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Lui & Lei

Quando le donne belle... Nascondono qualche sorpresa...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
08.02.2022    |    5.937    |    15 7.3
"Lei non beve nulla di alcolico, per cui mi attacco solitario al "litro" contenente un merlot da bottiglione di quelli scadenti, ed è proprio in..."
E quante volte vi sarà capitato di incontrare una donna bellissima, di quelle che sembrano inavvicinabili, di quelle con cui pensiamo serva prendere il numerino per la fila e scoprire stupiti che invece non è così.

La domanda allora da farsi è: "Ma dove sta il trucco?"...


The Fray - How to Save a Life
https://www.youtube.com/watch?v=cjVQ36NhbMk


Lei è bella!!!

Di quella bellezza che ti mette in soggezione, mora alta quasi quanto me, la pelle di un colore dorato, vestita in modo un po' anticonformista.
La conosco in treno, ero un po' che la seguivo con gli occhi. Italo-Venezuelana mi dice...
Si parla..., ci si racconta un po', ama gli animali, adora i gatti ne ha tre mi dice.
Vive sola, lavora per un'associazione ambientalista...

E arriva il giorno in cui finalmente accetta un mio invito a cena...
"Va bene", mi dice, però ti porto io in un posto carino qui nella bassa dove si mangia bene...

La passo a prendere, usciamo dalla città...
Azz. un nebbione della madonna. Non si vede una ceppa, lei ovviamente non si ricorda la strada, non ha un numero di telefono del posto, solo il nome del ristorante, me lo dice ed io come lo sento, a momenti finisco fuori strada, nel fosso...

"La casa del popolo???"...

Ma cos'è?, le chiedo preoccupato, (tra l'altro quella sera sono come al solito tutto vestito di nero). Non ti preoccupare è un posto alla buona gestito da amici.
Vabbè..., anche il navigatore della mia trombomobile si rifiuta di trovarlo, alla fine dopo un po' di giri a vuoto arriviamo. Che bellezza, il posto è uno stanzone, arredato con tavolacci e panche. Alle pareti gigantografie di Lenin, Marx, e dei segretari di partito del PCI sino a Berlinguer.

Lei è molto carina, mi presenta ai suoi amici, che cordialmente mi salutano dandomi qualche pacca sulla spalla e chiamandomi "compagno". C'è una caciara infernale, sembra un dopolavoro dei ferrovieri, nonni che giocano a carte in un angolo con il "litro di rosso" e un bel piatto di formaggi in mezzo, e poi anche delle compagnie di gente più giovane, dai modi e dalle capigliature arcobaleno che mal si abbinano al mio taglio di capelli quasi militare.

Arriva una signora, a prendere le ordinazioni, naturalmente non esiste un menù scritto, si mangia quello che c'è e con mio sommo orrore, mi accorgo che sono finito in una "Casa del Popolo Vegetariana". Vegetariana come la mia bella ospite.

Certo, nel vederla ora, rosicchiare verdure crude, con la grazia di un roditore, mentre parla gesticolando con le mani, mi passa un po' la poesia, (io tra l'altro sono un grande estimatore del "ciccio", oltre che della burrosità femminile...), poi come sempre accade sento la solita vocina che mi dice: "Amico, ormai sei in ballo e devi ballare e poi ricorda che nella tua vita di sciupa femmine hai superato prove ben peggiori."

Dopo mezz'ora arriva sta minestra di legumi biodinamici, che cerco di mandar giù concentrando la mia mente e tutti i miei sensi, sui suo seni alti e sodi, (almeno un quarta mi dico), che tracimano dalla generosa scollatura..

Quando arriva il secondo, per la fame, inizio ad avere visioni mistiche.

Il carpaccio con contorno di finocchi che pensavo di aver ordinato era invece un "Carpaccio di finocchi" e nient'altro.
Incredulo fisso sta tristezza di piatto contenente queste sottilissime fettine bianche, mentre Lei si butta a capofitto su dei tortini di non so bene di quale verdura...
Ah, dimenticavo, ciliegina sulla torta. Lei non beve nulla di alcolico, per cui mi attacco solitario al "litro" contenente un merlot da bottiglione di quelli scadenti, ed è proprio in quel momento che i legumi biodinamici nel mio stomaco, evidentemente annoiati, decidono di andarsene un po' a passeggio, su e giù per il mio corpo con effetti che si preannunciano devastanti.

La mia nuova "amica", scopro durante la serata, è una vera fissata, per tutto quello che è naturale e biologico, mi racconta che si fa il detersivo in casa, che non compra nulla al supermercato normale, che i suoi vestiti sono fatti con tessuti non trattati, che si diverte a riciclare gli oggetti che la gente butta via per creare nuovi oggetti d'arredamento e utensili.

Io a quel punto inserisco il pilota automatico, faccio finta di ascoltarla e di essere interessato, e intanto cercando di tenere a freno i borbottii sempre più preoccupanti del mio stomaco, inizio a fantasticare su un dopo cena tra me e lei, a base di sesso molto, molto..., "bio-dinamico"...

Vabbè non la tiro per le lunghe, vi dico solo che pure il caffè faceva schifo, (di quelli biodinamiciequosolidali), comunque pago, salutiamo "i compagni" e finalmente via in macchina. Io vorrei portarla in qualche locale, ma lei è un po' preoccupata per i suoi gatti che sono a casa da soli dalla mattina, e allora con assoluta naturalezza mi chiede di portarla a casa e mi invita a salire.

Eccoci finalmente a casa sua...

E' fatta penso! Sto per baciarla in ascensore, quando una fitta fortissima allo stomaco mi toglie il respiro. Entriamo in casa che sono quasi piegato in due.
E a quel punto l'unica cosa che voglio, che desidero, con tutto me stesso e con la massima priorità è avere il piacere di visitare il suo bagno.
"La luce del bagno non funziona", mi dice, ti accendo quella del mobiletto.
Quasi non le lascio il tempo di uscire che mi slaccio in fretta i pantaloni e mi siedo sul water.

Ahhhhhhh finalmente!!! Quando riprendo a ragionare, (e sono passati almeno una decina di minuti), mi accorgo di non avere i piedi appoggiati sul pavimento, ma su qualcosa di morbido e colloso. Guardo in basso e vedo che ho i piedi infilati fino alle caviglie dentro alla sabbia della cassettina del gatto.

E' a quel punto che mi accorgo con orrore mentre sudori freddi mi rigano le tempie, che nel rotolo di carta igienica sono rimasti solo due miseri quadratini di carta e invece in quel momento per le mie esigenze, avrei bisogno di almeno un paio di rotoloni regina, (naturalmente sto parlando delle mie scarpe da pulire).

Esco, dal bagno, dopo altri dieci minuti buoni.
Vedo la luce del soggiorno accesa e la raggiungo.

Attraverso un piccolo corridoio ed entro in un grande soggiorno illuminato da una lampada da terra fatta con dei pezzi di ferro presi da uno stendi biancheria, altri oggetti che subito non riconosco e da bottiglie di plastica colorate, che proiettano sul soffitto e sulle pareti una luce calda tenue e leggermente psichedelica.

La stanza è uno dei luoghi più strani in cui sia mai capitato di entrare e vi assicuro che nella mia vita girando il mondo ho visto posti che...
E' un mix tra la grotta di Ali-Babà, l'interno del Nautilus del capitano Nemo e lo sfarzoso arredamento di un salottino nella Versailles ai tempi di Maria Antonietta, il tutto assemblato con un tocco di razionalismo alla Gropius e della sua Bauhaus e di follia della mia povera zia Vincenzina e del suo macina caffè sulla mensola del bagno perchè diceva che macinare il caffè mentre era seduta sul water l'aiutava a..., rilassarsi.

Lei mi aspetta sul divano, “Si è messa comoda" infilandosi una specie di tunica, disegnata e cucita da lei, come il grande disegno di un gatto stilizzato che occupa quasi tutto il davanti. E' seduta con le belle e lunghe gambe piegate sotto il sedere che spuntano da quella specie di saio, ed io già immagino la mia mano che le accarezza per infilarsi poi sotto la stoffa alla ricerca degli altri suoi tesori nascosti…

"Vuoi bere qualcosa..., ho dei centrifugati di frutta e verdure", mi dice, alzandosi per andare verso la cucina.

Dio mio che schifo penso, mentre le rispondo; “No grazie, sono a posto così”.
La sento aprire il frigo e trafficare, intanto noto un po' dappertutto e disordinatamente per terra, ma anche sulle sedie e su alcuni mobiletti strati di fogli di giornale.

Vedo poi uno dei suoi tre gatti.
Si muove come una di quelle automobiline che avevo da bambino che caricavo a molla e poi lasciavo andare e quando finiva contro un ostacolo si ribaltava e cambiava direzione... Ecco questo gatto che sarà una bestia di 8 o 9 kg mi sembra completamente scemo, corre qui e là come se fosse ubriaco e da testate contro tutto quello che incontra.

Subito dopo sento un nuovo miagolio accanto a me, e nel girarmi quasi mi viene un colpo. C'è un altro gatto sulla spalliera del divano a pochi centimetri dalla mia faccia, brutto, ma brutto che sembra uscito da un film dell'orrore.
Mezzo spelacchiato, senza un occhio, senza una zampa e senza un orecchio.
Sembra la reincarnazione gattesca del pirata John Silver.

Lei ritorna con in mano un beverone, dal colore indefinito.
Si siede accanto a me, e ricominciamo dove avevamo lasciato poco prima in ascensore...
Ecco penso..., ora mi sento come Jim Hawkins quando superate tempeste e avversità arriva finalmente alla sua isola del tesoro.
Sto per baciarla quando avvicinandomi alla sua bocca vedo dei rimasugli, delle specie di alghe verdastri provenienti dal malefico intruglio che sta bevendo che le sono rimasti appiccicati sui denti.

Cazzo no..., non ce la posso fare..., così riprendo quota come un aeroplano dopo un tentato atterraggio con forti raffiche di traverso, e rimango a distanza di sicurezza da terra in attesa che il vento cali, mentre la mia solita vocina interna mi dice: "Nemesi ma che è?, fai lo schizzinoso?, stai invecchiando?, cacciale la lingua in bocca che aspetti?"

Riprendo a parlare, le chiedo dei suo gatti. Tutti e tre mi racconta erano destinati a fare una brutta fine. Quello che pensavo pazzo si chiama Maxi è cieco e ha anche problemi di equilibrio e di udito, Tito invece è il nome del gatto pirata che invece è finito sotto una macchina e lei ha raccolto dalla strada mezzo morto.

Mentre mi racconta tutte queste cose e altri aneddoti su di loro, arriva il terzo gatto che silenzioso si arrampica sul divano dalla mia parte e dopo qualche secondo si sdraia proprio vicino a me... E' proprio bello, ed è un gran coccolone, lo accarezzo con la mano sinistra, mentre con la destra accarezzo lentamente una gamba della sua bella padrona.

Lei parla..., parla...
Parla dei suoi gatti...

Io un po' l'ascolto ed un po' penso che forse è il momento di riprovare la manovra d’atterraggio. Sono già in vista della pista e con la mente pregusto la morbidezza di quelle labbra, in sottofondo attutita e lontana la sua voce.

Ora mi pare stia parlando dell'ultimo gatto che..., dice: “Stasera non si è ancora visto. Si chiama "Robertino. Sembra del tutto normale, e invece poverino è nato con un problema. Sai..., è del tutto incontinente, fa la pipì da tutte le parti, per questo come vedi, lascio giornali vecchi sparsi per casa un po' dappertutto..."

Giuro. E' stato in quel preciso momento, che ho sentito qualcosa di liquido, caldo e non esattamente "profumato", scaldarmi il sedere per poi scendere giù verso la coscia e il polpaccio sinistro attraverso il tessuto dei miei pantaloni.

Lui..., quel gran bastardo di "Robertino", era ancora lì, sdraiato accanto a me.

Mi fissava con quello sguardo sornione come a dirmi:

“Amico..., è già tardi, ti conviene andare.
In questa casa, credi a me...,
non c'è posto per un altro gatto!”


Nemesi
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