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Gay & Bisex

Giorgio scopre che sono una troia


di pirlino
10.12.2021    |    25.322    |    9 9.0
"Potevo sentire il flusso della sua pipì attraverso il suo cazzo con la mia bocca e la mia lingua..."
Non ero ancora maggiorenne (e dimostravo ancora meno), da anni lo prendevo nel culo,e facevo dei maestosi bocchini con ingoio,molto apprezzati da vecchi porci che a me attizzavano molto. Del tutto simile ad un ragazzino sbarbatello, i miei paesani, più marpioni ed interessati, maschi di tutte le età, mi avevano inculato, e abusato del mio culetto e della mia bocca, magari mentre indossavo un minuscolo completino intimo, con il pisello coperto da un perizomino di pizzo, il filo sottile fra le chiappe lisce e rotonde, riuscivo a soddisfarli in qualsiasi modo venisse loro in mente.Molti di loro mi hanno anche pisciato sia in faccia che nel buco del culo,con mia e loro grande soddisfazione.Infatti mi piaceva molto essere pisciato dopo averli fatti sborrare.Giorgio,di cui voglio scrivere ora, frequentava la mia famiglia da sempre. Allora era un settantenne serio e distinto, ancora un bell’uomo, amico di mio nonno, che partecipava, con la moglie, alle nostre riunioni in casa sua, come se fosse un parente ed anche di più. Abitava lì vicino, nel centro.Loro due si chiamavano, tra loro, ‘vecchio’, questo fin da quando vecchi non erano affatto, forse perché la loro amicizia era veramente antica.A volte portava con se le nipotine, due ragazzine,piu' piccole di me. Io giocavo con loro assieme a mia sorella, e fin da allora Giorgio ci veniva a guardare, rammento che mi osservava in maniera strana.Faceva delle battutine sul mio aspetto, soprattutto sul fatto che ero indistinguibile dalle altre ragazzine, che ero un bel ragazzino,che avevo un bel corpicino,etc. Però c’era la particolarità che queste frasi le diceva solo a me, nell’orecchio, senza farsi ascoltare dagli altri e che sembrava provare un grande piacere nel farlo. Era il nostro piccolo segreto.Gli anni passavano e Giorgio ci veniva a trovare ogni volta che eravamo dal nonno. Nel frattempo io ero stato sverginato ed avevo iniziato la mia precoce carriera di troietta rottainculo.La casa di mio nonno era molto grande, vecchia di secoli, piena di saloni, stanze e stanzette, sottoscala, ripostigli e cantine. Era molto facile nascondersi. Si trovava a qualche chilometro dalla mia residenza, in un paese vicino a quello dove allora vivevo assieme alla mia famiglia.Andavo lì spessissimo, mi fermavo sovente a dormire, quasi ci vivevo.
Tra l’altro quello fu un periodo particolare in quei posti, dove si era creato un giro notevole di mettinculo, anche padri di famiglia amanti dei culetti come il mio, gente omertosa che si scopavano ragazzini della mia eta',e forse anche piu' giovani.Io avevo impiegato poco tempo ad entrare anche in questo sottobosco delle troiette col pisello e diventare ‘famosa’, c’erano alcuni tizi ai quali piacevo molto.
Era pazzesco, c’era il mondo di tutti i giorni, con la solita quotidianità, poi c’era quello parallelo, dove ero una femminuccia in calore,vogliosa di cazzi. Questo era diventato molto presto per me quello preminente, era la normalità, dove c’erano i dominatori che cercavano quelli come me, ai quali insegnavano ad obbedire.A volte, assieme anche ad altre ‘amichette’ ero cosa loro e prendevo cazzi da tutte le parti, di continuo, quando possibile indossando capi femminili che loro stessi mi procuravano. Infatti era da un po’ che ricevevo dei regali (anche soldi) per le mie prestazioni, non sempre, ma succedeva. Mi fermavano per strada, mi telefonavano, oppure si appostavano vicino casa, mi chiamavano ed io andavo con loro. Addirittura avevo degli appuntamenti fissi. Ero una puttana, anche se non ne avevo ancora la consapevolezza
Il passaggio era continuo, anzi ormai i due mondi si mescolavano in continuazione. Un attimo prima stavo studiando, con un tizio che mi dava ripetizioni di matematica, subito dopo ero in qualche posto con una vestaglietta di pizzo addosso ed il suo cazzo nel culo.
Quel pomeriggio Giorgio e la moglie erano venuti a pranzo, erano arrivati presto e lui aveva preso a bombardarmi con le sue battute, che si erano rivelate più pesanti del solito, diverse: ‘Ehi, fighetta’ ti prude?’ oppure: ‘Chissà, cosa combini con quella boccuccia” e via così.
Comunque io avevo un appuntamento nel pomeriggio, smaniavo perché l’uomo che mi aspettava mi piaceva, era il padre di un mio compagno di scuola, mi scopava da parecchio, però era dolce e non mi trattava come una troia. Mi pagava anche.
Appena potei sgattaiolai nella camera che avevo adibito a spogliatoio segreto quando ero a casa dei nonni, una sottotetto in disuso da molti anni, vi si accedeva attraverso una vecchia scala in legno, seminascosta da un armadio.
Avevo portato con me un bel perizoma e delle autoreggenti,rubate a mia madre.Dopo averle messo avrei coperto tutto con i jeans ed il maglione per poi farlo riapparire di fronte al mio amante.
Ero quasi nudo (dovrei dire nuda perché in quei momenti veniva fuori la femmina in me) ed avevo appena fatto salire le autoreggenti, avevo il cazzettino duro, mi eccitavo sempre quando sentivo il fruscio dell’intimo, quando Giorgio apparve sulla porta, lo sguardo allucinato,"Ma allora e' vero! Io l’ho sempre saputo che eri una frocetta, una troia!".
Io ero rimasto senza parole, spaventatissimo.Mi aveva seguito fino lì ed ora eravamo l’uno davanti all’altro."E’ proprio vero che gli interessati sono gli ultimi a saperlo! Pensa se tuo padre o tuo nonno venissero qui ora”.Beh, mi avrebbero ucciso, pensai. Gli occhi osservavano la mia nudità."Che cavolo! Conciato così sembri proprio una ragazzina!" Esclamò.Non li chiamare, faccio tutto quello che vuoi’ implorai.
"Sai ho sentito parlare di te al bar qualche giorno fa, ero seduto a leggere il giornale. Nemmeno mi si vedeva. Questi due erano lì vicino, ridacchiavano mentre conversavano sul fatto di scoparsi una ragazzina tutti e due assieme, che si sarebbero divertiti. Io pensavo fosse qualche puttanella del paese, perché parlavano di mutandine, reggiseni e cose del genere da regalare ad una certa troietta poi, invece, si sono lasciati scappare il nome di tuo padre”Arrossii violentemente.”si chiedevano come facesse a non accorgersi di niente”.Sapevo di chi parlava, effettivamente un po’ di giorni prima avevo fatto una cosa a tre, due autisti dell’autobus di linea che passava dai paesi e che prendevo tutti i giorni, mi avevano aperto come una cozza, sui sedili di una corriera, parcheggiata in fondo al deposito. Mi avevano pagato con un prezioso completino firmato che stavo mettendo in quel momento. Conoscevano molto bene tutta la mia famiglia. Sapevo che erano due bastardi che si divertivano a soffocarmi con i loro cazzi ed a spaccarmi il culo di brutto, ma non pensavo che fossero così coglioni da sputtanarsi nei bar.” Se devo essere sincero non mi sono sorpreso più di tanto, l’ho sempre pensato che tu fossi così, fin quando giocavi con le mie nipotine, non si vedeva la differenza".
Nel frattempo si avvicinava, io mi ero seduto sulla vecchia cassapanca, per riprendermi dallo shock. Avevo ancora i jeans abbassati.Quando mi fu vicino allungai le mani, tanto lo sapevo cosa voleva, lo volevano tutti.Infatti provò un attimo a tirarsi indietro, non ci riuscì.
Gli slacciai i pantaloni e scostai i boxer, uscì fuori un grosso cazzo venoso che svettava fra la folta peluria grigia.Lui sospirò mentre io aprivo la bocca e mi accostavo: il membro stagionato che, comunque, era già venuto duro come il ferro mi scivolò in bocca, scorrendo sulla lingua.Mentre lo succhiavo gli tremavano le ginocchia: "Accidenti! Che bocca che hai, neppure le puttane che ho conosciuto erano brave come te!" esclamò mentre mi impegnavo a fondo, lavorando di bocca come se fosse stata l’ultima volta che lo facevo.
A me tutto questo andava bene, nel momento stesso in cui l’avevo toccato lui non poteva più spifferare nulla a nessuno, se mi scopava diventava mio ‘complice’.
Prima che potesse crollare mi staccai, poi mi girai con il culo verso di lui, appoggiato alla panca, misi un po’ di saliva nel buco del culo, con le dita.Feci tutto io, appena avvertii il membro che si appoggiava sul buco, spinsi all’indietro per farlo entrare.
Solo allora Giorgio mi afferrò i fianchi e me lo buttò dentro, mi usci un gridolino, un misto di piacere e dolore."Sei proprio frocio! Una cagna sfondata… tieni! Tieni!".
Mi scopava con rabbia, arandomi il canale senza pietà."Ti dovrei sfondare, picchiarti",’ ripetendo che i miei non se lo meritavano e cose del genere, pero mi inculava a sangue.
In effetti mi faceva male, ma non importava, ero indifferente al dolore, come ho detto questo per me era normale, quotidiano. Totale assuefazione.Solo un altro cazzo.
Venne dopo pochi minuti, non molto abbondante, l’età si faceva sentire. Dopo che gli ebbi ripulito il cazzo con la bocca (lui non voleva, lo trovava degradante ma io desideravo fargli il servizio completo), Giorgio si ricoprì e sgattaiolò via senza dire altro. Sembrava frastornato.Io rimasi un attimo lì per riordinare le idee poi andai nel bagno più vicino, mi svuotai, mi diedi una sistemata e mi fiondai fuori, avevo un appuntamento, ero ancora in tempo perché anche se era sembrata un’eternità, il mio incontro ravvicinato con Giorgio era durato, in tutto, circa un quarto d’ora.
Appena dietro una curva, fuori dalla visuale della casa del nonno, notai la macchina del padre del mio compagno di scuola, mi avvicinai poi entrai velocemente. Si lamento' del mio breve ritardo.Andammo a casa sua, era separato e viveva solo. Lui entrava dal portone principale del palazzo, io da una porta laterale.Avevamo un rituale, in auto non dicevamo quasi nulla, poi salivamo in casa, io andavo in uno stanzino e mi cambiavo. Uscivo da lì trasformato, completamente (tra)vestito. Ero diventato Rosa, la fighetta ninfomane.
Minigonne inguinali, minuscoli shorts,Quello che non mancava mai erano le mutandine di pizzo, lo mandavano in estasi.Appena pronto venni fuori, mi aspettava sul divano, mi sedetti sulle ginocchia e lo baciai, toccandogli la patta.
Scopammo per tutto il pomeriggio, come ad ogni nostro incontro terminai con il culo gocciolante che non si chiudeva più e la mandibola indolenzita, tra l’altro mi disse che sembravo ‘più calda ed umida della altre volte’, forse la sveltina con Giorgio mi aveva attizzato più di quanto pensassi.
Nonostante possedesse un cazzo bello grosso, come ho già detto era dolce e delicato, cercava di non farmi male (generalmente agli altri piaceva sentirmi strillare), viste le dimensioni non sempre ci riusciva, ero piuttosto delicato e curiosamente, nonostante i continui amplessi, continuavo a provare un po’ di dolore ogni volta che mi entravano nel culo.Era trascorso un anno dalla prima volta che ero stato a casa sua, anche se, il primo pompino glielo tirai in macchina, quando ci conoscemmo. Era venuto a prendere il figlio che, curiosamente quel giorno era assente. Si era avvicinato a me per domandarmi che fine aveva fatto, quando gli dissi che non c’era mi offrì un passaggio che accettai.
Ovviamente non era lì per caso, qualcuno che mi conosceva gli aveva ‘parlato’ del compagno del figlio, puttanella dalla boccuccia calda e con il culetto senza fondo. Per lui era stata una bella scoperta perché gli piacevano quelli come me, li cercava.
Aveva cominciato subito ad alludere ed avevo capito immediatamente, era gentile e gli dissi io stesso dove imboscare la macchina. Lì lo succhiai a modo e bevvi la sua sborra, senza pormi alcun problema. Mi disse che gli avevano raccontato di me., e che voleva di più e da lì i nostri pomeriggi infuocati.
Lui non lo sapeva e non glielo dissi mai, ma con suo figlio c’eravamo inchiappettati a vicenda, o meglio lui inchiappettava me (cerebralmente passivo) molto di più di quanto facessi io, per molto tempo, quando ci incontravamo per i compiti, fin da ragazzini, ed uno come me con cui sfogare gli ormoni galoppanti era oro colato. Ora non succedeva più, avevamo preso strade diverse e lui si era dedicato alle ragazze, anche se eravamo rimasti molto amici.Dopo l’ultima ciucciatina al cazzo ed un bacetto sulla guancia, tornai nei miei panni usuali, mi diede un passaggio fin nei pressi della casa dei miei genitori dove dovevo tornare quella sera e dopo avermi allungato dei soldi: ‘Un regalo per gli abitini’ diceva lui, se ne andò.Dopo un paio di giorni sbucò nuovamente fuori Giorgio. Io non avevo neppure avuto tempo di ripensare a ciò che era successo fra noi, o meglio avevo cercato di non pensarci.Conoscendo le abitudini di casa mia, telefonò in momento in cui mi trovavo da solo, quindi non fu costretto a chiedere di me a nessuno.Per cominciare mi fece una ramanzina sul fatto che quello che avevamo fatto non era giusto e cose del genere, però poi mi chiese quando potevamo vederci con calma per parlare di queste cose a quattrocchi. Allora mi venne un’idea, gli dissi che il sabato sarei andato a fare un giro a P., una città ad una trentina di chilometri di distanza, col treno e che potevamo vederci lì. Il vecchio fu subito d’accordo, ma sarebbe venuto in macchina e ci saremo incontrati in un bar piuttosto famoso verso le tre del pomeriggio, quel giorno volevo fare una sorpresa a Giorgio, fargli conoscere la vera troia in me.Appena sceso da treno corsi al diurno, col mio zaino.Vi restai circa una mezzora, quando venni fuori ero lei,avevo indossato delle mutandine e calze autoreggenti,con i miei lunghi capelli biondi,e jeans attillati e corti che mettevano in mostra il mio culetto e le cosce belle lunghe.Occhiali scuri..
Dimostravo sedici anni o giù di lì, una giovane troietta, del resto allora pesavo cinquanta chili.Vi giuro che nessuno avrebbe potuto immaginare che non ero una ragazza.
Entrai nel bar, lui era già lì, nei pressi del bancone. Non mi riconobbe minimamente, quando lo chiamai sussurrandogli nelle orecchie: ‘Ciao, nonno, sono qui’, strabuzzò gli occhi e rimase lì impalato, lo presi per un braccio e lo portai ad un tavolo appartato.
‘Sei’ sei’ bellissima, accidenti! Assomigli alle mie nipoti, non ti avevo proprio riconosciuto!’.
‘Ta’ riconosciuTA, vorrai dire, io sono Rosa.’ risposi, civettuola.‘Rosa?! Vabbe', se ti piace ti chiamo così’.Prendemmo da bere, il cameriere mi sorrise ammiccante, sorrisi anch’io e lui ringrazio il ‘nonno’ mentre questo pagava.Ridacchiai mentre Giorgio diventava tutto rosso.
Provò ad intavolare un discorso sulla mia doppia personalità e robe del genere, ma non appena gli presi una mano da sotto il tavolo e me la appoggiai sulla coscia ammutolì.
‘Dai, vecchio, andiamo’.Mi seguì come un cagnolino. In macchina guidava nervosamente, io ad un certo punto allungai le mani e lo tastai, era eccitato, forse suo malgrado.
Andammo in un hotel di periferia, sembrava uno di quei motel americane, dove parcheggi davanti alla camera. Era ed e' un posto dove si scopa,e gli impiegati si fanno i cazzi loro, accontentandosi del documento del conducente, pagamento anticipato.
C’ero già stata altre volte, per soddisfare ampiamente alcuni cazzi piuttosto esigenti.
Entrammo in camera ed io: ‘Dai spogliati, questa volta facciamo le cose con calma’.
Si spogliò lentamente, poi si stese sul letto. Tutto sommato, per l’età che aveva, era messo ancora piuttosto bene.Io mi ero tolto gli stivali, i jeans ed il maglione, rimanendo in mutande e autoreggenti.Mi misi a cavalcioni sulle sue gambe, poi presi a leccarlo, partendo dai capezzoli, che sbucavano nel folto pelo grigio.
Ancora adesso mi domando cosa avessi allora nella testa, che razza di troia perversa fossi: poco meno che diciottenne stavo leccando un vecchio peloso, un settantenne grande amico di mio nonno, praticamente uno della famiglia che mi conosceva fin da bambino, che fra un momento me l’avrebbe spinto nel culo e stavo provando piacere.
Andai avanti a leccare, dappertutto, attorno al cazzo, sulle cosce, poi gli succhiai le palle.
L’asta, che vibrava come un diapason, la lasciavo stare.Lui stava impazzendo.
‘Mai nessuno’ mi.. mi’ ha mai fa’ fatto così!’ balbettava.Quando glielo presi in bocca gemette, guaì come un cagnolino.Lo afferrai con la mano destra, stringevo la verga mentre lasciavo scorrere la cappella scoperta fra le labbra, ogni tanto una succhiata potente, che lo faceva sussultare. Poi giù, fino in gola, poi su, poi di nuovo giù, fino in gola.Mi mise una mano sulla testa, da dominatore, come piaceva a me.Passai la lingua sul prepuzio sul frenulo, tutto attorno.Smisi improvvisamente, lasciandolo lì, tremante.Sfilai le mutandine e davanti a lui mi girai con il culo dalla sua parte, poi mi abbassai sulle ginocchia, con la testa sul letto.Glielo porsi.Questa cosa mi piaceva moltissimo, questa improvvisa torsione, questa ‘offerta’ del mio posteriore ad un uso incondizionato ed illimitato mandava in visibilio i miei momentanei padroni.Le mie natiche, l’orifizio gocciolante, tutto a loro completa disposizione.C’era chi mi scopava subito, chi, invece, si divertiva, magari sculacciandomi, leccandomi, penetrandomi con le dita o con qualche oggetto che aveva con se, andava tutto bene, bastava non esagerare.Giorgio appoggiò il cazzo sul solco, allora io allargai le chiappe con le mani per mostrare l’apertura pulsante in tutto il suo fulgore.
Mi penetrò lentamente, indirizzandolo con le mani, mi usci un gridolino di piacere.
Ero carichissima, venni dopo pochi istanti, gocciolando sborra sul lenzuolo, mentre Giorgio mi scavava sbuffando come un toro.Faceva avanti e indietro con foga, senza dire nulla.
Al contrario del nostro rapido amplesso in casa del nonno, questa volta ci mise parecchio a venire.Ad un certo punto ebbe un lieve calo ed uscì fuori, allora mi voltai e mi appoggiai sulla schiena, le gambe completamente tirate indietro, il buco spalancato, questa posizione lo rinvigorì e rientrò immediatamente dentro, con facilità, ci guardavamo negli occhi mentre mi sbatteva, io mi lamentavo debolmente con la bocca socchiusa.
Me lo prese in mano ed cominciò a masturbarmi, venimmo praticamente insieme, lui si accasciò, io urlai, era la seconda e fu fortissima.Per chi non lo ha mai vissuto, quando vieni con il culo pieno l’orgasmo e' moltiplicato. Provare per credere.Estrasse il cazzo ed io lo baciai, e glielo leccai ancora un pochino, lo presi di nuovo in bocca, ma non succedeva nulla.Restammo un po' sul letto,dove mi coccolava come un bambino,mettendomi un dito nel culo,ed io che giocavo con le sue palle e il cazzo oramai moscio e senza vita."Sei una così brava succhiacazzi." Disse alzandosi e andando in bagno."Resta li' come sei,che arrivo subito"Ho assaporato la sua gustosa sborra prendendone un po' dal mio buco, mentre pisciava rumorosamente in bagno. Il vecchio tornò subito e si fermò di fronte a me, il suo cazzo moscio ancora bagnato di piscio,e una grossa goccia visibile dalla fessura sulla sua testa."Ingoiami e puliscimi ragazzina."Ho allungato la mano, leccando il piscio dal suo cazzo. Poi ho ingoiato il suo cazzo e ho iniziato a succhiarlo. Mi sono goduto le poche gocce di piscio in più che uscivano dal suo cazzo nel processo."Ti piace il mio piscio?" chiese, mentre beveva della birra che aveva portato con se'."Lo adoro!" Ho risposto con entusiasmo.Giorgio si limitò ad annuire e bevve tranquillamente la sua birra. Senza una parola mi porse la sua bottiglia vuota."Un altra, signore?" chiesi e lui annuì in senso affermativo.Gli porsi un'altra bottiglia,e ha bevuto la sua seconda birra mentre io succhiavo dolcemente le sue palle pelose. Mi mossi per prendere il suo cazzo in bocca, ma scosse la testa per fermarmi."Ti insegnerò a ingoiare il mio piscio ragazzina troia." disse, alzandosi e facendomi cenno di seguirlo in bagno. entrati, mi inginocchiai davanti a lui. Ha messo la testa del suo cazzo nella mia bocca aperta e il suo piscio caldo ha cominciato a scorrere.
Fui sopraffatto dal forte sapore dell'urina, e nonostante la mia frenetica deglutizione, il suo piscio iniziò a fuoriuscire dalla mia bocca e lungo il mio petto, gocciolando fino al mio inguine. Il mio cazzo sembrava volesse esplodere,"Ho voglia di vederti deglutire il mio piscio ,troia." disse, interrompendo il suo flusso, permettendomi di recuperare. Continuò a brevi flussi mentre deglutivo finché la sua vescica non fu vuota e la mia pancia piena.Mi fece lavare,e ritornammo a letto.Si mise a gambe aperte sul letto, mentre gli pulivo il cazzo con la bocca."Imparerai a drenare le mie palle e la mia vescica senza versare una goccia!" Disse severamente."Prendimi una birra e ricominciamo."Ho portato una birra a Giorgio e sono sceso tra le sue gambe, prendendo il suo cazzo nella mia bocca e succhiando la sua bella verga. Pochi minuti dopo, mi diede un colpetto sulla testa e mi porse la bottiglia vuota.Gli ho dato una birra fresca e ho ripreso a succhiargli il cazzo.Il suo cazzo era divenuto bello duro ora sotto i miei colpi di lingua,e sono stato presto ricompensato con una bella sborrata del delizioso sperma del vecchio. Mentre stavo pulendo il suo cazzo,mi ha guardato e ha detto una sola parola."Bevi."Ho posizionato la mia testa, con il suo cazzo nella parte posteriore della mia bocca e lo guardai. Gli occhi azzurri di Giorgio incontrarono i miei e il suo flusso caldo iniziò a riempirmi la gola! Ho mantenuto il contatto visivo per tutto il tempo. Potevo sentire il flusso della sua pipì attraverso il suo cazzo con la mia bocca e la mia lingua. Il suo flusso impetuoso è stato fantastico mentre mi scorreva in gola!
Giorgio." Ho detto: "Ho bisogno di fare pipì".Lui rise e disse che lo avrebbe fatto presto anche lui!.Ero in paradiso mentre svuotavo la sua pipì dal mio cazzo.Ho preso tre carichi di piscio e due carichi di sperma da lui entro poco piu' di tre ore!.Ci facemmo la doccia, ognuno per conto suo.Non parlammo finché non fummo in macchina, lui voleva portarmi a casa, ma io gli dissi di andare alla stazione, che dovevo cambiarmi.
Aggiunse che gli era piaciuto tantissimo, che aveva preso per la prima volta un cazzo in mano che non fosse il suo, chiedendomi di andare a casa sua la settimana dopo,perche' la moglie era via per due giorni,e che avrebbe avuto con se degli amici..Accettai,ben sapendo a come sarebbe andata a finire la serata.Prima di scendere dall’auto lo baciai, questa volta sulla guancia: ‘Ciao, vecchio, alla prossima’.Sono arrivato la settimana successiva e ho scoperto che aveva due amici a casa sua,che io conoscevo bene. Sono rimasto scioccato quando mi ha detto che li avrei serviti tutti, esattamente come avevo fatto con lui la settimana prima! Mi ha ordinato di spogliarmi, ma mi ha dato un vestito da cameriera sexy da indossare!Conducendomi in soggiorno,vestito da cameriera,mi fece prendere un vassoio con su degli stuzzichini da offrire ai suoi ospiti.Lo feci,e mentre li servivo,piegandomi,mi palpavano il culetto,e a volte mi mettevano anche un dito o due nel culo.Tremavo per l'eccitazione quando uno degli uomini ha chiesto a Giorgio se potevo davvero bere piscio.Giorgio ha risposto semplicemente dicendo "Questa troietta beve tutto,piscio e sborra".Mi sono inginocchiato davanti a lui, gli ho tirato giù la tuta e mi sono messo in posizione. Mentre la piscia di Giorgio mi scolava in gola, gli uomini ridevano e commentavano che gioco fantastico sarebbe stato!Ho pulito il cazzo del signore e sono andato a prendere della birra. Quando tornai in soggiorno, gli uomini erano tutti nudi e seduti sul divano. Quando ho distribuito la birra, Davide,uno di loro, stava indicando il suo cazzo.Mi sono subito impadronito del suo cazzo,e gli ho tirato una bella pompa,fino a che mi ha sborrato in gola,mentre l'altro uomo,Carlo si e' accovacciato dietro di me,e mi ha trapanato il culo.Sono stato impegnato per tutto il gioco a succhiare cazzi,prenderlo nel culo, ingoiare sperma e tanto piscio! Correvo continuamente in bagno per drenare l'urina e la sborra degli uomini dal mio corpo! Carlo mi ha fatto sedere sul pavimento, a faccia in giù e con il culo in su così da potermi scopare di nuovo!Aveva gia' sborrato due volte, quindi sapevo che mi aspettavo una lunga scopata! Non sono rimasto deluso!Giorgio e Davide hanno applaudito Carlo, mentre mi scopava brutalmente sul pavimento del soggiorno!,fino a quando,dopo una ventina di minuti,mi e' arrivato nel culo.Anche Davide lasciò che gli succhiassi il cazzo gustando il sapore della sua cappella, per poi infilarlo anche lui nel mio culo,fino a che mi sborro' di nuovo dentro. Poi entrambi presero a schiaffeggiarmi delicatamente le chiappe con i loro splendidi uccelli, spalmandomi la sborra sulle guance e raccogliendola per poi strofinarmi i cazzi sulle labbra. Quando il loro livello di eccitazione fu finalmente calato, presi in mano i loro meravigliosi uccelli per accarezzarli e baciarli sulla cappella, guardando i loro visi soddisfatti.“E’ stato davvero fantastico!” disse allora Giorgio.
“Finalmente un culo tutto per noi!” aggiunse Carlo. “Prendervi nel culo è stato stupendo” aggiunsi distribuendo poi leccate ai tre cazzi che, nonostante le sborrate, mantenevano una certa durezza.“Per noi è stato un vero piacere” disse Davide “Anzi...”.Mi fece girare, ed in un attimo mi ritrovai ancora ben piantato nel culo il suo grosso cazzo. La giostra ricominciava...A turno mi ruppero di nuovo il culo,che ora mi dava un po' fastidio,essendo stato trapanato per ore.Quando tutti e tre furono appagati e sazi del mio culo,vollero di nuovo pisciarmi in faccia come compenso.Gli amici di Giorgio andarono via e restammo soli io e lui.Mi abbraccio', baciandomi in bocca per la prima volta.Fui felice che non mi avesse offerto qualcosa, dei soldi o altro, lui era quasi un nonnino per me e non avrei comunque voluto nulla.La nostra ‘storia’ durò circa tre mesi, poi si decise di finirla,ma io continuai a fare la troia con i suoi amici e con altri nonnini.
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