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Intervista a Bea..., la nuova promessa del porno.


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
24.06.2022    |    4.233    |    0 7.6
""Che dici? ci facciamo un'aranciata?", le chiede..."
Avril Lavigne - Girlfriend
https://www.youtube.com/watch?v=EnwLrQ2ys_g


Lei è Bea, giovane imbarazzante stella del cinema: visetto dolce acqua e sapone, grandi occhi scuri, fisico slanciato e sexy da paura, biondissima..., fare da ragazzina liceale.

Bea tenta di rispondere alla domanda, parla poi si blocca imbarazzata e sorride.
Per quanto si sforzi i discorsi non sono mai stati il suo forte.
Il giornalista spegne la telecamera per l'ennesima volta e tenta di riordinarle le idee.
"Dunque riepiloghiamo: Ballerina per passione, studentessa modello, ragazza normale e fin qua abbiamo capito. Ora quello che ci manca è il nesso col dopo; come sei approdata al mondo del porno?"

Bea tamburella con le dita sul tavolo, lo graffia con le lunghe unghie rosse a pois, si sistema una ciocca di capelli biondi dietro un orecchio visibilmente innervosita, squadra l'intervistatore con sguardo vacuo poi sorride.

L'anchorman non e' solito ad arrivare a questo punto, la pazienza l'ha già persa da un pezzo, una futura star che non riesce a portare avanti un discorso banale non e' un gran bel vedere e per il suo programma si sa, la gente e' esigente.

La gente non esita un attimo prima di cambiar canale se mancano i particolari piccanti e all'intervistata bisogna cavar fuori le parole di bocca. Per di più, l'ha proposta lui come intervista da farsi, lui solo contro tutta la redazione che gli dava contro:
"Dove vuoi andare a parare con quella lì, non vedi che è un'oca!"

E forse a questo punto avevano ragione loro.
Non tutte le ragazze che fanno quel mestiere hanno qualcosa da dire.
Bea spalanca la bocca per dire qualcosa, forse stavolta parlerà, dice: "Ehmmm" continua con un: "Uhhhh", il giornalista zooma su quelle due labbra rosa glitterato che fanno risaltare denti bianchissimi, allineati alla perfezione e su quel piccolo neo al lato destro della bocca.

Sembra un'opera d'arte lasciata a metà, tutta quella grazia senza cervello.
Bea esprime pochi altri suoni gutturali poi più nulla, niente di niente, solo un silenzio cosmico e imbarazzante.

L'intervistatore spegne la telecamera con un gesto di stizza.
Avrebbe perso le staffe da un pezzo se non fosse per quella vocina tenera da dentro che lo calma: "Potrebbe essere tua figlia! E poi neppure te a quell'età eri molto brillante."
L'anchorman la guarda rassegnato, tenta di fare una faccia simpatica, allentare i muscoli del viso, far finta di niente, magari poi si scioglie. Pensa: “E’ che ora ancora mezza svestita sul set del film porno appena girato: “Cazzi Neri a Mazzi per Bea”, forse è un po' troppo imbarazzata.

"Che dici? ci facciamo un'aranciata?", le chiede.
Bea sorride, un sorriso che illumina un volto ovale e regolare, bello e ammaliante.
Una bellezza a cui non servono venditori.
Dicono che assomigli molto ad Avril Lavigne la cantante ai tempi di “Girlfriend”, forse in parte lo deve anche a lei il suo successo.
Bea però non canta, da piccola però ha ballato e le piaceva, poi le delusioni, non tutti hanno il privilegio di campare delle loro passioni, anzi per la maggior parte degli individui non è così, al giornalista per esempio sarebbe piaciuto diventare uno scrittore ma non aveva funzionato.

Bea fa gorgogliare l'aranciata aspirando avidamente dalla cannuccia: "I miei credo non l’abbiano presa molto bene", dice rendendo cupo il bel viso e cambiando argomento.
"Capisco" dice l'intervistatore, "Mi rendo conto che certe notizie sia molto traumatico darle" continua l'anchorman oramai rassegnato a perderci tutta la giornata, "Soprattutto quando i tuoi hanno verso di te delle aspettative, dei progetti, tipo: Devi diventare architetto, oppure ingegnere o un medico e non immaginano minimamente che ti sei già arrangiata a modo tuo".

Bea ora sorride felice.
E' contenta di concedere la sua prima vera intervista anche se non ha idea di cosa dire.
In tv le soubrette parlano parlano, dicono cose interessanti, passano per persone di mondo colte e navigate, gente dai mille aneddoti divertenti e dalle tante conoscenze.
Invece a lei, quando vede un microfono avvicinarsi, un telo nero le si insinua nel cervello, non ha più niente da dire, sembra nata da un minuto.

Bea ricomincia a parlare, dice alcune banalità poi si ferma e sorride con quel sorriso che dovrebbe avere ogni fidanzata per rendere la vita di un uomo perfetta.
Un sorriso che ai pubblicitari fa vendere qualsiasi cosa, dai materassi ai dentifrici e che ora tiene calmo un giornalista ormai al delirio. Nulla farebbe presagire che dietro a quel visetto pulito da ragazza della porta accanto, da tenera fidanzata si nasconda una stellina emergente del porno italiano.

Dicono che il mondo dell’Hard non lasci nulla all'immaginazione, o meglio: se si usa l'immaginazione per indovinare come ce l'avrà sotto alle mutande è tempo perso; sembra che alla fine, anzi, quasi subito, le tolgano sempre. Ma se si va oltre e ci si chiede come una ragazzina appena maggiorenne sia riuscita a spiegare a mamma e papà di aver girato qualche centinaio di scene di sesso estremo in pochi mesi marinando i corsi universitari, beh, allora serve di nuovo una certa immaginazione.

Bea succhia le ultime gocce di aranciata aspirandola rumorosamente dalla cannuccia: "Avevo scelto un giorno speciale per dirglielo, il mio diciannovesimo compleanno" dice, mentre si tortura un orecchino col dito mentre ripete: "I miei non l'hanno presa molto bene, non so se intende cosa voglio dire...". Bea fa un espressione seria, un broncio problematico che però dura poco e si scioglie subito in un bel sorriso caldo.

L'intervistatore la guarda rapito, di certo non sa parlare ma pagherebbe qualsiasi cosa per baciare quelle due labbra sorridenti, una ragazza del genere l'ha sognata per tutta la vita, per un attimo pensa persino di fare una pazzia, di pagarla qualsiasi cifra e portarsela in albergo, ma forse, anzi senza forse, questo non fa parte dell'etica del giornalista.

"Allora ricapitoliamo" dice l'intervistatore cercando di rimettere assieme tutti gli elementi.
Il pranzo e' finito, sulla tavola troneggia la carcassa svuotata di un tacchino, la famiglia è tutta riunita sui divani davanti alla TV in preda all'abbiocco, papà e mamma sorseggiano un drink, di quelli all'americana nei bicchieroni giganti pieni di ghiaccio, "on the rock" anche se era solo del limoncino fatto in casa dalla zia Piera.

Il fratello minore e' di fronte alla tv che si spara una partita alla playstation.
Bea e' seduta e guarda in basso, sembra assente, in realtà è da giorni che pensa come fare a dir loro quello che ha da dire, si è preparata un discorso, l'ha riscritto quindici volte e alla fine lo ha recitato da attrice qual'é davanti allo specchio.

Solo allora si e' accorta di non aver mai veramente recitato un copione, non verbalmente almeno, per giunta là in quell'ambiente di casa è tutto diverso da un SET, non c'e' il sottofondo, la luce è anche sbagliata.
Bea tira un po' giù la tapparella, Niente. Ancora peggio.
La ritira su, c'e' un riflesso sul tavolo, sposta il centrotavola, non ci sono mai sui tavoli dove si lascia scopare da più uomini, si guarda allo specchio e si sistema i capelli, accavalla le gambe.

Niente.
Tutto è più complicato, nulla sembra andare come aveva creduto, deve trovare un'altra strategia, affrontare il problema in un altro modo.
Sul set è facile, c'è sempre un regista che le dice con precisione fai questo, fai quello. Alza la gamba, che non si vede la penetrazione. Allargati con le mani il sedere, inarca la schiena, guarda in camera mentre hai il cazzo in bocca, c'è chi la assiste e chi la coccola, ma ora senza tutto questo si sente persa.

Si accascia sulla poltrona sconfortata, si esamina i pois sulle unghie, la lieve e bionda peluria delle gambe che nelle zoomate indagatrici dei camera-man sembrano alberi.
Bea pensa che forse è meglio rimandare, gettare la spugna, o forse no.
Quest'ansia la sta uccidendo, prima si toglierà il dente e prima andrà via questa ansia e il dolore e lei non ha più voglia di soffrire.
Bea si preme le meningi tra le mani, poi un'idea luccicante come il glitter che ha sulle labbra comincia a farsi largo nella sua mente stanca, una soluzione diretta e fulminea potrebbe toglierla dall'impaccio. Ecco! Potrebbe prenderli di sorpresa, far partire un suo film direttamente senza preamboli, così su due piedi senza dilungarsi in parole e concetti imbarazzanti, lei in fondo non è mai stata forte coi discorsi, peggiorerebbe soltanto le cose.
Bea si alza e si sorride allo specchio, un sorriso da venditrice di materassi pentole e dentifrici e che oggi invece deve aiutarla a vendere alla sua famiglia la sua storia.

Bea corre davanti alla tv, stacca la playstation al fratello che si agita imprecando ma lei non ci bada. Apre lo sportello del DVD e caccia dentro il suo ultimo lavoro, il volume centoventicinque di una lunga serie di film simili ad un occhio inesperto.
Tutti la osservano straniti, Bea sembra diventata isterica, si muove barcollando e armeggia coi telecomandi, sbaglia i pulsanti, trema.
Suo fratello non aveva neppure salvato la partita e sbraita incredulo, la sua placida sorella è uscita di testa, lascia cadere il joy-stik per terra e impreca.
Bea senza neppure pensare preme PLAY. Il DVD comincia, parte la pagina dei titoli, la lingua non serve selezionarla, in qualunque lingua quello che c'è da capire si capisce.
Qualche secondo ancora e compare la sigla iniziale ma nessuno la vede perchè la porta della veranda trema e tutti si girano per vedere chi sta entrando.

La porta si apre lasciando comparire i nonni che arrivano direttamente da Salerno dove sono tornati da anni ad abitare in una casetta sul mare, coi nonni viaggia lo zio quello che è rimasto single, in mano ha un pacchetto regalo, non è bello presentarsi dopo tanto tempo a mani vuote. L'hanno acquistato tutti assieme in un centro commerciale strada facendo.
E'sempre una cosa faticosa fare dei regali azzeccati e loro proprio non sapevano cosa prendere. Per il nipote e' stato facile: un videogioco.
E per Bea?
L'ultima volta che l'hanno vista era già una signorina quindi da escludere bamboline e cose simili. Dei trucchi allora…, aveva proposto lo zio facendo arrossire i nonni ormai anziani: “Una ragazza appena maggiorenne che se ne va in giro truccata!? Non nella nostra famiglia", ma poi avevano capitolato sotto l'insistenza del figlio al passo coi tempi, "Sai come sono le ragazze oggigiorno, molto più sveglie di un tempo!", aveva detto loro.

Ora il primo piano del suo viso occupa tutto lo schermo, un bel viso sorridente con la tipica espressione che la sua famiglia ama. Tutti a quel punto si girano verso la Tv, dev’essere il filmino del diploma che i suoi compagni avevano girato e che non avevano mai visto.

La nonna si riconosce in quel viso fresco e sorridente, è lei 50 anni fa, sorride a sua volta, un sorriso pieno di malinconia e rimpianto per la sua giovinezza passata.
Poi la telecamera zooma indietro, ora tutti notano che Bea cammina in un appartamento nuda, non ha addosso che lo smalto sulle unghie, rosso a pois bianchi.
Sul pube in primo piano neppure un pelo. Proprio come se la ricordavano i nonni dentro alla vaschetta durante il bagnetto, ma non sarebbero dovuti crescergli?
La nonna oltre che pudica non è esperta, non azzarda domande magari una qualche forma di alopecia?

La zoomata continua ad aprirsi, ora si vede tutta la stanza, moderna e sgargiante, nel centro un divano color verde lucente, dietro a Bea come in una foto di classe fatta da burloni, dei ragazzoni neri tutti nudi a parte un fiocchetto azzurro legato al collo.
Due ragazzi muscolosi si avvicinano a lei decisi, l’obbiettivo indugia sulle loro erezioni paurose tali da riempire tutto lo schermo. Uno la trascina sul divano e le palpa i seni, poi la tocca proprio dove ad una ragazza è sconveniente farsi toccare, l'altro si inginocchia davanti a lei, le apre le gambe e con un colpo di reni da vogatore le infila dentro un palo di carne che alla vista dei presenti sembra mettere in difetto la teoria fisica della compenetrazione dei corpi, perché invece a quella povera nipote, a quella povera figlia, sembra che entri tutto senza sforzo alcuno. In quel momento da un punto cieco della stanza entra in scena un terzo uomo nero, più anziano degli altri due e ancora più massiccio, i quali al suo arrivo lo guardano con rispetto.
All’inizio la scena non è chiara. Il terzo uomo nero è anche lui nudo a parte un cappello da poliziotto un paio di Ray-ban e un paio di stivaletti da cowboy. In una mano stringe un enorme manganello nero che fa roteare davanti a lui.

Solo quando lo infila o tenta di infilarlo nella bocca spalancata di Bea gli spettatori ammutoliti si rendono conto che lui non è un poliziotto e che quello non è un manganello.

A quel punto il Polident si stacca dalle gengive della nonna che si è messa a urlare, l'arcata dentale superiore cade sul pavimento e tre molari di porcellana si mettono a rimbalzare come fagioli salterini con il nonno che li rincorre carponi per la stanza.

Bea intanto nel film sorride felicemente emettendo gemiti e gridolini.
Anche lei ora urla: "Di più! spaccatemi!, Sfondatemi come una troietta in calore!", la telecamera zooma sul suo buco del culo aperto e dilaniato da tutto quel via vai di cazzoni, in un primo piano che si prende tutti i 49 pollici della TV. I peli sembrano grattacieli, i foruncoli vulcani in eruzione in un magma di lubrificanti anali e umori vaginali.

Il nonno in ginocchio sul pavimento con due dei tre molari in una mano si porta l’altra al petto, alla mamma cade il drink: tutto il limoncino "On the rock" finisce sulla moquette.
Il padre fissa lo schermo mordendo un cuscino, dalla bocca non gli esce fiato, i polmoni collassati da uno spasmo non si muovono, il volto è paonazzo gli occhi spiritati come in un film di Dario Argento, sotto la fronte sudata.

Bea intanto continua a urlare:"Rompetemi ancora il culo maiali…" e dietro di lei, ma anche sotto, sopra e tutt’intorno, altri neri danno il cambio ai primi esausti come in una staffetta di corsa campestre per fare a gara a riempire tutti i suoi buchi contemporaneamente.

Suo fratello in trance agonistico-sessuale per la prima volta capisce che nella vita c’è altro oltre alla playstation. Quasi con rabbia, per tutto il tempo perso a farsi venire i calli sul controller gli da un calcio fracassandolo contro la parete, poi corre in bagno ad esaminarsi il cazzo diventato barzotto nelle mutande. Ecco il lavoro che vuole fare da grande, chissà se i suoi ne saranno contenti: "Ognuno secondo le sue inclinazioni" c'e' scritto sulla costituzione.

Bea fissa i parenti, voleva farglielo sapere e ora lo sanno, tenta di spiegare calma e pacata ma mai nulla sembra andare come deve e non riesce proprio a capire il perché.
I discorsi non sono mai stati il suo forte.

Il sole filtra dalla porta finestra del soggiorno rendendo tutta la scena ancora più strana.
In un silenzio quasi assoluto, Bea si sistema i capelli, ne passa una ciocca dietro all'orecchio poi la fa ricadere in avanti.
Non sa da dove iniziare, le cose da dire sono tante poi con un filo di voce tenta di spiegare, dice: “In realtà non è come appare, sono ragazzi simpatici, visto così non sembra ma vi dico che…, ecco vedete…, in realtà è il doppiaggio che poi ci mette quelle frasi, ad esempio in questo punto non mi stava dicendo: "Ti sventro il culo come a una cagna e te lo riempio di sborra", ma stava scherzando sul fatto che mentre mi inculava c’era una mosca che gli si era infilata in un orecchio. Poi c’è anche da tener conto del montaggio. Cioè quando ad esempio mi hanno infilato tre cazzi contemporaneamente nel culo pompandomi per quasi mezz'ora, in realtà la scena era ripresa da diverse visuali ed è durata solo una quindicina di minuti, poi col montaggio sembrava più lunga.

Bea s'impappina e non sa più cosa dire, svuota in un fiato anche il bicchiere di limoncino di suo padre, da quando il film è partito lo stringe in una mano come una zombie.
Lo zio intanto, pragmatico come sempre, nasconde il pacchettino con i trucchi, forse a questo punto non è il caso di darlo alla nipote. Pensa: “Credo sia meglio che lo restituisca e magari le compri un bel set di vibratori taglia XXL.”


Bea intanto continua a spiegare:

"Si è vero, dopo che me lo hanno tolto dal culo li succhio, ma solo per ehm…, rompere la scena, altrimenti diventa lunga e monotona e lo sceneggiatore dice che chi guarda dopo un po’ si rompe e vuole vedere il mio faccino imbrattato mentre ingoio tutta la sborra.

Si ferma e sorride, quel sorriso che vende di brutto, ma nessuno dei suoi più la guarda, forse in TV è più luminosa, merito delle luci, o forse adesso anche i suoi genitori si sono accorti che lei è una che "buca lo schermo", e sono rimasti senza parole per quello, perché come le hanno detto sin dalla prima volta sul SET: “Come lo prendi nel culo tu…, Bea non lo prende nessuna!"

Dovrebbero darle l'oscar per questo!
Hanno dato l'oscar ad un sacco di gente per l'espressività durante la recitazione, ma anche il culo ha i suoi stati d'animo, le sue emozioni, difficili da far trasparire quanto quelle di un volto.
Bea sorride ancora poi continua rincuorata, a volte basta credere in se stessi.

"...Si, mi vengono dentro tutti quanti ma facciamo un sacco di analisi, cioè non è che al primo che passa per la strada gli do il culo, a parte quella volta in cui un mio fan si è intrufolato nel mio camerino fingendosi un attore che doveva provare una scena. L'ambiente è bello, è climatizzato e pulito, poi come vi dicevo è lo sceneggiatore che dice che devo ingoiare tutto quanto..."

Il giornalista spegne la telecamera, riordina le sue cose, dice che per oggi può bastare, il materiale è buono, ora non dovrà far altro che montarlo in modo da poterlo collocare nel format, eppure c’è ancora quella vocina tenera dentro di lui: “Ricorda!, potrebbe essere tua figlia…”.

Bea allarga le labbra in un sorriso soddisfatto, ce l'ha fatta, ha concesso un'intervista come le vere star, quelle che si vedono in TV, quelle che gli stati d'animo li esprimono più che altro col viso e con i loro pensieri.

Allontanandosi sculettando dal SET anche Bea pensa:
"Comunque, col senno di poi, la prossima volta non infilerei il DVD con tanta fretta. Sono quasi certa che i miei non l’hanno presa molto bene."



Nemesi



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