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Lui & Lei

Amore, sesso & punkabbestia...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
12.02.2022    |    2.194    |    6 9.4
"Buttato sul cuscino apri gli occhi, immagini..."
Punkabbestia
https://www.youtube.com/watch?v=1zzbou3DPeQ


Magari non lo sai, ma non capita solo agli altri, mezza distrazione e zac…, sei fottuto, marmocchi dappertutto. Le nottate in discoteca e nei club, i biglietti dei concerti e il tuo vecchio maggiolone cabrio, in un attimo si trasformano in serate pantofolaie addivanato davanti alla tv, in un bel monovolume sette posti di seconda mano e in stress da prenotazione per le iscrizione all'asilo.

La natura e' furba, o meglio…, ha un sacco di esperienza più di te, un po’ come i cretini, inutile pensare di batterli sul loro stesso campo. La natura poi è subdola, nasconde i tranelli più complicati quando?, proprio nei momenti in cui il cervello di un uomo solitamente si spegne e dentro ci rimangono solo due criceti rincoglioniti che si rincorrono girando in tondo sulla ruota.

Hai voglia di conoscere tutto quel che c’è da sapere sui metodi contraccettivi e sul sesso sicuro quando sei in questo stato, perché non ti fermeresti neppure se davanti a te si materializzasse la buonanima della zia Adalgisa sventolando davanti ai tuoi occhi una ghirlanda di preservativi colorati.

Insomma te ne stai sopra e pompi e sudi come un matto. Lei è un lago e le sue tette ti puntano da sotto come due budini, quelli con l'amarena rossa candita in punta.
Dai due belle ciucciate alle amarene e niente, Lei non ce la fa più a trattenersi, fa un sacco di versi che neppure fosse sul set di un film porno. Si contorce tutta con gli occhi rovesciati indietro che sembra di stare sul set dell’esorcista, grida e ansima e fa tutte quelle robe che fanno le femmine e a noi maschi piacciono da morire. Così non ci pensi e ci vai dietro come il tender fa con la locomotiva, come il rimorchio del tir alla motrice, come il lupo cattivo a cappuccetto rosso, come il velocista sul traguardo in scia del suo avversario…, come un sorso di Amarone ad un pezzetto di Bagòss, (che se non sapete cos'è mi dispiace per voi...), come…, vabbè credo che abbiate capito.

Il fatto è che proprio in quel momento ti esplode il cazzo, le palle ti si strizzano come un’arancia tarocco infilzata sullo spremiagrumi e tu non sprechi una goccia, metti tutto più in fondo possibile, come fa lo scoiattolo con le ghiande nella tana, come quando con un colpo ad effetto dopo il filotto metti la biglia in buca, come quando tiri un rigore di collo pieno e vedi la rete gonfiarsi. Poi…, soddisfatto rotoli da una parte, il letargo ti avvinghia, sale dai lombi su per la colonna vertebrale e arriva ai due criceti nella tua testa che non corrono più ed hanno la stessa espressione di due che si sono appena fatti una canna. Sono le endorfine che scorrono, e prima di metterti a russare ti regalano forti visioni extrasensoriali psichedeliche.
Allucinanti..., quasi quando la lettura di certi racconti "erotici" sul forum.

"Sei venuto fuori?".
Senti dire da una voce che fluttua eterea da qualche non ben definito universo parallelo.
“Sei venuto fuori?”.
La voce ora si fa più insistente e stridula, è vicino a te non l'avevi notata e non sai capire di chi è e di che cosa diavolo stia parlando.

"Fuori dove?"
Rispondi ad occhi chiusi con un filo di voce per non interrompere il tuo stato di grazia ed il flusso dei tuoi "non" pensieri.
"Fuori…"
Dice la voce…, aggiungendo subito dopo un: “Cretino!”, con lo schiocco di una frustata.

In quel momento realizzi. Shock. Il cervello ti si riaccende di botto…, la fase letargica del mammifero fornicatore si dipana, e dai tarocchi spremuti senti partire una fitta che ti dice:

“Amico…, forse questa volta ce l'hai proprio nel culo.”

Già, probabile...
Buttato sul cuscino apri gli occhi, immagini..., guardi il soffitto, tra il lampadario e la cornice di gesso ci sei tu davanti al tuo futuro suocero. Ad una certa distanza diciamo…
Sei in piedi ma con la stessa postura di Usain Bolt prima dello sparo.

"Le devo dire una cosa...", dici tu tra la cornice di gesso e il lampadario, il suocero e' più in la, tra lo specchio e il mobile della TV. Annusa l'aria come un orso grizzly e ora sembra anche molto più grosso, è teso e agitato all'incirca come sua figlia mentre le succhiavi le amarene, ma non ti fa lo stesso effetto.
"Ehm..." dici, prendendo tempo e intanto cerchi una via di fuga sgombra nella stanza.
"Ehm cosa??"…, ti risponde mentre artiglia l’aria con una di quelle sue zampone pelose per scacciare una mosca.

Ripeti "Ehm…"

Dici "Ehm" e ti torna in mente il Mario quando facevi i primi anni di superiori, lui che mentre ancora tu decidevi che mano usare per farti le seghe, trombava per davvero.
"Sei venuto fuori?", gli aveva chiesto la sua morosa che solo due anni prima pettinava il cicciobello e pensava che di piselli, oltre a quelli dell’orto ci fossero solo quelli surgelati della Findus.

"Fuori da dove?" le aveva risposto il Mario con la sua faccia lunga…
Poi dopo qualche mese la pancia le era cresciuta, vomitava dappertutto e aveva sempre le balle girate che quando la incontravi per strada, prima ti salutava sorridendo ed un attimo dopo ti mandava a quel paese.

A sto punto la visione del Mario è sempre più nitida, mi compare dietro al lampadario, tra la cornice della porta e la stampa ritagliata da un calendario con i Girasoli di Van Gogh.

"Sono pronto a prendermi le mie responsabilità", dice il Mario issando sul cavalletto la vespa sgarrupata mentre chiude il rubinetto della miscela, che se no poi s'ingolfa per colpa del carburatore truccato col diciannove pari.
Il padre di lei, il suo futuro suocero che con quel suo testone e la divisa da finanziere sembra Goring davanti alla corte di Norimberga balbetta, ruota gli occhi, fa fumo, le rughe del viso si sprofondano e si colorano di viola, apre le bocca ma la lingua e' bloccata, resta lì appesa tra palato e gola. Il Mario invece è tranquillo…, rotea il portachiavi della vespa, si toglie i guanti e si sgroppa la sciarpa piena di brina della Brianza, c’ha le idee chiare lui, tra qualche anno riuscirà a farsi la patente, intanto tentando di darsi un contegno da uomo, si sistema il pacco nelle braghe smandrappate e dice: "Per ora studio maaa..., ci penso io alla Dani e al bambino…"

Chiudo gli occhi e vedo brandelli di carne sanguinolenta che piovono dal soffitto come nella scena finale dello squalo al momento dell’esplosione.
Vedo anche il mio futuro suocero che si lucida i teschi argentati sulla divisa da SS.

"Allora??" Insiste ancora la mia ragazza.
“Sei venuto dentro o fuori?”

Sono fradicio. Il mio lato del letto ora è bagnato e umido come la foresta amazzonica, dalla sua parte invece le temperature sono desertiche. Sembra di stare in una di quelle città fantasma del far west dove tra due file di case che si allungano come le gambe di una donna, nella via principale battuta dal vento si vedono sempre decine e decine di quei cespugli rotolanti. Ecco lei è sdraiata così, immobile, a gambe leggermente aperte e come nel deserto di Santa Ana i miei spermatozoi inesorabilmente rotolano e saltano disordinatamente verso di Lei lottando contro gli acari del materasso come cowboy assetati che si spingono correndo verso il saloon per tuffarsi in un bel bicchiere di whisky.

Lei si alza e smadonna, si mette dritta e salta sul materasso come sui gonfiabili alle giostre. Salta e perde roba, una specie di sorbetto bianco e gelatinoso che le corre giù per le gambe, salta e dice:
"Sei proprio un deficiente"
Le dico: “Tu continua a saltare.”, intanto ho un’altra visione…

Giovani uomini sepolti sotto un metro e mezzo di terra e sotto a lastre di marmo lucido, ammazzati da suoceri pieni di principi. Suocere con le case piene di lavori all’uncinetto: arsenico & merletti. Tutta gente senza senso dell'umorismo e dalla doppia morale.

Guardo le sue tette fare su e giù e mi torna in mente la Giorgia.
Giorgia con la borsa piena di abiti premaman usati che dice:
"Sai se in giro ci sono alloggi sfitti?. Anche roba da sistemare, in periferia, magari vecchi covi di punkabbestia?".

Giorgia e il suo ragazzo con i loro due cani, si erano conosciuti così, nel mezzanino della metropolitana di piazzale Loreto, passavano le loro giornate seduti su dei vecchi cartoni vicino alle scale dell’uscita per salire alla Coin, raccogliendo dai passanti qualche moneta, poi di sera si spostavano a dormire in una vecchia fabbrica abbandonata dietro la stazione di Lambrate. Giorgia e Alberto con le loro teste crestate e colorate e la loro storia confusa, indecisa su quale lato del vinile "A" o "B" voler continuare a ballare e vivere. Giorgia col pancione che salta sorridente su un lettone ricoperto di margherite di tutti i colori dell’arcobaleno.

Intanto la mia ragazza smette di saltare, non ne esce più!
Poi con le dita tira fuori altro sorbetto gelatinoso.
"Sai che devi fare ora?", mi dice con quel suo tono di voce che non ammette repliche, io la guardo un po’ impaurito e resto zitto.

"Ora me la devi ciucciare!”

Nel mentre la pelata del mio futuro suocero è lucente a una spanna dal lampadario di Murano, sta smontando la Glock: clic, clac, clic. Rimonta il percussore guardando l'orologio, ci ha messo poco, avvita il silenziatore, i guanti neri e lucidi delle SS, ci ha messo poco di nuovo, sembra soddisfatto…, infila il caricatore e mi dice:

“Che aspetti? CIUCCIAGLIELA!”

Penso..., questa è la giusta punizione per tutte le volte che le hai tenuto ferma la testa mentre ti faceva i pompini per i suoi GLU GLU GLU contro voglia, per i miliardi di spermatozoi che hai tradito e ingannato mandandoli incontro a un destino crudele.

La sua piccola ferita rossa tra le gambe, cola ancora e non è panna spray.

"Ciucciamela!". Insiste lei mentre allarga ancor più le gambe, che neanche sapevo riuscisse a far queste cose da contorsionista, sono paralizzato come uno spettatore finito per errore nella gabbia di un leone che ha la bocca spalancata a pochi centimetri dalla sua testa.

"Ciucciagliela!" Dice suo padre pungendomi il sedere con il rostro dell'elmetto prussiano, l'ha lucidato col polish ed uno straccetto di lana, sembra soddisfatto, ci ha messo poco.

Intanto il Mario raddrizza la vespa sul cavalletto, il seggiolino del bambino fissato al portapacchi, aste d’acciaio gli tengono fissate le ossa delle gambe, il collare ortopedico è di un bel color crema, ed anche lui mi dice:

"Ciucciagliela dammi retta che ti conviene…”

Appoggio il naso sul cappuccio del clitoride, due mani pelose, (le zampe del grizzly), mi premono sulla nuca e mi spingono la testa.

AIUTO…, SOFFOCO!

Non riesco a prendere aria, i polmoni mi bruciano.
Dicono che morire soffocati da una fica è una bella morte ma credetemi, non è mica vero.

I miei globuli rossi non portano più ossigeno, le mie unghie sono viola ed anche i due criceti dentro la mia testa hanno quasi smesso di correre e si guardano stupiti…
Intanto la Giorgia con il pancione dentro le sue braghe premaman mi sorride appoggiata allo stipite del covo punkabbestia mentre dei writers le decorano il passeggino e il Mario e la Dani col pupo seduto nel seggiolino che sembra un piccolo pascià, sgasano sulla vespa smarmittata sul Fulvio Testi per andare in Brianza a cercar dei mobili usati per il bilocale dove andranno a vivere.

AAAAAHHH RESPIRA! AHHH ARIA!!!

E’ la mia gelatina biancastra e ormai rancida che mi va giù per la trachea e per l'esofago.
Globuli rossi che portano ossigeno e spermatozoi, i miei spermatozoi che cercano i cartelli stradali per le tube di falloppio e arrivati alle tonsille si fermano guardandosi confusi.
Anche le mie tonsille a dire il vero son piuttosto confuse.

E poi c’è Lei…, la mia morosa che ancora una volta si contorce tutta, ansima e dice:
"Cretino…, chissà se questa volta hai imparato la lezione!”

Lei che spalanca le gambe…, si sfila il diaframma e mi fa:
“Dì la verità! Ci sei davvero cascato?”

La guardo un po’ teso, mi sembra ancora di vedere l’ombra del grizzly alle sue spalle, poi le dico: “Ma figurati..., chi? Ioooo?”


Nemesi
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