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A Christmas story - Paola e il suo Magico Menù di Natale.


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
20.12.2022    |    1.384    |    17 9.8
"Mi faccio largo, tra la folla di gente chiassosa che si spintona nei mercatini, immerso nel suono delle melodie natalizie e nel profumo di vin brulé e delle..."
Il mio racconto per augurare buone feste a tutti.
Specialmente a chi crede ancora nelle favole di Natale...


Pat Metheny Something To Remind You
https://www.youtube.com/watch?v=qXR5j2471_k



Esco dal letto e mi trascino scalzo in bagno, guardandomi allo specchio.
Dio mio come sono invecchiato, quasi non mi riconosco, la faccia giallastra, gli occhi cerchiati, sto persino iniziando a perdere i capelli. Un altro anno sta terminando, tra pochi giorni sarà Natale e qui ci starebbe bene un bel "purtroppo" ma forse è meglio se vi racconto le ragioni per cui questo, è diventato per me, il periodo più brutto dell'anno.

Sono passati solo poco più di due anni da quel maledetto giorno, in cui tornando a casa dall'ufficio prima del solito, sorpresi mia moglie a letto con il suo insegnante di yoga.

Sì lo ammetto, dopo anni di suoi "mal di testa" e di frettolose "missionarie" in cui lei si concedeva sfilandosi solo una gamba del pigiama, ci ho messo più di qualche secondo prima di capire che uno dei due corpi che gemevano nudi e attorcigliati per terra sul tappeto di lana con le paperelle, (regalo di nozze della zia Piera...), apparteneva a quella grandissima zoccola di mia moglie. Per non parlare di quel grandissimo stronzo del suo amante, il suo maestro di yoga. Lui e tutte le sue stronzate sulle religioni orientali, sull'essere tutti parte di un unico cosmo. Quello aspirava solo a infilarsi tra le cosce di mia moglie, altro che vegetariano o vegano del cazzo. Da quel che ho visto con i miei occhi quel pomeriggio, la carne gli piaceva eccome, sicuramente meno dell'uno-due e del gancio destro che gli ho rifilato tra stomaco e mascella spedendolo d'urgenza al pronto soccorso.

"Sei stato fortunato"!,
mi ha detto il mio avvocato nel corridoio, dopo aver dormicchiato in aula per tutto il tempo dell'udienza di divorzio.
"Ti poteva andare peggio"!

Peggio? Ma vaffanculo! avvocato di sta minchia.
Ho perso la moglie, la casa e più della metà del mio stipendio. Ho anche dovuto pagare i danni "morali", oltre a una dentatura nuova a quel guru del cazzo che si scopa mia moglie e quel che è peggio, potrò vedere mio figlio solo un giorno la settimana, a lei piacendo.
E a lei, alla mia ex mogliettina troia, piace farmi sudare sangue, e così sono due anni che a me toccano i sabati, tutti i prefestivi e le vigilie, le maledette vigilie, di Natale, Capodanno, Ferragosto.

Dal lunedì al venerdì chiuso in ufficio in banca, a fare un lavoro di merda, anche grazie a quel lecca culo del mio collega che approfittando del mio periodo di depressione, mi ha soffiato il posto di funzionario che mi spettava; quell'incarico per cui avevo sopportato in silenzio e per anni le continue angherie del mio capo.
Dal lunedì al venerdì, le mie giornate sempre uguali, sveglia presto, colazione al bar sotto casa, solito autobus scalcinato e puzzolente per la metropolitana e poi otto nove ore di ufficio tutti i giorni, con quel superiore rompicoglioni fissato con le procedure ed infine alla sera il lento ritorno alla casella di partenza passando prima dal cinese sotto casa, per ritirare la mia razione di spappola fegato serale, da gustarmi da solo come un cane, davanti alla televisione sintonizzata su altri casi pietosi come il mio, insieme alla De Filippi.

E poi arriva il sabato...

Un solo giorno la settimana per riuscire a riavvicinarti ad un figlio che per altri sei giorni, pur abitando a pochi chilometri di distanza vive lontano dai tuoi occhi e di cui piano piano, non conosci più nulla e allora ti affanni a concentrare in quelle 24 ore tutto quello che un padre credi, dovrebbe trasmettere ad un figlio: coccole, carezze, insegnamenti, rimproveri...
Una continua corsa contro il tempo, un po' come concentrare l'alternarsi delle stagioni in un solo giorno. Ovvio che mio figlio scambi queste mie manifestazioni e sbalzi d'umore con una certa preoccupazione, per fortuna è ancora piccolo, altrimenti penserebbe che sono uno psicopatico e forse un po' lo sto anche diventando.

La mattinata e il pomeriggio tutto sommato passano via lisci, tra centri commerciali per la spesa della settimana, biciclettate nei parchi, un film al cinema, e qualche gita è la sera che la cosa diventa pesante.
Sarà per via della stanchezza e dello stress accumulato, provate voi ad avere a che fare con un figlio che la tua ex moglie, ed i suoi genitori stanno viziando nel peggior modo possibile, (con i tuoi soldi...), sarà per l'assoluta tristezza del bilocale che ho affittato in una zona periferica e degradata della città, da una coppia di anziani e arredato con i loro più preziosi cimeli d'epoca.
In poche parole, la sera era una cosa da spararsi, senza poi contare che sono un pessimo cuoco e se poi la mia ex moglie scopre che PierPiero non ha mangiato?.
Beh signori, allora sì che sono cazzi...

E' stato così che alle otto di un sabato sera, preso dalla disperazione dopo che PierPiero si era rifiutato di mangiare prima gli spaghetti col tonno e poi anche i bastoncini di pesce del capitano, sforzandomi di trattenere quel fortissimo desiderio infanticida che mi faceva prudere le mani, notai tra i tanti volantini pubblicitari anche quello.
Fu così che ci infilammo in macchina per raggiungere il Mc Donald più vicino, per poi tornarci anche il sabato sera successivo e quello dopo ancora.

I primi tempi me ne stavo in disparte in un angolo, "il nostro angolo", senza alzare gli occhi quasi come un ladro badando solo che PierPiero non si sbrodolasse i vestiti con qualsiasi cosa contenesse il vassoio.
Ne uscivo più disperato di prima. Quella mia solitudine tra la folla e poi le macchie sui vestiti di ketchup, coca-cola e maionese da giustificare con la mia ex, senza contare le volte del: "Mi scappa la pipi", pronunciato troppo tardi, per riuscire ad arrivare in tempo in bagno.

Lentamente dopo le prime volte, alzando con timore lo sguardo, la mia attenzione si diresse verso altri uomini come me. Vedevo tanti altri me stesso, padri divorziati con i loro figli che se ne stavano in disparte negli altri angoli del locale o nascosti dietro le colonne, ci sbirciavamo di soppiatto facendo finta di niente, tra bicchieri di carta, contenitori di polistirolo e le istruzioni indecifrabili, dei giochini degli happy meal.

Le presentazioni, le fece per noi qualche sabato dopo proprio PierPiero, che prese a morsi sul naso Martina la figlia di Giovanni, mentre giocavano dentro quelle costruzioni di plastica, quelle con gli scivoli a toboga e le reti dove arrampicarsi. Martina urlando diede una testata ad uno dei due gemelli di Carlo che mollando la presa con un urlo si sfracellò su Alice la figlia di Luca, sdraiata lì sotto, in un letto di palline colorate...

Da quel giorno per quasi due anni, ci siamo dati appuntamento ogni sabato sera e ad ogni vigilia, il 24 e il 30 dicembre, la vigilia di carnevale, di Pasqua, il 14 di agosto.
Quattro padri e 5 piccole pesti riunite in un angolo della sala del Mc Donald, cercando di fare nostro il claim della pubblicità che recitava...: "Il sabato sera, Mc Donald pensa a tutta la famiglia..."

Poi c'erano loro, i nostri giovani angeli, le ragazze del Mc Donald.
Oddio..., a dire il vero, quasi tutte decisamente bruttine, ma ci volevano bene e ci preparavano tutti i sabati sera il nostro piccolo angolo di paradiso, unendo tre tavolini e apparecchiandoli con una tovaglia colorata e qualche palloncino. Ci mettevano da parte le sorprese abbinate ai menù dei piccoli per far felici i nostri figli e avevano persino imparato a nascondere al meglio le macchie di salsa dai loro vestiti, per non far incazzare le nostre ex mogli.

***

Quest'anno per le feste di Natale da meno di due settimane è arrivata una nuova ragazza alla cassa. Paola era decisamente più su d'età delle altre sue colleghe, con un bel seno generoso e occhi bellissimi da gatta a incorniciare un dolce viso rotondo. Da subito Paola, aveva preso in simpatia me e PierPiero, ci allungava qualche bustina di ketchup e maionese in più, ci riempiva i sacchetti di patatine fino a farli scoppiare, ci aveva persino trovato in un angolo del magazzino quella giochino ormai rarissimo, che ci mancava per finire la collezione dell'estate precedente.

Quel 24 dicembre, alle sette di sera in punto riconsegnai come da programma alla mia ex moglie PierPiero, che appena sceso dalla macchina, ad un suo cenno, le trotterellò dietro come un cagnolino, senza degnarmi di uno sguardo o di un semplice cenno di saluto.
Che bellezza, pensai, un altra sera di vigilia di Natale da solo e come ci si può consolare ditemelo voi?, semplice, con una valanga di cibo e di alcool. Corsi così in un vicino centro commerciale riempiendo il carrello di tutto quello che poteva farmi dimenticare per qualche istante la mia solitudine.

Nel tornare verso casa, come per uno strano richiamo, mi fermai ed entrai da Mc Donald,
mi misi in coda alla cassa più scoglionato che mai.
Paola mi sorrise, quando fu il mio turno.

"Menù speciale?", mi chiese...

La guardai fisso,
o forse dovrei dire "fesso"..., per qualche secondo...

"Menù speciale stasera?", mi ripeté Paola sorridendo

"Sì, Sì..." risposi, anche se non avevo capito che cosa volesse dire, pensai ci fosse qualche offerta speciale per le festività, ricordo poi che nell'estrarre il bancomat per pagare, mi cadde sul bancone la carta d'identità che Paola raccolse e mi rese sfiorandomi per un lungo attimo la mano.

Quando più tardi suonò il campanello della porta di casa, me ne stavo stravaccato e abbruttito sul divano, azzannando un triplo Mc Bacon, con il ketchup che mi colava sul mento. Con la mano sinistra digitavo ripetutamente sul telecomando del televisore per cercare di sfuggire a quella montagna di melassa e sentimento, che stava andando in onda per la vigilia di Natale.

Uno squillo, due...

Evidentemente, qualcuno già brillo, che ha sbagliato porta, ma sto cazzone, possibile che non si accorge che i rumori della festa, arrivano dall'altro appartamento, quello in fondo al pianerottolo.
Forse se rimango seduto, se ne accorge, e se ne va pensai.

Poi un terzo e prolungato scampanellio...

Niente da fare, questo ha proprio deciso di rompermi i coglioni.
Mi alzai di malavoglia, aprii distrattamente la porta già pronto a indicare la porta del mio vicino...
Rimasi di sasso,
Paola era lì, fuori dalla mia porta, fasciata in uno stretto abitino da Babbo Natale, il seno che sembrava le esplodesse fuori dal corpetto, una corta gonnellina rossa bordata sull'orlo di una striscia di morbido bianco, bianche le calze e due lucide scarpette rosse con tacco a stiletto che mettevano in risalto due caviglie bellissime.

Con una cristallina risata, entrò nel mio appartamento miagolando come una gattina.

"E' Lei il signore che per stasera ha ordinato un Menù Speciale?"

***

Fu la vigilia di Natale più bella della mia vita.
La gonnellina rossa di Paola, volò via come uno Sputnick in meno di cinque minuti, attraversando con una parabola da tre punti tutto il soggiorno.
Giocammo tutta la notte con il ketchup e la maionese per poi passare alla panna montata con il gelato, finendo poi con lo spargere sui nostri corpi i confettini colorati del milk-shake, non senza prima aver inventato una nuova versione del gioco del tris, su cui per pudore è meglio sorvolare.

Sì lo so, che vorreste i dettagli più piccanti ma non chiedetemi di andare oltre, ci sono cose che un gentiluomo si tiene per sé, lasciate solo che vi dica che certe cose non immaginavo neppure di poterle pensare, figuriamoci farle e poi..., con una donna così bella e dolce come Paola.

Alla mattina quando mi svegliai, ancora intorpidito dalla nottata di sesso e coccole non trovandola nel letto accanto a me, pensai di aver solo sognato. Mi alzai di scatto con il cuore che martellava nel petto e la gola secca, fino a quando trovai in cucina il suo messaggio scritto sul retro di uno dei suoi vassoi natalizi di cartone.

"Sei l'uomo più dolce della terra, ma al tempo stesso così maschio, fortunata la donna che saprà scoprirti, cerca di volerti bene.
Un bacio.
Paola"

Rimasi lì, a fissare quelle parole, mentre la vista si annebbiava, e per la prima volta da quel pomeriggio di due anni prima, riuscii finalmente a piangere...

Nelle ore e nei giorni che seguirono, feci di tutto per rintracciarla, niente, svanita nel nulla..., il suo contratto era scaduto e al suo recapito, che riuscii a estorcere da una sua collega impietosita dalla mia storia non rispondeva nessuno con quel nome.

***

L'anno nuovo, iniziò con la decisione di cambiare avvocato, e rivedere le condizioni di divorzio con la mia ex moglie. Mandai finalmente e cordialmente a fare in culo il mio capo e la banca, accettando una proposta di lavoro molto più interessante anche se leggermente rischiosa, prima però trovai il coraggio di invitare a cena quella mia collega, Francesca, quella a cui tutti facevano la corte senza avere il coraggio di andare oltre ad un caffè del bar.

Mi ricordo ancora quando glielo chiesi e i suoi occhi scuri, che fissandomi mi squadravano seri prima di distendersi in un sorriso...:

"Era ora, finalmente ti sei deciso...
pensavo che non me l'avresti mai chiesto..."

***

E' passato un altro anno, io e Francesca stiamo insieme.
Abbiamo preso in affitto un bell'appartamento che si affaccia su un parco nel centro di Milano. PierPiero passa sempre più volentieri il suo tempo con noi. Sta crescendo, si sta allungando e inizia sempre più a somigliarmi.
Quest'anno ha anche deciso che vuole passare il Natale con noi. Ci sarà anche la mamma di Francesca. Sarà un Natale molto speciale, io e Francesca abbiamo aspettato questa occasione, per dirle che c'è già un altro piccolo cuore che batte dentro di Lei e nella nostra casa.

E' il 24 dicembre,
e mi rimane solo un'ultima cosa da fare.
E' sera, la sera di questa prima vigilia di Natale della mia nuova vita.
Scivolo tra le strade del centro di Milano illuminate. Mi faccio largo, tra la folla di gente chiassosa che si spintona nei mercatini, immerso nel suono delle melodie natalizie e nel profumo di vin brulé e delle caldarroste. Giro l'angolo ed entro nel fast-food, non c'ero più tornato da allora, i miei sensi e i miei ricordi si riaccendono portandomi ad un'altra vigilia, mi spingo in fondo al locale, verso la zona delle casse, con il cuore che batte forte, è tardi e ormai non c'è quasi più nessuno.

Paola, è lì..., dietro la cassa,
esattamente la stessa di allora,
e come allora, davanti a Lei un ultimo cliente.
L'osservo..., mi ricorda il me stesso di un anno fa.
Le spalle curve., gli abiti stazzonati, la faccia grigia, lo riconosco, l'avevo notato una delle ultime volte in un angolo del locale con una bambina triste, quasi anoressica.

Paola, lo guarda con una infinita tenerezza,
e con un sorriso gli chiede...;

"Menù speciale stasera...?"

Lui non capisce. Io ora sì...
E' talmente sopraffatto dalla tristezza da non riuscire neppure a sentire quella piccola carezza che Lei gli fa, porgendogli il resto.

Mi allontano di qualche metro sentendomi ormai un intruso,
ed è proprio in quel preciso momento che la vedo...

C'è una piccola scritta che lampeggia,
sul display elettronico di quella cassa,
nel leggerla ho come un flash back nei mie ricordi
e tutto, tutto..., mi è finalmente chiaro:

"Per le feste, Menù Speciale,
a discrezione di Babbo Natale,
perchè lui pensa a tutta la famiglia,
anche a chi non ne ha più una..."


Nemesi
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