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Giulia e la puttana...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
29.06.2022    |    3.522    |    2 6.0
"Pelle diafana e labbra rosa confetto..."
Sigur Rós - Fjögur píanó
https://www.youtube.com/watch?v=FgYfvD2-mDo


E' il mese di Gennaio.
I lampioni squarciano il buio della notte in un viale di una anonima periferia di Milano come lampare in mezzo al mare. Per strada ormai è rimasta solo una puttana avvolta in uno striminzito pellicciotto sintetico, le braccia incrociate sul petto, avvolta nel fumo azzurrognolo della sua sigaretta, gambe lunghe accavallate una sull'altra per tenerle al caldo, perennemente in bilico sui tacchi sottili degli stivali. A scaldarla e illuminarla un piccolo fuoco acceso in un’enorme latta metallica che un tempo conteneva vernice.

L'aria fredda, gelida, avvolge ogni immagine, inghiotte ogni flebile sensazione di calore e di vita. Solo la puttana sembra viva. Appare quasi come un angelo nel suo corto pellicciotto bianco con i baveri tirati su a coprire le orecchie come se fossero piccole ali spuntate.

***

Giulia cammina, non ha fretta, ha ancora trenta minuti buoni.
Non si è nemmeno vestita, ha indossato al volo il suo cappotto, preso le sue decollete, si è assicurata che lui dormisse, ed è uscita di casa con le scarpe in mano.
Sotto il paltò soltanto la sottoveste e nient'altro.
Ha le mani strette a pugno, infossate nella tasche, il viso quasi invisibile, i lunghi capelli biondi infilati nel bavero, il suono sordo dei tacchi che battono sull'asfalto gelato.
Passa accanto all'altra donna, la sfiora quasi, ne sente il profumo, dozzinale, da supermercato; le guarda i capelli, lunghi e neri, che le ricadono in lunghe ciocche scomposte sulle spalle.
E’ bella. Ma è sfatta di stanchezza.
Pelle diafana e labbra rosa confetto.
Gli occhi guardano in basso.
Non li ha visti, o forse Giulia non li ha neppure cercati.

Nella testa Giulia ha solo lui. La sua ossessione.
Il gelo le pizzica la pelle, piccole scosse si irradiano dal collo del piede e salgono dalle tibie sulle ginocchia, depositandosi nel punto più caldo tra le cosce, quasi come uno schizzo, come una goccia d'acqua gelata che sfrigola a contatto con l'olio bollente.

I fremiti nel suo ventre si susseguono decisi, ritmando la sua andatura, un'intensità che lei
modula ancheggiando dolcemente, incurante dei brividi che le scuotono le viscere, eccitata dallo sfregamento della carne.
Lui è già lì che l'aspetta alle panchine, all'ingresso del parco.
Devono parlare.

Si sente aria di neve. Il cielo è coperto di nuvole.
Povera puttana. Tra poco inizierà a nevicare

Si scorgono, lei rallenta, quasi ansimando.
Un bacio veloce sulle labbra, dita che scivolano dal viso al collo, occhi che entrano dentro, corpi che si attraggono come calamite. Respiri che odorano di inverno e di sesso.
Qualche parola, un chiarimento, toni pacati, poi più concitati, una risata nervosa, silenzio.
Poi ancora quella sua voce rauca.
Lui ora la incalza con parole dure.

Giulia si volta.
La puttana è ancora là immobile.
Si è accovacciata per terra, forse per stringersi e scaldarsi un po’, forse per pisciare.
Ogni tanto scende giù qualcosa, ma non nevica ancora. Il cielo si tiene tutto per se, ma è carico.
“Di che colore saranno i suoi occhi?”

***

Giulia guarda l’uomo. I suoi occhi sono scuri.
Profondi come un pozzo in cui buttarsi e annegare. La barba incolta gli dona un aspetto selvatico.
Avvicina le labbra all'orecchio di lei:
“Questa sera hai scopato con lui?” – “La tua bocca ha ancora il sapore di sesso”.
Lui odora di fumo, brandy e colonia.

“Dimmi…, scommetto che hai ancora voglia di scopare vero?”
“Dimmelo”, le ripete ancora e ancora.

Il tono è pacato ma fermo.
Lei non risponde a parole ma getta indietro la testa in segno di resa.
L’uomo le slaccia i bottoni del cappotto e tira su la seta della sottana, coprendo con la mano aperta tutta la sua fica già gonfia e bagnata.
La accarezza, poi le infila due dita dentro.
La desidera. La vuole scopare. Mentre spinge e muove le dita sempre più a fondo sentendo le sue labbra che si bagnano, l’afferra per la nuca e le infila con violenza la lingua in bocca, muovendola convulsamente e sbattendo i denti sulle sua bocca, facendola sanguinare.
E’ già duro. Lei si solleva in punta di piedi per offrirgli il bacino e aumentare la pressione del cazzo sul suo ventre, lasciandosi sfuggire un gemito scomposto di desiderio.

E’ affamato. La tocca e la mangia in modo scomposto e animalesco.
Il sapore metallico del sangue si mescola alla saliva calda, riversandosi in gola.
Con la mano ancora dentro la sua fica, la fa voltare di spalle, spingendola bruscamente verso una parete del chiosco dell’edicola.

La stretta al braccio le fa spalancare gli occhi.
In quella posizione, un po’ piegata in avanti riesce a osservarla meglio, senza farsi notare.
Basta che inclini leggermente la testa quasi nascosta tra le due braccia appoggiate per vederla, la puttana si è tolta il pellicciotto. Deve aver bevuto. Ora cammina avanti e indietro con i seni bianchissimi in vista che spuntano da un corpetto scuro.
C’è ancora qualche auto che passa. Ultimi ritardatari della notte ma non si ferma nessuno.
E’ bella!

***

Lui da dietro le solleva senza grazia cappotto e sottoveste sopra il culo. Poi si slaccia i pantaloni del minimo indispensabile per liberare il cazzo. Con pollice e indice le strizza il clitoride con cattiveria e ripetutamente.
Giulia ansima, non sente più il freddo, non vede e non pensa più ad altro.
L'uomo con l’altra mano aperta sul petto la tiene ferma.
Le sue dita si muovono a cercare il duro dei suoi capezzoli. Prima uno e poi l’altro.

Giulia sente il cazzo di lui sempre più duro, la punta bagnata e gonfia che spinge tra le gambe, insinuandosi sempre più, tra le sue natiche oscenamente aperte.
Allungando il braccio sotto di se, si porta una mano in mezzo alle cosce, passando le sue dita sul clitoride gonfio. Afferra la punta del cazzo dell’uomo per infilarselo dentro, prima però muove i suoi fianchi ripetutamente, costringendo il glande gonfio e bluastro a passare più volte lungo il perineo; confondendolo, irrorandolo e preparandolo mentre lui non smette di tormentarla con le dita, aprendola e penetrandola ma arretrando di qualche centimetro ogni volta che lei appoggia la punta del cazzo alle labbra della sua fica.

***

La puttana ora si è girata verso di loro, si è accesa un’altra sigaretta.
Li osserva senza nessun pudore, quasi incuriosita.

Anche Giulia la guarda. Ora nota i suoi grandi occhi neri.
Neri come l’inferno che le sta bruciando la carne dal desiderio di venir penetrata per essere scopata come solo lui riesce a fare.
Con uno scatto quasi felino si allunga verso quel cazzo, sorreggendosi al muro del gabbiotto aprendo di più le gambe e sollevando il culo.

Finalmente, lo sente. Sente il cazzo entrare, ora è dentro di lei che la allarga e la riempie tutta. Si appoggia con entrambe le mani alla parete per assorbire meglio il suo calore e le sue spinte sempre più violente e irregolari. Le mani di lui la afferrano e le scaldano i fianchi freddi, facendola muovere e ondeggiare sempre più veloce, come una bambola priva di volontà propria.

Giulia è come in uno stato di trance.
Mentre il suo corpo si tende e gode, una parte di se, “l’altra Giulia”, si osserva quasi con distacco. E’ come se si vedesse scopare con gli occhi della puttana ma ora la puttana è lei che si osserva da lontano e non si riconosce.

La trance dura qualche minuto.
Un piccolo grido e un orgasmo forte e pieno che la lascia tremante.
Lentamente il ritmo rallenta, Lei accompagna le sue ultime spinte, piegandosi sulle ginocchia e si volta a guardarlo mentre lui con una mano le apre le natiche schizzandole di sborra, gli occhi socchiusi, prima di abbandonarsi con la testa sulla schiena di Lei e stringendola forte, donando una piccola e flebile nota di dolcezza a quell’incontro così feroce e frettoloso.

In silenzio Giulia si ricompone.
Si ripulisce con un fazzolettino. Sistema la sottoveste, il cappotto, i capelli, passa il dorso della mano sulle labbra, sul collo.

Poche parole.
Le istruzioni per il prossimo incontro.
Ragguagli su qualcosa di irrilevante mentre fanno un pezzo di strada insieme prima di dividersi ancora una volta.

Un bacio, occhi negli occhi,
Lui che le dice: “Amo solo te” – “Non scordarlo mai”.
Un altro bacio – “Devo andare adesso”.


***

Ha iniziato a nevicare.
Fiocchi leggeri e solitari che somigliano a piccole farfalle bianche, danzano nell'aria, seguendo traiettorie imprevedibili si posano ovunque facendosi trasportare da aliti di vento invisibili, ricoprendo tutte le cose, in quello che appare come un nuovo inizio, destinato poi con il primo sole a lasciar posto alla realtà di sempre.

Giulia ripassa vicina alla puttana.
Sa che l’ha vista, che l’ha guardata mentre si faceva scopare.
Per un lungo istante si guardano negli occhi accennando ad un reciproco sorriso.
Giulia prosegue veloce lungo la strada di casa, le braccia incrociate sul petto per trattenere il calore e forse anche il ricordo di lui.

Nel voltarsi indietro un’ultima volta quasi inciampa ma lei non c’è più.
La neve ha spento il fuoco e coperto ogni cosa di un velo uniforme.
Tutto è bianco e indefinito anche i pensieri, sembra che nulla sia mai esistito.

Eppure Giulia ora ne è certa:
“Quella puttana era un angelo. Il suo angelo dagli occhi neri.”


Nemesi
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