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Gay & Bisex

vengo usato come urinatoio


di pirlino
25.09.2023    |    20.455    |    23 9.5
"Il suo membro, dopo poco, si drizzo' di nuovo, le nostre lingue si intrecciarono e prendendomi per un fianco mi fece mettere alla pecorina..."
All'età di 17 anni conobbi per caso un uomo, un amico di mia madre, si chiamava Oreste.
Era un uomo sulla 55 ina d'anni, non tanto alto, ma abbastanza robusto con spalle grandi. Lui villeggiava nello stesso posto in cui eravamo noi, e venne a trovare mia madre alla casa che avevamo al mare. Io credo che avesse un debole per lei.
Si presentò in maglietta e pantaloncini, come ogni abbigliamento estivo, ma quello che mi salto' subito all'occhio fu che il suo pacco era ben visibile, e si capiva che aveva un bel cazzo grande.
Io ricordo solo che sono arrossito e mia madre disse: Perché sei diventato rosso?
Dicendomi così diventai ancora più rosso, rosso come un peperone, ma la cosa fini li.
La notte mentre stavo a letto, ricordo che faceva un caldo tremendo ed ero molto agitato, non riuscivo a dormire. Mi giravo e rigiravo nel letto, pensavo continuamente a quel bell'uomo....ok ok non era bello di aspetto, ma per me lo era.
Comunque, stavo li eccitatissimo e con uno scatto di fianchi mi posizionai a pancia sotto con il pene che premeva sul fresco delle lenzuola.
Non c'è la facevo più, tutto quello che volevo in quel momento era passare una notte d'amore con il mio uomo.
Insomma, il mio birillo premeva contro le lenzuola e intanto la mia mente immaginava l'enorme cazzo di Oreste che mi sfondava il culetto. Beh ragazzi, non ci crederete, non mi sono neanche toccato che venni subito dopo e quello fu uno degli orgasmi più belli che ho fatto da solo. Ormai era diventata consuetudine godere in quel modo, era un po' come fare l'amore vero.
Ogni volta, la sera mi mettevo a letto a pancia sotto, se era d'estate ero completamente nudo, e pensavo al mio Oreste e fantasticavo di fare l'amore con lui e puntualmente venivo a fiotti. Un giorno arrivo' una telefonata di Oreste a mia madre. Voleva che mia madre gli consegnasse dei documenti importanti, dato che lei lavorava in una compagnia di assicurazioni.
Erano anni che lui cercava in tutti i modi di fare l'amore con mia madre, eh già chi e' che non ci avrebbe provato? Mia madre era una bellissima donna, non troppo alta, bionda con i capelli a caschetto e un corpo pienotto con il grasso nei punti giusti. Due bei seni e un sederino desiderabile. Poi, io che qualche volta l'ho vista nuda, ci credo che Oreste ci provava continuamente, e chissà forse avranno anche fatto l'amore a mia insaputa. Mamma gli disse che glieli avrei portati io il giorno dopo. Il pomeriggio del giorno seguente andai a casa di Oreste, suonai il campanello del citofono e quando sentii la sua voce che mi diceva: Si chi e'?....io già avevo il cuore in gola e che mi batteva forte, quasi mi volesse esplodere. Sono io risposi. Sali....disse lui. Abitava al terzo piano di un palazzo, senza ascensore. Arrivato sulla porta, mi apri'. Io avevo il cuore che batteva forte e poi metteteci anche le scale, insomma arrivai in cima che ero stravolto.
Lui mi chiese se volevo un bicchiere d'acqua ed io risposi di si. Ho portato i documenti che ti manda mamma....gli dissi.
Lui li prese e li ripose in un cassetto. Aspettami qui, vado un attimo in bagno disse lui.
Aspettai seduto sulla sedia della cucina, passarono circa 10 minuti e non ritornava, mi mossi per andare a cercarlo, avevo paura si fosse sentito male. Oreste, Oreste dove sei?.
Mi trovai sul corridoio adiacente una stanza aperta e non conoscendo casa sua entrai.
"Ma che fai....?.Ti stavo cercando!" gli dissi. Intanto dalla patta dei pantaloni spuntava il suo cazzone, era enorme.
"Ti piace quello che vedi? E non fare tanto il difficile, lo so che sei un effeminato e ti piacciono gli uomini, me ne sono accorto sai? Ti piacerebbe avere un rapporto con un uomo maturo?" "Si certo" ,oddio, ma sto sognando o cosa? pensai.
Oreste intanto con un balzo si mise in piedi e inizio' a spogliarsi, prima i pantaloncini poi i calzini e si rimise subito a letto.
O mamma mia, ma quel pene era veramente enorme e non avevo mai visto un birillo cosi' grande e bello.
"Sto aspettando" mi disse. Andai verso il letto e iniziai a spogliarmi anch'io.
Per un attimo rimasi nudo sul bordo del letto davanti a lui, mentre sentivo i suoi occhi su tutto il mio corpo e soprattutto sui miei capezzolini.
Ero talmente emozionato che addirittura tremavo e così gli dissi: "Scusami Oreste se sono così emozionato ma tu mi piaci tantissimo, mi sei sempre piaciuto e sento che sto per perdere il controllo.
Lui mi rispose: Potevi anche dirmelo prima no,lo sai che io sono separato da mia moglie e vivo solo con mio figlio, ma ci sono giorni che lui non c'è e magari se me ne avessi parlato prima non avremmo perso tutto questo tempo ti pare?
Mi scusai con lui per non avere fatto il primo passo e intanto mi apprestavo a passare la mia prima notte d'amore con un uomo ,con quello che poi sarebbe stato il mio uomo per un periodo abbastanza lungo.
In quell'attimo lui allungo' la mano prendendo la mia e mi strattono' nel letto portandomi addosso a lui. In un secondo il mio corpo era attaccato al suo, i nostri corpi si unirono e mi prese per un fianco stringendomi ancora di più al suo corpo.
Comincio' a baciarmi appassionatamente e io mi lasciai andare alla passione. Sentivo il suo enorme pene contro il mio pisellino e in pochi attimi venni per la forte eccitazione. Glielo dissi, ma lui continuo' a baciarmi. Ero talmente eccitato sentendo il suo enorme martello contro il mio sesso che venni una seconda volta. Oh mammaaaaaaa gridavo. Mentre mi baciava mi massaggiava i seni e di punto in bianco con il suo bacino mi spinse mettendomi in posizione supina mentre lui stava sopra di me. Smise di massaggiarmi i seni e con uno scatto appassionato comincio' a succhiarmi avidamente il capezzolo sinistro che nel frattempo si era drizzato e caspiterina venni per la terza volta. Oreste con un balzo fulmineo si mise in piedi, mi prese per la testa e con molta violenza mi mise in ginocchio davanti al suo membro turgido. Cominciai a leccare avidamente il suo cazzo per poi succhiarlo andando avanti e indietro mentre lui mi teneva la testa. Iniziai a leccargli anche le sue enormi palle pelose, ohhhhh che goduria. Mentre lo spompinavo ,lui disse:" Sto per venire".
"aspetta, apro la bocca, per favore, ti prego vienimi sulla lingua, voglio sentire il sapore del tuo sperma" risposi.
Mi misi con la bocca aperta davanti al suo sesso bagnato di precum con la lingua di fuori pronto a ricevere lo sperma.
Lui comincio' a dimenarsi l'uccello con violenza dando il via all'orgasmo, poggio' la .sua cappella sulla mia lingua e comincio' ad uscire dal buco tutta una delizia paradisiaca. Per Dio, era tanta e viscoso. Lo assaporai tutto fino all'ultima goccia dicendo" E' buonissimo".
Poi non contento mi succhio' il seno destro e rimanemmo sdraiati sul letto per un po'. Oreste mi racconto' i problemi che aveva in famiglia e mi piaceva pensare che tra me e lui non fosse solo una scopata occasionale ma qualcosa di più. Mentre parlava lo accarezzavo e baciavo il suo petto villoso, poi lo baciai avidamente in bocca.
Il suo membro, dopo poco, si drizzo' di nuovo, le nostre lingue si intrecciarono e prendendomi per un fianco mi fece mettere alla pecorina. Si inumidi' il dito indice e comincio' a massaggiarmi la rosellina del mio culo. Ohhhhh era bellissimo.
Poi allargò con due dita il buco del mio culo e non contento ci sputo' dentro.
Si mise in piedi dietro di me mentre si teneva il cazzo gocciolante tra le mani e con fare molto maestoso poggio' la cappella sulla mia rosellina. Non entrava, ed io lo aiutai portando il bacino in alto. Oh mamma, che ansia e che dolore.
Lui spinse con ferocia verso il buco e poi ad un tratto entro' con mio grande stupore
Il mio culo era ormai rotto e potevo godermi quel cazzo fantastico dentro di me.
Lui si mise sopra di me quasi come fosse seduto sopra di me e comincio' a pompare avanti e indietro mentre io mi sgrillettavo il pisellino.
Avanti e indietro, avanti e indietro, prima lentamente mi dava forti strattonate, poi più dolcemente e poi ancora forti strattonate.
Andò avanti così per circa mezz'ora, mentre io venivo ripetutamente con la lingua di fuori come fossi una piccola maialina.
Ultime strattonate e gli dissi" Vienimi dentro Amore mio voglio averti dentro di me, voglio la tua sborra dentro di me".
Lui con un urlo assordante venne inondando il mio buchino di sperma sopraffino. Poi si stese di nuovo a fianco a me.
Gli dissi," Oreste ho una voglia da un sacco di tempo, per favore concedimela"." Certo dimmi cosa vuoi".
"Ho tanta voglia di essere pisciato nel culo". Mi guardo' esterrefatto, ma dopo nemmeno due minuti, sentii il suo caldo piscio invadermi le visceri. Rimanemmo abbracciati per circa 5 minuti, poi ancora con il suo cazzo nel culo corremmo in bagno per espellere il suo piscio. Con Oreste ci scopai per tutta l estate anche tre volte a settimana. Prima che le vacanze finissero volle presentarmi un suo collega di lavoro che era venuto a trovarlo al mare, Lino, che aveva la sua eta', forse anche di piu'. Non avevo idea del perche', ma essendo anche lui una persona perbene, gli promisi di rivederlo una volta rientrato in citta'. Rientrato dalle vacanze, e ritornato a scuola, dimenticai della mia promessa fatta a Lino, poi un giorno, mentre ero alla fermata del bus, me lo vidi apparire davanti. "Ciao, mi avevi promesso di venire a trovarmi". "Scusami, ma ho dimenticato del tutto, anche perche' sono incasinato con gli studi". "Senti ci vogliamo vedere sabato che ti porto a mangiare qualcosa sul lungomare?"." Ok, per me va bene, a sabato allora". Avevo capito che Lino oltre che a offrirmi del cibo, di sicuro avrebbe voluto qualcosa in cambio, ed io di sicuro gliela avrei data.
Sabato alle 11 del mattino lo aspetto all angolo della mia strada e Lino viene a prendermi con la sua bella auto. Andiamo verso la costiera, in inverno disabitata. Mi disse che aveva una casa che lui e la sua famiglia usavano l’estate perché era fresco e comodo, con un bel giardino davanti. Durante il tragitto mi disse che sapeva che io ero una femminuccia e che mi facevo scopare. Ne era venuto a conoscenza da Oreste che gli aveva detto che mi faceva il culo regolarmente e gliel’aveva spifferato quando lui gli aveva chiesto se conosceva qualche giovincello da scopare. Rimasi allibito dal fatto che Oreste gli avesse detto della nostra tresca, ma Lino mi piaceva, era un bell' uomo e lo volevo far contento.
Glielo dissi, allora lui mi rispose che lo desiderava veramente perché anch’io gli piacevo un casino. Io ero d’accordo però dovetti dirgli che, comunque, non sarebbe stato l’unico a possedermi, c’erano dei maschi ai quali non potevo dire di no, gli andava bene, anzi, la cosa lo eccitava. Arrivammo al suo appartamento.
Si trattava del piano terra di un palazzo di sei piani, entrammo direttamente dal giardino per non farci vedere dal portinaio.
Eravamo belli carichi, avremmo potuto fare con calma, metterci tutti nudi proprio come due amanti.
Sul letto matrimoniale c’era il solo materasso, fasciato da un telo di plastica. Lino ci mise sopra un vecchio lenzuolo, giusto per non provare la spiacevole sensazione del nylon sulla pelle.
Ci salimmo sopra, ci abbracciammo, da brivido la sensazione dei corpi nudi che strusciavano assieme, ci baciammo, strinsi il suo cazzo, lui fece altrettanto col mio pisello. Lino aveva un bel cazzo, proprio bello nel vero significato del termine, lungo e grosso, il tronco ricoperto da una pelle bianca, liscia, con poche vene, una bella cappellona viola che si scopriva quando gli veniva duro, una favola.
Ci accarezzammo ancora per qualche istante, poi glielo presi in bocca, mentre lui muoveva un dito su e giù dopo averlo infilato profondamente nel mio culo.
“Mamma mia, sei bagnato come una figa!” esclamò, era vero.
Mi distesi su un fianco e gli porsi il culo, lui si dispose allo stesso modo dietro di me, mi circondò col braccio, me lo prese in mano, e con un movimento del bacino mi penetrò.
Da quella posizione potevamo guardare lo specchio attaccato ad un anta del vecchio armadio, potevo vedere la mole di Lino dietro di me, grosso e panciuto, se alzavo la gamba si poteva vedere il grosso membro che si muoveva nel mio culo, che tirava quasi fuori, per poi lo spingerlo di nuovo tutto dentro.
Tutto questo mi provocò un immediato moto di piacere, quasi un orgasmo istantaneo, un rivolo di liquido vischioso gli bagnò la mano che mi stringeva il cazzo, me la mise davanti alla faccia, mi infilò le dita in bocca, gliele succhiai e leccai, osservandomi.
Lino aveva aumentato la potenza ed il ritmo delle sue spinte, mi stava arando il buco del culo.
Era carico e la prima volta venne piuttosto velocemente, ululando, avvertivo giù nell’intestino gli spasmi, gli schizzi, che parevano non finire mai.
Si fermò ma rimase lì, dentro di me, senza accennare minimamente ad ammosciarsi.
Ne fui felice, voleva dire che lo eccitavo veramente.
Il questo modo si riposò alcuni istanti, riprese a muoverlo, allora io feci una torsione, sempre tenendolo dentro, fino a ritrovarmi sotto di lui, sdraiato sulla schiena, così potevo guardarlo negli occhi mentre mi scopava e baciarlo.
Ci abbracciamo stretti, poi Lino ricominciò a pompare con vigore, ero così su di giri che questa volta ebbi un vero orgasmo, gli schizzetti mi bagnarono la pancia ed i capezzoli, mentre quasi piangevo per la goduria.
Quanto mi piaceva sentire il suo movimento dentro di me, così, in quella posizione, mi sentivo veramente la femminuccia, la ragazzina che si concede senza riserve al suo Maschio, che è già grande e uomo, così convintamente che sarei potuto rimanere incinta. Adoravo il suo petto peloso, il suo odore di maschio. Adesso seguiva un ritmo regolare, paf paf paf.
Durò tantissimo, un deliquio, io continuavo a gocciolare, rapito.
Mi accorsi che stava per venire, allora io strinsi i muscoli anali, per farglieli “sentire” ancora di più, aumentargli il piacere.
Esplose come una bomba, rantolando sborrò, poi si accasciò sopra di me.
“Devo dirti una cosa, Oreste mi ha detto che ti piace essere pisciato, mi piacerebbe farlo anche io”.
Ce l’avevo ancora tutto dentro.
“Puoi farmi tutto quello che vuoi… qualsiasi cosa” risposi, rinforzando col tono quel “qualsiasi”.
La sua faccia si rilassò e lui si lasciò andare. Poco dopo percepii il liquido caldo nelle interiora, copioso.
Era una sensazione piacevole, anzi, tirava fuori la parte più troiesca, pervertita e sottomessa di me.
Mi rassicurò: “Non ti preoccupare se esce fuori, il lenzuolo lo buttiamo e sotto c’è il nylon”.
“Comunque stringo”. Dissi. Si sfilò, si udì un rumore, come un turacciolo che viene estratto dalla bottiglia, mi recai di corsa nel minuscolo bagno lì davanti.
Mi sedetti sulla tazza, lui volle che mi alzassi appena per vedere il piscio che mi usciva rumorosamente dal culo.
Appena fatto mi rimisi seduto. “Sai, ne ho ancora”. Era in piedi il suo cazzo davanti alla mia faccia.
La bocca era aperta, la lingua di fuori, ci pisciò sopra, era salata, forte, calda.
Un po’ mi fini in gola e la mandai giù, l’altra colò giù, scorrendomi addosso e finendo nel cesso.
Lascivamente mi leccai le labbra, poi glielo presi in bocca succhiandolo con forza, per fare uscire le ultime gocce.
Non era la prima volta, questa cosa mi piaceva, avevo bevuto il piscio molte volte prima, ma così era ancora più da zoccola.
Una piccola troia pervertita. La pipì di Lino era deliziosa. Quando Oreste lo venne a sapere, volle anche lui farmela bere, anche se a me piaceva soprattutto farmela fare nel culo, dentro l’intestino, oppure sdraiarmi per terra con la bocca aperta in bocca, una parte farla scorrere fuori sul corpo, l’altra mandarla giù. Il cesso ero io, sborra e piscio dappertutto.
Per mesi sia Oreste che Lino si approfittavano del mio culetto, ma mai insieme, cosa che desideravo tanto. Il pissing passivo divenne una mia ossessione, lo è tuttora.
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