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Lui & Lei

Alex... Following a Bird


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
20.04.2023    |    2.253    |    9 9.4
"Un affresco celebrativo della migliore italianità di fine anni ottanta, sulla parete della sala d’attesa VIP della Stazione Centrale..."
Following a Bird

https://www.youtube.com/watch?v=ZvY6ww98I5o


Ho Pertini di fronte, che mi guarda da un foglio da mille lire cinque metri per due, assieme a tante altre icone. Un affresco celebrativo della migliore italianità di fine anni ottanta, sulla parete della sala d’attesa VIP della Stazione Centrale.

Chissà se la mia giovane amica ci trova qualcosa in quei simboli ormai dimenticati? Ma l’argomento sfiora solo i miei pensieri.

Siamo adagiati su un divano in cuoio da salotto, nell'angolo più privé che abbiamo trovato, luci basse e soffuse, che evidenziano le macchie d’umidità che affiorano dal vecchio soffitto. Contraddizioni di un paese impantanato in se stesso, specchio di un carrozzone burocratico che vuole portarmi in viaggio a trecento all'ora e non riesce a riverniciare una delle sua più prestigiosa sala d’aspetto...

Ma che c’importa della sala d’aspetto, e delle ferrovie, a me ed alla mia giovane amica?

Siamo stati insieme sei fantastiche ore che sono volate, a saltellare come Mary Poppins e Burt tra le meraviglie dei tetti del Duomo, a pranzare in cima alla Rinascente ed a passeggiare nel salotto buono di Milano, disquisendo con un po’ di profondità sui nostri insolubili tormenti, ma godendo soprattutto di piccoli e grandi piaceri della vita; e per me il maggior piacere è arrivato dalla vicinanza di una giovane donna intelligente, affascinante e sempre in grado di stupirmi.

Ora però ci siamo avviluppati nell'ansia dell’ultima mezzora. Combattuti tra la consapevolezza del tempo che inesorabilmente si consuma, e la voglia di…, cosa?
Forse quello che è stato negato come presupposto, il sesso. Ora che manca poco al traguardo, perché ci tormenta? Non che negarlo non mi sia già costato fatica; resistere dall'affondare le mani in una profonda scollatura morbida che ho avuto sempre davanti agli occhi, accontentarmi di un bacio rubato tra i tetti del Duomo e poi l’interminabile incertezza dietro la stazione, andare o stare, davanti ad una muraglia di alberghi lì a farci l'occhiolino con le loro promesse.

Ma la tentatrice sul divano ha deciso di aprirmi uno spiraglio, mi offre un seno liberato delicatamente dalla morsa che m’impaccia, strappa la rete dei collant, fa strada alla mia mano verso la sua porta scivolosa, mi incita a penetrarla con le dita, mi ispira indicibili sconcezze. Le rubo un bacio, un bacio come voglio io, per un attimo ricambia, poi si ritrae, la gatta ha lasciato al topo un ultimo guizzo di autonomia.

Mi fissa col suo sguardo ipnotico di quegli occhi lucenti come l'acciaio, continuo a toccarla, il mio braccio malcelato dal foulard. Fingiamo noncuranza tra i pochi altri frequentatori, questi sì, indifferenti. Potremmo darci alle più sconce pratiche sessuali e ci ignorerebbero, ma il gioco è eccitante forse più per questo, la tensione d’essere scoperti, che si alzi qualche benpensante, una mamma col bambino, un businessman qualsiasi, a puntarci il dito contro, sentirebbero le nostre risate cristalline.

Andiamo in bagno? Si…no... Intanto la clessidra continua a far scorrere la sua sabbia, ma portare avanti il gioco intriga entrambi.

Ci alziamo.
Siamo di fronte ai bagni, lei entra, io la guardo per un attimo riflessa nello specchio un uomo esce, un altro entra, pare una pazzia da film porno, pochi minuti ancora e sarà tutto finito, dovremo andarcene ciascuno al proprio treno.

E Lei, quando pare pronta per uscire, invece mi fa un cenno.
Entro. Chiusi nel bagno, lei si solleva l’abito, mi offre lo splendido sedere, carico di promesse che già conosco.

“Ti voglio sentire dietro, dentro di me.” mi dice...

Sono forse più intimorito che eccitato, ma l’offerta è irrinunciabile.
Le struscio il cazzo tra le natiche, le stringo un seno, lei si gira, le bacio un orecchio, le rubo un altro bacio e un incontro di lingue, prima di morderla sul collo.
E non bastano le sane prudenze ad impedirmi di più, con la mano fradicia le struscio gli umori, pollice nel culo e due dita in fica, più profondamente possibile, prima di entrare ancora una volta disperatamente in Lei. Sbattiamo nella porta. Si sente qualcuno nel bagno di fianco.

Basta. Ci ricomponiamo. Annuso gli odori del suo corpo, eccitanti e puliti, mi accompagneranno nel mio viaggio verso casa.
E quella del bagno a fianco, poi nell'antibagno, che non se va. Attimi interminabili. Usciamo, non usciamo, e poi via, fuori, giù dalle scale. Come monelli cresciuti, alla fine l’abbiamo fatta, la nostra marachella adrenalinica da ricordarci per sempre.

Pochi passi ancora e la devo lasciare. Raggiungo il mio treno, la penso sull'altro, pochi binari più in là. Cosa starà pensando di me, di noi? E io, cosa penso di Lei, di noi?

Ma che penso a fare.
Me lo ripeto sempre, cogli l’attimo e l’attimo è stato quello, punto.
Un momento da ricordare, e basta.
Ma è davvero solo questo?

E se ci sarà un’altra volta? Mi ripeterò, per l’ennesima volta: cogli l’attimo.
Non pensare se Lei ti vuole o non ti vuole, se lo fa per questo o per quel motivo.
Desiderala tu, e se ci sta, desiderala di più per tutti e due.

Ma so già che mi squasserò il cervello con ancora vecchi e nuovi dubbi, e forse è anche per questo che Lei dice di volermi bene, come un caro amico.
Un po’ intimo, aggiungo io.

Anch'io le voglio molto bene, forse l'amo. Senza più pormi il problema.
No, sarei bugiardo, diciamo che faccio finta di non pormelo, per Lei.
Sono un uomo troppo all'antica.
Alle amiche non ho mai infilato dita né altro nella fica o nel culo.

Ma bisogna stare al passo coi tempi mi dico.

Mai domandare troppo a una donna così e mai rifiutare o pensare. E' qualcosa che devo sforzarmi di imparare.



Nemesi



Grazie maestro,
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