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Figlia, moglie, madre modello - 2


di bird2012
30.11.2012    |    43.065    |    2 9.6
"“Franco, amore, fermati! Basta, ti prego… se no mi scappa la pipì!” Credevo che Franco si sarebbe fermato, invece quelle parole sembrarono spronarlo..."
Figlia, moglie, madre modello

2° Cap. – Mio figlio


Ebbi un sonno agitato: per tutta la notte l’eccitazione seguitò a pervadermi il corpo. Avevo finto di scopare con mio figlio e mi ero talmente immedesimata nella parte che veramente mi era sembrato di avere il suo cazzo nella mia fica e non quello di Mario, mio marito.
Mario si era adoprato al massimo a fingersi mio figlio che mi chiavava e ci era riuscito benissimo.

Non mi baciava mio marito, ma mio figlio!
Non mi scopava mio marito, ma mio figlio!
Non mi aveva sborrato nella fica mio marito, ma mio figlio…: era stato stupendo!

Ma ora? Franco aveva sentito tutto: cosa mi dirà? Come si comporterà? Cosa penserà di sua madre? Oppure farà finta di niente? Tutti questi pensieri non mi fecero dormire.
La mattina dopo Mario andò a lavorare, Franco era ancora a letto poiché le scuole erano chiuse.

Come tutte le mattine che Franco era a casa pensai di portargli la colazione a letto: ma non mi comportai come tutte le altre mattine!
Feci una bella doccia rivitalizzante, mi pettinai bene e mi misi una bella vestaglia, senza niente sotto! Perché rimasi nuda? Lo avevo fatto senza pensarci, senza premeditazione.

Cosa penserebbe Freud di una mamma che va a dare il bacetto del buon giorno al figlio senza indossare le mutandine? Forse che la mamma si sente una gran troia e spera fortemente che il figlio giochi con la sua fica? Beh! Forse avrebbe ragione Freud.

Bussai ed entrai. Franco era già sveglio. Disteso, con il busto sollevato, torace scoperto, con il lenzuolo che lo copriva dalla vita i giù, ma leggermente alzato all’altezza del ventre: l’erezione mattutina si stava manifestando. Sentii un leggero fremito.

Appena mi vide notai nei suoi occhi uno sguardo colmo di libidine.
Mi sedetti sul letto vicino a lui, dopo aver posato il vassoio con i biscotti e i succhi di frutta che avevo portato per la colazione.

“Buon giorno, tesoro, vuoi fare colazione con la mamma?”

“Buon giorno! Certo… mi fa piacere…”

“Dormito bene?”

“Mah! Non tanto… un sonno agitato…”

“Brutti sogni?”

“Al contrario, forse troppo belli!”

“Oh, bene! Allora raccontali anche alla tua mamma i tuoi sogni!”

“No, mamma, scherzavo, non erano sogni. No, scusa, mi trovo in imbarazzo!”

“Stupidone, dai: ti trovi in imbarazzo con me? Ci siamo sempre confidato tutto! Che fai, mi tradisci?”

Cominciai a passare il dito sul suo torace: socchiuse un attimo gli occhi per godere della mia carezza.

“Assolutamente no, mamma, io non ti ho mai nascosto niente, ma forse tu mi nascondi qualcosa!”

Stavamo arrivando al punto.

“Cosa dici, io nasconderti qualcosa? Sai quanto ti voglio bene!”

“Forse proprio perché non so “quanto”…”

“Ma cosa stai dicendo? Fammi capire!”

Cominciai a giocare con i suoi capezzoli.

“Mamma, scusa, ma da ieri notte mi sento strano, confuso, non so…”

“Da ieri notte? E perché?”

Gli strinsi leggermente un capezzolo: notai che il lenzuolo sul ventre si muoveva. Il mio bambino si stava eccitando ancora di più.

“Mamma, scusa, non voglio fare la figura del guardone, dello spione, mi scoccia…”

Strinsi ancora di più il capezzolo.

“Alla tua mammina non devi nascondere niente! Dai, tesoro, raccontami.”

“E’ che ieri notte mi sono alzato per andare al bagno, sono passato davanti alla vostra stanza da letto, la porta era semichiusa… e… “

“E hai visto io e papà che facevamo l’amore!”
“Si… no… cioè… si!”

“E ti è piaciuto lo spettacolo?” Gli sorrisi, stringendogli ancora il capezzolo.

“Oh! Si… moltissimo! Oh, no… scusa mamma… non volevo…”

“Ma tesoro mio, è normale che moglie e marito facciano l’amore. E’ stato un caso che tu ci abbia visto: forse ti ha scocciato vederci, la prossima volta chiuderemo la porta!”

“No, no, mamma, non mi ha disturbato affatto, anzi… era bellissimo! Ma non sono turbato per quello che ho visto, ma per quello che ho sentito!!”

La mia passera cominciava ad inumidirsi.

“E cosa hai sentito di così sconvolgente?”

“Quello che dicevi tu, mamma! Che fingevi di… che ti sarebbe piaciuto… che desideravi… si… che desideravi fare l’amore con me!!”

Chiuse gli occhi, forse per non vedere la mia reazione, ma per vedere la mia reazione avrebbe dovuto vedere la mia fica completamente fradicia di umori.

“Ma Franco, tesoro, cosa dici? Io fare l’amore con mio figlio? E’ impossibile che io abbia detto queste frasi: sarebbe incesto!”

Rimase con gli occhi chiusi, non aveva il coraggio di guardarmi.

“No, scusa mamma non te la prendere! Sono certo di aver sentito quando… quando… beh!... incitavi papà con il mio nome!”

“Dici davvero? Ma io non ricordo niente! Forse… ecco! Tu ormai sei grande e queste cose le capisci, sai che nel momento del piacere possono uscire frasi non volute, anche volgari. Sarà stato così, avrò detto frasi senza senso, che neanche ricordo.”

Stavo seguitando a strizzare i suoi capezzoli e ad accarezzargli il torace: stavo già pregustando l’assalto finale!

“Quindi tutto quello che hai detto non lo pensavi…”

“Ma certamente, tesoro, come è possibile: una madre con il figlio!”

Vidi nel suo volto una profonda delusione.

“Ma senti un po’, porcellino, perché mi chiedi queste cose? Non sarà che sei tu che desideri fare l’amore con me… la tua mamma?”

Vidi il lenzuolo sul cazzo sobbalzare. Mi guardò, ma non rispose. Gli sorrisi.

“Hei, porcellino della mamma, credi che non mi sia accorta che mi guardi sempre le cosce, che quando sono sdraiata sul divano ti siedi di fronte a me per scrutarmi meglio tra le gambe?”

Diventò rosso.

“No, mamma, ti giuro, ma che dici!”

“E scommetto, caro il mio porcello, che ti sei fatto anche qualche sega pensando alla tua mamma… o no? Guarda che non ti devi mica vergognare: è normale che un ragazzo si masturbi pensando ad una donna, se questa donna gli piace e lo eccita, anche se è sua madre!”

Cominciò a balbettare.

“Mamma, scusa! Perdonami, ma veramente…”

Gli sorrisi.

“Non dire le bugie, altrimenti vai all’inferno: è vero o no che ti masturbi pensando a me e che desideri fare il porcellino con la tua mamma?”

Chiuse gli occhi, fece un cenno affermativo e sussurrò:

“Si… è vero! Perdonami mamma se ti ho mancato di rispetto, ma è vero! Ogni giorno mi masturbo pensando a te e immagino di fare tante cose… tante stupende cose! Così eccitanti che non posso fare a meno di toccarmi e godere! Scusami, ma sei diventata il mio pensiero fisso: quante seghe ho dedicato al tuo corpo! Oh, mammina mia, che vergogna!”

Rimase con gli occhi chiusi: non aveva il coraggio di guardarmi.
Mi sentii fremere: lo aveva confessato, mi desiderava!
Lo abbracciai, posai il mio viso contro il suo e gli sussurrai all’orecchio:

“Tesoro, porcello della mamma, non puoi immaginare quanto sia felice nel sapere che tu mi desideri! E allora sai cosa ti dico? Che hai ragione: quello che hai sentito questa notte è tutto vero! Desidero scoparti, desidero questo cazzo che mi penetri la fica… desidero la bocca piena della tua sborra!”

Così dicendo gli afferrai il cazzo sopra il lenzuolo e lo baciai ficcandogli tutta la lingua in bocca: il cazzo era di marmo e lentamente cominciai a fare su e giù con il lenzuolo.
Mi strinse forte a se.

“Oh, mamma, dimmi che non è un sogno! Quanto ho desiderato questo momento: mia madre… si, mia madre che mi prende il cazzo in mano! Ti prego, mamma, fammi una sega… fammi sborrare!!!”

“Mio bel porcone: perché ti vuoi accontentare solo di una sega quando hai una troia porca come tua madre a disposizione? Rimani con gli occhi chiusi, che adesso la tua mammina ti farà un bel servizietto! Quello che hai desiderato sarà niente di fronte a quello che ti farò provare realmente: ti insegnerò a fare tante belle porcate! Lo vuoi amore della mamma?”

“Oh, si, mamma… fammi godere!”

Tolsi il lenzuolo: il suo cazzo svettava maestoso dal suo ventre. Lo presi in mano e cominciai a baciarlo sulla cappella.

“Bello! Uhmmmm! Che bel cazzo che ti ha fatto la mamma, bambino mio! Adesso la tua mamma ti farà godere come non hai mai goduto, ti farò provare la mia bocca: scommetto che hai fatto tanti pensierini osceni sulla mia bocca e adesso la tua mammina esaudirà i tuoi desideri! Dimmi, cosa sognavi mentre ti tiravi le seghe!”

Ero in ginocchio davanti a lui, tra le sue gambe divaricate al massimo: il suo cazzo e le sue palle erano li, a mia completa disposizione.

“Sognavo che mi prendevi il cazzo in bocca e me lo spompinavi!”

Avvicinai il mio viso al suo cazzo.

“Così?”

Aprii la bocca, misi la cappella tra le labbra, la succhiai un po’ facendo colare la saliva lungo il cazzo e sulle palle.
Poi cominciai a scendere lentamente con la testa, piano piano, fino a farmi entrare completamente il cazzo in bocca: mi fermai solo quando toccai il suo ventre con le labbra!
Sentivo la cappella dentro la gola: rimasi un po’ ferma, poi cominciai a muovere la gola intorno alla cappella, aprivo e stringevo la gola, uno splendido massaggio, poi tirai fuori la lingua e sempre con il cazzo in bocca presi a leccare le palle!

“Mamma, è bellissimo! Proprio come nei film: tutto il cazzo in bocca! Oh! Uhmmmmm! Mamma, sei proprio una stupenda…”

Non terminò la frase, ma intuii cosa volesse dire.

“Pompinara? Volevi dire che sono una gran pompinara? Oppure una stupenda troia? Non temere, non mi offendo, anzi, quando faccio l’amore mi eccita molto sentire e dire frasi oscene!”

“Davvero ti piace? Ma ho paura di mancarti di rispetto!”

“Figliolo, mi stai mettendo il cazzo in bocca, poi già so che mi scoperai e inculerai e pensi di mancarmi di rispetto se ti piace e ti eccita dirmi che sono una troia pompinara rotta in culo? Dimmi pure quello che ti senti di dire, liberamente: non farai altro che aumentare la mia eccitazione e il mio godimento!”

“E allora succhiami il cazzo… troia mia!!!”

“Bravo, così mi piaci, ma dimmi un po’, di quali film parlavi prima?”

Ripresi a leccargli e a succhiargli il cazzo.

“Di film porno. Ne ho una buona collezione sul PC, tutti scaricati da Internet, la maggior parte riguardano l’incesto. Sono quelli che mi piacciono di più. Sapessi, mamma, quante seghe mi sono fatto vedendoli! Devi sapere che per me ogni mamma del film ha il tuo viso e penso di essere io il figlio che partecipa alle scopate… alle inculate… ai rapporti multipli riprodotti nel film!”

“Sei proprio un maialino, ma vorrei farti provare qualcosa che non hai visto nei tuoi film incestuosi: dimmi… le mammine leccano il culetto ai loro bambini?”

“Beh! No, questo non l’ho visto!”

“Allora te o fa provare la tua mammina!”

Gli sollevai e allargai le gambe, ginocchia al petto: capì subito, si afferrò le gambe e le mantenne aperte e piegate.
Cominciai a sputargli sul cazzo e sulle palle e con la mano spalmai sopra tutta la saliva, presi a masturbare tutto il cazzo viscido e cominciai a leccare le palle.
Piano piano scesi con la lingua, arrivai al buchino e cominciai a slinguarlo con la punta della lingua: sentii Franco fremere e lamentarsi.

“Dio! Mamma, mi piace… fallo ancora!”

Cominciai a leccare con la lingua larga proprio sopra il buco, lo sentivo allargarsi.
Lasciai il cazzo e con tutte e due le mani gli allargai le natiche: il buchino era li, già abbastanza aperto.
Appuntai la lingua e spinsi… dentro… fuori… dentro… fuori…”

“Siiii!!! Mamma! Mi piace da morire! Leccami il culo! Inculami con la lingua: non me lo sarei mai creduto! Leccami ancora… il culo!”

Seguitai un po’ a fargli il servizietto, poi pensai che fosse arrivato il momento di farlo sborrare: sentivo che non ce la faceva più il mio tesoro!

“Hai mai visto nei film le mamme far assaggiare la sborra ai loro figlioli?”

“Veramente no…”

“Adesso la mammina ti farà sborrare in bocca. Ti sento molto carico, mi riempirai, ma non ti farò sborrare direttamente in gola, non perché non mi piaccia o mi dia fastidio, ma perché mi piace sentire quando lo schizzo dello sperma esce dal cazzo e mi piace assaporare la sborra! Con lo schizzo direttamente in gola ingoio lo sperma, ma non lo gusto! Invece voglio lo schizzo sulla lingua, sul palato, dove si sentono i sapori: voglio sentirmi la bocca piena! Poi a secondo del momento la ingoio o la divido con il mio amante: oggi la dividerò con te, così imparerai subito a capire cosa ti aspetta se vuoi far l’amore con me! Adesso ti lavoro il tuo bel cazzo e avvertimi quando stai per sborrare!”

Presi a spompinarlo alla grande: leccata di cazzo, di cappella, di palle e imboccata completa del cazzo fino alla gola!
Poi lo tirai tutto fuori con solo la cappella in bocca e con il dito cominciai a massaggiargli il buchino del culo: lo sentivo fremere e irrigidirsi!
Infilai la punta del dito nel culetto e accelerai la succhiata sulla cappella: sentivo che il mio angioletto stava arrivando!

“Mammaaaaaa!!! Eccomi! Sto per sborrare! Siiiiiii! Uhmmmm! Aaaaaaaah! Ti sborro in boccaaaaa! Mammaaaa!!!”

Appena sentii queste parole presi la cappella tra le labbra con la lingua appena sotto il meato urinario dove esce la sborra e gli infilai tutto il dito nel culo: emise un urlo tremendo di godimento!

“Aaaaaah!!! Vengoo!!!!… Spingi in culo che mi piaceee! Mammaa!!! Mammaaa! Sborroooo!!!!… Uhmmmmmm!!!”

Il primo schizzo mi scivolò sulla lingua, colpì il palato e ricadde sulla lingua, poi altri schizzi, cremosi, caldi, mi riempirono la bocca!
Strinsi il cazzo dalla base fino alla cappella per far uscire tutto lo sperma rimasto dentro e cominciai a pasteggiare la sborra: dolce, saporita, gustosa!
La bocca era talmente piena che un po’ di sborra uscì dagli angoli e cominciò a colare sul mento: già immaginavo il mio viso da porca!

Avvicinai il mio viso a quello di Franco e poggiai la bocca sulla sua: lentamente aprì le labbra e lentamente aprii pure le mie!
La sborra cominciò a colargli in bocca, ma non gliela passai tutta: una parte la sputai sul suo viso!
Mi imitò subito: mi sputò la sborra che aveva in bocca e cominciammo a leccarci reciprocamente il viso ed ad ingoiare la sborra: non ne rimase una goccia sui nostri visi!

“Ti è piaciuto, amore della mamma? Hai sborrato bene? Ti ha dato fastidio bere la tua stessa sborra?”

“Mamma, è stato stupendo, inimmaginabile, anche bere il mio sperma è stato piacevole: è eccitantissimo fare queste porcate insieme a te, mammina mia!”

“Bravo il mio porcellino, questo è il primo sapore di sborra che assaggi… te ne farò assaggiare tanti altri!”

“In che senso?”

Avevo già in mente tante porcate…

“Poi lo saprai, ma adesso fa godere anche me, fa godere anche la tua troia mammina, leccami la fica! Hai mai leccato una fica?”

“No, mamma, ma so come si fa, l’ho visto sui film: si passa la lingua tra le labbra, si infila nella vagina e si fa dentro e fuori come il cazzo che chiava, poi si lecca il clitoride fino a far raggiungere l’orgasmo!”

“Oh, si, bambino mio, tecnicamente sei preparato, ma adesso fa pratica con la fica della tua mamma! Pensa tesoro, la prima fica che lecchi è la mia! Dai, vediamo cosa hai imparato dai tuoi film!”

Mi distesi e spalancai e alzai oscenamente le cosce con le ginocchia piegate sul petto: la mia fica e il buchino erano belli aperti e disponibili.
Con una mano presi la sua testa e la spinsi verso la mia passera mentre con l’altra presi a martoriarmi i capezzoli.
Franco cominciò a leccarmi con grande passione, ma si vedeva che era la prima volta: sempre con la mano sulla sua testa cominciai a guidarlo.

“Bravo Franco! Dai, lecca la mamma, falla godere! Ecco, li, sul grilletto! Oh! Siii! Bravo, allargami bene la fica… così… si… passaci sopra la lingua come un pennello, dal clitoride alla vagina! Su e giù… si… si… così… bravo! Torna sul grilletto, giraci la lingua intorno… così! Aaaaaah! Amore di mamma, impari presto! Adesso succhialo! Uhmm! Si… tieni la fica aperta e succhialo! Aaaaah! Si… amore mio… siiiiiiiiiiiiiiiii”

Stavo godendo: mi sputai sulla mano e mi spalmai la saliva sui capezzoli.
Franco mi imitò: prese a sputare sulla fica e a spalmarci sopra la saliva, sulla fica e sul culo!

“Ooooooh! Siiii, bambino mio, sputa sulla fica di mamma e massaggiala con la saliva: mi piace, sei un porco… sputa! Aaaaaah! Le dita tesoro, infilami le dita nella fregna: le quattro dita, ficca, spingi! Siiiii, così… così! Adesso con il pollice masturbami il grilletto, muovi le dita nella fica e massaggiami il clito: bravo amore della mamma… così mi fai sborrare!”

Sentivo le dita di Franco nella fica che mi martoriavano le pareti vaginali, mentre il pollice masturbava il grilletto: splendido godimento… io seguitavo a strizzarmi i capezzoli!
Dopo un po’ di questo delizioso trattamento sentivo che anche il mio culetto reclamava la sua parte!

“Come sei porco, figlio mio! Bravo, mi stai facendo godere come una troia, ma pensa anche al mio buchetto! Fammi la forchetta, mi piace tanto: ficcami il mignolo e l’anulare nel buco del culo e le altre tre dita nella fica, chiavami e inculami forte e leccami il grilletto che ti sborro in bocca!”


“Mammina, davvero ti piace come ti lecco la fica?”

“Da morire figliolo! Dai, seguita a succhiarmela!”

“Slurp… slurp… te l’hanno leccata anche altri la fica?”

“Si, tesoro, in molti altri oltre tuo padre mi hanno leccato la fica, ma tu mi stai facendo godere molto di più, sei più eccitante… perché sei mio figlio: farsi leccare la fregna dal proprio figlio è un godimento perverso!”

Franco riprese a leccarmi con passione e a chiavarmi e incularmi con le dita: non potevo più resistere, stavo per venire!…
Lasciai i capezzoli, allargai al massimo le cosce, afferrai con tutte e due le mani la testa di Franco e la spinsi verso la fregna, mentre cominciavo a muovere convulsamente il ventre contro la sua bocca.

“Ci sono! Ecco! Amore… amante miooo! Sborroooo!!! Bevi anche tu il mio liquido d’amore! Vengoo!!!!… Diooo!!!… Siiiiiiii… Uhmmmmm! ti sborro in boccaaaaaa!!!! Bastardo, mi hai fatto venire!!!”

Un orgasmo tremendo mi prese per tutto il corpo: cominciai a tremare, sentivo il liquido orgasmico colare dalla vagina e Franco succhiava tutto!
Mi abbandonai sfinita, ma il mio amato figliolo seguitava a leccarmi.
La sua lingua si muoveva veloce e cominciai a sentire lo stimolo di fare pipì.

“Franco, amore, fermati! Basta, ti prego… se no mi scappa la pipì!”

Credevo che Franco si sarebbe fermato, invece quelle parole sembrarono spronarlo ancora di più!
Aumentò il ritmo della leccata.

“Franco ti pregooo… fermatiii! Fermati altrimenti la faccio! Aaaah! Fermati… Dio Santo… se no te la faccio in boccaaaa!!!”

Si fermò un attimo, alzò il viso e mi guardò.

“Mamma, ti prego… è quello che voglio! Dai… Uhmm! Falla in bocca… voglio tutto di te!” e riprese a leccare furiosamente!

Sinceramente non feci nulla per togliermi dalla bocca di mio figlio, anzi! Allargai ancora di più le cosce, mi aprii le labbra della fica con tutte e due le mani e non mi trattenni più… e mi lasciai completamente andare!

“Porco! Maiale! La vuoi… tieni… la tua mamma ti piscia in bocca!!! Aaaaah!!! Cazzo, che bello!!!”

Uno zampillo di biondo liquido lo colpì in bocca, ma lui non la tolse e continuò a leccarmi: io gli pisciavo in faccia… e lui leccava, leccava leccava… estasiato dagli schizzi che gli colpivano il volto!

Rimanemmo abbracciati a slinguarci, ad accarezzarci reciprocamente i nostri sessi umidi di piacere.

“Hai goduto amore? La tua mammina ti ha fatto godere come sognavi?”

“Oh, si, mamma! La realtà è stata molto più bella della immaginazione, ma adesso come farò?”

“A che fare?”

Mi abbracciò forte, stringendomi con la mano aperta tutta la fica.

“Mamma, dopo aver provato questo immenso piacere, come farò a fare a meno di te di questa tua fica, della tua bocca!”

Anche io lo strinsi forte e gli sorrisi.

“Porcellino mio, chi ti ha detto che devi fare a meno di me? Mi hai sedotto e già mi vuoi abbandonare? Seppure stupendi ti accontenti di un pompino e di una leccata di fica? Non vuoi scopare la tua mamma? Non le vuoi far sentire il tuo cazzo nella fica? E il culetto? Non lo vuoi? Pensa, amore, immagina la scena, il massimo della lussuria e della perversione: il figlio che incula la madre! Uhmmm! Solo a pensarci mi vengono i brividi e ti sborro in mano!”

Con la mente tornai alla mia giovinezza: già qualcun altro aveva goduto del mio culo in un rapporto incestuoso… con mio grande gradimento!!!

“Oh, mamma, vuoi dire che adesso quando siamo soli posso baciarti, accarezzarti e trattarti da troia, la mia adorata troia?”

“Bravo porcellino, hai capito bene, desidero che mi tratti da troia, senza remore e io ti tratterò da porcello: ognuno dovrà esaudire i desideri dell’altro, i più osceni, i più volgari, i più depravati… ci stai?”

“Non desidero altro, chiedimi quello che vuoi.”

“Ok, porcellino, allora da adesso sarai il mio amante!”

“Oh, mamma, grazie! Ma, papà? Se se ne accorge? Mi dispiace tradire la sua fiducia, cosa penserebbe?”

“Penserebbe che ci stiamo divertendo! Tuo padre è un uomo intelligente, il nostro è un rapporto aperto: sappiamo dividere l’amore del cuore dal sesso! Lo amo moltissimo, non ho mai amato nessuno quanto lui, ma ciò non toglie che mi piaccia sentirmi un cazzo come il tuo nella fica! Lo stesso vale per lui: quando abbiamo qualche avventura ce la raccontiamo nei minimi particolari e godiamo come pazzi! Ci amiamo e ognuno di noi è felice quando l’altro gode!”

“Ma gli dirai anche di noi?”

“Mah! Non lo so: adesso sei il mio amante, poi vedrò! Adesso andiamo a fare una bella doccia insieme: ho voglia di lavarti il cazzo!”

Ci alzammo e ci avviammo verso il bagno… ma la mia mente già lavorava!


Continua…


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