eiaculare schizzando nel suo ventre lunghi getti che resero la vagina della giovane talmente scivolosa che godemmo entrambi fino alla fine.
Mi appoggiai al lampione sostenendo la fanciulla ansante che lentamente ritornava in se mentre il pene ancora conficcato nel suo grembo si afflosciava piano piano. Deposi a terra il mio fardello e abbracciati ritornammo verso il gruppo che aveva assistito in silenzio alla fine del nostro piacere. Gina si alzò.
- Amici, questa notte é accaduto qualcosa che nessuno si aspettava. Senza volerlo ci siamo scambiati i partners, credo con soddisfazione di tutti. Propongo se siete d'accordo, di lasciare da parte ogni ipocrisia e di continuare. . . Cosa ne dite? Mi chiamo Gina, il mio amico Furio. Disse indicandomi.
- Io sono Marco, la mia ragazza é Nadia. Disse il giovane che si era intrattenuto con la mia amica indicando la brunetta, l'altro giovane si alzò.
- Luigi. Disse, guardai la bionda.
- Selen, piacere! Vi fu un momento di comprensibile imbarazzo poi la bionda rise guardando le gambe della bruna, indicò le gocce di sperma che scendevano rigando l'interno delle sue cosce.
- Potete pulirvi alla fontana, laggiù ma fate presto!
Ci lavammo alla fontanella, quando ritornammo Selen ci diede per asciugarci dei fazzoletti di carta.

Le coppie si riformarono quasi naturalmente. Luigi fece sedere la mia donna sulle sue ginocchia, Marco asciugò le gambe della brunetta che si accoccolò sul suo grembo cingendogli il collo. La bionda mi sorrise, la seguii verso il parapetto dove ci appoggiammo.
Un rumore cupo giungeva dalla città ai nostri piedi, dissi esprimendo il mio pensiero:
- E' bellissimo, in una notte cosi, tutto può accadere, non trovi?
Si voltò e fissandomi con grandi occhi azzurri sussurrò:
- Si, credo sia stata Gina sbarrando il viottolo, é come se avesse tagliato fuori il mondo reale. Ora siamo nel mondo dei nostri sogni dove si può stare nudi e godere liberamente.
Avvicinai il mio viso e parlai sfiorando le sue labbra.
- Nei miei sogni le ragazze non mi negano nulla.
Aveva le labbra morbide, quando la baciai chiuse gli occhi. Fu un bacio breve. Sussurrò:
- Nei miei sogni, gli uomini mi accarezzano, si lasciano toccare poi mi fanno. . . tutto! Sogno di essere la pornostar che si chiamava come me, gli somiglio?
Si sollevò voltandosi. Si, gli somigliava nel fisico, nello sguardo ridente pieno di sottintesi. Le braccia e le gambe erano ben tornite, i seni prosperosi ma fermi, la vita era sottile, i fianchi voluttuosi. . . Il biondo cespuglio che copriva a malapena il suo pube aveva riflessi di rame. . .
- Si, somigli a Selen ma sei ancora più bella! Dissi ammirato.
- Allora, ti piaccio? Chiese compiaciuta davanti al mio sguardo.
Il pene che entrava in erezione era la più eloquente delle risposte. La ragazza segui sorridente il membro gonfiarsi, tendersi, lo guardò alzarsi, irrigidirsi. . . Quando lo vide ben teso esclamò:
- Ohh. . . E' come nei miei sogni!
Mi fissava mentre portavo le mani alle sue spalle. Accarezzai il collo scendendo lentamente sul petto gonfio, i seni erano caldi, sodi, esplorai lungamente le mammelle generose. Al tocco delle mie dita sui suoi capezzoli, la sentii tendersi. Sospirò e senza lasciare i miei occhi posò le mani sul mio petto, le dita leggere come piume danzarono sui miei capezzoli irritandoli tanto che divennero piacevolmente dolenti.
- Ci sai fare cara. . .
- Mi piaci sai?
Era bellissimo, ci accarezzavamo eccitati dall'atmosfera densa di sensualità senza sfiorarci coi nostri corpi, udivamo alle nostre spalle le grida di gioia delle femmine in amore, le esclamazioni rauche dei maschi. . . Vedendomi chinare il viso sul suo petto, la giovane portò le mani sotto i seni sollevandoli.
- Si, prendili amore!
Incappucciai con la bocca una delle punte bagnando di saliva il bottoncino dolente, vi passai adagio la lingua. Era teso e vibrante, la bionda sospirò spostando il busto per darmi l'altro seno. Diedi sollievo anche all'altro suo capezzolo finche si scherni.
- Come sei caro, ora tocca a te!
Mi raddrizzai, lei chinò il capo posando la bocca sul mio petto. Fu bellissimo, le labbra morbide imprigionarono il mio bottoncino, poi la sua lingua lo fece vibrare danzando su di esso. Provai un piacere sottile che acuì il desiderio del mio pene. Mi offrì la bocca, ricevette la mia lingua, la accarezzò, la succhiò poi si lasciò esplorare, la respinse per leccarmi le labbra, le gengive, spinse la sua nella mia bocca, accarezzò il mio palato poi me la diede perché la suggessi.
Durante quel bacio le nostre mani si erano fatte avide, percorrevano le schiene, palpavano le natiche, scendevano lungo le cosce. . . Le nostre bocche si separarono.
- Selen, sei stupenda!
- Anche tu amore. Mi piace come mi baci, come mi accarezzi, continua. . .
Posai la mano sul suo ventre. Lei fissandomi negli occhi, posò le sue sul mio, la mano scesero fino ad incontrare i suoi peli, dischiuse le gambe, gli occhi abbandonarono i miei per posarsi sul mio pene, le mie dita si fecero strada nel soffice cespuglio, sul lieve monticello, incontrarono i peli umidi, poi la dolce fessura. La bionda con entrambe le mani si era impossessata del pene, lasciò le mie dita esplorare il suo sesso, cercare il clitoride. . .
Era teso, eccitato, lei gli occhi nei miei occhi muoveva piano le mani sul fallo gonfio di desiderio, strinse il pugno per provarne la consistenza, i suoi occhi esprimevano ammirazione, disse:
- Hai un bel cazzo! Nei tuoi sogni, le ragazze cosa ne fanno?
- Lo accarezzano come fai tu, poi lo vogliono in bocca. Gli occhi non si mossero.
- Vuoi che ti faccia un bocchino? E tu, cosa mi farai?
Lo chiese in tono scherzoso ma avvampò quando risposi:
- Ti bacerò fra le cosce e . . . quando sarai pronta, ti farò godere!
Non batté ciglio ma mi guardò lungamente.
- Anch'io voglio scopare, ma non in piedi é troppo scomodo!
Decisi di essere brutale.
- Perche no? Ti volterai cosi potrai prendere il cazzo nella fica e anche nel sedere!
Si schernì offesa:
- Per chi mi hai presa, non lo farò mai!
Malgrado le sue parole, non smetteva di manipolarmi, replicai:
- Nei miei sogni le ragazze se lo lasciano fare, anche questo é un sogno, nei sogni tutto é permesso, non é forse vero? Nei tuoi sogni, cosa ti fanno gli uomini?
Le belle labbra fecero una smorfia buffa.
- Mi fanno quello che hai detto tu!
Senza aggiungere altro, pose le mani sulle mie anche e lentamente si chinò. La fluente chioma mi impedì di vedere ma sentii le labbra calde aprirsi sulla mia cappella e scendere in una lunga carezza sul membro rigido.
- Ohhh . . . Barcollai, dovetti appoggiarmi alla ringhiera.
Doveva essere veramente un sogno, la brunetta con la schiena appoggiata al lampione subiva delirando l'assalto di uno dei giovani maschi che la penetrava con lunghi colpi di reni. La mia donna con viso estasiato era girata verso di noi e seduta cavalcioni sulle ginocchia dell'altro giovane ne cavalcava il membro sobbalzando convulsamente.
Quella scena sconvolgente aumentò la mia lussuria. Protesi il ventre alla bocca avida della bionda lasciandomi cullare dalle sensazioni che mi davano le labbra dolcissime. Il capo di Selen si muoveva su e giù ingoiando il membro, succhiandolo mentre sospiravo estasiato.
- Ohh amore. . . amore. . . Fu un fellatio estenuante che mi fece perdere la nozione del tempo. Quando la bionda lasciò il pene ero tutto un fremito. Disse:
- Ti é piaciuto? Ora fallo a me!
Si alzò. Le labbra sorridenti erano bagnate, mi scostai. Lei prese il mio posto contro la ringhiera, il mio pene pulsava ancora mentre baciavo le labbra che mi avevano dato tanto piacere. Mi respinse con dolcezza e divarico le gambe le sue mani scesero lungo le sue anche, le lunghe dita scostarono i peli denudando il sesso.
- Vieni! Disse in un soffio.
Mi inginocchiai e passando le mani dietro le sue cosce avvicinai il viso. Le dita della bionda premettero ai lati della vulva aprendone le labbra, non aspettai e pieno di libidine, applicai la bocca alle carni delicate.
- Oh si. . . si. . . cosi! Fammi sentire come la baci. . . Ahhh! ! !
Urlò sentendosi frugare dalla lingua che come un assetato facevo andare nello spacco aperto mischiando la mia saliva agli umori che stillava il suo sesso in calore.
- Ohh prendila tutta! Mhhh. . . E' bello sentirsela leccare prima di ricevere il cazzo.
Aprì le cosce in modo osceno per far posto al mio capo sospirando:
- Oh leccami. . . fammi godere, poi. . . fammi quello che vuoi!
Spinsi la lingua nella vagina. Il piacere fece vacillare Selen, le cosce che accarezzavo erano calde, lisce, sollevai le mani a palpare il sedere. Serrò le cosce sul mio viso e quando mordicchiai il clitoride urlò:
- Si. . . si. . . Gemeva mentre flagellavo a piccoli colpi la crestolina dura. Poco dopo respinse il mio capo, mi alzai, Selen stravolta guardava il membro teso.
- Amore. . . prendimi subito! Esclamò voltandosi.
Si aggrappo alla ringhiera, fece un passo indietro, divaricò le gambe e inarcandosi protese la groppa.
- E cosi che mi vuoi?
Guardai incantato i glutei apertì, indifesi, le gambe tese e alla loro giunzione il sesso socchiuso contornato dai peli che la mia saliva aveva incollato alla pelle. Vedendo la bionda in quella posizione sentii nel pene un desiderio irrefrenabile.
- Oh cara, hai una fica e un culo stupendi!
Mi avvicinai e senza che lo guidassi il glande si trovò fra le labbra della sua vulva. Appoggiai le mani sulle sue anche e con un colpo di reni affondai nel calore delle sue carni.
- Ohhh. . . é stupendo! Ti prego, fammi godere. Ahhh. . . cosi!
Mi ero ritirato e adagio per sentire la carezza della vagina su tutto il membro ero nuovamente entrato in lei schiacciando il ventre contro il suo sedere e con lenti movimenti delle reni continuai il coito della bella aiutato dalle ondulazioni della ragazza estasiata.
- Ohhh. . . ‚ cosi che voglio essere scopata. Oh. . . ohhh. . . lo sento il tuo cazzo! Ohh mi soddisfa . . mi soddisfa . . .
- Oh, mi piace entrare nella tua meravigliosa fica. Oh prendilo. . .
I miei colpi scuotevano la bella facendo oscillare i seni pesanti, mi protesi sulla sua schiena e afferrai le mammelle, schiacciandole, pizzicando i capezzoli mentre il pene scorreva sempre piu veloce nel ventre della ragazza che urlava il suo piacere.
- Ahh. . . entra tutto, non avevo mai scopato cosi. . . ah. . . ahhh. . .
Era bello sentirla tutta contro di me, le sue cosce contro le mie, il mio ventre che batteva contro le sue natiche ad ogni colpo mentre il piacere saliva nella giovane estasiata che ne volle ritardare la fine.
- Oh amore. . . é troppo bello, cosi mi fai venire, fermati!
Arretrai estraendo il pene e sollevandomi. Aspettai che la ragazza prendesse fiato, quando si fu calmata, voltò il capo per dire:
- Non credevo, oh é eccitante scopare con te!
Un lieve rossore colorava le sue guance, non cambio posizione, rimanendo a gambe divaricate anche quando vide con quanta cupidigia guardavo il sesso che avevo appena lasciato e la rotondità dei glutei protesi come un'offerta.
- Cosa guardi, oh smettila! Disse fingendosi arrabbiata.
Ma rimase ferma anche quando senti le mani dietro le cosce, risalire, palpare il sedere. La vulva ancora palpitante mostrava fra le labbra sporgenti la carne rosea luccicante di umori e l'ingresso del grembo ancora socchiuso. I lunghi peli biondi erano bagnati, vidi il tratto nudo del pelvo e la conturbante depressione. Piccole pieghine disposte a raggiera guidavano lo sguardo sulla delicata rosellina dell'ano che mi eccitava follemente. Sfiorai col pene i caldi emisferi dicendo:
- Guardavo il buco del tuo culo. Lo sai cosa farò adesso? La vidi avvampare.
- Si ma. . . non dirlo!
Fremette al contatto del glande che passai più volte nel solco delle belle natiche, non si ribellò alla singolare carezza ma sospirò:
- Piano. . .é la prima volta!
Ora che era consenziente non avevo fretta. Strofinai più volte la verga nei suoi glutei soffermandomi sul duro bottoncino che resi scivoloso col liquido del suo piacere, infine lo puntai. Sentii contro il glande le pulsazioni dell'ano che stavo per violare mentre la ragazza tremava trattenendo il respiro, le mie mani si posarono sui suoi seni, scesero lentamente sul ventre, accarezzarono le sue anche, afferrarono le sue cosce. . .
Mi raddrizzai, la verga fra le natiche della femmina era dura, pulsante di desiderio. Spinsi prima piano, poi davanti alla resistenza dello sfintere che la ragazza stringeva istintivamente, sempre più forte. Selen aprì la bocca senza emettere nessun suono, vidi la verga avanzare nelle chiappe candide, vi fu un lungo gemito poi:
- Ahiaaa . . . Urlò la bella mentre il membro forzandolo apriva l'ano e affondava nei caldi emisferi. La ragazza era rimasta tesa per tutto il tempo rendendo la penetrazione dolorosa per entrambi, capii di essere tutto dentro di lei quando i miei testicoli poggiarono contro la sua vulva umida..
Stringeva ancora i muscoli serrando la base della verga imprigionandomi incollato a lei; sentendola ancora tremare volli rassicurarla.
- Selen cara, sono dentro di te. . . ora devi rilassarti. Ti ho fatto male?
Scosse la testa.
- No. . . é che l'ho sentito cosi grosso che. . .
Rise nervosamente. Mi chinai sulla sua schiena sussurrandole all'orecchio:
- Mi é piaciuto subito il tuo sedere, ora lasciami godere dentro!
Piano piano l'ano si rilassò. Ritirai adagio la verga e lentamente l'affondai.
- Va bene cosi? Chiesi, l'ano aveva piacevolmente accarezzato il mio pene come prima lo aveva fatto la sua bocca.
- Si. . . si. . . Rispose la bella.
Ritirai ancora la verga e l'affondai nelle natiche aperte e ancora, ancora. . . Ora il membro scorreva liberamente nel culo che la bionda aveva concesso alla mia lussuria.
- Ohhh. . . Esclamava ogni volta che la verga sprofondava nelle sue viscere. Dopo alcuni colpi, uscii dal bel deretano e flettendo appena scivolai nella vulva ancora aperta.
- Ohh sii . . . così amore. . .
La sua vagina era calda, accogliente, mi procurava un piacere diverso ma ugualmente intenso. Selen gridava la sua gioia rivolta alla città illuminata, dimenando le anche, venendo incontro al membro, ritirandosi quando indietreggiavo, protendendosi per sentirlo scorrere per tutta la lunghezza nella fica aperta. Le sue grida aumentarono di intensità ma prima che raggiungesse il culmine del piacere mi ritirai per puntarlo nelle natiche aperte e pronte. Selen sospirò:
- Ohhh. . . sai come farmi godere!
Questa volta il membro scivolò dilatando dolcemente l'ano, la ragazza sospirò:
- Ohhh. . . adesso comincia a piacermi. Mhhh. . . mhhh. . .
Ora mi riceveva con grida che mi eccitavano follemente così che ad ogni colpo di reni il piacere saliva, saliva. . . Mi fermai prima di varcarne la soglia ed estrassi la verga.
Attesi alcuni istanti prima di immergerla nella morbidezza della sua vulva.
- Ohh amore. . .
Perdemmo entrambi la nozione del tempo, fu un coito straordinario al quale la ragazza partecipava ondulando, protendendo il culo bellissimo al cazzo che riceveva nella fica e fra le stupende natiche che stringeva, rilassava accarezzando il mio pene in modo stupendo.
Il membro andava dalla fica all'ano, le grida della bella si mescolavano ai miei rantoli di piacere ma era troppo bello per durare, Selen ne varcò per prima la soglia, sentii la vagina stringersi in lunghi spasimi mentre le sue urla squarciavano la notte.
- Ah godo amore. . . sto venendo! Adesso. . . adesso dai. . . Ahhh. . . ahhh. . . ahhh. . .
La penetrai con grandi colpi di reni per tutto il tempo del suo orgasmo che fu lunghissimo, poi le contrazioni si affievolirono e cessarono. Selen ansante voltò il capo.
- Oh caro, non avevo mai goduto cosi. Non sei venuto. . . oh non rimanere così. . . Oh amore, vuoi ancora godere nel mio culo? Dai, cosa aspetti?
Estrassi piano la verga dal caldo ventre e la puntai nelle sue natiche spingendo adagio per gustare la lunga carezza dell'ano.
- Oh si. . . grazie per volermelo ancora dare! Ohhh. . .
Bastarono pochi colpi e gia ripresi ad ansimare, Selen mi assecondò stringendo e rilassando l'ano. Fu bellissimo, man mano che il piacere saliva la inculavo sempre più freneticamente finché con un grido rauco cominciai ad eiaculare. Godetti lungamente scaricandomi nel sedere che la bella mi aveva così graziosamente concesso.
Ci lavammo alla fontanella sotto gli occhi ironici degli altri che avevano assistito al nostro piacere poi ci rivestimmo e ritornammo in città ma non prima di esserci scambiati i numeri telefonici.
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