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Lasciate che la vita accada...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
25.05.2022    |    4.561    |    6 8.5
"Butti la borsa sul divano e ti togli gli stivali, quelli neri con la borchia e il tacco alto e sottile che ti slanciano il culo e che non metti quasi mai..."
Sade - The Sweetest Taboo
https://www.youtube.com/watch?v=T2u2eqerRks


Un'altra settimana è iniziata, un lunedì come tanti.
In ufficio le solite chiacchiere e tu che sei rimasta ad ascoltare come sempre quasi in silenzio. Da tanto tempo i tuoi weekend scorrono tutti uguali, tra pulizie di casa, il pranzo della domenica con i parenti riuniti e le montagne di biancheria da stirare, un marito distratto e i figli quasi sempre fuori con gli amici.

La giornata in ufficio è finita, apri piano la porta di casa.
C'è ancora una delle due serrature che s'inceppa, devi ricordarti di chiamare qualcuno a farla sistemare. Una rapida occhiata in casa. Le tazze della colazione sporche sono come sempre sul tavolo della cucina, la lavastoviglie lampeggia per dirti che va svuotata e l'asse da stiro nell'angolo più lontano del tinello ti aspetta con la biancheria delle ultime due lavatrici della domenica.

Butti la borsa sul divano e ti togli gli stivali, quelli neri con la borchia e il tacco alto e sottile che ti slanciano il culo e che non metti quasi mai perchè: "Tanto chi lo guarda?" e poi alla sera ti fanno male i piedi.

Chissà poi per quale motivo questa mattina ti è venuta voglia di metterli. Sei stanca, vorresti sdraiarti sul divano e dormire anzi andare in letargo o meglio ancora, cadere in uno stato di ibernazione aspettando che qualcuno ti risvegliasse tra una cinquantina d'anni. no, facciamo cento, così al risveglio non rischieresti di incontrare nessuno che conosci. Purtroppo anche oggi hai ancora mille cose da fare, anche la cena da preparare e ora ti scappa anche la pipì.

Entri in bagno e ti guardi allo specchio.
I capelli avrebbero bisogno di un sistemata, la pelle del viso è un po' spenta come il tuo sguardo ma sei ancora bella. Ecco pensi..., in fondo una cosa positiva che hai è che ti sei sempre piaciuta. Ti sfili le calze e ti siedi. Fare la pipì quando ti scappa forte ti ha sempre eccitato fin da ragazza. Sentire dentro di te quella strana tensione crescere, trattenerla il più possibile per poi lasciarla andare lentamente controllandola all'inizio in un piccolo flusso che puoi decidere di aprire o chiudere con la mente a tuo piacimento comandando i tuoi muscoli, prima di sciogliersi e liberarsi dai meccanismi della ragione lasciandosi andare del tutto, con la schiena appoggiata al muro i muscoli delle gambe rilassati, per perdersi in uno scroscio di calore scomposto.

"Riesco a capire quasi tutto di una donna da come piscia", ti aveva detto tra le altre tante cose, Lui quel pomeriggio, ed ora che ci pensi era stata la prima volta poi che lo avevi fatto davanti a un uomo che tra l'altro neppure conoscevi.
Ora mentre a casa tua con una mano afferri il rotolo di carta igienica, quella della pubblicità, così soffice che anche i ricordi che affiorano sembrano morbidi e freschi, sei di nuovo lì, a quel mezzogiorno di qualche settimana fa. Sei seduta composta ad un tavolino di un bar del centro della città di fronte a lui che ti parla con quella voce calda, senza inflessioni e senza incertezze. Ha uno strano sorriso sulle labbra e negli occhi mentre ti descrive con parole scelte tutto quello che ti vorrebbe fare.
Tutto quello che ti farà se avrai il coraggio di alzarti e seguirlo.

Tu che non riesci a capire se sta scherzando.
Sì, sì sta scherzando, di sicuro è così ma non ne sei così certa. Vorresti rispondergli a tono, farti vedere altrettanto sicura, spigliata, vorresti stare al gioco, perchè sicuramente di un gioco si tratta. Per un attimo all'inizio, ma è stato solo per un breve istante, hai anche pensato di fare l'offesa, rovesciargli il bicchiere d'acqua addosso e andartene.
Cerchi di controllare le espressioni del tuo viso, il rossore sulle guance, il movimento automatico delle gambe sino ad un attimo fa accavallate e che ora si stringono chiudendosi forte sul tuo sesso al riparo del suo sguardo sotto tavolino.

Ripensi a come i tuoi pensieri giravano veloci senza trovare nessun appiglio razionale alle tue azioni e riprovi esattamente quella sensazione di calore intenso che avevi tra le gambe. Rivedi i suoi occhi scuri e profondi nei tuoi, risenti la pressione delle sue dita che ti strizzano forte il capezzolo attraverso il maglioncino e le carezze intime e profonde dell'altra mano ad accarezzarti il sesso esposto e aperto, mentre tu seduta a gambe larghe sulla ceramica di quel bagno, ti lasciavi andare, la testa rovesciata all'indietro, in un liquido e caldo caos liberatorio.

Ti alzi e le pareti del bagno ti vengono incontro ruotando.
Scalza cammini appoggiandoti in stato di trance alle pareti del corridoio.
Entri in camera da letto. Ti piaceva così tanto, con quelle pareti rosa antico, le piccole incisioni floreali appese sopra la testata del letto imbottita, il vecchio comò di tua nonna le tende a pacchetto ed ora invece ogni volta che ci entri ti senti soffocare come se qualche maligno folletto si divertisse a rimpicciolirla di poco ogni giorno.
Sei davanti all'armadio, immobile come una statua. Non sei sicura di volerlo fare.
Da quel giorno, quando è successo e sei tornata a casa diversa, ci hai pensato su diverse volte ma alla fine non hai più riaperto quel cassetto, forse hai pensato:

"Se non lo apro non è mai successo nulla, tutto è stato solo un sogno o qualcosa che ho solo immaginato."

E invece eccolo lì, nascosto sotto altri maglioni.
Un dolce vita nero di cachemire, quello che portavi quel giorno sotto la giacca e che lui non ha voluto che ti togliessi. L'apri e lo distendi sul letto come una delicata e preziosa reliquia.

Vuoi sapere la verità, vuoi ricordare.
Cerchi lì le tracce del suo passaggio, quelle tracce che hai voluto cancellare dalla tua pelle, i segni dei suoi morsi attraverso il tessuto, che ti hanno segnato il collo, le spalle i seni fino a farti male, quelli lasciati delle sue mani grandi sui tuoi fianchi.
Non è possibile pensi..., ci sono ancora tutti. Nitidi, profondi e insieme al suo odore, al sapore e alla forma della sua bocca. Li puoi distinguere ad uno ad uno, toccarli, annusarli e rileggerli dando loro un senso, mettendoli in ordine cronologico, come si fa con le parole impresse sulla pagina di un libro.

Hai trattenuto e trasformato in sogno per troppo tempo il ricordo.
Ora è cresciuto dentro di te come un'onda che nessun ostacolo può fermare.
Tra poco in casa non sarai più sola. Ti muovi determinata, ti spogli dagli abiti che indossi, rimanendo con le mutandine, ti infili il dolce vita per sentirne ancora una volta la morbida carezza sulla pelle nuda, poi corri a rimetterti le calze e gli stivali. Sì ora hai capito perchè questa mattina uscendo hai sentito il bisogno di rimetterli, perchè li indossavi il giorno in cui lui ti ha scopata, furiosamente, riempiendoti e sollevandoti da terra. Schiacciandoti sul letto di quel motel e contro il muro togliendoti il respiro e poi per terra, sopra di lui, sdraiati sulla moquette della camera, dopo averti strappato la gonna e con ancora gli altri vestiti e gli stivali addosso. Come un animale.

Ed è così che oggi hai deciso di ricordarlo per riprovare ad essere la stessa donna di quel giorno, per abbandonarti al caos senza peccato, a quella sensazione di piacere luce e calore diverso, così intenso e avvolgente.

Ad occhi completamente aperti, rimani in silenzio e sorridi, sdraiata sul letto di quella tua camera che diventa ogni giorno più piccola. Il buio della sera ti avvolge, la tua piccola mano conosce la strada da prendere.

Dopo tutto, per una sera pensi...,
la cena può anche aspettare.


Nemesi



Lasciate che la vita accada...
Sylvia Plath
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