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La mia fidanzata nel mondo del lavoro ( prologo )


di chiara94
11.04.2023    |    25.618    |    6 8.4
"Mi sono fidanzato con Francesca, tre giorni fa..."

Mi chiamo Giulio.Ho 25 anni, mi sono laureato in economia , pochi mesi fa.
Mi sono fidanzato con Francesca, tre giorni fa. Erano almeno due anni che la osservavo a distanza, all'universita' .
Alta 171 cm , 59 kg di peso, taglia 42, una terza abbondante di seno. Nessun tatuaggio, nessun piercing, nessun vizio.
Un giorno, mi feci coraggio, e tramite amicizie comuni, riusci' ad entrare nella sua cerchia, a parlare con lei, a farmi conoscere e a conoscerla. Sempre molto riservata, inavvicinabile da chiunque. Tanto che ci furono voci insistenti, che fosse lesbica.
Dentro di me , la ritenevo la perfetta madre dei miei futuri figli. Il mio curriculum amoroso era molto scarso : una sola ragazza all'eta' di 18 anni, per un periodo di due mesi. Non ero brutto, ero il cosidetto ragazzo insignificante. Sarei potuto passare cento volte davanti ad una ragazza, e lei non se ne sarebbe mai accorta.
Dopo l'universita, riuscivo comunque a sapere gli spostamenti di Francesca, grazie ad un gruppo whatsapp. Fu cosi' che un giorno, saputo che andava a fare la spesa in un centro commerciale, decisi di raggiungerla. Cercai di farlo sembrare un incontro casuale.
E qui, dopo averla invitata a prendere un caffe', le chiesi ufficialmente di uscire . Francesca mi guardo' stupita, disse che ci avrebbe pensato.
La sera mi arrivo' la risposta: Si.
Ero il ragazzo piu' felice del mondo. Forse ero troppo frettoloso nel considerarla la mia ragazza, ma dentro di me sentivo che, accettando il mio invito , accettava la mia corte. Forse anche lei voleva una famiglia, e sebbene i miei discorsi erano sempre stati derisi dagli altri, lei era sempre stata silenziosa. Non mi aveva mai difeso, ma neppure deriso. Forse perche' anche lei ci vedeva due persone predestinate.
Parlando con lei in privato, mi disse che accettava la mia proposta, pero' che avrei dovuto pazientare sul numero di uscite, in quanto tre giorni dopo, avrebbe iniziato a lavorare, presso una societa' di revisione.E qui inizia il mio racconto.
Ero di fronte il palazzo dove lavorava . La stavo aspettando. L'avevo invitata a festeggiare il primo giorno di lavoro, prendendo un aperitivo. Scoccarono le sei. Puntualissima ,usci' e si avvicino' a me. Era bellissima. Un taielleur gessato, ai piedi un decolte nero tacco medio, essendo gia' alta. Un piumino bianco che mi impedi' di cogliere l'abbigliamento completo , ma era il 10 ottobre,normale coprirsi.
" Giulio, scusami, pero' i miei nuovi colleghi mi hanno invitata ad un aperitivo, ho il cellulare scarico e non sono riuscita ad avvisarti. " cosi' Francesca inizio'.
Con il sorriso, risposi " Francesca, non devi scusarti "
Francesca mi sorrise.
Nel frattempo, due suoi colleghi si avvicinarono a noi. Uno dei due , disse a Francesca " ti aspettiamo al bar "
Francesca prima di incamminarsi , mi disse " Giulio,puoi aspettarmi sulla panchina , o al bancone del bar. "
Mi sembro' una proposta strana, pero' accettai, preferendo il bancone del bar.Faceva troppo freddo per rimanere seduto su una panchina.
Entrato nel bar, mi guardai bene dal posizionarmi vicino al loro tavolo. Mi misi al lato opposto, cercando di non fissarli eccessivamente. Pero' era forte la curiosita'.
Erano quattro ragazzi e sei ragazze. Tutti abbastanza giovani. Francesca era seduta vicino uno dei due, che si era avvicinato prima .La vedevo sorridente, intenta a parlare con un po tutti. Si tolse il piumino, e sotto aveva una giacca abbinata ai pantaloni gessati, con un leggero dolcevita accollato . Le forme dei seni erano in evidenza. Iniziai a provare una forte gelosia.
Il ragazzo ,seduto vicino a lei, le disse qualcosa nell'orecchio. Lei lo guardo', senza rispondergli. Mi ripromisi di chiedere a Francesca.
Dopo un'ora , si alzarono dal tavolo e finalmente Francesca si avvicino' a me.
Mi offrii di accompagnarla a casa a piedi, abitava a 10 minuti di distanza. Lungo il tragitto, mi racconto' della sua prima giornata lavorativa. Era entusiasta . Se era felice, ero felice anche io. Ad un certo punto, sentii un bip. Era un cellulare. Ma non era il mio. Era quello di Francesca. Non doveva essere scarico?
Ingenuamente glielo chiesi. Lei, con totale calma, mi rispose: " L' ho caricato al bar "
Ma, io l'avevo spiata quasi tutto il tempo, e questa cosa non corrispondeva al vero. Perche' mi aveva mentito? Su una cosa cosi' innocente. Aveva vergogna di dirmi che si era dimenticata di annullare l'aperitivo? Impossibile, il primo giorno di lavoro era normale essere tesi, una dimenticanza era del tutto lecita. Allora perche' mi aveva mentito?
Prima che potessi dire qualcosa, nuovamente parlo' lei
" Giulio, hai una faccia strana. Non e' che ti ha infastidito che sono andata a prendere un aperitivo con dei colleghi e delle colleghe?"
Io subito negai, mettendola sul ridere " Mi e' piaciuto spiarti , in fondo. e' stato divertente, cosi' ti conosco da un'altra prospettiva "
mi guardo' dubbiosa, rispondendo :" e questa prospettiva ti e' piaciuta ?"
Dissi " Un po si', perche' si vedeva che tutti i ragazzi preferivano te rispetto le altre, pero' il fortunato ad uscire con te, sono io"
" Bella risposta, bravo " disse
Pur sapendo di rischiare molto, le chiesi: " cosa ti ha detto all'orecchio, quel tuo collega?"
Francesca rispose : "il poliziotto ci sta fissando "
Capii che si stava riferendo a me. Ero incredulo di come, uno che non mi conoscesse, si era permesso di prendermi in giro, e prendersi cosi' confidenza con Francesca.
Io, un po' irretito, le dissi :" Loro sanno che....che...cioe'......noi usciamo assieme""
Francesca, sicura di se', mi disse :" Giulio, mi hai chiesto di uscire con te , tre giorni fa, non siamo mai usciti assieme. Io ti ho detto che usciro' con te. Non farmi pentire subito della mia scelta "
La rassicurai " scusami, pero' mi e' sembrata una cosa sfrontata , parlarti nell'orecchio, davanti a me. "
" E' un mio collega di lavoro, potra' succedere che lo senta per telefono o che nella pausa , mi inviti a prendere un caffe' o a mangiare qualcosa ", ribatte' ,seccata
" Hai ragione, Francesca. scusami."
Francesca disse: Sono arrivata. devo andare. grazie per avermi accompagnata. buonaserata giulio"
Rimasi di sasso, fu molto fredda nel salutarmi. Mi stava gia' lasciando? Si era gia' pentita? Oppure la colpa era della mia gelosia?
Non avendo ancora trovato un lavoro, il giorno dopo, mi ripromisi di osservare nuovamente Francesca, questa volta senza il suo assenso.
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