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Orgia di una notte di mezzo inverno...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
04.05.2022    |    6.787    |    3 5.5
"Come un'ape che passa da un fiore all'altro non mi soffermo per più di pochi minuti da ognuna delle mie schiave, saltando qua e là senza un ordine preciso e..."
Somewhere I Belong
https://www.youtube.com/watch?v=zsCD5XCu6CM




Un sogno che ti accarezza come la dolce brezza serale in piena estate.
Quando rincominci a respirare dopo un'intera giornata di apnea avvolto nell'afa che ad ogni tentativo di prender fiato ti sembra che i polmoni ti si riempiano di niente, accartocciati come un sacchetto di carta appallottolato e buttato nella spazzatura.

Poi ti ritrovi in riva al mare a godere di quella freschezza e l'afa è solo un vago ricordo, ciò che ti avvolge ora è l'oscurità con le luci della vita notturna in lontananza a formare una linea di demarcazione. Tutto il mondo sta dall'altra parte e tu qui, solo ad ascoltare il silenzio interrotto solamente dal blando sciabordio della risacca sul bagnasciuga.
E' uno di quei rari momenti in cui sei in pace col mondo, quel feroce e mostruoso animale che ogni giorno ti addenta cercando di appropriarsi di una parte di te.
Ed è in questa pace che ti permetti finalmente di assaporare questo attimo di vita fino in fondo, la sua fragranza salina che ti penetra e ti restituisce forza.

Ora però non è estate, bensì inverno inoltrato. Non c'è una dolce brezza a cullarti, né l'oscurità ad avvolgerti, fa freddo e sei incazzato!
Incazzato come tutti i giorni con una vita che non ti vuol dare ciò che ti spetta, ciò che meriti. Eppure la sensazione che stai provando è proprio quella lì.
Pace, calma e tutti i tuoi sensi ricettivi amplificati al duecento per cento.
E' un profumo? No, non è un profumo. Piuttosto un odore, ecco! Un odore intenso, invitante..., seducente. Ne cerchi la fonte ma non la trovi, e ti domandi se non sia solo dentro la tua testa. Poi ti giri…

No... Non è possibile, non può certo essere Lei, in fondo cosa mai ci farebbe qui?
Ti strofini gli occhi ma quella visione non ne vuole sapere di dissiparsi. Certo che il potere di condizionamento della TV è qualcosa di sconvolgente. Ne senti parlare e la vedi tutti i giorni nei vari notiziari ed ora addirittura credi di vederla in piedi davanti a te. Qui in questa località di mare, ridicolo no?
Vaneggi... Vagheggi...

“Scusi ce l’ha con me?”...
“Eh? Come?”
“Lei mi sta guardando con insistenza!”
“Ehm, ma... No… Ehm... io veramente non stavo...”
“Si, lei mi sta guardando con insistenza.”

Non mi sta rimproverando..., anzi credo proprio che lo stia facendo ma la sua voce è morbida e suadente, come il canto delle Sirene rivolto ad Ulisse.

“Perché mi guarda?”

Azz… Non ricordo più come si fa a parlare, eppure l’ho fatto miliardi di volte! Apro la bocca, emetto un brontolio, ma tutto ciò che mi riesce di fare è un’espressione inebetita da perfetto idiota che sento di avere disegnato sul volto.

“Anche lei scommetto è uno di quelli che vorrebbe crocifiggermi nella pubblica piazza?”, e mentre lo dice fa un passo quasi minaccioso verso di me.
L’impulso è quello di arretrare, ma anch'io avanzo ed ora ci separa la distanza di una carezza. Il suo sguardo severo attraverso gli occhiali mi scruta interrogativo, mi apre e mi legge.

”No, tu non mi vuoi crocifiggere… Tu vuoi qualcos'altro da me, vero?”

Una mano, la sua mano, mi sfiora e sono una statua di sale.
Sono in apnea da cinque minuti, (o forse un’ora?). Se non ricomincio a respirare credo che tra qualche secondo assomiglierò ad un puffo, con un sorriso ebete stampato sul viso...
Come in una scena in slow-motion vedo i suoi occhi ingrandirsi. La sua bocca carnosa e le sue labbra socchiudersi mentre si avvicina. Poi sento i suoi seni di marmo attraverso la camicetta appoggiarsi al mio petto. Qui la scena accelera, perchè in un attimo ci ritroviamo per strada avvinghiati in un abbraccio animale e inaspettato che unisce i nostri corpi rivelando col tatto quello che con le parole non sono riuscito ad esprimere.
Le nostre lingue si sfiorano prima, per poi cercarsi profonde senza alcun pudore e decenza. Il suo sapore è proprio come lo immaginavo, forte e deciso, dolce e piccante insieme.

La morsa si allenta, i corpi si separano, gli occhi tornano ad una distanza dalla quale possono guardarsi. Ho sentito il suo respiro dentro il mio ed ora voglio di più.
Finalmente ritrovo la parola.

”E’ stato molto…”. Con il gesto imperioso di una mano lei ferma le parole successive prima che possano uscire dalla mia bocca.
”Vieni con me!”. Mi prende una mano cominciando a camminare e tirandomi dietro di sé.
E’ autoritaria ma dolce con quell'aria da maestrina saccente che quei suoi piccoli occhiali e quei vestiti le donano. Mi fa sentire come se fossi tornato alle elementari. Io la seguo e l’ammiro da dietro mentre cammina. I capelli lisci e vaporosi le sobbalzano sopra la giacca del tailleur.
Il suo incedere deciso evidenzia con grazia il suo sedere che stretto nella gonna a tubino ondeggia morbidamente facendo trasparire tutta la tonicità di un corpo che instilla il desiderio in chiunque lo guardi. Il polpaccio affusolato e leggermente muscoloso, scende attraverso il collant velato verso la sottile caviglia e la scarpa décolleté che col tacco da otto centimetri le dona un’armonia di forme che alimenta il mio desiderio.

Non posso ancora crederci, il ministro dell’istruzione Mariastella Belmini mi tiene per mano e mi sta portando con sé, non so dove…, ma sono sicuro che non me ne pentirò.

Come in uno stato di trance, mi passano accanto luoghi, cose e persone a me note e mi ritrovo in una camera d’albergo extralusso, lo intuisco dalla spaziosità della camera, dall'arredamento curato e raffinato e da quell'atmosfera ovattata che pervade l’ambiente e fa sembrare tutto come sospeso tra due livelli di realtà, quella vera ed il sogno.
Attraversiamo un disimpegno dirigendoci verso la camera e passando a fianco del bagno sento una presenza dietro la porta. Lei intuisce la mia tensione e mi tranquillizza, spiegandomi che non c’è niente di cui devo preoccuparmi.

Arrivati davanti al letto con un movimento che mi coglie di sorpresa, mi spinge con forza scagliandomi su quello che sarebbe stato il nostro campo di battaglia per le prossime ore.
Si toglie la giacca continuando a tenere gli occhi su di me, come se stesse cercando con lo sguardo di tenermi imprigionato a quel letto. Io ormai perso, non faccio resistenza e mi abbandono al suo volere. La gonna scivola lungo i fianchi rivelando un corpo che non è quello che ti aspetteresti in un ministro della repubblica, scopro poi che quello io pensavo fosse un collant in realtà è un paio di calze autoreggenti che le donano un'aria ostentatamente provocante che solitamente non traspare.
Culottes di pizzo fanno capolino da sotto la camicetta di seta bianca mentre si china per abbassare le luci decretando, se ancora ce n’era bisogno, che sto esplodendo di desiderio per questa figura che sembra provenire dal passato.

Con movimenti straordinariamente flessuosi serpeggia fluida e delicata sopra di me alla ricerca della mia lingua e questa volta il bacio e' profondo, ispettivo, mi toglie il respiro, mi sonda. Il calore del suo corpo seminudo mi avvolge e seda il mio nervosismo, togliendomi qualsiasi inibizione.
Sento i vestiti scivolarmi via di dosso, uno ad uno fino all'ultimo. Ed ora sono lì, nudo ed indifeso davanti a questa donna così meravigliosamente diversa da come la immaginavo.
Quale sensazione paradisiaca, quale maestria, il mio sesso non aveva mai ricevuto simili totali attenzioni da una bocca. Questa non è una fellatio, ma un bacio appassionato che si consuma tra organi diversi, tra un semplice uomo ed una dea.

Sento aprirsi la porta del bagno, la presenza che avevo avvertito prima si avvicina a noi nella penombra, ne posso avvertire il respiro irregolare.
Una figura nera, nella quale distinguo ora solo gli occhi che mi scrutano, occhi grandi, penetranti, bramosi di unirsi a noi.
E' quasi sopra di noi, ora distinguo chiaramente che si tratta di una suora.
O per lo meno l’abbigliamento e' quello. La mia mente completamente a suo agio, comincia a fantasticare immaginando cose proibite, perversioni inenarrabili e l’eccitazione sale a livelli fin ora a me sconosciuti. Ora il suo viso mi appare in tutto il suo splendore, come una madonna con le mani giunte sembra supplicarmi di potersi unire a noi.
Non c'è dubbio, non mi posso sbagliare, la riconoscerei tra mille.
Esplodo per l'eccitazione nella bocca del ministro...
Non una sola goccia vede la luce, la Belmini è avida del mio seme e continua nel suo bacio appassionato imperterrita e incurante del nuovo ospite che ho davanti agli occhi.

Non ci posso credere..., è il ministro per le pari opportunità Mara Parpagna la donna che si solleva la tonaca da suora da terra fino ai fianchi, svelando una perfetta nudità e senza alcuna esitazione mi monta a cavallo volgendomi le spalle, le sue ginocchia ai lati del mio viso. Piegata in avanti rivolta la sacra tonaca nera sulla sua schiena, ponendomi davanti alla visione della sua fonte del peccato, una fonte che ora sta straripando essendo i suoi argini troppo piccoli per contenerla. Gocce del suo desiderio mi si posano dolcemente sulle labbra facendomi assaporare ciò che può essere la vita eterna, il Paradiso, la bevanda più dolce ed allo stesso tempo dissetante che mai uomo possa aver assaggiato.
Come in un battesimo blasfemo mi immergo e mi abbevero a cotanta fonte di piacere.

Uno schiocco di frusta mi strappa violentemente al Nirvana che avevo raggiunto e senza abbandonare con le mani le benedette rotondità in cui ho immerso le labbra, giro lo sguardo verso il fondo della stanza alla ricerca di una risposta. Dall'oscurità quattro sagome si spostano repentinamente fino al centro della stanza in modo deciso, e portandosi in favore della luce proveniente da contorti candelabri ora appoggiati su grandi comò con specchiera, drappeggiati di tessuti damascati, mi si stagliano davanti in tutta la loro incredibile e spettacolare assurdità.

Ma che accidenti di posto è questo?
In quale strano girone infernale sono caduto e perchè?
In un carnevalesco gioco di forme e di colori riconosco immediatamente il ministro dell’ambiente Stefania Crestigiacomo vestita come una scolaretta giapponese, con quella divisa formata da una camicetta bianca, la gonnellina blu scuro a pieghe cortissima dalla quale si intravede un semplice intimo bianco come i calzettoni sotto il ginocchio e le scarpe basse nere. I lunghi capelli biondi raccolti in due code separate sopra le orecchie, tenute ferme da elastici decorati da due piccole ciliege rosse, completano quell'immagine di pura innocenza a fianco della quale come sua nemesi, si trova l'onorevole Micaela Trambilla, acconciata da diavolessa su zeppe trasparenti da trenta centimetri. La pelle eburnea e lentigginosa le risale lungo le gambe affusolate e la ricopre completamente. Non una imperfezione, non un’esitazione, è completamente nuda, con solo un paio di lunghi guanti rosso sangue di seta fin sopra al gomito come accessorio. Le rosse fiamme dell’inferno come capelli, le rosse fiamme dell’inferno tra le gambe, candida ninfa o feroce demonio con lo sguardo rassicurante ed il sorriso di Satana.

Ma ancora non è finita..., credo proprio di star diventando pazzo!!!

All'altra estremità l’onorevole Alessandra Lussolini è Biancaneve. La scollatura profonda mette in evidenza il suo seno generoso che sembra voler esplodere fuori dallo stretto corpetto da un momento all'altro, le sue labbra carnose sono un invito irresistibile a mordere la mela…
E se veleno sarà, che veleno sia!
Lentamente..., al centro, fiera e torreggiante sulle altre una figura prende forma provocandomi reazioni contrastanti. L’onorevole Daniela Zantanchè in divisa da ufficiale delle SS, guanti di pelle nera, frusta in mano, stivali con tacco dodici in vernice nera fin sopra al ginocchio, ed una minigonna inguinale dalla quale fuoriesce un fallo di proporzioni titaniche in perfetta erezione decorato da due enormi attributi che le pendono al di sotto.
Ha sempre detto di essere una donna coi coglioni, ma mai avrei immaginato fino a questo punto. Le numerose medaglie appuntate sul petto ed il cappello militare con l’aquila in fregio contornata dai gradi sono simbolo di una brama di dominio dal quale è impossibile sottrarsi. Lo sguardo carico di perversione, le sottili labbra, taglienti come rasoi, sono tirate in un ghigno malefico che incute terrore, la risata è un raglio terrifico.

Me le ritrovo addosso tutte e quattro, ammiccanti e vogliose, personaggi improbabili e spaiati, al di fuori del tempo e dello spazio, mentre la stanza ruota intorno a me cangiando forma e colore.

La Belmini succhia ancora...

Per cercare di non impazzire, la mia mente instancabile cerca di assegnare una funzione ad ognuno dei personaggi che compongono questo bizzarro gioco di ruolo: la Belmini è la maestra ed io evidentemente sono l’alunno, la Crestigiacomo è probabilmente la mia compagna di classe, la Zantanché? Forse la preside? Non capisco, come non capisco il ruolo di Biancaneve Lussolini, che sicuramente rappresenta la tentazione, e che tentazione! E la Trambilla? E suor Mara Parpagna? Il bene ed il male? Il sacro ed il profano? Oppure sono come lo Yin e lo Yang? I due lati opposti di una stessa moneta?
Mentre cerco di elaborare la situazione e la Belmini continua a succhiare ancora e ancora e ancora..., come se stesse consumando l’ultimo pasto del condannato a morte, io sento che il mio cazzo raggiunge dimensioni mai raggiunte prima. Sorella Parpagna intanto mugola disperata sopra di me premendo con forza la sua figa contro la mia bocca. Con la lingua navigo tra i flutti del suo piacere ed esploro cavità segrete dove si nascondono tesori inestimabili.

Poi all'improvviso succede qualcosa...

La Crestgiacomo si avventa sulla Belmini cercando di spodestarla del mio scettro. Lei per tutta risposta cerca di infilzarcisi sopra guadagnando la posizione più ambita.
La Crestigiacomo non demorde e ne nasce una lotta senza esclusione di colpi a suon di cazzotti e sberloni.
Nel frattempo la Trambilla tira per i capelli la Parpagna per sostituirsi a lei, la quale non ne vuole sapere di cedere il passo ed avvolge lo strano rosario, (i grani di un viola translucido, hanno forma di piccoli peni), che ha al collo attorno a quello della rossa tirando con tutte la forza in un moto di ira furiosa che la rende irriconoscibile, con gli occhi sgranati e la lingua di fuori. Alle mie spalle Biancaneve mi sbatte i suoi poderosi seni in faccia a ripetizione, poi saltellando sul letto come una pazza scatenata cantando una strana e lisergica litania "iamme iamme iamme iamme ia", in una lingua a me sconosciuta, si mette a ridere sguiata, per poi ululare ad una luna che non c'è, poi ancora risa salti "iamme ia" e tettate sul mio viso.
Sono avvolto nel caos più totale, solo la Belmini continua a succhiare..., non riesco più a comprendere "chi sta facendo cosa" e mi ritrovo in completa balìa di queste donne fameliche di me che lottano tra loro per conquistare il diritto ad essere catapultate nell'estasi dei sensi.

Confusione, tormento, grida di rabbia ed urla di dolore.

- Chock!
- Chock!

La frusta della Zantanchè risuona al di sopra di tutto riportando immediati ordine e disciplina. Le duellanti si ricompongono e mi fanno spazio e ad un cenno della Generalessa mi alzo dal letto nudo come sono e rimango in piedi ad osservarle.
Con altri colpi di frusta, come fa il domatore con le tigri del circo, la padrona impartisce ordini alle sue fiere e tutte loro rispondono obbedienti disponendosi a quattro zampe al bordo del letto con la schiena rivolta a me, in una posizione inequivocabile.
Infine anche lei si pone in posizione, per ultima e al centro di loro.
Eccole là, tutte e sei in fila mi mostrano le loro succose terga desiderose di concedersi, bramose di ricevermi. Ognuna nell'intima e segreta speranza di esser l'eletta, la prescelta che potrà godere del privilegio del mio seme, "il seme della discordia".
Eccole in fila: un'albicocca, una mela, un bocciolo di rosa, una sorgente fresca, un ascensore per l'inferno avvolto da un fuoco che arde perpetuo, un'amazzone guerriera.

Ondeggianti e sinuose mi invitano al loro banchetto.
Io sono un uomo generoso, e non mi negherò.
Sono un uomo debole al richiamo della carne, e non mi negherò.
Sono un uomo che ha una missione, e non mi tirerò indietro.

Assaporo l'albicocca, morbida ed odorosa, che con la sua ammaliante fragranza mi ha spalancato all'inizio le porte di questo Paradiso.
Addento la mela, grassa e polposa, frutto proibito simbolo del peccato originale, che riempie la mia bocca col suo dolce succo. Colgo il bocciolo di rosa, timido e delicato, che al sapiente sussurro della mia lingua si dischiude in tutta la sua bellezza, inebriandomi col suo profumo e deliziandomi col suo nettare. Mi disseto nuovamente alla fresca sorgente di vita, che sgorga pura dalle profondità peccaminose che la generano. Ella vorrebbe essere la sola, unico Polo di Libertà e d'attrazione di un desiderio sessuale che si spande nell'aria e diventa palpabile e nitido agli occhi. Ma non si può, altri lidi attendono il mio passaggio, altre bocche aspettano di gemere di piacere ed io sono un uomo generoso, e ho una missione (ma questo l'ho già detto vero?).

Mi calo nelle profondità degli inferi attraversando le fiamme perpetue, le labbra e la lingua si infiammano del suo calore, di passione e perversione, di gemiti e sospiri.
Una donna che aspetta di rubarti l'anima se solo gliene dai l'occasione. Una furia cieca ed incontenibile che nemmeno i più freddi e inospitali spazi siderali possono mettere a tacere.
Infine mi lascio catturare dall'amazzone guerriera, facendomi largo tra gli attributi maschili, anch'essi presenti in questa strana commistione tra donna di una femminilità estrema ed ostentata, e uomo nella forza e nel carattere. Ed anche questo strumento di dolore, adeguatamente maneggiato e stimolato, si apre rivelando un pertugio caldo ed accogliente, che si contrae ritmicamente nel desiderio di possedermi.

Sono tutte lì, bollenti ed invitanti, fluttuano in fiumi di umori smaniose di essere prese. Miagolano come gatte in calore e come tali si guardano con diffidenza e sospetto l'una con l'altra. Tutto il sangue del mio corpo ora è concentrato in un unico punto, i corpi cavernosi sono dilatati al limite del collasso ed il risultato è una cosa che quasi non riconosco come mia. Un'eccitazione esasperata e dolorosa che non posso sopportare oltre e che dovrà deflagrare facendo solo vittime e nessun prigioniero.

Ma prima la missione deve essere compiuta!
Ed ogni pertugio dev'essere aperto e riempito.

Con decisione spostandomi da una all'altra comincio a esplorare il loro passaggio più stretto, a dire il vero qualcuno proprio stretto non è e porta evidenti i segni di precedenti incursioni. Qualcun'altra lascia trasparire all'inizio un piccolo moto di sorpresa che subito lascia il posto ad una nuova consapevolezza della vita del tipo: "Che cosa mi sono persa!" Le altre ridacchiano sguaiatamente e quando è il loro turno sanno già cosa le aspetta e ne sono deliziate.

Urla, invocazioni, incitamenti... Come un'ape che passa da un fiore all'altro non mi soffermo per più di pochi minuti da ognuna delle mie schiave, saltando qua e là senza un ordine preciso e senza segni di cedimento, facendo salire la temperatura della stanza prossima a quella del sole..., ed infatti mi sembra proprio di scorgere un bagliore.

Ma non è ancora il tempo di distrarsi, la missione si sta compiendo e non sono ammesse esitazioni o debolezze di sorta: dopo anni di inculate ricevute da parte dei politici di turno finalmente sono io che mi sto inculando loro, o quantomeno una pregevole rappresentanza di essi. E non importa il colore o il grado di appartenenza quanto la casta di provenienza e la castità mia e loro perduta ormai per sempre...

Ancora quella luce incessante che mi balena davanti agli occhi.
Continuo a martellare incessantemente, in un crescendo di orgasmi che si sciolgono sotto le mie spinte e i miei colpi possenti. Corpi che si contorcono, si allungano, perdono qualsiasi tipo di controllo abbandonandosi al piacere più primitivo. Qualcuna si lascia andare in focosi baci lesbo con la vicina di batteria. Qualcun'altra si gira indispettita ed impaziente cercando con gesti lascivi di attirare la mia attenzione e i miei colpi su di sé.
E' un'orgia immonda al di fuori di qualsiasi concezione di pudore o limite.
La Belmini, mai sazia, vuole ancora succhiarlo. Il sudore di sette corpi si mischia e si confonde con i fluidi sessuali di altrettanti esseri, in un impasto di carne, sensazioni, sentimenti, ormoni e godimento unico ed impossibile da districare e da descrivere...

Ancora il bagliore accecante, questa volta mi colpisce in pieno e mi costringe a chiudere gli occhi. Cerco di riaprirli ma non ne vogliono sapere. Provo a socchiuderli appena ed ancora il bagliore è lì che mi aspetta e mi acceca.
Poi la pupilla si restringe, l'occhio si abitua appena, e la luce si distende e prende la forma di righe. Righe di realtà che mi circondano e che mi scaraventano fuori dall'esperienza incredibile che stavo vivendo.

Un sogno...
Solo un sogno, palpabile, reale, l'ho ancora nel naso, ne sento ancora il sapore in bocca e ne avverto ancora l'erezione là sotto, ma pur sempre solo un sogno.

Un sogno fatto in una notte di mezzo inverno.
La realtà è ora diversa. La realtà ti colpisce alle palle con la forza di un calcio, come la voce stridula, della donna di servizio che preoccupata di non vedermi gironzolare per casa è venuta a svegliarmi...

"Caro Mr. Nemesi, ha fatto bisboccia fino a tardi anche stanotte?
Sù, che è quasi mezzogiorno. Si alzi, che le preparo un bel caffè..."


Eppure...,
che cosa sarebbe l'uomo senza i sogni...



Nemesi
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