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Era iniziato tutto un po' per caso...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
22.06.2022    |    7.804    |    8 8.9
"Che stava facendo? Assorta in questi pensieri non si era accorta di essere ancora nel camerino del negozio davanti allo specchio..."
Luigi Boccherini - Fandango
https://www.youtube.com/watch?v=6CEJkj34fbU


Era iniziato tutto un po' per caso, conoscendosi su un forum poi avevano iniziato a scriversi prima cose innocenti poi via via più spinte.

È che lei proprio non capiva chi ci fosse dall'altra parte della tastiera e poi del telefono e questa cosa la incuriosiva e un po' la spaventava. Lui le raccontava delle sue avventure sessuali con altre donne alternandole a racconti malinconici di amori perduti, facendo ogni tanto cadere il discorso quasi con distacco su di lei e sui tanti modi in cui l'avrebbe voluta scopare.
Lo faceva lentamente, con quella sue parole dense, descrivendo tutto in modo diretto quasi volgare, oppure altre volte in modo leggero, autoironico e allusivo.

Insomma, lei era un po' confusa, anche perché alzandosi ogni mattina per sbrigare le solite faccende di casa prima di andare in ufficio vedeva una normalissima donna non più giovanissima e non certo una pantera da letto, eppure in lei, che nella sua vita aveva avuto solo due uomini tra cui suo marito iniziavano a insinuarsi strani pensieri e questa cosa la turbava.

Mah, pensava, chissà questo che vuole, certo non sono mica da buttare anzi, ma mostrare tutto questo interesse, sarà un uomo dai gusti strani, magari finge, oppure è un mezzo pervertito. Il problema è che da qualche tempo questa cosa iniziava a piacerle, stava quasi diventando una droga. Sentirsi desiderata, al centro dell'attenzione e dei pensieri di un uomo che non aveva mai incontrato e poi con lei parlava un po' di tutto, di cinema di letteratura di politica volendo conoscere il suo pensiero anche se poi alla fine si finiva sempre li..., sul sesso ma in modo lieve, leggero.

Lentamente lei si era lasciata un po' andare, un giorno in un attacco di follia gli aveva persino mandato una foto di lei nuda, dopo la doccia, in cui si intravedevano le tette e il sedere, quelli che lei immaginava fossero i suo pezzi migliori, una cosa che mai avrebbe immaginato possibile sino a pochi giorni prima.

Si..., un po' le piaceva. Ad essere davvero sinceri le piaceva molto.
La sua voce profonda e come giocava con lei. Anche lei piano piano aveva iniziato a farlo con lui. Piccole provocazioni, niente di volgare, qualche racconto del passato riveduto e corretto per adeguarlo a situazioni presenti, qualche battuta, qualche allusione, le piaceva, l'aiutava a staccare pensando brevemente ad altro e a dire il vero, anche se avrebbe sempre giurato che non era vero, mentre gli scriveva, mentre lo leggeva o era al telefono con lui si era anche eccitata come in quella mattina, al punto di arrivare a pensare di chiudersi nel bagno per toccarsi, mentre le parlava.

Si erano sentiti al telefono. Lui ansimava parlando mentre pedalava in riva al lago, le descriveva quello che vedeva poi come spesso succedeva il discorso era scivolato sul sesso.

Lui ora pedalava in salita, ansimava, sudava sotto il sole e intanto le parlava delle qualità della fica in modo generico, ma lei lo sapeva, era alla sua fica che pensava e di cui le stava parlando, dopo avergli detto che era appena stata a correre ed era rientrata a casa tutta sudata.

Che porco pensava, ma come si fa a fantasticare in modo così diretto e reale pensando di prendermi sbattermi sul letto e così, senza neppure una parola infilarmi la testa tra le cosce, annusare e mordere il tessuto fradicio di sudore delle mie mutandine, prima di scostarle con una mano per leccarmi la fica sudata.

Che poi il porco le aveva anche confessato che gli sarebbe piaciuto proprio leccarla tutta per bene, per raccogliere con la lingua e assaporare il sapore dolciastro della sua pelle, l'interno coscia e poi, l'inguine e la fica tutta, per bene su e giù e poi dentro per finire sollevandole le gambe tenute unite con una mano per arrivare anche a leccarle il buco del culo e quel piccolo velo di sudore che le imperlava il solco delle natiche.
Girarla a pancia sotto, salire sopra di lei e tenendola ferma, leccarle il collo per poi scendere giù, lentamente, lungo la spina dorsale fino alle sue due fossette tra schiena e sedere.

Un porco. E' solo un porco pensava, ma come si possono dire certe cose ad una donna sposata, con cui tra l'altro non hai neanche mai preso un caffè insieme allo stesso tempo però, mentre lui le descriveva la scena nei minimi particolari come in un film, aveva iniziato anche a sentire quella lingua calda, dura e morbida al tempo stesso frugarle tra le cosce e la sua fica che diventava sempre liquida e pulsante.

Ci pensava e ripensava.
Non riusciva a smettere di farlo. Anche quando poche ore dopo era in un negozio a provarsi dell'intimo, pensava alle sue ultime parole della mattina, a come avrebbe voluto trovarla ad aspettarlo a casa sua dopo il suo giro in bici per farla inginocchiare e poi sfilata la tutina, sbattergli il cazzo gonfio e un po' bluastro e sudato per essere rimasto tante ore schiacciato sul sellino, in faccia. Lo immaginava ordinarle di tenere braccia e mani dietro la schiena, mentre lui con una mano aperta dietro la testa la spingeva con forza contro il suo inguine.

Lo immaginava afferrarsi la base del cazzo e poi spingere lo scroto e le sue palle contro le sue labbra aperte e la sua lingua.

Immaginava di leccargli le palle, mentre lui lentamente si masturbava. Lo vedeva diventare sempre più grosso e duro, ne sentiva ora sempre più forte l'odore, l'odore di cazzo e di maschio, lo voleva tutto, tutto dentro, voleva essere scopata fino in gola.

Che stava facendo? Assorta in questi pensieri non si era accorta di essere ancora nel camerino del negozio davanti allo specchio. Nel guardarsi pensò, niente male davvero questo completino, sistemò le coppe sui seni e con le mani tese bene il tessuto della mutandina. Nel sentire il contatto con le sue dita farlo provò ancora un piccolo brivido di piacere...

Che stronzo pensò.
E' proprio uno stronzo, ma pensa te, se una come me può sentirsi così per qualche stupida parola detta da un uomo che neppure conosco.

Però...
Chissà se mi ha pensato, tornando a casa.



Nemesi
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