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Gay & Bisex

Dovevo solo aiutare ad appendere quadri


di pirlino
29.08.2023    |    1.100    |    0 9.7
"Mi tirava a se e mi piaceva sentire i peli del suo torace contro il mio corpo liscio..."
Eravamo solo mia madre ed io, mio padre aveva lasciato mia madre 3 anni prima, ma zio Mauro( lo chiamavo zio per rispetto, come allora si faceva) chiamava per vederci almeno una volta la settimana e se mia mamma era sempre contenta di vederlo, credo che i due avessero una tresca, ma mai ne ho avuto la prova, anch’io lo ero per come lui mostrava un interesse in quello che facevo e spesso rimarcava a mia mamma come stavo crescendo e che bravo ragazzo ero. A quei tempi avevo gia' avuto rapporti fisici e sessuali con i miei amichetti della zona e con due maturi. Infatti avevo gia' il buco del culo bello spanato e sempre pronto a ricevere bei cazzi. E piu' di una volta ho fatto dei pensierini peccaminosi su zio Mauro, immaginando di fargli un bel bocchino o una bella sega. Un giorno zio Mauro mi chiese di aiutarlo una domenica mattina in un bar, lui ne era il direttore e voleva dell'aiuto per apprendere dei quadri al muro. Mia mamma acconsentì ed io ero felice perché avrebbe voluto dire stare con lui tutta la mattina nel suo bar che per me era un luogo speciale e non l’avrei diviso con qualcun altro. Andai là presto e lo aspettai sulla porta finché non arrivò e sorridendo mi disse: “La tua tortura sta per iniziare.” Aprì la porta, entrammo e poi lui chiuse dicendo: “Non vogliamo essere disturbati, non è vero.” Io dissi “No” ma mi chiesi chi avrebbe potuto disturbarci dato che il bar non avrebbe aperto sino a sera ma poi pensai che lui evidentemente sapeva quello di cui stava parlando e non ci pensai più, andò al bancone e prese una coca cola per me dicendo: “Quando ne vuoi dell’altra dimmelo, fammi fare un caffè e poi possiamo cominciare”. Mi mostrò i quadri che dovevamo appendere ai muri e disse: “Toglili dall’involucro mentre io prendo ganci e martello, poi possiamo iniziare”. Avevamo appeso tre quadri e mentre prendevo il quarto mi disse che non aveva più chiodi e di mettere una mano nella sua tasca per prenderne uno. Feci come mi aveva detto ma non ne trovai e la mia mano andò diritta sopra il suo cazzo! La estrassi subito ma lui mi disse di rimetterla dentro, di lasciarla là e dirgli cosa c’era dentro. Quando la rimisi dentro lo trovai più duro di prima e mi sembrò enorme. Lo strinsi come mi aveva detto e lui abbassò lo sguardo chiedendomi se era tutto ok. Io sorrisi e dissi di sì mentre continuavo a stringerlo! Ricordo che lui appoggiò il quadro sul pavimento e mi chiese se mi sarebbe piaciuto vederlo. Sapevo cosa voleva dire, che non intendeva il quadro e quando dissi di sì mi fece promettere di non dirlo a nessuno ed io promisi. Ero eccitato ed un poco impaurito ma mi sentivo sicuro con lui e sapevo che nessuno sarebbe entrato dato che aveva chiuso la porta a chiave. “Naturalmente” Disse “Se vuoi vedere il mio io devo vedere il tuo.” Mi sentii imbarazzato e dissi di non esserne così sicuro. Sentivo il mio uccello diventare duro ma era tanto più piccolo del suo. Lui mise mi una mano sulla spalla e disse: “Oh sù, siamo due uomini, no?” Sentirmi chiamare uomo mi fece coraggio e dissi che ero d'accordo. Tirai su una gamba dei miei shorts per farlo uscire ma lui disse: “Oh no ragazzo mio, togliamoli” e così dicendo si inginocchiò di fronte a me e mi tirò i pantaloncini alle caviglie. Vide la mia piccola protuberanza nelle mutande, mi sorrise e ci mise su una mano dicendo: “Ti piace, non è vero” Io accennai col capo, lui si alzò e disse: “Abbassami i pantaloni e dai una bella occhiata”. Quando gli sfibbiai la cintura le mie dita sentirono tutti i suoi centimetri e vidi la grossa protuberanza sotto il tessuto. Con le due mani sulle mie spalle disse: “Cosi, bravo, Ora aprili. ”Glieli sbottonai, abbassai la cerniera e li tirai giù lentamente. Precipitarono alle caviglie, avevo in parte tirato giù i boxer e la cintura era appoggiata sul cazzo. Poi allargai la cintura e li abbassai in modo che si sistemasse sotto le palle. Il suo cazzo mi affascinò, era circonciso, la testa sembrava dura e gonfia e notai che la fessura era molto bagnata. Alzai lo sguardo, sentii le sue mani che mi spingevano in giù e diceva: “Tirali giù” e mentre li spingevo alle sue caviglie disse: “Leccalo. Va tutto bene. So che lo vuoi.” Io non aspettavo altro. Era bello! Lo leccai sulla testa e lo sentii dire: “Prendilo in bocca e succhialo come un lecca lecca”. Spalancai la bocca, quando mi entrò in bocca mi sentii riempito ma in qualche modo riuscii a muoverci sopra la lingua. Lo sentii dire: “Oh sì, sei un talento naturale”, ero felice, mi sembrava che ne stesse godendo. Quando mi disse che lo avrebbe tirato fuori, rimasi confuso perché pensai che non gli piacesse ma poi lui disse: “Leccami le palle!”. Le sue palle erano come due grosse susine pesanti e mentre facevo del mio meglio per leccarle, sentii il suo cazzo bagnato che strofinava sulla mia fronte. Dopo un po' le mie labbra e la mia bocca furono completamente bagnate di saliva, lui si spostò un po’ e disse: “Succhiami di nuovo il cazzo.” Io ne ero felice. Sembrava stesse colando molto dalla fessura, era appiccicoso sulle mie labbra ed ora lo sentivo pulsare forte sulla lingua. All'improvviso sentii che mi afferrava le spalle e lo sentii dire: “Oh Sì!” e mentre mi riempiva la bocca bisbigliò: “Ingoia!” Io tentai di ingoiare il più velocemente possibile e sentii qualche cosa scendermi sul mento. Lui tenne il cazzo nella mia bocca per un po' di tempo, poi lo tolse e vidi che ora era semi duro e molto bagnato ed appiccicoso. Lo zio mi tirò in piedi e disse: “Sei stato veramente bravo. Ma questo è un nostro segreto, ricorda.” Io assentii.Il mio piccolo cazzo era ancora duro e lui disse: “Ora lascia che lo faccia a te.” Aprì la bocca e quando la richiuse sentii il suo alito caldo, era fantastico, la sua lingua mi leccava mentre contemporaneamente mi succhiava e si muoveva sul prepuzio, mi stava sbocchinando e gli venni in bocca! Lui continuò a tenermi, io misi le mani sulla sua testa e dissi: “Oh zio era così bello.” Lui alla fine si tolse, il mio pene era ritornato alla sua dimensione normale e lui mi disse di tirarmi su i pantaloncini. Mentre lo facevo mise una mano sul mio culo nudo e disse: “E’ bello il tuo culo, oggi no, ma poi ci giochero' anche con esso.” Dopo questa esperienza mi fece promettere di nuovo di non dire niente a nessuno, che potevamo rifarlo ogni volta che volevamo e di andarlo a trovare a casa sua. Mi diede 5 mila lire per averlo aiutato, quando tornai a casa mia mamma mi chiese se era andato tutto bene, e quando gli dissi che lo zio mi aveva pagato per averlo aiutato, disse che non avrebbe dovuto farlo ma che doveva essere stato contento di me. Sorrisi e dissi che sapevo che lo era stato. Dopo la prima volta ebbi dei ‘divertimenti’ sessuali con lo zio pressoché ogni settimana e di tanto in tanto anche due volte la settimana, ma molto dipendeva dal fatto che fosse lui a venire a casa mia, oppure andavo io a casa sua. Lui lavorava molte ore, io andavo a casa sua senza sapere se c’era o no ma se c’era non appena apriva la porta e mi vedeva, capiva perché ero là. Mi stuzzicava un po’ e dopo che mi ero tolto la giacca mi portava nel soggiorno, mi faceva sedere sul suo grembo e mi chiedeva perché ero lì. Io mettevo un braccio intorno al suo collo e gli dicevo che volevo vederlo per sapere se stava bene. Chiaramente dato che gli ero in braccio lui poteva aprire la cerniera dei miei pantaloni e metterci dentro le dita dentro per stringerlo, se portavo pantaloncini, spingeva una mano sotto una delle gambe e me lo stringeva così. Mi teneva in grembo mentre continuavamo a parlare e di solito mi chiedeva di sbottonargli la camicia. Ricordo che il suo torace era piuttosto peloso ed aveva un odore virile. Mentre gli sbottonavo la camicia lui faceva lo stesso con me e me la toglieva. Mi carezzava il corpo , mi piaceva sentire le sue grandi mani su di me. Mi tirava a se e mi piaceva sentire i peli del suo torace contro il mio corpo liscio. Aveva le mani libere e, mentre lo sentivo diventare duro attraverso i suoi pantaloni, mi apriva pantaloncini o pantaloni e mi diceva di alzarmi per potermeli tirare giù. Spalancava le gambe per permettermi di mettermi in mezzo e potermeli tirare alle caviglie. Ne godevo perché sapevo che gli piaceva guardarmi e lui sembrava sempre lieto quando mi vedeva. Io portavo sempre mutande di cotone bianco a Y ed il mio piccolo cazzo era sempre molto duro sotto la copertura di cotone. Mi faceva girare, mi riportava a se, mi tirava le mutande alle caviglie e mi diceva di uscirne ma di restare con la schiena verso di lui. Mentre lo facevo lo sentivo dire tra di se cose come: “Oh sì, sei il mio ragazzo favorito” o “Hai un così bel sedere” e altre cose. Metteva le mani sui miei fianchi, poi mi carezzava scendendo alle gambe e risaliva. Qualche volta, mentre lo faceva, mi diceva di allargare le gambe, ne carezzava l’interno e faceva correre le mani sul mio sedere. Dopo un po' metteva una mano sotto di me e mi prendeva alla stesso tempo le palle e l’uccello che era duro e tirandomi indietro mi baciava il sedere dicendo: “Sei così dolce” “Sai che ti voglio, non è vero?“ “Sì zio, ed anche io ti voglio” A questo punto mi diceva di voltarmi per vedere la sua ricompensa per me che ero un bravo ragazzo! Era il suo gioco ed a me piaceva. Quando mi voltavo mi sedevo sul bracciolo della sedia e guardavo la protuberanza nei suoi pantaloni. Ero sempre affascinato da come si muoveva, mi sembrava sempre così grosso e poi diceva “Forza. Prendilo. Tu sai cosa vuoi. Fammi vedere cosa ci sai fare.” Gli piaceva strofinare sul mio dito la fessura e poi mi diceva di strofinarlo delicatamente su tutta la testa. Chiaramente gli piaceva ma dopo un po' mi diceva di fermarmi, ora comprendo che non voleva eiaculare troppo velocemente, e mi diceva di fargli uscire anche le palle dai boxer. Io ero sempre affascinato dalle sue palle per le loro dimensioni e perché erano senza peli! Evidentemente si radeva ma io non lo sapevo, pensavo che non gli crescessero peli là! Mi piaceva tenere le sue palle nelle mie mani e ricordo come se fosse ieri che erano sempre calde e pesanti. Lui mi incoraggiava a tenerle e poi, una per volta, carezzarle con le mie dita. Dopo aver giocato con le palle ed avere tenuto il suo cazzo per un po’, lui si alzava ed io gli tiravo giù i pantaloni e poi i boxer. Si sedeva, io glieli facevo uscire dalle caviglie e li appoggiavo di fianco a noi. Senza pantaloni e boxer si alzava mentre io ero ancora in ginocchio, mi sovrastava. Ricordo la prima volta che lo fece a casa sua, mentre lo guardavo lui mi guardava e diceva: “Leccami le palle e bagnale.” Non fu troppo facile la prima volta ma lo feci e poi mi disse “Prendine una in bocca e succhiala delicatamente e poi fammi sentire che prendi l’altra” Come ho detto le sue palle erano grosse ma spalancai la bocca e feci in modo di prenderne una e rotolarci sopra la lingua. Era strano e bello allo stesso tempo. Lo sentii gemere quando la feci scivolare in bocca e poi presi l’altra per dargli lo stesso trattamento. La succhiai per un po’ con la bocca piena e quando la feci scivolare fuori mi disse “Sei un talento naturale. Ora succhiami il cazzo, vuoi?”
Mi spostai di fronte a lui e mentre lo facevo spinse le palle contro la mia faccia e lasciò che il cazzo strofinasse il mio viso e la mia fronte. La mia faccia divenne improvvisamente appiccicosa e quando si spostò un po’ vidi che la sua cappella era luccicante ed anche un po’ dell’asta e naturalmente quella era pre eiaculazione! Aprii la bocca, lui appoggiò la punta del cazzo alle mie labbra ed io mi mossi verso di lui. Lo sentii gemere e questo mi eccitò, capii che stavo lavorando bene. Lui non spinse mai contro di me a soffocarmi, mi lasciò tentare di prenderne quanto potevo e poi disse: “Andiamo sul mio letto.”
Odiavo sempre quella parte, perché voleva dire che dovevamo smettere mentre andavamo in camera da letto. Lui tirava indietro le coperte, mi alzava e mi metteva sul letto. Stava di fianco al letto per un po’, mi guardava e diceva qualcosa tipo ‘quanto era fortunato avermi come suo ragazzo speciale’ o ‘che bel cazzo avevo, fatto per essere succhiato’, poi si sdraiava sul letto al mio fianco. Mi coccolava e mi baciava con la lingua, amavo la sua lingua nella mia bocca, sembrava un cazzo mentre contemporaneamente il suo vero cazzo strofinava contro di me. Fantastico! All'inizio mi coccolava solamente e metteva il suo uccello duro tra le mie gambe col mio intrappolato tra di noi. Era bello ed potevo sentire il suo pene che pulsava forte sotto di me. Mi succhiava il cazzo, la prima volta che lo fece e capii che stavo per venire, tentai di tirarmi via ma lui mi tenne contro la sua bocca e naturalmente gli sborrai dentro. Gli dissi che era fantastico e lui mi disse che era buono e se volevo essere forte avrei dovuto ingoiare il suo. Naturalmente non ne ero troppo sicuro ma dato che lui l’aveva fatto a me, ora toccava a me farlo a lui. Quella prima volta al bar io non avrei mai detto che un uomo potesse avere tanto sperma! Io stavo leccando la sua verga ed improvvisamente la mia bocca fu riempita dal suo dolce succo! Lui disse: “Continua ad ingoiare figliolo!” e così feci. Quando tolse il suo cazzo appiccicoso e bagnato dalla mia bocca, l'asciugò sulle mie labbra e mi mise di nuovo la lingua in bocca. Naturalmente dopo di allora e credendo alla sua affermazione che la sua sborra mi avrebbe reso forte, fui pronto a succhiare sempre il suo cazzo. Non so per quante settimane lo facemmo, poi un giorno, mentre eravamo sul suo letto, mi chiese se non avevo mai giocato col mio buco. Naturalmente l’avevo fatto, ma ero imbarazzato ad ammetterlo, ma lui disse che lui lo faceva quando era un ragazzo e che non c’era niente sbagliato, così ammisi di averlo fatto anche con qualche mio amichetto, ma non gli dissi che anche due uomini maturi gia' mi avevano rotto il culo nel boschetto. Mi chiese se era bello e quando dissi che, sì, mi piaceva, lui mi disse che era molto meglio quando un uomo di esperienza come lui lo avrebbe fatto e che me lo avrebbe dimostrato.
Mise due cuscini in mezzo al letto, mi disse di mettermi col culo in aria e mi avrebbe mostrato quanto potesse essere bello essere scopato da un vero uomo. Quando mi posai sui cuscini mi disse di allargare le gambe e vi tirò in mezzi il mio cazzo duro in modo che fosse contro i cuscini e potesse vederlo. Non sapevo cosa aspettarmi ed avevo un po’ di paura ma sapevo di essere sicuro con lui. Lo sentii muoversi sul letto e mettersi tra le mie gambe aperte, poi le sue mani cominciarono a carezzarmi il culo. Era bello e mi aiutò a rilassarmi ma poi lo sentii sputare ed a cominciare a muovere le dita nella mia fessura per bagnarla. Devo essermi teso perché mi disse di rilassarmi, che era tutto ok, prese il mio piccolo cazzo e poi strofinò la punta di un dito contro le labbra del mio buco. Lo sentii sputare di nuovo, sentii il mio buco bagnato ed il suo dito, ora mi piaceva molto. Per tutto il tempo continuò a dirmi di rilassarmi, che ero un bravo ragazzo, se era ok ed io gli dissi di sì. Lo fece in maniera così delicata che prima che me ne rendessi conto il suo dito era dentro di me e la punta colpì un punto facendomi sentire come non mi ero mai sentito prima. Chiaramente sapeva quello che stava facendo e mi chiese se mi piaceva. Io non volevo che si fermasse, dissi di sì, lo sentii muoversi verso di me con le mani sulle mie anche. Sentii qualche cosa di duro contro il mio buco, capii quello che stava per fare e mi tesi. Gli dissi che era così grosso e gli chiesi di non mettermelo dentro ma lui mi disse di rilassarmi e che mi avrebbe dato solo un po’ del suo cazzo. Questo migliorò le cose, mi rilassai e sentii la testa muoversi dentro di me. Mi faceva molto male ed allo stesso tempo era bello, ma tentare di rilassarsi non era facile. Lui smise di muoversi dentro e mi disse di respirare profondamente e rilassarmi ancora di piu'. Mentre respiravo profondamente lui spinse di più ed io gli dissi “No zio. Per favore” Mi stava facendo veramente male e sentivo il mio buco pieno e stirato, mai avevo avuto un cazzo doppio come il suo nel mio culetto. Lui disse “OK” ma mi permise di muovermi solo un po’. “Il tuo buco è così stretto, è così bello” Gli dissi che poteva muoversi ora, mentre mi rilassavo, era più facile.
Non so per quanto tempo continuò a muoversi, ad un certo punto prese il mio uccello, disse che era duro e che capiva che stavo godendo. Continuò a muoversi con corte spinte ed io mi sentii a mio agio finché non lo sentii gemere ed improvvisamente spinse con forza contro di me.
Tentai di sfuggirgli ma ero intrappolato sotto di lui e riempito del suo cazzo duro. Mi faceva molto male ma oltre al male sentivo anche piacere, sentivo il suo pene pulsare dentro di me e capii che mi aveva dato tutta la sua lunghezza e la sua sborra! Continuò a stringermi il cazzo, gli diede alcune tirate ed io gli venni sulla mano! Si sdraiò su di me per un po’ e poi baciò la base del mio collo mentre il suo uccello scivolava fuori dal mio buco. Io mi sentivo in qualche modo diverso, quando mi disse che ero stato bravo, che l'avevo fatto sentire bene e sapeva che anch’io avevo goduto, capii che aveva ragione. Mi aveva fatto male ma sì, avevo goduto.
Quando lasciai la sua casa quel giorno lui mi abbracciò e mi disse che ero speciale e che quello che avevamo fatto era il nostro segreto speciale, ricordo che tornando a casa in bicicletta pensavo a quello che mi era accaduto, ero orgoglioso di aver preso il suo cazzo nel mio buco e quanto era stato bello.
Naturalmente ci furono molte altre volte dopo quella prima volta piuttosto speciale.Poi un giorno mi disse" Sai, ora che ho capito di quanto ti piace il cazzo, vorrei che te facessi contento un mio caro amico, e' una bravissima persona, e' sola e adora i ragazzini come te ma non ha il coraggio di andare nei luoghi dove ci sono i frocetti. Lo faresti per me?"
Ci pensai solo un poco su e gli dissi di si. Non volendo allungare troppo questo racconto, lo faro' nel prossimo.
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