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Memorie - Cap. 9: Un'avventura di Sandra.


di Giangi57
28.08.2022    |    406    |    0 6.0
"- Cara, sei sciupata, studi troppo! Devi anche pensare a divertirti! Se sapessero! Ora vi lascio e vi bacio tutti e due, ciao..."
Un'avventura di Sandra.

Durante la settimana che segui non incontrai la mia amica. Ci telefonammo più volte, ero preso dal lavoro che si era accumulato, solo la sera mi veniva la nostalgia delle ore liete trascorse in compagnia di Gina e della bella Nigeriana. Aspettavo il fine settimana per potermi dedicare con la mia amata ai piaceri del sesso.
Quel sabato mi alzai di buon umore pregustando già l'incontro con la mia dolce amica. Gina mi aveva telefonato dicendo che la giovane Sandra si era fatta viva con una lettera particolarmente piacevole, pensavo alla ragazza mentre facevo la doccia augurandomi che avesse trovato un giovane adatto a lei. Mi vestii e mi recai dalla mia donna. Gina che aveva udito l'ascensore aprì subito la porta facendomi entrare.
- Finalmente! L'aspettavo sa?
Chiuse la porta e mi gettò le braccia al collo. Si lasciò baciare abbandonandomi la bocca voluttuosamente socchiusa. Quando si staccò, i suoi occhi luccicavano.
- Venga! Disse precedendomi lungo il corridoio.
Indossava la camiciola scura che le avevo regalato al nostro primo incontro, ancora una volta ammirai il suo splendido corpo, l'indumento trasparente lo rivelava in modo così conturbante che quando varcai la soglia della camera da letto ero in erezione.
Mi spogliai rapidamente. Sorrise compiaciuta vedendomi avvicinare col pene teso, si lasciò sfilare il leggero indumento strusciandosi come una gatta mentre la stringevo per sentire contro il ventre la mia eccitazione.
- Oh caro . . . come ti desidero!
La spinsi sul letto lasciando vagare le mani sulla sua splendida nudità. Mi lasciò fare finché non tentai di possederla.
- Non sia impaziente! Non vuole sentire quello che dice la nostra Sandra?
Si alzò, prese dal comodino una cassetta, accese lo stereo e l'introdusse nel registratore poi salì sul letto e chinandosi su di me disse:
- La piccola ci ha inviato una registrazione accompagnata da una lettera nella quale ci raccomanda di ascoltarla insieme. Dice che capiremo.
Allungò la mano e fece partire il registratore. La voce fresca e gioiosa della ragazza riempì la stanza come se la giovane fosse davanti a noi.
" Ciao Gina e anche tu Masi, mi piace pensare che mentre mi ascoltate vi accingete a fare all'amore. Io l'ho fatto oggi e non ho resistito al desiderio di raccontarvi tutto."
Cominciò la sua narrazione che ben presto divenne piccante, la giovane non tralasciò nessun particolare, nemmeno i più scabrosi, cominciò:
" Spero che lo stiate facendo mentre mi ascoltate perché solo così posso osare raccontarvi quello che mi é successo senza vergognarmi. Sono nuda e mentre vi parlo mi accarezzo, così sarà come se fossi insieme a voi.
Erano settimane che speravo di trovare l'occasione per sfogarmi, mi avete abituata troppo bene e la lunga castità alla quale mi costringe la severità dei miei genitori mi aveva messo in corpo una voglia tale che vi sognavo tutte le notti, poi all'improvviso . . .
I miei aderirono ad un'escursione organizzata, trovai la scusa che ero stata rimandata e che avrei approfittato della giornata per studiare. Li accompagnai all'autobus.
Fra le persone che partivano vi erano anche due signore nostre vicine di spiaggia coi loro mariti; quando l'autobus fu lontano, vidi che i due uomini erano rimasti a terra. Mi salutarono gentilmente e mentre ritornavamo, mi invitarono a colazione.
Lascio da parte i preliminari, le chiacchiere sul caldo e il pretesto puerile che accamparono per convincermi a seguirli nella casetta che le due coppie avevano affittato per le vacanze. Erano sulla trentina, molto simpatici, apparecchiarono sul terrazzino il cui parapetto era abbastanza alto da proteggerci da sguardi indiscreti.
Furono molto corretti, facemmo colazione con the e biscotti chiacchierando piacevolmente, mi misero a mio agio trattandomi come un'amica. Aiutai a sparecchiare poi uno di loro, Carlo, disse che faceva troppo caldo per andare in spiaggia e che potevamo prendere il sole anche lì.
Il terrazzino era ampio, accostarono due materassini gonfiabili invitandomi ad accomodarmi. Mi tolsi la camicetta e la gonna, anche loro si misero in costume. Mi sdraiai la faccia in giù e slacciai le spalline del costume intero che indossavo, Carlo si allungò accanto a me, l'altro, Remo, si inginocchiò dall'altra parte, ad un certo punto osservò:
- Scusi ma . . . le rimarrà il segno del costume. Si scopra, se teme di scottarsi possiamo spalmarle dell'olio solare. Permette vero?
La sua mano si posò sull'alto della mia schiena, annuii col capo, sentii scorrere la cerniera giù fino alle reni, sollevai il busto, il costume si aprì, lo fecero scivolare in fondo alla mia schiena. Girai il capo verso di lui, lo vidi armeggiare con un boccettino poi rabbrividii al contatto del liquido sulla mia pelle.
Cominciò a spalmarmi le spalle con mani leggere. Chiusi gli occhi, era piacevole sentirle scorrere lungo la mia schiena, scivolare soavi come carezze. Scendevano lente, sempre più giù coprendomi di olio profumato, raggiunsero le reni, si soffermarono sull'orlo del costume.
- Attenti alle macchie d'olio! Dissi preoccupata per l'indumento.
- Ha ragione signorina, la cosa migliore sarebbe toglierlo del tutto!
Sollevai il sedere, sentii la stoffa scivolare lungo le mie gambe. Girai il capo, anche Carlo si era sollevato, entrambi mi guardavano. Vi fu un momento di imbarazzo poi i due si tolsero i calzoncini. Oh Gina com'erano belli! Non potei impedire al mio sguardo di scendere ai loro ventri. I loro peni pendevano fra le gambe muscolose e già si stavano gonfiando! Distolsi lo sguardo nascondendo il viso fra le braccia e aspettai.
Il mio cuore batteva come impazzito, eravamo nudi capite? Ero conscia che la natura avrebbe fatto il suo corso e non sapevo come comportarmi con due uomini, ma confidavo che mi avrebbero aiutata. Le mani continuarono a vagare sulla mia schiena poi sentii gocciolare l'olio sulle mie gambe e le mani dell'altro che lo spalmavano.
Mi rilassai, i due mi ungevano coscienziosamente; le mani sulle gambe massaggiavano i polpacci, le cosce. . . Le dischiusi alle mani che ne unsero l'interno, sentii le gocce sul sedere. L'olio colando fra le mie chiappette mi fece venire la pelle d'oca.
- Signorina, non vogliamo che si scotti proprio li. Permette vero?
Le mani indugiarono all'interno delle mie cosce, sfiorarono la passerina che già si era inumidita, risalirono il sedere, dita indiscrete si insinuarono separando i glutei, seguirono il solco per tutta la lunghezza fino al mio buchino. Sospirai, una voce disse:
- Si volti, la prego! Mi girai sulla schiena.
I due avevano una strana espressione, ma fu alla vista delle loro verghe rigide che capii che la finzione era finita. I loro occhi vagavano liberamente sulle mie tettine scendendo al mio ventre poi attirati come da una calamita fissarono il mio pube i cui peli mostravano alla giunzione delle cosce la macchia umida sotto la quale fremeva la mia fichetta.
- Signorina, lei é . . . bellissima!
Posò il flacone che aveva in mano, si chinò e prendendomi in braccio si avviò mentre l'altro apriva la porta.
- Dove mi portate? Chiesi poggiando il capo sul suo petto.
- In camera, sul letto. . . Non tema, la tratteremo come una regina!
Attraversammo una sala e entrammo in una stanza in penombra. Remo tirò su la persiana avendo cura di rendere impenetrabile la stanza agli sguardi esterni, Carlo stava per depositarmi sul letto, dissi:
- Mettete qualcosa altrimenti si ungerà d'olio.
L'altro corse fuori e ritornò con un asciugamano sopra il quale fui deposta. Sentii la stoffa ruvida contro il dorso, ero sdraiata sul bordo del letto, i miei piedi sfioravano il pavimento. Uno di loro si chinò su di me.
- Sa cosa vogliamo? Annuii, la voce chiese ancora:
- Desidera che uno di noi rimanga fuori. . . oppure . . .
Esitai, fremevo al pensiero di essere alla mercè di due uomini arrapati ma erano così gentili che non volli offendere nessuno di loro e poi. . . Gina, avevo una tale voglia che anche se fossero stati dieci . . . Risposi col fiato corto:
- Rimanete ma. . . vi prego!
Silenzio poi delle mani dolcissime si posarono sul mio petto, le labbra dell'uomo furono sulle mie. Aprii la bocca, subito una lingua si insinuò fra i miei denti cercando la mia lingua. Fu bellissimo, altre mani si posarono sulle mie cosce accarezzandone l'interno poi sentii una bocca calda sul mio ventre. . .
Succhiai la lingua dal sapore di tabacco, il profumo dell'olio saliva dalla mia pelle, sentivo l'alito dell'uomo che lentamente lambiva il mio ombelico scendendo a piccoli colpi verso la mia intimità. Le mani presero i miei piedi, li poggiarono ai lati del mio sedere allargandomi le cosce poi. . . la lingua scese fra i miei peli.
Oh Gina, sapevano come trattarmi! Sospirai nella bocca dell'uomo, lui suggendomi voluttuosamente la lingua accarezzava piano i miei seni. Sotto le sue dita i capezzoli si tesero diventando ben presto così dolenti che mi sfuggì un gemito, lui allora spostò il capo. Chiusi gli occhi per il sollievo che mi dava il calore umido della sua bocca. Tesi il petto felice di sentire la lingua giocare col mio capezzolo, suggendolo, flagellandolo, facendolo vibrare.
L'altro, Carlo, dopo aver coperto il mio pube di saliva spostò la bocca lambendomi gli inguini, scendendo adagio verso l'interno delle cosce che manteneva aperte. Le dita accarezzarono le labbra gonfie della mia passera facendola fremere di desiderio, si sollevò. Capii che guardava il mio sesso, sentii il suo alito mentre diceva:
- Sei stupenda! Sei bellissima e così eccitante. . .
Con un sospiro puntai i piedi e mi sollevai alla sua bocca. Le mani mi presero sotto il sedere mantenendomi sollevata poi il suo viso si tuffò fra le mie cosce. Gemetti di piacere; la lingua passò e ripassò nello spacco aperto della mia fichina, lambì il clitoride che sentivo teso. . . L'uomo che lambiva i miei seni girò il capo verso il compagno poi si voltò verso di me per chiedere:
- Va bene cosi? Ti piace?
Non risposi ma annuii con la testa poi allungai la mano, incontrai le sue gambe, le risalii, trovai i testicoli, percorsi la sua verga, la strinsi attirandola verso di me.
- Lo voglio capisci? Vienimi sopra!
Prese un cuscino poi un'altro, li pose sotto il mio capo. . . Salì sul letto le ginocchia ai lati del mio busto, mi guardò mentre strofinavo il pene sui miei seni. I capezzoli si flettevano al passaggio del glande poi scattavano, vibravano. . . Oh com'era bello quel membro, lungo e così duro! Vidi che fissava le mie labbra.
- Si. . . dammelo!
Appoggiò le mani dietro il mio capo e si chinò. Aprii la bocca, lui spinse sulle reni. Lo desideravo talmente che quando lo sentii scivolare fra le labbra volli trattenerlo, afferrai l'uomo dietro le cosce mentre la mia lingua esplorava la verga tesa, il glande gonfio. . . Non trattenni il mio desiderio, si, succhiai il suo pene! L'uomo sospirando esclamò:
- Ohhh cara. . . permettimi di godere nella tua bocca!
Era quello che volevo! Chino su di me col suo petto muscoloso, era bellissimo! Mugolai il mio consenso, le mie mani allentarono la loro presa, il pene scivolò fuori e affondò lentamente fino in fondo alla mia gola. Mi piaceva accarezzarlo con le labbra mentre la lingua lo manteneva premuto al palato, così che tutta la bocca partecipava al 'fellatio' del bel membro.
Lo succhiai voluttuosamente stimolata dalla lingua che esplorava la mia fichina. L'uomo sospirava in estasi guardando il suo pene ingoiato dalla bocca di quella ragazza così compita mentre era coi genitori e che ora mugolava con le cosce spalancate, gioendo per la lingua che frugava il suo sesso, sbavando sul membro che entrava e usciva dalla bocca che credeva virginale.
Si cara Gina, godevo senza ritegno! Sentivo la fica in fiamme sotto l'uomo che la baciava spingendo la lingua così a fondo che il sentirla scorrere nella vagina mi faceva gemere sul pene che empiva la mia bocca. Avrei voluto che sul soffitto ci fosse uno specchio per vedermi, avrei visto quando Carlo volle prendere anche lui la sua parte di piacere, quando alzandosi avvicinò la verga puntandola fra le mie cosce. Ne sentii il turgore mentre strofinava il glande nel taglio separando le labbra della fica che la sua bocca aveva sapientemente preparato.
Oh come me lo fece sospirare! Lo volevo subito, sollevai il ventre, lo ondulai esibendo il sesso aperto. Ma lui si divertiva nel vedermi così spalancata limitandosi a strusciare la cappella nella fica viscida, arrivando a passarla in mezzo alle mie chiappette sollevate e indifese, fino a premere sull'ingresso del mio culetto.
Almeno l'avesse infilato! Invece lui dopo aver stuzzicato il mio buchino riprese quel gioco perverso rendendo la mia fica grondante di desiderio. Mi sfogavo gemendo sul membro che scorreva nella mia bocca, trattenendolo per succhiarlo rumorosamente. Remo sospirava in estasi poi si sottrasse poggiando il glande sul mio viso.
- Oh Carlo. . . fottimi, ti prego!
Il mio fu quasi un urlo. L'uomo si intenerì, prese le mie gambe, le poggiò ai lati del suo collo e. . .
- Ohhh come sei calda!
- Ahhh. . . si. . . siii! ! ! Urlai mentre il membro apriva la mia vulva e scivolava lentamente. Non avevo mai desiderato tanto essere penetrata e ora che era dentro avrei voluto che avesse la consistenza e la resistenza del tuo cazzo caro Furio.
- Ohhh. . . anche tu, dammelo ancora!
Piena di libidine afferrai il membro di Remo, aprii la bocca e lo introdussi succhiandolo dolcemente.
Quello che successe lo potete immaginare, i due mi montavano estasiati e malgrado la loro lussuria usarono una delicatezza tale che i loro membri provocarono in me soltanto piacere. Ero così felice che ben presto la stanza fu piena delle grida gioiose del mio godimento; mi agitavo assecondando il movimento dei due maschi, rendendo la loro penetrazione così piacevole che ansimavano per il godimento che saliva dai peni che scorrevano nella mia passerina e nella mia bocca.
Fu un coito lunghissimo che i due prolungarono ad arte, fermandosi per lasciarmi prendere fiato, riprendendo la monta appena mi calmavo. Carlo scoprì che anche il mio posteriore era sensibile alle carezze, prese a palpare apertamente il mio culetto passando le dita sul buchino reso scivoloso dal piacere che colava dal mio sesso in calore, saggiandone la consistenza, facendomi inarcare. . .
Remo attirato dalle mie tette vi passava il pene bagnato per poi introdurlo nuovamente fra le mie labbra. Presto il mio piacere divenne incontrollabile, liberai la bocca per urlare:
- Ahhhh sto per venire! Mhhh. . . mhhh. . . fate forte. . . Oh godo. . . godooo! ! !
Per i due maschi era giunto il momento, raddoppiarono i loro colpi. Gli spasimi del mio orgasmo sollecitarono talmente il pene che scorreva nella mia vagina che Carlo urlò:
- Ahhh. . . prendi. . . ahhh. . .
Un getto caldo irrorò il mio utero, succhiai il membro che avevo in bocca.
- Attenta! Oh cara. . . Ansimò Remo iniziando ad eiaculare.
Oh Gina! I due mi riempirono di sperma, fu sconvolgente sentire come i loro cazzi si liberavano sobbalzando; era come se il getto che schizzava nella mia pancia salisse lungo il mio corpo e empisse la mia bocca debordando dalle mie labbra.
Il mio godimento fu lunghissimo e anche il loro! Continuarono a montarmi eccitati dalle mie grida di gioia mentre mi prodigavo sollevando e abbassando le reni, la fica e le labbra lubrificate dallo sperma mentre il loro membri continuarono a scorrere scaricando tutto il loro piacere. Si fermarono rimanendo dentro di me.
A poco a poco i due persero il loro turgore afflosciandosi. Carlo uscì dalla mia vulva, sentii lo sperma colare fra le mie chiappette, la mia bocca era colma di un liquido denso. . . Remo liberò il pene ormai molle, mi vide ingoiare il suo sperma arrossendo confusa.
Mi aiutarono ad alzarmi, Remo con un lembo dell'asciugamano pulì il mio mento. Seguii i due nel bagno, le mani fra le cosce a trattenere il liquido che colava dalla mia fichina e filtrando fra le dita gocciolava lungo le mie gambe. Anche fra le natiche ero bagnata!
I due ebbero la delicatezza di lasciarmi sola sotto la doccia. Li chiamai per lavarmi la schiena unta. . . Uscii per prima e mi asciugai, dopo qualche minuto si asciugarono anche loro poi suggerirono di andare in spiaggia."

"Erano le dieci quando presi posto sotto l'ombrellone, ero talmente rilassata che studiai persino. I miei due cavalieri arrivarono dopo una mezz’oretta, li salutai appena, come facevo sempre."
Sandra si interruppe, dopo un po sentimmo nuovamente la sua voce, era alterata come se parlasse correndo.
- Oh cari, mi sto. . . masturbando! Adesso infilo il vibratore nella fichina, lo accendo. Ah. . . mhhh. . . che bello!
Era quello il regalo di Gina. La ragazza aveva ragione, durante il suo racconto le nostre carezze si erano fatte sempre più audaci, man mano che la sua narrazione si faceva più piccante finché la nostra libidine raggiunse il culmine.
La mia amica si voltò cavalcioni su di me offrendo il sesso alla mia bocca, mi aggrappai al suo sedere applicando le labbra alla sua stupenda fessura, lei ondulando il bacino calò lentamente la bocca sul mio pene.
Fu un 'fellatio cunni linguae' meraviglioso, lento per permettere ad entrambi di gustare il piacere che saliva dai nostri sessi. Le labbra andavano su e giù sul membro rigido, le dita strette alla base ne tendevano la pelle rendendolo sensibilissimo al calore della sua bocca, le mie labbra suggevano adagio le labbra della bella fica fermandosi sul clitoride, leccandolo appena per risalire ad esplorare il taglio aperto, leccare le labbra pulsanti, saettare nella vagina.
Le cosce di Gina accarezzavano piacevolmente le mie guance, oh era bello baciare la sua vulva, sentirla liscia sotto la lingua che affondavo per ritirarla pregna del sapore del suo piacere. Gina manifestava il suo gradimento con lunghi sospiri, la sua bocca mi ricompensava scorrendo soavemente sul membro facendomi sentire la carezza della lingua sul gonfiore del condotto, il dolce risucchio delle sue labbra. . .
Le parole della ragazza accompagnarono il nostro piacere stimolandoci con la descrizione particolareggiata del suo amplesso. Quando ne narrò la conclusione, Gina e io eravamo agli stremi. Lo stereo diffondeva i gemiti della fanciulla, udivamo il ronzio del vibratore conficcato nella sua vulva. . .
La bocca che scorreva sul mio pene si fece vorace, mi lasciai andare al piacere che saliva leccando la fica palpitante della mia donna. Venimmo insieme accompagnati dalle grida di Sandra:
- Ahhh. . . la mia fichina! Mhhh. . . sto per venire. . . Mhhh. . . Gina! L'aggeggio che mi hai dato. . . l'ho affondato tutto. Ahhh. . . ihhh. . . mi scuote. . . Mhhh. . . avere la tua lingua sul grilletto e. . . il cazzo di Furio che mi schizza nella pancia. . . e mi riempie mentre godo.
Udimmo il suo orgasmo mentre noi avemmo il nostro. Era la prima volta che Gina godeva nella mia bocca, lo fece senza ritegno, a cosce spalancate mugolando il suo piacere, lasciandosi leccare in profondità mentre le sue dita si muovevano freneticamente su e giù sul mio pene. Sentii che mi suggeva il glande, che beveva lo sperma che sgorgava copioso; un liquido odoroso calò nella mia bocca, lo ingoiai continuando a leccare la bella fica, il clitoride, i peli che entravano nella mia bocca . . .
Le grida della ragazza soverchiavano i nostri rantoli poi a poco a poco si quietarono, il ronzio del vibratore si spense. Vi fu un lungo silenzio, la mia amante si sedette sul letto, arrossì vedendomi con le labbra e il mento bagnati, dall'altoparlante udimmo il respiro della fanciulla, poi nuovamente la sua voce:
- Avete goduto anche voi? Mi sono sbrodolata tutta, meno male che i miei sono usciti, così posso raccontarvi il resto, ma prima devo pulirmi un po. Mi scusate vero? Torno subito!
Vi fu uno scatto, Gina e io andammo in bagno per le necessarie abluzioni, quando ritornammo la mia amica accese nuovamente lo stereo.
" Dove eravamo rimasti? Ah si, alla fine della mattinata feci il bagno, mentre nuotavo mi accorsi che i due erano in acqua accanto a me. Per un pò rimanemmo in silenzio poi uno di essi fece l'invito che aspettavo.
- Signorina, sarebbe un onore se accettasse di trascorrere ancora un po di tempo con noi. L'aspettiamo?
Annuii di buon grado. I due uscirono dall'acqua per primi, fecero la doccia, quando mi misi sotto il getto erano scomparsi. Andai in cabina e mi cambiai, indossai un paio di mutandine asciutte sotto il copricostume e nient'altro. I due mi aspettavano sulla passeggiata, entrammo in un bar a mangiare un toast poi li seguii a casa loro.
Nella camera vi era una piacevole penombra, Remo aprì le persiane per dare maggiore luce, Carlo stese sul letto l'asciugamano che profumava di olio solare. Vi fu un attimo di imbarazzo poi Remo si avvicinò e indico col dito i bottoni del copricostume.
- Permette vero?
Non risposi, lui adagio li disfece ad uno ad uno. L'indumento si aprì. scivolò lungo il mio corpo e cadde, vidi che guardava i miei seni. allungai la mano alla sua camicia, l'aprii, accarezzai il suo petto villoso, lui si avvicinò, rovesciai la testa lasciandomi baciare.
Fu bellissimo sentire contro le mie tettine il solletichio dei suoi peli, la lingua che esplorava la mia bocca, la carezza delle mani che scendevano lungo la mia schiena, abbassavano le mutandine, palpavano il mio sedere. . . Quando si scostò per togliersi i calzoncini, Carlo prese il suo posto.
Era nudo, col pene rigido. Mi abbracciò premendo il ventre contro il mio, oh com'era eccitato! Al sentire il turgore del suo cazzo, ondulai piano offrendo la lingua alla sua bocca, me la succhiò muovendosi insieme a me, le cosce, i ventri uniti, strofinando il petto al mio per sentire i miei seni. I miei capezzoli si fecero così dolenti che mi sfuggì un gemito. L'uomo si scostò scusandosi:
- Ci perdoni cara, non vogliamo spaventarla, ma la desideriamo tanto. . . Non tema, non le faremo male. . . riceverà solo piacere!
Si sedettero sul letto. Le loro parole mi rassicuravano ma. . . erano nudi capite? Ed erano bellissimi, muscolosi, abbronzati, entrambi i peni erano eretti e vogliosi. . . Oh Gina, come li desideravo! Avrei voluto soddisfarli a turno ma non osai dirlo.
Mi tesero le mani chiedendomi di avvicinarmi; dovetti divaricare le gambe per far posto alle loro ginocchia che si toccavano. Mi fermai le gambe strette fra le loro arrossendo per la posizione che ero stata costretta ad assumere ma pronta ai loro desideri. Vedendo il mio turbamento sorrisero per rassicurarmi. Carlo disse:
- Cara, non vogliamo costringerla ma. . . abbiamo tanta voglia!
- Oh. . . anch'io!
Chinai il viso su uno di loro, fu un bacio dolcissimo, le nostre lingue si cercarono. Le loro mani si posarono sulle mie gambe, cominciando dai polpacci, li risalirono, superarono le ginocchia, furono sulle mie cosce. . .
Oh Gina, erano quattro le mani che sentivo su di me; spostai il viso offrendo la bocca all'altro. Le mani mi accarezzavano adagio sapendo che non potevo sottrarmi ne risalirono l'interno, sfiorarono la fichina che già si era inumidita. Sospirai nella bocca dell'uomo, tesi la lingua, lui me la leccò prima di succhiarmela.
Ohh che voglia avevo! Trovai naturale portare le mani ai loro membri, scostai il viso per guardarli, erano così belli, lunghi. . . Li strinsi, oh com'erano duri! Mi guardavano incantati, protesi il busto sui loro visi. Le mie mani cominciarono a scorrere su e giù sui cazzi trascinandone la pelle, le mie mammelline erano vicinissime, uno di loro vi pose la bocca, poi l'altro. . .
Mi piaceva come trattavano le mie cosine, come le leccavano, come le loro labbra suggevano i miei capezzolini. Oh sapevano come baciarmi, nelle loro bocche i miei bottoncini si tesero cominciando a dolermi piacevolmente. Gemetti piano quando li fecero vibrare con piccoli colpi delle loro lingue.
Una mano si fermò sulla mia fichina, delle dita ne percorsero il taglio. . . Tesi il ventre, i due lasciarono le mie tettine e mi guardavano; Carlo mi accarezzava liberamente fra le cosce, erano sue le dita che premevano il mio clitoride, scendevano cercando l'ingresso del mio grembo.
- Ohh cosa mi state facendo. . . Sospirai continuando a masturbare adagio i loro membri. Non risposero, Remo stava palpando il mio sedere a piene mani aprendomi le natiche. Sentivo le sue dita muoversi nel solco, toccare il mio buchino, stuzzicarlo. . .
- Ti piace quello che facciamo? Disse titillandomi apertamente la rosellina. Serrai le chiappette sul dito che cercava di forzarlo.
- Ahia! Gridai, ma sostenni il suo sguardo, le mie mani si agitarono sulle loro verghe finche i due sospirando protesero i ventri.
- Ti piace giocare coi nostri cazzi? Vuoi che godiamo insieme?
- Oh si. . . si. . .
I due si scambiarono un'occhiata poi Remo si alzò venendo dietro di me. Carlo si allungò all'indietro allargando le gambe; il suo membro oscenamente diritto si ergeva simile a un palo, appoggiai le mani sulle sue cosce, mi chinai colla bocca aperta. . .
Oh com'era lungo! Le mie labbra scesero su di esso finché urtò il fondo della mia gola, la mia bocca lo risalì, sentii il glande gonfiarsi. Lo succhiai voluttuosamente felice di sentire l'uomo sospirare, divaricai le gambe. . .
Mi piaceva come Remo giocava con la mia fichina e col buco del mio culetto aperto, vi passava le dita stuzzicando entrambi. Ormai mi sentivo pronta a tutto!
Sospiravo sul membro che riempiva la mia bocca, andavo su e giù sulla verga tesa che accarezzavo con le labbra, la lingua, accompagnando il mio scorrere con un dolce risucchio. Mi ero preparata a continuare il mio bocchino fino a riceverne gli schizzi ma le mani di Carlo respinsero il mio capo.
- Cara, sei meravigliosa. . . ma basta, non così. . . aspetta!
A malincuore sollevai la bocca, il suo pene pulsava di eccitazione luccicante di saliva, non capivo! L'uomo si sollevò sui gomiti, disse ancora:
- Voltati, ti prego!
Mi girai verso l'altro, Remo mi abbracciò cercando la mia bocca, mi baciò con passione premendo la verga dura contro il mio ventre.
- Oh datemeli i vostri cazzi! Supplicai.
Udii l'uomo sul letto armeggiare, mi prese per le anche attirandomi, sentii che allargava le mie chiappette spalmando qualcosa sul mio buchino. Era freddo e sgradevolmente viscido, cercai di girarmi ma Remo mi mantenne ferma, vide il mio sguardo, spiegò:
- Non aver paura, é vaselina.
Non replicai. Mi fecero indietreggiare sostenendomi per le braccia; l'altro mi prese sotto le cosce, mi sollevò.
- Cosa mi fate. . . oh no. . . no! Urlai ma non ero spaventata.
Inarcai la schiena contro il petto dell'uomo seduto, sentii la sua bocca sulla nuca, spostarsi sul mio collo, mi mordicchiò l'orecchio alitando:
- Hai un bel culetto, lo sai?
Mi depose adagio. Il suo pene aprì le mie chiappette, lo sentii premere sotto il mio buchino. . . Il calore del glande mitigò il freddo che sentivo fra le natiche, sciogliendo l'unguento, rendendo l'ano scivoloso. . . Mi lasciò. Gemetti lungamente mentre il suo pene mi apriva l'ano e lentamente entrava nel mio sedere.
- Ohhh cara. . . Hai un culo meraviglioso! Sospirò l'uomo in estasi.
Mi rilassai, mi aveva presa con tanta delicatezza che non mi sentivo offesa. L'uomo mi sollevò e mi abbassò. . . Oh mi piaceva il modo in cui mi faceva scorrere sul suo membro! Mi abbandonai, la schiena contro il suo petto, arrossendo per la presenza di Remo che fissava il membro dell'amico apparire e scomparire fra le mie chiappette lucide di vaselina.
Carlo si allungò lasciandomi impalata sul membro che sentivo lungo e duro nei miei intestini, continuai da sola a scorrere sul bel membro facendo forza sulle braccia strusciando il sedere sulla sua pancia ansimando per lo sforzo. Ora guardavo l'altro il cui pene era così rigido che oscillò appena quando si avvicinò. Pose la mano sul mio capo facendomi chinare e con un colpo di reni me lo mise in bocca.
- Mhhh. . . Mugolai sorpresa, lui lo ritirò, infilandolo ancora e ancora. . . Era osceno quello che stavo facendo ma mi piaceva enormemente eccitare i due uomini, inducendoli a osare quello che anch'io avevo in mente.
- Ahhh. . . sai come si fa un bocchino! Disse sospirando mentre con lunghi colpi scorreva fra le labbra che mantenevo morbide per far durare il suo piacere.
Carlo le mani sotto le mie natiche mi sollevava e mi abbassava sul membro con dolcezza infinita, rendendo l'inculata estremamente piacevole. Fu proprio lui a dire:
- Sandra, sei unica ma. . . adesso devi godere insieme a noi!
Remo si ritirò dalla mia bocca e dolcemente mi spinse all'indietro. Mi adagiai sull'uomo disteso, oh come la sentivo la sua colonna di carne! Mi riempiva il posteriore, la sua rigidità lo faceva premere verso l'alto, fui tentata di portare la mano sulla pancia, sicura che ne avrei toccato il rilievo.
Remo fissava la mia fica, mi vergognai di sentirla così bagnata ma non potevo farci nulla, avevo tanta voglia che. . .
- Oh vieni! Dissi all'uomo.
Con le dita di entrambe le mani resi esplicito l'invito allargando le labbra della fichina, L'uomo si protese su di me, si chinò posando le mani ai lati dei nostri corpi, mantenendosi sollevato con le braccia tese, coprì la mia bocca con la sua. Mi baciò avidamente spingendo la lingua in profondità; fu osceno ma meraviglioso! Anche Carlo mi baciava leccandomi la nuca, le orecchie frementi, succhiandomi la lingua che a tratti gli tendevo girando il capo. Oh Gina, ho la pelle d'oca se ci penso! Sentii fra le cosce il peso del membro di Remo, vi portai le mani, lo guidai, lui spinse. . .
- Ahhhh! ! ! Urlai sentendolo premere.
Il membro che avevo nel sedere rendeva la mia fica così stretta che dovetti aiutarlo. Sollevai alte le gambe, le allargai al massimo. . . L'uomo sotto di me afferrò le mie ginocchia, le mantenne aperte. L'altro riprese i suoi assalti ansimando, non fu facile ma il suo cazzo era talmente rigido che alla fine si aprì la strada.
Gemetti, con un ultimo possente colpo di reni, fu dentro di me. Per un attimo rimase ansante poi si sollevò.
- Ti ho fatto male?
Scossi il capo e tesi la lingua. Me la leccò adagio mentre lentamente si ritirava.
- Mhhhh. . . Gemetti nella sua bocca.
Il suo affondo mi scosse facendomi scorrere sul membro che avevo nel sedere. Carlo sospirò, le sue mani lasciarono le mie gambe per posarsi sui miei seni.
- Aaaah che bello! Esclamai.
Ero felice, puntai i piedi sul letto e abbracciando l'uomo sopra di me mi sollevai. Remo sostenendo il mio peso affondò ancora, le sue reni scattavano scuotendomi, facendomi oscillare e scorrere sul cazzo che avevo nel sedere.
Carlo riceveva la carezza dell'ano sulla sua verga e lo strusciare attraverso la parete del mio grembo del membro dell'amico. Sospirava accarezzando le mie tettine, oh Gina, come mi piaceva, ero scopata e inculata nello stesso tempo da due cazzi meravigliosamente duri che mi riempivano portandomi al godimento.
Non credo vi sia nulla di più piacevolmente eccitante che soddisfare due uomini contemporaneamente, dovresti provare! I miei amanti si prodigavano ricompensandomi ampiamente, le mani di Carlo plasmavano i miei seni, le sue dita giocavano coi miei capezzoli già tesi, li pizzicavano, li tiravano per poi ritirarsi quando la bocca di Remo calava su di essi incappucciandoli, leccando i bottoncini che sentivo lunghi e eretti sotto la sua lingua.
- Mhhh. . . siete meravigliosi! Ohhh godo. . . mi piace. . . mi piace. . . ahh !
I miei gemiti si levavano dolcissimi, mischiandosi ai loro sospiri. L'uomo sopra di me ansimando mi penetrava con lunghi colpi di reni, mi aggrappavo a lui per muovere il culetto strusciandolo sulla pancia dell'uomo che avevo sotto, scorrendo sul suo cazzo con l'ano lubrificato dall'unguento che rendeva l'inculata piacevolissima.
Fu un godimento lungo ma avrei voluto che durasse per sempre. Si fermarono più volte facendo sentire i loro membri pulsanti e quando mi interrogavano, li incitavo:
- Ohhh. . . continuate!
Riprendevano il loro scorrere nella mia pancia e nel mio sedere, facendo salire il piacere finché giunse al limite. Supplicai:
- Ohhh. . . fermi. . . aspettate. . .
Sentendo arrivare l'orgasmo volevo procrastinare il mio piacere. Remo non capì, oh il suo cazzo come scivolava in me! Strinsi le chiappette, l'uomo sotto di me rantolò incitando l'amico.
- Oh dai. . . adesso. . . ahhh. . .
Stimolato dalle strette del mio culetto, Carlo agli stremi venne irrorandomi le viscere del suo caldo liquido, Remo prese a montarmi selvaggiamente incurante delle mie proteste finché vincendo la mia resistenza portò il mio piacere al culmine. Venni urlando:
- Ahhh. . . che bello! Oh come godo! Dai. . . dai. . . senti come batte la mia fica. . . Carlo. . . oh si, riempimi, riempimi ah. . . ahhh. . .
Remo continuò a sbattermi, a farmi scorrere sul pene che sobbalzando si scaricava nel mio culetto. Godevo, godevo, stringendo spasmodicamente i muscoli vaginali e sfinterici attorno ai loro membri. Finalmente anche Remo cedette. Prese ad eiaculare continuando ad andare nella mia vagina, riempiendola del suo piacere.
- Ah Sandra. . . mhhh. . . oh fica meravigliosa. . . mhhh. . . ahhhh. . .
La stanza fu piena di gemiti, di rantoli, di sospiri che si levavano dalle bocche estasiate. Rimasero dentro di me anche dopo, sentii i loro membri afflosciarsi, poi Remo si alzò, rotolai di fianco, lo sperma defluì bagnandomi le cosce, le natiche, mi asciugarono con delicatezza poi mi condussero in bagno. . .
Molto più tardi, alla fermata del pullman, i due accolsero le mogli con abbracci e baci, i miei genitori erano raggianti.
- Cara, sei sciupata, studi troppo! Devi anche pensare a divertirti!
Se sapessero! Ora vi lascio e vi bacio tutti e due, ciao. Gina spense lo stereo e mi invitò a prenderla senza nessun ritegno.
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