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Gay & Bisex

il "comandante" amico di Mauro


di pirlino
03.09.2023    |    939    |    1 9.6
"Diedi un ultimo bacio a quel maestoso cazzo, vestitomi me ne ritornai a casa..."
Questo e' il continuo del racconto" Dovevo solo appendere quadri".
Dopo che dissi a Mauro che avrei incontrato il suo "amico", gli chiesi delle informazioni su di lui, e lui mi rispose " Io lo conosco da molto tempo, siamo stati insieme nel lavoro, c’è stata fra noi molta confidenza da farci mettere a nudo i nostri desideri nascosti. In passato ci siamo scambiati anche dei ragazzi, ultimamente è stato al nord ed è da poco più di un mese che è ritornato, l’altro giorno incontrandoci, mi chiese se avessi qualcuno da passargli perché da molto tempo non riesce a trovare un ragazzo e a farsi delle belle scopate, ti dico subito che ha oltre i 50 anni, ma che ha un bel cazzo grosso e lungo”.
Io non mi offesi e mi dichiarai disponibile a conoscere quest’uomo maturo, anche perche' a me i maturi attizzavano molto, quindi perché non approfittarne, le occasioni sono così poche nella vita!
Un pomeriggio, dopo una bella scopata, decidemmo di effettuare il fatidico incontro con l’uomo maturo, in base agli accordi stabiliti tra loro due, c’incontrammo in un posto fuori mano e lontano da occhi indiscreti.
Poco dopo vidi arrivare un uomo veramente maschio: corporatura imponente, spalle larghe, fisico muscoloso, mascella squadrata, mento pronunciato e corredato da pizzetto e baffi ben curati. Trasudava virilità e mascolinità da ogni poro della sua pelle sia di quella a vista che di quella, per me, ancora, nascosta.
L’impressione che produsse in me fu talmente forte che una potente scarica d’adrenalina produsse una forte eccitazione in me, rimasi ad ammirarlo, mi sentivo attratto verso di lui, mi sarei volentieri concesso lì, subito, senza preamboli, avrei fatto tutto ciò che desiderava.
Mi tese la mano e mi affermò che anche lui era soddisfatto di me e poiché tutti e tre sapevamo lo scopo del nostro incontro, mi indicò le modalità da seguire per potermi incontrare con lui nella sua casa, mi diede l indirizzo e mi raccomandò di non farmi attendere molto.
Io ero rimasto imbambolato, incapace di aprire la bocca e di parlare, avevo la gola secca ed il mio pensiero già volava fantasticando su quel meraviglioso uomo che mi stava davanti.
Riuscii solo ad dire che per me l’indomani sera sarebbe stata la giornata giusta per andarlo a trovare.
Mi diede un bacio sula guancia con una bella manata di chiappe e se ne andò per i fatti suoi, mentre io rimasi con il mio "zio Mauro", il quale desiderava essere fatto un pompino con l’ingoio poiché nei nostri precedenti incontri non mi era stato possibile farglielo in quanto avevamo sempre scopato senza portare a termine il pompino.
La sua casa era molto distante, il tempo non era sufficiente, avrei avuto delle difficoltà per rientrare in orario in casa, pertanto decidemmo di scovare un posto isolato nelle vicinanze.
Trovandoci in periferia, scorgemmo un casolare di campagna che aveva l’aspetto d’essere abbandonato. Accertatoci che non ci fosse nessuno, ci mettemmo in un angolo riparato del casolare e qui, uscito il cazzo dai pantaloni, ancora molle, lo infilai subito dentro la mia bocca e cominciai a succhiare.
Il cazzo molle, mi permise di spingerlo fino in gola e cercai di entrarne quanto più possibile, ma ben presto, a causa del pompino, certamente fatto can grande maestria, sentii che diventava duro e dovetti uscirne un bel po’ per paura di soffocarmi.
Succhiai con voracità, leccai tutta l’asta, lavorai con arte tutta la cappella, insomma lo sentii gemere facendomi capire che il pompino era meraviglioso e poco dopo, senza alcun preavviso, sentii dentro la mia bocca un’intensa, calda e copiosa sborrata che mi affrettai ad ingoiare per non perderne una goccia.
“ Zio Mauro” fu molto soddisfatto del trattamento ricevuto ed aggiunse che si sentiva i coglioni completamente svuotati dal mio meraviglioso pompino, mi raccomandò di trattare bene “il comandante” coma lui lo chiamava e mi fece tanti auguri per la nuova conquista.
Tornai in orario a casa e dopo cena andai in camera mia, qui mi misi a fantasticare sull’uomo da poco conosciuto, perché aveva fatto nascere in me un sentimento nuovo, sconosciuto, forse stavo innamorandomi, ciò non era assolutamente possibile e quindi decisi di mantenermi calmo e fare come sempre, scopare, divertirsi e soprattutto godere.
L’indomani cominciai dal mattino a contare le ore che mancavano all’appuntamento per quanto mi sforzassi di pensare ad altro, il mio pensiero correva sempre lì.
Finalmente giunse l' ora, dopo pranzo, feci una veloce doccia e mi accinsi a raggiungere il palazzo dove abitava, salii le scale del palazzo indicatomi, raggiunsi il piano; qui trovai una serie di porte che si affacciavano su un lungo corridoio, sapevo il numero dell' interno, con calma, benché il cuore galoppasse all’impazzata per l’emozione, trovai la porta e bussai con discrezione.
Mi sentivo le gambe di gelatina, ero emozionato come un ragazzino al suo primo appuntamento amoroso, benché ormai fossi esperto e navigato, quest’uomo m’incuteva una strana sensazione.
Mi venne ad aprire e lo trovai in accappatoio.
“Entra, - mi disse – nell’attesa del tuo arrivo, ho fatto la doccia, prego, accomodati e mettiti in libertà, qui nessuno verrà a disturbarci”.
Detto questo si sedette su un piccolo divano. “Vieni a sederti vicino a me, - mi disse – non è un divano largo, ma stringendoci potremo sederci entrambi”.
Io invece proposi di sederci sul bordo del letto e lui accettò la mia proposta.
Ci sedemmo sul letto e nel sedersi l’accappatoio s’aprì e potei notare che era totalmente nudo. Per togliermi dall’imbarazzo, mi disse che aveva evitato di vestirsi perché non desiderava perdere altro tempo in preamboli, quindi m’invitò a spogliarmi per essere entrambi pronti a realizzare i nostri desideri.
Io non mi feci pregare e mi denudai completamente, una volta nudo, mi fece girare davanti e mi rimirò da ogni angolo.
La vista evidentemente lo aveva soddisfatto perché mi sentii stringere a lui dalle sue poderose braccia.
Indossava ancora l’accappatoio, non avevo potuto vedere bene “ l’affare” che teneva tra le gambe, ma potei sentirne la consistenza quando mi fece combaciare con il suo corpo.
Cominciai ad eccitarmi, quindi, stesi la mia mano verso il suo cazzo; lui capì le mie intenzioni, si scostò da me e toltasi l’accappatoio mi apparve nella totale nudità.
Aveva un corpo maestosamente scolpito da muscoli ben evidenziati, un petto ampio e con pochissimi e chiari peli, due spalle ampie, e…. guardando verso il centro del corpo vidi….. un maestoso cazzo benché ancora in stato di quasi riposo.
Non mi ero sbagliato, aveva un cazzo maestoso, poggiato su una capiente sacca all’interno della quale trovavano alloggio due coglioni grossi come uova.
Io rimasi imbambolato a guardare, lui m’invitò a prenderlo in mano per saggiarne la consistenza.
Mi avvicinai, lo presi con entrambe le mani, lo strinsi delicatamente, cominciai a fare una sega, a poco a poco lo sentii indurirsi, quindi m’inginocchiai e cominciai a leccare una cappella così grossa e lunga che superava quella del mio primo amico.
Leccai tutta la cappella facendolo gemere di piacere, poi passai a leccare tutta l’asta e raggiunsi i coglioni leccando anche loro, ritornai sulla cappella ed aprendo la bocca cercai di infilarla dentro.
Era un cazzo maestoso, grosso, molto più grosso di quello di Mauro, lungo un po’ meno, ma di qualche centimetro, duro, nodoso, imponente, una mazza degna di venerazione e di rispetto.
A poco a poco infilai dentro la mia bocca quella dura e grossa cappella e cominciai a succhiare con voracità, cercai di far entrare altro cazzo, ma data la grossezza, solo pochi altri centimetri entrarono.
Il pompino l’aveva fatto diventare talmente duro che potevo solo succhiare, non potevo assolutamente muovere la lingua, pertanto lo spinsi in fuori e continuai a leccare tutto il cazzo.
“Ho un gran desiderio d’incularti, - mi disse – sono parecchi mesi che non mi faccio una scopata e non metto il mio cazzo dentro ad un culo, quindi, girati, abbassati e fatti sfondare dal mio cazzo che, come vedo, hai gradito tantissimo.
Mi girai, mi abbassai porgendogli il culo, sentii le sue mani allargarmi le natiche, poi insalivò le pareti laterali e sentii appoggiarmi quella vellutata e dura cappella.
Con un movimento lento, ma deciso, spinse; sentii le pareti allargarsi per permettere il passaggio di quella superba cappella che inesorabilmente entrava in me.
A poco a poco sentii entrare tutto il cazzo dentro di me, sembrava non finisse mai, e poiché era molto grosso, dovette spesso insalivare l’asta per renderla scivolosa e non procurare lacerazioni.
Io ero abituato ai cazzi grossi, ma quello era il primo di quel grosso calibro, lo invitai a fare piano, ma contemporaneamente lo incitavo ad entrare tutto dentro di me.
Non so quanti minuti trascorsero, io avrei desiderato fermare il tempo, finalmente lo sentii tutto dentro:
Quant’era lungo e soprattutto grosso.
Mi sentivo aperto, sfondato, mi sentivo allargato, ma appagato; avrei desiderato rimanere a lungo in quella posizione con quel maestoso cazzo dentro al mio culo che mi procurava sofferenza ma anche tantissimo godimento.
Godetti nel sentirmelo tutto dentro, non fu così per lui, anzi lo tirò fuori per rientrare di nuovo dentro con un colpo deciso.
Accertatosi che il cazzo scivolava ormai bene, iniziò a scoparmi con maestria, andava lento, veloce, lo tirava fuori per poi rientrarlo fino all’elsa. Mi chiavo' per oltre 15 minuti.
Non cambiò posizione poi sentii le sue braccia stringersi attorno a me, cominciò ad emettere sospiri di piacere ed infine mi sentii inondare da potenti e caldi getti, aveva goduto. “Sono veramente soddisfatto, - disse – mi hai fatto godere come desideravo, hai un culo maestoso, adatto al mio cazzo, che si è sentito accarezzato e stretto dal tuo culo meraviglioso; è stato bellissimo”.
Rimase dentro di me per un bel po’, poi lo tirò fuori e andò a lavarsi nel bagno, dopo si distese sul letto invitandomi a stare al suo fianco.
“Quando sei con me, mi darai del tu e potrai dirmi tutto ciò che ti passa per il cervello, quando m’incontri fuori, non ci conosciamo; per incontrarci, ti chiamero' io”, - disse.
Poi aggiunse: “Probabilmente desidereresti che t’inculassi una seconda volta, essendo il nostro primo incontro, ma io sono abituato a fare solo una scopata, però ben fatta e lunga, come del resto tu stesso hai potuto notare, è passato il tempo dei multipli, allora erano numeri, quantità, ora invece sono scopate di qualità”.
Io risposi che mi sentivo soddisfatto quindi non ero interessato ad un’altra scopata, ed abbracciandomi e stringendomi a lui con voluttà, lo informai che me ne sarei andato.
Diedi un ultimo bacio a quel maestoso cazzo, vestitomi me ne ritornai a casa. Coricatomi non mi addormentai subito poiché risentivo il cazzo ancora nel mio culo, avevo la strana sensazione di averlo dentro di me, tanto era sfondato, allargato, che le pareti erano come infiammate per l’irritazione, procurandomi tale strana sensazione.
Col pensiero rivedevo ogni istante di quella meravigliosa scopata e mi ballava davanti agli occhi quel superbo e maestoso arnese che tanta goduria mi aveva procurato, mi feci una bella sega e stanco delle emozioni della giornata, mi addormentai felice e soddisfatto.
Iniziò così questa nuova relazione che in verità era inaspettata giacché ebbi modo di godere con un uomo signorile dal maestoso cazzo.
Non potevo quindi lamentarmi: avevo a disposizione ben due cazzi, uno diverso dall’altro ma tutti duri, lunghi, grossi, gagliardi, incontravo i miei due amanti in giorni ed in orari diversi, non combaciarono mai gli incontri, tranne una sola ed esclusiva volta……
Mi ricordo che era pieno inverno, quel giorno, prefestivo, Mauro desiderava trascorrere il pomeriggio con me, perché l’indomani benché festivo, era impegnato con parenti.
Mi recai da lui e come sempre, abbiamo fatto due belle scopate, non si sentiva soddisfatto se dopo la prima goduta, in verità breve, non realizzava una seconda scopata piuttosto lunga, con molteplici posizioni, mi recai nei bagni per lavarmi; mi sentivo sudato, avevo la sensazione di puzzare di sesso. Ritornai a letto e Mauro volle di nuovo entrarmi nel culo. Mi chiese di mettermi a pecora che era la posizione che permetteva al mio buco d’essere largo e di sentirmi il suo cazzo tutto dentro di me, poiché, lo desideravo da una settimana.
Lui aprì le mie chiappe, cercò il buco, lo insalivò, vi appoggiò la cappella e spinse dentro.
Il cazzo entrò facilmente, con poche spinte lo sentii tutto dentro, soddisfatto, appoggiò il suo petto sulle mie spalle, mi cinse con le sue braccia, ed assumemmo quella che io ho sempre chiamato la scopata dei cani: io sotto a novanta gradi, lui sopra che stringe il mio petto con le sue braccia, ed il cazzo che entra ed esce dal buco del culo, arrecando ad entrambi una meravigliosa goduria. Rimanemmo in questa posizione per parecchio tempo,
“E così volevate scopare da soli”? Sentimmo ad un tratto; io mi girai, il cazzo non uscì dal mio culo, rimanemmo nella stessa posizione, solamente ci girammo verso la voce che apparteneva al " comandante", il quale avvisato da Mauro, avevano pattuito di scoparmi insieme. Era in piedi, si teneva il suo cazzo tra le mani e si stava facendosi una tremenda sega. “E’ da un po' che vi guardo, ora anch’io sono tremendamente eccitato e vorrei prendere parte a questa meravigliosa scopata”.
Io non mi feci pregare, quindi perché sprecare l’occasione, lo invitai a sedersi e m’infilai tutto il suo cazzo fino in gola e cominciai a fargli un bel pompino.
Mi ritrovai nella stessa situazione di parecchi mesi addietro in cui venni scopato da due amici di scuola, anche qui, avevo nel culo un cazzo di buon calibro, mentre in bocca ne succhiavo uno, più grosso, con la cappella più grossa e più pronunciata del cazzo, in ogni caso, duro e resistente. Mauro mi inculo' fino a quando non esplose in una lunga e copiosa sborrata dentro il mio culo. Uscito dal culo, si mise di lato per fare spazio all’altro cazzo che desiderava entrare anche lui nel mio sfintere e rimessomi di nuovo a novanta gradi, mi offrii nuovamente alla penetrazione.
Il buco era rimasto aperto dalla precedente inculata, quindi sentii il secondo cazzo scivolare dentro con estrema facilità, lo sentii fino alle palle; per sentirlo meglio, cominciai a stringere i muscoli anali e tale movimento, arrecò una piacevole sensazione a me ed al cazzo che m’inculava.
L’esperienza in questi casi si nota dalla durata della scopata, fu lunga, cambiammo posizioni, lo feci sedere e me lo misi dentro a smorzacandela, poi ritornammo alla precedente posizione; il cazzo prese un ritmo più veloce e dopo molti e tremendi colpi che mi sfondarono il culo, sentii anche questo cazzo esplodere in una lunga sborrata, facendo godere anche me, alzatomi, mi avviai verso il bagno. Mentre ero nel box doccia Mauro ed il "comandante" entrarono e senza alcun preavviso entrambi cominciarono a pisciarmi addosso. Potevo sentire il caldo liquido su tutto il corpo, poi vollero che mi inginocchiassi e mi pisciarono in faccia e in testa. Oramai ero divenuto la loro troietta personale e la cosa non mi dispiaceva affatto. Il nostro " menage a tre duro' per un bel po' di tempo, poi come tutte le avventure ognuno di noi trovo' altri lidi--------
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