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Gay & Bisex

il sagrestano


di pirlino
22.06.2020    |    4.763    |    2 9.8
"Rimase a contemplarmi mentre mi invitava al suo fianco nel letto ormai disfatto, la luce era soffusa e la temperature fresca, rimanemmo oltre un ora a..."

Ho sempre frequentato la parrocchia, prima per il catechismo, poi come scout e infine come animatore. L’ambiente familiare e le tante attività mi hanno portato ad avere un buon rapporto con il mio parroco che mi conosce fin da bambino e con il quale ho sempre avuto confidenza e complicità. Quando Don Mario ci comunicò che avrebbe lasciato la parrocchia per il suo meritato pensionamento, preparammo per lui una bella festicciola di addio,e ad aiutarci a preparare l'oratorio fu Franco,il sagrestano,un uomo di circa 60 anni o piu' su cui avevo gia' sentito delle voci dai miei amici e amiche,e che cioe' a lui piaceva fare il guardone negli spogliatoi dopo le partite e che aveva addirittura messo le mani addosso a qualcuno di loro,ma mai a me,anche perche' io a calcio non giocavo e poi andavo all'oratorio poche volte.A guardarlo bene pero' era un bell'uomo,molto alto con un corpo possente e una pancetta da tipico pensionato,ma molto peloso,da come si intravedeva dalle braccia scoperte. Era certamente un tipo interessante,non manifestava una propensione omosessuale in alcuno dei suoi comportamenti ,e cercai in tutti i modi di attaccare bottone con lui.Franco,questo il suo nome, sembrava deciso ha tenere le distanze, pretendendo il lei. Fu durante la festa pero' che mi accorsi dei suoi sguardi nei miei riguardi e percepii subito la sua curiosità pruriginosa di indagare sulle mie inclinazioni sessuali e da quel momento fu chiaro un suo maggiore interesse verso di me. Finita la festa,nel momento in cui si doveva pulire l'oratorio,facemmo quattro chiacchiere insieme e mi fece mille domande su di me,autorizzandomi anche a dargli del tu,io mi aprii e gli raccontai delle mie preferenze tra gli amici della parrocchia,senza pero' dirgli tutta la verita' ma abbastanza per fargli capire i miei gusti.Lui mi ascoltava con attenzione e si vedeva che stava a soppesare le sue prossime mosse.Poi finito di mettere a posto tutto ci lasciammo e prima di andare via mi chiese di ritornare a dargli una mano nei giorni seguenti,anche perche' c'erano varie cerimonie e quindi bisognava fare un po' di traslochi.Accettai e andai a casa. In breve diventai il suo braccio destro in parrocchia, e venni coinvolto sempre più nelle attività della chiesa. Spesso lavoravamo fino a tardi nel suo ufficio nella casa parrocchiale per programmare e pianificare le molte iniziative. Essendo bravo in italiano,mi interessai nella redazione del giornalino, degli avvisi e del sito, divenne una mia prerogativa. Franco sapeva di poter contare su di me e ne approfittava. Una sera successe un fatto che mi fece capire tante cose. Mentre aggiornavo il sito della parrocchia nel suo uffico,scoprii una catasta di giornalini e libri gay e fu subito chiaro che Franco leggeva con continuità racconti omosessuali. Da quel momento anche io cominciai a vederlo con altri occhi e i miei tormenti giovanili si trasformarono presto in una ossessione. Avevamo le stesse passioni ma come potevo fargli sapere che ne ero a conoscenza. Dopo alcuni giorni, decisi che avrei dovuto manifestarmi e scelsi di farlo durante una sera,dopo una cerimonia,mentre mettevamo a posto la sala e durante la nostra chiacchierata gli confessai di essere attratto da lui e di averlo desiderato. Franco, sembro' confuso, balzo in piedi quasi tentato di andare via, ma poi decise di mettersi seduto e continuare ad ascoltarmi. Ormai mi ero esposto, tanto valeva continuare, gli raccontai che mi masturbavo, anche più volte al giorno, pensando a lui. Chiuse frettolosamente la porta dell'ufficio e girandosi verso di me ,mi accorsi che Il mio racconto lo aveva fatto eccitare visibilmente, il mio occhio cadde sulla voluminosa protuberanza sotto la patta dei pantaloni che indossava e amichevolmente glielo feci notare. Abbassò lo sguardo, imbarazzato e confuso e di fronte all’evidenza cercò nel mio sguardo comprensione. “In fondo siamo uguali, gli dissi poggiando una mano sulla sua spalla. Sentii tutta la sua tensione attraverso le spalle muscolose e sollevando gentilmente una mano verso il mio viso con una carezza mi attiro' verso di se poggiando le labbra sulla mia bocca. Rimasi un momento smarrito dalla sua reazione ma immediatamente dopo ricambiai con la medesima delicatezza. Mentre continuavamo a baciarci a labbra serrate accarezzandoci le nuche la nostra eccitazione aumentò e, inconsapevole delle conseguenze che ciò stava scatenando in noi, sfiorai la sua virilità. Mi sembrò eccezionalmente dotato e sussultò continuando a baciarmi mentre, attraverso i vestiti, stringevo il suo membro possente nella mia mano. Ricambiò il tocco massaggiandomi e, senza smettere di baciarmi, cercò di aprire la patta. In pochi istanti si era liberato del grembiule grigio che indossava per lavoro e aveva sbottonato la camicia su torace peloso. La mia mano accarezzava il suo petto e quando le sue labbra si schiusero la punta della lingua mi sorprese. Non ci fu bisogno di parlare, i fatti avevano superato ogni possibile previsione o sviluppo. Ormai avevo i pantaloni aperti e le sue mani accarezzavano il mio cazzo e le mie palle, in un attimo era in ginocchio con la mia cappella turgida poggiata sulle sue labbra , vedevo la lingua mulinare mentre mi scappellava ed ingoiare l’asta ritmicamente. Lo spettacolo della sua lingua che percorreva il mio cazzo bagnandolo di calda saliva mi fece esplodere di piacere sul suo viso facendogli raccogliere gli ultimi schizzi nella bocca assetata. Ero venuto silenziosamente, si pulì il viso con la manica della camicia e prendendomi per mano mi porto' in canonica,dove aveva il suo appartamentino,per poi portarmi nella sua camera da letto. Un ambiente semplice, il letto al centro e pochi mobili. Per prima cosa chiuse a chiave la porta e poi dopo essersi velocemente denudato si mostrò ai miei occhi in tutta la sua prestanza. Aveva il cazzo più grosso che avessi mai visto, in particolare la cappella violacea era enorme e scoperta dalla pelle del prepuzio. Si sedette sul letto invitandomi verso di lui e, in pochi istanti, inginocchiato tra le sue gambe avevo a qualche centimetro dal mio viso il suo pazzesco membro eretto. Non ebbi il coraggio di prenderlo in bocca finché Franco spingendomi la nuca in basso mi costrinse a baciare la cappella ipnotica. Riuscii a malapena a prenderla nella bocca e mi sembrò così naturale ricambiare i movimenti che aveva appena dedicato a me. Osservavo il suo sguardo serio mentre mi aiutava a spogliarmi, lasciandomi nudo coi i calzini. Mi baciò il collo, il petto e ancora sul viso, facendomi inebriare del mio stesso odore di sperma. Era molto peloso, anche sulla schiena e le braccia, il pelo del petto scendeva verso l’addome ricongiungendosi al pelo pubico scuro e lucido. Era muscoloso e possente le natiche sode anch’esse molto pelose così come le gambe. Mi disse che era da molto tempo che non aveva più avuto esperienze sessuali con ragazzi giovani come me e che gli avevo fatto letteralmente perdere la testa. Al suo confronto sembravo ancora più efebico, alto magro e sinuoso quasi privo di peli e con un viso da ragazzino mostravo molto meno dei miei 20 anni. Rimase a contemplarmi mentre mi invitava al suo fianco nel letto ormai disfatto, la luce era soffusa e la temperature fresca, rimanemmo oltre un ora a scambiarci baci e carezze, che lui guidò sapientemente verso una sega che culminò con una copiosa sborrata sulla mia mano.Andai a lavarmi nel bagno adiacente alla stanza e, non visto da lui, assaggiai il suo seme che, ancora caldo mi copriva il dorso della mano, era salato e profumato di maschio.Ci ricomponemmo dandoci appuntamento all’indomani, anche per fare il lavoro che non siamo riusciti a fare in quella magica serata
La sera dopo, appena libero degli impegni universitari e al termine della messa vespertina, ci trovammo ancora una volta soli. Con un breve sguardo d’intesa eravamo già a letto completamente nudi, tenevo il capo sul suo petto villoso mentre osservavo estasiato il suo splendido cazzo, i nostri ritmi erano quelli di chi non ha fretta, lui non si poneva con impazienza e consentiva che facessi gradualmente tutto quello che volevo fare. Oltre al sesso io certamente provavo anche l’infatuazione tipica del primo amore e apprezzavo gli opposti che rappresentavamo. Lui certamente poteva considerarsi quello che viene definito Bear ed io biondino, con gli occhi chiari il suo boy-toy. Gli dissi che mi piaceva il suo pelo virile, e lui candidamente mi confessò che amava la mia pelle liscia e bianca, anzi, mi disse “mi piacerebbe depilarti e renderti ancora più bello, magari potresti farti crescere i capelli ancora più lunghi…” Decisi di accontentarlo lasciandomi radere il pube e le gambe. Fu dolcissimo e delicato cospargendo la base del mio pene e lo scroto di fresca schiuma, poi con fare molto sensuale cominciò a rasarmi fino a farmi assumere l’aspetto di una ragazzina. A termine della rasatura mi apri' le natiche e dopo una lunghissima leccata di culo ,dopo averlo per bene insalivato mi inculo' per oltre mezzora,facendomi avere un orgasmo senza nemmeno toccarmi il cazzo,poi mi sborro' nel culo e rimase in me,coprendomi di carezze e baci sensuali.Restammo cosi' per una decina di minuti ,poi facemmo una bella doccia insieme che culminò con un fantastico pompino di Franco e l’ingoio del frutto della mia seconda venuta.Volevo a tutti i costi farlo felice,cosi', cominciai a curare il mio aspetto con pettinature più adatte ai suoi desideri e durante i nostri incontri successivi, anche un filo di trucco e di rossetto. Fui molto meravigliato del risultato che progressivamente raggiungevo al punto che, anche per soddisfare le mie perversioni, andai a saccheggiare un enorme emporio di cinesi di una citta vicina con biancheria e abbigliamento molto femminile. Ero in estasi, Franco la prima sera in cui mi vide enfemme rimase senza fiato, avevo le sue mani e la sua bocca ovunque, succhiò e lecco le mie parti intime, concentrando le massime attenzioni al mio ano e stimolato frequentemente con la lingua e i polpastrelli. Io ricambiai con dedizione consentendogli di venirmi in bocca, produsse una quantità sorprendente di sperma bollente che non riuscii ad ingoiare scappando in bagno a scaricarmi ma che mi lasciò per giorni il suo sapore in bocca. Nascosi a casa sua il mio guardaroba nuovo e i trucchi in modo che, prima dei nostri incontri potesse scegliere quale mise farmi indossare e andammo avanti per settimane nei nostri giochi.Fu uno dei pochi uomini con cui mi travestivo da ragazzina,a volte rubavo le mutandine sporche di mia mamma e lui mi scopava il culo mentre le indossavo,imbrattandole con il suo sperma,per poi riportarle a casa e rimetterle a posto ancora tutte sporche di sborra.Altre volte invece voleva che gli facessi un bocchino con le mie labbra piene di rossetto,imbrattandogli cosi' il cazzo.Insomma era un vero porcello.Molte volte mi inculava mentre mi chiamava con nomi di ragazze,amiche mie e che lui sognava di scopare.purtroppo poi dovetti lasciare la mia citta per trasferirmi in un altro ateneo e al ritorno in estate,non c'era piu'.Un porco come lui non lo ho piu' trovato
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