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Il culo di Arianna - 1


di Giangi57
18.08.2022    |    5.189    |    2 9.4
"Le gambe sono perfette, le cosce tornite..."
Il culo di Arianna - 1



Ho compiuto 55 anni. Il peso dell’età un po’ si fa sentire; ho una regolare vita sessuale con mia moglie e devo dire che, amandola come il primo giorno, è bellissimo fare l’amore con lei, non sesso ma vero amore.
Ho sempre avuto un debole per i culi: ogni uomo predilige una parte anatomica delle donne, mio cognato, per esempio, impazzisce per le tette, a me, ripeto, piacciono i culi. Mi piace osservare un bel culo, apprezzarne la forma, l’armonia, ma senza secondi fini, così come si può ammirare una bella auto, un bel quadro…
Mi piace il culo e mia moglie me lo concede volentieri. Non c’è rapporto tra noi che non si esaurisca con una bella inculata. Lei gode moltissimo ed il suo godimento mi rende felice, mi eccita fino al parossismo.
Alla mia età, non guardo più le ragazzette, mi attraggono le donne mature, diciamo dai 35 ai 45 anni eppure… non so cosa mi sia preso, il culo di Arianna mi fa andare completamente fuori di testa.
Arianna è la nipote di mia moglie, studia danza e vuole fare la ballerina professionista. Ha sviluppato un corpo armonioso, alta 1,65 bellissime gambe, seno un po’ piccolo ma un culo…
Me lo sogno di notte: sogno di accarezzare quei glutei sodi, di ammirare estasiato la rosellina che immagino grinzosa e leggermente bruna, sogno di assaporare quella porticina del paradiso, di baciarla, leccarla… sogno di possederla analmente e di godere e farla godere.
Scaccio via questi pensieri incestuosi giustificandomi col fatto che a desiderarlo non c’è niente di male, l’importante è tenere a bada e reprimere questi desideri inconfessabili.
Poi, un giorno…
E’ sabato mattina, mia moglie è dal parrucchiere, tornerà tardi. Dovrà aspettare il suo turno e poi mi ha preannunciato che farà il taglio dei capelli, il colore, la messa in piega, insomma non sarà a casa prima delle 14,00.
Suonano alla porta, sono le nove ed io ho appena finito di fare la doccia. Vado ad aprire e, sulla soglia, lei, Arianna, in tutto il suo splendore. La faccio accomodare farfugliando qualche scusa per averle aperto in accappatoio.
- Ciao zio! Scusami tu, meno male che avevi già finito, diversamente non mi sarei perdonata di averti fatto uscire dalla doccia tutto insaponato!
- Ma figurati!, accomodati, arrivo tra cinque minuti, il tempo di farmi la barba e ricompormi. Tua zia è dal parrucchiere, tuo cugino non so dove, tornerà stasera per cena.
- Va bene, posso fare il caffè?
- Certo! Anzi grazie, mi eviti la fatica di preparare la caffettiera!
Nel giro di qualche minuto mi ripresento a lei, sbarbato ed in tuta da ginnastica.
- Vai a fare Jogging?
- No, mi piace il sabato stare comodo, non ho in programma di uscire e poltrirò tutto il giorno!
- Sai per caso dove la zia tiene l’olio al mentolo per i massaggi? Mi ha detto di venirlo a prendere quando volevo…
- No, tesoro, non sapevo neppure che avesse dell’olio al mentolo ma non sarà difficile trovarlo, aspetta, vado a cercarlo.
Vado in bagno e tra creme, cremine e balsami vari trovo effettivamente un flacone di olio per massaggi al mentolo; leggo la composizione: miscela di olii naturali con aggiunta essenza di mentolo, eucaliptolo e verbena. Ritorno in cucina e mostro a Arianna il flacone.
- E’ questo?
- Si zio credo proprio di si, sai ho una contrattura al collo e alle spalle, devo andare ad allenarmi oggi pomeriggio ed in questo stato non so se potrei farlo.
- Va bene, prendilo pure. Ma chi ti massaggerà?
- Proverà la mamma, non ha esperienza ma niente di meglio, non ho a chi chiederlo…
- Se vuoi, non ho esperienza diretta, ma quando facevo judo a livello agonistico…
- Ti prego zio! Non ricominciare con i tuoi trascorsi sportivi!
- Piccola impertinente! – Le dico sorridendo – Stavo dicendoti che il mio preparatore atletico era anche un bravo massaggiatore e, se vuoi, posso farti io un massaggio perchè ricordo perfettamente tutte le manipolazioni che effettuava sul mio collo e le mie spalle per sciogliere le contratture ai trapezi ed ai muscoli della schiena.
- Davvero mi faresti questo favore?
- Perché no?
- Ed allora fammelo subito! Dove mi sdraio?
- In camera da letto, o se vuoi sul tavolo della cucina, basta allungarlo e metterci sopra il materassino di una sdraio, anzi è la soluzione migliore perché così non devo abbassarmi di molto ed è più comodo anche per me. Prendiamo il caffè e poi ti massaggio.
Preparo il tutto in un attimo e dico a Arianna di sdraiarsi a pancia in giù.
- Zio, mi tolgo la maglietta!
- Si ma anche il reggiseno; mi darebbe impaccio e si ungerebbe. Io vado di là, tu sistemati e chiamami quando sei pronta. Anzi fai una cosa, togliti anche i jeans e mettiti questa asciugamani sul sedere, non vorrei inavvertitamente ungerti i pantaloni.
- Buona idea!
Esco dalla cucina ed aspetto che Arianna mi chiami.
- Ok, zio puoi entrare, sono pronta!
Rimango senza fiato: Arianna è distesa a faccia in giù con le mani incrociate sotto il viso, la testa reclinata verso destra, gli occhi chiusi, la schiena nuda e sotto il rigonfiamento dell’asciugamani immagino la rotondità del suo culo maestoso, scolpito da anni e anni di danza. Le gambe sono perfette, le cosce tornite. La fronte mi si imperla di sudore, deglutisco a vuoto un paio di volte, faccio un enorme sforzo di autocontrollo e simulando indifferenza, apro il flacone dell’olio. Un profumo veramente gradevole si spande nell’aria, ne verso un po’ sul palmo di una mano, poi sull’altra ed inizio a frizionarle.
- Bene, adesso tirati in su i capelli che cominciamo.
Afferro delicatamente il suo collo, faccio su e giù un paio di volte affinchè l’olio si stenda in maniera uniforme e comincio delicatamente a massaggiare dalla base della nuca fino all’attaccatura delle spalle.
- Mmmmmmh che bello! Che rilassante! Sento già che fa effetto!
- Ancora è niente, aspetta!
Verso un altro po’ di prodotto ed inizio con movimenti sempre più ampi a massaggiare anche le spalle.
- Che sensazione! Mi fai morire! Dai continua così! – Mi sussurra quasi.
I miei sapienti movimenti continuano a massaggiare le spalle, la nuca, la schiena, tracciano e seguono la spina dorsale fin quasi al bacino e Arianna uggiola per il benessere che questo le provoca.
- Vai più sotto, anche la fascia delle reni. Mmmmmh!
- Va bene, ma rischio di ungerti le mutandine, non so se questo prodotto macchia…
- Le ho tolte per evitare proprio questo, non preoccuparti, continua…
Le mie mani si erano ormai impossessati di tutta la sua schiena ed io le facevo risalire, scendere risalire di nuovo, allargavo il massaggio verso l’esterno, poi di nuovo sulle reni mentre piano piano osavo scendere ancora più giù, quasi casualmente.
- Fantastico, zio, continua… vorrei stare così per sempre… ti dispiace se sto con gli occhi chiusi?
- No, figurati, anzi rilassati… se vuoi posso andare anche oltre, però devi dirmelo tu, non vorrei che pensassi che hai uno zio che ne approfitta per… palparti il sedere!
- Ma no, zietto, anzi mi piace, mi rilassa, sento che anche i miei glutei ne trarrebbero un grande beneficio… continua, lo so che non lo fai certo per toccarmi il culo!
- Certo! Beh… comunque avevo bisogno della tua approvazione, ormai hai 18 anni compiuti, non sei più la bambina che tenevo sulle ginocchia!
- Continua, dai! E poi da piccola non mi facevi le iniezioni?
- Si, ma vedi… non è che il tuo culetto sia rimasto quello di una bambina, anzi… è uno dei più bei culi che io abbia mai visto!
- Grazie del complimento, ma sono sempre tua nipote, non è ti faccio altri effetti?
- Ci mancherebbe!
Dissi ipocritamente, mentre non riuscivo quasi a mascherare una potente erezione; meno male che Arianna mi dava le spalle! Spostai l’asciugamani ed iniziai a frizionarle i glutei, prima facendo su e giù e poi, pian pianino, mentre massaggiavo, iniziai ad aprirli quasi impercettibilmente fino a quando la sua rosellina non occhieggiò in mezzo alle natiche. Mi sentivo in paradiso, il fiato mi si accorciò, feci colare un po’ d’olio in mezzo al sedere e con un dito iniziai a massaggiare in mezzo. Ormai volevo giocare a carte scoperte e poi, Arianna, non mi aveva dato il suo consenso? Con un dito, mentre continuavo il massaggio, spalmai il prodotto lungo il solco. Abbassai l’asciugamani e mi apparve la sua fichetta depilata e bagnata! La porcellina stava godendo, non c’erano dubbi. A quel punto, con grande sapienza e delicatezza iniziai a massaggiare ancora più in profondità fino a sfiorare e poi stuzzicare la sua rosellina, irrorandola di olio, con movimenti verticali e poi circolari fino a quando con un dito non provai quasi a forzarne l’apertura.
- Oooohh! - Fece Arianna con voce roca – Ti prego continua, è bellissimo!
Insistetti con i movimenti circolari sempre più concentrici fino a quando il dito medio della mia mano destra non forzò appena quello scrigno prezioso, brama dei miei desideri più nascosti ed inconfessabili.
- Aaaahh! Si! Tutto dentro, ti prego, mettilo tutto dentro! – Disse Arianna con voce implorante – E toccami anche la fichetta, zio, fammi godere, non resisto più!
Non capii più nulla, con le mani iniziai a tormentarle il clitoride e masturbarle l’ano che cedeva al bussare del mio dito. Arianna iniziò ad inarcare la schiena ed io continuai a masturbarla versando ancora olio in mezzo alle sue eburnee chiappe. Mi feci strada con un altro dito dentro il suo culo e lei apprezzò moltissimo questa manovra. Ormai rantolava dal piacere, con la bocca dischiusa e la lingua che inumidiva le labbra.
Persi ogni freno inibitorio.
- Arianna, amore di zio, non sai per quanto tempo ho sognato questo momento che credevo non si potesse realizzare mai, come ti desidero, ho sempre desiderato il tuo culo, perfezione della natura!
- E allora prendilo, non l’ho mai fatto ma sto impazzendo dalla voglia, non pensavo si potesse godere col culo, fammelo vecchio porco, spaccamelo!
- Ma guarda che un cazzo non è come due dita!
- Non mi importa! Sento il bisogno di averlo pieno, non mi farai male perché è come affamato, è aperto, aspetta solo di essere riempito!
Non me lo feci ripetere due volte; in un attimo mi abbassai i pantaloni della tuta ed i boxer, mi unsi la cappella ormai paonazza per la prolungata erezione, avvertii uno strano senso di intensa frescura dovuta alle essenze del balsamo, ordinai a Arianna di scendere dal tavolo ed appoggiarsi ed esso sporgendo il culo e con una mano le aprii le chiappe mentre con l’altra mi aiutai ad indirizzare il mio nodoso cazzo verso quel buco occhieggiante. Mi bastarono due delicate spinte per superare l’anello del suo sfintere; un attimo di pausa e poi tutto giù gradualmente fino a quando non scomparve interamente dentro al suo culo.
- Aaaaaargh! - Fece Arianna – cosìììì! Fantastico! Meraviglioso! Oooohh! E adesso pompami, aprimi come una mela, spaccami il culo, ancora!
Iniziai a pompare come un forsennato ed ad ogni spinta, Arianna mi veniva incontro. Il suo culo non aveva opposto la minima resistenza, anzi era come se fosse già abituato ad essere penetrato. Con una mano iniziò a toccarsi la fica e muovere la testa come un’indemoniata.
- Sfondami, fammelo sentire tutto nelle budella! Spaccami il retto, allargamelo per bene questo culo, Oddio! Non pensavo si potesse godere così! Ancora, di più! Bastardo, mi hai rotto il culo ed è bellissimo! Mettici dentro anche i coglioni, Aprimi, aprimi! Ooooh… vengo vengo, allagami il budello, fammi un clistere di sborra, pisciami dentro, Oooh! Non capisco più niente, capisco solo che mi devi spaccare! Spaccami! Mi senti? Senti il mio culo che ti avvolge? Non sei tu che mi stai scopando il culo, sono io che ti scopo, io che ti fagocito, io che ti possiedo! Rompimi, ne voglio ancora, ancora di più!
A quel punto, la bestia che si era scatenata in me era senza ritegno. Uscii da lei un attimo, per poi
entrare nuovamente fino in fondo.
- Siiii! Cosiiii! – gridò Arianna – ed io cominciai ad uscire e rientrare sempre più selvaggiamente dal suo culo ormai aperto, dandole dei colpi sempre più possenti, fino a far spostare il tavolo. E lì mi venne l’idea di possederla anche davanti, brutalmente. Uscii ancora una volta e puntai il mio cazzo verso la fica. In un solo colpo, bestialmente, lei fui dentro. Lei cacciò un urlo di sorpresa e di godimento ed ripresi a stantuffarla, un colpo in fica ed uno nel culo. Arianna farfugliava in preda all’orgasmo più violento della sua vita ed io sentii di non farcela più, dovevo venire.
- Sei pronta?
- Siiiiiii!
Le poggiai ancora una volta la cappella sull’ano e spinsi come un ariete. Un colpo solo, fino alle palle. Lei cacciò un ennesimo urlo ed io dopo tre, quattro poderose pompate, le riversai nelle budella una marea di sborra mentre lei raggiungeva un altro orgasmo. Restai lì, col fiatone, riverso su di lei con il cazzo ancora ben piantato dentro il suo culo in attesa di riprendere fiato. Lei si lamentava debolmente, ma erano lamenti di soddisfazione, quasi come se facesse le fusa.
Mi staccai delicatamente da lei che si girò verso di me e mi disse:
- Sublime, mai avevo scopato così, non credevo nemmeno che lo si potesse fare!
Mi guardò con affetto e riconoscenza, avvicinò il suo viso al mio e mi baciò facendo roteare la sua lingua con la mia. Fu un bacio sentito, sincero, appassionato. Io le accarezzai il viso con estrema dolcezza e la baciai ancora.
- Arianna, amore mio, mi hai fatto ritornare adolescente, non scopavo così da trent’anni sei…
- Sssssst! Non dire niente, sono la tua nipotina che hai fatto diventare veramente donna. Mi hai scopato in modo sublime, non come quegli stronzetti dei miei compagni di liceo. E il mio culo sarà per sempre tuo come e quando lo vorrai. Mi hai insegnato tante cose, non pensavo si potesse avere un orgasmo anale. Mi hai soddisfatto nella mia più profonda e perversa femminilità. Da oggi mi dovrai insegnare tante altre cose, voglio spompinarti, leccarti, farmi leccare il culo da te, voglio che me lo apri, che me lo spacchi, che diventi il tuo giocattolo preferito, che ci metta dentro tutto quello che la tua perversa fantasia desideri, che, se preferisci, tu rimanga in sua contemplazione per quanto vorrai; insomma, da oggi, voglio essere l’oggetto dei tuoi desideri più nascosti, la tua troia personale. Ti amo, zio!
- Tesoro mio!... Ma come vanno il collo e le spalle?
- Benisimo zio, rilassàti come il buco del mio culo! E dire che ero passata solo per una… pomata!
Il Lunedi successivo mia nipote Arianna mi telefonò allo studio.
- Voglio vederti, voglio stare con te…
- Arianna, tesoro, anch’io non faccio altro che pensare a te, ma ho tanto lavoro e non ho trovato ad un posto dove poter stare tranquilli, a parte il mio capanno di caccia…
- Va benissimo, quando?
- Ma è scomodo, c’è un giaciglio più che un letto e c’è anche un’ora buona di strada in auto. Tra l’altro la caccia è chiusa, non saprei che scusa inventare a tua zia.
- Allora fai così: ti aspetto alle 18,00 in Via degli Oleandri, numero 21. Citofona al 39.
- Ma… scusa, chi ci abita?
- Una mia amica, mi ha lasciato le chiavi, lei è andata dai suoi per una settimana. Staremo tranquilli, non ci disturberà nessuno.
- Arianna, non so ancora se riuscirò a liberarmi per quell’ora…
- Dai… non vedo l’ora di stare con te… mi hai già dimenticato? Hai dimenticato il mio culetto che non vede l’ora di essere riempito da te?
La sua voce leggermente rauca e sensuale mi sconvolse ancora di più
- No, no… pianterò lo studio, ci sarò….
Alle 18,00 in punto citofonai e una voce mi disse di salire al 4° piano.
Mi venne ad aprire Arianna, appena richiusa la porta dietro di noi, mi gettò le braccia al collo ed appiccicandosi letteralmente a me mi baciò con una passione tale che mi lasciò senza fiato.
Senza parlare mi trascinò nella stanza da letto e, sedutasi sulla sponda, mentre io restavo in piedi, cominciò a sbottonarmi la patta dei pantaloni ed impadronitasi nel mio cazzo, iniziò a farmi un pompino con foga, come una bimba affamata attaccata al biberon.
- Ohhhh… Arianna! Sei fenomenale! Mmmmmmh…
Iniziai a gemere mentre mi sentivo risucchiare l’anima; la porcellina ci sapeva proprio fare!
Si staccò un attimo e disse:
- Finalmente! Ho sognato il tuo cazzone per tutto il fine settimana… ne sono stregata. Infatuata… non lo so, so soltanto che lo voglio dentro di me, dentro la mia figa ma soprattutto dentro il mio culo!
- Ahhhh, Arianna, mi fai morire! Si te lo darò dove vorrai ma adesso voglio leccarti anch’io!
Ci spogliammo in un attimo e ci buttammo sul letto dando inizio ad un 69 selvaggio. Avevo sul mio viso il suo meraviglioso culo, tutto depilato, vagina compresa, il culo più bello che mi sia mai capitato di vedere e soprattutto di possedere. Iniziai a leccare la sua fichetta già irrorata dai suoi stessi umori. Aveva un sapore fantastico, speziato, dolce e salato contemporaneamente. Spinsi dentro la lingua per poi titillarle il clitoride e risalire fino alla rosellina del suo culo che cedette al mio picchettare, schiudendosi e riaprendosi ad ogni passaggio di lingua. Aveva un buon sapore anche lì, come di fiori primaverili.
- Mi sono preparata, ho fatto due clisteri di camomilla, voglio essere sicura di darti tutto ed il meglio di me. Sabato scorso mi hai fatto impazzire, ho trascorso la domenica a masturbarmi pensando al tuo cazzo ed infilandomi nel culo tutto quello che di cilindrico ho trovato in bagno per allargarmi di più ed abituarmi subito al tuo randello. Ho goduto come una maiala! Ho scoperto che in culo godo quanto e più che davanti e questo grazie a te! Voglio che mi apri come l’altra volta, mi sono allenata scrupolosamente, sono riuscita a metterci dentro anche la bomboletta della lacca… voglio che tu possa prendermi anche senza abbondante lubrificazione. Non pensavo si potesse godere di culo e di cervello insieme.
Riprese a spompinarmi con foga, leccandomi anche le palle ed io, di rimando le rivestivo di saliva sia la figa che il buco del culo.
- Adesso lo voglio, lo voglio dentro…
Armeggiò tra le lenzuola fin quando non trovò un tubetto di lubrificante che non avevo notato, se ne versò un po’ sulle dita e si lubrificò il culo. Io ero supino, e lei si mise a cavalcioni su di me. Si impossessò del mio arnese e con poche difficoltà lo puntò verso il suo culo. Il mio cazzo si venne a trovare all’ingresso del suo sfintere e lei si lasciò cadere di colpo, trafiggendosi su quel palo che, credetemi, era come l’acciaio perché non ero mai stato così libidinosamente coinvolto come lo ero con Arianna.
- Oooooh... così... tutto dentro a spaccarmi le budella! Bellissimo, bellissimo!
Ed iniziò una galoppata da indemoniata. Il suo culo sembrava essere una guaina su misura per il mio uccello. La mia cappella era stimolata da quello strettissimo fodero che mi faceva provare brividi inimmaginabili. Arianna mi venne incontro facendo saettare la lingua sulla mia bocca, sulle mie labbra, io risposi con passione ai suoi baci e le nostre lingue si avvilupparono in un abbraccio senza fine. Poi, non lo avevo ancora fatto, mi impadronii delle sue tettine, in verità un po’ piccole ma ben fatte e iniziai a ciucciargli alternativamente i capezzoli.
- Che bello, zio! Mi piace anche quando mi succhi le tette! Ma godo ancora sempre di culo, è una scoperta che mi ha sconvolto piacevolmente la vita! Com’è possibile? Non sarò malata?
- Ma no! Che malata! La zona anale è una zona erogena e la tua è particolarmente sensibile; non credere di essere la sola! Sapessi come tua zia adora essere inculata!

- Oh, allora è vizio di famiglia! Chissà la mia mamma! Intanto so che è la sensazione più bella e sconvolgente che abbia provato in vita mia! Ooooh, come me la sto godendo… zio, mi spacchi il culo e a me piace! Sono troia, una grande troia! Siiiiii!
Arianna raggiunse un orgasmo talmente intenso che si accasciò su di me continuando a fremere. Con delicatezza uscii dal suo culo e mi girai di fianco facendole assumere la stessa posizione, di fronte a me.
Stava con gli occhi chiusi, i capelli sul viso. La bacai teneramente e la strinsi forte a me. Quel demonietto mi stava entrando nel sangue, capii che non avrei più potuto fare a meno di lei. Non era amore, amavo mia moglie, ma era una droga dalla quale sapevo di essere diventato dipendente.
- Tu però non hai goduto, zietto, non sei venuto.
- Non preoccuparti per me, piccola. So resistere, lo farò più tardi se hai ancora voglia.
- Ne ho tanta, zio! Tantissima! Non pensare di aver finito! Anzi, cosa vuoi che faccia?
- Inginocchiati sul letto e stendi il busto sulle gambe.
- Oh! Così da dietro puoi vedermi veramente aperta! Porco, maiale mio, depravato schifoso bastardo, ti amo! Così va bene? Aspetta, con le mani mi allargo ancora di più le chiappe. Lo vedi bene? Lo vedi il mio culo aperto? Mi sento aperta, oscenamente aperta e più penso a come devo essere oscena in questa posa e più ho voglia aprirmi. Godo al pensiero che tu mi stia guardando il buco del culo tutto aperto per te. Ti piace?
- Si piccola mia, mi piace da morire, è uno spettacolo meraviglioso!
- Aprilo, amore, aprimelo con le mani, tira da un lato all’altro, fallo diventare aperto come una galleria! Riempilo, mettici qualcosa dentro e spaccalo!
- Si ti apro, ti spacco, brutta puttanella, vieni qui!
La tirai dai fianchi e la feci stendere bocconi sul letto, mi sdraiai su di lei e le sue chiappe sporgenti, dure come il marmo si trovarono sotto il mio rostro. Feci quasi fatica a penetrarli e scavare tra di esse fino a trovare la rosetta del culo. A quel punto spinsi di colpo in modo maschio e crudele entrando in lei fino in fondo.
Non si aspettava questo movimento e la penetrazione la colse di sorpresa.
- Aaaaargh! Bastardo mi hai spaccato davvero, mi hai fatto male! Uccidimi così! Fa un male cane ma godo di più! Oh, come godo! Ho tutto un fuoco dentro, mi sento piena di fuoco e di cazzo! Ohhhh! Vengo di culo, vengo di culo di nuovo!
Le sue parole esplosero nel mio cervello. Il pensiero di farla godere così intensamente mi provocò un orgasmo indescrivibile. Venni copiosamente, abbondantemente dentro quel suo adorato culo e le scariche del piacere partivano dal cazzo arrivandomi al cervello come scosse elettriche. Che scopata, che piacere!

- Ti spacco, ti apro, ti squarto, puttana, zoccola rotta in culo, prendi, prendi! Assaggia questa nerchia, prendi questo bastone fino in fondo, fattelo uscire dalle tonsille!
- Siiii! Mi stai veramente squartando! In questa posizione mi stai anche massaggiando l’utero da dietro, è bellissimo, ravanami il culo, vengo ancoraaaaaaa!
Mi accasciai su di lei, sfinito, svuotato ma felice, come se vivessi in un’altra dimensione. Avevo perso la cognizione dello spazio e del tempo, mi sembrava di galleggiare in un eterno attimo di beatitudine.
Mi rendevo conto di essere un uomo veramente fortunato. Quella ragazzina mi stava facendo vivere una seconda insperata giovinezza. La mia gratitudine per lei non aveva confini. Mi commossi, gli occhi mi diventarono lucidi: per fortuna, Arianna, in quel momento, non poteva vedermi in viso.
L’evoluzione del rapporto con Arianna aveva sconvolto la mia vita. Da un lato mi aveva regalato una “rinascita” fisica ed emotiva; all’improvviso non mi sentivo più la mia età ed avevo ritrovato l’entusiasmo di un ragazzino ma mi sentivo con la coscienza “sporca”; è vero che Arianna non era mia nipote diretta, non c’erano legami di sangue in quanto era una nipote acquisita, però l’avevo vista “nascere”, l’avevo tenuta sulle ginocchia, ci avevo giocato quando era una bambina… negli ultimi anni l’avevo perduta un po’ di vista fino a ritrovarmela donna fatta, bellissima e, dapprima inconsciamente, avevo iniziato a guardarla sotto tutt’altro aspetto che “paterno”.
Certo, era maggiorenne, emancipata, donna del suo tempo, ma se sua madre o mia moglie fossero venuti a sapere di questa tresca? Sarebbe stata la fine! Che figura avrei fatto con mio cognato che meritava rispetto ed era un galantuomo?
Cercavo di scacciare via questi pensieri e di godermi soltanto questo momento; Arianna era molto giovane, presto si sarebbe stancata e tutto sarebbe rientrato, ahimè, nella normalità.
Il nostro successivo appuntamento fu sempre a casa della sua amica per il mercoledi seguente. Mi preoccupai di non prendere appuntamenti in studio e mi inventai delle udienze pomeridiane in Tribunali fuori città per cui avrei tenuto anche il cellulare spento.
Arrivai all’appartamento e Arianna mi aprì la porta vestita con una minigonna plissettata ed una maglietta. Calzettoni bianchi alle ginocchia ed i capelli raccolti a coda di cavallo: stupenda, bellissima, sembrava una quindicenne e lo sapeva, lo aveva fatto apposta. Mi saltò letteralmente addosso avvinghiandomi la schiena con le gambe a infilandomi la lingua in bocca. Risposi con passione al suo bacio e, quando le nostre bocche si staccarono, mi disse:
- Sono stata una bambina cattiva e devi punirmi, merito una bella sculacciata!
Mi fece sedere sul divano e si sistemò bocconi sulle mie ginocchia . Le misi le mani sul sedere ed iniziai a tirare su la gonna; era senza mutandine. Il suo meraviglioso sedere mi apparve in tutto il suo splendore e me ne impadronii a piene mani carezzando quelle chiappe da favola.
- Mmmmmh….
Iniziò a mugolare mentre con una mano, di taglio, le iniziai a carezzare la fica e col pollice a stuzzicarle la rosetta anale.
- Oooooh… che bello, dai, infilami qualche dito dentro il culo… aprilo, rompilo, sono una bimba cattiva, fammi male, infilami nel culo tutta la mano… voglio che sia talmente aperto da prendere due cazzi contemporaneamente!
- Porca! E di chi dovrebbe essere il secondo cazzo?
- Finto, un cazzo finto, il tuo più un vibratore!
- Ma ho davvero il cazzo così piccolo che non ti soddisfa?
- No, No… tu hi un cazzone fantastico… sono io che ne voglio sempre di più. L’idea di avere un culo largo quanto una caverna mi fa morire… oh, si…. Sto già venendo al solo pensarci!
E si lasciò andare ad un primo orgasmo liberatorio. Non c’erano dubbi, Arianna era dotata di grande fantasia e la sua libido coinvolgeva il suo cervello. Il suo erotismo era anche celebrale e questo mi faceva impazzire.
- Aspetta…
Mi alzai e mi spogliai velocemente, l’afferrai per i fianchi e la sollevai, stendendola sul tavolo da pranzo con le chiappe in fuori. Le alzai le gambe e le piegai fino a farle arrivare all’altezza del suo seno. Lei capì ed incrociò le braccia in modo da tenerle più sollevate possibile. In questo modo la sua fica ed il suo buco di culo erano totalmente esposti alla mia mercè. Mi inginocchiai e, con il viso all’altezza del suo ano, iniziai a lapparlo con lente e penetranti leccate. Arianna urlò dal piacere ed io sempre con più foga, leccavo e penetravo quello sfintere fantastico fino a quando giudicai che era abbastanza lubrificato e rilassato. Mi sollevai ed appoggiai la mia nerchia al suo culo ed il glande aderì alle increspature del suo buco. La guardai negli occhi e lei mi rispose con uno sguardo pieno di supplichevole libidine aspettando soltanto che la penetrassi. Cosa che feci lentamente mentre i nostri sguardi erano sempre l’uno dentro l’altro. Nello stesso momento che pressai per entrare sentii che spingeva in fuori facilitando la sodomizzazione mentre un’espressione di estasi le si formava in volto.
- Aaaaaaaah! Siiiiiiii! Tutto dentro, così! Oh che bello dai, aprimi il culo, dammelo fino in fondo, sto godendo come una maiala, pompami, pompami il culo, allargalo per bene, che bello! Spaccami! Lo senti come ti spompimo col culo? Vengo, vengo di nuovo, siiiiiiiiiii!
E si lasciò andare ad una serie interminabili di orgasmi a ripetizione. Io non riuscii più a trattenermi:
- Oohh, vengo, ti sborro tutto il budello, ti faccio un clistere di sborra!
- Sììììì e non uscire, oooh, aspetta, tienilo dentro!
Il mio orgasmo fu lunghissimo, fiotti di sperma allagarono il retto di Arianna e, alla fine, per assecondarla, non mi ritrassi, come le avevo promesso. La mia virilità perse un po’ di turgore ma continuai a stare dentro di lei.
- E adesso pisciami dentro!
- Ma, Arianna, non so se…
- Pisciami dentro! Appena sei pronto dimmelo e pisciami dentro!
Mi preparai a quanto mi richiedeva, le dissi che ero pronto ed iniziai una lunga, liberatoria pisciata dentro il suo culo.
- Aaaaah! Così! E’ calda e mi fa godere! Dammela tutta, tutta!
Ed ebbe un ultimo potente orgasmo.
Mi staccai da lei ed appena fuori lei strinse il buco del culo così rapidamente che nemmeno una goccia dei miei liquidi si disperse. Mi disse solo di aspettare un attimo. Corse in bagno e liberò l’intestino dal suo contenuto. Poi mi chiamò, mi invitò ad entrare in bagno e la trovai a culo in aria con una peretta da un litro pronta in mano.
- fammi un clistere, voglio essere ben pulita per dopo, ho una sorpresa da mostrarti…
Dopo il clistere, tirò fuori da uno zainetto un dildo a leggera forma di cuneo con un tubicino alla cui base era collegata una pompetta, un po’ come quella dei misuratori di pressione arteriosa.
- adesso mi sdraierò di nuovo sul tavolo, tu mi infilerai nel culo questo giocattolino ed inizierai a pompare aria dentro di esso. Si allargherà all’interno del mio budello. Voglio sentire quanto riuscirà ad allargarmi.
- Ma, non può essere pericoloso? Non vorrei che ti causasse qualche lesione interna…
- No, sono collaudati, servono a far godere, a riempire… dai, non farmi aspettare, te l’ho detto, voglio impazzire di piacere, voglio che mi svanghi il culo… prima lubrificalo con un po’ di vaselina … ecco tieni…
E mi porse un tubetto. Il trovarmi davanti a lei, ancora una volta oscenamente aperta, totalmente e passivamente disponibile mi provocò una seconda erezione. Quanto era maiala questa ragazza! La sua era una porcaggine che ti prendeva di testa, era libidine, eros allo stato puro. Lubrificai il dildo e, senza alcuno sforzo, iniziai a penetrarla nell’ano fino a quando non scomparve del tutto nell’interno fino alla base. Solo il tubicino e la pompetta restarono fuori.
- Oooooh.. Che bello… si… e adesso comincia a gonfiarlo, dai…
Iniziai a strizzare la pompetta proprio come se fosse quella di uno sfigmomanometro e ad ogni pompata il volto di Arianna si stravolgeva in una maschera di puro godimento.
- Ooh, fantastico, così, continua, pompa ancora aria, mi sento aperta, mi allarga…. Oddio…. Vengoooooooo! Bellissimooo!
sto impazzendo dal piacere, ancora, pompa!… ahi, basta, basta…!
Mi fermai immediatamente. Arianna stava con gli occhi chiusi, il viso contratto in una smorfia di piacere. Rantolava per le sensazioni che provava. Che visione! Nel vederla godere così fui colto da un raptus e mi fiondai in mezzo alle sue cosce iniziando a lapparle la fica grondante di succhi ed a titillarle il clitoride con la lingua. Non mi sarei mai più fermato dall’assaporare i suoi abbondanti umori, il suo afrore; che goduria!
- Aaaaaaaah! Mi fai morire, mi fai morire, godo, godo!
Le sue gambe iniziarono a tremare e anche il suo corpo fu tutto scosso da un irrefrenabile tremore. Era come se una scarica di corrente la attraversasse. Iniziò ad irrigidirsi, a scuotere la testa come un’ossessa. Aprì la bocca, tutto il suo corpo si paralizzò all’improvviso e dopo un paio di secondi cacciò un urlo liberatorio mentre i suoi muscoli, tesissimi un attimo prima, sembrarono afflosciarsi, perdere vitalità.
Trascorsero alcuni secondi durante i quali Arianna sembrava essere priva di sensi, poi iniziò a reagire:
- Oooh… mi gira la testa mi sento molle, non ce la faccio nemmeno a muovermi, è stato bellissimo. Ora puoi sgonfiare il dildo.
Feci come desiderava e dopo estrassi l’oggetto dal suo sedere. Arianna si sollevò ancora incerta, sembrava ubriaca. Scese dal tavolo, mi sorrise, mi abbracciò e mi indicò il divano dove mi sdraiai. Si inginocchiò all’altezza del mio ventre e e prese il mio uccello in mano, iniziando lentamente a spompinarlo. Era fantastico: più mi spompinava, più il mio cazzo si inturgidiva e lei aumentava il ritmo e la potenza della succhiata.
- Aaaah, Arianna…. Così vengo di nuovo!
- Dimmi quando stai per venire, lo sai dove lo voglio…
- Ooooh, Arianna ci siamo quasi!
- Dai, allora!
Mi fece alzare, si sdraiò con la pancia su uno dei braccioli mostrandomi il culo e la fica. Non le chiesi nulla, tanto era inutile! Puntai decisamente il mio cazzo sulla sua rosellina e penetrai di botto. Due spinte selvagge e venni di nuovo, copiosamente, dentro quel magnifico culo. Arianna cacciò un urlo di godimento ed un ennesimo orgasmo la scosse. Dopo si girò, mi sorrise, si strinse a me ed iniziò e riempirmi di baci.
-Ti amo, ti amo, ti amo, sei l’uomo che ho sognato sempre di incontrare e ti avevo praticamente sempre sotto gli occhi! Non voglio vivere senza di te, senza il tuo cazzone e la tua perversione. Si sei un pervertito, un porco ed hai fatto di me una troia felice, dimmi che tutto questo non finirà, giuramelo!
- Amore mio, fin quando il mio fisico reggerà, ti assicuro che trascorreremo ancora tanti momenti interminabili, ma tu sei una ragazzina, devi fare le tue esperienze, frequentare i tuoi coetanei…
- Non mi interessano, tutti fighetti da copertina che scopano come conigli e si sentono veri uomini, e non è solo un mio giudizio, anche le mie amiche sono dello stesso avviso e, poverine, non hanno te! Si accontentano ed ogni tanto, per provare sensazioni più durature ed intense, si danno all’amore saffico tra di loro.
- Mamma mia! Siamo veramente a questo punto? E’ così scadente questa generazione? Mi preoccupo per mio figlio, tuo cugino…
- No, no, lui va alla grande e poi, lo sai, è seriamente innamorato di Alessia, si amano e non gli interessano le altre ragazze. Alessia mi ha confidato che si trova benissimo e che è un ragazzo dolce e molto virile allo stesso tempo.
- Meno male.. buon sangue non mente!
- Sai che mi è venuta una curiosità? Mi hai detto che alla zia piace enormemente farsi inculare. Ho deciso di spiare i miei genitori per vedere se la mamma gradisce anche lei questa… variante!
- Ma dai! Che ti frega? Sei proprio porcellina! Non profanare l’intimità dei tuoi genitori, lasciali in pace!
-Oh, ma non se ne accorgeranno nemmeno, devo togliermi questa curiosità, devo farlo, sai come siamo noi donne, ormai mi ci sono fissata e devo saperlo necessariamente!
- Mah… e va bene! Ci abbandonammo in una sonora risata e dopo un altro bacio iniziammo a rivestirci ed a programmare il prossimo incontro.
Arianna mi telefonò al mio studio due giorni dopo il nostro ultimo incontro.
- Ciao, amore mio... ti aspetto oggi pomeriggio alle 18,00...
- Arianna, tesoro, non posso ho un sacco di appuntamenti...
- A che ora finisci?
- Non prima delle 19,00 e poi, cosa dico a tua zia? Mi aspetta a casa, le ho detto che rientravo per l'ora di cena..
- Dai, sei un penalista... dille che hai avuto un'emergenza, che un tuo collega deve vederti subito... non sei uno dei difensori degli imputati in quel maxiprocesso per tangenti che...
- Alt! Sei ancora al primo anno di legge e già vuoi insegnarmi il mestiere? Inventerò una scusa plausibile per tua zia...
- Non ti arrabbiare, maschiaccio... non voglio insegnarti il mestiere di avvocato, ma... (sussurrando) voglio insegnarti ed imparare ancora tanti giochini...
- Sei una ninfetta assatanata, mi fai morire... ci vediamo al solito posto alle 19,30...
- Ti aspetto, ho una sorpresa per te...
Dovetti fare un grande sforzo di concentrazione per interloquire lucidamente con i miei ultimi clienti, la mia mente era solo per Arianna, per il suo splendido corpo, per il suo paradisiaco culo, per la sua esuberanza, la sua passionalità e la sua libidine. Ero un uomo fortunato e mi ero prefissato l'obiettivo di godermi questa situazione fino a quando sarebbe durata.
Finalmente arrivai all'appartamento che ospitava i nostri incontri clandestini (scusatemi per la frase scontata ma è la realtà delle cose) e Arianna mi accolse con un lungo ed appassionato bacio in bocca. Le nostre lingue si cercarono intrecciandosi ed avviluppandosi in un vorticoso abbraccio assaporandosi vicendevolmente.
- Vieni... ti voglio come non mai, ormai non scopo più con i miei coetanei ed ho piantato anche il mio ragazzo. Voglio te, voglio un uomo vero!
- Arianna, mio piccolo diavoletto, sai che non sarà per sempre? Sai che ci sono più di trentacinque anni di differenza tra di noi? Sarà naturale quando arriverà il giorno mi dirai che è finita o ti innamorerai di un tuo coetaneo. E sarà giusto così...
- Forse succederà... non lo so... ma, adesso.... carpe diem...
Mi strinse in un forte abbraccio e mi baciò con una dolcezza che ricambiai avviluppandola con le mie braccia e le mie mani, la sua testolina appoggiata al mio petto muscoloso. I suoi capelli pulitissimi profumavano di frutta.
- Con te mi sento protetta, sei il mio cavaliere, il mio principe azzurro, il mio Golem...
- addirittura! E tu sei invece la mia linfa vitale, la mia seconda giovinezza, la realizzazione di un sogno... Arianna io non posso e non voglio innamorarmi di te ma sta avvenendo o forse confondo questa grande passione che nutro nei tuoi confronti con l'amore.
- Non importa, non mi importa: quello che conta è che siamo qui, l'uno per l'altra... prendimi, fammi tua fami godere, fammi sentire veramente femmina come solo tu sai fare... possiedimi, riempimi, sottomettimi, umiliami, fammi tua, voglio essere un giocattolo sotto le tue mani esperte.
Ci denudammo in un attimo e ci lanciammo letteralmente sul lettone. Iniziai a baciarla con delicatezza dal collo al ventre fino a trovarmi la sua vulva davanti alla bocca ed iniziai a suggere il suo miele mentre le titillavo il clitoride (come direbbero i francesi o la clitoride per i puristi della nostra lingua). Arianna ebbe un sussulto, il suo corpo iniziò ad essere leggermente scosso da un tremore continuo e in un attimo, ci ritrovammo nella posizione del sessantanove. Il mio paradiso era lì, davanti alla mia bocca, al mio naso, ai miei occhi... mentre sentii che il mio pene veniva avviluppato dalla sua morbida bocca iniziai a lapparle la fica e ad umettarle la rosellina del culo superbo, già schiusa, viva palpitante. Provai a forzarla con la lingua e Arianna, che aveva imparato a controllare anche i muscoli di questa sua parte del corpo, spinse in fuori in modo da facilitarmi l'esplorazione. La mia lingua penetrò di qualche centimetro ed iniziai a farla scorrere dentro e fuori sempre più velocemente. Arianna si inarcò, ruggì di piacere, si scostò un attimo da me per posizionarsi a cavalcioni sui miei fianchi dandomi la schiena. Si sollevò un attimo e con una mano afferrò il mio cazzo svettante guidandolo all'ingresso del culo. Si abbassò delicatamente fino a quando il glande non aderì a quel paradisiaco buco. Si lasciò andare lentamente ed io avvertii il mio rostro farsi strada senza fatica all'interno di quel meraviglioso anfratto. In un attimo fui dentro di lei.
- ooooh... siiii, tutto dentro... tutto dentro il mio culo affamato.... cosiiii, aprimi, riempimi tutta, sfondami il retto..... aahhh....
Ed iniziò una cavalcata dapprima leggera poi sempre più veloce e potente. Si lasciava cadere con veemenza per farsi penetrare fino in fondo roteando i fianchi quasi a volersi fare allargare il culo sempre di più.
- E' magnifico! Mi sento il culo pieno, sto per venire senza nemmeno toccarmi la fica.. che bello, Ah, siiii! Che delizia, sento che mi stimola anche la passerina... godo, godo... vengooooo!
Iniziò ad andare su e giù in maniera forsennata fino a quando il suo corpo non fu scosso da un lunghissimo brivido e poi un altro e un altro ancora e, alla fine si lasciò andare stremata con la sua schiena sul mio petto man mano che il suo respiro ritornava ad essere regolare. Si girò, fece aderire il suo seno su di me e mi baciò voluttuosamente.
- Che scopata! E tu non sei ancora nemmeno venuto!
- Non preoccuparti, c'è tempo...
- Sai, devo dirti tre cose: la prima è che ho scoperto che mia madre e mio padre scopano alla
missionaria e, mi sembra, senza nessuna variazione sul tema...
- Ma che fai, spii i tuoi genitori? Che te ne frega, scusa, non profanare la loro intimità, non è giusto...
- Aspetta!... se te lo dico è perchè ho visto, ed è la seconda cosa che devo dirti, che mamma nel suo bagno ha una spazzola per lavarsi la schiena con un manico tondeggiante e leggermente ricurvo, lungo, quai un cazzo insomma, e... quando fa la doccia, si masturba e... si infila il manico nel culo godendo come una pazza! Hai visto che è vizio di famiglia? Anche a mia madre, piace! E quello scemo di mio padre se la scopa senza fantasia, magari senza preoccuparsi di capire se lei ha goduto o meno...
- Ma scusa, saranno pure fatti loro, ripeto non mi sembra giusto che...
- Giusto cosa? Mi dispiace vedere mia madre insoddisfatta che, magari proprio per restare fedele a suo marito, debba arrangiarsi da sola...
- Tuo padre è un galantuomo e sai quanto io lo stimi...
- Si, figurati, l'adoro è un padre tenerissimo, lo amo ma vorrei che fosse più brillante, dotato del senso dell'umorismo, insomma, mamma è ancora una gnocca stratosferica e lui che fa? Una botta e via? Poi, per carità è tutto lavoro e famiglia, non ha vizi, non beve, non gioca e mi dispiace constatare che è un uomo grigio...
- Grigio? Ma che dici, è uno studioso, ordinario di storia in una delle più prestigiose università italiane, ha una cultura immensa, i suoi libri sono adottati da non so quanti licei e università... guadagna più lui in diritti d'autore che non un cantante rock... è vero, ha sempre un'espressione malinconica ma ti assicuro che un piacere passare del tempo con lui. Quando trascorriamo insieme le domeniche e prendiamo il caffè in salotto ti garantisco che intavoliamo delle bellissime discussioni di natura...
- Storica, parlate di storia, roba passata, vecchia, stantìa, ammuffita...
- Beh... forse è vero anche questo ma non è un motivo sufficiente per...
- Ma non capisci? Io vorrei che si godesse la vita, che rendesse mia madre felice, non solo appagata economicamente. E' adorabile, affettuoso, premuroso, sempre presente ma... non vive, capisci cosa voglio dirti? Ha iniziato un libro sulle sette segrete nel tardo medioevo. Sai che significa? Che trascorrerà più tempo lui nello svolgere le sue ricerche che io in biblioteca per preparare un anno di esami da trenta e lode!
E che vuoi farci? Le cose stanno così...
- Per adesso niente ma ci sto meditando su... vedremo...
- la terza cosa?
- La terza cosa... vecchio porcellone... è un favore personale...
Mi strinse l'uccello in mano che nel frattempo si era leggermente afflosciato.
- Sai, come tutte le ragazze ho un'amica del cuore con la quale ci confidiamo tutto...
Mi venne un attacco di panico!
- Arianna non le avrai detto di noi due? Ti prego dimmi che non è così, sai che ho ancora gli scrupoli per quello che facciamo, pensa che casino... nessuno deve sapere di noi, ti scongiuro!
- Tranquillo... è una tosta, non parlerebbe nemmeno sotto tortura. Come ti dicevo, ci confidiamo tutto e lei voleva sapere di questa mia improvvisa felicità che leggeva nei miei occhi. Non che non fossi felice ma tu hai aperto nuovi orizzonti alla mia femminilità e le ho raccontato nei minimi particolari quello che era successo la prima volta che venni a casa tua per il balsamo. Il risultato è stato che che mentre le raccontavo l'accaduto, la porcellina si masturbava davanti a me. Siamo amiche per la pelle e senza falsi pudori. E' successo che è finita con lei che mi chiedeva di masturbarla analmente per provare se anche lei era sensibile in quella zona del corpo. Ho fatto come te con me: le ho spalmato un po' di crema idratante sul buchetto e mentre lei si toccava la fichetta fradicia le ho infilato piano piano un dito nel culo sussurrandole all'orecchio di non contrarsi, di concentrarsi sul buco del culo, di rilassarsi, di spingere piuttosto che stringere... alla fine ha avuto un orgasmo pazzesco e mi ha ringraziato. Mi ha fatto promettere, visto che vuole imparare a godere di culo, che tu saresti stato il suo iniziatore. Lo farai, per me, le farai il culo come hai fatto con me?
Restai basito. Ma che le passava per la testa? Stronzo io che mi ero lasciato travolgere dalla passione per quella ragazzina perchè tale era e tale si stava dimostrando! Balbettai qualcosa guardandola ancora incredulo!
- Sei impazzita? Arianna, mio Dio, cosa dici? Una cosa è quello che ci è successo ed il rapporto travolgente, morboso se vuoi, che ci coinvolge, un conto è fare il culo ad una ragazzina per un suo e tuo capriccio come fosse dare una lezione privata! Arianna ti rendi conto di quello che mi chiedi?
Iniziò a masturbarmi lentamente e a mordicchiarmi un orecchio.
- Lo so cosa dico... non ti piacerebbe un tenero culetto, di forma bellissima con una buchino rosa, profumato, che non aspetta altro che essere colto da te? E il piacere sottile di fare godere una donna rompendole il culo, dominarla completamente sapendo che i suoi sensi, il suo cervello ed il suo corpo saranno schiavi della tua mascolinità prepotentemente affondata dentro di lei?
Mi stava facendo andare fuori di testa.
- Piccola ninfomane, ti adoro, certo che le aprirei il culo in due fino a farla sbavare di piacere, sai che il culo rappresenta per me il piacere più sottile, celebrale della mia libidine. Come adesso voglio il tuo ancora una volta. E ti voglio sul letto accucciata sulle gambe con il culo tutto proteso in fuori, col buco oscenamente aperto e pronto a soddisfare tutti i miei desideri...
- Ohhhh...
Fece Arianna, rabbrividendo...
- Siiiiii, tutto nel culo lo voglio ancora! E' tuo puoi farci quello che vuoi! L'idea di mostrarti il mio buco, pensare che è alla tua mercè mi fa morire, mi fa sentire troia, cagna, zoccola puttana... non so come descriverti la libidine che mi prende, ma adesso, dimmi, non vorresti anche il culo di Chiara?
- Si, anche quello, vorrei una fila di culi da infilzare, tutti i culi più belli davanti a me da rompere uno per uno!
- Ho una sorpresa... Chiara è di là ed ha visto tutto grazie a quella webcam sul comò...
- Pazza! Pazza!...
- Chiara Vieni!
Si affacciò una ragazza, nuda, ed io ebbi una celestiale visione; Bionda, i capelli color grano che incorniciavano un viso bellissimo con due grandissimi occhi azzurri come il mare, un nasino perfetto, due labbra carnose, tumide, il collo lungo sopra un corpo da sogno: due seni stupendi, grandi, con i capezzoli color rosa pallido che quasi si confondevano con la tonalità della pelle, fianchi sottili e belle anche, il pube totalmente depilato e gambe lunghe, perfette. Arianna le andò incontro, l'abbracciò e la fece girare. Apparve ai miei occhi un culo alto, bello quanto quello di Arianna, tonico. Arianna la prese per mano e la fece sdraiare sul letto. Chiara mi guardò e mi disse semplicemente:
- Fammi godere come hai fatto godere Arianna poco fa. Fa' di me una vera femmina, sono invidiosa di Arianna, farò quello che dirai, iniziami ai piaceri della sodomìa, non voglio imparare con l'ausilio di qualche stupido compagno di scuola, voglio un uomo vero che sappia come e cosa fare...
Guardai Arianna come a chiederle cosa fare. Mi sorrise e rispose alla mia muta domanda con un cenno di assenso, quindi sussurrai a Chiara:
- Vieni qui...
Lei si avvicinò, le presi le mani a la invitai a stendersi sul letto. Arianna ci guardava con uno sguardo tra l'eccitato e il divertito. Le accarezzai il volto ed i capelli e la baciai dolcemente. Poi iniziai a leccarle i capezzoli e piano piano arrivai con le labbra a sfiorarle la fica. Chiara iniziò a fremere. Affondai il mio volto nella sua vagina, a caccia del suo bottoncino. Nel frattempo mi accorsi che Arianna le leccava i seni e le accarezzava i capelli. Cominciai a torturarle il clitoride. Chiara si bagnava abbondantemente e la sua ciprigna aveva un profumo ed un gusto deliziosi. Mi beai di quegli aromi e con due dita iniziai a carezzarle delicatamente lo sfintere. Un lamento se sfuggì di bocca e mi accorsi che spingeva in fuori mentre veniva incontro alle mie falangi per farsi penetrare. Nel frattempo, Arianna era scivolata tra noi due e mi stava spompinando alla grande. Decisi che era il momento di fare sul serio. Mi sdraiai supino e afferrai Chiara per i fianchi sollevandola e mettendola a cavalcioni su di me. Chiara si impadronì del cazzo alla radice e con la mano destra e lo indirizzò all'ingresso della sua fica. Mi guardò intensamente negli occhi e si abbassò penetrandosi. “Chiara dagli occhi blu” pensai e mi ritornò in mente l'omonima canzone che era stata un grande successo degli inizi degli anni settanta. Ci coordinammo nel ritmo e Chiara prese a cavalcarmi prima lentamente e poi con sempre più veemenza, sempre guardandomi negli occhi. Il suo fiato si faceva grosso, sul suo viso i segni del godimento. Era molto sensuale, passionale. Incominciò a sentire montare dentro di sé il primo di una serie di orgasmi ed aumentò ancora di più il ritmo della chiavata. Io mi stavo beando di quel fresco corpo bellissimo ed avevo bisogno della mia massima concentrazione per non venire. Avrei dovuto fare gli straordinari! All'improvviso Chiara sembrò colpita da una scarica elettrica; iniziò a tremare sempre di più quando sembro paralizzarsi un per un attimo. Poi reclinò la testa all'indietro e cacciò un primo urlo liberatorio a cui ne seguirono altri e si accasciò su di me restando sempre infilzata dal mio cazzo che era rigido e pronto ad esplodere. Scacciò il suo seno sul mio petto e avvicinò le sua labbra alle mie. Le nostra lingue si incontrarono in una danza sensuale e si trasmisero la felicità che i nostri corpi provavano in quel momento. Arianna approfittando della posizione di Chiara si insinuò con la bocca fra i nostri sessi e prese a leccare la radice del mio cazzo e, da un un'espressione di piacere di Chiara capii che le stava anche leccando il culo. Chiara si passò la lingua sulle labbra e si fece sfuggire un rantolo di piacere.
- Ahhh, che bello... così! Continua Arianna, leccami il buchino...
- Mmmmmm, Chiara, che buon profumino... hai fatto come ti ho detto?
- Si, mi sono fatta due clisteri e adesso è pronto per voi, fateci quello che volete!
- Che bel buco hai, Chiara! Adesso farò in modo che tu scopra veramente cosa vuol dire godere col culo, tirerò fuori tutta la tua troiaggine nascosta che è così tanta che nemmeno tu immaginavi di possedere; parola di “sorella”!
Arianna lappava il buco di Chiara lubrificandolo con la saliva e penetrandolo con due dita sempre di più. Chiara inarcava la schiena per farle capire che gradiva il trattamento e nel frattempo mi leccava la faccia, le labbra, si impossessava della mia lingua con la sua bocca e contraeva i muscoli della vagina tenendomi in uno stato di perenne eccitazione fino a quando non capii di non resistere oltre.
- Basta troiette, non resisto... e voglio aprire questo culetto di pesca!
- Siiiiii, aprimelo come hai fatto con Arianna, ti prego...
Mi tolsi da sotto il suo corpo, mi alzai dal letto col cazzo svettante e ordinai loro di seguirmi in camera da pranzo. Arianna intuì cosa avrei fatto e mi sorrise con complicità. Dalla sua borsa tirò fuori un tubetto di glicerina e me lo mostrò. Ordinai a Chiara di stendersi sul tavolo da pranzo e di sollevare le gambe. Arianna si inginocchiò e si ritrovò con la testa all'altezza del suo sesso e prese a leccarlo mentre con le mani armeggiava sul tubetto portando una quantità di prodotto all'entrata dell'ano di Chiara. Io mi spostai all'altezza del suo viso ed invitai Chiara a farmi un pompino. La bionda si impadronì con golosità del mio arnese e mugolando iniziò a sbocchinarmi mentre un'espressione di intenso piacere le si disegnava in volto. Arianna continuava a leccarle la fica ed a lavorarle il culetto. Ormai due dita scorrevano liberamente dentro e fuori da quel delizioso pertugio raggrinzito. Chiara aveva ripreso a fremere, a tremare tutta quando Arianna provò ad inserire anche il terzo dito senza più trovare resistenze. Chiara aveva capito perfettamente come collaborare ed le tre dita di Arianna scivolarono all'interno lubrificando ancora più a fondo le pareti del retto. La dolce biondina ebbe un sussulto e raggiunse l'orgasmo. A questo punto Arianna mi guardò annuendo: la nostra ospite era pronta. Mi ritirai dalla bocca di Chiara e mi posizionai tra le sue cosce. Chiara alzò le gambe, tirò a sé le ginocchia ed incrociò le mani dietro ad esse. Arianna girò intorno al tavolo e quando fu all'altezza del suo volto la guardò con dolcezza e le la baciò in bocca ricambiata libidinosamente dalla sua amichetta del cuore. Ero contento, la situazione aveva demolito anche l'ultimo baluardo di pudore tra le due amiche che ormai stavano lesbicando senza ritegno! Appoggiai il mio glande sulle grandi labbra di Chiara facendolo scorrere lungo il solco un paio di volte e poi la penetrai dolcemente. Lei si inarcò dal piacere mentre la sua lingua duellava con quella di Arianna. La stantuffai per un minuto e, grazie alla sua abbondante lubrificazione, fui pronto anch'io a sverginare quel culo meraviglioso. Uscii e puntai la mia verga sull'ano. Chiara capì e si bloccò in attesa del mio ingresso. Arianna prese a sditalinarsi furiosamente mentre guardava l'espressione del viso della sua amica perchè voleva cogliere l'attimo della penetrazione. Diedi una sola spinta, costante, prudentissima e lentissima e penetrai in lei millimetro dopo millimetro senza trovare resistenza, anzi aiutato dalle spinte in fuori di Chiara che ormai aveva capito come fare. Superato l'ingresso con la cappella, in un attimo spofondai dentro di lei con tutto il cazzo fino alla radice come se fossi stato risucchiato all'interno da una forza sconosciuta ed inaspettata. Chiara sbarrò gli occhi, spalancò la bocca come se un grido le fosse rimasto strozzato in gola e, finalmente, liberatorio - contemporaneamente al totale possesso del suo culo - un orgasmo potentissimo la pervase facendola urlare di piacere. Iniziai a muovermi dolcemente dentro di lei fino a raggiungere un ritmo costante. Me la stavo inculando alla grande, aveva un buchetto delizioso che mi avviluppava completamente il cazzo facendomi provare delle sensazioni meravigliose. Quelle stesse sensazioni che si provano quando si possiede un culo: uniche, sublimi, stimolanti più di una penetrazione vaginale. Decisi di aumentare ancora il ritmo e quando sentii che Chiara stava per raggiungere un'altra serie di orgasmi affondai ferocemente in lei tanto da toglierle per un attimo il respiro, per poi uscire completamente e rientrare subito dopo.
- Tieni, troietta, prendilo tutto in culo; non è questo che volevi? Goditelo adesso, senti come ti apro, ti squarto, ti allargo le budella? Ti spacco, ti sfondo...!
- Siiiiii! E' bellissimo! O mio dio, è meraviglioso! Ancora! Stupendo, meglio che prenderlo in fica! Che sensazione! Non so descrivere cosa provo ma non ho mai goduto tanto! Spingi, spingi, distruggimi, rompimi il culo, ooooooohhh.....!
Si lasciò andare ad un'ultima serie di orgasmi che la fecero scuotere tutta, sembrava preda di un attacco epilettico. Decisi di aumentare il ritmo perchè avevo voglia di venire anch'io ed il comportamento di Chiara mi aveva scatenato la mia libidine più profonda. Quando Arianna urlò:
- Ehi, zietto... non credere di cavartela così, ci sono anch'io e lo voglio ancora!
Venne verso di me, mi fece uscire dal culo di Chiara, si posizionò tra le sue cosce col busto in avanti aggrappandosi con le mani al bordo del tavolo, girò la testa e con lo sguardo pieno di eccitazione animalesca mi disse soltanto:
- spaccami...
Non chiedevo di meglio, dovevo godere in fretta e in maniera liberatoria. Le allargai le natiche con una mano e con l'altra diressi il mio pene ormai paonazzo sul buco del suo culo. Spinsi forte, un colpo secco, deciso. Era molto meno scivoloso di quello di Chiara, la sua pelle aveva assorbito buona parte degli agenti lubrificanti ma lei era abituata e sapevo della sua grande ricettività.
- Ahhh, bastardo! Mi spacchi veramente! Continua, così fino alle palle... brucia, brucia ma è bellissimo, oddioooooo!
E venne selvaggiamente, come una cagna in calore, godendosi quell'inculata come solo lei sapeva fare. Ecco la mia Arianna, la mia adorabile Arianna che godeva come mai nessun'altra donna incontrata nella mia vita (ed erano state un bel po'!) aveva mai goduto: col cervello col cuore, col culo e la fica... insomma, unica! Ed accompagnai il suo orgasmo selvaggio col mio, artigliando le sue sode natiche con le mie mani, eruttando dentro il suo culo fiotti e fiotti del mio godimento, urlando il mio piacere di maschio e di dominatore, padrone, per un attimo, del mondo intero.
Dopo il mio ultimo incontro con Arianna, che aveva coinvolto la sua amica Chiara, ero inquieto.
Non mi era dispiaciuto la piega che avevano preso gli eventi ma a mente fredda, il dover condividere quello che definivo un mio segreto con una terza persona, mi preoccupava.
Pensavo che avevo sempre da fare con delle ragazzine che per quanto smaliziate potevano prendere alla leggera i nostri rapporti. Loro non avevano niente da perdere, per me sarebbe stato un casino, la fine della mia carriera e lo sputtanamento nel mio ambiente sociale e professionale.
Decisi che era meglio troncare questa pericolosa relazione, era la cosa più giusta da fare.
Due giorni dopo chiamai Arianna al cellulare e le dissi che avevo bisogno di parlarle; la pregai di passare dal mio studio la stessa sera dopo le 19,00 quando anche i miei collaboratori e le segretarie sarebbero andati via.
Prudentemente, Arianna si presentò alle 19,10 ed io la feci accomodare nel salottino ad angolo della mia stanza.
“Arianna, ti fatto venire perchè ho bisogno di parlarti.”
“di cosa, mio stallone? Nel dubbio ho fatto due clisteri e non ho messo le mutandine...”
Lo disse con un tono che mi fece venire le vertigini ed i miei sensi iniziarono a risvegliarsi ma riuscii a controllarmi.
“ No, Arianna... finisce qui. E' troppo pericoloso, per te è un gioco, per me la posta in palio è troppo alta... siamo in due posizioni totalmente diverse.”
“ Ho capito... gli scrupoli senili... allora che si fa?”
“non si fa proprio niente... si dimentica. E' stato bello ma basta così.”
“Va bene, ho capito e non voglio forzarti. Peccato però...”
e mente parlava si alzò dalla poltroncina, mi venne davanti si alzò la minigonna plissettata e mi sbattè letteralmente in faccia la sua profumatissima fica tutta depilata.
“Dai, una veloce leccatina di addio... non ti chiedo altro...”
“Maledetta puttanella” pensai, “Lo sa che non so resisterle...”
Mi inebriai di quel profumo misto di femminilità e detergente intimo e contro la mia volontà mi trovai con la bocca appiccicata a quella meravigliosa vulva da cui un attimo dopo avrei sutto il nettare come fossi un'ape famelica.
“Ooooh... si... se deve essere l'ultima volta, fa' in modo che sia indimenticabile!”
Mi aggrappai alle sue natiche per spingerla verso di me e meglio far aderire la mia bocca alla sua vagina. Mi riempii le mani della sua carne e persi il senso della ragione, tutti i buoni propositi andarono a farsi benedire e scostandole i glutei con un dito trovai subito il suo sfintere. Fagogitò il mio dito mentre sentivo che le gambe le tremavano e le si rammollivano. Si staccò un attimo, roteò su se stessa di 180 gradi e si abbassò appoggiandosi con le mani sui braccioli della poltroncina di fronte a me. Sollevò la gonna scoprendo il culo e mi disse semplicemente:
“dai inculami, per l'ultima volta se è questo che vuoi, ma devi farlo, mi voglio gustare questa inculata cosciente di sapere che sarà l'ultima. E voglio farlo passivamente, strumento sotto le tue mani.”
Si inginocchiò sul cuscino della poltrona, inarcò il culo in fuori e con le mani si aprì le natiche mostrandomi la sua rosellina depilata, leggermente dischiusa. Che spettacolo! Fui quasi preda della “sindrome di Stendhal”. Mi chinai su quelle lubriche rotondità e presi a succhiare e lappare quel buco fremente. Arianna reagì con una serie di urletti soffocati.
“Cosiiiii !! ravana con quella lingua, aprimi il culo, leccalo e sputaci dentro in modo da dopo poterlo rompere... Ohhhh! Adesso riempimelo col tuo cazzone, presto!”
Era la mia droga, la mia schiavitù. Riusciva a risvegliare in me una virilità ed un desiderio da ventenne. Mi abbassai la cerniera dei pantaloni, mi sfilai la giacca del vestito lanciandola letteralmente dall'altro lato della stanza, mi allentai la cravatta e, con la cappella paonazza ed in tiro più che mai, appoggiai il mio cazzo sul suo ano. Un attimo di concentrazione e spinsi. Lei era ben allenata e contribuì, spingendo in fuori, alla penetrazione. Un attimo e fui dentro di lei fino in fondo con i testicoli che toccavano le sue magnifiche natiche. Iniziai a fotterla lentamente ed in profondità. Arianna mi comunicava il suo gradimento a quel trattamento inarcando le reni e venendo incontro ai miei colpi.
“Ahhh! Continua! Bellissimo! Il mio culo è tuo, sono piena di te! Adesso pensa solo a sbattermi ed a svangare per bene questo mio buco! Voglio arrivare ad avere dentro anche tutta una mano fino al polso. Oooooh... vengo, sento che sto per venire di culo, è fantastico, non i sono nemmeno toccata la fica, non ne ho bisogno, vengo solo di culo, ancora, di più, sbattimi, tutto dentro fino ai coglioni, uummmh! Meraviglioso! Godo, godo, mio Dio, Godoooooo! Siiiii!”
Il suo corpo iniziò a fremere tutto, con le mani tentava di aprirsi le natiche sempre di più mentre io stantuffavo senza tregua dentro quel buco accogliente che mi segava il cazzo in modo sublime avvolgemomi tutta l'asta e facendomi provare sensazioni uniche. Gli orgasmi di Arianna si susseguirono a ripetizione e ne contai almeno quattro a brevissima distanza l'uno dall'altro. Presi un ritmo indiavolato e decisi di venire anch'io menando colpi all'impazzata e concentrandomi sul mio piacere. Che goduria! Venni schizzando una marea di sborra dentro quel culo di burro e le artigliai i glutei tanto forte che ebbi paura di averle fatto male mentre invece mi accorsi che gradiva questa mia azione.
“Siii! Stringimi le chiappe fino a farmi sangue! Che bello, godo ancora!!”
E un'altra serie di orgasmi si impossessò di Arianna.
Finalmente ci staccammo, ansimanti e storditi. Ci sedemmo scompostamente sulle poltrone in attesa di riprendere fiato. Non parlammo, Arianna si alzò, si ricompose, si avvicinò a me e chinandosi in avanti e mi baciò sulla bocca a lungo permettendo alle nostre lingue di danzare insieme. Poi mi disse:
“Grazie di tutto, non voglio perderti ma nemmeno angosciarti. Non me la sento di dirti addio come amante ma ho capito che nella tua situazione vivi questo gioco con angoscia e non voglio che tu stia male per me. A presto, mio principe azzurro!”
Mi sorrise, andò verso la porta ed uscì. Era fatta; a malincuore mi staccavo da lei ma era necessario.
Mi ricomposi anch'io, chiusi lo studio, raggiunsi la mia auto, misi in moto e mi avviai verso casa.
Era finita!
Ero spossato, mi inventai una scusa agli occhi di mia moglie, cenai frugalmente e andai a letto. Mi addormentai di sasso.

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