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Il culo di Arianna - 2


di Giangi57
18.08.2022    |    3.009    |    0 9.2
"Lara infatti la aveva spalmato sull'ano una generosa quantità di vaselina e, con movimenti circolari, ne aveva forzato l'apertura per lubrificare l'interno..."
Il culo di Arianna - 2


L'indomani mi giunse una telefonata da mia cognata Elvira, la madre Arianna. Quando sentii la sua voce rabbrividii: “vuoi vedere che quella scema, per vendicarsi aveva spifferato tutto alla madre?
“Oh, caro, grazie! Arianna mi ha raccontato tutto!”
Sembrava contenta: “ma come, ti trombo la figlia e sei contenta?” Dissi a me stesso. Non capii e mi disposi in difesa.
“Ma di nulla...” balbettai, tenendomi sul generico.
“So che hai il tempo contato e quindi apprezzo ancora di più la tua disponibilità a tenere delle lezioni private a Arianna, qui in casa. Lei sa bene quali sono i patti: continuare con la danza per fare la ballerina professionista ci sta bene, ma non transigiamo sul fatto che deve laurearsi!”
Mi fu subito tutto chiaro: quella puttanella mi stava obbligando a continuare a vederla con la scusa di darle lezioni private universitarie! Mi arrabbiai moltissimo ma non riuscii nel contempo a non ammirare la sua sottile strategia.
“ Ma figurati, Elvira! Per me è un piacere, lo faccio volentieri! A presto!”
E riattaccai.
“Bene, bene... puttanella mia... continuiamo a giocare... vedrai di cosa è capace questo zietto acquisito perdutamente preso di te.” Sorrisi pensando che l'avrei rivista ancora e pregustando il momento in cui avrei scoperto cosa stava tramando...
Arianna mi aveva incastrato. Con la scusa delle ripetizioni private mi aveva costretto a frequentarla ancora.
Il successivo venerdì dopo la telefonata di mia cognata Elvira, verso le 19,00 mi recai a casa sua per la prima lezione di diritto amministrativo. Trovai i miei cognati che stavano uscendo per recarsi alla presentazione di un libro di un collega di mio cognato. Sarebbero anche rimasti fuori a cena. Elvira, tutta contenta della mia disponibilità, disse:
“Che caro che sei! Però non vorrei che seguire Arianna ti pesasse! Se dovesse avere bisogno di lezioni private potremo sempre rivolgerci ad insegnanti esterni!
“Ma no, figurati! Da quanto ho capito il problema d Arianna non è tanto lo studio di alcune materie, quanto il metodo di interpretazione delle stesse e la interconnessione tra di loro... una questione di visione d'insieme, comunque questa sera mi farò un quadro della situazione più chiaro. Andate pure...”
“Grazie!” mi disse mio cognato sinceramente grato ed andarono via.
Rimasti soli, Arianna ed io ci guardammo negli occhi. Lei aveva lo sguardo tra l'eccitato, il divertito e l'ronico. Raggiungemmo la sua cameretta.
“Come vedi, caro zietto, ho salvato capra e cavoli. Qui da soli, a casa mia non puoi avere paure o dubbi, è l'alibi perfetto, nessuno potrebbe mai sospettare... e poi... sono sicura che il mio culetto setoso ti manca, come a me manca il tuo cazzone da sballo...” e avvicinandosi mi leccò all'improvviso dietro un orecchio. Un brivido mi pervase e mi sentii sciogliere come neve al sole. Il profumo della sua pelle era, come sempre, inebriante. La afferrai brutalmente e le cacciai la lingua in bocca. Arianna iniziò a mugolare mentre le nostre lingue duellavano.
“Ti voglio in bocca, adesso, mi manca il tuo sapore, il tuo afrore di maschio”.
Dopo essersi inginocchiata iniziò convulsamente ad armeggiare con la patta dei miei pantaloni fino a quando il mio cazzo non esplose fuori da essi e Arianna lo fece sparire tutto nella sua bocca calda cominciando a farmi un pompino coi fiocchi.
Una scarica elettrica partì dalla parte più sensibile della mia cappella fino a raggiungere il mio cervello e la mia libidine si scatenò.
“Ah! Arianna! Puttanella di tuo zio, sei il sale della mia vita, sei l'apoteosi dei miei sensi! Ti amo e ti desidero, piccola rottainculo, bagascia libidinosa, perversa e disinibita, sei nata per il mio cazzo, tuo unico totem e feticcio, succhia, troia, succhia questo randello che tra un po' ti squarterà le viscere, ti aprirà il culo come nemmeno le più porche pornostars hanno osato farselo aprire!”
Arianna mugolò di piacere con la bocca piena del mio sesso, lo lasciò, si sollevò e guardandomi negli occhi con lo sguardo pieno di promesse, le labbra lucide di saliva, si sollevò la gonna, si sfilò le mutandine. La afferrai per i fianchi, la sollevai da terra, lei si rotolò l'ampia gonna blu plissettata e mi cinse i fianchi con le sue gambe. Immediatamente il mio cazzo si trovò a contatto con le grandi labbra della sua vagina e con una piccola spinta la penetrai fino in fondo mentre tenendola bene stretta feci in modo che in nostri corpi si adagiassero sul suo letto da una piazza e mezzo. La scopai così, alla missionaria, con dolcezza, riempendola di bacini sugli occhi, sulla fronte, sulle labbra. Sul collo. In quel momento l'amavo veramente. L'amavo: fonte di gioventù di ritrovato vigore, di ritrovata passione. Lei si inarcava ad ogni mia spinta ed il suo godimento era sincero, totale. Dal suo stereo, che non avevo notato essere acceso, partì, alla fine di un brano assolutamente insulso nella sua musicalità, la colonna sonora del film “il the nel deserto" di Ryuichi Sakamoto e, non so perchè, questa musica sublime mi portò alle vette più alte delle sensazioni che avessi mai provato in vita mia. Stavo amando Arianna col corpo, con la mente, col cuore, con l'anima. Lei dovette avvertire le vibrazioni che mi pervadevano e che le stavo trasmettendo.
“Amore, mio, amami così, sono tua, tutta tua, completamente, il mio corpo e la mia anima ti appartengono, Dio, quanto ti amo, fammi tua ancora, fammi godere, se questo è l'amore voglio che sia così per sempre”. Mi baciò ficcandomi selvaggiamente la lingua in bocca.
“Aspetta...”
Si staccò da me un attimo, io ne approfittai per sfilarmi i pantaloni, i boxer e la camicia, lei si liberò della gonna e della camicetta fece aderire il suo corpo al mio, sentivo i suoi piccoli seni sulla mia pelle, mi abbracciò e mi baciò ancora, dopo si girò, si accoccolò sulle ginocchia e schiacciò il busto su di esse.
“Prendimi, come mi piace, come sai che mi fa impazzire, prendimi e usami come l'ultima delle bagasce, prendimi come l'ultima delle cagne, sono la tua cagna, guarda il mio culo, guarda il mio buco del culo, aprilo, riempilo, adesso, lo voglio, lo voglio tutto nel culo, ti prego!”.
E mi apparve la visione più erotica che potessi sperare di vedere in vita mia. Non era la prima volta che la vedevo in quella posa eppure ogni qualvolta restavo incantato. Le sua natiche perfette, armoniose, aperte come un prezioso scrigno incantato che finalmente rivela il suo tesoro all'eletto.
Mi gettai con la bocca su quella rosellina increspata ed iniziai a lappare come un forsennato. Arianna gradiva e gridava il suo piacere. Inarcava la schiena e tirando indietro le braccia che prima aveva usato per puntellarsi sui gomiti, schiacciandosi ancora di più sulle ginocchia, si artigliò i glutei aprendoli ancora di più.
In ginocchio, dietro di lei, puntai il mio cazzo sul suo ano che sembrava una boccuccia affamata. Sentii fremere quel meraviglioso pertugio ed iniziai a spingere lentamente. Lo scrigno prezioso si apriva al mio passaggio avviluppando la mia verga fino a quando non fui completamente in fondo, fino alla radice del mio uccello.
“Oooh...” feci quando capii di essere totalmente dentro.
“Siiiiiiii....!” fece Arianna: “Adesso scopami ancora, come si deve, aprimi, massaggiami le budella, arrivami all'utero da dietro, entra ed esci selvaggiamente, spaccami culo come tu solo sai fare.
Cominciai a pompare dentro quel culo come un ossesso, uscendo e rientrando. Ad ogni passaggio, il buco del culo di Arianna appariva aperto in maniera smisurata per richiudersi immediatamente dopo quasi completamente. E lì, un altro affondo e un altro ancora.
“Così!” Urlava Arianna: “Così! Che bello, mi stai squartando! Che sensazione, che goduria, Ah! Tutto dentro, ancora! Bellissimo, dai! Fammi il culo ancora, ficcami quel cazzo meraviglioso dentro il buco che te lo risucchio! Oooooooh... così, fantastico, sto per venire, di più, di più, vengo di culo, vengo di culo, siiiiiiiiiiiiiii! Vieni anche tu, vienimi nel culo, nel mio culo sfondato più di quello di un frocio merdoso, vienimi dentro, dammi la tua sborra da cagare, ooooooooooohhh! Tira fuori il cazzo e prova a metterci dentro una mano intera fino al polso! Godo, godo mi stai aprendo il culo e godo come mai in vita mia! Siiii, vengo ancora, vengo ancora di culo, vengo ancora di culooooooo!”.
Ed anch'io, con un ruggito leonino, mi lasciai andare ad una delle più belle e colossali sborrate della mia vita e fu mentre mi godevo quel magico momento che con la coda dell'occhio percepii una presenza. Mi voltai di scatto. Mia cognata Elvira era lì, sulla soglia della porta della cameretta di Arianna, con gli occhi sgranati quasi a non voler credere a quello che aveva appena finito di vedere, la bocca spalancata e la mano destra davanti ad essa come a soffocare un grido che le si era strozzato in gola. I nostri occhi si incrociarono per un attimo ma i suoi erano privi di altre emozioni se non lo stupore. I suoi sensi i suoi riflessi si erano bloccati, non riusciva ad avere altre reazioni. Poi, come in trance disse a bassissima voce:
“I biglietti d'invito... li avevo dimenticati sul mobiletto dell'ingresso, siamo dovuti tornare indietro...”. E sparì dalla mia vista. Arianna non si era accorta di nulla stava ancora gustandosi l'ultimo orgasmo che la mia inculata le aveva provocato.
“E' finita!” pensai, “sono fottuto, mi sono giocato famiglia, carriera e Arianna!”

“Fottuto, fottuto su tutta la linea!” Pensai, mentre Arianna si riprendeva lentamente dalla serie di orgasmi che aveva avuto.
“Oddio... come mi fai godere tu... è indescrivibile” disse Arianna mentre mi abbracciava teneramente.
Non si era accorta di nulla, non aveva visto né sentito la madre sulla porta della sua stanza.
“Ma... che hai zietto? Sei pallido, hai la fronte imperlata di sudore... ti senti male?”
“No, no, solo un capogiro... sai, anche per me è stato fantastico e forse non ho più l'età per provare emozioni così intense.”
“Ma che dici? Se hai un fisico da far invidia ad un ventenne, asciutto, con gli addominali scolpiti, non hai un filo di grasso, sei più bello di Tom Cruise!”
“Magari, Tesoro! La verità è che per quanto io tenti di mantenermi in forma, la vecchiaia avanza piano piano, si insinua nel mio corpo ed ogni tanto colpisce a tradimento.”
“Che sciocchezze! Hai solo poco più di cinquant'anni!”
“Cinquantacinque, amore. E credimi, la differenza tra i cinquanta ed i cinquantacinque l'avverto. Beh... è il caso che mi mi ricomponga e torni a casa. Tanto tu te la cavi benissimo con le materie, potremo serenamente dire che le mie lezioni ti sono giovate mentre in realtà sei bravissima da sola.”
“C'è qualcosa che non mi convince... stai veramente bene? Perchè quell'aria malinconica? Qualcosa all'improvviso ti ha turbato, ormai ti conosco... che pensiero ti è passato per la testa?”
“Arianna... non so come dirtelo, stavolta siamo proprio nei casini, anzi, ci sono io, perchè a te non succederà praticamente nulla. Tua madre... è tornata a prendere gli inviti che aveva dimenticato a casa e ci ha beccati... è rimasta di sasso. E' scappata via senza sapere come reagire. Ci ha colti mentre eravamo al culmine del nostro piacere, tu non ti sei accorta di niente. E' la fine, capisci? Lo scandalo, la figura di merda con lei, con tuo padre, con tua zia, tuo cugino... scoppierà un casino infernale, mi fotterò la carriera, il matrimonio, perderò la stima di mio figlio...”
Arianna mi guardò fisso negli occhi e scoppiò in una fragorosa risata.
“Tutto qui?” E continuò a ridere di gusto.
“Ma. ma...” balbettai “come tutto qui! E' la fine, capisci? E' la rovina di tutto!”
“Ma che dici! La mamma non parlerà mai! Non la conosci! E poi so io come tenerla buona, so quale razza di troia insoddisfatta si nasconde dietro quella sua aria di perbenismo! Stai tranquillo che sistemo tutto io... parola, non ci pensare, anzi, voglio un premio, stasera doppia razione di cazzo!” E così dicendo mi abbracciò strusciando il suo corpo col mio.
Nonostante lo shock, la mia verga reagì a quelle sollecitazioni e mi abbandonai a quella profferta amorosa come se fosse l'ultima volta che avrei fatto sesso.
Afferrai Arianna, la costrinsi a girarsi e la posizionai sopra di me nella posizione del 69 e mentre lei iniziò a giocare con il mio cazzo e le mie palle, io mi impadronii della sua giovane fica e mi inebriai del suo profumo cominciando a lapparla ed a mordicchiarle il clitoride.
“Siii! Fammi godere ancora!” Sussurrò, dopodichè si rimpossessò della mia verga ormai al culmine del turgore, ingoiandone più che poteva, regalandomi un pompino coi fiocchi. Dopo un po' di quel trattamento non resistetti più e invocai di scoparla.
“Voglio farlo in piedi, da dietro e di dietro” mi disse con uno sguardo talmente pieno di libidine da far paura.
Si alzò dal letto invitandola a seguirla, appoggiò le mani contro una porzione di parete libera della sua camera, inarcò la schiena mettendo in risalto il suo culo scolpito, girò la testa verso di me che le stavo dietro e sussurrò: “sai come...” fece aderire una guancia sulla carta da parati, chiuse gli occhi e con le labbra semiaperte aspettò che io mi muovessi.
Mi incollai alla sua schiena facendole sentire il mio rostro tra le chiappe, con le mani le aprii i glutei ed il mio cazzo trovò subito la strada del suo culo. Lei si spinse ancora più indietro sino a quando non sentì la mia cappella centrare la sua rosetta. Iniziai a penetrare ed a mordicchiarle il collo e la nuca. Quando fui completamente dentro il suo culo lasciai le natiche che avevo tenuto spalancate fino a quel momento e le sentii strusciare contro i miei peli pubici.
“E adesso scopami, bastardo, lentamente, ruota il bacino per farmelo sentire meglio, non uscire, dai solo dei colpi in avanti per meglio incularmi fino in fondo. Ti voglio sentire dentro di me per un bel pezzo, scopami delicatamente devi accarezzarmi l'intestino... così! Meraviglioso! Piano piano, tutto dentro il mio culo che sento pieno, anzi, più cerco di espellerlo, più lui si pianta dentro e godo.... Ahhh... bellissimo, vorrei restare così per sempre... senti come ti massaggio la cappella quando stringo e poi rilascio i muscoli del mio culo?”
“Si! E' fantastico! sono tutto dentro e mi spompini col culo, mi risucchi la cappella e sento tutto il resto del mio cazzo inguainato dal tuo retto. Sei una porca depravata, usi questo tuo magnifico culo come una idrovora che mi risucchia anche il cervello. Mi senti? Ti allargo le budella e ti apro, ti apro...” le afferrai nuovamente le chiappe e spinsi ancora. Arianna era schiacciata tra le parete ed il mio corpo che ormai aderiva perfettamente al suo. Ne sentivo le forme, sentivo la sua schiena e le sue scapole, mi inebriavo del profumo della sua pelle e le baciavo le spalle, le mordicchiavo il lobi delle orecchie e le stavo sempre dentro, dentro il culo. Era mia, solo mia, tutta mia. La possedevo analmente, la dominazione più animalesca che possa esserci e che dona un senso di possesso assoluto, unico, selvaggio.
“Sto per venire...” sussurrò Arianna.
“Allora ti aprirò di più, ti spaccherò, ti farò cagare sangue, ti farò uscire il cazzo dalla gola come l'ultima delle bagasce rotteinculo del più fetido bordello della più lurida città!”
“Siiiii! Ravana dentro il mio culo come solo tu sai fare!”
La afferrai per i capelli e, senza uscire da lei, la costrinsi a piegarsi e ad appoggiare le mani sul letto.
“E adesso prendilo, troia! Tutto! E poi spaccherò ancora il culo di quella cagna di Chiara, spaccherò il culo, già aperto in verità, di quella porca di tua zia nonché mia moglie e spaccherò anche il culo a tua madre che non lo ha mai preso dietro ma sicuramente gradirà!”
“Oooohh! Sì, anche a mia madre, sono sicura che è una potenziale porca di prim'ordine... spaccaglielo come adesso stai spaccando il mio!”
“Certo! Ed ha anche un culo magnifico, sontuoso, grande e armonico come quello della sorella ma sicuramente più stretto, sarà una delizia aprirlo come un'ostrica!”
“Aaargh... si, spacca il culo a mia madre, deliziati e deliziala, come adesso stai deliziando me, adesso dacci dentro, pompa forte, sempre più forte, di più, di più, ancora, ancora, vengo nuovamente, di culo, vengo col culo, troppo bello, incredibile, vengo, vengooooooo!”
Colsi il momento del suo primo orgasmo di quella seconda scopata e cominciai a menare colpi all'impazzata insinuandomi sempre più in fondo al suo budello. Ero talmente infoiato che ad ogni colpo il letto si spostava di trenta, quaranta centimetri e noi, insieme a lui. Anch'io a quel punto mi lasciai andare ad un orgasmo liberatorio. Le mie gonadi non resistettero più e scaricai per la seconda volta in quel giorno, fiotti e fiotti di sperma dentro quell'antro sublime.
Restai dentro Arianna. Quando i nostri cuori ripresero un battito quasi regolare, lei mi disse: “pisciami dentro, come l'altra volta, riempimi il culo. Uno di questi giorni voglio farmi un clistere da due litri e dopo voglio che tu mi inculi selvaggiamente senza che io abbia evacuato.”
La accontentai e mi lasciai andare ad una liberatoria minzione.
“Che bello, mi sento il culo veramente pieno e questo liquido caldo mi fa sballare!” Iniziò a toccarsi la fica ed il clitoride ed ebbe un ulteriore orgasmo anche se meno intenso di quelli che lo avevano preceduto.
Ci staccammo e lei corse in bagno a liberarsi. Immediatamente, mi tornò l'angoscia per quello che era successo, ovvero l'essere stati sorpresi da Elvira.
Arianna ritornò e vedendomi con un'espressione depressa, mi fissò negli occhi e mi disse: “Ancora preoccupato per questa cazzata? Stai tranquillo, mia madre non parlerà. Se la conosco bene, anzi, starà morendo di curiosità. Ha visto sua figlia prenderla in culo e godere come una pazza e lei non lo ha mai fatto mentre io sento che sta morendo dalla voglia di provarci.”
“Ma ha visto me! Ero io, tuo zio, anche se non consanguineo, ad incularti, e ci ha beccati nel momento più selvaggio del nostro rapporto! Mentre io ti sodomizzavo alla grande e tu eri ricettiva al massimo, mentre raggiungevamo l'orgasmo!”
“Oh, come lo descrivi bene quel momento, mi stai facendo eccitare di nuovo!”
“Ti prego, Arianna, non scherzare... sento che succederà un casino inimmaginabile!”
“Stai sereno, anzi, se le cose stanno come dici tu, ribadisco che la curiosità se la starà mangiando viva e starà invidiando me e sua sorella che abbiamo la fortuna di trovarci uno stallone come te per le mani... anzi, per le chiappe!” e rise.
“Mi stai tranquillizando... ma sono sempre preoccupato...”
“Ti ho già detto che ci penso io... non preoccuparti!”
“Spero che tu abbia ragione...”
Mi ricomposi e col cuore comunque pieno di angoscia andai via per fare ritorno a casa.
Chissà come si sarebbero evolute le cose....
Quella notte praticamente non dormii. Mi rigiravo nel letto ogni due minuti tanto che mia moglie si preoccupò e mi disse: ”Che hai, caro? Stai male?”.
“Niente... non devo aver digerito bene”.
“Vuoi che ti vada a prendere un po' di bicarbonato, ti faccio un canarino...”.
“No, non preoccuparti, anzi, adesso vado qualche minuto nel mio studiolo, alzarmi forse mi farà sentire meglio e magari mi passerà questa sensazione di acidità”.
“Oddio, l'acidità... sono le quattro e trenta del mattino... io chiamo il 118 e ti faccio portare in ospedale. Sono i classici sintomi da infarto!”.
“Ma che dici? Non ti allarmare per nulla, non sono mai stato male, ho esagerato un po' col vino, sai che ne bevo pochissimo, ieri sera ne ho bevuto due bicchieri e non ci sono abituato. Poi ho fatto le analisi un mese fa, niente colesterolo, trigliceridi a posto, pressione da far invidia ad un ventenne...”.
Mi alzai e raggiunsi la mia scrivania nella stanza che avevo adibito a studio domestico e libreria. Avevo anche la mia poltrona preferita, TV, i miei film, lo stereo con i CD di musica classica, il pianoforte e il mio PC sulla scrivania. Mi collegai ad internet, avevo un nuovo messaggio, mi era stato inviato solamente mezz'ora prima. A quell'ora chi poteva inviarmi una mail? Incuriosito aprii la casella dei messaggi ricevuti e mi apparve il mittente: Arianna. Testo: “ Ho parlato con mamma dopo che papà è andato a letto e si è addormentato, non sapeva da dove iniziare il discorso, l'ho aiutata io dicendole che non c'era niente di male, che era solo un problema creato dalla sua mentalità bigotta, non per colpa sua ma quella era l'educazione dei suoi tempi. Mi ha contestato il fatto che anche a voler accettare di controvoglia questa situazione, ci aveva visto, uso le sue testuali parole, copulare contro natura. Io sono scoppiata a ridere le le ho detto che l'avevo beccata in bagno a masturbarsi il culo col manico della spazzola. Le ho detto che mi dispiaceva perchè non sapeva cosa si era persa fino a questo momento e che la colpa era di papà che non la sapeva scopare, mentre un gran bella donna come lei, sensuale e ancora giovane, avrebbe meritato, sessualmente, di meglio. Lei ha ammesso che tua moglie le aveva confessato di essere pienamente appagata dalle tue performances e di non avere limiti o tabù con te, anzi che gradiva farsi inculare e che la sua libido era totalmente libera di esprimersi come meglio voleva, insomma che a letto siete due veri e propri... porcellini! Quindi, il fatto che tu sia mio zio e che abbia tanti anni in più di me era solo un ostacolo delle sue inibizioni e doveva rimuoverlo. Mi ha detto che non parlerà a nessuno di quanto ha visto perchè non vuole uno scandalo né tantomeno rovinare l'armonia delle nostre famiglie. Però vuole parlarti da sola, a tu per tu e vedere con quale coraggio potrai guardala negli occhi. Hai visto? Tutto a posto, come ti dicevo. Domani ti chiamerà senz'altro. A te, adesso la palla, sappiala giocare! Ciao mio maschione. P.s. Ho un prurito in mezzo alle chiappette... quando potrai farmelo passare? Ti amo”.
Mi sentii rinascere, il peggio era passato e adesso... dovevo giustamente sapermi giocare la partita!
Puntualmente, il giorno dopo mi chiamò mia cognata Elvira allo studio.
“Ciao, noi due dobbiamo parlare, oggi stesso. Quando riesci a liberarti dai tuoi impegni?”
“ Quando vuoi”.
“Bene, ti aspetto per le 17,00. Mio marito è fuori città per una conferenza, rientrerà domani sera, Arianna resterà a dormire da una sua amica, sono sola in casa e saremo liberi di chiarire alcune cose. Conosci già l'oggetto della discussione. A più tardi”.
Mamma mia! Un iceberg! Ma non potevo certo aspettarmi qualcosa di diverso. Dovevo però avere più informazioni su di lei. Avvisai casa che sarei rientrato per il pranzo.
Dopo un pasto leggero, dissi a mia moglie che volevo rilassarmi un un'oretta perchè non avevo impegni prima delle 17,00. La invitai a farmi compagnia in salotto, guardando un po' di TV. Mia moglie felice, si sedette sul divano e si strinse a me. Le passai una mani sulle spalle e le baciai la guancia. L'amavo ed era un amore diverso. Avevo detto “ti amo” anche a Arianna ma era una dichiarazione dovuta alla passione. Mia moglie era la mia Penelope, casa mia la mia Itaca, non saprei spiegarmi meglio. Le diedi una pacca sul lato esterno di una natica.
“Culona mia bella, mi fai impazzire con quelle chiappe maestose...”
“Umh, e tu col tuo cazzone che hai fatto di me una porca felice? Sei stato il mio primo ed unico uomo e non ce ne potranno essere altri. Il tuo cazzone è solo mio e lo presterai soltanto a donne che lo meritano e che avrebbero o avranno il mio consenso ”.
“Ma che dici? Tu sei la mia vita, adoro perdermi tra i tuoi seni, bere alla fonte della tua fica, essere dentro il tuo culo fantastico. Quando ti sodomizzo e ti vedo godere è il momento più bello dei nostri amplessi. Chissà quante donne al mondo, che fanno le schizzinose, non sapranno mai cosa si sono perse!”
“ E si, vecchio porco, mi fai godere come una vacca sfondata, mi piace farmi inculare e ti amo. Ma come tutti i porcelli, qualche altro culo te lo sarai fatto. Fino a qualche hanno fa ti avrei ucciso per la gelosia, ma grazie alla consapevolezza del piacere che mi hai fatto raggiungere, so che alla fine non importa, tanto sarai sempre mio anche se ogni tanto svolazzerai qua e là”.
“Anch'io ti amo e ti desidero, alla faccia di tutte quelle che, prima di conoscerti, non mi hanno mai voluto dare il culo”.
“E dire che ci sono quelle che vorrebbero darlo ma hanno il compagno che non glielo prende!”.
“Ma che dici...”.
“Vero! Ad esempio mia sorella Elvira, con la quale ci confidiamo tutto, compresi i particolari più intimi e scabrosi, muore dalla voglia di provare a prenderlo nel culo ma quello stronzo del marito, nonostante lei abbia cercato di farglielo capire, se la scopa solo alla missionaria e senza fantasia!”.
Non avevo bisogno di entrare in argomento, eccomelo servito su un piatto d'argento! “Poveretta! Non immaginavo... e dire che nostro cognato è un uomo eccezionale”.
“Si, ma come scopatore non vale una cicca, prima o poi mia sorella finirà col mettergli le corna, la trattiene solamente l'educazione monacale che ha ricevuto, più rigida della mia”.
“Umh!” le dissi, dopo averla baciata in bocca “qui, e parlo da avvocato che conosce benissimo i codici, si deve applicare la legge Caio Metella!” E continuai a sbaciucchiarla.
“E che legge sarebbe?” Mi domandò incuriosita.
“Oltre mia moglie, devo incularmi sua sorella!”
“scemo...” sorrise e mi diede un altro bacio.
“Perchè scemo? Regaliamo un po' di piacere a quella povera infelice, tanto resterebbe tutto in famiglia, no? E poi... bisogna riconoscere che Elvira ha un culo fantastico, quasi bello come il tuo”.
“Porco” disse eccitata mentre si strusciava sempre di più a me.
“Pensaci” le risposi sempre più eccitato “non ti fa sballare l'idea di sapere che ho rotto il culo a tua sorella?”
“Si, mi sto bagnando all'idea di vederla sotto di te che te la inculi alla grande e di lei che gode, finalmente, come una cagna. Sarei felice di saperla felice”.
“Oddio, mi sta per uscire dai pantaloni... ma il culo più bello della famiglia, con tutto il rispetto per te ed Elvira, è quello di Arianna”.
“Grazie! Fa la ballerina ed ha meno di vent'anni. Ma secondo me Arianna ha il culetto ben collaudato, è una ragazza senza inibizioni e vive la sua sessualità senza remora alcuna. E fa bene”.
“Sai che mi sono sognato, una notte, di farle il culo?”
“Vedi? Sei porco, la maialaggine è nel tuo DNA, non puoi farci nulla”. Nel frattempo armeggiava con la mia patta.
“Ma amo solo te, senza di te sarei perduto.”
“Mi ami col cuore, come ti amo io, le altre solo col cazzo, al massimo con affetto filiale”.
“Perchè filiale?”
“Perchè la tua nipotina Arianna, che per me è la figlia femmina che non ho mai avuto, con me si è sempre confidata, cosa che non le riesce con la madre. Io sono la sorella che non ha e la mamma che avrebbe voluto avere”.
Impallidii: “In che senso, si confida con te? Ti racconta dei suoi amichetti, ci fa le porcheriole?”.
“Si, ma porcheriole si fanno con i veri porci, come te e so di come te la sei scopata alla grande, di come le hai preso il culo la prima volta e di come tu le abbia fatto conoscere la sua vera natura di grande troia. E al suo racconto, mi sono eccitata da morire. La prossima volta che le fai il culo voglio essere presente, voglio godere del suo godimento, voglio vedere il suo ano dilatato con e il tuo cazzone che esce ed entra in lei. Io non mi sono mai potuta vedere col buco aperto e la sola idea mi fa venire” disse col fiato grosso mentre mi slinguava dentro un orecchio.
“Oh, sapevi tutto! Io... non ho saputo resistere, la prima volta è stato per caso, è piombata in casa...”
“Ssssst!, so tutto e non sai quello che avrei pagato per essere presente. Quella è stata, in assoluto, la prima volta che Arianna ha preso coscienza della zona erogena anale. Promettimi, amore mio, che le aprirai il culo davanti a me... e già che ci siamo, facciamo qualcosa per mia sorella”.
“Oddio, mi stai segando e quasi facendo venire, vedi, amore, questa è libidine allo stato puro, questo è godere con la testa”.
“Lo so, me lo hai insegnato tu, per questo non sono incazzata né gelosa. So tutto, più di quanto immagini. A che ora ti aspetta mia sorella?”
“Ma... questo come fai a saperlo?”
“Gazie a Arianna che l'ha spiata al telefono. Elvira ti vorrà fare una scenata per quello che è successo a discapito della promessa fatta. Non farà scoppiare uno scandalo, ma ha intenzione di dirtene quattro. In realtà nel suo inconscio, invidia sia la figlia che me. Per questo, dopo un'ora, ci presenteremo Arianna ed io. L'intenzione è di continuare l'opera di seduzione che tu inizierai quando te la troverai di fronte. So io come fare. Da adolescenti ogni tanto abbiamo lesbicato e ci siamo masturbate a vicenda. Le tirerò fuori tutta la sua libidine repressa. E tu la inculerai, facendole finalmente provare un vero orgasmo. Ma adesso lo voglio io nel culo, ma non devi venire. Ti voglio al massimo della forma per più tardi.
Mi guardò con occhi pieni di desiderio, si sfilò le mutandine, si sedette sopra di me e si accucciò sul mio cazzo fino a quando non lo sentì aderire al suo sfintere. Lentamente prese ad abbassarsi fino a quando non le fui completamente dentro.
“Ooooh” feci “Come posso non venire con il cazzo completamente avviluppato dal tuo culo?”
“Resisti porco, questa scopata è solo mia, così impari a fare il maiale... Ohhh, che bello, tutto dentro, mi apro in due, sto per venire... siiiiiiiiiiiiiiii !!”.
E venne, scossa da un fremito, mordendosi le labbra e roteando gli occhi. Venne in silenzio, riflesso incondizionato che aveva acquisito dopo la nascita di nostro figlio, per non farsi sentire dal bambino. Si accucciò su di me, mi baciò, si sfilò lentamente.
“Non venire, fai una doccia fredda ma non venire. Ti voglio ancora, più tardi”.
Mi guardò intensamente e mi sussurrò: “Ti amo” poi cercò la mia bocca e le nostre labbra si unirono in un bacio che era suggello di un vero amore.
Erano le quindici, potevo riposare un'ora prima del rendez-vous con Elvira.
Ore 17,00 in punto.
Suono al videocitofono della villa di mia cognata Elvira. Il cancello automatico inizia ad aprirsi lentamente e, risalito in macchina, mi avvio a percorrere il vialetto d'ingresso fino a raggiungere lo spiazzale davanti casa. Scendo dall'auto, salgo la breve scalinata che mi conduce davanti all'enorme portone di legno pregiato che permette l'ingresso all'interno dell'abitazione.
Chiedo permesso, entro discretamente, richiudo il portone dietro di me. In casa il silenzio più assoluto. Provo a chiamare mia cognata che mi risponde con voce glaciale: “sono nello studio”.
Mi avvio con sicurezza verso il luogo indicatomi da Elvira (conosco benissimo la villa) e la raggiungo.
Al lettore forse non interesserà ma io, che ho sempre amato i libri, non posso fare a meno di dare un rapida descrizione dello studio di mio cognato: un enorme salone, almeno sette metri per otto, totalmente tappezzato fino all'alto soffitto da scaffalature di noce pregiato piene zeppe di libri di ogni genere dalla saggistica alla critica letteraria. Tutti gli scritti di Benedetto Croce, antiche e rare edizioni di classici rilegati in pelle, monografie, le enciclopedie più importanti ed in tutte le lingue, dalla nostra Treccani alla francese Larousse, le opere dei più grandi scrittori di tutti i tempi, scrittori minori, i classici latini e greci... insomma un vero tesoro che ammiravo moltissimo e che gli invidiavo. Ecco perchè stimavo mio cognato. Era un uomo di una cultura vastissima anche se nella vita aveva sempre lo sguardo malinconico ed era mite, un buono. Per me era una compagnia preziosa, riusciva sempre ad affascinarmi quando dialogavamo. Per il resto, forse proprio per la sua immensa conoscenza, viveva il quotidiano come se fosse tutto di una banalità scontata. Sempre educatissimo, cortese con tutti, paziente. Non si poteva non apprezzarlo e non volergli bene. La stessa Elvira, sua ex studentessa, ne fu sempre infatuata e se ne innamorò pazzamente frequentandolo in quanto relatore della sua tesi di laurea.
Completavano l'arredamento dello studio una massiccia scrivania sempre di noce (ecco, questa effettivamente era “pesante” nello stile, un po' tetra), dei tappeti persiani pregiatissimi (non aveva certo problemi economici) e dei divani in pelle, sobri ma di stile moderno che non stonavano con il resto, un mobile bar discretamente posto in un angolo, quadri d'autore alle pareti ed una piccola statua in bronzo di uno scultore anonimo ma molto bella, che raffigurava Minerva, ossia la saggezza.
Mi fermai davanti alla porta dello studio, Elvira era seduta su uno dei divani, un bicchiere di cognac in mano, forse per darsi coraggio, l'argomento che doveva affrontare le creava non poca tensione e sperava che l'alcol le desse coraggio.
“Ciao Elvira” le dissi avanzando. Non mi rispose ed evitò di guardarmi negli occhi. Restai in piedi davanti a lei. Secondi che sembrarono interminabili. Decisi di servirmi anch'io del mobile bar e mi versai una generosa dose di “Balluet tres vieille reserve”, lo stesso che stava bevendo Elvira.
Dopo mi diressi verso il divano e mi sedetti accanto a lei. Non regì, il suo sguardo andava oltre me, come se non esistessi. Altri secondi di pesante silenzio; nella stanza si era creata una tensione palpabile. Poi, Elvira, sempre con lo sguardo nel vuoto, esordì:
“Come hai potuto, mio Dio, come hai potuto...” disse con voce bassa, come se stesse parlando a lei stessa, “ Una bambina, la mia bambina... l'hai battezzata, coccolata, tenuta sulle ginocchia, le hai cambiato i pannolini, le hai dato il biberon come se fosse una tua figlia, l'hai sempre amata come una figlia... porco, maiale, pervertito, sei empio, anche se non consanguineo, ti sei macchiato dell'onta dell'incesto perchè mia figlia è cresciuta anche con te che fai parte della famiglia”. Evitava sempre di guardarmi negli occhi e continuava a sorseggiare il suo cognac. Decisi che l'avrei attaccata frontalmente ma senza durezza.
“E' il tuo punto di vista, Elvira. Arianna è maggiorenne, tra noi c'è stata e c'è una storia di sesso di cui entrambi siamo coscienti e consenzienti. Non è più la bambina che tenevo sulle ginocchia. E' una donna, Elvira, fattene una ragione, non vederla sempre come una bimba con le treccine e i calzettoni. E' cresciuta, ha fatto le sue esperienze e, all'incontrario di te, vive la sua sessualità liberamente e senza tabù. Vuoi che ti dica che l'ho sedotta approfittandomi della sua ingenuità e che a causa mia ha perso la sua innocenza? Le cose non stanno così. Si, è capitato per caso, se non si fossero verificate determinate coincidenze probabilmente non sarebbe mai successo. E credi che non mi sia fatto inizialmente degli scrupoli? E' stata proprio Arianna a farmeli passare, a prendermi per un vecchio e bigotto scemo quando ho tentato di troncare la nostra relazione perchè non mi sembrava corretta. La scusa delle ripetizioni private è stata un'idea di tua figlia, per costringermi a frequentarla ancora. Arianna mi ha insegnato a vivere la sessualità senza inibizioni, sensi di colpa, strascichi di natura moralista. Proprio la sua mentalità, la sua allegria, la sua voglia di vivere e il suo modo di vivere il sesso mi hanno fatto capire quanto tempo abbiamo sprecato dietro falsi moralismi, anatemi lanciatici dai nostri educatori, la sensazione di vivere perennemente nel peccato... e che palle! Fanno bene i giovani d'oggi a non sprecare nessuna occasione!”.
“Ma... tra te e lei ci sono più di trent'anni di differenza! Potrei capire con un suo coetaneo...”.
“Ma è proprio questo il punto, Elvira! I giovani maschi non hanno esperienza, un uomo maturo, alle ragazze di oggi, sa aprire loro orizzonti che non conoscevano, non immaginavano nemmeno!”.
“Ma tu... la stavi sodomizzando! La possedevi contro natura! La mia povera piccolina... sotto le tue grinfie di satiro malefico... me l'hai... infangata nel corpo e nell'anima col rapporto più brutale, sporco e perverso che possa esistere! Tu sei un demone!”.
“Elvira, ma che cazzo dici! Adesso basta! Vuoi dirmi che tu non hai mai concesso il tuo didietro a nessuno, nemmeno a tuo marito, che non lo hai mai fatto, che non hai mai preso coscienza totalmente delle tue zone erogene? Ma che sessualità vivi? Non è che sei un po' repressa e ti auto punisci privandoti delle sensazioni più belle che il tuo corpo può donarti? Questo si, che è andare contro natura! La privazione è sofferenza; se non hai motivo di privarti di una cosa che senso ha farlo?”.
“Sono confusa... tu fai l'avvocato e sei tra i migliori penalisti d'Italia, è il tuo mestiere confondere le acque ma non ci casco! Rimani un infame che ha abusato di un componente della nostra famiglia...”
“ Eh, no!” le dissi brusco, interrompendola “Sei tu che vuoi fare finta di non capire e che ci tieni a recitare fino in fondo la parte della vittima! Allora giochiamo a carte scoperte! Tu sai, perchè con tua sorella vi confidate tutto, com'è giusto che sia, che io e Lara abbiamo una splendida intesa sessuale. Tu sai benissimo che Lara ed io amiamo fortemente il rapporto anale. Tu sai benissimo che Lara predilige questo tipo di rapporto e gode pienamente quando lo mettiamo in atto. Tu sai benissimo che non abbiamo limiti e che facciamo galoppare la nostra fantasia e diamo libero sfogo al nostro erotismo. E ti dirò di più: io so molto bene che muori dalla voglia di provare un rapporto anale ma tuo marito non te lo ha mai chiesto perchè è inibito pure lui e tu non sei mai stata esplicita nel farglielo capire. So anche che ogni tanto, quando sotto la doccia ti concedi ai piaceri solitari, e non c'è nulla di male, usi il manico della spazzola lava schiena per masturbarti l'ano, me lo ha detto Arianna che ti ha sgamata. Quindi io sarò anche un gran maiale ma tu sei una gran porca ipocrita!”
Elvira impallidì. Assunse la stessa espressione di quando mi beccò con Arianna. Spalancò la bocca. Portò una mano davanti ad essa, sgranò gli occhi , mi guardò con stupore ed esclamò: “Dio mio che vergogna, che vergogna!”.
Tracannò il resto del suo cognac e poggiò con mano tremante il bicchiere sul tavolinetto di fronte al divano. La imitai bevendo in fiato il resto del contenuto del mio calice che appoggiai anch'io sul tavolino. Elvira si era coperta il viso con le mani, dondolava la testa emettendo un debolissimo lamento. Mi avvicinai, le allontanai le mani dal volto e la abbracciai stringendola a me.
Poi, accorgendomi che piangeva debolmente e in silenzio, le accarezzai i capelli ed emisi un sibilo per invitarla al silenzio. Lei poggiò la testa sulla mia spalla ed io iniziai a carezzarle il capelli e a darle dei bacini sulla guancia per poi scendere baciarle il collo. Elvira fremette e non erano i fremiti del pianto.
“No, no che fai...” mi disse debolmente e senza convinzione.
“Faccio quello di cui hai bisogno, cognatina, ti ho sempre voluto molto bene e ti dimostrerò il mio affetto facendo emergere la vera donna che c'è in te”.
“No, non posso, sei mio cognato, il marito di mia sorella, non posso fare questo a Lara!”.
“Allora non hai ancora capito che Lara e Arianna sanno tutto di te e di loro due? Lara sa che scopo Arianna, Arianna sa dei tuoi desideri repressi, Lara sarebbe felice se io ti iniziassi ai veri piaceri del sesso, non è gelosa, anzi vuole che tu riesca finalmente a vivere in piena consapevolezza la tua sessualità”.
Le infilai una mano sotto la gonna del suo sobrio tailleur e raggiunsi la sua fica impossessandomene con la mano aperta, sopra la stoffa delle sue mutandine. Elvira ebbe un sussulto di piacere. Notai che aveva lo stesso vezzo di mordersi le labbra come sua sorella Lara e lo stesso modo di chiudere e stringere gli occhi.
“No, no... ti stai inventando tutto per sedurmi, Lara non sa niente, sei solo un pervertito che ha deciso di scoparsi tutte le femmine della famiglia. Lasciami...”.
“Non è così... so anche di quando con Lara da ragazzine vi masturbavate a vicenda”.
“Allora è vero... vi raccontate proprio tutto...”
“Tutto e di più, Lara sarebbe contenta di poter assistere ad una tua scopata con me per vedere finalmente l'appagamento nei tuoi occhi. Ti vuole un mondo di bene come ti ho già detto te ne voglio io e tua figlia. Desideriamo tutti e tre una sola cosa: che tu sia felice!”.
Le misi una mano sul seno mentre con l'altra continuavo a pastrugnarle la fica.
“Oh, Gigi... ti ho sempre ammirato, sei un bell'uomo ma non ti ho mai immaginato sotto quest'aspetto”.
“Io, si, ti ho sempre ammirato ed ho sempre detto a tua sorella che hai un gran bel culo... culetto che fra un po' riceverà il suo battesimo del cazzo”.
“No, non voglio, non è giusto, non con te... è un altro incesto...”.
“Ah, ma allora hai la fissa con questi incesti! Guarda che sarebbe incesto soltanto se tuo marito si trombasse Arianna o Lara si concedesse a nostro figlio. Poi, da ragazzina, non hai masturbato tua sorella? Non è incesto anche quello? Quindi zitta e goditi questo momento!”
Le indirizzai una mano sul mio pacco. Dopo un momento di indecisione, Elvira ne saggiò la consistenza attraverso la patta dei pantaloni e mugolò. Finalmente si stava sciogliendo.
“Vieni qui” le dissi invitandola ad alzarsi insieme a me. Le infilai la lingua in bocca e lei ricambiò il bacio con passione. Poi le sfilai la giacca del tailleur e le sbottonai la camicetta. Le abbassai la gonna dopo aver tirato giù la zip, le tolsi il reggiseno e le sfilai le mutandine fino ai piedi e lei le scalcò lontano. Era nuda davanti a me. Fantastica, un seno pieno e sodo, un po' più grande di quello di Lara, fianchi ed anche armoniose, gambe perfette e pube totalmente depilato.
La strinsi di nuovo a me mentre nervosamente mi liberavo della giacca, della cravatta e della camicia. Lei mi aiutò impaziente e in un attimo fui nudo anch'io. Elvira afferrò il mio cazzo già in tiro e mugolò nel sentirne il turgore.
“Oddio, non immaginavo l'avessi così grosso e lungo”. Si inginocchio lo scappellò e delicatamente iniziò a lapparlo con la punta della lingua fino a quando non lo fece scomparire del tutto in bocca. Aspirò fortissimo procurandomi un lungo brivido di piacere.
“Elvira, che pompino! Mi stai risucchiando l'anima! Vieni qui...”.
Mi sdraiai su uno dei tappeti e le feci cenno di distendersi su di me nella classica posizione del 69. Prese nuovamente il mio cazzo in bocca ed io mi ritrovai il suo magnifico culo a portata di labbra. Mi impossessai della sua fica con la lingua penetrandola e picchettando con la punta le pareti interne fino a quando non trovai il suo turgido clitoride che fece capolino da quella profumata ostrica che lo avvolgeva e mi ci avventai con i denti mordicchiandolo e succhiandolo.
“Oooohhh, così!... Mi stai facendo impazzire. Dio che bello! Continua, non avevo mai provato niente di simile, ti prego non ti fermare!”.
Le sue cosce erano attraversate da un leggero fremito. Proseguii la mia esplorazione leccando lascivamente anche il perineo e la zona intorno al suo ano per poi concentrarmi sul suo sfintere. Aveva un bellissimo culo e l'orifizio era molto eccitante. Serrato. Lo slinguai con forza cercando di penetrarlo con la punta e lubrificandolo.
“Ah... che bello... mi piace, nessuno mi aveva mai fatto questo, ancora!”.
“Si, ma non ti irrigidire, rilassati, anzi quando senti che la lingua penetra, tu spingi i muscoli come se volessi espellerla”.
“Ma io non voglio espellerla, mi piace!”
“Appunto, fidati, fai come ti dico!”.
Al secondo mio assalto a quel grinzoso fiorellino, Elvira seguì le mie istruzioni. Appena sentì la mia lingua forzare l'apertura del suo culo, spinse indietro e con sua grande sorpresa la punta si trovò all'interno dello sfintere ed iniziai a farla andare su e giù.
“Oooohhh... che mi stai facendo? E' bellissimo, non ho mai provato niente di simile!”
nel frattempo continuava a spompinarmi con una bravura che non mi aspettavo. Era un talento naturale! Sapeva istintivamente dove intervenire nelle parti più sensibili del glande. Se avesse continuato così sarei venuto da lì a breve, pieno com'ero tra l'altro, della inculata concessa a Lara che mi aveva obbligato a non godere.
“Basta” le dissi “adesso passiamo alle cose serie!” La feci sollevare, in piedi stesso la baciai in bocca e poi le leccai i capezzoli. Elvira era tutta un fremito incontrollabile. Le indicai un bracciolo del divano e le dissi di chinarsi appoggiandosi ad esso. Ora il suo Culo armonioso era davanti a me.
Mi posizionai dietro, le allargai lievemente le natiche e la penetrai in fica con una sola spinta.
“Sssssiiiiiiiii ! Delizioso! Ti sento, Dio mio quanto sei grosso! Così, pompami, ti prego!”
“Tieni, porcella di una cognata, hai visto che ti sei persa a non fare sesso senza tabu? Prendi questa nerchia fino in fondo, ti sfonderò l'utero senza pietà, te lo farò arrivare in gola!”
“Si, sono una puttana, una bagascia come poche, sfondami, così, ancora, oddio... vengo, vengo!”
Il suo corpo diventò una pila elettrica. Tremava tutto, era preda di convulsioni. Elvira inarcava la schiena e veniva incontro ai miei colpi per meglio prendere il cazzo in fica. In quel momento vidi sbucare Lara dalla porta dello studio. Elvira non poteva vederla perchè le dava la schiena. Era nuda ed aveva una strana cintura legata alla vita con un pene di gomma di notevoli dimensioni in posizione eretta. Mi fece cenno di fare silenzio e non tradire la sua presenza. Poi mi fece capire di uscire da lei e posizionarmi di fianco a divano in modo che la sorella, girando il capo verso sinistra, potesse prendermi il cazzo in bocca. Così feci e strusciai il mio uccello sulle labbra di Elvira che capendo il mio invito lo fagocitò tra le sue labbra mentre contemporaneamente Lara, che si era posizionata tra le sue cosce senza che la nostra “preda” se ne accorgesse la penetrò di botto nella fica già abbondantemente lubrificata dai suoi stessi umori.
Elvira si Irrigidì, rimase un attimo perplessa poi si voltò di scatto e vide Lara che aveva iniziato a scoparla alla grande con lo strap-on. Lara le sorrise e le disse: “tranquilla sorellina, questo è il nostro regalo per te. La più bella scopata della tua vita!”.
Elvira si rigirò verso di me con uno sguardo confuso. Le sorrisi e le diedi nuovamente il cazzo da succhiare. Lo prese in bocca e ricominciò a sbocchinarmi alternando le ciucciate a lascivi mugolii fino a che non raggiunse un'altra serie di orgasmi potentissimi di un'intensità mai raggiunta.
“Mamma mia, sono sfinita, non avevo mai goduto così tanto. Lara, cara, io... mi avete messo in mezzo e mi avete fatto morire di piacere. Sono stata una sciocca miope, presa dalle mie convinzioni etico-religiose”.
“Nessuno ha detto che le tue convinzioni non vadano rispettate o non siano valide. Non bisogna essere dei talebani all'incontrario. Adesso vedrai che scoprirai un nuovo mondo che per tua scelta avevi bandito dalla tua esistenza complice il fatto di avere un marito poco interessato al sesso.”
Lara abbracciò la sorella e scese con una mano fino a toccarle la fica ancora grondante di umori.
“Ricordi quando da adolescenti ci masturbavamo a vicenda? Adesso ti do una bella ripassata alla patata mentre Gigi aprirà il tuo burroso culetto”.
“Si, fatemi godere ancora. Lo voglio nel culo, è sempre stato un desiderio irrealizzabile e godo tanto quanto ci metto il manico della mia spazzola... certo il cazzo di Gigi è molto, ma molto più grosso...”
“Non preoccuparti, ti farà godere senza dolore, noi siamo ricettive di famiglia e godiamo col culo più che con la fica. Vedi me e tua figlia Arianna. Oggi finalmente toccherà a te. Voglio vedere mentre Gigi ti apre e voglio vedere il tuo volto godere. Poi ti farò assistere a come io lo prendo in culo e alla fine, muoio dalla voglia di vedere Arianna mentre si becca nell'ano il cazzone dello zio. La voglio vedere col buco aperto mentre gode come una maialina. Lara, tesoro, vi amo tutte e due e se vedervi felici significa condividere con voi il mio uomo, il mio uomo è anche vostro.”
“Wow, qui le cose si stanno sistemando alla grande, se riuscissi, con la complicità di Arianna, a far rientrare nel gioco anche Chiara... sai che harem! Intanto pensiamo a sverginare il delizioso culo della cognata in presenza di mia moglie...”

“Elvira, vieni, stenditi con la schiena sul tavolo” dissi con tono autoritario.
Mia cognata obbedì e si sdraiò lasciando le gambe penzoloni.
“Adesso solleva le gambe e portale verso busto tenendole con le mani.
“Oh” chiosò Elvira “che posa oscena che mi hai fatto assumere. Così hai di fronte sia la mia fica che il mio buco del culo”.
“Si, sei fantastica, ti guardo la fica e il buco del culo. Sono esposti, alla mia mercè, posso farci quello che voglio. Sei come l'ultima delle puttane, aperta. Questa posa non lascia niente all'immaginazione. Che bel buco di culo che hai! Ne posso vedere le grinze, i contorni, vederlo palpitare, forzarlo, aprirlo, farci quello che voglio. Me lo stai offrendo tu, spontaneamente e ne ho il possesso totale. E' mio, mio e di Lara”.
“Si, mi sto bagnando come una troia, mi fai morire quando mi parli così, adesso inizio a capire cosa vuol dire fare sesso anche con la testa. Dimmi, sono aperta abbastanza? Lo vedi bene questo mio buco? Oddio, anch'io parlo come te e mi piace, mi fa sentire zoccola e laida e questo mi fa eccitare... dai, che aspetti? Facci qualcosa con questa fica e questo culo!”.
“Certo, innanzitutto diamo una bella ripassatina e questo ben di dio”.
Mi posizionai tra le sue cosce ed iniziai a leccarle la fica. Elvira fremette e Lara, dall'altro lato del tavolo, incominciò ad accarezzarle le tette stuzzicandole i capezzoli.
“Avete deciso di farmi morire... così mi fate morire... è bellissimo, Gigi, come lecchi bene, così vengo di nuovo. Ooooh...”
Lara mi fece cenno con gli occhi di raggiungerla. Mi staccai a malincuore dalla fica di Elvira che tra l'altro aveva un bellissimo sapore. Elvira mi mostrò un tubetto di vaselina e prese il mio posto tra le cosce della sorella. Io sostituii mia moglie nel carezzare le tette di Elvira e le baciai in bocca. Sembrava invasata, faceva saettare la lingua leccando la mia, leccandomi le labbra, il mento, quando mi disse: “dammelo, dammelo in bocca... oh, Lara cosa stai facendo al mio culo? Lo apri? Che bello, continua...”.
Lara infatti la aveva spalmato sull'ano una generosa quantità di vaselina e, con movimenti circolari, ne aveva forzato l'apertura per lubrificare l'interno. L'ano di Elvira aveva permesso immediatamente l'ingresso di un dito e Lara, sempre con molta delicatezza, ne aveva inserito altri due continuando a massaggiare l'interno ed a lubrificarlo.
Questo lavoro di lubrificazione e rilassamento dello sfintere anale continuò a fare andare fuori di testa Elvira che impossessatasi del mio cazzo iniziò a succhiarlo voracemente come un'assetato ad una fonte d'acqua.
“Si, Lara, sorellina mia, siiii! Continua, è meraviglioso, sento le tue dita dentro il culo e mi piace, dai muovile, ce la fai a metterle più dentro?”
A questo punto Lara mi disse: “Ok, è pronta...”.
Ci scambiammo nuovamente le posizioni. Lara si reimpossessò delle tette della sorella carezzandole ancora lascivamente e le disse: “Ci siamo... adesso godrai di un piacere intenso che non hai mai provato, altro che manico della spazzola... concentra le tue sensazioni sul buco del culo e rilassati. Quando Gigi inizierà ad entrare in te, spingi in fuori come se dovessi andare in bagno”.
Accostai il mio glande ormai paonazzo dall'eccitazione che aderì completamente all'ano. Feci una leggera pressione in avanti e sentii di essere perfettamente centrato. Quindi spinsi in avanti il mio cazzo. Elvira, cogliendo il suggerimento di Lara, non oppose resistenza, anzi controllò sapientemente i muscoli sfinterici venendomi incontro e fui dentro in un attimo, in maniera del tutto naturale, senza incontrare ostacoli, senza provocare il benchè piccolo dolore o fastidio ad Elvira.
“Noooooo! E' dentro, lo sento, è tutto dentro, mi riempe, non fa male, è incredibilmente meraviglioso, mi piace da morire, è lungo ed arriva fino in fondo, stringo e rilascio i muscoli e mi dona sensazioni meravigliose, adesso vi capisco, Lara, adesso capisco te e capisco Arianna!”.
“Ma ancora è niente, sorellina, aspetta un attimo...” disse mia moglie mentre mi faceva un cenno di assenso. Cominciai quasi impercettibilmente a muovermi dentro di lei avanti e indietro.
“Oddio, che fai, Gigi? E' stupendo, mi massaggi tutto il retto, mi arrivi all'utero...”
Iniziai a scivolare sempre di più dentro il suo culo fino a quasi uscire per poi rientrare e aumentai i ritmi dell'inculata.
“No, non è possibile, è fantastico, non ho mai provato niente di simile, Gigi, continua! E' troppo bello, è un piacere intenso, mi arrivano scariche anche al cervello, io... godo, godo. Godo! Aaaaahh! Di più, ancora, Dio com'è bello, aprimi di più, spingi, spingi, sono piena, sono piena di te, cognato mio, hai un cazzo enorme, squartami. Ooooooh, vengo, vengo, Lara sto venendo ma sto venendo di culo, com'è possibile? Non mi sto toccando il clitoride ma vengo, vengo, vengooooo! Siiiiiiii!”
Aumentai al massimo i ritmi dell'inculata. Entravo ed uscivo, ormai il buco del culo di Elvira era una ricettiva galleria e non opponeva la minima resistenza. Nonostante la promessa fatta a Lara non ce la feci più. Dovevo venire, dovevo scaricarmi, le mie gonadi non potevano resistere oltre. Menai ancora qualche colpo all'impazzata dentro il culo di Elvira. La volevo spaccare, dominare selvaggiamente. Con un ruggito da leone inferocito venni dentro quel culo sontuoso eruttando fiotti e fiotti di sperma. Elvira nel frattempo aveva raggiunto non so più quanti altri orgasmi.
“Vengo ancora, siii, ti sento, ti sento così! Vienimi dentro, vienimi dentro, bellissimo, Aaaah!” E si lasciò andare ad un ultimo orgasmo veramente liberatorio, dove si percepiva la liberazione dei suoi complessi, della sua repressione, della sua insoddisfazione. Finalmente donna fino in fondo, donna cosciente delle potenzialità della propria sessualità, del ritrovato gusto della vita, della propria carnalità.
Lara le stava ancora carezzando i seni, Elvira era con gli occhi chiusi e con un dolcissimo sorriso di soddisfazione disegnatole in volto dal piacere provato.
“Grazie, sorellina, grazie, mi hai... non so, guarita? Forse è questa la parola giusta? Cosa mi sono persa fino ad oggi... adesso temo di trasformarmi in una vera baldracca, sono sfinita ma ho ancora fame di sesso sfrenato, potrei vivere solo per il sesso!”.
“E faresti bene, recupereresti il tempo perduto! Ma come in tutte le cose questo elemento che ti mancava e che ti era necessario, troverà la sua giusta collocazione di equilibrio nell'insieme della tua personalità; sarai la Elvira di sempre ma vivrai meglio con te stessa e sarai più forte, più decisa, più consapevole e tutti noteranno che da oggi in poi nei tuoi occhi brillerà una luce diversa. Il tuo fascino si centuplicherà e riuscirai a contagiare il tuo prossimo con la tua felicità. Tutti ti cercheranno perchè con te staranno bene, avvertiranno l'energia positiva che trasmetterai”.
Elvira sorrise a tutti e due: “Gigi, scusami, mi sono comportata da sciocca ma non capivo, non potevo capire prima di oggi. Ero come cieca, io non ho mai avuto altri uomini all'infuori di mio marito”.
“Non importa, Elvira, l'importante è che tu abbia capito tua figlia e che l'abbia perdonata”.
“No, sono io che devo chiederle perdono. Sono felice che lei si confidi con Lara ma è colpa mia se non sono riuscita a conquistarmi la sua piena fiducia”.
Arianna sbucò all'improvviso all'interno dello studio, esordendo con queste parole: “Non ho nulla da rimproverarti o da perdonarti, mamma, ti amo così come sei, anzi se fosse possibile, da oggi di più!”
“Arianna!” esclamo Elvira mentre la figlia correva ad abbracciarla.
“Mamma, da oggi siamo una famiglia ancora più unita, condividiamo tra di noi lo stesso segreto, sai ti ho visto godere come tu hai visto me. Tu sei scappata sconvolta per quello che definivi qualcosa di orrendo, io... mi sono eccitata nel vederti godere così! E adesso...”.
Mi venne incontro, conoscevo quello sguardo che già da solo mi procurava brividi di libidine. Si parò di fronte a me, si inginocchiò e ingoiò il mio cazzo che aveva perduto un po' di turgore, per intero tutto in bocca.
“Umh, che buon sapore, sa di borra e di culo insieme, ah...”. E iniziò a spompinarmi.
“Ehi, ragazzuola, c'è la coda per questo gingillo... mettilo pure in tiro, se vuoi, ma sei l'ultima della fila!” Disse scherzando Lara.
“Dai zia, mica siamo alla posta... c'è ne per tutti!”.
“Si, ma voglio la mia dose di cazzo nel culo, ho promesso a tua madre di farle vedere come lo prendo tutto dietro”.
“Si, e poi non vuoi vedere come lo zio mi apre il culetto?”
“Certo!” Disse Lara e si inginocchiò contendendole la mia nerchia. Se la passavano di bocca in bocca facendomi rabbrividire. In un attimo fui nuovamente in tiro.
“Arianna che ci fai ancora vestita? Qui siamo tutti nudi ed infoiati”,
“Anch'io sono infoiata” disse Arianna “e adesso anche nuda”. E in un attimo si liberò dei vestiti.
“Gigi, lo voglio, lo voglio nel culo. Tu hai goduto, Elvira ha goduto, io sto sbrodolando da due ore, non ce la faccio più, voglio la mia razione di cazzo nel culo!”
“Vieni” le dissi “inginocchiati sul tappeto”.
Mi posizionai dietro di lei che mi cercò muovendo il culo all'indietro e praticamente si infilzò da sola. Iniziai a stantuffarla a dovere mente lei mi veniva incontro con le chiappe.
“Ah, marito mio, è sempre una delizia prenderlo in culo da te. Dai, con me non devi essere delicato, spaccami tutta! Guarda sorellina, guarda come lo prendo tutto... Uhmm... adesso esci un attimo, fai vedere a queste due altre troie che bel buco aperto che ho, poi rimettimelo dentro!”.
Uscii per qualche attimo, il buco del culo di Lara si mantenne aperto e le scostai le chiappe per ritardare la chiusura dello stesso e donare così questo meraviglioso spettacolo alle altre due donne ed a me stesso.
Elvira sembrava rapita dalla scena che aveva davanti e iniziò a masturbarsi ferocemente.
“Wow, zia, che culo fantastico, che culo aperto che ti ritrovi, quanto sei bella ed arrapante, anch'io lo voglio e voglio arrivare a prenderlo così, di botto, come te”.
“Si, nipotina, è un piacere sublime, tra un po' toccherà a te e voglio godermi la visione del tuo buco che viene dilatato da quel porco di tuo zio”.
“Si zietta, anzi mentre lui ti incula, perchè non mi prepari?”.
“certo, tesoro, vieni qui...”. Arianna si posizionò a quattro piedi davanti a Lara dandole le terga. Lara poggiò le mani sulla sua schiena, poi le aprì le chiappe ed affondò il suo viso in mezzo a quelle dolci colline cercando la rosellina della nipote. “Umh, che buon sapore che hai nipotina, che delizia questo buchino, starei ore a leccarlo”.
“Aaaah, zia, che lingua delicata, deliziosa... mi fai sentire i brividi che partono dal buco, attraversano la schiena e mi esplodono nel cervello... zia, ti voglio bene. Ti amo, vi amo tutti, siete i miei tesori. Che bello, dai zia mettici tutta la lingua dentro, anzi prova con le dita, metticene dentro almeno tre... oooooh... che porche che siamo ed a tutte ci piace prenderlo nel culo!”
“Tieni, Arianna, sono tre dita, senti come scavo dentro di te? Adesso lo zio ti spaccherà quel culetto di bambola, io intanto vengo, vengo, vengooooo!”
“Oooooh, si zia, le sento, mi fanno morire, si, voglio anch'io il cazzo di zio nel culo, dai tu sei venuta, lasciami il posto!”.
Lara gattonò mettendosi di lato e Arianna indietreggiò verso di me. Elvira intanto era in trance, assisteva a tutto questo masturbandosi in silenzio. In un solo affondo penetrai nel culo di Arianna.
“Finalmente! Siiiiiii, quanto l'ho desiderato! Guardami zia, guarda il mio zietto come mi pompa il culo. Ti piace? Vuoi vedere come anch'io ho il buco bello largo?” Mi sfilai un attimo e Lara guardò estasiata.
“Ooooh, dev'essere così anche il mio, è così, Gigi?
“Si cara, così, aperto, invitante, pronto per il cazzo!.
“Lara si infoiò di più, mi prese il viso tra le mani e mi baciò lungamente mentre io continuavo a deliziarmi nel culo di Arianna che nel frattempo emetteva un lamento continuo sotto i colpi del mio battacchio.
All'improvviso si sentì la voce di Elvira. Per qualche minuto l'avevamo trascurata: “Qui! Puttana amata sorella... vieni qui, inginocchiati davanti a quella baldracca di mia figlia...
così! Adesso ti servo io!”.
Aveva indossato lo strap-on con cui Lara l'aveva scopata. Mia moglie capì al volo le intenzioni di Elvira, le sorrise, si posizionò alla pecorina di fronte al viso di Arianna ed offrì il culo alla sorella aprendosi lei stessa le chiappe e mostrandole il buco voglioso.
“Si, prendimi, fammi il culo sorellina...”.
Elvira le si mise dietro e puntando il dildo direttamente sull'ano, la penetrò di colpo.
“Ahiiiiii! Brutta bagascia, mi hai sfondato sul serio ma è bellissimo continua!”
“Non lamentarti, ho spalmato su questo cazzone di gomma una quantità sufficiente di vaselina. Toh, prendilo tutto, voglio sentirti dire basta!
“No, non mi basta mai il cazzo nel culo, non ti darò questa soddisfazione! Spingi, squartami, rompimi in due, bellissimo, bellissimo... anche col cazzo di gomma è bellissimo sentirsi il culo pieno... dai pompa più forte, mi massaggi le pareti interne del retto, oddio che sensazioni mervigliose, più cerco di spingerlo fuori, più mi fa godere. Vengo, sorellina, vengo di culo, continua!”.
Lara, in pieno attacco di libidine, guardò in viso Arianna, le si avvicinò col suo volto e la baciò con furia. Restai piacevolmente sorpreso. Arianna aveva già avuto le sue piccole esperienze saffiche con Chiara, per mia moglie era la prima volta in assoluto che baciava una donna. Si slinguarono a lungo, emettendo dei mugolii di piacere provocati dalla sodomizzazione che stavano subendo. Lara venne prima di Arianna. Si sfilò lo strp-on dal buco del culo, si avvicinò alla sorella slacciando le cinghie che lo tenevano saldo alla vita di Elvira. Si sdraiò sotto la sorella che posizionò a quattro zampe in modo di avere sopra la sua testa il culo e la fica a portata di mano e di lingua.
“Adesso, amore mio, ti ricambio il favore”.
Prese lo strap-on e lo liberò delle cinghie. Lo leccò tutto in modo da lubrificarlo, poi lo puntò con decisione sull'ano della sorella e spinse piano piano finchè non lo sentì essere entrato tutto.
“Oddio che bello, è una sensazione sconvolgente, mi fai impazzire di piacere, godo più che con la fica, siamo una famiglia di porcelle, anche mia figlia lo sta prendendo nel culo ed è in estasi, guardala la mia bambina, che porca!”
Lara inculava Elvira con il dildo e contemporaneamente iniziò a leccarle la fica.
“Che buon sapore che hai, sorellina, bella come sei e porca come sei diventata, potrai fare inpazzire tutti gli uomini e le donne che deciderai di sedurre!”.
Sotto quel trattamento, Elvira cominciò a sentire avanzare il piacere che la travolse come un fiume in piena: “Vengo, vengo, vengo come non sono mai venuta, non ho mai goduto così! Aaaah! Lara Spingi quel cazzo finto più a fondo, spaccami, godo, godo, godo!!”.
E una serie di orgasmi la fecero urlare di piacere incontrollato.
“Oohh, zietto, sento che sto per venire, ti prego pompami più forte, spaccami il culo come tu sai fare, sto per venire, venire col culo, ancora, pompa, così, sììììì, spingi così, ci sono, vengo, vengo, vengo!!!”.
“Anch'io allora mi lasciai andare ad un orgasmo lunghissimo ed irrorai il retto di Arianna con il mio sperma. Eiaculai con una serie di contrazioni che sembravano non avere mai fine. Non ricordavo un orgasmo così lungo ed intenso da anni.
Le tre donne erano tutte sfinite, abbandonate sui tappeti preziosi ed accoglienti della stanza. Mi alzai, controllai un lieve giramento di testa, andai al mobile bar e presi una bottiglia di champagne dal piccolo frigo. La stappai, ne versai il contenuto in quattro bicchieri flûte che porsi alle signore riservandone uno per me e le invitai ad un brindisi.
“A noi, alla nostra unione, alle nostre famiglie!”
“All'amore che vi voglio!” aggiunse Elvira.
“All'amore che ci unisce!” disse Lara.
“Alla felicità di tutti noi e alla nostra sessualità!” concluse Arianna.
Beh... non c'era altro da aggiungere... ero felice, avrei potuto scoparmi mia nipote e mia cognata col beneplacito di Lara ogni volta che ne avrei avuto voglia.
“Che culo!” Pensai, è proprio il caso di dirlo! E soffocai una risata per la battuta che sapevo essere cretina e scontata, ma concepirla fu più forte di me.
Lasciai la villa di mia cognata insieme a Lara per raggiungere casa nostra. Guidavo lentamente con mia moglie che teneva la sua testa appoggiata alla mia spalla.
“Gigi, caro... è stato tutto... come definirlo, meraviglioso, quasi incredibile”.
“Si, Lara. L'aver condiviso le nostre fantasie sessuali con tua sorella e tua nipote è stato stupendo. Ci ha aperto nuovi orizzonti. Ti amo, più di prima se ciò fosse possibile.
“E' stato un bene, non saremmo arrivati a questo e... ho scoperto che mi piace il corpo delle donne. Non avevo mai fatto l'amore con una persona del mio stesso sesso e voglio provarci ancora; con una persona estranea, però...”.
Beh... potremmo provarci, se mi vuoi della partita, a coinvolgere qualcuna”.
“Certo! Tu devi sempre esserci! La mia componente femminile esige il maschio, non mi sentirei appagata soltanto da una presenza femminile; diciamo che un'altra donna sarebbe un ottimo contorno ma... la pietanza prin
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