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Ultimo Walzer a Milano...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
21.02.2023    |    2.621    |    6 6.7
"Dentro di te, senza lasciar fuori nulla..."
Béla Kéler - Am schönen Rhein gedenk' ich Dein! (Walzer, Op.83)

https://www.youtube.com/watch?v=m726TF817wc



“Sai che c’è?”, disse Lui…
C'è che in questa giornata settembrina così carica di profumi autunnali, ci sta bene anche un bel valzer Viennese, uno di quelli poco conosciuti ma che riescono a farti sognare ad occhi aperti...

E sì! lo so che non si dovrebbe dire a una signora sposata, ma ti riempirei di cazzo senza troppi preliminari. Ti bacerei per un lungo momento poi ti farei girare di spalle, ti spingere contro a quel mobile basso della camera dove ci incontriamo tutte le settimane, quello dove c’è sempre il telecomando del televisore, i bicchieri ordinati e allineati, i depliant dell’albergo con il listino del bar e il menù della cucina, l’apri bottiglia e gli snack salati.

Ti terrei ferma e abbasserei le mutandine.
Le sfilerei accarezzandoti leggero le caviglie, prima la destra poi la sinistra che stringerei più forte per sollevarti la gamba lentamente, osservando il tuo vestito disegnarti il culo, poi la stenderei sopra al ripiano, lunga distesa. Ti solleverei il vestito per averti e vederti lì così, nuda e aperta per me, per poterti mangiare, leccare annusare, per poterti scopare la fica e il culo con la punta della lingua, mentre tu mi parli fingendoti un po' sorpresa e ritrosa per questo mio comportamento così animale.

Inginocchiato dietro di te, mentre ti infilo la lingua nel culo e due dita nella fica a masturbarti e intanto frettolosamente liberare il mio cazzo duro dalla prigione dei vestiti. Alzarmi e appoggiarmi al tuo sedere, farti sentire tutta la mia voglia tra le tue natiche aperte dalle mie mani e bagnate dalla mia saliva. Indugiare giocando mentalmente per lunghi istanti con il mio desiderio di incularti forte e con la tua voglia di essere riempita di cazzo subito.

Allungarmi su di te per morderti il collo, stringerti forte i seni cercando tra indice e pollice il rilievo duro e scuro dei tuoi capezzoli e sentire la punta del mio cazzo bagnata fermarsi sulla rosetta del tuo culo. Una leggera spinta per sentire che mi resisti per poi cedere piano, in quei brevi istanti in cui la carne si dilata, si riempie e si fa liquida un po' come il piacere ed i nostri pensieri...

Tutto dentro, fino in fondo, dentro di te.
Dentro di te, senza lasciar fuori nulla.
Tutto dentro, fino in fondo, anche qualche piccolo coriandolo di cuore, per tutto il tempo che serve, per tutto il poco tempo che ancora ci rimane.

***

“C’è invece che mi rendo conto…” disse Lei…
che con fare indifferente, due chiacchiere innocue intramezzate da qualche rapida incursione un po' porcella, ti stai insinuando sempre di più nelle mie giornate, ma funziona così? (Qui ci starebbe una faccina con un sopracciglio sospettosamente alzato).
Ho come la sensazione che tu mi prenda per mano e un po' mi porti qui e un po' mi porti la, come Bert con Mary Poppins sui tetti di Londra e ammetto che non mi importa molto dove vai a parare, perché questo lieve vagare è molto, molto gradevole e rigenerante. Va a finire che abbasserò del tutto la guardia e chissà cosa potrà succedere a quel punto.

È vero anche che di base sono diventata un pochino monomaniaca e ho questo pensiero fisso di noi due a letto. Bocche, mani, cazzo, figa..., in un loop che mi rimanda sempre le stesse immagini: vedo una porzione di muro coperta parzialmente dalla piega di un lenzuolo, perché il viso è schiacciato sul letto assieme alle mie spalle alle quali si aggrappa una tua mano mentre da dietro mi scopi forte.

Poi di nuovo buio: sono le palpebre che calano affinché la vista non interferisca mentre godo a fondo di questo piacere. Sospensione..., pausa e ti sento ancora. Adesso mi apri il culo, piano ma non troppo, affondando dentro di me.

"Stai giù" dici! Ma chi si vuole alzare, ma nemmeno spostare..., lo si prende così bene da qua, così bene da sentirlo ovunque, così bene, che “sbattere” assume un significato nuovo che attraversa tutti i nervi per “sbattere” nel cervello allo stesso ritmo del tuo cazzo alla fine della spina dorsale.

Ma si può invocare dio al culmine del piacere?
Per dirgli cosa? grazie di averci fatto così capaci di godere, così bagnati e scivolosi che l'attrito serve solo a portarci altrove, dove non si capisce chi penetra chi, chi da e chi prende..., come due bastoncini per fare il fuoco, strofini fin quando è troppo tardi e non puoi più tornare indietro e il fuoco si accende e ti divora, ancora e ancora...

Strisciamo esausti lungo le pieghe delle lenzuola per raggiungere un cuscino, per fingere di riposarci, mentre invece nella penombra ci si studia avidi:
"Come posso prenderti ancora? come posso darmi ancora?".
Che mezzo inefficace sono le parole per spiegare cosa succede esattamente quando una lingua lecca il sudore dal torace di un uomo e gli occhi si incontrano.

Certo sarebbe facile definirlo: "Preludio a una scopata...", ma è una cosa molto più animale nel senso più primitivo della parola che coinvolge l'anima come forza motrice, il momento di sospensione si conclude un attimo prima che la lingua cali esigente sulla cappella e immagino il mio viso seminascosto dai capelli sudati che come una tenda coprono questo momento di perfezione che lascia solo una scia di saliva che cola dalla mia bocca.

Cosa si può fare oltre a guardare questa tensione che cresce fra le labbra, che scivola sulla lingua, la bocca che accoglie i testicoli delicatamente nonostante la voglia di divorare e fare propria ogni parte del tuo corpo.

Ecco allora non rimane altro che far rincontrare gli ambasciatori del corpo per eccellenza.
L'incastro perfetto della comunicazione non verbale e impalarsi con potente lentezza sotto a uno sguardo attento a cogliere il ritmo di questi affondi..., lenti, veloci..., profondissimi.

Capisci solo allora che le parole non bastano più..., scopare, sfondare, chiavare, sbattere, riempire di cazzo..., sono solo pallide immagini di quello che succede davvero quando si prende bene l'onda della sintonia oltre la pelle, oltre la saliva..., quindi quando mi parli di leccare e trombare in realtà io penso a tutta questa potenza che entra e esce dal mio corpo trattenuto dalle tue mani, dalla tua bocca, come nella dolce musica di un walzer.


Nemesi

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