Racconti Erotici > Lui & Lei > Valentina & Voce Densa
Lui & Lei

Valentina & Voce Densa


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
03.06.2022    |    5.263    |    9 9.0
"Provati da una notte insonne passata nel letto a fantasticare sulla sua Voce, Densa come uno sguardo protratto troppo a lungo per essere una casuale..."
CLIC

«Buongiorno..., sono Silvia, posso illustrarle la nostra offerta?».
Tutto questo per decine e decine di volte al giorno.
Oggi sono diventate centinaia ed ancora non è venuto il momento di scappare a casa.

«La prego, Signore non riattacchi. Le chiedo solo qualche minuto del suo tempo».
Chiedo, imploro. Cerco di defraudare il prossimo di preziosi istanti.

«Posso disturbarla un attimo?».
Certo che no. Non posso o meglio non dovrei. Invece per campare miseramente, tento di intrufolarmi nella vita degli altri per proporre ogni giorno qualcosa in cui non credo.

« È un’offerta vantaggiosissima».
In realtà lo ignoro. Potrebbe anche essere ma non è questo il punto. È il modo che è sbagliato, subdolo, mellifluo. Sono talmente abituata a recitare e a fingere che temo di trasmettere la poca convinzione che ripongo in questo stronzo lavoro.
Oggi è un nuovo tipo di abbonamento telefonico, senza scatti alla risposta, senza addebiti aggiuntivi, senza costi nascosti. Senza, senza, senza. Rido un sorriso senza allegria. La settimana prossima potrebbe essere vino prodotto in Sudafrica, oppure un viaggio in Montenegro o ancora un’indagine demoscopica per conoscere i cazzi degli altri.

Manca ancora un’ora abbondante alla fine del mio turno:

«Le dicevo: Voip Calls è un nuovo servizio innovativo...».
«Non ora». La tua voce è densa come fumo di sigaro. Bassa. Gratta in gola. Gratta tanto pesante che sento vibrare la linea telefonica. Vibra e vomita nel mio padiglione auricolare una sensazione struggente.
Cazzo. È mai possibile?

«Ora non posso, chiamami un altro giorno. Domani, dopodomani. Quando ti pare. Ora non posso». Dici.

Cosa diavolo stai combinando “Voce Densa”. Cosa stai facendo per essere così impegnato? Proprio ora alle cinque del pomeriggio? Dai “Voce Densa”, non mi abbandonare non so perché ma questa è la telefonata che sognavo da mesi, da quando ho abbandonato l’università che frequentavo con "scarso profitto" e ho iniziato a lavorare qui.

«Domani. Alla stessa ora». Clic.
Chiudi la comunicazione, Voce Densa. Deglutisco. Poi mi alzo, prendo il pacchetto di sigarette e corro via. Verso la macchinetta del caffè ed un istante di volontaria afasia.


***

Richiamo il giorno dopo alla stessa ora.
Ho appena finito di fumare una sigaretta sulle scale per calmarmi, nonostante il rimprovero di ieri per aver fatto pausa in un momento non opportuno. Il primo avvertimento, al terzo verrò licenziata, ha sentenziato l’aguzzina, me ne fotto, ho pensato, la pizzeria sotto casa cerca una cameriera.

«Buongiorno, l’avevo chiamata ieri per quella offerta...».
«Si», mi interrompe bruscamente, «So chi sei».

Non mi capita mai, di stare zitta, intendo. Ora, invece, resto ammutolita. “Voce Densa” ha un timbro leggermente diverso, oggi, manca quasi del tutto l’affanno sensuale di ieri anche se è ancora in sottofondo, in compenso c’è una nota decisa come un attacco di contrabbasso. L’etere è sconvolto da queste nuove basse e lente vibrazioni. Voce Densa sfrigola come bacon sulla padella e raggiunge i miei nervi provati. Provati dalla mia vita senza una meta. Provati dalla delusione sul volto di mamma e papà quando gli ho detto che lasciavo la facoltà. Provati dall'espressione di annoiata indolenza dei miei due coinquilini quando gli chiedo, cortesemente, di alzare la tavoletta quando devono pisciare. Provati da una notte insonne passata nel letto a fantasticare sulla sua Voce, Densa come uno sguardo protratto troppo a lungo per essere una casuale opportunità.

«Hai una bella voce». Dice.
«Io?».
Sono imbarazzata. Io che ho un ciuffo blu elettrico e svariati piercing sul volto, una mezza dozzina di tatuaggi ed ho avuto una dozzina di uomini prima dei diciotto anni.

«Si, tu».
«Veramente è lei che...».
«Ascolti tante voci, - m’interrompe - Vero?».
«Beh. Col lavoro che faccio...».

Fanculo. Non riesco ad evitare di finire ogni frase con dei puntini di sospensione. È la metafora della mia vita appesa, sospesa su una proposizione che temo non riuscirò mai a pronunciare.

«Sai - dice - a me piacciono le voci. Fantastico sull'identità dei proprietari sulle loro vite. I sogni. I desideri».
E mentre parli penso che Tu, Voce Densa, Tu sei un desiderio. Il mio desiderio. Ed anche io ti immagino. Non sai quanto. Non sai come.

«Certo. Anche io...».
«Senti Silvia. Silvia hai detto di chiamarti, vero?».

Intanto, dall'altro lato di questo ottuso open space l’aguzzina ha preso a fissarmi.
È questo l’attimo in cui sento suonare la sveglia, la sento nella testa, la sento solo io. L’aguzzina si alza e viene verso di me, devo fare presto…

«Silvia è un nome convenzionale. Tutte ci chiamiamo Silvia per questa campagna di telemarketing. E gli uomini si chiamano Giacomo».
«Ah», per la prima volta Voce Densa appare stupito. Interdetto Come se avesse smarrito per un infinitesimo centesimo di secondo il controllo della situazione. Sembra quasi impossibile ma così la sua voce è ancora più sexy.

«E quindi ti chiameresti...?».
«Mi chiamo Valentina».

«Valentina. Hai voglia di raggiungermi a casa mia? Subito. Adesso». Così ha detto Voce Densa. Ho pensato scherzasse, ho pensato mi prendesse in giro. Soprattutto, ho pensato che avrei chiuso la conversazione con un cortese rifiuto. Invece ho deglutito. Ho guardato l’aguzzina negli occhi, mentre attraversava la stanza con espressione truce. Ho visto gli occhi dei miei genitori, sovrapposti a quelli di questa donna triste che comanda come un kapó questo stormo di disperate e disperati. Precari come gli occhi dei due coinquilini, aspiranti ingegneri, cannabinomani cronici e figli di cotanti papà da permettersi almeno un lustro fuori corso.

«Dammi l’indirizzo».
L’ho detto con una tale sicurezza da stupire me stessa, sembrava di essermi trasformata in Voce Densa.

***

Voce Densa è alto, le spalle larghe, probabilmente ha più o meno il doppio dei miei anni. E’ scalzo, indossa soltanto un paio di jeans scuri ed un sorriso misterioso che, anche se lui non lo sa, è ad esclusivo beneficio della mia fica.
Quando mi bacia, la porta non ha ancora annunciato il CLAC della serratura, ed io ho già le mani sul suo petto.

I baci troppo lunghi non mi piacciono. Lui lo intuisce.
Mi spinge verso il basso. L’aria che si respira nella stanza è densa come la sua Voce. Densa come i pensieri che si aggrovigliano nella mente disturbata di una ormai ex-operatrice di Call Center.
Densa come il sapore del suo cazzo, lo assaporo come la prima e unica giornata radiosa in un lungo periodo di tristezza.
Densa come la paura che mi abbraccia e mi lascia con il fiato corto. Come l’imbarazzo che mi inonda la fica con desideri osceni.
Densa come la sensazione di completa sottomissione quando, dopo avermi alzato la gonna e scostato le mutande, sento l’enormità della situazione che si compie. Entra dentro in un istante che mi è sembrato fin troppo veloce. Troppo veloce per goderlo appieno. Ma non ci penso su. In realtà proprio non penso, i freni sono liberi, neanche un piccolo ripensamento.

E volo a centodiecimila all'ora verso uno scoglio duro e mortale.
Ed il suo cazzo, duro ed avido, che spinge e si fa strada.
E la mia fica che urla di piacere.
E la mia voce che implora ed ordina il ritmo dei suoi colpi.
E il sussurro del suo pensiero, mi racconta, con gli occhi e con il respiro, il suo desiderio.

Mi racconta e descrive la fiaba del mio corpo, completamente in suo potere.
Mi sento bella. Bella e desiderabile come una mattina in cui marinare la scuola.
Una mattina di sole da passare sulla riva del mare a fumare sigarette con l’amica del cuore. A raccontarsi di baci rubati nei bagni del liceo. Di prime volte scontate sul "divano di casa sua". Come una punizione.

Una punizione dolce ed un ricordo lontano.
Mi sento così attraente che Voce Densa divento io. Voce Densa diventiamo noi.
Un Noi che si materializza nell'esatto istante in cui la sborra invade i brividi tremanti del mio urlo. Del mio orgasmo. Del mio corpo.

Noi restiamo, come morti, sul suo letto.
Una lapide di parole non dette freme nell’attesa. Come la prima scarica elettrica della storia dell’universo. Prima che l’universo stesso esistesse.
Voce Densa si schiarisce la voce ma non gli do tempo. Gli metto la mano sulla bocca e lo costringo al silenzio.

Eppure…, quanto vorrei le sue parole. "Quanto?", impreco tra me e me.

Poi mi alzo, mi rivesto.
Prima di andarmene mi sistemo la gonna e mi guardo allo specchio.

Sono splendida, sorridente, radiosa.
Come questo tardo pomeriggio estivo che passerò da sola a camminare per le strade del centro a guardare vetrine meravigliandomi nel riconoscere nel mio riflesso tutta la mia bellezza, tutta la mia sicurezza.

Solo per oggi.
Almeno, per oggi.


Nemesi
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Valentina & Voce Densa:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni